La Stagione della marmotta

Nel 1993 usciva Groundhog Day, una divertente commedia interpretata da Bill Murray e Andie MacDowell, il cui titolo è entrato nel lessico comune per denominare una situazione ripetitiva e senza uscita, che si trascina giorno dopo giorno, senza alcuna speranza di vederne la fine. Un po’ richiama la situazione dei Red Sox, che, da un tempo percepito come infinito, rivivono ogni anno una specie di  “Stagione della marmotta”, caratterizzata dal ripercorrere sempre le stesse tappe: un mercato invernale modesto, se non deludente, un inizio di stagione drammatico, una ripresa intorno al mese di giugno, che riporta la squadra nel mix di quelle che puntano ai play off, fino a quando non arriva lo ASG, i risultati inopinatamente declinano e dal mercato estivo non arrivano quei supporti sperati per sostenere la squadra, che finisce per andare in pezzi nel finale di stagione.

Questo è l’andamento che ha giustificato il licenziamento di Bloom, ma che sembra perdurare nonostante l’avvento di Breslow, il quale non credo sarà imperituramente ricordato per come ha condotto il mercato estivo 2024. Ho letto i vostri salaci commenti in bacheca (sopratutto da parte di Davide) e devo dire che è difficile non condividerli. 

Dopo la pausa i risultati sono stati scarsi e classifica non è più così incoraggianti. I MFY, che per un po’ sembravano alla nostra portata, hanno ripreso il largo. Abbiamo perso contatto con Royals e Twins, che squadre che dobbiamo necessariamente superare, perché abbiamo Houston che incalza e sarà difficile lasciare alle nostre spalle.

Vedendo come si è mosso Breslow è difficile non rimpiangere il futuro Hall of Famer Dave Dombrowski, che ancora una volta ha superato una scadenza di scambio, acquisendo esattamente ciò di cui la sua squadra aveva bisogno. Per i Red Sox c’è stato un po’ di movimento, ma è mancato l’arrivo di un pezzo forte che potesse riaccendere i sogni dei tifosi. Fortunatamente finora ci è stata risparmata la litania di epoca Bloom, per la quale la strategia di mercato deve equilibrare le contrapposte esigenze di migliorare il roster nell’immediato e allo stesso tempo costruire per un futuro. Con il risultato che l’immediato è un disastro e il futuro non arriva mai, come è logico che succeda quando si perseguono scopi contraddittori.

Le domande che bisogna porsi sono quindi:  i giocatori acquisiti, per lo più lanciatori, migliorano lo staff? Mantengono i Red Sox in lizza per ottobre? La mia rispista di getto è “No, neppure lontanamente”

Il ritorno di Paxton, potrebbe riequilibrare la rotazione composta prevalentemente da RHP, ma certo non ci procura una maggiore profondità che ci aiuti a preservare un bullpen in evidente difficoltà, ancorchè rinforzato dagli arrivi di Lucas Sims e Luis García. E’ del tutto evidente che non hanno fatto abbastanza per competere con gli Orioles o gli Yankees per la division, ma sarà grasso che cola la conquista di una WC.

L’accordo per Quinn Priester potrebbe essere stata una bella mossa ma è una scommessa per il futuro, considerando la capacità del pitching coach Andrew Bailey di aiutare i lanciatori a massimizzare il loro potenziale. E’ escluso che possa fare la differenza quest’anno. Per prenderlo abbiamo dato via Yorke, un esterno di cui sono sicuro sentiremo parlare in futuro, speriamo quasi quanto di Priester.

Il quadro quindi è fosco, tuttavia qualcosa che ci può dare speranza a ben guardare c’è ed è il fatto che i protagonisti di questa vicenda, questa volta, hanno messo qualcosa di loro sul piatto.  

Tutti indicano che la migliore mossa effettuata dai Red Sox alla scadenza è il rinnovo del contratto di Alex Cora per tre anni. Il rinnovo corrisponde anche a un notevole aumento dell’ingaggio, che lo porta in linea con le capacità dimostrate sul campo. Attenzione però, Cora avrebbe potuto ottenere maggiori soddisfazioni altrove, anche in termini economici. il fatto che nonostante ciò sia restato, che abbia dimostrato un notevole attaccamento alla maglia, potrebbe essere il segno che il nostro giudizio tranchant, forse, dovrebbe essere mitigato.

