L’assurdo baseball ai tempi di Manfred

Comincio a scrivere queste note prima dell’inizio della partita 129, gara 3 della serie con Arizona, che fino a questo momento ci ha dominato con una certa disinvoltura, riuscendo a zittire completamente l’attacco. Lo stato d’animo, dopo la scossa di adrenalina della serie con Houston, è virato abbastanza sul depresso perché le cose non vanno bene per nulla. Anche stasera, in vantaggio per 4 a 0, per due homer di Casas e Devers,  non siamo riusciti a contenere il ritorno dei vice campioni, che sono riusciti a completare una sweep molto dolorosa. E’ la seconda sweep che becchiamo nel mese di Agosto fra le mura amiche, il record casalingo 29-35 diventa imbarazzante, per trovare di peggio occorre scendere fra i derelitti (anche gli A’s fanno meglio di noi) e le possibilità di disputare almeno una partita ad ottobre se ne vanno a ramengo.

L’unico aspetto positivo è che la regular season ai tempi di Manfred dà sempre speranze a tutti fino alla fine, e nonostante le pesanti batoste rimediate, c’è ancora un percorso che ci potrebbe permettere di vincere la WC race. Il periodo di calendario più arduo da affrontare per la nostra squadra si è concluso proprio oggi e le nostre competitrici non sono state capaci di estendere il loro vantaggio che è rimasto invariato a 4.5 partite.

Da domani affrontiamo Toronto in una serie di 4 partite più il completamento della gara sospesa il 26 di giugno, per concludere il prossimo weekend a Detroit. Nello stesso periodo KC visita in sequenza Cleveland (per 4 partite) e Houston. Teoricamente se avessimo dei partenti capaci di arrivare al settimo inning, domenica prossima potremmo averli superati. Praticamente però non gli abbiamo, grazie al budget inadeguato con cui Mr Henry ci fa competere e difficilmente arriveremo a Settembre ancora vivi.

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Piccoli miglioramenti in un momento complicato

Sapevamo che la seconda parte della stagione sarebbe stato un periodo veramente duro per le nostre amate calzette rosse. Il programma prevedeva che ben 25 delle prime 34 partite, dopo lo ASG, fossero giocate contro squadre in piena corsa per i playoff.  Dopo aver completato la serie a Baltimora, andremo a Houston che la scorsa settimana ci ha travolto in casa, ma dopo la serie casalinga con Arizona, il calendario si alleggerirà con le serie contro Toronto, Detroit, Mets e Chicago White Sox. Non siamo ancora al momento di poter fare un bilancio, ma possiamo almeno dire che finora siamo sopravvissuti. Usciamo dal confronto con gli Orioles con un record di 12-16, non esaltante, ma sufficiente a tenerci ancora in corsa per la terza wild card dell’American League.

Il fine settimana a Baltimora in particolare non è stato perfetto, ma anche dopo l’amara sconfitta per 4-2 di domenica, possiamo interpretare la divisione della posta come un progresso visto che eravamo riusciti a batterli solo una volta nelle sei precedenti occasioni.

La rotazione potrebbe mostrare segni di miglioramento. Houck ha lanciato 6.2 inning molto forti con Texas, Nick Pivetta ha registrato cinque solidi inning giovedì e sabato Bello ha avuto la sua migliore uscita dopo la pausa, concedendo un punto, due valide e tre basi su ball, con sei strikeout. Una buona prestazione di 97 lanci di cui 57 strike, registrando ben 15 swing-and-miss. Sebbene Crawford sia apparso migliore di quello visto nelle sue ultime due partenze, è risultata ancora una volta fatale la sua apparente incapacità di completare sei inning. 

