Che stizza!

Perdere con le squadre scarse sta diventando per i Red Sox un’abitudine pericolosa, che rischia di inficiare quanto di buono stiamo costruendo in questa stagione anomala, nonché una fonte di grandissima irritazione delle mucose gastriche di chi ama questa squadra.

Stanotte i Red Sox hanno perso con i Reds una partita in cui è andato storto tutto quello che ci poteva andare. Bello (4.0 IP, 5 H, R, ER, 2BB, 4K) è in una serata in cui non trova la zona con facilità e quindi deve salire troppo nel count pitch. Anche quando ha usato la sua palla veloce a quattro cuciture (media di 95,5 mph e picco di 96,8 mph, secondo Baseball Savant), non è riuscito comunque ad ottenere nessun swing-and-miss. Così alla fine del quarto, con 97-61, Cora decide di avvicendarlo, sancendo l’attribuzione della sconfitta al lanciatore partente. 

In quel momento la situazione non è compromessa: siamo sotto solo di 1-0, abbiamo scampato una situazione da leadoff triple proprio al quarto, ma in precedenza abbiamo anche sprecato clamorose occasioni per mettere punti sul tabellone.  

Insomma si respira una certa fiducia, che il bullpen si incarica di cancellare immediatamente. Garza, subentrato a Bello, subisce un altro punto, ma ancora una volta, i Red Sox hanno avuto la possibilità di battere il lanciatore partente avversario Lively nella loro metà del quinto. Con due eliminati e Hernandez in prima, Tapia batte un doppio sul Green Monster. Kike passa dalla terza base con il semaforo verde del suggeritore di terza Carlos Febles, ma la difesa dei Reds esegue magistralmente un’assistenza a casa con taglio, che trova Hernandez a un paio di metri dal traguardo: out senza discussioni.

Hernandez resta sotto i riflettori anche nel sesto inning. Dopo un singolo, un K e una BB,  Garza ottiene una rimbalzante in diamante che Hernandez cattura e si gira verso la seconda per avviare un doppio gioco di routine 6-4-3. L’assistenza su Valdez, che copre il cuscino di seconda, è tuttavia scadente e si perde sul campo destro. E’ il secondo errore di Hernandez in questa partita e il suo undicesimo della stagione. Come risultato della scelta di Bloom di giocare un’intera stagione senza un interbase di ruolo entra un punto non guadagnato e ci sono due RISP sulle basi. 

A questo punto sale sul monte il rilievo tanto atteso Joely Rodriguez che chiude l’inning con solo cinque lanci. Stavo per cantare ancora le lodi dei nostri riabilitatori, ma mi devo subito ricredere. Nel settimo Rodriguez riempie le basi con 3BB e un singolo, concede un punto forzato e, per soprammercato, il primo grand slam della carriera a Barrero. Siamo sotto di 8-0 con solo tre turni in attacco per recuperare. 

Si respira una totale sfiducia quando finalmente l’attacco decide di tornare in campo. Dopo l’eliminazione di Casas e Hernandez finalmente sbianchiamo lo score con 4 valide consecutive comprensive di un doppio e un triplo che ci fruttano 3 punti. L’ultimo RBI single è di Devers. Yoshida apre la parte bassa dell’ottavo dopo che i Reds hanno incrementato di un altro punto il loro score. Il seguito non è molto fortunato. Duran batte con forza una radente che però il seconda base controlla, seppure a fatica. Con Yoshida avanzato in seconda, Casas alza una linea preda dell’esterno destro. Yoshida a questo punto, probabilmente ricordando male il numero di out, invece di tornare sul cuscino di seconda, clamorosamente lascia il campo, permettendo così un facile double play 8-6. 

La depressione raggiunge il culmine e non aiuta che la parte bassa del nono cominci con un out di Hernandez, ma i ragazzi che hanno dato vita al rally dell’ottavo, hanno ancora voglia di giocare. Valdez, che si è procurato un passaggio in prima, avanza in terza su doppio di McGuire e va a casa su singolo di Tapia. E’ il turno di Devers che, giustamente, gira per il contatto e tocca una ground ball sull’esterno centro. Le cose cominciano a farsi interessanti quanto anche Turner decide di partecipare alla festa e piazza, in ritardo sulla destra, l’unica sua valida su 5 AB. Yoshida va al piatto come potenziale punto del pareggio. Quando batte un doppio che spinge Devers a casa e Turner in terza. Entusiasmo alle stelle!

Siamo all’epilogo. Duran interrompe la striscia di valide andando out 6-3 con Turner a casa sull’azione. L’ultimo turno alla battuta è per Casas, che non è in serata. Va subito sotto nel conto e gira a vuoto un sinker fuori dalla zona per lo strikeout definitivo. Nell’intervista post partita chiedono a Cora che fine avesse fatto Mr. Walkoff Verdugo, che forse sarebbe stato utile come PH con il punto del pareggio in seconda. In fin dei conti Casas batte .193 e Duran è andato 3 su 31 con 15 strikeout durante la trasferta sulla costa occidentale. Cora ha risposto di aver concesso un giorno extra al nostro esterno dicendogli: Ehi, giochiamo contro Cincinnati, approfitta di un giorno di riposo in più e torna carico mercoledì. Giochiamo con Cincinnati, cosa potrebbe andare storto? 

Siccome Verdugo non era proprio in panchina allora i giornalisti hanno incalzato chiedendo lumi sulla composizione dell’ordine di battuta, che evidentemente è una questione che appassiona anche negli states: perché schierare consecutivamente due battitori mancini (Duran e Casas), giovani e in difficoltà, nelle ultime tre partite? Perchè c’è Turner a terzo slot e Yoshida al cleanup?

