Lo scacchista Bloom

Secondo contributo di Mauro. Anche per lui comprendere Bloom non è facile

Ammetto di seguire le mosse di Bloom con la stupita meraviglia con la quale osservo il mondiale di scacchi Carlsen vs. Nepomniachtchi. Essendo stato da giovane un modesto giocatore di club, mi diverto a seguire l’evolversi delle partite sulla scacchiera, con l’ausilio di diversi Grandi Maestri che in diretta commentano la partita. Ben presto però, quando a giocare sono dei top player come quelli citati, le motivazioni delle loro azioni cominciano a essere oscure un po’ a tutti, per diventare chiare solo a posteriori, a risultato acquisito.

Lo stesso senso di vertigine mi succede quando seguendo Chaim Bloom in azione. Dopo essere arrivati a 2 gare dalle WS, tutti, compresi gli autorevoli commentatori, individuavano nella sistemazione dei 2/5 della rotazione il problema principale da risolvere per affrontare con maggior fiducia la stagione 2022.

Tutti quindi davano per molto probabile che i Red Sox si sarebbero impegnati per trattenere E-Rod e sono stati smentiti. Qualcuno allora vedeva probabile l’arrivo di qualche free agent di lusso per riempire il terzo slot, ma anche su questo Bloom non mostrava alcuna propensione. Anzi nessuno sembrava trovare un filo logico nell’esborso di risorse preziose per l’acquisto di Wacha e Paxton.

La domanda che si pone Paolo e che sorge spontanea un po’ a tutti allora è: Bloom è uno stratega troppo profondo per poterlo capire o è un malato di mente che prende giocatori a casaccio buttando i soldi dalla finestra?

La mia ipotesi è che se uno osserva bene, il ritorno di Rich Hill, un signore di 42 anni che IMHO era stato colpevolmente lasciato andare nel 2015 (Max se me lo ricorda ogni volta che capita), sembra un tassello del puzzle che comincia a far emergere un disegno nel generale guazzabuglio.

Hill è stato in questi anni un ottimo lanciatore. Ha lanciato bene per i Dodgers dal 2016 al 2019, ha lanciato bene per i Twins nel 2020 e ha lanciato bene per i Rays e Mets nel 2021. Sarà anche vecchio, ma ha ancora una curva che è uno spettacolo e non c’è niente nei suoi numeri che dica che sia alla frutta. E poi costa veramente poco per i salari MLB

Il piano di Bloom quindi potrebbe essere quello di prendere due lanciatori al posto di uno: Hill all’inizio della stagione e Paxton alla fine. Quantità vs qualità. Se Paxton torna veramente a giugno, se ottiene le buone prestazioni che ha mostrato nel passato e se Hill rimane sano ed efficace fino alla fine, magari è una genialata che risolve la stagione e lui diventa manager dell’anno. Tuttavia ci sono troppi “se” e tutti senza un piano B. Se anche una di queste ipotesi salta rischiamo l’osso del collo e il vecchio caro Murphy ci assicura che “se qualcosa può andare storto lo farà”.

Ma siccome è meglio essere ottimisti, e avere torto, che essere pessimisti e avere ragione,  credo che mi farò rapidamente una ragione per l’ennesimo ritorno di Hill firma per la settima volta (hai letto bene sono SETTE!) un contratto da free agent con i Red Sox, la squadra per cui ha lanciato più inning in assoluto, sebbene abbia militato per 11 diverse squadre MLB.

Questo, signore e signori, è il magico mondo di Chaim Bloom. Se Dave Dombrowski fosse ancora alla guida dei Red Sox ora Renfroe probabilmente avrebbe già firmato un’estensione del contratto per il 2022 e oltre. Ma sappiamo anche che questa è una mera ipotesi di scuola, perché Dombrowski difficilmente avrebbe preso un giocatore messo in DFA dai Rays la scorsa offseason.

Bloom funziona in modo diverso. Senza di lui non avremmo mai visto il giocatore in qualche modo simbolo dei Red Sox 2021: uno da cui sembrava che non si potesse attendere molto, ma che, alla prova dei fatti, ha reso oltre ogni aspettativa. Questo fatto però lo ha reso una grande opportunità di mercato e, considerata la sua età, Bloom ha visto la possibilità di trasferirlo per un investimento a lungo termine e lo ha colto al volo.

Hamilton e Binelas sono infatti il vero obiettivo della trade. Fra i due si dice un gran bene di Alex Binelas, un terza base e una buona mazza, draftato nel terzo turno nel 2021 dalla Louisville University. Era stato menzionato come una possibile prima scelta, ma è scivolato al terzo turno a causa di una cattiva giocata verso la fine della stagione universitaria. Insomma potrebbe fare comodo se veramente abbiamo in animo di togliere Ciccio Devers dall’hot corner.

Poi capitato che nell’affare sia rimasto coinvolto anche JBJ, che ha avuto sempre un posto speciale nel mio tenero cuoricino. Certo torna per motivazioni diverse e opposte a quelle per cui era partito lo scorso anno e torna dopo una stagione orribile: un OPS inferiore a .500, un tasso di strikeout del 30% contro una percentuale di slugging di .261, uguale inettitudine sia contro i destri sia contro i mancini e quasi ogni altra statistica.

Sicuramente un paragone con Renfroe è pura follia, ma in difesa è rimasto fantastico come sempre e come quarto esterno è un lusso. Se a Boston hanno conservato il genietto della lampada che lo ha curato dai suoi precedenti slump potremmo anche farci qualcosa.

Insomma Bloom è uno spietato bastardo che non guarda in faccia a nessuno, ma è il nostro spietato bastardo e lo hanno preso proprio per questo. Bisogna solo capire se questo modo di far restituirà lo stesso valore ottenuto dall’hard discount di Tampa Bay oppure vedremo ancora i Red Sox sul tetto del mondo. 

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4 thoughts on “Lo scacchista Bloom

  1. Concordo con Mauro il baseball, specie nell’ottica dei Manager, appare simile agli scacchi. Una decina di giorni fa s’è giocata un’altra partita da osservare con attenzione: la fase Minor League della Rule 5 draft. Non è quella più importante la fase della Major League, quella per intenderci che lo scorso anno ci ha portato Garrett Whitlock, fregato agli Yankees. Quella fase è stata rimandata a data da destinarsi a causa del lockout. Lì le squadre possono scegliere giocatori di altri team non inclusi nel 40-man-roster ed eleggibili per età e numero di apparizioni al draft, se sono disposte ad inserirli nel 26 man-roster per tutta la stagione successiva. L’anno scorso Bloom vinse ampiamente la scommessa con Whitlock, con sommo rammarico degli acerrimi rivali, i quali ancor oggi temono ulteriori “furti”. Nella fase minor league, da cui si possono prelevare da altre squadre giocatori che non sono nel 38-man roster del triplo A per inserirli nel proprio, abbiamo preso due lanciatori: Austin Lambright dai Royals (27 anni rilievo con buoni numeri, ma ultima stagione nel 19 causa infortunio nel 21, mentre) e Brian Keller (27 anni altro rilievo con discreti numeri) dagli Yankees ed è almeno la terza volta consecutiva che gli prendiamo lanciatori nella fase minor league della Rule 5 draft. Dovrebbero essere rinforzi per Worcester, ma chissà che Bloom anche su questa partita non abbia piazzato un altro scacco matto.

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