Purtroppo i progressi dei partenti sono stati spesso frustrati da un bulpen completamente inaffidabile, capace di dilapidare patrimoni apparentemente inesauribili. Paradigmatica in questo senso la pazzesca partita di venerdì, al termine della quale non solo hanno concesso dieci punti e costretto Alex Cora a usare otto lanciatori per ottenere 27 eliminazioni, fra i quali Martin e Jansen insolitamente in campo durante una partita in cui l’attacco ha prodotto 12 punti. Molto soddisfacente il fatto che 8 di questi punti gravino sulle spalle del candidato Cy Young Corbin Burnes, i quali rappresentano  il peggior risultato ottenuto da questi nella sua carriera in major league.

Fortunatamente l’attacco che è stato il maggior punto di forza della squadra, nonostante una lunga serie di infortuni, è stato all’altezza della situazione, anche perchè sono stati recuperati dalla IL due giocatori chiave con il ritorno di O’Neill e Casas. O’Neill che aveva saltato 12 partite ha contribuito con una grande valida sabato nella sua prima partita, anche se domenica ha subito un gran sombrero nei 4 AB. Nel frattempo, Casas, che era fuori da aprile, non sembrava un giocatore che avesse saltato 98 partite, registrando 5 su 13 in tre partite. Anche se tutte le sue valide sono stati singoli e Triston dichiara di sentire ancora un certo fastidio durante lo swing, mi sembra si possa guardare con ottimismo al futuro.

Infine ci sono rinforzi in arrivo. Hendriks ha iniziato il suo incarico di riabilitazione domenica nella a Worcester, lanciando, nella sua prima partita dopo l’operazione di un anno, un inning pulito, con un flyout al centro, un soft groundout preso dal ricevitore e un grounder all’interbase. In 11 lanci di cui nove strike, ha raggiunto i 95 mph con la sua four-seamer mescolando il cutter, la palla curva e lo slider. I Red Sox stanno pianificando di fargli fare da sei a otto apparizioni di riabilitazione, che, a meno di battute d’arresto tra le uscite, potrebbe renderlo pronto per tornare major league a settembre.

Nel frattempo, un certo Rich Hill, un giovanotto di belle speranze domenica a Worcester dopo aver firmato ufficialmente un contratto di lega minore con il club, per un allenamento con Kyle Teel come ricevitore. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Vedremo cosa ne uscirà, con la serenità di coloro che non hanno nulla da perdere. Perlomeno questo è una mossa che testimonia che il club non vuole lasciare nulla di intentato.

Ci aspetta una prossima settimana durissima, con i Royal pronti ad estendere ancora il loro vantaggio dopo la sweep ottenuta a Cincinati, ma oggi il sito Pecota Standings valuta la percentuale di vincere una WC pari a 36.4%, con un incremento di 5 punti rispetto alla settimana scorsa. Evvai!

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L’osso più duro

Dal 2017 gli Houston Astros sono senza alcun dubbio la squadra da battere del Junior Circuit. In questi ultimi 7 anni hanno disputato 4 WS, vincendone 2, ma sempre avendo almeno raggiunto le finali di lega. In questa stagione, lasciatisi alle spalle una partenza difficoltosa, hanno di nuovo preso la testa della loro division, lasciando pochi dubbi sulla loro ennesima partecipazione al baseball di ottobre.

Cosa ci poteva capitare di peggio dopo che avevamo prevalso nella serie più importate della stagione?  E infatti non c’è stata competizione: quando hanno voluto hanno dato gas e non c’è stato più nulla da fare. 

Le premesse della vigilia non erano buone. Sapevamo che avremmo dovuto fare a meno di Pivetta affaticato, in gara 2. Prima dell’inizio della serie abbiamo appreso anche che Bello sarebbe stato in congedo di paternità. (Tornerà a lanciare stanotte, sperando bene perchè stare in congedo non è uguale a stare con la squadra) e Cooper Criswell era stato inserito nella lista COVID, per almeno una settimana. Per rimpiazzarli erano stati richiamati da Worcester il mancino Cam Booser e il destro Brad Keller. 

Davide, in un sarcastico e molto divertente commento in bacheca (che vi consiglio di leggere), individua nella sostituzione di Tanner Houck al settimo inning di gara 1 dopo appena 82 lanci, il momento spartiacque della serie e sembra addossare a Cora tutta la responsabilità di quello che è accaduto.