Anche Breslow merita una seconda possibilità. Se siamo in carenza di partenti lo dobbiamo anche al fatto che ha spedito un redivivo Sale ad Atlanta, (realizzando uno dei peggiori scambi della storia del baseball), per rimpiazzarlo con Giolito … nella IL. Sfortuna? Certamente! La mossa si è dimostrata disastrosa col senno del poi, ma non sembrava assurda fin dall’inizio. Breslow però non si è svenato per rimediare a tutti i costi, realizzando un grande affare, in un mercato in cui i costi per i lanciatori erano oggettivamente proibitivi. Piuttosto ha cercato di calibrare gli acquisti utilizzando prospetti idonei per il Rule 5 Draft a dicembre, che i Sox non avrebbero comunque potuto difendere. 

Ma la grande novità non è questa. Ciò che è degno di nota è anche ciò che i Red Sox non hanno fatto. E ciò che non hanno fatto è stato vendere i veterani Kenley Jansen , Tyler O’Neill e Nick Pivetta, dai quali avrebbero potuto ottenere un bottino particolarmente consistente. Se Bloom fosse ancora in plancia sono sicuro che non avrebbe saputo resistere al ricavo per un closer delle capacità di Jansen. Almeno lui lo avremo salutato. Invece Jansen è ancora qui, e così anche O’Neill. e Pivetta. Per capire cosa significa tutto ciò proviamo a metterci nei panni di Breslow se tra tre settimane i Sox fossero usciti dalla competizione.

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Buyer or Seller?

La squadra di Las Vegas, costretta nelle more del trasferimento ad abitare in uno stabile inagibile a Oakland, sebbene sia ancora quella più derelitta dell’AL, nelle ultime settimane si è tolta qualche soddisfazione. Hanno battuto i Twins in trasferta (che Dio li benedica), sweeppato gli Anges in casa e anche Baltimore con l’incredibile punteggio di 19-8.
Non è il caso quindi di prenderli sottogamba in un momento delicato della stagione, in cui la squadra deve far vedere intravedere ai boss un probabile futuro di gloria (ammesso e non concesso che siano veramente interessati).

Da questo punto di vista la partita di ieri sera presenta dei chiaroscuro. Da una parte un attacco esplosivo, che continua a macinare punti, ha chiuso la gara nella parte bassa del secondo, dall’altra il pitcher partente continua a essere poco coerente. A tratti Bello era dominante. Ognuno dei primi 10 out che ha registrato contro gli Oakland A’s è arrivato tramite strikeout, un record per la franchigia dei Red Sox, realizzato in generale in sole due altre occasioni. almeno dall’inizio dell’Expansion Era (1961). A un certo punto, ha eliminato cinque battitori consecutivi e pi sette su nove.

Contemporaneamente, intendo proprio nella stessa partita, Bello è riuscito a mettere in base 11 uomini (9H + 2BB) e subire 5ER. Nonostante l’enorme run support (9 punti di vantaggio alla fine del secondo), Bello è stato avvicendato al quinto con un out, avendo già effettuato 105 lanci, costringendo Cora a impiegare il bullpen anche in così favorevoli circostanze (e abbiamo visto sabato che queste cose si pagano).

A fronte di tutto questo non saprei proprio dire quale sia l’attuale feeling della proprietà. Tento di fare alcune considerazioni generali, anche per rispondere a quanto sostenuto giustamente di Davide:

  • Come agiranno sul mercato a fine mese ancora non è scritto da nessuna parte. In calendario abbiamo una serie con KC e gli scontri con LA e NY prima della fine del mese che daranno ulteriori indicazioni al management.
  • Dopo l’intemerata uscita di Warner sul’andare a tutto gas, sicuramente terranno la bocca cucita fino alla fine, seguendo il saggio adagio “Meglio tacere e fare la figura dello stupido che parlare e togliere ogni dubbio!”. Insomma lo scopriremo vivendo.
  • Chi non è rimasto silente è Cora, che ha sottolineato i risultati insperati raggiunti e spronato la squadra ad essere “avida”. Il messaggio mi sembra abbastanza chiaro: per avere rinforzi siete sulla buona strada, ma ancora non è sufficiente.
  • La squadra da questo punto di vista mi sembra coesa e determinata, tutti sembrano intenzionati a non mollare la presa. Credo che non lo farebbero se non percepissero concrete prospettive.
  • Da poco siamo venuti a sapere che Devers ha un fastidioso dolore alla spalla che lo tormenta dagli spring training. A causa di questo problema Devers, pur continuando a giocare in campionato, salterà lo ASG. Per lui, che giustamente ama stare sotto i riflettori, è una rinuncia pesante. Questa decisione è stata presa in un meeting con la club, non è un’iniziativa unilaterale. Immagino che qualcuno lo abbia motivato in qualche modo.

