Al vertice della tensione

Due sconfitte brucianti a SF, entrambe maturate con un walk off. In entrambi i casi, al netto dei singoli episodi, il problema è stato l’attacco. Con Devers e Yoshida non pervenuti, Verdugo con le valigie in mano, chiamate kamikaze di corse sulle basi, non siamo stati in grado di tesaurizzare un’evidente superiorità nel pitching.

Anche Cora in gara 3 ci ha messo del suo. Il lineup iniziale (con Alfaro spero alla sua ultima uscita con la casacca Red Sox) è stato, se vogliamo essere gentili, mal progettato, visto che poi è dovuto intervenire con ben 4 cambi. E poi perché mettere Winckowski all’ottavo? boh! Murphy andava alla grande, c’era Martin disponibile, ripeto boh! E perchè schierare proprio Mauricio Llovera, messo DFA dagli stessi Giants, 0.0 IP, con HBP e due singoli? Era una protesta contro Bloom?

E’ difficile individuare le cause  di questo mezzo disastro. Bloom dice che mercoledì la squadra sarà piuttosto differente. Non lo so cosa succederà, ma credo che nella clubhouse si vivano momenti di drammatica. Ok mi direte che il baseball MLB non è uno sport per signorine, se fosse facile lo potrebbero fare tutti ecc. Ok, però non va bene lo stesso. La scadenza delle trattative MLB è fissata per martedì alle 18:00 ET (mezzanotte in Italia). Sarà la quarta volta con Chaim Bloom nel ruolo chief baseball officer dei Red Sox. I risultati non sono mai stati particolarmente brillanti, ma invariabilmente in tutte le occasioni la squadra ne ha risentito a livello psicologico. 

Insomma caro Chaim, il tuo ruolo è anche quello di tenere tranquilla la squadra. La stagione probabilmente si deciderà sul filo di lana e chi resterà fuori sicuramente avrà da recriminare. Vediamo almeno che, se tocca a noi, sia perchè gli altri sono stati più bravi e non noi i più polli

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Scadenze

Dopo aver perso cinque delle ultime sei partite alla fine di giugno il record dei Red Sox era sotto quota 500 (41-42) e le probabilità di playoff di Boston erano calcolate intorno al 17%. Nel post del 27 giugno cercavamo di analizzare cosa avrebbe dovuto accadere affinché il  front office fosse motivato a rinforzare il roster, in vista della chiusura del mercato fissata a martedì prossimo. 

Da quel momento la squadra, approfittando di un calendario piuttosto favorevole, ha stabilito un ottimo record parziale di 15-5. Dentro questo risultato c’è sia l’inopinata sconfitta nella serie a Oakland sia la sweep con la squadra miglior record nel baseball, insomma i soliti Red Sox.

A giudicare dall’atteggiamento di Bloom tuttavia, questa trionfale cavalcata sembra assomigliare molto a quella della Regina Rossa, che Alice incontra al di là dello specchio, condannata a correre all’impazzata per rimanere ferma dov’è.

E’ vero che ora le probabilità di fare i playoff sono cresciute quasi al 35%, ma, se consideriamo Rays e Astros fuori portata, rimane un’unica squadra su cui fare la corsa, (Toronto), la cui percentuale di qualificazione è vicina al 70%.

Non credo però che Bloom si faccia condizionare da questi numeri. Il suo piano è sempre lo stesso e prioritariamente orientato a rafforzare il farm system. D’altra parte il mercato sembra piuttosto asfittico: molti acquirenti e pochi venditori se si fa eccezione dei White Sox. Gli Angels, che si diceva potessero scambiare Othani prima della scadenza del contratto, ne hanno approfittato per andare all in, tenendo Othani e acquisendo Giolito. Simili mosse però non sono nelle corde di Bloom ed è quindi quasi certo che martedì ci troveremo a lottare in una situazione ancora più competitiva di quella odierna, con buona pace del manager Cora che dichiara: ““It’s not about how many prospects you have or where your farm system is. It might be No. 1 or 30th or whatever. The one that really counts is how many games you win in October and how many games you play in October. That’s what we’re shooting for”. Ecco!