Col senno di poi è difficile dargli completamente torto, anche io spesso ho rinunciato a capire le mosse di Cora che a volte mi sembrano effettivamente inutilmente cervellotiche. Quando mi riferivo al suo tocco magico, parlavo però della sua capacità di motivatore bilingue, capace di spremere il massimo da ogni giocatore. A volte dalla panca spinge i tasti giusti e risolve situazioni complicate, a volte le cose vanno storte. Tuttavia in questa circostanza non mi è sembra ci siano le condizioni minime per condannarlo.

Nelle ultime uscite precedenti Houck aveva rimediato 2L, mostrandosi particolarmente affaticato e non sembrava proprio il caso di fargli tirare ancora inutilmente il collo. Con i Rangers, il 3 agosto, era uscito con 89 lanci, ma dopo aver lanciato per solo 5,0 inning e concesso ben 6 punti. Occorre anche considerare che il bullpen, con Sims e García che avevano dato buone prove e con Chris Martin disponibile dopo il suo ritorno dalla IL, sembrava sufficientemente solido per reggere l’impatto. Insomma un rischio calcolato, che a priori sembrava accettabile. 

Però, anche ammesso che Cora abbia sbagliato, dal mio punto di vista giudico molto più impattante sul disastroso risultato finale, il fatto che la squadra abbia totalizzato 3-21 con corridori in posizione punto. In particolare mi sono molto rammaricato per il nono inning di gara 2, aperto da un leadoff double di Ciccio Devers, che non ha prodotto alcun risultato.

Ora però non c’è neppure il tempo di leccarsi le ferite.  Il programma prevede che i Red Sox giochino ancora per dieci giorni consecutivi in questo momento cruciale della stagione, con Paxton rotto non si sa per quanto tempo (ma va! ma questi ragazzi non si rompono mai quando giocano per i Dodgers?), un bullpen inaffidabile e una rotazione in debito di ossigeno, specialmente per due giocatori chiave (Tanner Houck e Kutter Crawford), per i quali il carico di lavoro dovrà essere gestito con molta attenzione.

Francamente sembra il preludio di una catastrofe. In questi frangenti anche il ventilato ritorno di Rich Hill sul, non sembra una cosa così assurda, come sarebbe in condizioni normali. 

Nel frattempo i tre grandi prospetti del sistema Red Sox (l’esterno Roman Anthony, il ricevitore Kyle Teel e lo shortstop Marcelo Mayer) sono stati tutte e tre spostati in triploA. Non so se li vedremo in azione quest’anno, ma sicuramente sono una speranza nel lungo termine, già per il lontanissimo 2025. Sfortunatamente il grande economista John Maynard Keynes, diceva che «In the long run we are all dead.» 🙂

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Lo strazio di Agosto

Nelle ultime stagioni il mese agosto è stato uno strazio per i Boston Red Sox, che dal 2019 non riescono più a registrare un record vincente. In particolare è la pausa per lo ASG che opera la trasformazione da una squadra dottor Jekyll a una Mr. Hyde e io ho una paura fottuta che le cose andranno ancora così quest’anno, nonostante tutti gli sforzi profusi, perchè la rotazione sembra aver perso aderenza al suolo.

Venerdì Crawford ha concesso quattro fuoricampo che fanno arrivare a dodici il numero di HR nelle sue ultime tre uscite. Non è mai successa prima una cosa del genere nella storia della MLB! Sabato Houck, selezionato per lo ASG, ci ha offerto un’uscita mediocre di 8H e 6 ER che sembra essere lo standard dopo aver lanciato all’All-Star Game. Negli ultimi 30 inning ha concesso 21 ER portando così la sua ERA ha superare 3,00 per la prima volta in questa stagione.