Trascrivo nel seguito quello che ha risposto Cora, lasciandolo alla vostra interpretazione, perchè io, come già detto, non ho le capacità per capirci qualcosa. Dice Cora:

 “Where we’re at right now with all the lefties, I think that’s the best lineup we can put out there,” Cora said. “Splitting Turner and Hernández hitting seventh and having those two lefties in between them, it helps us with a few things and then with matchups later in the game. So we like what we’re doing. Jarren today had an OK day. He went the other way. That was good. … Casas hit the ball hard in the previous at-bat. So I think that’s where we’re at right now.”

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Agrodolce

Certo che i ragazzi che si occupano del rehab dei lanciatori stanno facendo veramente un lavoro fantastico. Appena tornano sul monte i nostri pitcher ricondizionati, sembrano appena usciti dalla fabbrica, con il certificato di garanzia. Poi magari dopo un paio di uscite perdono un po’ di smalto, ma appena sbarcano dal volo proveniente da Worcester hanno il tocco magico. 

Almeno questa è l’impressione che si è avuta sabato, quando Garrett Whitlock, tornato a lanciare per la prima volta dopo più di un mese e ha dominato i Diamondbacks, ottenendo la sua seconda vittoria stagionale. Le sue statistiche (5 IP, 3 H, 1 RE, 0 BB, 4 K 92-58) raccontano di un solido controllo della palla, ma anche di un lineup dei Serpentes che lo ha toccato spesso, anche se hanno ricavato più che altro dei chopper in diamante. Ciò ci ha permesso di aggiudicarci la serie, grazie a uno squeeze bunt RBI di Reese McGuire nel quarto inning che ha marcato il punto dello striminzito 2-1 definitivo.

Più ampia la vittoria della sera precedente, caratterizzata di un’altra buona uscita dell’asso della nostra rotazione Chris Sale (5 IP, 1 ER, 4 H, 1 BB, 3 K), il quale ha gestito la gara senza grossi affanni, risolvendo i problemi che ha incontrato, limitando ogni danno. Non è il Sale del 2018, forse non lo sarà mai più, ma è comunque ancora molto divertente da guardare.

Dopo tali premesse domenica quindi giocavamo per la sweep e un record positivo nella trasferta ad ovest. Per l’occasione Devers tornava ad occupare un posto nel line up , con la speranza che potesse capitalizzare i due giorni di pausa che il manager gli aveva concesso. 

Purtroppo le distanze americane non hanno permesso a Ciccio di respirare l’arietta frizzantina di Worcester. (Laddove un certo Dalbec, nel mese di aprile, ha segnato .230/.373/.459/.832 con 3HR, 3 2B, 1 3B, 11 R, 13 RBI, 11 BB, 30 K and 2SB in 17 partite). Devers infatti ha marcato uno esasperante 0-5, con un’altro esasperante turno alla battuta al settimo con basi cariche. Un’altro momento clutch finito in un nulla di fatto. I suoi compagni di squadra hanno messo assieme 2 run, che erano stati sufficienti la sera prima, ma non in questa occasione a causa dei primi due inning di Tanner Houck (4.0 IP, 6 H, 2 HR, 4 ER, 4 K), durante i quali ha concesso i 4 run che hanno deciso la gara. In precedenza starting pitchers dei Red Sox avevano 2 ER o meno in 8 of delle loro 9 uscite, cumulando 2.91 ERA (46.1 IP, 15 ER). Successivamente Houck riprende il controllo con due 1-2-3 frame consecutivi, e un ottimo Pivetta (3.0 IP, 2 H, 0 ER, 3 K) ci tiene in partita fino alla fine.

Purtroppo però le mazze sono cosi fredde da fa sembrare il partente avversario un top player. L’unico che riesce con continuità a dare fastidio alla difesa avversaria è Yoshida, che raggiunge quasi sempre la base, come all’ottavo, subito dopo lo HR di Turner che aveva rianimato le nostre speranze. Perchè dopo era in battuta dopo Turner, chiederete voi? Vi ringrazio della domanda che mi permette di precisare di non averne la più pallida idea. Decifrare i criteri con i quali Cora decide il lineup iniziale delle partite è un mistero gaudioso e un compito largamente superiore alle mie capacità di analisi. Per quanto mi riguarda potrebbe anche affidarsi al sorteggio, tanto mi sembrano casuali. 

Lunedì è stato giorno di riposo e spero che lo skipper ne abbia approfittato per studiare qualche misura per ridare smalto a un attacco decisamente asfittico in questi ultimi tempi. Speriamo che l’annunciato imminente ritorno di Adams possa rappresentare una svolta in questo senso, ma anche lui stesso potrebbe cercare di fare un po’ meno casino.

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Un altro passo falso

In questo primo terzo di stagione tutti avevano individuato il principale problema dei Sox principalmente nella rotazione iniziale (in effetti l’ERA complessiva dei partenti ci colloca in quart’ultima posizione), mentre nessuno aveva dubbi sulla qualità dell’attacco, anche dopo aver perso il battitore più prolifico per una frattura al polso (d’altra parte nessuno credeva che Adams sarebbe durato a lungo con quei ritmi). 

Da quando però siamo  atterrati ad Anaheim le cose sembrano drasticamente cambiate. Anche se il  monte ha funzionato molto bene recentemente, le tracce del passato sono tuttora presenti nelle statistiche stagionale. Per esempio, l’asso della nostra rotazione, Chris Sale ha un’ERA superiore a 5,00 Gli eccellenti sei inning di Tanner Houck i contro gli Angels hanno portato la sua ERA sotto quota 5 (4,99). Degli otto lanciatori che hanno iniziato le partite per Boston in questa stagione, sei hanno ERA superiori a 5.00. Solo uno si salvava, James Paxton che però stanotte si è allineato ai suoi compagni con una prestazione mediocre che è costata la sweep.

