10 W in row

In un momento tra aprile, maggio (bisognerebbe controllare la bacheca), durante l’altalena di vittorie e sconfitte di allora, quando riuscivamo a malapena a restare a galla, accennammo al miraggio di stabilire una serie di 10 vittorie consecutive per svincolarci dalle pastoie. 

Tutti fummo d’accordo che era una cosa impossibile da chiedere e tuttavia, eccoci qui: i Red Sox hanno chiuso il primo tempo della stagione proprio con 10 vittorie consecutive, Battendo domenica i Tampa Bay Rays per 4-1 hanno completato così una sweep di quattro partite, portandosi a 3,5 GB dal primo posto dell’American League East. (Oramai inquadriamo il bersaglio grosso, che ce frega della WC!)

A cosa è dovuto tutto questo? 

La prima cosa da dire è che il baseball è uno sport ingovernabile. Per quanto tu faccia per perseguire i tuoi obiettivi il numero di variabili fuori controllo è così elevato che i risultati alla fine sono eminentemente stocastici. Questo è comprovato dal percorso misteriosamente insondabile del pitching.

All’inizio della stagione, i Boston Red Sox vantavano ben 10 potenziali SP per la rotazione a cinque. Sembrava una situazione di assoluta sicurezza. Lucas Giolito e Garrett Whitlock stavano per terminare la riabilitazione dopo essere stati indisponibili l’anno scorso. Quinn Priester, Richard Fitts e Hunter Dobbins erano ottime opzioni disponibili in Tripla A, insieme a Cooper Criswell che, in diversi momenti del 2024, aveva tirato quasi da solo la carretta.

Quindi i nuovi arrivati Garrett Crochet e Walker Buehler (che purtroppo ci ha fatto rimpiangere Pivetta) si sarebbero aggiunti a un solido trio,  che avevano costituito il core della rotazione nella scorsa stagione: Tanner Houck, Kutter Crawford e Brayan Bello. Era la prima volta che i Red Sox schieravano tre partenti cresciuti in casa con 30 o più presenze da titolare dai tempi di Roger Clemens e c’erano forti speranza di continuare. 

E tuttavia, con l’avanzare della stagione, è diventato evidente che i lanciatori non bastano mai, tanto che ora l’acquisto di un nuovo braccio rappresenta ora l’obiettivo primario del mercato estivo.

Whitlock è stato spostato nel bullpen, Priester, nonostante Breslow l’abbia acquistato al caro prezzo di un forte prospetto, è stato ceduto per motivi mai spiegati e tutti gli altri lanciatori, tranne Crochet, si sono infortunati. 

Crawford non si è mai mosso da Fort Myers e ora è fuori per l’intera stagione per una operazione chirurgica. Il futuro impiego di Houck come SP, dopo prestazioni disastrose e un infortunio, è tutt’altro che certo. E’ anche possibile che questi ragazzi siano stati spremuti oltre il dovuto per mancanza di alternative. Nonostante un infortunio al ginocchio, Crawford ha comunque giocato 183,2 inning in 33 partenze con una ERA di 4.36.

Ma come dicevamo a giugno le cose sono miracolosamente andate a posto. Della rotazione del ‘24 quindi è sopravvissuto solo Bello, sebbene con un percorso accidentato. Ha iniziato l’anno nella lista infortunati dopo essere arrivato al training primaverile con un’infiammazione alla spalla, saltando le prime tre settimane della stagione. Dopo il debutto di fine aprile, e ha stentato fino alla fine di maggio, prima di trovare un ritmo migliore sul monte di lancio, mostrato nelle sue ultime sei partenze, una serie iniziata a inizio giugno. Contemporaneamente anche Giolito ha trovato costantemente la strada della vittoria, mettendo a posto alcuni particolari nella meccanica del lancio.

L’unica stella che ha brillato costantemente dall’inizio e lo LHP Garrett Crochet, che sabato sera ha concluso il primo tempo con una CG, completando con 100 lanci un shutout di 1-0 contro i Tampa Bay Rays, ripetendo la stessa impresa di Pedro Martinez il 23 luglio 2000. In questa partita stellare ha concesso solo tre singoli in nove inning (un singolo con due eliminati nel secondo e due singoli con un eliminato nel sesto), con 9K e nessuna BB. Ha lanciato strike 72  dei suoi 100 lanci, registrato 14 swing-and-miss e eliminato 11 battitori di fila. 

Praticamente ha vinto da solo, con il contributo di Narvaez, che ha battuto l’unico RBI della partita, e la giocata fantastica del prima base Toro che, prendendo un bunt morbido a mano nuda ha assistito a casa per eliminare di un soffio il corridore partito dalla terza base. Anche in questo caso fantastica la girata di Narvaez, che, senza vedere, trova l’unico punto dove toccare in tempo l’avversario.

Crochet è il migliore della Major League per inning lanciati (129 1/3) e strikeout (160), con una media PGL di 2,23 in 20 partenze. Ha concluso il primo tempo con sei no-decision, in gran parte perché l’attacco dei Red Sox gli ha dato pochissimo supporto, compresa l’ultima fatica. Fortunatamente ha firmato un contratto che lo lega a Beancity per 6 anni, sempre che Breslow non decida di scambiarlo per un piatto di lenticchie.

Crochet è stato nominato per la seconda volta consecutiva nella squadra All-Star, ma ha scelto di non lanciare per assicurarsi di essere ben riposato per il secondo tempo. Mitico! La sua prossima partita inizierà domenica a Chicago.

Un altro fattore di successo è stato il closer. Tutti avevamo dubbi sull’efficacia di Chapman fin dallo spring training, al punto che Liam Hendriks e Justin Slaten erano stati considerati opzioni alternative per il nono innin. Hendriks e Slaten ora sono nella lista infortunati di 60 giorni, mentre Chapman ha dimezzato la sua percentuale di basi su ball rispetto all’anno scorso, passando dal 14,4% al 7,1% in questa stagione. Inoltre ha eliminato per strikeout quasi il 40% dei battitori che ha affrontato, registrando una ERA di 1,18 in 41 presenze. Con questi numeri è stato forse il miglior closer del baseball finora. Ora, Chapman è purtroppo l’unico rappresentante di Boston all’All-Star Game, mentre Crochet e Bregman hanno scelto di non giocare. Però magari del closer non ci sarà bisogno.

Per quanto riguarda l’attacco l’unico giocatore che si era distinto costantemente dagli altri nei primi tre mesi e mezzo della stagione è stato cacciato a metà giugno. All’inizio si era distinto Bregman, con una media battuta di .299 e un OPS di .938 in 51 partite, fino al suo infortunio al quadricipite il 23 maggio. 