In anticipo sulla scadenza comunque c’è stato un movimento, che conferma quanto andiamo dicendo. I Red Sox hanno rimandato Kike Hernandez alla sua ex squadra, i Dodgers, per due lanciatori di rilievo delle minors: Nick Robertson e Justin Hagenman. Lo scambio è avvenuto principalmente perché i Red Sox avevano bisogno di un posto nel roster per John Schreiber, ma anche perché hanno sovrabbondanza in campo esterno e già abbastanza interni con una media battuta penosa, come  Arroyo, Reyes o Chang. Difficile criticare Bloom per questa mossa.

Non sono altrettanto chiare le motivazioni dei Dodgers. Hernandez risulta il peggior giocatore nel baseball con -1,4 nella statistica fWAR. Significa che  la sua presenza in campo è costata fin qui ai Red Sox 1,5 vittorie. Evidentemente a Los Angeles sono convinti di poterlo rimettere in sesto e ritrovare il magico CF che nell’ottobre del 21 ci fece sognare (.408/.423/.837 con cinque homer in 11 partite). La speranza è di poterlo effettivamente ritrovare per una rivincita sul 2018.

Con la partita di stanotte, propiziata dagli iniziali 5.2 IP dello starter Kutter Crawford, Boston ha ottenuto il suo quinto successo consecutivo e ora è nove partite sopra .500 per la prima volta in questa stagione. Poiché ai pigiamini non basta il ritorno di Judge e otto inning scoreless di Cole per vincere a Baltimora, l’ultimo posto comincia ad allontanarsi in maniera significativa.

Due i protagonisti della serata a mio avviso. Casas, che era entrato con .469 AVG e 1.669 OPS dalla pausa dell’All-Star, ha aperto le marcature nel secondo, con un doppio per regola di campo che ha spinto a casa  Duvall, a cui è seguito un solo homer tre inning dopo. Il ragazzo è veramente esploso e ora la durata di questo periodo d’oro e la gestione dell’inevitabile calo ci daranno maggiori indicazioni sulla caratura del giocatore. Per il momento però è stato molto divertente guardarlo battere.

L’altro protagonista secondo me è stato Alex Cora del quale, quando non compie le sue famose mosse controintuitive, che lasciano un po’ tutti stupiti o sgomenti, si tende a sottovalutare quanto sia bravo. Ogni decisione di stanotte è sembrata tempestiva e efficace. Ha tirato fuori Crawford al momento giusto. Ha avvicendato negli ultimi inning i giusti rilievi. Ha inserito Refsynder al momento giusto, per affrontare un mancino e darci il punto della vittoria. Ci pensate? Refsynder al posto di Duran? Chi mail se lo sarebbe aspettato da Cora?! 🙂

Però stavolta ha funzionato. Ha funzionato tutto.

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Superati.

Spero proprio che la serie con i Cubs segni un punto di svolta nella stagione e che finalmente il comportamento bipolare da sciroccati che abbiamo tenuto fino alla pausa, lasci il passo ad un andamento più regolare. Questa speranza mi sembra abbia solide basi che derivano dal lavoro di Cora. Mi sembra cioè che al manager ad aprile sia stato consegnato un roster con gravi ca(incoe)renze, che però lui sia riuscito a colmare, attraverso un paziente lavoro di bricolage, fatto di tentativi riusciti e anche colpi andati a vuoto. 

Insomma dovrebbe essere terminato il lavoro di messa a punto e la squadra ora effettivamente sembra esprimere il suo massimo potenziale. Come siamo messi allora? Secondo FanGraph, sic stantibus rebus, dovremmo terminare la stagione a 85W, alla pari circa con i pigiamini, con loro esclusi dalla postseason con una percentuale del 66%. Tuttavia io mi sento di essere un pelo più ottimista. Dovessi fare un ranking delle squadre di major league non potrei collocare i Red Sox nell’eccellenza, ma sicuramente abbiamo visto che possiamo competere con successo contro Orioles e Blue Jays che invece invece sono favoriti nella wildcard race. 