Il punto di svolta della partita credo possa essere stata la parte alta del secondo inning. Con un Tyler Anderson con problemi di controllo sul monte per gli Halos, i Sox hanno avuto la possibilità di colpire per primi. Con un out, Devers era appena passato dalla prima alla terza base per un singolo di Pablo Reyes sull’interbase, quando Wong è entrato nel box di battuta. E’ stato un turno abbastanza anomalo. Sul conto 1-0 Wong, che probabilmente aveva problemi di interpretazione dei segnali, ha chiesto tempo sventolando la mano davanti alla faccia dell’arbitro che lo ha ignorato e ha chiamato strike il lancio in mezzo al piatto con Wong che non era pronto a battere. Si arriva sul conteggio di 2-2 (di nuovo l’arbitro ha chiamato strike un lancio abbondantemente basso e interno), quando tutto è andato a rotoli.

Wong gira a vuoto una fastball da 88,4 mph quasi al centro della zona e va K. Allo stesso tempo, Reyes è decollato verso la seconda base, spingendo il ricevitore degli Angels ad assistere il seconda base che copriva il cuscino. Reyes però era quasi arrivato e il difensore  ha potuto dedicarsi a Devers che, in maniera scellerata, era partito per un tentativo di doppia rubata e lo ha fatto secco senza problemi, completando il double play che poneva fine all’inning e, considerando il subitaneo crollo di Paxton, la nostra partita.

Capita spesso che i battitori di una squadra sincronizzino il loro slump, come si dice (non so se sia vero) facciano con le mestruazioni le ragazze che vivono assieme. Questo è proprio uno di questi momenti in quanto i nostri migliori battitori sembrano proprio tutti fuori fase e insulsi turni alla battuta si susseguono senza soluzione di continuità. Emblematico in tal senso potrebbe essere il turno di Devers, leadoff nella parte alta del settimo inning in gara 1, l’unica in cui abbiamo realmente conteso il risultato. Avevamo pareggiato nell’inning precedente e francamente speravo ardentemente che Devers potesse dare una svolta alla partita. Al ragazzo vengono dati un sacco di soldi per cacciarla fuori, specialmente in queste situazioni clutch. Ora a me non mi pare che in questa stagione Devers abbia colto un successo in questi frangenti, e quindi mi aspetto che almeno ci provi, quando si presenta la necessità, non mi aspetto proprio che si faccia mettere facilmente out con un triste bunt sul lanciatore. Ho torto? Secondo me Devers dovrebbe prima fare quello per cui è pagato e poi emulare il compianto, Ellsbury tentando doppie rubate e bunt a sorpresa.

E comunque sia non arriva in base. In ns slugger è terzo nella American League nel numero fuoricampo (13), ma i suoi arrivi in base (OBP) sono deficitari. Questo il quadro delle sue prestazioni su Baseball Savant. Il grafico va interpretato come rosso bene, blu male.

Devers registra una OBP 290  contro 355  in 297 partite (1.278 AB) nel 2021-22 e si vede molto bene che il suo problema è la bassa percentuale di BB. Sono due settimane che non va in base gratis e, se non lo fai la percentuale in base corrisponde esattamente alla media di battuta.

Devers non va in base dal 9 maggio ad Atlanta e lo ha fatto solo due volte in 20 partite (80 presenze) a maggio, dopo aver camminato otto volte in 28 partite (123 presenze) ad aprile.

Devers ha registrato un tasso di BB combinato dell’8,8% nel 2021-22, che si abbassa al 4,9% in questa stagione. Secondo Cora Devers gira a vuoto molti lanci fuori velocità contro i destri, mentre è stato migliore contro i mancini. 

Ora abbiamo un giorno di riposo, prima di andare in Arizona, che spero sia utilizzato per leccarsi le ferite e cercare di registrare lo swing di tutto il ns lineup che, a parte Devers, vede grandi defiance da parte di pilastri come Verdugo, Turner e Yoshida. 

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Bene, ma non benissimo

Corey Kluber era leader fra i pitcher MLB nel 2022 per il minor numero di BB/9 (1,2). Ha concesso due o più BB solo in tre delle sue 31 partenze. Quest’anno è tutta un’altra storia. Il giorno in cui affronta Wacha, l’uomo che lui stesso ha sostituito nella rotazione Red Sox, riesce a mettere assieme una prestazione talmente inguardabile da portare il nostro rimpianto a massimi livelli. Solo nel primo inning concede 3BB che fruttano a S. Diego un punto forzato prima che Odor sparecchi le basi con un doppio sulla destra. Non sono punti guadagnati sul lanciatore perchè un interno ha commesso un errore e a gioco corretto quei punti non sarebbero entrati. Chi era l’interno? Corey Kluber!

Mi dispiace iniziare il resoconto dalla pagina peggiore di una settimana che tutto sommato è stata piuttosto positiva: abbiamo ottenuto la vittoria in due serie consecutive con 4W in row, iniziata dalla riscossa di Pivetta, le prestazioni spaziali di Bello e Sale e anche di un Paxton decisamente superiore alle attese, un attacco buono dove, ogni tanto, Ciccio si affacciava e faceva bum bum.   

Perchè  quindi andare a sfruculiare sulla presenza di un inguardabile Kubler, preferito a Pivetta nella rotazione? In primis perché la nostra andatura ⅔, ottima in teoria, non è sufficiente per restare in scia nella turbolenta AL est. Kubler oramai è diventato uno dei problemi principali della squadra, incapace di tenerti in partita contro un attacco di San Diego che, pur decisamente più forte sulla carta, sta attraversando un nerissimo slump collettivo.  

Infine perchè dall’altra parte lanciava un Wacha che, al contrario, ci ha tenuto a bada per i primi 5 inning dello shutout. Dopo l’ottimo 2022 sembrava assolutamente opportuno, e in linea con l’atteggiamento del front office, trattenerlo a Boston, ma si è preferito fare altro.  Per trovare un decisione di Bloom altrettanto fallimentare occorre tornare a quando gli venne in mente di mandare Renfroe a Milwaukee in cambio di Jackie Bradley Jr., e altri due che nemmeno mi ricordo.