Poi Bregman dovette assentarsi per le successive 43 partite e un esterno, sempre fenomenale in difesa, prese il volo. Si parla di Raffaela che ha concluso il primo tempo al secondo posto AL con 13 punti difensivi salvati, ma il suo attacco è decollato solo a fine maggio. Nelle ultime 40 partite, ha battuto .329 con un OPS di 1.003, realizzando domenica un altro fuoricampo 2 RBI che si è rivelato decisivo, come il singolo 2RBI in gara 1 e lo HR walk off 2RBI in gara 2 . 

E pensare che, vista l’abbondanza di scelte in campo esterno, qualcuno aveva pensato di cedere uno che guida i giocatori di posizione dei Red Sox con un bWAR di 3.9, dietro al 3.0 di Carlos Narvaez e il 2,8 di Bregman, sebbene abbia saltato sette settimane.

Parlando di Narvaez, il ricevitore esordiente è stato una risorsa incredibile per la squadra nel primo tempo e una delle più grandi sorprese sia in attacco sia in difesa. Ha concluso il primo tempo con una media battuta di .273 e un OPS di .786 in 73 partite, e la sua difesa è stata superba, guidando tutti i ricevitori con 13 DRS. All’inizio della stagione, Narvaez era stato designato come ricevitore di riserva di Connor Wong, ma quando Wong si ruppe un dito ad aprile, Narvaez assunse l’incarico a tempo pieno e non si voltò più indietro. D’altra parte Wong, che dietro il piatto ancora si difende, è diventato una palla al piede incredibile. Nessuno lo dice, ma se non vogliamo sorprese entro fine luglio bisognerebbe aggiungere alla formazione un altro ricevitore. Almeno uno.

Infine non possiamo trascurare Roman Anthony. Sebbene sia in Major League da poco più di un mese, Anthony si è integrato perfettamente nella squadra, gestendo con sicurezza turni di battuta intensi, inclusa una base su ball fondamentale come pinch hitter contro il potente lanciatore dei Rays, Pete Fairbanks, venerdì, che ha preparato il sensazionale fuoricampo walkoff di Rafaela. Anthony ha mostrato pochi segni di difficoltà di crescita da rookie. In 31 partite, ha battuto .264 con un OPS di .777. Il suo doppio di domenica ha esteso la sua striscia di hit consecutive a nove partite. Un giocatore di questo calibro è stato tenuto fino a giugno in tripla A, nel patetico tentativo di prolungare il controllo per un altro anno, mentre l’attacco andava a rotoli. 

Questo episodio, che ha coinvolto anche Mayer, e la cacciata con disonore del nostro miglior battitore, secondo me la dice lunga sulla volontà di vincere della dirigenza. Quest’anno, siccome il baseball è ingovernabile, l’eterogenesi dei fini potrebbe premiare comunque una dirigenza imbelle, ma non è detto. Infatti non è la prima volta che ci troviamo in questa situazione.

Questa è la settima stagione di Alex Cora alla guida dei Red Sox  ed è anche la settima volta che arriva alla pausa All-Star con squadre con almeno tre partite sopra .500, ma che, a parte il primo anno, hanno ceduto nel finale per vari motivi.

Nel 2019, una squadra con un record di 49-41 all’All-Star Game, ha mancato i playoff con un record di 35-37 nel secondo tempo. Nel 2022, i Red Sox erano 48-45 all’intervallo, poi nove partite sotto il .500 alla fine. La stagione 2023 ha visto la squadra chiudere con un record di 30-41 nel secondo tempo, dopo essere stata 48-43 a metà luglio. 

Persino i Red Sox del 2021, che vinsero 92 partite e raggiunsero l’ALCS, sono stati una squadra molto peggiore nel secondo tempo (37-34) rispetto al primo (55-36), anche se ciò è stato in parte dovuto al fatto che il COVID aveva colpito duramente un roster di negazionisti trumpiani.

Lo scorso anno, la squadra è salita a 10 partite sopra il .500 nella seconda settimana di luglio, con un record di 53-43… per poi crollare con un record di 28-38, mancando i playoff per la terza stagione consecutiva. Dopo la pausa arrivò una difficile trasferta a ovest in cui i Sox persero cinque partite su sei contro i Dodgers e i Rockies, seguita da un agosto con un record di 13-15, che spense ogni velleità. Quest’anno dovremo viaggiare per incontrare Cubs e Phillies, per poi ospitare i Puffi di Los Angeles. Direi che la situazione presenta molte analogie, quindi bando ai trionfalismi e chiappe strette fino alla fine.

Ci sarebbe ancora il tempo tuttavia per fare qualcosa. Le attività di mercato per affrontare la seconda fase sono state praticamente nulle con Bloom e completamente inefficaci, nonchè vergognosamente sottodimensionate, con Breslow. Quest’anno abbiamo una squadra che meriterebbe un investimento per ricucire alcuni buchi nel roster. Resta da vedere se la proprietà è ancora interessata a vincere.

Share

La ricreazione è finita!

Era un momento della stagione in cui il calendario imponeva di dominare per restare a galla nella corsa alla wild-card dell’American League, e l’obiettivo è stato brillantemente raggiunto.

I Red Sox hanno messo a segno cinque punti nell’ottavo inning sotto la pioggia al Fenway Park, vincendo 10-2 sui Colorado Rockies e conquistando la seconda sweep consecutiva in una serie, dopo aver travolto i Washington Nationals nello scorso fine settimana, causando il licenziamento di GM e manager.

Rockies e Nationals sono squadre cuscinetto nel 2025, ma nel recente passato i Red Sox non si erano distinti per continuità in questi tipo di confronti Ora però che non potevano più permettersi di perdere partite “facili” hanno realizzato sei vittorie consecutive e otto delle ultime nove. In classifica siamo virtualmente pari ai Mariners per la terza wild card, avendo una vittoria e una sconfitta in più rispetto al loro record, ma anche gli altri due piazzamenti non sono distanti contando un distacco di 3GB dai MFY e 1,5GB da Tampa Bay, prossimi avversari nel weekend.

