Buyer or Seller?

La squadra di Las Vegas, costretta nelle more del trasferimento ad abitare in uno stabile inagibile a Oakland, sebbene sia ancora quella più derelitta dell’AL, nelle ultime settimane si è tolta qualche soddisfazione. Hanno battuto i Twins in trasferta (che Dio li benedica), sweeppato gli Anges in casa e anche Baltimore con l’incredibile punteggio di 19-8.
Non è il caso quindi di prenderli sottogamba in un momento delicato della stagione, in cui la squadra deve far vedere intravedere ai boss un probabile futuro di gloria (ammesso e non concesso che siano veramente interessati).

Da questo punto di vista la partita di ieri sera presenta dei chiaroscuro. Da una parte un attacco esplosivo, che continua a macinare punti, ha chiuso la gara nella parte bassa del secondo, dall’altra il pitcher partente continua a essere poco coerente. A tratti Bello era dominante. Ognuno dei primi 10 out che ha registrato contro gli Oakland A’s è arrivato tramite strikeout, un record per la franchigia dei Red Sox, realizzato in generale in sole due altre occasioni. almeno dall’inizio dell’Expansion Era (1961). A un certo punto, ha eliminato cinque battitori consecutivi e pi sette su nove.

Contemporaneamente, intendo proprio nella stessa partita, Bello è riuscito a mettere in base 11 uomini (9H + 2BB) e subire 5ER. Nonostante l’enorme run support (9 punti di vantaggio alla fine del secondo), Bello è stato avvicendato al quinto con un out, avendo già effettuato 105 lanci, costringendo Cora a impiegare il bullpen anche in così favorevoli circostanze (e abbiamo visto sabato che queste cose si pagano).

A fronte di tutto questo non saprei proprio dire quale sia l’attuale feeling della proprietà. Tento di fare alcune considerazioni generali, anche per rispondere a quanto sostenuto giustamente di Davide:

  • Come agiranno sul mercato a fine mese ancora non è scritto da nessuna parte. In calendario abbiamo una serie con KC e gli scontri con LA e NY prima della fine del mese che daranno ulteriori indicazioni al management.
  • Dopo l’intemerata uscita di Warner sul’andare a tutto gas, sicuramente terranno la bocca cucita fino alla fine, seguendo il saggio adagio “Meglio tacere e fare la figura dello stupido che parlare e togliere ogni dubbio!”. Insomma lo scopriremo vivendo.
  • Chi non è rimasto silente è Cora, che ha sottolineato i risultati insperati raggiunti e spronato la squadra ad essere “avida”. Il messaggio mi sembra abbastanza chiaro: per avere rinforzi siete sulla buona strada, ma ancora non è sufficiente.
  • La squadra da questo punto di vista mi sembra coesa e determinata, tutti sembrano intenzionati a non mollare la presa. Credo che non lo farebbero se non percepissero concrete prospettive.
  • Da poco siamo venuti a sapere che Devers ha un fastidioso dolore alla spalla che lo tormenta dagli spring training. A causa di questo problema Devers, pur continuando a giocare in campionato, salterà lo ASG. Per lui, che giustamente ama stare sotto i riflettori, è una rinuncia pesante. Questa decisione è stata presa in un meeting con la club, non è un’iniziativa unilaterale. Immagino che qualcuno lo abbia motivato in qualche modo.

Al di là di questi aspetti speculativi, fortunatamente ci sono circostanze esterne a militare in nostro favore: mentre Boston batteva gli Athletics per 12-9, portandosi per la prima volta in questa stagione a 10 partite di vantaggio su quota .500, i MFY continuano a essere presi a schiaffoni, uscendo sconfitti per 5-3 dai Rays.

Tutto questo allunga la serie negativa di 6-17 degli Yankees, in concomitanza con la serie positiva di 18-7 di Boston. Il vantaggio di 14 partite detenuto il 12 giugno, in meno di un mese si è via via eroso, fino ad ammontare ora a solo 3,5 partite. Io amo Aaron Boone per tutto questo perché ora i Bronx Bombers sono tornati nel mirino dei Red Sox. Ciò che solo un mese fa (il sorpasso sugli odiati rivali), poteva essere considerata un’ipotesi ridicola, adesso è diventata una concreta aspirazione e spero con tutto il cuore che la proprietà non si farà sfuggire questa golosa occasione.

Comunque  vada a finire un momento così favorevole non lo vivevamo da molti anni.

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Una fenomenale gara tre

Per come la vedo io il bum bum baseball è molto divertente, ma se vuoi veramente apprezzare questo sport dovresti riuscire a divertirti anche con lo spettacolo offerto nei primi inning della partita ieri notte, vedendo le cose dal punto di vista dei lanciatori, entrambi dominanti. Eppure quello che è successo non era minimamente preventivabile. 

Luis Gil ha iniziato la gara con un’ERA di 14,90 nelle sue tre partenze precedenti, ma in campo era effettivamente scesa la versione dei primi due mesi e mezzo della stagione, in predicato per una convocazione All-Star. Rispetto alle sue recenti apparizioni la sua palla veloce trovava più facilmente la zona, ma inaspettatamente è stato lo slider il lancio devastante, utilizzato per chiudere il turno.  In precedenza per Gil questo era un terzo lancio con un tasso di utilizzo di appena il 17,2 percento, ma evidentemente ci ha lavorato e lo ha utilizzato con successo per sorprendere i nostri battitori in situazioni di putaway. Comunque sia Gli ci ha tenuto a zero per sei inning, consentendo solo a due corridori di raggiungere la seconda base: un doppio di Dom Smith nel terzo e un singolo di Smith tre inning dopo che lo hanno visto avanzare in seconda su un tentativo di pickoff errato. Per il resto il nulla

Dall’altra parte lo affrontava un Kutter Crawford (7.0 IP, 4 H, 0 BB, 4 K) che nelle sue precedenti otto partenze, aveva registrato un’ERA di 5,14 e aveva concesso quasi 2,5 fuoricampo ogni nove BA. Tutto ciò non sembrava di buon auspicio ma Crawford ha lanciato bene contro gli Yankees nella sua carriera: in sette uscite (cinque partenze) ha registrato un’ERA di solo 2,43 contro New York. E infatti chiudere i primi cinque inning ha richiesto solo 40 lanci. Secondo Sarah Langs di MLB.com, questo è il minor numero di lanci nei primi cinque inning dal 30 maggio 2017, quando Ivan Nova ne lanciò 38. Iniziando sistematicamente con uno strike ha reso i pigiamini aggressivi, ma con poco costrutto. Le uniche due valide rimediate dagli Yankees sono stati i singoli di Trent Grisham e Oswaldo Cabrera, entrambi immediatamente cancellati da un doppio gioco. 

La gara si è inasprita al settimo ma Crawford ha chiuso la sua prestazione scoreless con altri 28 lanci. LeMahieu e Soto hanno battuto un doppio rispettivamente al sesto e al settimo, ma in nessun caso  New York è riuscita a portarli a casa. Insomma una prova fenomenale che alcuni hanno giudicato prematuramente interrotta quando Cora non lo ha rimandato in campo per l’ottavo inning, quando i Red Sox erano in vantaggio 2-0. Per me ha fatto bene. Ieri era una partita molto importante e in queste circostanze bisogna attenersi al piano, affidando al rilievo un inning pulito, evitando di fare troppo i furbi. 

Il piano prevedeva l’ingresso di Slaten come set up, seguito da Jansen come closer. Tutto è andato a meraviglia visto che il primo ha lanciato un ottavo inning senza punti e Jansen ha registrato una salvezza con un nono perfetto. 

Naturalmente è umanamente comprensibile la piccola delusione di Crawford che avrebbe voluto continuare a lanciare, avendo concesso fin lì solo quattro valide, nessuna base per ball, con quattro strikeout nei suoi 7 inning.