Inoltre facendo due conti non sembra che i giochi non siano completamente chiusi. Ci mancano 68 partite da giocare. Credo che nessuno griderebbe al miracolo se alla fine realizzassimo un record di 38-30 .559, un record cioè che ci consentirebbe di giocare ad Ottobre. Ora quindi la domanda è cosa deve fare Bloom per rendere più probabile il raggiungimento di questo obiettivo in vista della scadenza di fine luglio?

Per cercare di capirlo bisognerebbe sapere, per prima cosa, quale sia effettivamente la situazione professionale di Bloom: se finissimo di nuovo ultimi rischia di essere licenziato? E lui che percezione ha di questo rischio, gli verrà il braccino corto?  

Bloom mi sembra un professionista serio e immagino che agirà secondo un una suo piano, mettendo in secondo piano il proprio tornaconto. Fra l’altro questa è anche la strategia migliore per trovare un’altro impiego in caso di esito. Ma la strategia migliore quale è: comprare o vendere? Comprare per tentare di vincere ora o vendere per impostare una squadra futura più forte.

Se lo chiedete a me io comprerei e spenderei a piene mani, soldi non miei. D’altra parte la squadra è tutt’altro che perfetta e avrebbe bisogno di diversi rincalzi compreso quello fondamentale di un ottimo partente. Big Papi suggerisce di puntare su Othani, che potrebbe incontrare una buona disposizione degli Angels. E come dare torto a Big Papi? Specialmente se non specifica in cambio di cosa. In realtà il recente incremento del numero di wild card complica le cose. Nella nostra stessa situazione di incertezza ci sono ancora molte squadre e quindi il mercato risulta asfittico. Le analisi che si trovano in giro sui possibili colpi di mercato accessibili ai Red Sox si concentrano su nomi affatto entusiasmanti. Considerando che, per qualunque mossa Bloom abbia in mente, NON DEVE muoversi alla Dombronsky, saccheggiando il reparto dei giovani prospetti, sembra che non ci siano molte prospettive. Quindi se Bloom decidesse di comprare troverebbe tante porte chiuse e probabilmente la squadra che giocherà ad agosto, non sarà diversa dall’attuale. 

Bisogna riconoscere che invece esistono molti buoni motivi per vendere. Abbiamo molti veterani, con contratti di due anni o meno, che potremmo mettere sul mercato con ottime prospettive. Per un giocatore come Paxton, i Red Sox potrebbero richiedere contropartite elevate e ricevere offerte che non si possono rifiutare. Certo che è un bel dilemma. Magari te lo tieni e si rompe di nuovo, rientrando in una infinita IL, oppure lo cedi e aiuti qualcuno che non vorresti aiutare. Anche per Duvall valgono quasi le stesse considerazioni, a parte che per lui abbiamo trovato un valido sostituto in Duran, mentre non abbiamo letteralmente nessuno da mandare a lanciare al posto di Paxton. Quindi se lo cedi, niente mezze misure. Con lui se ne vanno tutti coloro che hanno maturato un valore extra o è emerso un backup, come Turner, Hernandez, Jansen e anche Sale se la contropartita è adeguata. Non credo che questo esito sia possibile, anche se fosse considerato utile. La calda piazza di Boston insorgerebbe (a noi piacciano tanto i nostri ragazzi, e alla fine chi se ne dovrà andare sarebbe proprio Bloom. 

L’anno scorso Bloom tentò di fare entrambe le cose e combinò un casino. Ancora ricordo il traumatico passaggio di Christian Vazquez a Houston, pochi istanti prima di una partita con gli stessi Astros. Peraltro la mossa, che non fu accolta bene dai fan e soprattutto dalla clubhouse, non è che ci abbia dato una grande contropartita. Col senno di poi, visto che siamo arrivati comunque ultimi, allora sarebbe stato più saggio ricavare qualcosa da Bogaerts e Martinez, che alla fine se ne sono andati entrambi durante la off season, in cambio di nulla. 