Al suo debutto stagionale, Masataka Yoshida, schierato come DH, ha chiuso con un 3 su 4, con un singolo RBI nel quarto inning, portando il punteggio sul 2-0. Ha poi aggiunto un doppio per regola di campo all’ottavo, disputando una partita al di sopra di tutte le più rosee aspettativa. Yoshida ha saltato le prime 93 partite della stagione, ufficialmente a causa dei postumi di un intervento chirurgico alla spalla subito dopo la scorsa stagione, ma anche perché aveva difficoltà a trovare spazio in una formazione piena zeppa di esterni forti in difesa e con la mazza. L’allontanamento con disonore di Devers gli ha dato l’opportunità di contribuire e non si è fatto sfuggire l’occasione che Cora gli ha dato, se pur dopo molti tentennamenti. D’altra parte per farlo giocare si è dovuto sedere qualcun altro e ieri è toccato a un caldissimo Ceddanne Rafaela. Ora che la sua mazza è tornata a disposizione, darà più profondità al line up dei Red Sox, che potranno impiegarlo come DH contro lanciatori destrimani o pinch batter per uno degli esterni nel finale di partita, sfruttando il suo approccio bat-to-ball. Yoshida si è anche allenato a prendere palle a terra in prima base, ma Cora ha detto che per un suo eventuale impiego in tale ruolo dovrebbe esserci un’emergenza. 

A complicare il lavoro di Cora per selezionare il giusto ordine di battuta, i Red Sox avranno presto un altro battitore in squadra. Prima della partita, Cora ha annunciato che Alex Bregman sarebbe stato schierato questo fine settimana per la serie contro i Rays, probabilmente venerdì o sabato.

Dato che Bregman salterà la riabilitazione in Tripla A dopo l’infortunio al quadricipite del 23 maggio, è prevedibile che non giocherà tutti i giorni e sicuramente salterà anche l’esibizione nella partita fra gli All Star. 

Tuttavia, avere un altro battitore veterano, uno che ha battuto .299 con un OPS di .938 in 51 partite prima dell’infortunio, non farà che aggiungere ulteriore valore a un attacco che nella vittoria di mercoledì ha sicuramente brillato, con fuoricampo di Carlos Narvaez, Wilyer Abreu, Romy Gonzalez e Jarren Duran. Tuttavia questo non può mettere in ombra la prestazione dello starter Lucas Giolito, che ha continuato a distinguersi con sei inning senza subire punti, concedendo quattro valide, nessuna BB e realizzando sei strikeout. È il primo lanciatore dei Red Sox, dai tempi di David Price nel 2018, a lanciare per almeno 6 inning per sei partite consecutive, con due o meno punti guadagnati concessi. Nelle sue ultime sei partenze, a partire dal 10 giugno, Giolito ha una ERA di 0,70, dopo aver iniziato l’anno con una 6,42 in sette uscite.

Giolito ha dichiarato che il punto di svolta è stata la trasferta New York, prima della quale lui e il pitching coach Andrew Bailey hanno individuato le opportune modifiche per perfezionare la  meccanica del lancio e, di conseguenza, il feeling nell’aggredire la zona. I risultati per il momento sono ottimi, anche se con i lanciatori in genere non si può mai dire.

Share

Noi non ci saremo

Grandi cambiamenti in vetta alla classifica della AL East division. Nella notte Toronto ha completato la sweep contro i MFY, che perdono così il primato e devono anche condividere la seconda piazza con gli odiosi raggetti, che stanotte non hanno neppure giocato. Insomma con tre squadre nell’ambito di una partita la division improvvisamente è diventata contendibile e noi, grazie alla cacciata di Devers, siamo fuori da tutti i giochi a 6GB. E’ altamente probabile che se Ciccio avesse potuto continuare a contribuire come stava facendo – Devers ha battuto .272 con 15 fuoricampo, 18 doppi, 58 punti battuti a casa e un OPS di .905 nelle sue ultime 73 partite con Boston – probabilmente ora saremmo in quei paraggi.

Invece ora, arrivati nell’ultimo mese in cui sono consentiti gli scambi, dobbiamo chiederci se dovremmo essere seller o buyer.

Impegnandosi ad acquistare, potrebbero integrare un roster giovane e con qualche con veterani di qualità che darebbero maggiori stabilità al roster. La squadra sentirebbe il supporto della dirigenza e potrebbe trarrebbe forza dall’impegno dando il massimo negli ultimi due mesi della stagione. Le probabilità che funzioni sono scarse, ma sicuramente crescerebbe il consenso e l’affetto attorno alla squadra. Dubito che la dirigenza sia impegnata in una direzione che comporta capacità di spesa. Temo che se tentassero di farlo al massimo butterebbero solo soldi dalla finestra.

Impegnandosi a vendere, trasformerebbero il resto del 2025 nell’ennesima stagione di ricostruzione. Potranno ricostituire un system farm che è stato depauperato a causa di scambi e promozioni in prima squadra, comprando prospetti per le squadre di domani. Rinunciando esplicitamente a vincere alleggerirebbero la pressione sui giovani giocatori e, se invece riuscissero comunque a ribaltare la situazione e a competere, sarebbero una piacevole sorpresa (come i Tigers del 2024). I candidati allo scambio dei Red Sox, e la loro percentuale di possibilità di essere ceduti, secondo gli esperti potrebbero essere:

🔺Alex Bregman – 10%
🔺Jarren Duran – 25%
🔺Aroldis Chapman – 35%
🔺Walker Buehler – 35%

In questa situazione la tentazione potrebbe essere, ancora una volta, non adottare nessuna chiara strategia, con la certezza di non farà altro che irritare tutti. Probabilmente il monte ingaggi non crescerebbe tanto da rientrare nella tassa di lusso, che darebbe fastidio alla proprietà, si libererebbero di giocatori cari ai tifosi e la mancanza di una vera direzione potrebbe irritare giocatori e allenatori.

Gingillarsi con le menate è nelle corde del gruppo dirigente che abbiamo, ma vuole anche dire che, come tifosi, dovremo continuare a fare docce fredde finchè Mr. Henry non si deciderà ad assumere qualcuno dotato di attributi come Dombrowski, qualcuno che ha le idee chiare. Ma è anche chiaro che la proprietà non è propensa a concedere ampia autonomia alla dirigenza e mettere a repentaglio i loro utili..

L’attuale roster è perfettamente predisposto per entrambe le direzioni. Hanno veterani esperti nei playoff e un roster che potrebbe diventare solido con opportuni innesti. Allo stesso tempo, questi veterani, messi sul mercato, potrebbero riportare un solido bottino di prospetti. Questo roster però non è proprio adatto per le mezze misure, cioè l’unica cosa che rientra nel mandato di Bloom prima e ora di Breslow.

