Al vertice della tensione

Due sconfitte brucianti a SF, entrambe maturate con un walk off. In entrambi i casi, al netto dei singoli episodi, il problema è stato l’attacco. Con Devers e Yoshida non pervenuti, Verdugo con le valigie in mano, chiamate kamikaze di corse sulle basi, non siamo stati in grado di tesaurizzare un’evidente superiorità nel pitching.

Anche Cora in gara 3 ci ha messo del suo. Il lineup iniziale (con Alfaro spero alla sua ultima uscita con la casacca Red Sox) è stato, se vogliamo essere gentili, mal progettato, visto che poi è dovuto intervenire con ben 4 cambi. E poi perché mettere Winckowski all’ottavo? boh! Murphy andava alla grande, c’era Martin disponibile, ripeto boh! E perchè schierare proprio Mauricio Llovera, messo DFA dagli stessi Giants, 0.0 IP, con HBP e due singoli? Era una protesta contro Bloom?

E’ difficile individuare le cause  di questo mezzo disastro. Bloom dice che mercoledì la squadra sarà piuttosto differente. Non lo so cosa succederà, ma credo che nella clubhouse si vivano momenti di drammatica. Ok mi direte che il baseball MLB non è uno sport per signorine, se fosse facile lo potrebbero fare tutti ecc. Ok, però non va bene lo stesso. La scadenza delle trattative MLB è fissata per martedì alle 18:00 ET (mezzanotte in Italia). Sarà la quarta volta con Chaim Bloom nel ruolo chief baseball officer dei Red Sox. I risultati non sono mai stati particolarmente brillanti, ma invariabilmente in tutte le occasioni la squadra ne ha risentito a livello psicologico. 

Insomma caro Chaim, il tuo ruolo è anche quello di tenere tranquilla la squadra. La stagione probabilmente si deciderà sul filo di lana e chi resterà fuori sicuramente avrà da recriminare. Vediamo almeno che, se tocca a noi, sia perchè gli altri sono stati più bravi e non noi i più polli

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Two is megl’ che one!

Con la vittoria 3-2 di domenica sera i Red Sox vincono la serie con i MFY e splittano 3-3 le ultime due serie in trasferta. Non è proprio quello che serviva per rilanciare la stagione in crisi, ma non è il momento di fare gli schizzinosi. Una vittoria nel Bronx, specialmente agli extra, è sempre un grande piacere, che ti aiuta a ritrovare equilibrio interiore e ti sostiene nel percorso della tua crescita personale.

Sono molto grato a Cora e ai ragazzi che sono scesi in campo carichi e determinati, onorando, come di prammatica, le sfide con i pigiami. Ora, paradossalmente, sarà quasi più difficile mantenere la stessa concentrazione e intensità anche nelle prossime partite, come quelle con Colorado che iniziano stasera. Sarà tuttavia necessario perché non ci possiamo permettere di perdere ulteriore terreno. Veniamo da record negativo di 7-13 delle ultime 20 partite, sarebbe necessario almeno ribaltarlo, nelle prossime 20, per mantenere qualche speranza residua e smentire i pronostici.

Il reparto che dovrà fare più fatica per realizzare questo cambio di passo sarà certamente l’attacco. Nelle ultime otto partite, sei delle quali sono state delle sconfitte, i Red Sox hanno registrato una media di appena 2,3 punti per gara, ma non è che allargando il campione otteniamo risultati migliori. Nelle ultime 20 partite, hanno segnato più di tre run solo sette volte. Se consideriamo le ultime 30 partite, i Sox hanno registrato una media di 3,7 punti a partita. Sono prestazioni assolutamente mediocri che vanno avanti da temo e che, come era del tutto prevedibile, non saranno ribaltate dal ritorno di Duvall.

Ovviamente non era pensabile che una volta tornato dopo un’assenza di 2 mesi potesse riprendere esattamente da dove aveva lasciato. All’esordio di aprile giungeva avendo avuto a disposizione gli spring training per lavorare sullo swing e perfezionare il tempismo. Una settimana o giù di lì di hitting practice in triplo A  non può minimamente replicare quella preparazione. Bisogna quindi avere pazienza, anche se occorre notare che, la sua sola presenza, mi sembra abbia migliorato le prestazioni di Duran, con il quale condivide il posto al centro degli esterni.

Anche Ciccio ha sentito l’aria di sfida ed è riuscito finalmente a contribuire con qualche colpo bene assestato. Speriamo sia l’inizio di una lunga serie positiva e che non rivedremo più l’abulia delle scorse settimane. Senza un attacco che renda al livello delle legittime aspettative non riusciamo a valorizzare il buon lavoro dei nostri partenti.  Sabato, per esempio, un’ottima uscita di Houck è stata assolutamente sprecata. Con 7H – di cui 5 singoli – e 4 corridori in base per ball, i Red Sox ha battuto  0 su 5 con RISP, realizzando una sola valida negli ultimi 3 inning, in una gara ancora contenibile.

Come era prevedibile Sale è stato messo nella 60 days IL e tornerà (se tornerà) quando i giochi saranno fatti. E’ una grave perdita, ma le ultime 3 prestazioni, molto confortanti, dimostrano che, con Paxton, potremmo ancora avere una rotazione competitiva nei primi 4 slot. Per completarla credo, e spero, che tornino a puntare su Crawford. Sebbene sia stato impiegato come opener nelle sue ultime partenze, durate rispettivamente solo 40 e 58 lanci, i numeri complessivi sono stati solidi: 3 ER, 7H, 0 BB.