La ragione per cui la gara si sia inasprita al settimo è dovuta al fatto che Ciccio Devers, detto lo Yankee Killer, primo in battuta, sul conto di 2-2, ha impattato bene la Four-Seam Fastball da 98.8 mph di Gil depositandola nei posti a sedere sulla sinistra per aprire le marcature. Dopo questo Gil arriverà a fine corsa con 6,2 IP, 4H, 0BB, 9K per 96 lanci. Grazie mille amico, ci siamo divertiti!

Rafael Devers ha realizzato anche un altro incredibile fuoricampo, uno dei quelli che non si riescono umanamente a spiegare, ma la giocata che ha fatto in terza base per concludere l’ottavo inning potrebbe essere stata addirittura il momento clou della sua domenica. Con un corridore in prima base e due eliminati, LeMahieu ha battuto una palla morbida verso la terza base vicino al monte. Devers si è lanciato, l’ha afferrata a mano nuda e l’ha lanciata in prima base per l’eliminazione finale, mantenendo il punteggio sul 2-0. Mi ha ricordato un po’ l’eliminazione finale delle ALDS 2018, per dire!

Evidentemente ieri sera avere “Rafael” da qualche parte nel nome era di buon augurio, visto che Ceddanne Rafaela ha portato il punteggio sul 2-0 per Boston all’ottavo inning con un fuoricampo da 412 piedi (106,1 mph) sul campo sinistro. E’ stata una buona giocata che conferma le qualità del nostro rookie, primo fra i Red Sox rookie con almeno 50 RBI e 10 stolen bases prima dello All-Star break.

Ma è stato il fuoricampo di Devers da 423 piedi al nono inning, verso il campo centrale, a lasciare tutti perplessi. Il lancio era un chiaro ball a 1,50 piedi dal centro del piatto, il quarto lancio più esterno su cui un LHB abbia mai fatto un fuoricampo secondo Statcast (che conta queste cose dal 2015). Comunque sia è stato il lancio più esterno contro cui Devers abbia mai fatto un fuoricampo nella sua carriera.

Nessuno riusciva a crederci. Cora, dopo aver visto il replay ha dichiarato: “non so come si possa fare. Il lancio era molto lontano dal piatto per battere un barrel”.

Neppure Devers apparentemente lo sa. Il fuoricampo è scaturito da una palla veloce a quattro cuciture da 93,4 mph di Michael Tonkin. “Il lancio precedente era una palla veloce esterna”, ha detto Devers “So che non gli piace lanciare interno, quindi ho cercato di fare un buon contatto. So che la palla era un po’ fuori dal piatto, ma sono riuscito a fare un buon contatto”. Insomma non lo so come ho fatto, ma l’ho fatto.

Con la partita di ieri notte gli Yankees non sono riusciti a vincere le ultime sette serie consecutive. Ciò ha portato il loro record parziale a 16 sconfitte nelle ultime 22 partite. Questo è molto soddisfacente, ma suscita in me anche angosciose preoccupazioni. Non vorrei che qualcuno del front office accendesse il cervello e riflettesse sulla circostanza che il loro manager, rifornito ogni stagione dei migliori giocatori in circolazione, siede inutilmente sulla stessa panca da sette lunghi anni, senza aver mai vinto una beneamata minchia. Mentre un manager dalle comprovate eccezionali capacità, che ogni anno deve cavare sangue da un roster con molte rape, ha un contratto in scadenza. Insomma è una cosa che mi fa dormire male.

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Ritorno nel Bronx

Nelle ultime serie di giugno la rotazione dei Sox aveva dato motivi di preoccupazione: Bello e Pivetta avevano perso i loro incontri a causa di due crolli improvvisi consecutivi, che hanno concesso imbarazzanti big inning agli avversari in una situazione di contendibilità; per Houck è andata ancora peggio, avendo rimediato la peggior sconfitta in carriere. La reazione di Cora a questo stato di cose è stata quella di richiamare Josh Winckowski, ritemprato dalla permanenza nella miracolosa SPA di Worcester, e affidargli la partita stop loss della scorsa domenica, facendo saltare il turno a Bello. 

Fatto questo i nostri eroi sono partiti per la Florida con l’imperativo categorico di ottenere una sweep contro derelitti di Miami. La missione è stata portata a termine con relativa facilità grazie a un attacco in ottima forma che, se purtroppo dovrà rimandare l’atteso ritorno nel box di Casas ancora per qualche settimana, ha un giocatore (di cui Davide vi ha già parlato) in grado di realizzare per la prima volta nella storia del junior circuit 100 valide, 10 tripli, 10 fuoricampo, 20 basi rubate prima dell’AS break. Jarren Duran non solo riesce ad avere un costante impatto al piatto, non solo crea scompiglio e pressione sulla difesa avversaria ogni volta che arriva sulle basi, ma è cresciuto anche in difesa diventando anche un affidabile esterno. Ieri notte, schierato nell’outfield destro (al posto del fu Verdugo) ha effettuato un tiro salva-partita al nono impedendo un immeritato walk off run a Miami. Comunque se Duran merita una menzione speciale, anche nel resto del lineup ci sono clutch player in grado di decidere gli incontri come Wong, Devers e O’Neil.

Un altro aspetto positivo della trasferta ai tropici è il forte ritorno di Bello e Pivetta. A quest’ultimo (7.0 IP, 1 H, 2 BB, 10 K) purtroppo non è stata attribuita la W ieri notte, nonostante il dominio assoluto dimostrato fino al settimo inning: laddove ha eliminato 18 dei 23 battitori affrontati, senza subire valide, salvo una con due out al settimo. Pivetta lasciava una squadra in vantaggio 2-0 che sembrava in grado di ottenere una facile. Purtroppo, come spesso capita nella partita finale di una serie, la squadra di casa, che fino a quel punto non aveva toccato palla, ha cercato di tornare negli inning finali approfittando dello scarso run support fornito e della serata poco brillante di Slaten. Miami è riuscita a rimettere la gara in parità, ha rischiato di vincere al nono e per domarla i Sox sono stati costretti a realizzare un paio di punti in ciascun inning finale, riuscendo così a portarsi a otto partite sopra .500 per la prima volta in questa stagione.

Purtroppo l’infortunio occorso all’ottavo inning, oltre al rischio di sprecare una partita già vinta, ha costretto Cora (non proprio brillantissimo in questa occasione) a utilizzare ben cinque lanciatori di rilievo, compreso Weissert che ha chiuso il dodicesimo. Questo potrebbe avere un impatto in un weekend che i Sox trascorreranno a giocare in un maleodorante stadio ubicato nel Bronx, il quartiere peggiore della grande mela.  

I MFY vantano un record di 54-35 con 5.5 game di vantaggio su di noi, ma è un momento in cui non se la passano proprio bene.  Hanno perso 13 delle ultime 17 partite disputate, non vincono una serie da tre settimane e sono appena reduci da una sweep subita in casa dai resistibili Cincinnati Reds. Il loro line up, nonostante le continue buone prestazioni di Soto e Judge, sembra carente di un affidabile leadoff hitter (Volpe è stato rimosso di recente da questo ruolo), di un buon cleanup hitter e di qualcuno che semplicemente vada in battuta impugnando una mazza nelle posizioni che vanno dal 5 al 9.

Anche in difesa sono penosi. Emblematica in tal senso è stata l’indolenza mostrata nella triste giocata realizzata dal centerfield Trent Grisham nell’ultimo inning della gara di ieri, quando, pasticciando con la palla, ha trasformato in un bel doppio un innocuo singolo di Jeimer Candelario. 