Share

Al nostro livello

Stanotte prima partita con i Cincinnalti Reds, una squadra senza grandi ambizioni e quindi al nostro livello. E’ stata l’occasione per rivedere all’opera il grande “Tito” Francona, protagonista dei nostri golden ages. Doveva essere un duello tra lanciatori. Si è concluso con un ricevitore sul monte all’ultimo inning per chiudere una partita ormai decisa.

Lo spettacolo principale si preannunciava come il confronto tra l’asso dei Boston Red Sox Garrett Crochet e la migliore promessa dei Cincinnati Reds Chase Burns, che la scorsa settimana, al suo debutto MLB contro i New York Yankees, ha eliminato i primi cinque battitori affrontati.

Invece, Burns si è letteralmente dissolto nel primo inning della sua seconda partenza, registrando un solo out, mentre l’attacco alla Jekyll e Hyde dei Red Sox si è scatenato, segnando sette punti e mandando 13 uomini al piatto.

Protagonista assoluto Wilyer Abreu, che non solo ha realizzato un fuoricampo inside park  al quinto, ma ha anche un grand slam all’ottavo, fissando il punteggio finale di 13-6.

Abreu è solo il quinto giocatore dal 1901 a realizzare un grand slam e un fuoricampo inside-the-park nella stessa partita. L’ultimo fu Roger Maris dei Kansas City nel 1958. Con questi numeri potrebbe essere protagonista di una nuova fantastico scambio targato Craig Breslow. Noi abbiamo troppi esterni e bisogna fare spazio al ritorno di Yoshida e ci sono fantastici Striping Machine men disponibili sul mercato.

Con il pitching change nella parte alta dell’ottavo, Jordan Hicks replaces Greg Weissert, dandoci così la possibilità di vedere all’opera uno dei giocatori ottenuti dallo scambio criminale. Anche se la partita era virtualmente finita il ragazzo ha fatto vedere un buon controllo e il sinker in tripla cifra, che scalda l’aria nei pressi del piatto. Gli ci sono voluti solo 10 lanci per tornare a sedersi e direi che, come prima valutazione, è veramente un ottimo elemento per chiudere le stalle quando i buoi non solo sono scappati, ma si sono rifatti una vita altrove.

Masataka Yoshida inizierà un periodo di riabilitazione con i Worcester Red Sox il 1° luglio. Se tutto andrà bene con il suo ritorno in azione, Yoshida potrebbe tornare nella formazione dei Red Sox prima della pausa dell’All-Star Game. Masa è una discreta mazza e sicuramente potrà migliorare la situazione in attacco. Purtroppo è un esterno, peraltro mediocre, e sarà difficile trovarli in ruolo in difesa. Noi invece avremo la necessità di sostituire qualche interno con giocatori degni della MLB, mettendo da parte elementi come Hamilton, che questa stagione stato un disastro sia in attacco, sia in difesa. Per non parlare di Wong che è stato praticamente nullo fino ad ora, e dobbiamo accendere ceri alla Vergine del Rosario affinché Narváez sia preservato da ogni male. 

Ma queste sono preoccupazioni di una grande franchigia che vuole competere, non per gli attuali Boston Red Sox.

Share

Le brevi vite felici dei Boston Red Sox

In un racconto di Ernest Hemingway, Francis Macomber è un ricco americano che partecipa a un safari in Africa, assieme alla moglie e a un cacciatore bianco professionista. All’inizio Francis non dimostra grande coraggio, tanto che la moglie lo tratta male, accusandolo implicitamente di essere un vigliacco. Nella caccia successiva, però, Macomber si rinfranca, uccide dei bufali pericolosi e riacquista visibilmente fiducia in sé stesso. La moglie, che percepisce questa mutata condizione come una minaccia, approfitta di un momento in cui Francis deve affrontare una situazione critica per sparargli, colpendolo alla base del cranio. Il cacciatore sistema le cose per far passare il tutto come un incidente, anche se è convinto che lei abbia deciso di ucciderlo deliberatamente.

Questo racconto mi è tornato in mente dopo la quinta sconfitta consecutiva rimediata ieri a Disneyland: negli ultimi anni, ogni volta che la squadra sembra aver trovato il suo ritmo, qualcuno del front office prende il fucile e, deliberatamente, decide di affossarla.

Il rifle shot che ha fermato i Red Sox quest’anno è rappresentato dalla cessione di Ciccio Devers in cambio di nulla di significativo. Non ci voleva certo un genio per prevedere che privarsi del miglior battitore non avrebbe giovato a una squadra con tanti difetti nel roster, ma le assurde modalità dell’operazione, il tempismo scellerato, le giustificazioni cretine hanno innescato un vortice di conseguenze negative fino a raggiungere le dimensioni della catastrofe.

I Red Sox sono in picchiata, e non si capisce proprio cosa dovrebbe succedere per evitare di sfracellarsi al suolo. È normale che, per chiunque segua la squadra per diletto e non per professione, diventi estremamente difficile continuare assiduamente e dare conto di quanto succede in maniera partecipativa:

  • Boras ha detto che attiverà l’opt-out del contratto di Bregman a ottobre? Vabbè, pazienza, dicono tutti così.
  • Kutter Crawford non tornerà sul monte questa stagione per un’operazione? Esticazzi, tanto era una pippa!
  • Quinn Priester, il lanciatore accolto con la fanfara lo scorso anno — cedendo un ottimo prospetto (Nick Yorke) ai Pittsburgh Pirates — o girato ai Birrai per qualche peanuts dopo alcune prestazioni giudicate poco convenienti è lo stesso lanciatore che ora ha un record di 5-2 con una media PGL di 3.68, mentre la nostra rotazione è falcidiata dagli infortuni? Sono cose che capitano!
  • Da quando i Red Sox hanno ceduto Rafael Devers il 15 giugno, i molti giocatori schierati al numero due dell’ordine di battuta hanno registrato complessivamente .199/.262/.349. Invece di .264/.390/.875, che ci avrebbe garantito Ciccio? Bang! proiettile arriva alla base del cranio.

Per giustificare l’ingiustificabile trade, la dirigenza dei Red Sox ha fatto diverse affermazioni ridicole, ma ce n’è una di Breslow che mi torna continuamente in mente:

“Penso che ci siano delle reali possibilità che, alla fine della stagione, guardando indietro, avremo vinto più partite di quante ne avremmo vinte altrimenti.”

Col passare del tempo (e non ce n’è voluto molto), questo commento sconsiderato è invecchiato così male, diventando così assurdo, da sembrare pronunciato da una personalità problematica e disturbata.