Complessivamente nella stagione Crawford ha registrato una 2,20 ERA, 3,00 FIP e un tasso di strikeout del 24% in 32,2 IP ( al netto del disastro nella sua prima partita contro i Pirates). Quindi avanti con Crawford per restare a galla e prendere qualcuno a fine luglio.

Con Crawford ora nella rotazione, i Red Sox avrebbero ancora Nick Pivetta e Josh Winckowski nel bullpen come potenziali opzioni di rilievo multi-inning. Pivetta in particolare si è dimostrato così importante per il bull pen (ad esempio anche ieri notte), da precludere ogni ipotesi di rientro in rotazione. L’importante è che non ci facciano più vedere il brutto ceffo di Kluber, neppure dipinto, e smettano di fare buffonate estemporanee come nel caso Dermody

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Don’t mess with Red Sox

Beh ora la misura è colma! I Red Sox sono stati annichiliti da una delle peggiori squadre della lega. Per quelli che seguono il gioco con scarsa attenzione probabilmente non sarà stata una sorpresa totale, considerando che hanno schierato Matt Dermody come lanciatore partente. Matt chi? potreste chiedermi e io non saprei cosa rispondere. Perché questo tizio è uno sconosciuto e resterà uno sconosciuto. 

Il giorno prima della partita Bloom l’ha pescato dal triplo A e gli ha fatto firmare un contratto in fretta e furia per farlo esordire in MLB. Sono cose che si fanno quando la casa è in fiamme. La missione sembrava chiara: fargli fare qualche inning iniziale per turare la falla rappresentata dall’assenza di Sale ed evitare di utilizzare Kluber. Un piano completamente emergenziale che Dermody alla fine però ha interpretato senza deludere più di tanto: è durato quattro inning, ha incassato due homer, è sceso dal monte sul punteggio di 1-3, in una situazione ancora contendibile. Onestamente era il massimo che potevi chiedere a quel disgraziato. Cosa si poteva pretendere di più da uno che fino a quel momento si era fatto notare solo per un messaggio omofobico? Probabilmente Bloom speculava che nel breve lasso di tempo di permanenza nel roster (è stato messo DFA subito dopo la partita) non se ne sarebbe accorto nessuno. 

Ora però, completati 4 inning, finalmente può entrare in azione il bull pen e chi viene chiamato sul monte? Kubler!………..(i puntini rappresentano la difficoltà di trovare un commento opportuno)………  Insomma metti a lanciare un  signor nessuno e, quando questo ti lascia un game ancora giocabile, chiami Kluber? Ma che stamo a giocà a buzzico rampichino? Kluber rende esattamente secondo le aspettative e incassando sette run, inclusi due homer in 3,1 inning, ha effettivamente affossato ogni residua possibilità. Alla fine della partita mi sarei aspettato un DFA anche per lui.

Con questa sconfitta regaliamo la serie contro un avversario nettamente più debole. Ormai siamo su un piano inclinato e più passa il tempo e più prendiamo velocità verso il basso. Anche con il rientro del miglior battitore nel baseball sembra impossibile che si possa modificare il trend. Duvall potrebbe aiutare in attacco, ma se il pitching resta immutato, non potrà fare una grande differenza, ora che stanno per affrontare un importante ciclo di partite. 

Yankees, Rockies, Twins, White Sox e Marlins sulla carta non sono sembrano imbattibili. Al termine di questo ciclo avremo un’idea molto più precisa sul valore di questa squadra e di cosa sia capace. Se i Red Sox non recuperano il gioco di qualche settimana fa e non raggiungono un record abbondantemente sopra 500, probabilmente saranno degli spettatori nella seconda parte della stagione. 

Le date sono importanti perché la scadenza di mercato è fissata alla fine di luglio, ma le negoziazioni di solito iniziano a montare dall’inizio del mese. A parte la dolorosa assenza di Sale le prossime 20 partite saranno giocate dalla squadra che il front office ha progettato questo inverno. Presto quindi dovremo essere in grado di capire quale sarà il nostro destino, e auspicabilmente il destino di Bloom. 

Se non saremo in grado di ribaltare i pronostici dovrebbe apparire sempre più nitido che tutta questa faccenda di Chaim Bloom non sta funzionando, Non so se  dovremo affidarci di nuovo a qualcuno come Dave Dombrowski per uscire dalla palude, ma sarebbe anche ora di dire basta. Basta fare casino con i Red Sox

PS. cominciamo a pensare cosa possiamo fare per passare il tempo in attesa dei playoff se i nostri vanno a picco. Fino ad ora ho cercato di scrivere un articolo al termine di ogni serie. Per il futuro sembra un impegno eccessivo anche per un grafomane come me. Quindi avanti, datemi qualche suggerimento!

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Stagione in bilico

E’ arrivato giugno, si comincia a sentire il tepore dell’estate (almeno nelle ore in cui non piove) e come ogni anno le speranze dei Red Sox di ricavare qualcosa di onorevole da questa stagione stanno facendo le valigie per migrare al nord, più o meno verso i prossimi Winter Meetings. 