Cora ha annunciato che, con il ritorno di Whitlock contro i D-backs, la rotazione resterà a sei questa settimana. Spero che alla luce della prestazione di Whitlock, si prenda atto che Kubler non solo è inutile, ma è addirittura dannoso e non ci serve a nulla, neppure nel bull penn, adottando le misure necessarie.

Insomma la squadra va bene, ma non benissimo. Sembra una creatura esile, esposta a tutti gli accidenti. Ci sono incertezza e nuvoloni in un orizzonte che promette pioggia da un momento all’altro e mi chiedevo siamo felici di tutto questo? Io no e non sono felice da quando Betts è andato a giocare al calduccio. E non riesco a capire se (o perchè) anche la proprietà è contenta del lavoro di Bloom.

Per capirlo bisognerebbe conoscere il mandato affidato a Bloom, a parte l’imperativo cogente di ridurre il libro paga. Sono andato a chiederlo in qualche blog e questa è la risposta più convincente che ho trovato: Bloom non  è venuto a replicare il modello Tampa, ma quello di Houston. In effetti ci sono alcuni paralleli che inducono a pensare che gli stili di gestione delle due franchigie convergono, anche se Bloom ne esce male dal confronto:

Anche Houston lascia che le star del roster se ne vadano altrove quando raggiungono la  free agency (Carlos Correa, George Springer come Betts e Bogaerts) a meno che non possano pagarle significativamente al di sotto dei contratti a valore di mercato (Bregman, Altuve, McCullers). Diciamo che Bloom ci ha provato sia con Bogaerts sia con Devers, ma è stato sconfitto, in un modo o nell’altro, in entrambi i casi 

Houston non ha paura di spendere in free agent, ma limitano i rischi con accordi molto brevi (un anno per Verlander, due anni per Brantley). Bloom sembrerebbe sulla stessa strada (Kubler, Turner, Adams) solo per i contratti minori, mentre resta a un approccio tradizionale con Story o Yoshida. 

Houston sviluppa giocatori che possono salire con successo in prima squadra in grado di sostituire degnamente qualsiasi posizione persa (Yordan Alvarez, Jeremy Pena, Kyle Tucker). Su questo punto gli scuri (Dalbec, Codero) sembrano sovrastare i chiari (Wong, Bello)

Insomma sembra che Bloom si ispiri agli Astros per creare una paragonabile serie di successi. Ammesso che abbia lo stesso piano di gioco per il momento non sembra coronato dagli stessi duraturi successi. Quindi, che dite, la proprietà è felice?

Ora ci aspetta la trasferta più insidiosa di questo tour sulla west cost, contro una diretta concorrente alla Wild .Card. Ci incontriamo dopo pochi giorni da quando gli abbiamo affrontati al Fenway, quando eravamo in modalità come back. C’è di bello che non vedremo Othani sul monte.

 

 

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Una sweep inaspettata 

Per farla breve siamo stati travolti dalla compagine che si trova all’ultimo posto nella NL Central ed è nove partite sotto .500. Questa serie doveva essere l’inizio della discesa (mi riferisco al calendario più agevole di cui avevo parlato in un precedente post) e invece abbiamo trovato un muro verticale contro il quale ci siamo sfracellati, sprofondando all’ultimo posto in classifica e, quindi, mollando l’ultimo slot per la postseason ai pigiamini. 

Da una parte sapevamo che abbiamo una squadra squilibrata, con ambizioni limitate e carenze di organico in ruoli decisivi, e quindi ogni tanto ci toccherà prendere atto della realtà delle cose. D’altra parte però questa volta per i Red Sox l’incontro con la realtà è sin troppo crudele. I Red Sox avrebbero potuto tranquillamente aggiudicarsi le prime due gare, approfittando delle due gemme assolute prodotte dai nostri partenti. 

Dispiace di aver sprecato l’uscita di Paxton, il cui buon ritorno dopo oltre 766 giorni di assenza, avrebbe potuto avere maggior fortuna. Difficile capire quale sarà il contributo di Paxton in questa stagione. in fin dei conti l’abbiamo visto all’opera per solo cinque inning. Ma, per chi come me pendeva per lo scetticismo, sono stati cinque inning davvero impressionanti. Nove strikeout, una fastball da 96 mph e solo due punti concessi al primo inning a un homere Arenado che  evidentemente ha trovato il Fenway particolarmente adeguato a battere profondo. Comunque ok James, buona la prima! Mi raccomando, ora mantieniti in salute per qualche annetto, altrimenti non riuscirai a lanciare abbastanza inning per comparire nelle statistiche all time. (Incrociamo le dita!)

Dispiace almeno il doppio aver sprecato l’uscita di Sale, che ha sfoderando una prestazione superlativa (8 IP, 3 H, 1 BB, 9 K, 1 ER ora ha un’ERA di 2,21 con f20.1 inning, 5 run nelle ultime tre partenze),  dominando la partita in profondità, ha dimostrato di essere tornato ad essere un Asso assoluto nel baseball, in grado di farci competere con chiunque. E’ anche tornato ad essere un patrimonio e quindi spero bene che Blom sia licenziato a fine stagione, prima che gli venga in mente di scambiarlo!

Tutto questo ben di Dio, sprecato malamente da due blow save consecutive di Jansen, la seconda particolarmente urticante con tre violazioni tempo e un erorraccio di tiro commesso da Kike Hernandez. Per quanto riguarda il nostro closer dirò solamente che ci sarà pur una ragione se è stato rilasciato da una squadra con grandi ambizioni come i Dodgers per approdare una squadra senza ambizioni come i Red Sox. Facciamocelo piacere perché comunque è la cosa migliore che abbiamo visto da tanti anni. Vorrei inoltre solidarizzare con 

Kike Hernandez, un professionista costretto a giocare fuori ruolo per un’assurda politica di mercato del front office, che comunque ha cercato di fare il massimo con grande professionalità.