Boston è in una striscia di cinque sconfitte consecutive, incluse due partite perse proprio contro i Giants, la nuova squadra di Devers, e in questo periodo ha avuto una media inferiore a quattro punti a partita.

Per tutta la stagione i Red Sox hanno sempre faticato, quasi in ogni partita, almeno in un reparto. Quando il partente era dominante, come spesso è successo con Crochet, l’attacco scompare. Quando lo staff dei lanciatori implode, l’attacco magari è più brillante e prova a mettere assieme delle rimonte, solo per poi perdere, molto spesso, di uno o due punti.

Tutto questo porta però all’inevitabile conclusione che non siamo una squadra migliore senza Devers, in qualsiasi modo vogliate considerare questa affermazione. La dirigenza ha peggiorato il suo attacco — già di per sé poco brillante — in maniera deliberata e senza esitazioni. Questa automutilazione ha potenzialmente compromesso l’intera stagione, e risulta ancora più dolorosa per le motivazioni che configurano, come si dice in termini giuridici, i futili motivi: sono andati in conferenza stampa e hanno seriamente insistito sul fatto che si trattasse di sanzioni disciplinari, mentre hanno respinto con decisione le motivazioni finanziarie.

Se i Red Sox non accedessero ai playoff, come ormai sembra più che probabile, la proprietà dovrebbe rivedere i criteri con cui ha scelto i dirigenti negli ultimi anni: disfarsi dell’idiota e del sociopatico e affidarsi a un CBO di comprovata esperienza e capacità — un professionista che sappia come si costruisce un roster forte ed equilibrato. Individuata questa figura, però, occorre anche affidargli un mandato senza riserve e pregiudiziali. Tale mandato dovrà includere la possibilità di stravolgere lo staff tecnico, compresa la figura del manager, che sembra destinata a sopravvivere ad ogni evenienza, senza mai pagare dazio.

Detto questo, per quanto mi riguarda, mi metto in stand-by. Mi è passata la voglia di seguire una squadra con una proprietà disinteressata a vincere. Naturalmente questo mio atteggiamento non avrà nessuna ripercussione, ma credo che se i tifosi di Boston svuotassero lo stadio, smettessero di comprare merchandising, ecc., sarebbe l’unico modo per modificare questa incresciosa situazione. La conseguenza di questa mia decisione è che i post di questo blog saranno sempre più rari, legati solo a situazioni particolari. Naturalmente, il mio posto è a disposizione per chiunque di voi sia più motivato di me.

Share

Ultima tappa Disneyland

Alla fine a San Francisco non è andata bene. Venerdì sera, con il DH avcversario appesantito dallo scambio di cinque giorni prima, i Red Sox si sono imposti e l’attacco ha segnato il suo maggior numero di punti in una partita dalla partenza di Devers, mantenendo lo stesso a 0/5. Ma la partita d’esordio si è rivelata l’unica cosa bella del weekend in una serie altrimenti frustrante, culminata in una dura sconfitta per 9-5 domenica.

La scarsa precisione di gioco che ha caratterizzato gran parte di questa e della precedente stagione, che sembrava si fosse attenuata di recente, è tornata alla grande domenica. Due errori chiave hanno portato a cinque punti non guadagnati che hanno compromesso il risultato. È stata la seconda volta quest’anno che i Red Sox hanno concesso cinque o più punti non guadagnati in una partita, con il peggior risultato dei sei punti regalati ai CWS l’11 aprile.

“Dobbiamo giocare meglio in difesa”, ha detto Cora. ​​”L’intero weekend è stato un po’ impreciso da quel punto di vista.” E subito gli è stato attribuito il premio Catalano.

I Red Sox sono scesi in campo domenica dopo aver vinto otto delle ultime 10 partite, con la prospettiva di vincere la quinta serie consecutiva. Ma dopo tre partite, se ne sono andati con una sola vittoria, tornando a un record di 40-39. Difficilmente la si verificherà la corbelleria di Breslow, cioè che senza Devers vinceremo più partite.

All’inizio, contro uno dei migliori lanciatori mancini della lega, Robbie Ray, i Red Sox hanno dato battaglia, facendolo scendere dopo cinque inning, con il risultato in loro favore determinato anche dagli errori dei Giants.

Ma, come hanno fatto troppo spesso in questa stagione, se la sono lasciata sfuggire. I Giants si sono portati in vantaggio per 2-1 nel terzo inning quando Duran e Nate Eaton, alla sua prima partita da titolare, si sono scontrati nel campo sinistro e hanno lasciato cadere una palla al volo tra di loro loro. Può capitare quando i giocatori non si conoscono.

Al settimo inning, dopo che i Red Sox si erano portati in vantaggio per 5-4 con un solo homer di Rafaela, Gonzalez, alla sua seconda partita in seconda base, ha lasciato passare un banale drive in linea che ha permesso il punto del vantaggio Giants e prolungare un inning in cui abbiamo incassato ben quattro punti, mettendo fine alla competizione. Può capitare se un giocatore non sa quale sia il suo ruolo.

La gravità degli errori commessi per il livello di Major League, dovrebbe far riflettere Cora: conviene stravolgere la formazione quando incontriamo i mancini? Magari guadagniamo qualcosa in attacco, ma lo restituiamo con gli interessi. Capisco che anche Hamilton, un difensore di ruolo in seconda, abbia commesso anche lui due errori durante il fine settimana in seconda base, ma ce ne è un altro in tripla A che fa la muffa. Tutto questo ha messo di nuovo in luce, come se ce ne fosse bisogno, le difficoltà di un roster imperfetto, con molte componenti in turbinoso movimento, che non è stato, non dico risolto, ma minimamente affrontato dal recente megatrade.

Poi ci si sono messi anche gli arbitri. Duran ha battuto un potenziale doppio con line drive sulla linea di destra nell’ottavo inning. Scivolato oltre la seconda è stato chiamato out, anche se dalle immagini televisive, sembrava proprio fosse tornato in contatto col cuscino prima del tocco avversario. Nonostante ciò l’azione è stata contestata, ma la decisione del campo, incredibilmente, è stata confermata. Duran ha protestato con l’arbitro ed è stato espulso, così come Cora che era entrato in campo. Cornuti e mazziati.

Ma c’è stata un’azione precedente ancora peggiore. Toro, partito dalla prima, stava correndo verso casa base spinto da un doppio di Rafaela. Nell’arrivo a casa Toro è in svantaggio sul tempo perché il ricevitore Patrick Bailey aveva saldamente la palla in mano. Per evitare l’out Toro ha letteralmente saltato l’avversario, evitando l’out, per poi attraversare il piatto. A questo punto però, inaspettatamente, è stato eliminato dall’arbitro capo perché ha giudicato fosse fuori dalla traiettoria fra le basi. Una decisione abbastanza sorprendente. Non è stata sottoposta a revisione, ma non so se per una decisione di Cora oppure per un aspetto regolamentare.