Intanto per non farsi trovare impreparato le valigie le ha dovute fare Raimel Tapia che è stato messo DFA. La mossa di roster potrebbe avere diverse motivazioni. La motivazione basilare è che i fantastici capelli di Tapia sono incompatibili con il caschetto omologato MLB, tanto è vero che non c’era verso che gli rimanesse sulla testa quando correva sulle basi. C’è anche il fatto che Arroyo doveva rientrare dalla IL, qualcuno doveva andarsene ed è toccato a Tapia. D’altra parte la lista degli esterni sacrificabili da scorrere per prendere questa dolorosa decisione era diventata molto molto corta, da quando Reifsnyder ha ottenuto un’estensione del contratto di un anno, con un’opzione di squadra da $ 2 milioni per la stagione 2025. Stabilito che Refsnyder rimarrà, Tapia si è girato per vedere chi altro c’era candidabile al DFA e non ha trovato nessuno.

Magari per lui è meglio, si chiude una porta e si apre un portone. Si è messo in mostra con buone percentuali in battuta, specialmente contro i battitori destri, e potrebbe trovare un ingaggio per allungare una panca con una squadra che, a differenza dei Red Sox, disputerà i playoff. 

Ebbene è il momento di dircelo con franchezza ragazzi, l’infortunio di Sale ci taglia le gambe. Dopo un inizio un po’ stentato, nell’ultimo periodo abbiamo visto di nuovo Sale lanciare in modalità Cy Young, durante il quale ha registrato un’ERA di 1,90 con solo quattro BB e 26 strikeout in 23,2 inning. Poteva essere la prestazione di cui i Red Sox avrebbero avuto bisogno per raggiungere gli obiettivi più ambiziosi. Ora però è finita, e dobbiamo farcela bastare, pensando che in fin dei conti è molto di più di quello che Sale che ci ha dato dalla stagione 2019 in poi. Ora purtroppo la spalla ha iniziato a fargli male durante la sua ultima uscita e quindi è stato messo nella IL da 15 gg. La spalla però è una brutta bestia per un lanciatore. Lui dice di sentire che questa volta l’infortunio è meno grave delle altre volte, ma ovviamente potrebbe essere solo una sua pia illusione. Non può saperlo, nessuno lo sa. Allo stato dell’arte potrebbe mancare per tutta la stagione (anche se non cade di nuovo dalla bicicletta), oppure potrebbe star fuori solo qualche settimana. Tutte le opzioni sono sul tavolo al momento, tranne quella per cui lo avremo sul monte nel momento cruciale della stagione.

A quasi quattro mesi e più di 100 partite al termine della stagione 2023 e i Red Sox intraprendono una trasferta di sei partite a Cleveland e New York questa settimana, senza il loro miglior partente. C’è la sensazione che la stagione potrebbe essere in bilico. La sconfitta per 4-1 di lunedì contro i raggetti – la decima nelle ultime 14 partite – ha fatto scendere il record esattamente a quota 0,500 per la prima volta dal 29 aprile.

Le ultime serie homestand sono state molto deludenti (2-5), il che ha peggiorato il record di 4-9 nelle ultime 13 partite al Fenway. Non sono i migliori presupposti per affrontare in trasferta due rivali che ci contendono un posto nei playoff, proprio mentre non solo le mazze si sono raffreddate, avendo segnato due punti o meno in sette delle ultime 13 partite, ma il gioco in generale è peggiorato nei fondamentali.

In un’intervista Cora ha detto l’altro giorno che i Red Sox non erano un buon club difensivo. Direi che è positivo che se ne rendano conto, anche se sarebbe stato problematico negare una cosa tanto evidente. Una evidenza confermata dai numeri: secondo la metrica difensiva di FanGraphs, Boston è 24esima nel baseball nella difesa di squadra. Questo è un problema difficile da risolvere. Il nostro campo interno sarà bloccato sui nomi di Devers e Casas per i  prossimi 10 anni e questo vuol dire che ce la faremo sotto ogni volta che la palla rimbalza in diamante. Cora potrebbe dare a Wong un po’ più di presenze dietro al piatto e speculare sul ritorno di  Trevor Story tra circa un mese, che mitigherebbe il problema più grande, ma un mese è un sacco di tempo e di sicuro non avremo Mondesi a coprire la seconda. Anche per ciò che riguarda l’outfield ci sono poche speranza visto che devono necessariamente giocare Yoshida, Duran e Verdugo. Anche il rientro di Duvall probabilmente non significherà una svolta dal punto di vista difensivo. Insomma c’è poco da fare per migliorare sensibilmente il livello, perché si tratta di una scelta strutturale fatta deliberatamente.

Allora cosa ci attende da qui a metà luglio? Alla scadenza di mercato saremo buyers o sellers? C’è da farsi poche illusioni. Difficilmente saremo in una posizione migliore di adesso e abbiamo un organico che, abbiamo capito, non si può migliorare  semplicemente con qualche innesco. Lo scenario più probabile quindi è che Bloom faccia il piazzista e tiri su un sacco di soldi 

Nel roster di sono un sacco di ragazzi che potrebbero aiutare altri club e con contratti a breve termine che Bloom può scambiare senza grandi problemi. Nomi come Turner, Hernandez, Duvall, Paxton potrebbero essere appetibile e portare buoni introiti. Anche  Alex Verdugo potrebbe salutarci. Verdugo sarà sotto controllo fino alla fine del 2024, ma in seguito sarà un free agent. Non sono stati segnalati colloqui in merito a un’estensione del contratto e sebbene Verdugo sia un buon giocatore, non si è dimostrato essere un elemento imprescindibile per il futuro. Vedremo cosa decideranno di fare i Red Sox, ma c’è da scommettere che Bloom prenderà seriamente in considerazione la faccenda.