Rimane da commentare gara 3 e direi che il compito è più facile. Corey Kluber continua a usurpare senza motivo un posto in una rotazione che ora vede sei elementi, continua a occupare anche posto nel roster, senza motivo. Direi che siamo pronti per un DFA. Stiamo parlando dell’unico acquisto che Bloom ha pensato di fare per puntellare la traballante rotazione 2023 e siamo solo a metà maggio. 

A proposito di DFA finalmente, dopo l’ennesima prova disastrosa di domenica, i Red Sox si sono decisi a designare Ryan Brasier. Con grande rammarico (si fa per dire!) ci priviamo della collaborazione di un altro tassello della formazione che trionfò nelle World Series 2018. Con questo provvedimento di quella squadra ora sopravvivono solo Chris Sale e Rafael Devers. Il giocatore si è detto dispiaciuto ma anche dichiarato “Honestly, a new start might not be bad”. Parole sante Ryan! Se fosse stato per me ti avrei dato da tempo l’opportunità di trovare maggior fortuna altrove. E’ stato molto bello vederti prendere il monte per 4 lunghissimi anni dopo quella lontana grandissima stagione e ti auguriamo sinceramente il meglio.

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Uno split insperato

Alla fine abbiamo ottenuto lo split nella miniserie ad Atlanta con i nostri “natural rivalries” per  interleague series nel 2023. Non sapevate che i Braves sono i nostri “natural rivalries”? Beh, sapevatelo! L’ha deciso Manfred.  Immagino che i Braves siano i nostri “natural rivalries” perché all’inizio del secolo scorso la franchigia di NL aveva la sua home a Boston, ma non ne sono certo. Dal punto di vista pratico questo vuol dire solo che giocheremo un’altra miniserie con loro al Fenway, mentre incontreremo in una singola serie da tre partite, ogni altra squadra NL.

Comunque sia Atlanta è una squadra di tutto rispetto e, dopo aver visto come ce le aveva suonate in gara uno, temevo proprio di incassare una seconda sconfitta. E invece prevaliamo 5-2 e risaliamo in classifica con 22W-16L, un record che ci porrebbe in vetta a qualsiasi altra division nel baseball, ma in Al Est ci frutta solo il terzo posto.

La partita è stata segnata da un’altra ottima prestazione del giovane domenicano Bello, alla sua quinta partenza stagionale.  Dopo aver eliminato i primi sei battitori affrontati, e gestito con successo una pericolosa situazione di due on e no out nel terzo, ha continuato a tenere Atlanta fuori dal tabellone fino al quinto inning. Nel sesto inning, con Boston in vantaggio per 2-0, arriva il calo.  Bello incassa subito un solo HR da Acuna e il pareggio su singolo RBI di Eddie Rosario, che nell’azione è colto rubando in seconda da una cannonata di Connor Wong per l’eliminazione finale dell’inning. 

Bello conclude così la sua prestazione, registrando 2ER su 6H, 1BB 6K, che gli consente di abbassare a 5.01 la sua ERA. Bello ha indotto 18 swing-and-miss con esattamente 100 lanci (di cui 67 strike), raggiungendo la velocità max di 97,4 mph.  In tre partenze da quando è tornato alla rotazione della major league, Bello ha un record di 2-0 con un’ERA di 2,81, avendo concesso solo 5ER punti guadagnati in 16 inning. Sembra proprio che la retrocessione in Triplo A del 24 aprile abbia fatto scattare qualcosa. 

Le mazze di Atlanta sono tenute a bada nel resto della partita. Winckowski, il primo chiamato dal bullpen, lancia un ottimo  1-2-3 inning nel settimo. Chris Martin che gestisce bene l’unico  singolo incassato all’ottavo, e apre la strada a Jansen nel nono che ottiene la salvezza. Congrats Kenley! Con la tua 400esima salvezza in carriera entri in un club molto esclusivo.

Tutto bene quindi? Insomma. Cerchiamo qualche pelo nell’uovo. Cora ha bisogno di ricorrere al suo stellone per rimediare alla scelta, recidiva, sciagurata e evidentemente insensata, di schierare Refsnyder come leadoff del lineup. Una decisione che gli poteva costare cara, se dal mazzo non avesse successivamente cavato il jolly Tapia, l’uomo che con un ottimo doppio in campo destro al settimo, ci porta lo RBI che risulterà decisivo. C’è qualche ragione per continuare a tenere Duran (3AB 2R 2H 1RBI) al sesto posto dell’ordine di battuta? Duran e Triston Casas erano sulle basi per BB al settimo quando Tapia è entrato nel box. Di nuovo Duran era in seconda quando Casas ha battuto il suo quinto fuoricampo dell’anno. Non farebbe più comodo averlo sulle basi quando nel box c’è Yoshida o Turner o Devers invece di Tapia o di Casas?

Notazione finale con uno spotlight  su Ciccio Devers. Che cosa sta succedendo al nostro superpagato ragazzone in terza base? Il ragazzo gira quella mazza con un furore tale che sembra abbia una questione personale con la palla. Baseball Savant ci conferma che, quando la prende,  le sue battute sono, in media, migliori rispetto a quelle del 96% degli altri battitori, ed è uno spettacolo da guardare. Il problema è che non è disciplinato nel box, non seleziona con cura i lanci da battere, ma gira praticamente tutto quello che gli passa sotto il naso. I migliori battitori conoscono la zona dello strike e, non girano tutti i lanci al di fuori della zona, aspettando il lancio giusto. Devers invece non sembra in grado di farlo e neppure di impararlo, perchè sembra peggiorare con l’età invece di migliorare. Le conseguenze negative di questo suo atteggiamento si riverberano in diversi campi. Da una parte produce out invece di andare in base: se non lo colpiscono è molto difficile che prenda una BB e alla fine della gara si sente. D’altra parte semplifica la vita ai lanciatori avversari instaurando un circolo vizioso. Temendo che Ciccio gli frantumi la palla il lanciatore avversario evita di lanciare nella zona,  ma lo swing-and-miss di un lancio ball vale come uno strike, questo porta Ciccio in svantaggio nel conto, il che incentiva il pitcher a evitare la zona e così via. Per farla breve, esattamente il contrario di quello che fa Yoshida.