Dal punto di vista scaramantico queste non sono buone notizie per noi. Potete scommetterci quello che volete, ma non sarà per nulla semplice uscirne indenni. Anche i pigiamini sentono la rivalità e venderanno cara la pelle. Il programma prevede Houck contro Cortez nella notte di venerdì (che quest’anno ci porta male), Winckowski in campo domani, in orario edibile, contro l’asso avversario Gerrit Cole, per chiudere domenica con Kutter Crawford opposto al fin qui deludente Luis Gil. 

Incrociamo le dita ed effettuiamo ogni altro gesto apotropaico che riteniamo possa essere utile in queste circostanze. Go Sox!

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Analisi di metà stagione

Se la partita di ieri notte fosse arrivata alla conclusione, sarebbe stata la 81° della stagione, cioè il completamento di metà della stagione regolare, e quindi è l’occasione per fare un bilancio su come sono andate le cose finora e su quali siano le prospettive per il futuro.

Se il campionato fosse finito ieri i Red Sox sarebbero stati la terza WC della AL, un traguardo decisamente insperato dopo la offseason 23-24,ma che ora è visto come una base per migliorare ancora. Secondo Cora ci sono squadre davanti che non stanno giocando un buon baseball e che se riuscissimo a mantenere la qualità del gioco attuale potremmo fare molto meglio: “Non accontentiamoci della terza wild card, andiamo più in alto e vediamo dove ci porta la stagione”.

Certamente sono parole che un buon manager pronuncerebbe in ogni circostanza, non essendoci mai delle buone ragioni per demotivare la squadra, ma Cora ha aggiunto anche altro mercoledì quando ha discusso in corrispondenza durante le trade deadlines con la precedente gestione del Front Office.

“Non siamo migliorati”, ha detto Cora. “Siamo rimasti gli stessi me le squadre intorno a noi sono lo hanno. Ci sono tre modi in cui puoi procedere durante una trade deadlines: compri, vendi, o rimani fermo. Quando rimani fermo, beh, ci saranno squadre che invece aggiungeranno nuovi giocatori e saranno migliori di te”.

Trovo queste parole degne del miglior Catalano (i più anziani fra di voi capiranno a chi mi riferisco), ma la novità non sta tanto di cosa in ha detto, ma che l’abbia detto. Sarebbe ben strano che tali parole rimanessero lettera morta e Cora rimanesse manager dei Red Sox dopo questa stagione: se l’intento non è quello di vincere, ma galleggiare, il talento di Cora potrebbe essere molto più utile altrove. Naturalmente se dovesse approdare nel Bronx immediatamente il blog trasferirebbe le sue attenzioni alla NFL. 🙂

Ma pensiamo positivo e speriamo che il chief baseball officer Craig Breslow, senta la responsabilità del suo ruolo, esercitato per la prima volta in una trade deadline, per farci vedere come intenda plasmare plasmare il futuro del club. Vediamo quindi brevemente come sono andate le cose reparto per reparto.

Rotazione e bullpen

Anche se i Red Sox non hanno mantenuto le incredibili prestazioni di inizio d’anno, i lanciatori dei Red Sox sono ancora tra i migliori nel baseball: complessivamente i Red Sox hanno un’ERA di 3,54 (sesti nelle major), con la rotazione e bullpen che registrano rispettivamente un’ERA di 3,62 (noni) e un’ERA di 3,45 (ottavi). Tutto questo è buono pensando alle assenze (di Giolito, che non ha mai lanciato, e di Whitlock), le sorprese e le mancate conferme.

La grande sorpresa si chiama Tanner Houck, che ha iniziato la primavera lottando per avere un posto nella rotazione e che ora dovrebbe scendere in campo per lo All-Star game il mese prossimo, detenendo la migliore ERA (2,18 ) tra tutti i partenti dalla AL e la terza nelle major. .

 

Nel frattempo, Bello, è stata la grande delusione. Dopo aver firmato un prolungamento del contratto questa primavera il suo rendimento è andato sempre più peggiorando fino a martedì, quando ha avuto la sua uscita più breve in carriera martedì sera (2.3 IP). A seguito di questo disastro Cora, nel tentativo di metterci una pezza, ha annunciato che Bello prolungherà di qualche giorno il suo riposo in più per scendere in campo mercoledì a Miami. Josh Winckowksi, che ha rilevato Bello per sei inning martedi, inizierà la gara di domenica. Nick Pivetta lancerà venerdì mentre Houck sabato. Speriamo che trovino la soluzione perchè su Bello avevamo riposto le nostre speranze di ripresa, anche nel lungo termine.

Le buone notizie su Liam Hendriks sono confermate: ha lanciato il suo primo bullpen mercoledì lanciando una quindicina di palle veloci, e ha detto che si sentiva bene, ma la prova più grande sarà come si sentirà giovedì. L’allenatore dei lanciatori Andrew Bailey ha detto che il piano ora, se tutto va bene, è che Hendriks lanci un paio di bullpen a settimana per aumentare la tenuta. 

Il fatto che Hendriks sia disponibile ad agosto, incrementando un bullpenn ricco di giovani talenti, fanno crescere i rumors sulla possibilità che i veterani Jensen e Martin possano entrare negli scambi di fine luglio. 

L’attacco 

Come abbiamo detto nell’articolo precedente a questo, i Red Sox hanno trovato la soluzione ai prolungati periodi di poca produzione in attacco mostrati all’inizio della stagione, tanto che ora i Red Sox vantano un differenziale di oltre 44 punti, classificandosi al quarto posto nella American League e all’ottavo nelle major. La loro AVG di squadra di .253 vale il settimo posto nelle major e il loro OPS di .742 il quinto, tutti numeri che sembrano sorprendenti dopo un inizio anno difficile. Per quanto riguarda American League vanno rimarcati la medi a .281 e le 31 basi solo questo mese mese, mentre si registra .820 OPS che vale il terzo posto nel junior circuit.

Nel frattempo si avvicina a grandi passi il ritorno di Triston Casas a cui dovrebbe corrispondere un ulteriore salto di qualità. Il prima base ha girato una mazza per la prima volta mercoledì con una ventina di battute a circa il 75% dello sforzo. Il passo successivo sarà colpire da un tee, seguito da soft toss, per poi passare ad un allenamento alla battuta con una Trajekt Pitching Machine. Si stima che potrebbe essere pronto per un incarico di riabilitazione in due o tre settimane. 

La difesa 

Nonostante i miglioramenti il lavoro per migliorare la difesa non è concluso e deve rimanere una priorità. I Red Sox hanno commesso 21 errori a giugno, in calo rispetto alla terribile serie di 25 a marzo/aprile, ma in aumento rispetto ai 17 di maggio. Il lavoro difensivo extra è stato un punto focale , ma deve rimanere una priorità.

I Red Sox sono ancora in testa alla classifica degli errori con 62, 9 in più rispetto alla seconda peggior squadra di Miami. Non correggere questo andazzo sarà il modo più semplice per uscire dalla wild card race.

Questa analisi mostra anche la strada da seguire per rafforzare la squadra. Oltre a questo però occorre anche che Mr. Henry scucia i cordoni della borsa, altrimenti non si va da nessuna parte. C’è chi pone la domanda fondamentale:  se non l’ha fatto questo inverno, perchè dovrebbe farlo a Luglio? Anzi una squadra in salute è anche un buon argomento per non cambiare nulla. Non c’è nulla da fare: sono dubbi legittimi che non si aggirano con il ragionamento, ma bisogna solo aspettare e vedere.

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Allenamento alla battuta

Indubbiamente qualcosa è cambiato nella clubhouse dei Red Sox. Il negromante Alex Cora da Puerto Rico e il suo staff, quest’anno non si sono arresi alle avversità e hanno continuato a pasticciare con gli ingredienti, almeno quelli che la malasorte ha lasciato a loro disposizione, fino a quando la pozione magica alla fine è riuscita.