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Dopo la serie a Baltimora

Nella trasferta a Baltimora secondo me i Red Sox hanno dimostrato di essere quello che sono: una squadra di medio livello, assemblata senza un criterio riconoscibile, con i migliori giocatori con prestazioni altalenanti e in perenne emergenza quando si tratta di gestire la IL.

Quando sembrava che Yu Chang cominciasse a essere abbastanza utile con la mazza, tanto che si poteva lasciarlo nel lineup iniziale, si è fratturato il polso e lo rivedremo in campo fra qualche settimana. Questo evento ha riportato Arroyo nella formazione e non se ne sentiva proprio la necessità.

Il calendario ci mette davanti degli O’s che obiettivamente ci sono superiori che questa volta non commettono errori clamorosi per riaprire le partite vinte e si aggiudicano la serie con apparente facilità. In questo contesto secondo me le sconfitte rimediate da Sale e Houck non sono dovute a un regresso di prestazioni dei nostri partenti, abbiamo solo trovato un attacco tra i più efficaci fra quelli che ci sono in giro. Vedremo se con Cleveland, che affronteremo dopo un giorno di riposo, gli eventi confermeranno queste valutazioni.

Intanto si risolve il problema della rotazione e sei. SI ritorna al normale numero 5 rispedendo Bello in triplo A. L’alternativa sarebbe stata mandare Houck nel bullpen, e privarsi del partente finora apparso più affidabile. Secondo me però ci saranno altre puntate di questa vicenda, che speriamo non diventi una telenovela.

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Qualche nota positiva

Non è la stagione dei miei sogni, ma seguire i Red Sox non è la tortura che avevo immaginato.Nella gara finale con i birrai finalmente Yoshida ci ha dato un’idea di quello che può essere e ancora non è stato. I due dong battuti all’ottavo, fra cui un grand slam, non sono affatto in linea con quello che abbiamo visto nelle sue prime 13 partite in MILB. A parte gli ultimi due turni in battuta Yoshida mostrava avere una grande disciplina a piatto che si traduce in un eccellente percentile nelle statistiche di K e BB. Un giocatore che gira la mazza con oculatezza e solo quando passa sopra al piatto dovrebbe essere difficile da affrontare per i lanciatori. Purtroppo, finora, quando toccava la palla le statistiche precipitavano nella zona di mediocrità: poca potenza, bassa velocità di uscita e una preponderante produzione di grounder. I Red Sox sicuramente non lo hanno preso per produrre singoli e palle di potenziali DP, però 13 partite sono poche, anzi pochissime e Yoshida finalmente ha fatto vedere che cosa sa fare veramente.

Insomma siamo ultimi in classifica però questo è il destino nella AL best division di chi detiene un record intorno 500 (lo stesso degli LA Dodgers per dire!), ma ci sono alcune buone notizie:

  • Verdugo è un ottimo lead off, batte con continuità e potenza, è veloce sulle basi. Una spina nel fianco della difesa avversaria. Non solo. E’ notevolmente migliorato in difesa, specialmente considerando come era andato nel 22 (male) e che era stato spostato a destra, lasciando al più problematico Yoshida il lato sinistro del campo esterno. Insomma non se l’è cavata male. La statistica OAA (Outs Above Average), una metrica di Baseball Savant. Verdugo sta nel 94° percentile. Un enorme balzo in avanti al 13° del 22, o il 10° del 21. E’ vero, sono poche partite, però…..
  • Ciccio Devers: anche il nostro ragazzone che copre il cuscino di terza sembra finalmente aver smesso di liticare con la palla. La stessa statistica OOA piazza Devers al 98° di percentile, il che vuol dire che è terzo attualmente nel baseball. E’ vero, sono poche partite, però…..
  • Kenley Jansen: non ero entusiasta dell’acquisto, perchè temevo che fosse un po’ bollito dal sole di LA, anche se non osavo dire nulla visto le alternative in campo closer (la disperazione assoluta). Mi devo ricredere. Jensen ha fatte delle notevoli apparizioni, alta percentuale di K e zero HR, migliorando le statistiche della precedente stagione, insomma proprio quello che ci si aspetta da un coloser. E’ vero, sono poche partite, però…..
  • Jarren Duran: tornato in squadra per l’infortunio di Duvall e l’ennesimo fiasco di  Dalbec, Duran ha fatto vedere di aver messo bene a frutto la lunga pausa dallo show, tirando fuori un nuovo swing e un nuovo approccio al piatto. Stiamo parlando di statistiche di numero di partite ancora più esiguo, ma ciò che ha mostrato finora è stato impressionante anche per la velocità che mostra sulle basi. Se continua Cora potrebbe portarlo al primo posto nel lineup. Insomma non è lecito aspettarsi nulla da Duran, ma godiamoci questa manna caduta dal cielo.
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Opening day

Finalmente è arrivato l’opening day e la prima sconfitta di pragmatica dei nostri adorati Red Sox targati Alex Cora, il quale vanta un bel personale di 0-5 nella gara di esordio. 

Le ragioni della sconfitta contro un resistibile Baltimora sono presto dette. Abbiamo allestito una rotazione che è una delle più forti della Injuried Lis. Il lungodegente Sale, l’aspirante lungodegente Garrett Whitlock, Paxton, il desparecido di cui si sostiene, senza prove, che sia pagato dai Red Sox per lanciare palline e Brayan Bello ci farebbero facilmente vincere il campionato degli infortunati, se solo esistesse.

