Perdere con le squadre scarse sta diventando per i Red Sox un’abitudine pericolosa, che rischia di inficiare quanto di buono stiamo costruendo in questa stagione anomala, nonché una fonte di grandissima irritazione delle mucose gastriche di chi ama questa squadra.
Stanotte i Red Sox hanno perso con i Reds una partita in cui è andato storto tutto quello che ci poteva andare. Bello (4.0 IP, 5 H, R, ER, 2BB, 4K) è in una serata in cui non trova la zona con facilità e quindi deve salire troppo nel count pitch. Anche quando ha usato la sua palla veloce a quattro cuciture (media di 95,5 mph e picco di 96,8 mph, secondo Baseball Savant), non è riuscito comunque ad ottenere nessun swing-and-miss. Così alla fine del quarto, con 97-61, Cora decide di avvicendarlo, sancendo l’attribuzione della sconfitta al lanciatore partente.
In quel momento la situazione non è compromessa: siamo sotto solo di 1-0, abbiamo scampato una situazione da leadoff triple proprio al quarto, ma in precedenza abbiamo anche sprecato clamorose occasioni per mettere punti sul tabellone.
Insomma si respira una certa fiducia, che il bullpen si incarica di cancellare immediatamente. Garza, subentrato a Bello, subisce un altro punto, ma ancora una volta, i Red Sox hanno avuto la possibilità di battere il lanciatore partente avversario Lively nella loro metà del quinto. Con due eliminati e Hernandez in prima, Tapia batte un doppio sul Green Monster. Kike passa dalla terza base con il semaforo verde del suggeritore di terza Carlos Febles, ma la difesa dei Reds esegue magistralmente un’assistenza a casa con taglio, che trova Hernandez a un paio di metri dal traguardo: out senza discussioni.
Hernandez resta sotto i riflettori anche nel sesto inning. Dopo un singolo, un K e una BB, Garza ottiene una rimbalzante in diamante che Hernandez cattura e si gira verso la seconda per avviare un doppio gioco di routine 6-4-3. L’assistenza su Valdez, che copre il cuscino di seconda, è tuttavia scadente e si perde sul campo destro. E’ il secondo errore di Hernandez in questa partita e il suo undicesimo della stagione. Come risultato della scelta di Bloom di giocare un’intera stagione senza un interbase di ruolo entra un punto non guadagnato e ci sono due RISP sulle basi.
A questo punto sale sul monte il rilievo tanto atteso Joely Rodriguez che chiude l’inning con solo cinque lanci. Stavo per cantare ancora le lodi dei nostri riabilitatori, ma mi devo subito ricredere. Nel settimo Rodriguez riempie le basi con 3BB e un singolo, concede un punto forzato e, per soprammercato, il primo grand slam della carriera a Barrero. Siamo sotto di 8-0 con solo tre turni in attacco per recuperare.
Si respira una totale sfiducia quando finalmente l’attacco decide di tornare in campo. Dopo l’eliminazione di Casas e Hernandez finalmente sbianchiamo lo score con 4 valide consecutive comprensive di un doppio e un triplo che ci fruttano 3 punti. L’ultimo RBI single è di Devers. Yoshida apre la parte bassa dell’ottavo dopo che i Reds hanno incrementato di un altro punto il loro score. Il seguito non è molto fortunato. Duran batte con forza una radente che però il seconda base controlla, seppure a fatica. Con Yoshida avanzato in seconda, Casas alza una linea preda dell’esterno destro. Yoshida a questo punto, probabilmente ricordando male il numero di out, invece di tornare sul cuscino di seconda, clamorosamente lascia il campo, permettendo così un facile double play 8-6.
La depressione raggiunge il culmine e non aiuta che la parte bassa del nono cominci con un out di Hernandez, ma i ragazzi che hanno dato vita al rally dell’ottavo, hanno ancora voglia di giocare. Valdez, che si è procurato un passaggio in prima, avanza in terza su doppio di McGuire e va a casa su singolo di Tapia. E’ il turno di Devers che, giustamente, gira per il contatto e tocca una ground ball sull’esterno centro. Le cose cominciano a farsi interessanti quanto anche Turner decide di partecipare alla festa e piazza, in ritardo sulla destra, l’unica sua valida su 5 AB. Yoshida va al piatto come potenziale punto del pareggio. Quando batte un doppio che spinge Devers a casa e Turner in terza. Entusiasmo alle stelle!
Siamo all’epilogo. Duran interrompe la striscia di valide andando out 6-3 con Turner a casa sull’azione. L’ultimo turno alla battuta è per Casas, che non è in serata. Va subito sotto nel conto e gira a vuoto un sinker fuori dalla zona per lo strikeout definitivo. Nell’intervista post partita chiedono a Cora che fine avesse fatto Mr. Walkoff Verdugo, che forse sarebbe stato utile come PH con il punto del pareggio in seconda. In fin dei conti Casas batte .193 e Duran è andato 3 su 31 con 15 strikeout durante la trasferta sulla costa occidentale. Cora ha risposto di aver concesso un giorno extra al nostro esterno dicendogli: Ehi, giochiamo contro Cincinnati, approfitta di un giorno di riposo in più e torna carico mercoledì. Giochiamo con Cincinnati, cosa potrebbe andare storto?
Siccome Verdugo non era proprio in panchina allora i giornalisti hanno incalzato chiedendo lumi sulla composizione dell’ordine di battuta, che evidentemente è una questione che appassiona anche negli states: perché schierare consecutivamente due battitori mancini (Duran e Casas), giovani e in difficoltà, nelle ultime tre partite? Perchè c’è Turner a terzo slot e Yoshida al cleanup?
Trascrivo nel seguito quello che ha risposto Cora, lasciandolo alla vostra interpretazione, perchè io, come già detto, non ho le capacità per capirci qualcosa. Dice Cora:
“Where we’re at right now with all the lefties, I think that’s the best lineup we can put out there,” Cora said. “Splitting Turner and Hernández hitting seventh and having those two lefties in between them, it helps us with a few things and then with matchups later in the game. So we like what we’re doing. Jarren today had an OK day. He went the other way. That was good. … Casas hit the ball hard in the previous at-bat. So I think that’s where we’re at right now.”