Insomma la strategia di vendere e comprare contemporaneamente è foriera di guai, a meno di non disporre di una sfera di cristallo che prevede il futuro. Cosa farà Bloom? Se vogliamo credere alle sue stesse dichiarazioni potrebbe tentare irragionevolmente di ripercorrere la stessa strada. E quindi torniamo al quesito iniziale: la proprietà cosa ne pensa?

Io spero che alla fine non succeda nulla, non buttiamo soldi dalla finestra per comprare lanciatori mediocri, Teniamo duro con quello che abbiamo, tanto più che Pivetta, se riesce ad entrare al terzo inning, lancia ottime prestazioni da partente. Ieri 13 strike out, che per un rilievo sono una enormità, solo Randy Johnson ci era riuscito prima. Ma se avesse lanciato i primi 6 e Bernardino avesse lanciato dopo sarebbe stata l’assoluta normalità. Ma va bene, purchè funzioni.

E ieri ha funzionato a meraviglia, consentendoci di mettere la testa davanti agli MFY, che nel mentre sono stati fermati dagli Angels al decimo. Io dico di rimanerci fino alla fine per far scorrere un bel fiume di bile dalle parti del Bronx. Se accadesse metterei un bel + accanto al 2023.

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Ripresi.

Forse ricorderete che non sopporto la pausa per l’All Star Game: una partita inutile che speravo fosse sempre meno seguita e finalmente abbandonata. Purtroppo 7 milioni di persone non la pensano come me e hanno tenuto la classica di metà stagione del vecchio gioco al top nel confronto con gli altri sport americani. Sembra proprio quindi che le mie speranze siano mal riposte.

Il principale problema della pausa è che devo stare 3 giorni senza una partita dei Red Sox e non è inverno. Non vorrei sembrare un tossico, faccio anche altre cose nella vita, ma da qualche anno, quando fa caldo, ho sviluppato l’abitudine quotidiana di dedicare una mezz’oretta al baseball. Mi scandisce la giornata e, come tutti i boomer anziani come me, mi incazzo come una vipera se qualcuno interferisce con le mie abitudini.

Fortunatamente i nostri non sono stati appariscenti nella prima metà e solo Jansen ha corso un moderato rischio di infortunio a Seattle. Ciccio e Bello invece hanno giustamente approfittato della pausa per tornare a casa nei Caraibi, hanno trascorso piacevoli momenti con parenti, amici e fidanzate, hanno ricaricato le pile e sono tornati a lavoro belli carichi.

Ciccio in particolare aveva energie da spendere. Con due homer al secondo e terzo inning ci ha dato subito un vantaggio per 4-0 che i Cubs non sono stati in grado di colmare. E non sembra un caso isolato, ma il giocatore sembra avere un maggior controllo della zona. Nelle ultime 30 partite, Devers ha battuto .295 con .392 OBP e .972 OPS. Con nove HR e cinque 2B in 130 presenze,  si proietta a quota 39 HR per fine settembre. Anche Duvall, Casas, Turner e Chang sono andati in profondità stanotte assicurando un buon run support al nostro partente. In particolare l’homer di Turner ha rimesso le cose a posto quando si prefigurava un possibile ritorno dei cuccioli. Questo non è stato particolarmente apprezzato dai tifosi avversari a giudicare da come rispedivano in campo le palle uscite per homer.

Non bisogna pensare infatti che tutto sia andato perfettamente. Bello ha lanciato 6 buoni inning e ha comunque concesso tre run (con due solo homer di Bellinger), 8 valide colpi, 0 BB e 5 K, ma Turner,schierato in seconda dal nostro infaticabile manager, ha avuto alcuni momenti difficili e i problemi di controllo di Tayler Scott stavano per dare una svolta thriller nella seconda merà del nono, costringendo Jansen a uscire durante un fortunale a rivendicare la salvezza.

Boston ha vinto la sua sesta partita consecutiva per migliorare il suo record a 49-43 nella AL east, esattamente lo stesso dei MFY sconfitti a Denver, ma se finisse oggi la stagione saremmo comunque avanti ai pigiami in virtù del parziale di 5-1 negli scontri diretti. Li abbiamo ripresi e questa è stata una molla per mettersi a scrivere con il caldo di questo sabato pomeriggio. 