Dopo questa serie deludente, i Red Sox si dirigono a sud per affrontare i Los Angeles Angels nella Orange County. Saranno le partite 80, 81 e 82 della stagione: siamo a metà stagione. Nonostante un paio di settimane calde, i Red Sox ci arrivano con un record di 40-39, solo una partita sopra il .500 e ancora fuori dalla corsa per un posto nelle Wild Card. Questa è una squadra che può andare avanti o crollare per il quarto anno consecutivo.

Gli Angels sono 11-9 a giugno. Boston è 12-7, avendo perso due partite su tre contro gli stessi Angels al Fenway Park, che però, in tale circostanza, non hanno esattamente dominanti: due prestazioni di lancio assolutamente balorde hanno vanificato serate molto forti con la mazza che conteso il risultato quasi fino in fondo.

Questi i probabili lanciatori:

  • Lunedì 23 giugno: Walker Buehler (5.95 ERA / 5.34 FIP) contro Jack Kochanowicz (5.38 ERA / 5.69 FIP)
  • Martedì 24 giugno: Garrett Crochet (2.20 ERA / 2.59 FIP) contro Tyler “Mr.” Anderson (4.56 ERA / 3.57 FIP)
  • Mercoledì 25 giugno: Richard Fitts (4.71 ERA / 5.87 FIP) contro Yusei Kikuchi (3.01 ERA / 3.88 FIP)

Domenica, i Red Sox hanno inserito il lanciatore destro Hunter Dobbins nella lista degli infortunati per una distorsione al gomito destro, richiamando Richard Fitts. Dopo la partita di venerdì, in cui ha concesso cinque punti, quattro dei quali guadagnati in quattro inning di gioco, Dobbins ha affermato di aver notato un notevole calo della velocità. Nel primo mese della stagione, Dobbins ha fatto avanti e indietro tra Boston e Worceste prima sostituendo Fitts infortunato, poi entrando nella rotazione in modo più permanente quando anche Walker Buehler è finito nella IL. In 12 partite e 10 partenze, Dobbins ha registrato una ERA di 4.10.

Nel fine settimana, Cora ha anche rivelato che il lanciatore Kutter Crawford, che l’anno scorso ha collezionato 30 presenze per Boston ma che non ha ancora esordito in questa stagione, ha avuto un’altra battuta d’arresto durante la riabilitazione a Fort Myers, in Florida. Crawford ha iniziato l’anno infortunato con un infortunio al ginocchio destro, ma in primavera ha aggiunto un infortunio al polso. Lunedì si sottoporrà a degli accertamenti, ma ovviamente i tempi di recupero si allungano.

Tanner Houck, infortunato da metà maggio per uno stiramento al muscolo flessore-pronatore, inizierà martedì il secondo periodo di riabilitazione a Worcester.

Quando venerdì i Red Sox hanno opzionato Campbell a Worcester, lo hanno fatto con l’intenzione di aiutarlo a rallentare la situazione emotiva. L’obiettivo di Campbell non è tornare a giocare in Tripla A, ma lavorare sui fondamentali e sul fare meno. Per questo motivi Campbell non si è aggregato ai WooSox in trasferta ma è rimasto a Worcester per fare un po’ di lavoro extra con lo staff di sviluppo della squadra.

“Siate aggressivi all’inizio dei conteggi, riconoscete le palle veloci, i diversi tipi di palle”, ha detto Cora a proposito di ciò su cui Campbell lavorerà. “Sappiamo tutti con cosa ha avuto difficoltà. Quindi dategli un piccolo reset e poi spiegategli cosa vogliamo. Questo è il processo di pensiero. Ma deve giocare. Credo che alla fine si acquisisca esperienza giocando nove inning e affrontando ogni situazione”. In 67 partite, il 23enne Campbell ha vinto il premio di Rookie of the Month ad aprile, ma dal 1° maggio ha avuto una media battuta di solo .159 con un OPS di .465.

Il rilievo Jordan Hicks, acquisito nell’ambito dello scambio di Devers, ha iniziato domenica un percorso riabilitativo a Worcester dopo un infortunio al dito del piede rimediato all’inizio di giugno.

Hicks ha avuto un primo periodo di riabilitazione difficile, concedendo un singolo, un fuoricampo da due punti, un singolo e una base su ball. Ha ottenuto due eliminazioni, ma è stato sollevato dopo 23 lanci e 10 strike. Cora ha lasciato intendere che Hicks potrebbe essere pronto a unirsi ai Red Sox durante la loro prossima partita casalinga che inizierà venerdì, ma ha anche sottolineato che non gli faranno fretta dato che non lancia da tre settimane. Questo suggerisce che forse lo scambio di Devers poteva essere fatto venerdì prossimo e la cosa sarebbe stata leggermente migliore. Questo dovrebbe dimostrare a Breslow che anche lui, a volte, commette delle piccole imprecisioni.

Share

Gelo a San Francisco

Mark Twain diceva: “L’inverno più freddo che io ricordi è stato un’estate a San Francisco.” Effettivamente, non ci saranno temperature elevate quando, in tarda serata sulla East Coast e in piena notte in Italia, i Red Sox sperimenteranno quanto sia imbarazzante giocare contro il loro ex miglior battitore, dopo averlo ceduto per un piatto di lenticchie.

Oggi i Red Sox hanno avuto un giorno di riposo, dopo aver vinto la serie di tre partite a Seattle per 2-1, migliorando il loro record a 39-37. Essendo la quarta serie consecutiva vinta, la squadra continua a comportarsi come se si sentisse ancora in corsa per i playoff, nonostante l’automutilazione causata dalle cervellotiche scelte del front office.

Il merito principale va attribuito ai partenti. In gara uno, Lucas Giolito ha avuto un’altra buona serata, anche se si è messo decisamente nei guai riempiendo le basi senza out con tre singoli consecutivi all’inizio del terzo inning. Fortunatamente, ha eliminato con tre strikeout di fila i migliori battitori dei Mariners — JP Crawford, Julio Rodríguez e Cal Raleigh — e da lì in poi non c’è stata più storia.