Così siamo stati costretti a ricorrere alla vecchia gloria. Come è noto ogni anno assumiamo un lanciatore che ha palesemente terminato la carriera per dargli ancora la possibilità di esibirsi e lasciare il mondo del professionismo con un’ultima stagione, senza grandi responsabilità. La scorsa stagione c’era Wacha che dominava in questa categoria, ma quando ci si è accorti che ancora poteva dare qualcosa al baseball, lo abbiamo subito sostituito con Kubler, che, devo dire, ha rispettato il pronostico.

Dopo 3.1 innig di grande sofferenza, completati con ben 80 lanci, scende dal monte con 6 hit 4 BB e 5 run sul groppone. Per completare il lavoro di li a poco,  Cora ha mandato in campo Brasier, un individuo di cui si sostiene, senza prove, che sia pagato dai Red Sox per lanciare palline. Cos’altro si può dire infatti di uno che ancora veste la stessa casacca dopo che terminato il 2022 con 5.78 ERA 1.30 WHIP over 62.1 IP?

La prova di Brasier è da film dell’orrore, ma diluita in una giornata negativa per il monte. Solo nei primi cinque inning, i lanciatori di Boston hanno concesso otto walk, due lanci pazzi, un colpito e consentendo quattro basi rubate. In totale le BB sono state nove, il che eguaglia il record negativo di squadra nel giorno di apertura.

Volendo trovare una nota positiva c’è la prestazione Masataka Yoshida , al suo tanto atteso debutto in MLB. Certo ha battuto le sue prime due valide, incluso un singolo RBI. Ma quando  ha avuto la possibilità di concludere la giornata con il classico colpo di scena finale, entrando nel box al nono con due on e un out e due punti da recuperare. Yoshida se ne è uscito con una rimbalzate da doppio gioco che avrebbe chiuso la partita se Mateo avesse assistito bene in prima.  Insomma bene, ma non benissimo.

Insomma ragazzi questo è quello che passa il convento. Siamo nell’era Bloom e bisogna abituarsi al fatto che il suo mandato è molto diverso da quello del suo predecessore, Dave Dombrowskiil, quando il piano del front office non è vincere. Subito! Ora c’è un nuovo piano, più sottile ed intrigante. L’obiettivo rimane la vittoria, ma non più urgente, bisogna prima effettuare una transizione e badare al bilancio. Così il 21 è stato un anno di transizione per arrivare alla stagione 22,che  a sua volta ci a portato al 2023 e così proseguirà senza un termine preciso, potenzialmente in eterno. I campioni verranno venduti, i free agen giocheranno con coloro che li vorranno pagare e a noi resta Masataka Yoshida, un bel giocatorino però tutto sommato.

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Un inizio da incubo

Anche limitandosi a considerare solo le cose del baseball, trascurando quanto mi è accaduto personalmente, il 2023 rischia di essere l’anno più disastroso della mia vita. Non bastava che i Red Sox fossero solo spazzatura (cit), doveva anche arrivare l’ennesimo intervento di Manfred per cercare di snaturare e distruggere completamente il vecchio gioco, renderlo insopportabile per i vecchi appassionati e allontanare le nuove leve prima che possano apprezzarlo.

Ma andiamo per ordine. All’inizio di questa settimana, il Joint Competition Committee della MLB ha votato all’unanimità una serie di modifiche al regolamento espressamente concepite per rovinare, a cominciare dalla stagione 2023, il più bel gioco del mondo:

  • è stato confermato  in  modo permanente il corridore sulle basi agli exreainning. Scordatevi di poter rivivere le drammatiche 7 ore di gioco di gara 3 delle WS 2018. Fine. Kaput. Manfred vuole andare a letto presto la sera. Io devo ancora conoscere qualcuno che assiste a una partita in parità al 20° inning ed è arrabbiato perché non è ancora finita.
  • saranno ulteriormente infastiditi i lanciatori dall’introduzione di un pitch clock, che ha la ridicola pretesa di uniformare i ritmi di lancio di tutti, e limitando limitando i lanci di pickoff.  Forse Manfred odia i pitcher e vuole vuole distruggerli tutti con lo stress
  • saranno vietati gli shift difensivi, perchè…… boh!? Forse Manfred è infastidito dai giocatori disposti in campo in modo asimmetrico rispetto alla bisettrice. Va a sapere
  • i cuscini delle basi saranno più grandi. Questa è talmente cretina che sembra troppo anche per Manfred. Forse hanno solo fatto una scommessa: vediamo se quegli idioti si bevono anche questa.

Ogni anno i Manfred boy si inventano provvedimenti che, lungi dal minimanete intaccare i problemi che dichiarano di voler risolvere, producono solo il risultato di rovinare lo spettacolo. E’ tutto molto triste. 

Non so se esista un nesso, però non posso fare a meno di notare che anche il lavoro Chaim Bloom appare perfettamente collimante con le iniziative di Manfred. Ovviamente non posso esserne sicuro, ma potrebbe non essere una coincidenza che i Red Sox 2023 procurino la stessa desolante disperazione.

È difficile dire cosa siano i Red Sox del 2023. Non è la normale indeterminatezza di ogni squadra all’inizio dell’allenamento primaverile. Esaminando in dettaglio il roster dei Red Sox si fatica a rintracciare anche una minima idea dei criteri utilizzati per costruirlo.