Dopo aver iniziato la stagione con una rotazione eccezionale lo staff tecnico è riuscito a registrare la difesa, riportando il tasso di errori in termini fisiologici, per una squadra così giovane e quindi ha aggiustato anche l’attacco. Abbiamo già riferito, in un commento precedente, il diverso approccio utilizzato per gli allenamenti della difesa, iniziato dalla trasferta a Tampa Bay un mese fa. 

Beh ora si scopre che in quella circostanza c’è stato anche un cambiamento per quanto riguarda l’allenamento alla battuta e bisogna dire che i risultati sono miracolosi. Per quanto riguarda il mese di giugno, dopo la vittoria in rimonta per 4-3 sui Blue Jays martedì sera, i Red Sox erano in vantaggio nella major league in media battuta (.296) a giugno, numero di valide (164) e OBP (372). Primeggiano inoltre nella Lega americana per basi rubate (24) e occupano la seconda posizione per SLG (.475) e Run scored (92).

In cosa precisamente sono cambiate le cose a Tampa? Prima di allora, in preparazione di una nuova serie, veniva tenuta una riunione piuttosto lunga, alla presenza di tutto l’attacco, dove venivano presentati punti di forza e di debolezza dei probable pitchers avversari. Questa liturgia è stata modificata a partire dalla trasferta di Tampa, riducendo sensibilmente la durata della plenaria, per poter tenere riunioni individuali con tutti e 13 battitori, per darw, caso per caso, una soluzione personalizzata. Questo diverso approccio si è dimostrato particolarmente utile con i rookie, poco avvezzi ad adattare al loro caso particolare, le informazioni generali date in plenaria. 

Detto così non sembra un’idea particolarmente originale, d’altra parte in ogni azienda del mondo vengono spesso affiancati dei tutor per i nuovi dipendenti, durante l’on boarding, un compito che probabilmente nelle organizzazioni MLB dovrebbe essere affrontato durante la permanenza nelle minors, dove evidentemente i nostri rookie hanno trascorso un tempo limitato e frammentario. 

Per ovviare a questo, ogni giorno, prima della partita, mentre i battitori vanno a effettuare le loro sessioni dell’allenamento in battuta nella gabbia di battuta, hanno check-in informali con l’hitting coach Pete Fatse, o gli assistenti coach Luis Ortiz e Ben Rosenthal o anche il coaching assistant for hitting strategy Joe Cronin. Tutti i giocatori sono coinvolti anche se non necessariamente con gli stessi coach e con la stessa intensità. Il materiale tecnico, come video or heat maps, è disponibile, ma ognuno utilizza cosa realmente  gli può essere utili. 

Le sessioni individuali alleviano la pressione dai battitori meno esperti e, consentendo loro di ottenere feedback più dettagliati, gli aiutano a migliorare in ogni aspetto, anche in fondamentali come lo swing, la posizione delle mani o dei piedi nel box di battuta. Il record di 16-11 ottenuto in questo periodo mostra che l’obiettivo sia stato colto appieno. L’attacco è decisamente decollato a giugno, specialmente per i più giovani come David Hamilton, AVG .288 con .796 OPS e 10 SB a giugno, o Jarren Duran, che è stato tra i migliori battitori delle major questo mese con una media di .353 e 1.005 OPS in 16 partite.

Dove ci condurrà tutto questo? Difficile dirlo. L’obiettivo minimo è quello di non arrivare ancora ultimi, ma questo sembra veramente alla portata, considerando anche che sarà difficile, almeno per i canadesi, riemergere dall’attuale depressione, con il carico degli enormi investimenti effettuati in termini di ingaggi. Ma mai dire mai è lo slogan che l’attuale formula della regular season ha reso attuale per tutti.

In un recente articolo apparso su Over the Monster, è stata analizzato, in maniera strutturata, un concetto che avevamo avuto occasione di scrivere anche nel corso della scorsa stagione: si può andare alle WS anche con record stagionali molto bassi come è successo l’anno scorso agli Arizona Diamondbacks (84W) e ai loro avversari, i Texas Rangers, che ne hanno vinte solo 90 dopo aver perso il primo posto della divisione dopo 139 delle 162 partite.  O anche ai Philadelphia Phillies l’anno precedente, finiti al terzo posto nella loro divisione con 87W, 14 GB sia ai Mets che ai Braves.

Insomma nell’epoca di Rob Manfred sembra proprio che stabilire i migliori record stagionali sia un ostacolo piuttosto che un vantaggio. Spietata in tal senso è l’analisi dei risultati di chi è entrato nelle LDS con un record di almeno 100W negli ultimi 3 anni: 

  • 2021 Giants: 107 wins, lost the LDS 3-2
  • 2021 Rays: 100 wins, lost in the LDS 3-1
  • 2022 Braves: 101 wins, lost the LDS 3-1
  • 2022 Dodgers: 111 wins, lost the LDS 3-1
  • 2022 Astros: 106 wins, won the LDS 3-0
  • 2023 Braves: 104 wins, lost the LDS 3-1
  • 2023 Dodgers: 100 wins, lost the LDS 3-0
  • 2023 Orioles: 100 wins, lost in the LDS 3-0

In 8 occasioni totali, solo gli Astros 2022 non sono stati eliminati. Davanti a queste evidenze è difficile criticare Mr:Henry che stringe i cordoni della borsa: meglio essere perdenti che coglioni. E poi potrebbe capitare anche di pescare il jolly ottenendo il massimo risultato con il minimo sforzo

Questo atteggiamento potrebbe allargarsi e non credo che instaurerà un circolo virtuoso, ma piuttosto un degrado verso il basso della qualità del meraviglioso gioco del baseball, come dice Faso. La modifica delle regole per l’accesso ai playoff che non protegge gli investimenti, rischia di essere l’eredità più pesante lasciata ai posteri da Manfred (il commissario MLB che odiava il baseball), molto più delle stupidate come allargamento delle basi

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Punto di svolta

Dopo l’insperato successo nella serie contro i Phillies, la successiva partita di venerdì notte poteva spalancare un baratro per i Red Sox. Verdugo presentatosi al Fenway come visitors, per la prima volta dal luglio 2019 accolto da bordate di fischi, ha inquadrato alla perfezione il primo lancio di Bello, sbattendolo verso le tribune dietro il CF. Girando sulle basi ha potuto mostrare appieno il suo grande risentimento verso la sua vecchia organizzazione, giustificando appieno la decisione di Breslow di cederlo a New York per tre lanciatori (Greg Weissert, Richard Fitts e Nicholas Judice) nel dicembre dello scorso. Nessuno desiderava che Verdugo vestisse ancora la casacca dei Red Sox, ma rompere un tabù per mandarlo a vestire pinstripes è stata una scelta gravida di rischi che si sono puntualmente verificati. Dopo questo fulmineo esordio la partita è andata di male in peggio, con Verdugo che ha registrato alla fine un 3/5 con 4 RBI e 1R. 

Bello, che era entrato in partita con un’ERA di 1,45 in cinque partenze contro gli Yankees, ma non è riuscito a proseguire la striscia positiva, anzi è stata un’altra serata nerissima non essendo riuscito a superare il quinto inning, consentendo 5R (4 ER) con 6H. 

Ora ci attendevano due gare in diretta nazionale, Il pronostico per la partita di sabato era infausto considerando il matchup fra Criswell contrapposto al partente dei MFY, Carlos Rodón, arrivato al Fenway Park con un’ERA di 2,93 in 14 partite in questa stagione, che era riuscito a contenere gli avversari a tre punti o meno in 13 di quelle 14 apparizioni.

E invece i nostri sono scesi in campo molto determinati e lo hanno colpito duro già con 3 punti nel primo inning per poi aggiungerne altri due nel secondo. Questa partenza a razzo ha dato il tono all’intera serata. I MFY hanno cercato di reagire mettendo a dura prova Criswell (4 IP, 3 H, 2 ER, 2 BB, 6 K) che dopo 88 lanci, ha costretto Alex Cora, ancora una volta, a rivolgersi al suo bullpen già al quinto inning. 