Al di là di questi aspetti speculativi, fortunatamente ci sono circostanze esterne a militare in nostro favore: mentre Boston batteva gli Athletics per 12-9, portandosi per la prima volta in questa stagione a 10 partite di vantaggio su quota .500, i MFY continuano a essere presi a schiaffoni, uscendo sconfitti per 5-3 dai Rays.

Tutto questo allunga la serie negativa di 6-17 degli Yankees, in concomitanza con la serie positiva di 18-7 di Boston. Il vantaggio di 14 partite detenuto il 12 giugno, in meno di un mese si è via via eroso, fino ad ammontare ora a solo 3,5 partite. Io amo Aaron Boone per tutto questo perché ora i Bronx Bombers sono tornati nel mirino dei Red Sox. Ciò che solo un mese fa (il sorpasso sugli odiati rivali), poteva essere considerata un’ipotesi ridicola, adesso è diventata una concreta aspirazione e spero con tutto il cuore che la proprietà non si farà sfuggire questa golosa occasione.

Comunque  vada a finire un momento così favorevole non lo vivevamo da molti anni.

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Una fenomenale gara tre

Per come la vedo io il bum bum baseball è molto divertente, ma se vuoi veramente apprezzare questo sport dovresti riuscire a divertirti anche con lo spettacolo offerto nei primi inning della partita ieri notte, vedendo le cose dal punto di vista dei lanciatori, entrambi dominanti. Eppure quello che è successo non era minimamente preventivabile. 

Luis Gil ha iniziato la gara con un’ERA di 14,90 nelle sue tre partenze precedenti, ma in campo era effettivamente scesa la versione dei primi due mesi e mezzo della stagione, in predicato per una convocazione All-Star. Rispetto alle sue recenti apparizioni la sua palla veloce trovava più facilmente la zona, ma inaspettatamente è stato lo slider il lancio devastante, utilizzato per chiudere il turno.  In precedenza per Gil questo era un terzo lancio con un tasso di utilizzo di appena il 17,2 percento, ma evidentemente ci ha lavorato e lo ha utilizzato con successo per sorprendere i nostri battitori in situazioni di putaway. Comunque sia Gli ci ha tenuto a zero per sei inning, consentendo solo a due corridori di raggiungere la seconda base: un doppio di Dom Smith nel terzo e un singolo di Smith tre inning dopo che lo hanno visto avanzare in seconda su un tentativo di pickoff errato. Per il resto il nulla

Dall’altra parte lo affrontava un Kutter Crawford (7.0 IP, 4 H, 0 BB, 4 K) che nelle sue precedenti otto partenze, aveva registrato un’ERA di 5,14 e aveva concesso quasi 2,5 fuoricampo ogni nove BA. Tutto ciò non sembrava di buon auspicio ma Crawford ha lanciato bene contro gli Yankees nella sua carriera: in sette uscite (cinque partenze) ha registrato un’ERA di solo 2,43 contro New York. E infatti chiudere i primi cinque inning ha richiesto solo 40 lanci. Secondo Sarah Langs di MLB.com, questo è il minor numero di lanci nei primi cinque inning dal 30 maggio 2017, quando Ivan Nova ne lanciò 38. Iniziando sistematicamente con uno strike ha reso i pigiamini aggressivi, ma con poco costrutto. Le uniche due valide rimediate dagli Yankees sono stati i singoli di Trent Grisham e Oswaldo Cabrera, entrambi immediatamente cancellati da un doppio gioco. 

La gara si è inasprita al settimo ma Crawford ha chiuso la sua prestazione scoreless con altri 28 lanci. LeMahieu e Soto hanno battuto un doppio rispettivamente al sesto e al settimo, ma in nessun caso  New York è riuscita a portarli a casa. Insomma una prova fenomenale che alcuni hanno giudicato prematuramente interrotta quando Cora non lo ha rimandato in campo per l’ottavo inning, quando i Red Sox erano in vantaggio 2-0. Per me ha fatto bene. Ieri era una partita molto importante e in queste circostanze bisogna attenersi al piano, affidando al rilievo un inning pulito, evitando di fare troppo i furbi. 