Oltre a questo c’è stato anche l’ennesimo singolo trasformato in doppio da Duran. Questa volta lo speedster ha aperto l’inning con una valida sul campo opposto a 96,4 mph. Arrivato comodamente in prima, alzati gli occhi ha deciso di proseguire installando la velocità WARP. Non avrebbe avuto nessuna chance di arrivare salvo se l’esterno sinistro dei Cubs non si fosse sentito costretto ad affrettare il tiro quando ha visto Duran accelerare finendo per effettuare un’assistenza sbagliata in seconda base.

Infine abbiamo Masataka Yoshida, stasera schierato DH, che ha terminato con 2 su 5 la sua ottava partita consecutiva multi-hit. È la serie più lunga di un battitore mancino dei Red Sox dai tempi di Ted Williams, secondo Sox Notes. In questo momento condivide con Bo Bichette dei Blue Jays il primato AL con 34 partite multi-hit.

Questa la striscia completa:

  • 30 giugno: 3 su 4
  • 01 luglio: 2 su 3 
  • 4 luglio: 2 su 4 
  • 5 luglio: 2 su 4 
  • 6 luglio: 2 su 5 
  • 8 luglio: 2 su 5 
  • 9 luglio : 2 su 4

Il record assoluto dei Red Sox è di nove partite, realizzato da quattro giocatori: Xander Bogaerts (2022), Kevin Youkilis (2007), Jim Rice (1978) e  Roy Johnson (1934).

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Odi et amo

Questi ragazzi sono dei sadici che hanno deciso di torturarci. Li odio. Non è possibile che nel giro di qualche giorno, la stessa squadra, composta approssimativamente dalle stesse persone, possa fornire una prestazione degna di un branco di scappati di casa per poi trasformarsi, senza apparente ragione, in spietati professionisti in corsa per il pennant. A volte riescono ad esprimere queste due anime contrapposte addirittura nello stesso momento. La partita di giovedì notte è stata infatti, in una parola, deprimente e, contemporaneamente, fantastica. La squadra ha offerto uno spettacolo squallido, trovando il modo di perdere una partita nella quale il lanciatore partente ha iniziato l’ottavo portando uno 0 (zero) nella colonna delle valide. A parte un mini-rally nel primo inning, mai si sono posti in una condizione tale anche solo da minacciare di segnare un punto. Quindi, mentre Brayan Bello inanellava zero dopo zero sul tabellone, il narcolettico attacco dei Red Sox non mostrava alcun segno di vita. 

Apro un primo inciso per sottolineare che fantastica prestazione di Bello potrebbe segnare una pietra miliare nella storia della franchigia. Sembra proprio che i Red Sox abbiano finalmente sviluppato un buon lanciatore partente! Questo è notevole. Non vorrei essere frainteso, Bello non è ancora un asso, ma questo non dovrebbe oscurare la realtà delle cose. Gli ultimi due buoni lanciatori sviluppati da Boston, Jon Lester e Clay Buchholz, hanno entrambi appeso il guantone al chiodo. Bello in questo momento rappresenta una boccata d’aria per una squadra che è stata a di poco inconcludente nello sviluppo dei pitcher per tanto tanto tempo.

Tutto  questo però non ci ha salvato dal subire la terza sweep in casa da parte di avversari della lega nazionale. Venerdi volevo annunciare che, visto che oramai la stagione era andata in vacca, per le rimanenti partite avrei fatto il tifo solo per Bello. Per annunciare tale proposito avrei atteso il massacro annunciato che si doveva compiere a Toronto.

E invece, passate appena 24 ore, i Red Sox, completamente trasformati, iniziano un’altra fantastica  sweep nei confronti dei malcapitati canadesi. Questi i numeri di squadra nel trittico: .301 AVG 17 run 1.88 Startes ERA  4.26 Bullpen ERA. Niente male no, per una squadra che ne aveva perse 5 di fila, no? Con questo risultato vinciamo la serie stagionale, perché siamo avanti 7-0 con altre 6 da giocare. Tutto questo contro una squadra che la scorsa stagione ce le ha suonate per bene, vincendo 16 partite su 19. Li adoro quando fanno così!