Il primo a salire sul monte è stato Justin Slaten, per contenere gli avversari sotto di due run, che schierano il loro turno alto. A posteriori si dimostrerà un punto di svolta della gara.  Il primo uomo affrontato, LeMahieu, arriva in base per un errore di Rafaela, schierato (inspiegabilmente?) di nuovo SS. Slaten ha poi caricato le basi con un out, con una scelta della difesa e due BB, concesse in sequenza a Soto e Judge. Con Verdugo al piatto, l’allenatore dei lanciatori Andrew Bailey ha visitato il monte per discutere su come affrontare la minaccia. Slaten afferma che sapevamo esattamente da quale parte del campo dovevamo andare per eliminare Verdugo. Effettivamente è stato sufficiente un lancio: un cutter da 93,4 mph, che Verdugo ha colpito duramente a terra sulla destra. La palla è intercettata, con un po’ di difficoltà da Dalbec, che poi si alza e spara a casa per forzare il secondo out. Un ottima giocata per Bobby! Slaten quindi affronta Giancarlo Stanton, lanciandogli cinque lente sweeper consecutive, con una velocità fra gli 83,6 e gli 85,6 Mph. Tutti i lanci erano fuori dalla zona, quasi tutti bassi e esterni a destra. Se l’ex slugger Stanton avesse fatto la bella statuina, avrebbe costretto Slaten a entrare dentro per non concedere il punto forzato, ma invece, cercando di ottenere il break decisivo, sul conto 2-2 ha girato a vuoto per la terza volta,  chiudendo l’attacco con il punteggio invariato, mentre il Fenway esplodeva per l’esultanza.

Fortunatamente i Red Sox non hanno fatto affidamento solo sui propri ottimi lanciatori, ma hanno ribattuto colpo su colpo negli inning finali. Slaten, a cui è stato chiesto un impegno di 47 lanci, il maggiore in tutta la stagione, è tornato in campo anche nel settimo e alla fine ha concesso un punto per un solo homer a Soto La battuta ha superato a malapena il Green Monster e ha portato la partita sul 5-3.  Prontamente i Red Sox hanno rimesso le cose a posto nella parte bassa dello stesso inning. Dopo che Yoshida ha battuto un doppio a destra,  Valdez, entrato come pinch-hitter, batte un line drive sull’esterno centro. Yoshida tocca il cuscino di destra e prosegue verso casa in competizione con un missile terra-terra tirato da parte di Judge. L’arbitro chiama salvo, sul filo di lana e la chiamata resiste al challenge degli Yankees: 6-3. 

Per iniziare l’ottavo Cora manda sulla collina Greg Weissert per arginare l’ultimo serio tentativo della sua vecchia squadra. Dopo aver eliminato al piatto Stanton, ha concesso due BB consecutive e un singolo per caricare le basi. Entra nel box LeMahieu, potenziale punto del vantaggio, che batte una rimbalzante in diamante, provocando un out in seconda molto chiuso. Nuovo challenge, anche questa volta la chiamata è mantenuta,  ma è entrato un altro punto: 6-4

Con due eliminati e corridori agli angoli, Cora non perde altro tempo e chiama Kenley Jansen, che si cucina il giovane fenomeno Anthony Volpe, con 4 cutter sopra i 90 mph, fino a quando si decide ad alzare una volata sull’esterno destro. Nella parte inferiore del frame, Raffaela batte un doppio e Duran lo porta a casa con un singolo ancora verso Judge. Questa volta il gigante è lento nei movimenti e impreciso nella mira, la palla casca in diamante raccolta da Trevino che non può impedire a Duran di conquistare la seconda. Duran avanza ancora  su un doppio gioco avviato da una rimbalzante di O’Neill e torna a casa per un pick off errato da parte del ricevitore.

Con il punteggio di 8-4 i Red Sox completano un’ottima prestazione, con un 1-2-3 inning magistralmente lanciato dal nostro closer. E così siamo arrivati domenica, ancora in prima serata in ESPN, Kutter Crawford contro Marcus Stroman. Crawford ha avuto brutte serate nel recente passato e il solo homer battuto da Judge nel primo inning sembra confermare le nostre paure. La squadra però ha deciso di contrastare la potenza con la velocità, dando vita a un fantastico festival delle rubate. Se ne conteranno 9 alla fine, di cui ben 4 ad opera di Hamilton, che ora ha un posto nella storia dei Red Sox. I battitori del roster attivo dei Red Sox hanno iniziato  domenica con il misero record di  6 su 42 (AVG .143) con due valide extra-base, quattro walk e nove strikeout contro il partente degli Yankees. Questa volta è stata un’altra storia. Stroman che è durato 5 inning e ha concesso quattro run, sette valide e quattro walk con 3 K. I Red Sox hanno rubato sei basi contro il catcher Trevino durante i 5 inning di Stroman.

Nella parte bassa del secondo Raffaela, che chiuderà 3/4, batterà 2 RBI per portarci in vantaggio alla fine del secondo. Poi la partita è segnata dalle rubate di Hamilton che raggiunge la terza al terzo e al quinto e giunge a casa sempre per merito di Devers. Sul 4-1 al sesto quanto Trevino batte un solo homer e Volpe accorcia ancora su WP. Queste sono le premesse per un settimo inning al cardiopalma. Comincia l’inning Bernardino, che non sarà efficace come al solito, concedendo due singoli consecutivi a Verdugo e Stanton, seguiti da un errore di Smith che porta Rizzo in prima, riempiendo le basi con 0 out.  

Entra  Zack Kelly che affrontando  Torres, va sotto 3-0 nel conteggio. Torres guarda i lanci 4 e 5 che attraversano centralmente la zona, aspettando il punto forzato del pareggio, per poi girare a vuoto una sweeper bassa   da 83,6 mph. Torna Trevino nel box, ma va fuori in tre lanci, prima guardando un cutter filo piatto, e poi girando altre due sweeper fuori dalla zona. Per affrontare LeMahieu Kelly utilizza esclusivamente cutter. Va sotto 2-0 nel punteggio perchè l’arbitro ha giudicato male il primo lancio, ma poi  va dentro la zona senza alcuna remora, fino quando l’avversario batte il lancio 4, un cutter da 91,8 mph esattamente al centro della zona,  facile preda del CF.

Lo scampato pericolo mette le ali ai nostri che nella parte bassa: Duran va gratis in prima base, Hamilton è preso al volo, ma due singoli consecutivi di Refsnyder e Devers, portano a casa un punto e due uomini in base. Va al box Wong, il ricevitore più veloce delle major, che batte un linedrive sulla destra. Verdugo, schierato come RF, cerca di protendersi per prendere la palla vicino al palo di Pescky , ma si dimostra lento e impacciato come quando giocava con la casacca biancorossa. La palla passa e porta a Wong un triplo e 2 RBI. Le facce nel dugout ospite diventano tetre e si vede che non vedono l’ora di lasciare lo stadio. I nostri però non ne hanno abbastanza e continuano giustamente a infierire fino a quando  Wong, tornato alla battuta, ottiene il singolo che fissa il punteggio sul 9-3.

E così i Red Sox hanno battuto gli Yankees e i Phillies – le due migliori squadre della MLB – in due serie casalinghe consecutive e, per la prima volta nel 2024, si trovano 2 partite sopra 500.  Se seguitano così il distacco di 3 e 3,5 GB per un posto wildcard è assolutamente gestibile. Triston Casas, che sembrava di buon umore durante la serie contro New York, progetta di tornare contro i Marlins 2 luglio. Dispiace per il dinamico duo che copre il cuscino di prima, che dovrà farsi da parte. Se anche ci volesse qualche giorno in più le cose potrebbero farsi molto interessanti. Quindi smettetela di tenere il broncio e seguite questa stagione, che potrebbe finalmente essere divertente

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L’appuntamento

Molto avanti nella stagione ci troviamo alla vigilia della prima serie durante la quale, quelli là, violeranno il sacro prato del Fenway Park. Finalmente siamo arrivati al nodo principale di ogni stagione ed è difficile capire come affronteranno tutto questo i nostri bipolari beniamini, che continuano ad oscillare fra entusiasmo e depressione.