Il piano prevedeva l’ingresso di Slaten come set up, seguito da Jansen come closer. Tutto è andato a meraviglia visto che il primo ha lanciato un ottavo inning senza punti e Jansen ha registrato una salvezza con un nono perfetto. 

Naturalmente è umanamente comprensibile la piccola delusione di Crawford che avrebbe voluto continuare a lanciare, avendo concesso fin lì solo quattro valide, nessuna base per ball, con quattro strikeout nei suoi 7 inning.

La ragione per cui la gara si sia inasprita al settimo è dovuta al fatto che Ciccio Devers, detto lo Yankee Killer, primo in battuta, sul conto di 2-2, ha impattato bene la Four-Seam Fastball da 98.8 mph di Gil depositandola nei posti a sedere sulla sinistra per aprire le marcature. Dopo questo Gil arriverà a fine corsa con 6,2 IP, 4H, 0BB, 9K per 96 lanci. Grazie mille amico, ci siamo divertiti!

Rafael Devers ha realizzato anche un altro incredibile fuoricampo, uno dei quelli che non si riescono umanamente a spiegare, ma la giocata che ha fatto in terza base per concludere l’ottavo inning potrebbe essere stata addirittura il momento clou della sua domenica. Con un corridore in prima base e due eliminati, LeMahieu ha battuto una palla morbida verso la terza base vicino al monte. Devers si è lanciato, l’ha afferrata a mano nuda e l’ha lanciata in prima base per l’eliminazione finale, mantenendo il punteggio sul 2-0. Mi ha ricordato un po’ l’eliminazione finale delle ALDS 2018, per dire!

Evidentemente ieri sera avere “Rafael” da qualche parte nel nome era di buon augurio, visto che Ceddanne Rafaela ha portato il punteggio sul 2-0 per Boston all’ottavo inning con un fuoricampo da 412 piedi (106,1 mph) sul campo sinistro. E’ stata una buona giocata che conferma le qualità del nostro rookie, primo fra i Red Sox rookie con almeno 50 RBI e 10 stolen bases prima dello All-Star break.

Ma è stato il fuoricampo di Devers da 423 piedi al nono inning, verso il campo centrale, a lasciare tutti perplessi. Il lancio era un chiaro ball a 1,50 piedi dal centro del piatto, il quarto lancio più esterno su cui un LHB abbia mai fatto un fuoricampo secondo Statcast (che conta queste cose dal 2015). Comunque sia è stato il lancio più esterno contro cui Devers abbia mai fatto un fuoricampo nella sua carriera.

Nessuno riusciva a crederci. Cora, dopo aver visto il replay ha dichiarato: “non so come si possa fare. Il lancio era molto lontano dal piatto per battere un barrel”.

Neppure Devers apparentemente lo sa. Il fuoricampo è scaturito da una palla veloce a quattro cuciture da 93,4 mph di Michael Tonkin. “Il lancio precedente era una palla veloce esterna”, ha detto Devers “So che non gli piace lanciare interno, quindi ho cercato di fare un buon contatto. So che la palla era un po’ fuori dal piatto, ma sono riuscito a fare un buon contatto”. Insomma non lo so come ho fatto, ma l’ho fatto.

Con la partita di ieri notte gli Yankees non sono riusciti a vincere le ultime sette serie consecutive. Ciò ha portato il loro record parziale a 16 sconfitte nelle ultime 22 partite. Questo è molto soddisfacente, ma suscita in me anche angosciose preoccupazioni. Non vorrei che qualcuno del front office accendesse il cervello e riflettesse sulla circostanza che il loro manager, rifornito ogni stagione dei migliori giocatori in circolazione, siede inutilmente sulla stessa panca da sette lunghi anni, senza aver mai vinto una beneamata minchia. Mentre un manager dalle comprovate eccezionali capacità, che ogni anno deve cavare sangue da un roster con molte rape, ha un contratto in scadenza. Insomma è una cosa che mi fa dormire male.

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Ritorno nel Bronx

Nelle ultime serie di giugno la rotazione dei Sox aveva dato motivi di preoccupazione: Bello e Pivetta avevano perso i loro incontri a causa di due crolli improvvisi consecutivi, che hanno concesso imbarazzanti big inning agli avversari in una situazione di contendibilità; per Houck è andata ancora peggio, avendo rimediato la peggior sconfitta in carriere. La reazione di Cora a questo stato di cose è stata quella di richiamare Josh Winckowski, ritemprato dalla permanenza nella miracolosa SPA di Worcester, e affidargli la partita stop loss della scorsa domenica, facendo saltare il turno a Bello. 