Se osservate i due turni alla battuta della partita di ieri, quando è entrato dalla panca,  li troverete paradigmatici di questa situazione: un K quando avrebbe potuto produrre punti seguito da un singolo improduttivo quando non ci sono RISP. Questo denota, secondo me, che c’è anche una componente emotiva sottostante alle statistiche. Lo staff tecnico dovrà mettersi al lavoro per far diventare più clutch il nostro miglior battitore.

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È l’outfield, bellezza!

Dopo la sconfitta nella prima partita della serie con Cleveland il 28 aprile il nostro record 13-14 ci poneva all’ultimo posto nella divisione, 9 GB da Tampa Bay. Prima della sconfitta di domenica, avevamo superato in classifica sia New York che Toronto ed eravamo a 2 GB da Baltimora. Vabbè Tampa era ancora a 7,5 partite di distanza, ma quelli fanno un campionato a parte (e quando vincono al decimo inning con gli Yankees che erano un vantaggio di 6-0 nella parte inferiore del quinto con Cole sul monte mi stanno quasi simpatici). 

Non sarà più facile affrontare Atlanta, capolista nelle NL est, nelle prossime due partite, ma ci sono buone possibilità che i nostri riescano a farsi valere nelle serie successive contro St. e Seattle, compagini sicuramente alla nostra portata. Il risultato di tutto questo è che, auspicabilmente, Boston resterà a lungo competitiva per un posto nelle wild card, che francamente è infinitamente più di quanto mi aspettassi all’inizio (cioè zero via zero).

Dobbiamo prenderci sul serio? Sembra di si. Secondo la metrica “Strength of Schedule” di ESPN, i Red Sox hanno avuto il calendario più duro di tutto il baseball, fino alla partita di sabato. Non saprei come valutare l’attendibilità di questa statistica, ma è decisamente interessante che le squadre che seguono Red Sox in questa statistica (White Sox, Tigers) abbiano effettivamente dei record terribili. D’altra parte secondo Tankathon, il calendario rimanente dei Red Sox, che riguarda la maggior parte della stagione, è valutato come più facile rispetto a tutte le squadre con cui dobbiamo concorrere. 

Quindi che dire? Siccome essere superstiziosi porta male, non possiamo fare altro che accettare queste statistiche con olimpica indifferenza e guardare avanti. 😀

Ora viene da chiedersi di chi sia il merito di tutto questo. Naturalmente l’indiziato numero uno è Alex Cora, che dal 2018, quando tutto ciò che toccava si tramutava in oro, ad oggi gode di una reputazione inossidabile ad ogni possibile inconveniente. Però possiamo dire che ci sono almeno un paio di cose proprio insopportabili? 

  • possiamo smetterla di schierare Brasier sul monte? Almeno fino a quando il resto del bullpen non sia stato sterminato dal colera?
  • possiamo smetterla di schierare leadoff esterni di rincalzo come Refsnyder o Tapia, quando manca Verdugo? Che senso ha dare il maggior numero di AB a questa gente quando c’è Duran schierato a metà dell’ordine di battuta?

A tale proposito, non avrei mai pensato di poterlo scrivere, ma Jarren Duran (che sembrava il gemello di Dalbec nel box) improvvisamente è esploso come una supernova e come tale (secondo FanGraph è il miglior CF nel baseball) illumina l’outfield dei Red Sox redivivi. 

​​Il campo esterno è ora tornato a livelli comparabili con il 2018 ed è sicuramente la causa principale delle nostra rimonta. I nostri outfielder sono in testa all’AL con un 4.6 WAR, anche se in difesa sono statisticamente un po’ traballanti con un -0.7 UZR/150 e un -6 Defensive Runs Saved, ma sono sicuro che saranno incomparabilmente migliori del 2022.

Ancora non possiamo escludere con sicurezza che le prestazioni di Duran non siano altro che una striscia positiva di un giocatore mediocre, ma, più passa il tempo e più diventa probabile che sia la tardiva maturazione di un prospetto su cui avevamo fatto cospicui investimenti. Chiamato alla non banale responsabilità di sostituire Duvall (l’incredibile meteora di inizio stagione), Duran ci ha ripagato con prestazioni strabilianti con la mazza, un deciso miglioramento in difesa e la conferma di una velocità supersonica sulle basi. Complimenti a lui e allo staff tecnico che lo ha preparato. 

Uno staff tecnico che sembra aver trovato una soluzione anche allo slump che ha afflitto Yoshida nelle prime tre settimane. Sembra che una semplice modifica meccanica suggerita dall’allenatore Pete Fatse abbia contribuito a sbloccare Masataka che, raggiunta quota 16 nell’attuale serie positiva, sfoggia ora lo stesso wRC+ di Vlad Guerrero, Jr. e Wander Franco. Chaim Bloom è stato molto criticato per la tempistica della stipula immediata di un contratto quinquennale di $ 90 milioni. Gli esperti lo hanno stroncato solo sulla base del fatto che fosse sopravvaliutato per il solo fatto che è stato sottoscritto immediatamente. Finora sembrano proprio soldi spesi bene.  