Emblematica dell’attuale condizione è stata la marcia di avvicinamento a questo fondamentale appuntamento, un crescendo di difficoltà dovendo incontrare dapprima la peggiore squadra 2024 seguita da quella con miglior record NL. L’esito non avrebbe potuto essere più fuorviante. Non dirò nulla sulla partite giocate a Chicago southside, e sulla prima in casa con i Phillies, tranne che mi ha provocato abbondanti travasi di bile: errori, mediocrità, scelte di campo discutibili.

Le cose sono continuate sullo stesso andazzo fino al quarto inning di gara due quando, sotto per 4-0, improvvisamente si è accesa la luce, con Ciccio Devers che batteva in triplo a destra. Nell’inning successivo Hamilton ha avviato la più spettacolare rimonta stagionale e il gioco spettacolare è continuato anche in gara tre, durante la quale abbiamo domato una squadra che si è dimostrata veramente resiliente e fortissima.

In questo weekend le cose saranno ancora più difficili perchè i MFY sembrano davvero una corazzata inaffondabile e viene da chiedersi quale versione dei Red Sox scenderà in campo. Sarà la squadra mediocre che non riesce a scollarsi da quota .500 e che lotta per barcamenarsi  in una divisione difficile o sarà la squadra giovane e battagliera, in grado di creare problemi a chiunque, che è riuscita a mantenere un record di .500 nonostante l’incredibile serie di infortuni a giocatori chiave?

Certamente, dopo anni di vana attesa e dopo le promesse disattese nella off season, i fan hanno perso la pazienza e la serie con gli odiati rivali potrebbe essere un punto di svolta nella stagione e, più specificamente, potrebbe pesantemente influenzare l’atteggiamento del Front office, durante la prossima trade deadline, che è anche la prima volta vedrà che impegnato il nuovo chief baseball officer Craig Breslow. Ci si chiede se questo primo appuntamento verrà ricordato come un momento importante e decisivo nel plasmare il futuro del club, o se invece si seguiterà nella fiera dell’indecisionismo mostrata nelle due ultime stagioni.

Durante lo scorso fine settimana, il Financial Times ha pubblicato un’ampia intervista al principale proprietario dei Red Sox, John Henry, che ha fatto alcuni commenti urticanti sostenendo che i tifosi si aspettano di poter vincere ogni anno e facilmente si deprimono mentre bisogna accettare che le effettive probabilità di vittoria sono sempre esili: 1 su 20 o più probabilmente 1 su 30. Henry ha inoltre sostenuto che occorre resistere alla falsa convinzione, sostenuta da molti fan e media, secondo la quale si dovrebbe ogni anno ipotecare il futuro per il presente, un appello all’austerità dopo un “solo” lustro di astinenza! Infine Henry ha seccamente smentito la possibilità che i Red Sox sarebbero stati messi in vendita nel prossimo futuro.

Mi sembra che queste parole lascino pochissimi spazi alle speranze di un lieto fine, in quanto si afferma con brutale schiettezza che cambiamenti avvenuti al vertice sono indirizzati esclusivamente a farci piacere la minestra, perchè tanto la finestra da cui dobbiamo saltare sarà sempre la stessa. 

Anche se da tutto questo consegue che la classifica che avremo a fine luglio sarà ancora un fattore dirimente, ma solo per rendere più semplice il lavoro che Breslow dovrà comunque portare a termine, anche se non sappiamo precisamente quale sia.

Alla luce di ciò è possibile fare solo vaghe speculazioni in considerazione dei vari scenari possibili, tenuto conto che, per essere competitivi, occorre rimpiazzare le due pedine fondamentali che gli infortuni hanno tolto alla squadra base progettata questo inverno: Story e Giolito.

Per sostituire l’interbase i Red Sox hanno provato parecchie soluzioni da un mix di Hamilton e Rafaela, con lo stesso Hamilton che sembra aver assunto un ruolo più rappresentativo di recente dopo un inizio difficile. Inoltre c’è sempre la possibilità di usufruire più avanti nella stagione del giovane  prospetto Marcelo Mayer, dato in avvicinamento alle major. Dato che la difesa, bene o male, alla fine, sembra aggiustata e che trovare una mazza di grande impatto non è una mossa di facile esecuzione, potrebbe esserci una maggiore attenzione al mercato lanciatori.  Bowden non ha mancato però di mettere in guardia su quanto sia costoso e competitivo questo obiettivo. Anche se fosse possibile considerare lo scambio di giocatori di posizione come Nick Yorke e Matthew Lugo, appena promossi alla Tripla A, o l’utility Chase Meidroth e il prima base Niko Kavadas, le risorse potrebbero dimostrarsi comunque insufficienti per acquistare un braccio destinato anche solo alla metà della rotazione.

Se invece a fine luglio saremo sicuramente esclusi dai playoff, molto probabilmente vedremo partire per altri lidi giocatori destinati comunque alla free agency a fine anno, come Tyler O’Neill , Nick Pivetta e Rob Refsnyder, in grado di realizzare ottime plus valenze.

Viceversa la cessione di Jansen o Martin potrebbe non essere una mossa di smobilitazione totale, che potrebbe essere attuata in qualunque scenario. Jansen, uno dei migliori closer in circolazione, e Martin, un affermato set up man, sarebbero facilmente collocabili mentre, nel frattempo, il bullpen dei Red Sox, il nono miglior ERA del campionato (3,54), potrebbe assorbire sufficientemente bene l’impatto.

Occorre considerare che, a febbraio, i Red Sox hanno firmato un contratto biennale con Liam Hendriks mentre era in convalescenza dopo un Tommy John. Hendriks ha cominciato a effettuare lanci senza salire sul monte e, dopo una settimana di riposo programmata la scorsa settimana, ha iniziato a cominciare a innalzare la sua posizione di lancio. Se le cose andranno come sperato si apre a una concreta possibilità di un incarico di riabilitazione a metà luglio, andando a compensare la perdita di Jansen anche se la squadra fosse ancora in corsa per una wild card. 

Nel frattempo Slaten (2.84 ERA) o Weissert (2.93 ERA) potrebbero essere valide opzioni per il nono inning, come anche Brennan Bernardino (1.03 ERA), mentre il club gode di una buona  profondità nel bullpen con Zack Kelly, senza dimenticare le opzioni Isaiah Campbell e Josh Winckowski, attualmente collocate in Triple-A.

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La magica notte di Emmanuel Valdez

Quando leggo il lineup iniziale della partita non riesco a credere ai miei occhi: Valdez, che era stato richiamato da Worcester per sostituire O’Neill entrato in IL, figurava al quinto posto come DH! Santi Numi, avrebbe detto Snoopy, possibile che in tutto il roster non si trovi nulla di meglio? Refsnyder e Wong con la mazza sono a anni luce di distanza, e anche Romy Gonzalez si era fatto apprezzare più di lui. Anche se le opzioni alternative finiscono qui (perchè gli infortunati sono tanti e il roster resta sempre di 40 uomini), schierarlo con cleanup hitter, subito dopo Devers, continuava a sembrarmi un’assurdità.

