Le brevi vite felici dei Boston Red Sox

In un racconto di Ernest Hemingway, Francis Macomber è un ricco americano che partecipa a un safari in Africa, assieme alla moglie e a un cacciatore bianco professionista. All’inizio Francis non dimostra grande coraggio, tanto che la moglie lo tratta male, accusandolo implicitamente di essere un vigliacco. Nella caccia successiva, però, Macomber si rinfranca, uccide dei bufali pericolosi e riacquista visibilmente fiducia in sé stesso. La moglie, che percepisce questa mutata condizione come una minaccia, approfitta di un momento in cui Francis deve affrontare una situazione critica per sparargli, colpendolo alla base del cranio. Il cacciatore sistema le cose per far passare il tutto come un incidente, anche se è convinto che lei abbia deciso di ucciderlo deliberatamente.

Questo racconto mi è tornato in mente dopo la quinta sconfitta consecutiva rimediata ieri a Disneyland: negli ultimi anni, ogni volta che la squadra sembra aver trovato il suo ritmo, qualcuno del front office prende il fucile e, deliberatamente, decide di affossarla.

Il rifle shot che ha fermato i Red Sox quest’anno è rappresentato dalla cessione di Ciccio Devers in cambio di nulla di significativo. Non ci voleva certo un genio per prevedere che privarsi del miglior battitore non avrebbe giovato a una squadra con tanti difetti nel roster, ma le assurde modalità dell’operazione, il tempismo scellerato, le giustificazioni cretine hanno innescato un vortice di conseguenze negative fino a raggiungere le dimensioni della catastrofe.

I Red Sox sono in picchiata, e non si capisce proprio cosa dovrebbe succedere per evitare di sfracellarsi al suolo. È normale che, per chiunque segua la squadra per diletto e non per professione, diventi estremamente difficile continuare assiduamente e dare conto di quanto succede in maniera partecipativa:

  • Boras ha detto che attiverà l’opt-out del contratto di Bregman a ottobre? Vabbè, pazienza, dicono tutti così.
  • Kutter Crawford non tornerà sul monte questa stagione per un’operazione? Esticazzi, tanto era una pippa!
  • Quinn Priester, il lanciatore accolto con la fanfara lo scorso anno — cedendo un ottimo prospetto (Nick Yorke) ai Pittsburgh Pirates — o girato ai Birrai per qualche peanuts dopo alcune prestazioni giudicate poco convenienti è lo stesso lanciatore che ora ha un record di 5-2 con una media PGL di 3.68, mentre la nostra rotazione è falcidiata dagli infortuni? Sono cose che capitano!
  • Da quando i Red Sox hanno ceduto Rafael Devers il 15 giugno, i molti giocatori schierati al numero due dell’ordine di battuta hanno registrato complessivamente .199/.262/.349. Invece di .264/.390/.875, che ci avrebbe garantito Ciccio? Bang! proiettile arriva alla base del cranio.

Per giustificare l’ingiustificabile trade, la dirigenza dei Red Sox ha fatto diverse affermazioni ridicole, ma ce n’è una di Breslow che mi torna continuamente in mente:

“Penso che ci siano delle reali possibilità che, alla fine della stagione, guardando indietro, avremo vinto più partite di quante ne avremmo vinte altrimenti.”

Col passare del tempo (e non ce n’è voluto molto), questo commento sconsiderato è invecchiato così male, diventando così assurdo, da sembrare pronunciato da una personalità problematica e disturbata.

Boston è in una striscia di cinque sconfitte consecutive, incluse due partite perse proprio contro i Giants, la nuova squadra di Devers, e in questo periodo ha avuto una media inferiore a quattro punti a partita.

Per tutta la stagione i Red Sox hanno sempre faticato, quasi in ogni partita, almeno in un reparto. Quando il partente era dominante, come spesso è successo con Crochet, l’attacco scompare. Quando lo staff dei lanciatori implode, l’attacco magari è più brillante e prova a mettere assieme delle rimonte, solo per poi perdere, molto spesso, di uno o due punti.

Tutto questo porta però all’inevitabile conclusione che non siamo una squadra migliore senza Devers, in qualsiasi modo vogliate considerare questa affermazione. La dirigenza ha peggiorato il suo attacco — già di per sé poco brillante — in maniera deliberata e senza esitazioni. Questa automutilazione ha potenzialmente compromesso l’intera stagione, e risulta ancora più dolorosa per le motivazioni che configurano, come si dice in termini giuridici, i futili motivi: sono andati in conferenza stampa e hanno seriamente insistito sul fatto che si trattasse di sanzioni disciplinari, mentre hanno respinto con decisione le motivazioni finanziarie.