Dominiamo la prima partita approfittando di un’ottima prestazione di Paxton, che ha lanciato uno shut out di 7.2 inning (la sua uscita più lunga dal 16 aprile 2019), concedendo solo 3H 2 BB con 7K. L’attacco finalmente si sblocca. Dopo un equilibrio nei primi inning, caratterizzati da una bella presa di Duran nella parte bassa del primo, l’homer di Justin Turner nel quinto inning ci porta avanti 1-0. Successivamente Jarren Duran incrementa con un fuoricampo da due run (417 piedi e 106,2 mph al centro del campo) nel sesto inning. Nello stesso inning il solo homer di Masataka Yoshida al campo centrale destro porta il punteggio sul 4-0. Il sac fly di Turner all’ottavo ha fissato il punteggio sul 5-0. Nella parte bassa, con Paxton sul monte e 1 out, Devers preferisce gestire una rimbalzante in diamante, taggando sulla terza, invece di innescare un DP 5-4-3, e con questo pone fine alla partita del nostro partente. Martin si procura l’ultimo out (questo particolare avrà un impatto nella giornata seguente) e Ort gestisce il nono senza particolari problemi.

Gara due è stata una partita combattuta, pazzesca ed emozionante, terminata con un hollowodiano play-at-the-plate, il gioco più spettacolare che frequentemente viene proposto nella fiction, ma è rarissimo nella realtà. Ancora una volta ci avvaliamo di un’ottima prestazione del lanciatore partente, Crawford. Dopo aver subito un solo homer a Springer nel primo turno di gioco, passiamo in vantaggio con uno stampone da 2 di Ciccio Devers, finalmente tornato prolifico. Nel quinto, partendo da una situazione di 2-2 dopo il  solo homer di Bichette, sembra che possiamo prendere il sopravvento portando a casa 3 punti, punendo il partente avversario che era stato graziato troppe volte in precedente. Nel sesto aggiungiamo un’altro punto e nella parte bassa, dopo un singolo e un DP, Crawford sembra in pieno controllo, anche dopo aver concesso la base a Belt. Tuttavia, con Guerrero nel box, Alex Cora si è spaventato e ha chiamato Winckowski sul monte, anche se Crawford aveva un conto di soli 74 lanci. Forse la mossa è stata improvvida anche se in un primo momento sembra funzionare perchè Wincowski ha chiuso l’inning eliminando Guerrero. Ora però mancano nove out per vincere la partita. Con Chris Martin e Nick Pivetta indisponibili, siamo a corto di uomini: il primo aveva lanciato in due partite consecutive e il secondo aveva solo due giorni di riposo dopo un rilievo lungo  di 3.1 inning. Quindi Cora è costretto a puntare tutto su Wincowski e questo non può funzionare. Mi piacerebbe che ogni tanto il nostro geniale manager facesse delle mosse comprensibili anche a noi profani.

Al settimo cominciano guai e entra un punto per un mancato pickoff in seconda. All’ottavo rischiamo di sperperare tutto ancora una volta, quando i canadesi si riportano a -1 con un singolo e un homer, costringendo Kenley Jansen a entrare in gioco per eliminare Cavan Biggio e terminare l’inning.

Nella parte alta del nono allunghiamo con un altro punticino con un solo homer di Turner, ma c’è preoccupazione per Jansen, che deve ottenere una salvezza da 4 out, quando traballa parecchio quando ne deve trovare solo tre. Infatti, dopo aver eliminato Kiermaier al piatto, i Jays, con un singolo e un doppio di Springer e Bichette, sembravano aver messo la freccia per una clamorosa vittoria in rimonta. Jansen tuttavia non demorde e ottiene un prezioso K su Belt. Ora deve affrontare  Guerrero, 0 su 3 in quel momento, in una situazione 2 on 2 out. L’inizio è promettente e Jansen trova un vantaggio di 0-2 nel conto. Il terzo lancio gli rimane un po’ alto, appena fuori dalla zona, sul filopiatto esterno. Guerrero colpisce la palla con grande potenza, infilandola nel buco alla destra del prima base. Questa grande velocità della palla, che rimbalza senza attrito sull’erba sintetica, diventa un fattore basilare per l’esito della partita. Verdugo infatti riesce a raccoglierla e assistere a casa con un buon anticipo su Bichette, il quale intanto correva verso casa base, dalla seconda, per pareggiare la partita. Entra in scena anche il suggeritore di terza dei Jays  che combina un gran casino, dandoci bella mano. Mentre nell’azione precedente aveva bloccato Springer in terza, senza apparente motivo, questa volta dà semaforo verde a Bichette quando passa per la terza base. 