Un aspetto positivo tuttavia mi sembrava di intravederlo. Richiamare in prima squadra il seconda base titolare di inizio stagione poteva mettere un po’ di pepe nelle mucose anali del nostro attuale titolare, che viaggia decisamente sotto le più nere aspettative. In effetti Grissom si è più che meritato una sveglia, per le sue prestazioni fino a qui decisamente deprimenti: dopo aver saltato le prime 32 partite della stagione, batte  .148/.207/.160, con una valida extra-base. UNA VALIDA EXTRABASE! Decisamente imbarazzante per un giocatore che veste la nostra casacca per consentire al nostro asso della rotazione di giocare il suo ultimo anno contrattuale ad Atlanta, in buona salute, dopo aver trascorso 4 anni in IL, e con prestazioni da CY Young, peraltro percependo da Boston una piccola integrazione al suo salario di 17M$.

Questo pensavo all’inizio della partita, ma ero scettico sulla buona riuscita del piano di Cora, visti i negativi pregressi di Valdez al piatto. Sono rimasto tenacemente arroccato sulla mia opinione anche quando, nella parte bassa del secondo inning, sul conto di  3 – 2  e 0 eliminati, Enmanuel Valdez ha battuto una palla a 106,4 mph, che ha percorso 399 piedi per atterrare nel nostro bullpen sul centro destra. Era il suo terzo homer stagionale  che riportava la gara in parità 1-1. Ma poi le mie certezze si sono rapidamente frantumate. Nel turno successivo Grissom si infortunava di nuovo al ginocchio sinistro, correndo invano verso la prima e quel diavolo di un domenicano ha continuato a battere come un tarantolato. Nel quarto batteva un leadoff double e arrivava in seguito a calpestare il piatto su Sac Fly. Nel sesto scagliava un’altra palla verso il Pesky’s Pole, per un altro 2 run homer. A quel punto le nostre probabilità di vittoria erano al 95,2%

Dovevo ammettere che c’era stata parecchia presunzione da parte mia!? Dimentico sempre che Alex sa, scruta l’iperuraneo con il suo terzo occhio interiore e ci guida saldamente nelle tempeste procellose, riuscendo sempre a tracciare la rotta verso un porto sicuro! 🙂

Valdez ha avuto quindi la sua notte magica (anche se in realtà a Boston si è giocato nel pomeriggio): un evento con molta probabilità risulterà irripetibile nella sua carriera, anche perchè molte circostanze a lui favorevoli, si sono allineate e hanno magnificamente cooperato al suo suo successo. Il secondo fuoricampo per esempio, caduto a una distanza stimata di 318 piedi aveva una expected batting average di 0,050. e non sarebbe uscito in nessuno degli altri 29 campi della MLB. 

Ma non non vogliamo certamente porre limiti alla provvidenza, che avrà modo, se del caso, di prodigarsi ancora per Valdez, destinato a scendere in campo per coprire il cuscino di seconda, per un po’ di tempo in futuro. Nel frattempo speriamo per lui (e anche per noi!) che sappia cogliere al meglio questa grande opportunità che gli è capitata.

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Progressi in difesa

Ho aspettato qualche giorno in più per commentare a valle della splendida sweep conseguita sotto il ridicolo tendone di St. Petersburg, contro i molesti raggetti, per avere le idee un po’ più chiare sulla nostra stagione. Dal punto di vista della classifica il nostro record (28 27 .509) ci consente ancora di avere aspirazioni per giocare ad ottobre, dovendo recuperare 2,5 GB da squadre come Kansas City e Minnie, potenzialmente abbordabili.
Vediamo meglio come si è determinata questa situazione. Un primo punto da evidenziare è che la serie dominata in Florida la scorsa settimana, oltre ad essere un unicum negli ultimi 5 lunghi anni, è stata anche la prima serie di tre partite, in questa stagione, in cui i Red Sox non hanno commesso neppure un errore. Non è stato un caso, ma il risultato di misure pianificate ed attuate con successo.
Dopo un inizio di stagione terribile, i Red Sox sono significativamente migliorati in difesa nel mese di maggio. A marzo/aprile, il club ha commesso 25 errori, corrispondenti a 28 punti non guadagnati incassati nel corso di 30 partite. Nelle 25 partite a maggio, lo stesso bilancio è stato di 14 errori, per 10 punti non guadagnati. Purtroppo, come quando si tira una coperta troppo corta, lo staff di lanciatori, che ha avuto un inizio di stagione buono come non mai, non è stato altrettanto dominante a maggio, mentre l’attacco ha attraversato uno slump terrificante. Quindi dopo la splendida vittoria per 8-3, ottenuta ieri a spese degli Orioles, il combinato disposto di tutte queste tendenze, ha portato ad un record di 11-14 a maggio, in regresso rispetto al 17-13 di marzo/aprile.
Ciò nonostante aver aggiustato la difesa è importante, perchè la squadra ha un record di 25-10 negli incontri in cui non concede punti non guadagnati. Questo potrebbe essere un buon viatico per il futuro, nonostante che, a causa del pessimo inizio, è ancora in testa in MLB nei punti non guadagnati (38) e al terzo posto negli errori (39).
Una parte delle carenze difensive potrebbe essere attribuita alla perdita per infortunio dell’interbase Trevor Story il 6 aprile. I Red Sox tentarono di sostituirlo con Hamilton, ma il ragazzo incappò in una serie di errori che rese critica questa soluzione. Pablo Reyes ed Enmanuel Valdez che si alternavano in seconda base con risultati modesti, mentre Vaughn Grissom era ancora nella lista degli infortunati. Anche l’interno di rincalzo, Romy Gonzalez è andato in IL poco dopo, seguito dal prima base Triston Casas .
In questo frangente la mossa più evidente per ottenere un miglioramento è stato lo spostamento di Rafaela nel ruolo di interbase a partire dal 19 aprile, anche se, in realtà, c’è stata una complessa combinazione di fattori. Rafaela ha iniziato da interbase per 14 partite consecutive, ma poi ha iniziato a condividere nuovamente il ruolo con il redivivo David Hamilton, iniziando da SS solo in 11 delle 19 partite successive.
Oltre a questo ci sono state anche altre mosse di roster: Reyes, Valdez e Dalbec sono stati tutti scambiati o opzionati per il Triple A, mentre Gonzalez e Grissom sono tornati dall’IL. I veterani Dom Smith e Garrett Cooper sono stati aggiunti per gestire la prima base. Devers, nel frattempo, ha commesso solo tre errori in terza base durante la stagione.
Ma non era ancora sufficiente. In uno sport dove si gioca tutti i giorni occorre trovare il tempo per sessioni di allenamento specifiche per migliorare le prestazioni difensive. I Red Sox, che tengono brevi sessioni difensive praticamente tutti i giorni, hanno puntato a ricavare sessioni più lunghe in trasferta.
Il punto di svolta è ancora una volta rappresentato dalla serie di Tampa Bay. I Red Sox erano reduci da una dura serie casalinga contro Cleveland, in cui hanno commesso quattro errori e concesso 7 punti non guadagnati. A questo punto Cora e l’infield instructor Andy Fox hanno deciso di prendere di petto la cosa e cercare di ottenere cambiamenti immediati.
In trasferta, i giocatori in genere arrivano allo stadio intorno alle 15:30 per iniziare a giocare alle 19:00, mentre la squadra ospite fa pratica di battuta e lavora sul campo tra le 17:00 e le 18:00. Il lavoro difensivo viene quindi svolto prima dell’allenamento in battuta, e dura solo 15-20 minuti. Non c’è molto tempo per approfondire o sistemare le cose.
Quel giorno a Tampa, Cora disse agli interni di essere al PNC Park all’una di pomeriggio. Chiese anche agli allenatori dei giocatori di venire presto, in modo che lui, Fox e l’allenatore di panchina Ramon Vazquez, in modo da poter stare in piedi in mezzo al campo, accanto ai giocatori, aggiungendo istruzioni e approfondimenti invece di essere loro a battere le palle a terra come al solito. La sessione consisteva in molte ripetizioni, giochi con la palla battuta, pratica di determinati posizionamenti sul campo, ripetizioni di gioco doppio e utilizzo di macchine in grado di replicare le velocità massime e il backspin.
Anche il coordinatore delle abilità mentali Rey Fuentes ha parlato con gli interni quel giorno, poiché alcuni dei problemi difensivi avevano chiaramente una componente mentale.
Ciò era particolarmente valido per Hamilton, che ha fatto passi da gigante rispetto al suo primo periodo di impiego, in seguito all’infortunio di Story. Il 26enne, noto per la solida difesa, ha commesso tre errori nelle sue prime 10 partite mentre con la mazza non era al livello di major league. Cora ha mostrato molta pazienza con Hamilton, come del resto ha fatto con i tutti i rookie in difficoltà nel corso degli anni come Casas o Jarren Duran. Cora ha ridotto il tempo di gioco di Hamilton, in coincidenza con i ritorni di Grissom e Gonzalez, ma il club ha scelto di non spedire Hamilton a Worcester, ma lo ha tenuto in prima squadra, con rare opportunità di battere o correre, ma per lo più ha guardato le partite dalla panchina per alcune settimane. Poi, completato il recupero psicologico, Hamilton ha iniziato 10 delle ultime 13 partite in seconda base, quando nelle precedenti 22 partite della squadra, aveva avuto solo tre apparizioni, diventando titolare di un posto fisso nell’angolo accanto a Rafaela.
Ora la difesa è tutt’altro che perfetta e ha ancora avuto ancora momenti difficili, ma i giorni critici stanno diventando sempre meno e la loro frequenza si è diradata. Il punto non guadagnato concesso lunedì a Baltimora è stata il primo dal 18 maggio: il progresso è evidente. Degli interni in campo a Pittsburgh quel giorno di metà aprile, solo Devers, Hamilton e Rafaela rimangono nel roster attivo. Ci sono stati passi avanti, c’è ancora molto lavoro da fare, ma almeno ora possiamo vedere una timida luce in fondo al tunnel.