Fatto questo i nostri eroi sono partiti per la Florida con l’imperativo categorico di ottenere una sweep contro derelitti di Miami. La missione è stata portata a termine con relativa facilità grazie a un attacco in ottima forma che, se purtroppo dovrà rimandare l’atteso ritorno nel box di Casas ancora per qualche settimana, ha un giocatore (di cui Davide vi ha già parlato) in grado di realizzare per la prima volta nella storia del junior circuit 100 valide, 10 tripli, 10 fuoricampo, 20 basi rubate prima dell’AS break. Jarren Duran non solo riesce ad avere un costante impatto al piatto, non solo crea scompiglio e pressione sulla difesa avversaria ogni volta che arriva sulle basi, ma è cresciuto anche in difesa diventando anche un affidabile esterno. Ieri notte, schierato nell’outfield destro (al posto del fu Verdugo) ha effettuato un tiro salva-partita al nono impedendo un immeritato walk off run a Miami. Comunque se Duran merita una menzione speciale, anche nel resto del lineup ci sono clutch player in grado di decidere gli incontri come Wong, Devers e O’Neil.

Un altro aspetto positivo della trasferta ai tropici è il forte ritorno di Bello e Pivetta. A quest’ultimo (7.0 IP, 1 H, 2 BB, 10 K) purtroppo non è stata attribuita la W ieri notte, nonostante il dominio assoluto dimostrato fino al settimo inning: laddove ha eliminato 18 dei 23 battitori affrontati, senza subire valide, salvo una con due out al settimo. Pivetta lasciava una squadra in vantaggio 2-0 che sembrava in grado di ottenere una facile. Purtroppo, come spesso capita nella partita finale di una serie, la squadra di casa, che fino a quel punto non aveva toccato palla, ha cercato di tornare negli inning finali approfittando dello scarso run support fornito e della serata poco brillante di Slaten. Miami è riuscita a rimettere la gara in parità, ha rischiato di vincere al nono e per domarla i Sox sono stati costretti a realizzare un paio di punti in ciascun inning finale, riuscendo così a portarsi a otto partite sopra .500 per la prima volta in questa stagione.

Purtroppo l’infortunio occorso all’ottavo inning, oltre al rischio di sprecare una partita già vinta, ha costretto Cora (non proprio brillantissimo in questa occasione) a utilizzare ben cinque lanciatori di rilievo, compreso Weissert che ha chiuso il dodicesimo. Questo potrebbe avere un impatto in un weekend che i Sox trascorreranno a giocare in un maleodorante stadio ubicato nel Bronx, il quartiere peggiore della grande mela.  

I MFY vantano un record di 54-35 con 5.5 game di vantaggio su di noi, ma è un momento in cui non se la passano proprio bene.  Hanno perso 13 delle ultime 17 partite disputate, non vincono una serie da tre settimane e sono appena reduci da una sweep subita in casa dai resistibili Cincinnati Reds. Il loro line up, nonostante le continue buone prestazioni di Soto e Judge, sembra carente di un affidabile leadoff hitter (Volpe è stato rimosso di recente da questo ruolo), di un buon cleanup hitter e di qualcuno che semplicemente vada in battuta impugnando una mazza nelle posizioni che vanno dal 5 al 9.

Anche in difesa sono penosi. Emblematica in tal senso è stata l’indolenza mostrata nella triste giocata realizzata dal centerfield Trent Grisham nell’ultimo inning della gara di ieri, quando, pasticciando con la palla, ha trasformato in un bel doppio un innocuo singolo di Jeimer Candelario. 

Dal punto di vista scaramantico queste non sono buone notizie per noi. Potete scommetterci quello che volete, ma non sarà per nulla semplice uscirne indenni. Anche i pigiamini sentono la rivalità e venderanno cara la pelle. Il programma prevede Houck contro Cortez nella notte di venerdì (che quest’anno ci porta male), Winckowski in campo domani, in orario edibile, contro l’asso avversario Gerrit Cole, per chiudere domenica con Kutter Crawford opposto al fin qui deludente Luis Gil. 

Incrociamo le dita ed effettuiamo ogni altro gesto apotropaico che riteniamo possa essere utile in queste circostanze. Go Sox!

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