È stata la prima volta in carriera che Giolito riusciva a completare un inning senza concedere punti in una situazione di basi cariche e zero out. Ed era anche la prima volta che un lanciatore dei Red Sox ci riusciva dal 13 agosto 2016, quando Brad Ziegler lo fece contro Arizona. La partita è terminata 2-0, quindi immagino che quella giocata abbia avuto un certo peso.

In gara due, invece, abbiamo perso rovinosamente. Venivamo da una serie di sei vittorie consecutive durante le quali i Red Sox avevano subito un totale di otto punti. Walker Buehler ne ha concessi otto già al quarto inning, ma la partita sembrava già finita al secondo, quando ha concesso un grand slam a Cal Raleigh, togliendoci ogni prospettiva.

Nella gara finale, Crochet ci ha regalato il solito show dominante: 6.0 inning lanciati, un solo punto concesso (per wild pitch), sei valide, nessuna base su ball e otto strikeout. La sua ERA è scesa a 2.20. Ha lanciato 96 palle (70 strike), sulle quali i battitori avversari hanno totalizzato 17 swing and miss. La sua fastball a quattro cuciture ha raggiunto una velocità massima di 97,0 mph, con una media di 95,7 mph.

Deve però condividere il merito della vittoria con il redivivo Trevor Story, il cui decimo fuoricampo stagionale ci ha portati in vantaggio per 3-1 al quarto inning, e con il bullpen:

  • Garrett Whitlock, che ha lanciato un settimo inning perfetto (uno strikeout, due groundout). Ha concesso un solo punto negli ultimi 15 inning (in 12 apparizioni) dal 17 maggio.

  • Aroldis Chapman, salito all’ottavo contro i battitori 1-3 dei Mariners, che ha eliminato con apparente facilità.

  • Greg Weissert, che ha chiuso il nono inning ottenendo la sua terza salvezza nelle ultime sei apparizioni.

Nessun giocatore proveniente dalla Devers trade è stato schierato, nonostante lunedì il CBO Craig Breslow avesse affermato:
“Siamo davvero entusiasti di accogliere nel nostro team Jordan Hicks, un rilievo dominante negli ultimi inning.”

Oggi i Boston Red Sox hanno fatto una mossa di roster sorprendente, retrocedendo il seconda base Kristian Campbell a Worcester (Tripla A). Campbell è nel roster dei 40 fin dal giorno dell’apertura, ma nelle ultime settimane ha faticato sia in battuta che in difesa, dopo aver vinto il premio di Rookie del mese per marzo e aprile grazie a una media di .287/.388/.460 con quattro fuoricampo a inizio stagione. Da allora le sue prestazioni sono drasticamente calate, toccando .159/.243/.222 dalla fine di aprile. Anche la sua difesa è stata deludente: guida la squadra con sette errori e si classifica nel primo percentile tra i secondi base con nove eliminazioni negative sopra la media.

A cosa è attribuibile questo calo repentino?
Recentemente Breslow ha ammesso che i frequenti cambi di ruolo hanno ostacolato lo sviluppo difensivo di Ceddanne Rafaela lo scorso anno. E quindi — visto che la medicina aveva funzionato per uno — hanno pensato bene di sperimentarla anche su un altro, impegnandosi molto per peggiorarne le prestazioni difensive: hanno continuato a schierare Campbell in campo esterno ogni tre per due, nonostante i suoi frequenti errori in campo interno. In questo periodo hanno perfino tentato di prepararlo per la prima base. Magari, mentre aspettava il suo turno in battuta, avrebbe potuto vendere bibite e popcorn sugli spalti…

I Red Sox hanno firmato con Campbell un’estensione di otto anni per 60 milioni di dollari, il che spiega probabilmente perché la decisione di opzionarlo sia stata così lenta. Mandare un giocatore con un contratto a lungo termine nelle leghe minori non è il miglior uso dei fondi, ma nemmeno lasciarlo faticare in Major League quando ha bisogno di ripartire.

Non si sa ancora chi giocherà in seconda base, anche perché Hamilton non è stato eccellente con la mazza. Potrebbe essere spostato Rafaela per schierare Abreu, Duran e Anthony in campo esterno. Tuttavia, la difesa di Rafaela in campo esterno è spettacolare e ha salvato i Red Sox più volte di quante se ne possano contare — quindi anche questa è una scelta rischiosa.

Share

La trama si complica

Ecco che Breslow stanotte finalmente ha parlato e sarebbe stato molto meglio se avesse taciuto. Questi i punti principali sostenuti durante la conferenza stampa:

  1. Breslow respinge l’accusa che abbia voluto principalmente disfarsi dell’oneroso stipendio di Devers  (circa 250 milioni di dollari rimanenti)
  2. Breslow si assume, pro forma, parte della colpa per la mancata comunicazione che ha portato a un divorzio complicato
  3. ha visto la mossa come parte di uno sforzo per ristabilire una cultura di squadra 
  4. e, dulcis in fundo, ritiene che i Red Sox siano migliori dopo l’accordo. (Sic!)

Alla conferenza stampa era presente anche il presidente e CEO dei Red Sox, Sam Kennedy, che, come di consueto, non ha contribuito in nessun aspetto della discussione. 

Breslow cerca di declassare a mera misura disciplinare la mossa che ha scioccato il mondo dello sport domenica sera, dopo mesi di tensione pubblica tra la dirigenza dei Sox e il pilastro della franchigia Rafael Devers, ma non convince nessuno. La stessa contropartita mediocre ottenuta dallo scambio dimostra quanto lo volessero fuori dalle balle. Breslow e la proprietà sembravano preoccupati che Devers, che si era inasprito con la dirigenza, avrebbe instillato quella mentalità nei giocatori più giovani della squadra.

Nessuna parola riguardo la tempistica del trasferimento, che ha richiesto a Devers di sbarcare dal volo charter della squadra diretto sulla costa occidentale e ha lasciato tutti a bocca aperta, anche coloro che non erano rimasti sorpresi dal suo trasferimento. Perchè tutta questa fretta? Era proprio necessario trovarcelo contro, incazzato come un bufalo, il prossimo fine settinamana?

Nessuna parola sulla stupidità della mossa dal punto di vista sportivo. La flessibilità finanziaria è ottima per una squadra di piccolo mercato come Tampa Bay o Cleveland. Ma per i Boston Red Sox non dovrebbe essere una priorità. Dovresti mettere in mostra la tua forza finanziaria e cercare di vincere le World Series. Potresti cedere Devers quando e se inizi a fare schifo, ma non quando è un battitore top 10. Le squadre non scambiano spesso giocatori del calibro di Devers, e di certo non lo fanno in una stagione in cui sono ancora in corsa per il titolo. I Red Sox avevano vinto cinque partite di fila ed erano fuori di mezza partita nella corsa per la wild card al momento dello scambio. Stanotte ha battuto Toro nello slot numero 2 e no, non era la stessa cosa, anche se abbiamo vinto.

