Ho alcuni punti in comune con John Henry, purtroppo tra questi non c’è il conto in banca e nemmeno l’avere una moglie con la metà degli anni ed anche parecchio gnoc.., di sicuro abbiamo in comune un certo interesse per le squadre con il colore rosso e da oggi una spiccata idiosincrasia per quelle con la maglia blu. Ovviamente le vittorie delle squadre blu, avrete capito che sto parlando di Blue Jays e Chelsea, hanno una valenza ben diversa ma ci si possono trovare delle analogie che a ben guardare sono indicative di come il gruppo che fa capo a Mr.Henry gestisca le sue attività; dato che della partita di oggi ho potuto vedere solo gli ultimi due inning per motivi personali lancio questo tema.
La gestione dei Red Sox … e del Liverpool non si può non definirsi oculata, deve essere “profitable” come si direbbe da quelle parti poi se a questi profitti si aggiungono anche successi sportivi ben venga, ma non è decisivo. A noi che siamo semplici tifosi può poi piacere questo approccio ? Distinguo : le regole tra USA ed Europa sono drammaticamente diverse, da noi concetti come “salary cap” o draft per riequilibrare le forze sono concetti ancora da venire e probabilmente non verranno mai. Quello che mi sembra chiaro sia nel Massachussetts o nel Merseyside è che la Trimurti ha il suo “business plan” e non esiste ragione al mondo per cui lo possa variare. Se per caso ci si accorge che la squadra ha una debolezza non si prova di ovviare a questa debolezza anche se i tifosi lo desidererebbero.
Porto qualche esempio : abbiamo perso pezzi importanti che tanto hanno contribuito in passato, perdite che hanno lasciato un bel buco in attacco ed anche in difesa, non è passato nella mente di alcuno trovare rimpiazzi di livello simile proprio perchè non era economicamente compatibile ed avrebbe abbassato i dividendi, per andare dall’altra parte dell’Atlantico potrei citarvi di come non si sia rinforzato il Liverpool al mercato di gennaio, la squadra era in una posizione di classifica assolutamente inattesa ad inizio stagione ma ciò non ha scalfito di un millimetro il modus operandi di Henry, Werner & Co. Nessun rinforzo e pazienza se sceicchi arabi o multimiliardari russi fanno squadre che si possono permettere di tenere in panchina giocatori di fama mondiale, per noi non è “profitable”.
Siamo sinceri … se fossimo azionisti questo sistema d’agire ci piacerebbe, come tifosi piace molto meno; la domanda di fondo è : quante possibilità di vincere ci sono continuando ad operare in questo modo ? Anche qui le differenze regolamentari decidono la risposta : sarà molto più facile che vincano in futuro i Sox rispetto al Liverpool, sempre ammettendo che i nostri maggiorenti non vogliano arrivare ad un payroll tipo Tampa o Kansas City. New York Yankees e Los Angeles Dodgers continueranno ad essere aggressivi sul mercato ma più di tanto non potranno fare finchè resteranno queste regole e visto anche il momento economico non credo che si andrà in futuro verso una “deregulation” più spinta. Ben diverso resta il panorama nel calcio europeo, che sembra destinato ad essere sempre più il giocattolino per far divertire personaggi con fortune immense accumulate in maniera non sempre chiara.
Tirando le somme il mio io “made in Boston” crede che tornerà ad esultare anche in un tempo accettabile, non quest’anno perchè ormai si sta rassegnando ad una stagione da 80/82 vittorie, ma tutto sommato qualche speranza per il futuro si può nutrire; il mio io “made in Liverpool” invece non esulta da 24 anni e pensa che ne passeranno ancora molti di anni dato che i “competitors” se ne fregano di quanto spendono e probabilmente l’anno prossimo investiranno ancora una cifra che potrebbe coprire una bella fetta del debito pubblico italiano. Alla fine sono sempre più convinto di una cosa : una domenica può essere nera per uno come me perchè tifa ed il tifo è un esercizio del cuore, per John Henry invece i giorni che potenzialmente possono essere neri sono quelli che vanno dal lunedì al venerdì, non il sabato e la domenica. Il motivo è facile da capire : il sabato e la domenica Wall Street non è mica aperta, quello è il terreno di gioco che importa a John Henry