Che dire della rotazione dove il lanciatore più sano è Corey Kluber? Che dire di Enrique Hernandez, schierato interbase, ruolo in cui non ha mai giocato più di 17 partite in nessuna stagione nei suoi nove anni di major? Che dire di Adam Duvall, che verrà schierato esterno centro, posizione ricoperta in solo 68 partite sul totale di 830 della sua carriera?

I Red Sox inizieranno la stagione senza un ricevitore di ruolo (dopo essersi privati di Vasquez), ma hanno due ben riserve (tre se si conta Jorge Alfaro). Christian Arroyo dovrebbe esibirsi ogni giorno in seconda base, il che andrebbe anche bene fino al ritorno del titolare, se anche lui stesso non fosse stato frequentemente inscritto nella IL nelle ultime due stagioni. Alex Verdugo, uscito da una stagione in cui ha palesato forti limiti difensivi nel gestibile campo sinistro del Fenway Park, sembra destinato a spostarsi a difendere il Pesky’s Pole, semplicemente il campo destro più difficile del baseball. Perché succede tutto questo casino insensato? È difficile trovare motivi razionali,  occasionalmente occorre rilevare la necessità di fare posto a due rookie su cui si concentrano le speranze per la stagione. Il primo è l’oggetto misterioso Masataka Yoshida, il nuovo esterno sinistro le cui capacità difensive sono ancora più limitate di quelle di Verdugo, e in attacco ancora non ha dimostrato di essere migliore di un Rustney Castillo qualsiasi. Il secondo è Triston Casas, un prospetto che si è dimostrato abbastanza promettente nelle 27 (ventisette) partite di major league che ha giocato fino ad ora.

Quindi cosa ci dobbiamo aspettare nel 2023? Non mi sembra sia possibile farci troppe illusioni, l’ultimo posto è un’eventualità oltremodo concreta. Gli MFY, dominatori della AL east, hanno ri-firmato Judge (promemoria per Bloom: studiare cosa significa “ri-firmato”) e si sono rafforzati con  Carlos Rodon. I Blue Jays, dopo aver preso Dalton Varsho, Brandon Belt e Chris Bassitt, certamente saranno protagonisti della division. C’è da scommettere che ritroveremo agguerriti anche gli odiosi raggetti di Tampa,  simpatici come un foruncolo purulento sul deretano. Anche i derelitti Orioles potrebbero incrementare il loro bottino di vittorie nel 2023.

Di cosa hanno bisogno i Red Sox per non sprofondare in classifica? Beh in primo luogo sarebbe opportuno che Sale e Whitlock rimanessero sani per tutta la stagione. Non è quello che è successo negli anni scorsi, ma è anche lecito sperare. Purtroppo non però non basta, Nella rotazione ci sono anche altri slot e non so cosa ci si può aspettare da Bello e Kubler. Inoltre occorre che Yoshida esploda nel box e diventi una star, e poi occorre che Hernandez e Duvall abbiano prestazioni decenti nelle loro nuove posizioni e che Casas per non cada in uno slump da rookie e Turner si dimostri un buon slugger come se non fosse invecchiato di un altro anno e altre trecento cose che in parte abbiamo richiamato prima. La probabilità che una di queste cose accada potrebbe anche essere una legittima aspettativa, ma la probabilità che si verifichino tutte (o anche la maggioranza di esse) è dannatamente bassa.

Bloom quindi è andato all in con nulla in mano.  Non serve stabilire se sia un pazzo o un genio o entrambe le cose. Sicuramente ha una visione per i Red Sox del futuro e il supporto dalla proprietà. Per ora. Ma abbiamo visto quanto velocemente cambiano le cose. L’abbiamo visto con Dave Dombrowski e con Ben Cherington. Spero che la proprietà applichi gli stessi criteri di giudizio utilizzati per i precedenti manager e sia insoddisfatta, come lo sono io, di tre ultimi posti nelle ultime quattro stagioni.

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Strategia a lungo termine

Cari amici, come avete potuto constatare, non sono riuscito ad essere molto prolifico dopo la mia recente promozione dalla bacheca commenti. Ciò non è inusuale per i miei standard. Di fatto tutte le mie energie sono concentrate sui giocatori dei Red Sox e poco o nulla mi interessa su quello che succede nelle altre squadre. Con la sola eccezione dei Giants di SF, che ogni tanto attirano la mia attenzione (e ovviamente alle disgrazie che capitano a quelli in pigiama), per quanto mi riguarda sul resto della MLB si potrebbe stendere un gigantesco chissenefrega. Così quando arriva il momento di commentare il mercato sono strutturalmente a corto di opinioni basate sui fatti.  

Oltretutto le cose durante questa offseason 2022 non potevano migliorare, mancando anche la materia prima cioè i fatti da commentare. In questi giorni spesso mi sono messo davanti a una tastiera per scrivere qualcosa su questa squadra e ogni volta ho fallito. Avevo molto riflettuto su come riuscire impostare un commento intelligente e ero arrivato alla conclusione che non era possibile. 

Prima della notizia bomba che riguarda Devers, potevo solo commentare portato avanti una mediocre e irritante post season. Queste le considerazioni.

Il Front Office.