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Una rondine non fa primavera.

Quando cominci a seguire il baseball da ragazzino, a me è capitato nella prima metà degli anni 70, una delle prime cosa che devi capire è che la qualità dell’avversario dipende soprattutto dalla qualità del lanciatore partente. E quindi capitava spesso in una serie di partite che ti facesse a pezzi la stessa formazioni che hai maltrattato il giorno prima.

Nel 2024 questa antica convinzione è stata messa a dura prova. All’inizio di una schioppettante stagione, i Boston Red Sox guidavano o si classificavano inaspettatamente vicino ai vertici della MLB in alcune statistiche: avevano l’ERA di squadra più bassa e un buon numero di fuoricampo, soprattutto a causa delle incredibili prestazioni di O’Neill.

Alla fine di aprile sembrava che tutto questo potesse darci una stagione da contender, ma una rondine non fa primavera e tutto è andato drammaticamente a rotoli. Dapprima è crollata la capacità di portare punti a casa, poi l’efficacia del bulpenn è svanita e infine, anche l’ultima buona statistica che aveva  ha resistito per un quarto della campagna e sfumata: I Red Sox possiedono più l’ERA più bassa del campionato avendo realizzato, negli ultimi 15 giorni, 4,07 a fronte dei 2,35 dei pigiamini che ci hanno soppiantato.

Ciò che rende tutto ciò particolarmente frustrante è stato l’incredibile spreco di ottime partenze e comunque buone prestazioni di tutto il pitching staff. I Red Sox avevano iniziato la partita di giovedì scorso con la migliore ERA nel baseball (2,77) e il miglior lanciatore titolare ERA nel baseball (2,54). Lo hanno fatto nonostante avessero scambiato Chris Sale con Atlanta, perdendo Lucas Giolito per tutta la stagione e Nick Pivetta, Brayan Bello e Garrett Whitlock per un numero compreso tra tre e cinque partenze.

Il recente ritorno dei titolari tuttavia è coinciso con uno sfaldarsi dell’attacco, aggravatosi particolarmente negli ultimi tempi. A maggio, la squadra ha una media di battuta di .223 (23 ° in MLB), OBP .288 (25 ° ) e 78 wRC+ (28 ° ). Hanno una media di 3,08 punti a partita (29 ) , migliore solo a quella di Cincinnati con 2,69 a partita.

Sebbene in queste temperie anche i migliori comincino a dare espliciti segni di cedimento, la causa principale è facilmente individuabile in alcuni punti deboli del lineup, che rendono facile la vita alla difesa avversaria, quando devono chiudere una frazione. In particolare i punti deboli sono facilmente individuabili:

  • Ceddanne Rafaela: purtroppo deve giocare perchè è il miglior interbase che la squadra abbia potuto schierare dopo l’infortunio di Story. Tuttavia i suoi numeri in attacco (.201/.233/.362) conditi da 41K a fronte di solo 8 BB, non compensano la sua buona prestazione difensiva.
  • Cooper & Smith: la coppia che ha avuto l’ingrato compito di sostituire l’insostituibile Triston Casas in prima base e in battuta, riescono a scendere in campo solo perché l’alternativa Bobby Dalbec sarebbe ancora più penosa. Tuttavia essere scelte migliori rispetto alle opzioni interne non rendono per questo le loro prestazioni accettabili. Queste circostanze rendono acuta la nostalgia per Justin Turner lasciato andare durante la offseason.
  • Vaughn Grissom: all’inizio di stagione ne aspettavamo l’esordio con ansia, per coprire l’enorme buco che avevamo in seconda base, tuttavia le aspettative si sono dimostrate esagerate di Boston, soprattutto in attacco. Vaughn ha registrato sei valide e due RBI in 10 partite con i Sox, e solo l’inizio ma particolarmente deludente, visto che per averlo stiamo pagando l’intero stipendio di Chris Sale per il 2024 per farlo giocare ad Atlanta.

Ora la situazione in classifica si è fatta grave. Siamo precipitati a -2 sotto 500, anche a causa delle recenti 4 sconfitte consecutive e non siamo ultimi solo perché i canadesi attraversano una crisi ancora più nera della nostra. Tuttavia la prospettiva di finire ancora all’ultimo posto si sta facendo ancora più concreta. 

Quindi, sebbene manchino ancora più di due mesi alla chiusura del mercato estivo, non è presto per pensare a quale approccio potrebbero adottare i Red Sox avendo cambiato il Front Office.

In questi ultimi due anni, i Red Sox sembravano sempre bloccati in una posizione di incertezza, se comprare o vendere. Parte di questa indecisione è stata innescata dal trovarsi ancora in corsa per una wild card, ancorché attardati, ma anche dai messaggi contrastanti che provenivano dalla proprietà. 

Emblematico di questo è stato il controverso scambio di Christian Vazquez nel 2022. Alla fine si è rivelato un affare avendo avuto come contropartita Wilyer Abreu, ma all’epoca colpì per le modalità poco rispettose verso un giocatore amato dai tifosi e perché, nel frattempo, si continuava a investire blaterando di voler veramente arrivare ai playoff. 

Possono succedere ancora molte cose nelle prossime 60 partite circa ma se l’attuale andazzo dovesse perdurare, come purtroppo è probabile, ci sono diversi giocatori che susciterebbero molto interesse fra i contenders, come Il closer Kenley Jansen o il set up Chris Martin, il partente  Nick Pivetta e l’outfielder Tyler O’ Neill. Ognuno di loro diventerà free agent  a fine stagione e solo Pivetta e O’Neill potrebbero essere presi in considerazione per un nuovo contratto. In particolare, una coppia testata a ottobre come Jansen e Martin potrebbe provocare una guerra di offerte tra i contendenti.

Il problema sarà nella gestione politica di una piazza che appare sempre più imbufalita per i risultati mediocri che seguono a proclami sempre più roboanti. Ogni riferimento all’andare a tutta birra è del tutto voluto e intenzionale.

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