Nessuna parola sulla stupidità della mossa dal punto di vista finanziario. Nessuna parola sulla segretezza delle trattative. Diversi allenatori e osservatori ritengono che sarà difficile persino per un allenatore veterano come Alex Cora accettare questo scambio per la squadra del 2025 come qualcosa di diverso da una decisione finanziaria, che non migliorerà in alcun modo il gruppo di quest’anno. Una decisione finanziata attuata con modalità cretine, perchè se vuoi davvero un riscontro economico perché non allargare le trattative e dare vita a un’asta? 

Per concludere osservo che ancora non si capisce cosa sia andato a fare Henry a Cleveland, cosa si sono detti, cosa hanno concordato, cosa è andato storto successivamente. Probabilmente rimarrà un mistero per sempre. L’unica cosa chiara è il capro espiatorio. Se alla fine, come è probabile, le cose andranno male e la squadra non riuscirà ad andare ai playoff, c’è già qualcuno che sarà chiamato a pagare per tutto questo casino e sarà Craig Breslow. Sam Kennedy continuerà a ricevere uno stipendio per motivi misteriosi e insondabili e John Henry sceglierà un’altra vittima sacrificale per giustificare le cazzate prossime venture.

Share

Devers is gone

Ieri sera ho chiuso il computer felice per la sweep finalmente rifilata ai MFY, che sembra aprire rosee prospettive per il futuro, neppure il tempo per festeggiare, che stamattina mi sveglio con questa tranvata fra capo e collo, che riporta il cielo da sereno a plumbeo. All’inizio penso a una fake, ma non è un rumors, lo scambio è stato già fatto. Il giocatore simbolo della franchigia, ultimo della formazione che vinse le WS nel ‘18, lascia Boston per SF e ora la sua prospettiva è quella di incontrare illustri ex compagni di squadra nelle sfide con i rivali LA Dodgers e Padres.

Sono stati due mesi lunghi e strani per Devers, che ha ripetutamente respinto le pressioni per farlo giocare prima base dopo l’acquisizione di Alex Bregman in offseason. L’insistenza di Devers sul fatto che fosse il pezzo forte della franchigia e dovesse restare nell’angolo caldo, nonostante fosse praticamente il peggior difensore in quel ruolo, alla fine ha portato la squadra, il manager Alex Cora e il battitore stellare ai ferri corti. Di certo non sembra aver influenzato Devers in battuta, visto che ha ottenuto un wRC+ di 145 in stagione nonostante quel famigerato weekend di apertura senza valide.

A complicare ulteriormente la situazione c’è l’estensione contrattuale decennale da 313,5 milioni di dollari che Devers ha firmato con i Red Sox prima dell’inizio della scorsa stagione. Quei soldi e quella durata sembravano consolidare Rafael, appena 27enne al momento della firma, come il volto della franchigia, il superstite di quel nucleo di campioni che aveva portato Boston sulla vetta del mondo e ora non ne è rimasto nemmeno uno.

La cosa che fa veramente schifo è che gli Yankees, i loro tifosi e il loro asso Cole, possono tutti tirare un gran sospiro di sollievo e potrebbero essere un motivo di perfida soddisfazione, dopo averne perse 5 su 6 nel giro di una settimana.

Devers è uno degli avversari più duri e costanti che New York abbia dovuto affrontare nelle ultime otto stagioni. Nessuno ha più presenze in battuta contro di loro né più fuoricampo in effetti nessuno ha nemmeno più basi su ball intenzionali. Nello specifico Raffy domina Cole in un modo che non si vede spesso, con una media di .350/.435/.975 e 8 fuoricampo in 46 partite giocate contro il vincitore del Cy Young. Il saluto a quattro dita rivolto a Cole al suo grande rivale, quando concesse una IB a basi vuote, è una stata una massima dimostrazioni di rispetto mista a paura. Ci sono giocatori che hanno battuto leggermente meglio di Devers contro gli Yankees, ma c’era qualcosa di specifico nella persistente pestilenza di Devers, e nel modo in cui perseguitava l’uomo che in molte occasioni è stato il miglior lanciatore dell’AL, che ora non vedremo più.

Mi chiedo quale effetto questo scambio abbia sui Red Sox, in particolare sul loro nuovo nucleo in crescita. Roman Anthony, Marcelo Mayer e Kristian Campbell si trovano tutti in una situazione non troppo diversa da quella di Devers, Betts e gli altri quasi dieci anni fa. Il club scommette il suo futuro su questi giovani talenti – Campbell ha già ottenuto un rinnovo contrattuale, per esempio – ma lo stesso club ha già dimostrato, più di una volta, di non tenere in nessuna considerazione la lealtà o i successi della franchigia. I rinnovi non sembrano significare molto in quest’era di leadership dei Red Sox, e questo non potrà che incidere nella mentalità del nuovo nucleo di giovani.

Questo modo di fare è come costruire sulle sabbie mobili. Nel lungo periodo probabilmente porta a massimizzare gli utili che provengono dall’indotto, dal merchandising e quant’altro, ma non tiene in nessun conto il successo sportivo, l’unica cosa che sta veramente a cuore a chi segue la squadra con passione. Questo modo di fare punta ad avere dei spettatori clienti che spendono e disfarsi dei fan che tifano (e criticano). Purtroppo è un atteggiamento che pervade lo sport professionistico in generale e accomuna un po’ tutti i principali attori. A questo punto occorre levarsi il cappello davanti alla proprietà Yankees che ha fatto tutto il possibile per tenere Aaron Judge in maglia a righe per sempre. (Guarda te cosa mi tocca dire!)

A questo punto non vale neppure la pena di valutare la contropartita, che comunque sembra proprio di basso livello, e non resta che concludere qui.

Share

OH MIO DIO!

Improvvisamente i Red Sox si sono messi a giocare, soprattutto i partenti che non prendono un punto da sette partite e torniamo sopra 500.

E’ una gioia incredibile e inaspettata. Ora godiamocela poi torneremo per un’analisi più approfondita.

Un minuto di raccoglimento in onore del manager più scemo dell’universo. Nella foto sta guardando tornare a sedersi l’uomo colto rubando 1-6-3 alla metà del terzo. E’ evidente che sta cercando di capire cosa sia successo.

Share