Un attimo dopo, con Bichette arrivato a metà corsia, accortosi della tempestiva assistenza di Dugie,  cambia idea e tenta di fermare il corridore. Avrebbe dovuto alzare entrambe le mani e Bichette poteva verosimilmente avere il tempo per fermarsi e tornare salvo in terza, ma ne alza solo una (di mani), Bichette non capisce e continua l’azione. Arriva sul piatto, abbondantemente out sul tempo, con Wong ben piazzato e con la palla saldamente nel guanto. Il tag è, relativamente, facile specialmente per un giocatore che ha il Paraflu nelle vene al posto del sangue. Nessuno si sarebbe stupito se il nostro glaciale ricevitore si fosse esaltato dopo un gioco così drammatico e spettacolare, ma il primo pensiero di Connor è stato quello di accertarsi delle condizioni dell’avversario. What odds!

Tutto fantastico a parte il fatto che Yoshida è stato colpito a un polpaccio, durante il settimo inning, da una palla veloce a quattro cuciture che viaggiava a 101,8 mph. Quando è uscito il ruolino segnava 2 su 3 con un singolo RBI, e non sarà disponibile per la gara successiva.

Inizio a guardare la partita ieri sera immotivatamente fiducioso, i canadesi saranno molto motivati ad evitare l’onta della sweep casalinga e il partente avversario Gausman è un veterano con un buon repertorio, che ci darà filo da torcere. 

Apro iun secondo inciso per notare che fortunatamente Gausman è un destro e così Cora ha la giustificazione per schierare Duran all’esterno centro e indicarlo come leadoff del lineup. Cora, lo sapete, è fissato con i matchups e se il partente è mancino Duran sta in panca e gioca Refsnyder, punto e basta. Questo produce effetti paradossali. Se andate sul sito MLB a consultare le statistiche di hitting dei BoSox, non troverete Duran fra qualified players, cioè quelli che hanno almeno 3.1 PA per ogni partita giocata dalla squadra.  Cosi succede che Hernandez ha 291 PA, Casas 274 PA contro i 233 PA di Duran. Con tutta la simpatia per Hernandez e Casas questi numeri non hanno alcun senso. Per limitarsi solo alla partita di ieri sera Duran chiude 5 su 5, con 4 doppi, 3 punti segnati. Come si fa a lasciare seduto un proiettile umano che trasforma in doppio ogni valida che per il 99% della MLB sarebbe un singolo?  Un’altra genialata di Cora che non riesco proprio a decifrare. Cora è indubbiamente il più bravo della classe, ma non è obbligatorio che lo dimostri tutti i momenti. A volte le cose semplici sono quelle più redditizie.

Oltre a Devers, c’è anche Ciccio che è bello caldo. Cora gli aveva suggerito di fare un giorno di riposo, ma saggiamente Ciccio a rifiutato, Già nel primo inning Ciccio  porta Jarren a casa battendo un singolo con 2 out. Il vantaggio ha vita breve, dato che Belt, nella parte bassa, impatta su Whitlock, segnando il primo dei suoi due homer della serata. E’ probabile che Whitlock accusi già qualche problema al gomito che inopinatamente lo porta ad uscire dopo solo un inning. Ancora un infortunio ai danni di un partente! Entra Bernardino che segna uno zero nella parte bassa del secondo consentendo a Ciccio di ripetersi, battendo a casa Duran con un singolo con 2 out.   