C’è, infatti, un responsabile assoluto di questo colossale strazio e risponde al nome di Chaim Bloom, per il quale bisognerebbe inventare nuovi aggettivi per descrivere adeguatamente la disastrosa gestione. Quello che balza principalmente agli occhi è il modo deficitario con cui ha trattato i due principali dossier sulla sua scrivania.  Bloom ha passato il 2022 ripetutamente affermando che Xander Bogaerts era la sua massima priorità, e si presume dovesse trovare una soluzione. In realtà è stato capace solo di inscenare un osceno tira e molla, condite da dichiarazioni trasudanti ottimismo, fino allo showdown finale dei winter meetings, allorchè abbiamo dovuto prendere atto che ci sono state almeno tre team che hanno superato l’offerta dei Sox di 40 mln o più. Ma la proprietà è soddisfatta di questo stato di cose? Questa è la domanda più importante alla quale temo di non saper rispondere. I termini del contratto di Chaim Bloom come chief baseball officer di Boston non sono stati resi noti pubblicamente, ancora oggi a quattro anni dal suo ingaggio. Allo stato attuale sembra lanciato a battere i record di durata dei suoi immediati predecessori, con risultati peraltro incomparabilmente peggiori. Sia Cherington, che non è durato quattro stagioni complete, sia Dombrowski, arrivato nell’agosto del 2015 e cacciato nel settembre del ‘19, hanno guidato i Sox alla conquista delle World Series durante i loro incarichi, mentre con Bloom, siamo sempre arrivati ultimi, a parte l’exploit dell’ALCS 2021. Se la proprietà avesse ancora la stessa voglia di vincere della scorsa decade, Bloom avrebbe bisogno di un grande passo avanti nel 2023 per mantenere il suo lavoro. Se invece i proprietari, magari distratti da vicende più interessanti, oppure per una pervicace contrarietà ai contratti ultradecennali, sono contenti di sperperare denari senza raccogliere nulla, Bloom sembra proprio l’uomo giusto al posto giusto. Tuttavia, se l’obiettivo è arrivare ultimi, mi potrei candidare anche io a ricoprire quel ruolo, e sarei anche graziosamente disponibile ad accettare una piccola riduzione dello stipendio.

La rotazione.

Lo scorso anno Cora ha dovuto arrangiarsi con due partenti piuttosto datati, che sarebbero stati l’ideale come supporto alla profondità del roster, ma non per essere schierati in prima fila per tutta la stagione. Come sapete bene, sono sempre stato un grande estimatore di Rich Hill e sono contento che sia tornato ai Red Sox l’anno scorso. Ora però sono altrettanto contento che i risultati della stagione 2023 non debbano fondamentalmente dipendere dalle prestazioni sue e di Wacha. Non sono altrettanto contento di aver perso Eovaldi un altro campione del mondo 2018, a cui i Rangers hanno deciso di dare 34 mln in due anni. Eovaldi continua ad essere un buon giocatore, con l’unica colpa di poter pretendere un salario non abbastanza economico per le casse dei Red Sox. 

Può essere razionale non inseguire un free agent così costoso, in relazione alla prestazioni attese, ma, se a fronte di tutte queste partenze, ci si chiede quale sia stata la contropartita, il bilancio è comunque deficitario. L’arrivo del trentenne Corey Kluber, che corona un inseguimento durato anni (dopo Cleveland ce lo hanno soffiato prima i Rangers, poi gli Yankees e infine i Rays), non riesce assolutamente a compensare le perdite e rischia di apparire la solita operazione targata Chaim Bloom: troppo poco e troppo tardi.

Il Bullpen.

Si tratta di un reparto normalmente  più volatile durante una stagione MLB e che può essere facilmente incrementato a luglio, nel caso si intraveda l’opportunità di una stagione vincente. Il ruolo di closer fa eccezione, perchè questo tipo di pitcher non crescono sotto i cavoli. Nel nostro bullpen il ruolo è rimasto praticamente vacante fin dall’uscita di scena di Kimbrell. Finalmente, con Jensen, abbiamo un giocatore di ruolo sul quale, tuttavia, valgono le stesse considerazioni fatte su Kluber: non è esattamente nel fiore degli anni. Tuttavia, dopo anni di siccità, ti vuoi lamentare se arriva una pioggerellina?

Il DH.

Sapevano dalla scorsa off season che questa sarebbe stata l’ultima stagione di JD Martinez a Boston. Anche se non ha mai ripetuto i 1.031 OPS della sua prima stagione, è sempre rimasto un grande campione e un punto di forza per la squadra. Curiosamente, come altri suoi compagni di squadra del dream team 2018, ha finito per accasarsi sulla west cost, con i Dodgers. Curiosamente il traffico scorre anche nel senso inverso della carreggiata e, oltre a Jansen, è in arrivo anche un altro titolare dei Dodgers 2018: Justin Turner (anche se ci avrebbe fatto più comodo lo SS omonimo). Turner potrebbe essere un buon sostituto per JD. Forse non sarà un battitore della stessa qualità, ma Turner ha un valore difensivo superiore a quello che Martinez poteva offrire. Infatti, oltre a schierarlo regolarmente nel ruolo di DH, Cora potrebbe impiegare Turner in prima base, quando Casas ha bisogno di un giorno libero o quando il partente avversario è un forte mancino, oppure in terza base al posto di Devers. Turner potrebbe auspicabilmente contribuire a incrementare il deficitario OBP di squadra. Anche se non è lecito aspettarsi che all’età di 38 anni emuli le prestazioni delle stagioni prepandemiche, le sue abilità non sono del tutto svanite. Per la cronaca, il .350 OBP di Turner nel 2022 sarebbe stato terzo se avesse giocato con noi, dietro a X Man e Ciccio Devers. 

Conclusioni provvisorie.