Ma questi non sono gli unici esempi di ciò che lo staff tecnico nel suo insieme ha fatto con i giovani (più o meno) battitori della squadra come, ad esempio:

  • Connor Wong è entrato nella stagione con una carriera di .651 OPS in sporadiche apparizioni in major league. In questa stagione il suo wRC+ è stato del 16% superiore alla media del campionato. E cos’ non posso neppure lamentarmi della mancata firma di Vasquez, che sembrava una mossa così scontata durante la off season
  • Alex Verdugo che aveva .772 OPS in carriera, in questa stagione sfoggia uno strabiliante .883. Il giocatore attribuisce tutto ciò alla sfida che gli ha Alex Cora. (Alex dei miracoli)

Tutto questo a inizio stagione era assolutamente impreventivabile e nessuno di coloro che analizzano il baseball di professione lo aveva minimamente previsto. anzi, se lo avesse fatto, lo avrebbero preso per pazzo. Viene da concludere che anche gli stessi protagonisti fossero del tutti all’oscuro di ciò che stava per succedere. D’altra parte è questo ciò che rende il baseball così divertente. È facile cadere preda delle proprie previsioni, analizzare tutti i numeri e credere di aver capito tutto e poi svegliarsi in un mondo completamente diverso da quello immaginato, dove i Red Sox non sono quello che ci aspettavamo e fanno che ci sembravano del tutto improbabili.

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Home Sweep Home

Avevo chiesto le montagne russe e sono stato accontentato. I primi due incontri sono stati i più emozionanti e vinti di misura. In attacco si sono palesati improbabili protagonisti (Valdez, Wong, Arroyo) che improvvisamente si fanno avanti e colpiscono duro, insieme a costanti presenze come Duran e il caldissimo Verdugo che trova sempre il modo di contribuire al risultato della squadra,

Ancora una vittoria in gara 3, caratterizzata da una riscossa di Casas che mette a segno 3 valide e 2 RBI. Nick Pivetta, al suo quarto inizio di stagione per i Sox, ha concesso 3 ER, 5 H, 5BB  tre corse su cinque colpi e una BB con 6 strikeout in sei inning di lavoro di qualità, vincendo il confronto con l’ostico Manoah (5.0, 8, 5, 2, 1, 3, 0).

Prima della partita sono state riesumate vecchie ruggini fra il lanciatore avversario e Verdugo che, la scorsa estate, non aveva apprezzato l’atteggiamento arrogante che questi aveva tenuto dopo aver eliminato dei compagni di squadra come Dalbec e Casas.

D’altra parte i Blue Jays lo scorso anno ci hanno dominato, lasciandoci le briciole di sole tre vittorie. Simbolo di tale dominio lo starter Kevin Gausman, che contro di noi ottenne ben 3 W su sei partenze con 2BB e 47K. La montagna da scalare per completare il cappotto nelle quarta partita sembrava quindi molto più impervia di quanto sia stato poi realmente sperimentato: l’attacco dei Red Sox ha mandato in barca Gausman, schiacciato sotto una valanga di 8 ER in soli 3.1 IP, mentre il nostro  Bryan si faceva Bello completando 5 inning con 5K, 1 BB e solo 2ER. 

Pensate che, nel secondo inning il due up prevedeva, in sequenza, Chapman, Belt, e Jansen. Ebbene Bello li ha eliminati tutti e tra al piatto, impiegando solo 14 lanci. Sarà un bel problema per Cora azzeccare la mossa giusta quando gli infortunati verranno reclamare il loro posto nella rotazione.

Un problema analogo si porrà al ritorno del miglior battitore del mese di aprile, il grande Adam Duvall che, prima di farsi male, in sole otto partite otto, ha registrato .455/.514/1.030 per 1.1 fWAR. Chi può fargli spazio quando chiunque Cora schieri in campo esterno (anche per un solo passaggio estemporaneo come Tapia), sembra tarantolato quando prende un bastone in mano? Insomma dove lo metterà Cora? Farà uscire uno fra Duran, Yoshida o Mr. Walkoff Verdugo? Oppure metterà sedere in panchina Justin Turner per farlo giocare DH? Tranquilli! Alla fine Cora troverà sicuramente un sistema per far funzionare la squadra. 

I problemi di abbondanza non sono problemi insolubili, almeno non altrettanto difficili da risolvere come quelli di ristrettezza che incontriamo quando passiamo al campo interno. In seconda base dobbiamo scegliere fra un giovane difensore inaffidabile, ma che almeno è efficace in battuta come Valdez, o Arroyo, un veterano solido in difesa, ma affetto da cronico slump con la mazza. La coppia dietro il piatto sembra in crescita: l’emorragia di SB di inizio stagione sembra tamponata e anche Wong comincia a farsi valere in attacco (due suoi homer nel finale ribaltano gara 2), ma la somma di entrambi è ancora ben lontana al totale di un Varitek o anche di un Saltalamacchia.

Per non parlare di coloro che non hanno rincalzi e quindi non si possono far male: Ciccio Devers (un po’ in ombra con la mazza in questa serie a parte gara quattro) e l’eroico Kike Hernandez, costretto a giocare interbase contro ogni logica. Niente da dire contro il giocatore, che è un grande professionista. In attacco le sue prestazioni sono buone, anche se non eccezionali. Il vero problema è la difesa perchè non ci improvvisa a giocare in un ruolo chiave dell’hot corner, senza vantare un lungo praticantato in carriera in quella posizione. La tempistica di arrivo sulla palla è buona, ma su quando poi deve assistere son dolori. Due suoi catastrofici errori sembravano compromettere la partita nel secondi inning di gara. Kike dovrà stringere i denti ancora un po’. Adalberto Mondesi dovrebbe tornare a giugno, ammesso che poi non si faccia male di nuovo.

Comunque sia godiamoci la sesta vittoria consecutiva, il terzo posto posto in classifica, +0,5 WCGB e il record di 19-14, cinque partite sopra quota .500 per la prima volta in questa stagione. Ci aspetta ora la trasferta a Philadelphia, per affrontare il team di Dombrowski che la scorsa stagione ha disputato le WS. Di solito i Red Sox vanno forte negli incontri interlega, ma questo è un avversario di tutto rispetto.