Nella parte bassa del terzo Bernardino cede il passo a Ort con un out e Kiermaier in prima. Non sembra una mossa particolarmente brillante da parte di Cora. Ort concede un singolo a Springer sul primo lancio e durante il turno di Bichette subisce una doppia rubata. Sul conto di 3-0 serve una palletta in mezzo alla zona che Bichette batte sull’esterno destro. Sull’azione tenta di avanzare in seconda, rinnovando il duello con Verdugo che lo fa secco in un gioco al millesimo, che resiste al challange dell’istant replay. Entrano due punti, ma poteva andare molto peggio. Bene o male Ort chiude il terzo inning e lascia il monte a Pivetta che ci tiene in partita lanciando 4 inning di assoluto valore, nei quali ha concesso 1ER (HR di Belt al sesto), 2H, 2BB con 6K.

Purtroppo in attacco gli ultimi 4 del lineup non riescono a battere valido neppure per sbaglio e non riusciamo a muovere il tabellone. Duran continua a battere doppi, Ciccio, che chiuderà 3 su 3 con 2 RBI e 2 BB, continua a battere singoli, ma non lo possono fare nello stesso inning. Particolarmente frustrante il sesto, quando finalmente Gausman esce di scena e esordiamo con due singoli. Purtroppo Casas, Hernandez e Wong, che si fa mettere K a basi cariche, non riescono a far avanzare i corridori in posizione punto neppure con un sacrificio (che d’altra parte Cora non chiama). 

Cominciamo il settimo inning sotto per 4-2, ma le cose vanno decisamente meglio. Duran, che Dio lo benedica, batte il quarto doppio della partita e Turner lo porta a casa con un singolo. Su un’azione di batti e corri, Dugie batte una debole rimbalzante in diamante costringendo  Chapman a correre in avanti per assistere in prima. Sull’azione Turner, arrivato salvo in seconda, decide di correre aggressivo per guadagnare la terza. Guerrero potrebbe eliminarlo con un’assistenza corretta, ma dovrebbe anche avere nervi saldi e, sotto pressione, non ci riesce. La palla passa oltre e Turner pareggia la gara L’inning prosegue con una BB a Devers, portato in secondo da un singolo di Refsnyder, ma ancora una volta Casas e Hernandez non riescono a ottenere nulla da una situazione RISP.

Fortunatamente in difesa non corriamo rischi, Pivetta chiude il settimo con 2K e Martin (un set up da leccarsi i baffi) supera incolume l’ottavo con tre groundout consecutivi. Arriviamo all’inizio del nono con Verdugo nel box e Romano sul monte, appena schierato. Romano lancia una fastbal 4 cuciture a 95,8 Mph proprio in mezzo a piatto e Dugie non perde l’occasione per fare l’eroe, scagliando la biglia in nella tribuna sulla destra dell’esterno centro. La tensione è al massimo, ma la partita si chiude tutto sommato senza sussulti particolari con sei eliminazioni di routine (tre per parte). Devers, dopo aver conquistato un’altra BB, ruba la seconda, ma Refsnyder, Casas e Hernandez sprecano un altro RISP.  Con il closer indisponibile nella parte bassa tocca a Joe Jacques chiudere la partita. E’ abbastanza palese che non avremmo avuto possibilità di sopravvivere a eventuali extrainnig, ma il ragazzo riesce a portare a termine il proprio compito con apparente facilità.

Finisce così, con un inaspettato trionfo, la temuta trasferta a Toronto. Abbiamo imparato che questa squadra è impronosticabile, nel bene e nel male, e anche che non è migliorabile con qualche innesto. Spero che alla fine il front office decida di tenerla così come è, senza cedere giocatori alla scadenza. Con tre wild card a disposizione le numerose variabili in gioco rendono la corsa per arrivare alla postseason troppo complicata per poterla facilmente prevedere. Alla fine i Red Sox sono ancora nel gruppo delle pretendenti e hanno ancora delle chance concrete di poterla spuntare. Abbiamo appena superato la boa di bolina e quindi c’è tutto il tempo per recuperare gli infortunati e tentare un rush nel finale di stagione. L’importante che non arrivi Bloom a incasinare tutto con le sue idee geniali, abbiamo già dato.

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