La offseason non è ancora conclusa, ma l’indirizzo generale mi sembra sostanzialmente delineato. La squadra ha enormi scompensi nel roster determinati dalle partenze che hanno lasciato scoperti alcuni ruoli essenziali. Non sono in cantiere  attività che possano rendere competitiva la squadra per il 2023 e quindi è molto probabile che vedremo ancora una volta la post season sul divano di casa. Non è riconoscibile alcun percorso organico che possa incrementare le prestazioni nel tempo: a fronte di qualche forza fresca (Yoshida è la notevole eccezione) i Red Sox sembrano diventati una casa di riposo per vecchie glorie. La fine positiva annunciata per la telenovela Devers riporta un po’ di sereno, ma ancora non è presto per stabilire se potremo ambire a qualcosa di più di un aurea mediocritas, lasciando ad altri i posti in prima fila.

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Winter Meetings last report

I winter meeting 2022, ospitati quest’anno proprio a San Diego, si sono conclusi mestamente con Xander Bogaerts, la bandiera, il nostro giocatore più rappresentativo, che ha accettato di trasferirsi e giocare vicino alla base navale della California meridionale abbandonando il New England e i Red Sox, organizzazione nella quale ha militato dal lontano 2009, mietendo numerosi successi. 

Quindi per i prossimi 11 anni saremo costretti a vedere Xman indossare una casacca color diarrea. Sarà dura da sopportare sia per noi che per Xander, che tuttavia, se proprio dovesse sentirsi depresso, potrà tirarsi su il morale leggendo il mastodontico contratto che ha firmato che prevede 280 milioni di dollari come compenso per prendere a bastonate una palla.

L’accordo infrange la previsione pre-offseason di MLBTR di $ 189 milioni in sette stagioni. È il secondo più grande accordo di free agent nella storia del Padres, con solo i casi di Judge e Turner che lo superano finora tra i free agent in questa stagione di mercato.

Nonostante i rapporti all’inizio della giornata affermassero che le due parti stessero chiudendo un accordo, i Red Sox non hanno fatto nulla per evitarlo. Il Boston Globe ha riferito che l’offerta di chiusura dei Red Sox era di sei anni, $ 160 milioni. Sono valori di cui si parla da un po’ e non che. non hanno nessun connotato di un tentativo in extremis

Per chi avesse problemi con i conti, si tratta 120 milioni di meno sul totale, anche se i Sox hanno offerto un valor medio annuo più elevato. I Red Sox erano quindi distanti anni luce dal traguardo che il giocatore poteva cogliere, cioè la pazzesca offerta dei Padres assolutamente imprevedibile  dal punto di vista commerciale

Ma giunti a quel punto non c’era nulla da fare. La corporation di Scott Boras è riuscita a rifilare Bogaerts a una squadra che non aveva bisogno di un interbase, per di più a un prezzo pazzesco. Boras ha più volte affermato che Bogaerts vuole giocare solo interbase. Vedremo come risolverà la questione il manager dei Padres, ma questi ormai sono problemi che non ci riguardano.

Quello che ci riguarda invece è la condotta dissennata del nostro front office. La cosa che fa più rabbia è che se Bloom avesse formulato la stessa offerta finale, diciamo, in primavera, molto probabilmente avrebbe avuto successo. Resta da decidere se sia stato troppo scemo o troppo furbo. In ogni caso si tratta di un pattern riconoscibile, anche quando il front office era tenuto da altri: i Red Sox hanno più volte preso giovani fuoriclasse, li hanno fatti crescere e, a un certo punto della loro carriera, li hanno mandati a fare i bagagli. Le circostanze sono state diverse nei vari casi, ma il risultato finale, in realtà, è sempre stato lo stesso. Il precedente che presenta maggiori analogie con quello in parola è quello di Jon Lester, migrato a Chicago per ricongiungersi con Epstein, ma ce ne sono molti altri.

Non solo è successo, ma potrebbe ricapitare. Ora c’è la pratica Rafael Devers da affrontare. Come si comporteranno in questo caso? Aspetteranno, con il braccino corto, ancora una volta, senza decidersi a presentare un’offerta ragionevole ed equa? Perderemo la nostra  ultima giovane stella che ci è rimasta? 

Se dobbiamo fare previsioni basandoci sul passato la risposta è si lo faranno. Lo faranno ancora, come lo hanno fatto nel passato. E io che ancora ho nostalgia per Beltre  (figuratevi per Mookie), scopro che mi sono scelto una squadra assolutamente spietata da questo punto di vista. Non so proprio quanti di questi colpi riuscirò ancora a sopportare.

Come se non piovesse abbastanza sul bagnato ora, per la prima volta dal 2013, abbiamo un problema all’interbase. Sarà schierato davvero Trevor Story con Christian Arroyo in seconda? Non credo sia una soluzione all’altezza delle nostre aspettative, ma non riesco a immaginare come possa andare bene in un altro modo. Nutro poche speranze che la soluzione possa arrivare dal mercato, laddove il costo di gente come Carlos Correa o Dansby Swanson si è appena incrementato. Bogaerts ottiene uno dei più grandi contratti nella storia della MLB, ponendo le basi per un’affascinante guerra di offerte per i due interbase stellari che rimangono senza contratto.

Per i Red Sox, incapaci di tenere ben saldi i propri punti di forza, su cui aggregare e ricostruire una squadra di livello, sembra aprirsi un lungo periodo di irrilevanza. Con tali presupposti sembra vano discutere delle nuove acquisizioni, come è inutile discutere di un menù composto solo da contorni, in cui manca un piatto forte.

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