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The BEST division 

Si è concluso il primo mese della stagione 2023 e, con il record cumulativo di 90W 53L 629PCT, la divisione est della lega americana ha stabilito una supremazia imbarazzante su tutte le Major. Per capire meglio l’entità di questi numeri basti dire che una squadra che mantenesse questa percentuale chiuderebbe la stagione con 101 vittorie. 

Per confronto il  record cumulativo della AL Central, division della quale abbiamo recentemente affrontato con successo le due contendenti al pennant, è 55W 87L 387PCT che si proietta in deludente 63W a fine stagione. Noi che siamo ultimi abbiamo comunque un numero di vittorie superiore alla somma di quelle ottenute da Royal e A’s messi assieme, anche loro ultimi nelle loro rispettive divisioni. Insomma si è creata una tale distanza siderale che, se dovesse perdurare con queste proporzioni, metterebbe in crisi l’organizzazione del campionato minando la rappresentatività delle squadre che accederanno alla post season il prossimo ottobre. 

Tutto questo pippone introduttivo per dire che abbiamo vinto la serie con Cleveland (che è sempre una cosa piacevole),  siamo tornati sopra quota 500, siamo on pace per vincere un posto nelle Wild card e abbiamo ripreso i pigiamini che ora condividono con noi l’ultima posizione. Per quello che passa oggi il convento è tanta roba. 

Eppure il weekend non era iniziato con i migliori auspici. Shane Bieber, che ha preso il monte per Cleveland la sera di venerdi, non ci ha fatto vedere neppure una palla dipinta, mentre Pivetta ha avuto un’altra serataccia delle sue, tanto che al quarto la partita era già bella che finita.

Nel pomeriggio di sabato i Red Sox hanno interpretato di nuovo la scena della rimonta agli extra, che tanto diverte i supporters. Siamo in vantaggio di 5 punti al settimo. Bello, richiamato da Worcester al posto dell’infortunato Garrett Whitlock, ha messo a frutto l’occasione che gli è stata concessa e lanciato piuttosto bene, nella sua terza uscita in questa stagione con Boston: in cinque solidi inning di lavoro ha concesso solo un punto guadagnato, cinque valide e due basi per ball, mettendo a segno  sei strikeout. Veramente niente male considerando i disastrosi precedenti.

A questo punto Cora ha deciso di dare un po’ di brio alla serata che minacciava di farsi oltremodo noiosa. Quando ha visto che i Guardians stavano inscenando una rimonta ha pensato bene di far uscire dal bullpen il suo pupillo Ryan Brasier, con la missione più che possibile di mandare tutto in vacca. 

Fortunatamente Bresier non è stato risolutivo e al nono ci resta ancora un punticino di vantaggio, la cui difesa è affidata al solido Jensen. Nessuno sapeva però che Jensen non stava bene e risentiva di un fastidioso mal di schiena (dong! altra tegola, non sarà indisponibile fino almeno a martedì). Cleveland ne approfitta per pareggiare e poi per mettere aventi il muso a metà del decimo. Nella parte bassa tuttavia rimettiamo le cose al posto e, dopo che Arroyo, ha battuto a casa il punto del pareggio, Verdugo, con un singolo in ritardo sull’interbase, mette finalmente fine all’incontro. 

Alex in questo momento è indubbiamente il giocatore più clutch che possiamo schierare. Nel matinée della domenica, dopo che Jarren Duran (un altro tizio piuttosto caldo al momento) ha battuto un doppio per regola di campo sull’esterno sinistro, portando così due corridori in seconda e terza base, ha cercato il contatto con uno swing morbido e ha ottenuto un singolo da 2RBI proprio dietro all’interbase. 

Abbiamo colpito ancora durante l’incontro (eg un chilometrico HR di Wong e un’altro dong di Verdugo), per fissare il punteggio sul 7-1, ma l’uomo che ha segnato la gara è stato senza dubbio Chris Sale che ha finalmente sfoderato una ace’s outing degna della sua immensa classe.

“I think there’s a few things he needs to do to get back to his delivery,” aveva detto il manager Alex Cora durante la conferenza stampa del sabato, smentendo clamorosamente il mio articolo del 19 aprile  “He’s a little bit off (with) timing right now. I know extension looks good and all that stuff. But it’s how you get to the extension that matters. And right now, he’s not doing it the right way quote-unquote.”

Quindi è ufficiale! Sale non era tornato come improvvidamente avevo annunciato. Doveva mettere a posto ancora qualcosina col timing. L’interessato nel post partita ha effettivamente confermato che ha lavorato sulla meccanica del lancio in questi giorni. Ragazzi, che devo dire!? Prendo atto e mi cospargo il capo di cenere: qualunque cosa abbiano fatto, lui e lo staff dei Red Sox, si sono  proprio guadagnati lo stipendio.

Sale infatti è sceso in campo come una furia, eliminando uno dopo l’altro 12 dei primi 13 BF, e ha proseguito in scioltezza concedendo alla fine solo 1ER,  3H, 0BB, 1HBP e 5 strikeout su 6.1 IP. Con un miglior controllo ha potuto lavorare di preferenza con la sua fastball a 4 cuciture, utilizzata 59 volte su 98 lanci con 11 swing-and-miss. La calorosa standing ovation che ha salutato la sua uscita campo ha certificato che SALE IS BACK, JUST NOW!

Tuttavia, visti gli straordinari risultati, verrebbe da chiedersi perché il miracoloso pitching staff dei Red Sox non abbia dedicato almeno una decina di minuti ogni tanto, in questi lunghi anni, a migliorare la meccanica di lancio di Bresier. Anche Cora avrà notato che gli manca ancora qualcosina per raggiungere la perfezione o no?

Comunque sia iniziamo stasera una durissima serie da quattro partite con i canadesi, nettamente favoriti sulla carta. Francamente spero proprio che continueremo ad andare su e giù per le montagne russe ed avere la possibilità di assestare qualche colpo

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