Se i Red Sox non accedessero ai playoff, come ormai sembra più che probabile, la proprietà dovrebbe rivedere i criteri con cui ha scelto i dirigenti negli ultimi anni: disfarsi dell’idiota e del sociopatico e affidarsi a un CBO di comprovata esperienza e capacità — un professionista che sappia come si costruisce un roster forte ed equilibrato. Individuata questa figura, però, occorre anche affidargli un mandato senza riserve e pregiudiziali. Tale mandato dovrà includere la possibilità di stravolgere lo staff tecnico, compresa la figura del manager, che sembra destinata a sopravvivere ad ogni evenienza, senza mai pagare dazio.

Detto questo, per quanto mi riguarda, mi metto in stand-by. Mi è passata la voglia di seguire una squadra con una proprietà disinteressata a vincere. Naturalmente questo mio atteggiamento non avrà nessuna ripercussione, ma credo che se i tifosi di Boston svuotassero lo stadio, smettessero di comprare merchandising, ecc., sarebbe l’unico modo per modificare questa incresciosa situazione. La conseguenza di questa mia decisione è che i post di questo blog saranno sempre più rari, legati solo a situazioni particolari. Naturalmente, il mio posto è a disposizione per chiunque di voi sia più motivato di me.

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11 thoughts on “Le brevi vite felici dei Boston Red Sox

  1. Mauro niente standby please, cosa facciamo senza i tuoi post?
    Nel baseball tutto è possibile…l’anno scorso i Tigers erano 37-44 a questa altezza della stagione e chiusero 86-76 facendo la post season.
    Non succede, ma se se succede…

    • Standby significa fermo, ma anche pronto a ripartire. Solo che ora guardare i Sox mi procura attacchi di extrasistole, per quello che avrebbe potuto essere. Figuriamoci commentarli!
      Se poi vincono 86 partite mica mi oppongo 🙂

  2. La WEEI-FM (93,7 MHz ) – brandizzata SportsRadio 93.7 WEEI-FM – è una stazione radiofonica sportiva commerciale che si rivolge alla lGreater Boston area e gran parte del New England circostante. E’ anche la stazione di punta del Boston Red Sox Radio Network e ogni giovedì trasmette il programma The Greg Hill Show.
    Ieri era presente il giovane Craig Breslow a cui il conduttore, papale papale, ha chiesto se i Red Sox sarebbero stati acquirenti o venditori se la scadenza per gli scambi fosse stata oggi. Questa la risposta del bravo laureato della Ivy League:
    “We would be looking to improve our team,” … “We would be looking to improve our team for 2025. Because despite the fact that we haven’t been able to string together the consistent performance that we think we’re capable of, we’re still very much staring down a Wild Card chance. And nobody has really run away with the AL East. So as we start to get healthy and we start to look externally about ways that can improve the team, we think we’ve got a good chance to make a deep postseason run.”

    Sembra che Breslow sia riuscito a lasciare incolume gli studi della stazione radio e tornare alla sua normale attività

  3. Dopo la scopa contro i non irresistibili Angeles, arriva la rullata al Fenway contro Toronto.
    La 6a sconfitta consecutiva porta il record a 40/43, e il morale sotto le scarpe.
    Non tanto il mio (che sta pure più sotto) o quello dei tifosi in generale (del quale abbiamo capito benissimo, e non da oggi, che a questa fantastica proprietà frega fra lo 0 e l’1) ma proprio quello della squadra, che è ben ben ben ben (ho detto ben?) peggio.
    Qualcuno che conta diceva che senza Ciccio avremo vinto più partite, benissimo, resto in attesa che la profezia si avveri, per ora il computo da quando è stato regala…. cioè, volevo dire scambiato, racconta un’ altra, amara, amarissima, verità.

  4. Hai ragione JD, la cacciata di Ciccio non ha portato solo a sconfitte in serie, ma anche a una squadra dispersa nello spazio, senza più né arte né parte, incapace di eseguire giocate elementari, corse sulle basi scriteriate, turni alla battuta deprimenti.
    Abbiamo gli zombi che si esibiscono al Fenway e spero che gli spalti si svuotino velocemente

    • La sconfitta con i Blue Jays è lo specchio fedele di quanto scrivi.
      Il linguaggio del corpo che ho visto in determinati frangenti, è di quelli che raramente ho avuto modo di vedere sui campi, e non intendo esclusivamente su quelli a forma di diamante.
      Sono passato dal puro gasamento alla cupa depressione, nel giro di una settimana.
      Dannazione all’amore incondizionato che provo per questa squadra!

      Abbiamo già avuto la nostra maledizione, farei volentieri a meno di quella del “ciccione”?

  5. Ho scelto di non vedere gara 2, nonostante l’orario piuttosto favorevole, ed anche dopo aver sbirciato di straforo il risultato (3-0) pronti via.
    Gara 3 si giocherà alle 19.35, orario perfetto per… replicare la strategia.
    Hai visto mai che il problema ero io?!

    • Magari funziona.
      Passare dal nulla per una settimana ad un attacco da 15 punti non ha senso, a meno di rivolgersi a degli strizzacervelli

      • Come diceva il grande principe De Curtis, essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo, porta male.

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