Entrambi i giocatori hanno 28 anni, dovrebbero aver raggiunto il plateau delle loro condizioni atletiche, ed irragionevole pretendere da loro il miglioramento che puoi avere con giovani al di sotto dei 25 anni. Gli IP nelle ultime 3 stagioni sono stati, rispettivamente, 77,1 129,1 127,2 e 60.0 106,0 134,0. Come si vede il primo ha quasi raggiunto il risultato 2023, mentre il secondo lo ha ampiamente superato. Sembrano entrambi in riserva fissa e non è irragionevole chiedersi se tutto questo non sia che l’inizio di una fase di difficoltà.

Il momento sarebbe il meno opportuno. Dopo la serie di questo fine settimana in Texas, i Red Sox si dirigono a Kansas City per tre partite contro i Royals, che ci precedono di 2,5 GA per il terzo posto nella corsa alla wild-card dell’American League. I Red Sox poi tornano a casa per sei partite contro gli Houston Astros e i Rangers prima delle trasferte a Baltimora e ancora con Houston. In altre parole, abbiamo uno dei calendari più duri del baseball nella seconda metà della stagione e questo è senza dubbio un periodo incerto che determinerà se rimarranno in lizza per i playoff. E sebbene le acquisizioni della trade deadline abbiano dato un contributo positivo, addirittura decisivo nel bullpen, occorre che dalla IL arrivino altri rinforzi, per riuscire a restare a galla.

Il primo all’orizzonte potrebbe essere il rilievo Chris Martin . Il veterano ha lanciato una sessione bullpen sabato in Texas e dovrebbe andare in riabilitazione mercoledì a Worcester. Se tutto va bene, potrebbe essere attivato a partire da venerdì. Il rilievo Justin Slaten è un po’ più indietro, ma ha “girato l’angolo”, secondo Cora.

Il più atteso, e in ritardo rispetto alle previsioni, potrebbe essere Triston Casas . Il prima base è stato in riabilitazione a Worcester nella scorsa settimana e ha avuto una grande serata sabato, battendo 2 su 4 con un doppio e 3 RBI. Casas resterà a Worcester almeno fino al prossimo fine settimana per vedere il suo comportamento giocando per la prima volta tre partite consecutive. Tuttavia il giocatore riferisce di provare ancora dolore quando batte e i tempi del suo recuero continuano a dilatarsi, costringendo Cora a chiedere a Wong di giocare in prima base, per portare nel line una mazza destra.

Nel frattempo, Vaughn Grissom è andato 1 su 5 mentre continua la riabilitazione a Worcester. I Red Sox devono decidere se aggiungerlo al roster attivo o opzionarlo a Worcester per una maggiore preparazione entro il 9 agosto.

Poi c’è il closer Liam Hendriks . Venerdì ha segnato l’anniversario del suo intervento di Tommy John. Hendriks è stato con i Red Sox in Texas e ha incontrato il suo chirurgo, che gli ha dato il via libera per iniziare ad affrontare i battitori. Hendriks terrà una sessione di allenamento di battuta dal vivo martedì, con la squadra a Kansas City o a Worcester. Farà tre sessioni di BP dal vivo nelle prossime due settimane e, se si riprenderà bene, inizierà un incarico di riabilitazione poco dopo. Cora spera di poterlo portare in prima squadra a settembre, quando i roster si espandono.

Infine, lo shortstop Trevor Story ha sorpreso tutti con una recente dichiarazione secondo cui sta cercando di tornare in campo dopo l’operazione alla spalla già in questa stagione. Sebbene sembri un’ipotesi remota, i Red Sox non sono nelle condizioni di escludere nulla. Chissà che riesca a farci una sorpresa.

Ma se gli ultimi anni hanno insegnato qualcosa a Cora e ai Red Sox, è che i rinforzi., che si tratti di Story o Chris Sale, sono arrivati ​​troppo tardi per salvare la stagione. Cora è determinato a non farlo accadere di nuovo e spera che con una squadra più giovane e quattro giocatori aggiunti alla scadenza, saranno meglio attrezzati per evitare un disastro ad agosto. Io però continuo ad avere una paura fottuta.

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