Analisi della stagione 2024. Parte quinta: il manager

Eccoci arrivati all’ultimo capitolo di questo lungo sproloquio, che, a giudicare dai commenti (quasi del tutto assenti), credo abbia procurato più che altro noia e sonnolenza. Ora però che faremo un focus sul manager Alex Cora, entreremo su un terreno più controverso, che dovrebbe suscitare un maggiore interesse. Almeno lo spero.

Cominciamo dalle basi. Il lavoro del manager consiste essenzialmente nel vincere le partite. Innanzi tutto è lui che gestisce il roster dei giocatori, decide la formazione della squadra che scende in campo ogni giorno e programma quella dei giorni successivi. Inoltre, durante la partita, è colui che prende qualsiasi decisione, molte delle quali possono influenzare direttamente il risultato. Il manager gestisce anche la comunicazione con le conferenze stampa dopo ogni incontro e con le comparsate in trasmissioni radiofoniche e televisive, durante le quali deve essenzialmente parlare del suo lavoro, che è, appunto, quello di vincere le partite.

Ebbene in questa stagione Cora di partite ne ha vinte 81, esattamente lo stesso numero di sconfitte, e quindi il commento potrebbe finire qui: risultato mediocre, 5 in pagella. 

Inoltre l’esclusione dalla postseason per il terzo anno consecutivo (quinto negli ultimi sei) dovrebbe essere considerata inaccettabile per una franchigia con le risorse e la tradizione dei Red Sox e pesare come uno stigma sul curriculum del manager, che, in condizioni normali, dovrebbe essere chiamato dalla proprietà a rendere conto del disastro. 

Perché questo non è accaduto? Perché invece di essere licenziato il suo contratto è stato rinnovato a luglio, ben prima di conoscere il piazzamento finale? Come è possibile che questo benedetto uomo esca sempre dalle macerie con la camicia bianca bella e pulita? Perchè non è sto mai chiamato a rispondere dei fallimenti in questi lunghi anni?

Dopo la stagione 2023 Cora, 48 anni, è stato oggetto di speculazioni per un po’ di tempo, dato che era imminente la scadenza del suo contratto. Il club, classificatosi ultimo nell’American League East sia nel 2022 che nel 2023, aveva appena licenziato il responsabile del baseball Chaim Bloom. Craig Breslow, ereditata una ricostruzione priva di scadenza temporali e obiettivi precisamente definiti, aveva accettato il mandato in presenza di un Cora già confermato dalla società, ma non era chiaro se sarebbe rimasto negli anni a venire o se il nuovo CBO avrebbe preferito altre soluzioni.

Alcuni avevano ipotizzato che Cora avrebbe potuto cercare di passare ad un ruolo di front office, qualcosa per cui aveva apertamente espresso interesse. Altri invece pronosticavano che avrebbe potuto lasciare Boston e, seguendo il percorso di Craig Counsell, che era riuscito a strappare ai Cubs un contratto da 40 milioni di dollari in cinque anni, aprire un’asta su se stesso durante la stove league.

Tutte queste ipotesi comunque facevano parte di previsioni da collocare temporalmente dopo la fine della stagione e invece, del tutto inaspettatamente, nel pieno delle trattative di mercato di fine luglio, dopo che in precedenza le parti avevano categoricamente smentito la possibilità di colloqui durante la stagione, usciva la notizia dell’estensione contrattuale, dalla durata di tre anni e dal valore medio annuo di poco inferiori agli 8 milioni di dollari. Questo accordo renderà Cora il secondo manager più longevo nella storia dei Red Sox, superato solo dai 13 anni di Joe Cronin. Viene da chiedersi se tutto questo Breslow, che ha rilasciato interviste entusiaste, lo ha negoziato o lo ha subito.

Dall’euforia delle World Series del 2018, il club ha vissuto un periodo di montagne russe, con alti e bassi colossali. Ci sono stati tre cambiamenti nella leadership del front office nelle ultime sette stagioni e tentare di seguire la direzione dei Red Sox è stato spesso come rimanere bloccati in un labirinto senza uscita.  La proprietà ha detto una cosa e ne ha fatta un’altra più volte di quante se ne possano contare. Su un solo punto sono stati inamovibili in modo granitico: la loro lealtà verso Cora.

L’immediata riassunzione di Cora dopo la sospensione del 2020, imposta a un Bloom evidentemente contrariato, è un precedente significativo. Il fatto che Cora stia lavorando per il suo terzo responsabile delle operazioni di baseball dice molto dell’ascendente che riesce ad avere sull’organizzazione. E’ infatti prassi che ai ​​nuovi CBO, in genere, sia concesso il lusso di assumere un proprio manager di fiducia, ma questo privilegio è stato negato sia a Bloom che a Breslow: entrambi invece hanno dovuto accettare Cora insieme all’incarico. Era un pacchetto unico, non negoziabile.

Secondo me ci sono pochi dubbi che, anche questo fresco rinnovo contrattuale, sia passato abbondantemente sopra la testa del CBO, a cui non è rimasto altro che fare buon viso a cattivo gioco. Alla lunga tutto questo non è sano e già ora ci sono dei problemi, come in tutti i casi in cui il controllore coincide con il controllato.

Questo spiega l’arcano, però d’altra parte, bisogna ammettere, che questa posizione Cora non se l’è conquistata a chiacchiere o con i riti woodoo di Santo Domingo. E non possiamo pensare che la proprietà sia composta da tizi sprovveduti a cui piace buttare i soldi dalla finestra, perchè di soldi, a Cora gliene hanno dati un bel po’. Assumendo Quatraro, tanto per fare un esempio, ne avrebbero spesi sette volte meno.  Forse ne  sarebbero rimasti per comprare dei rilievi decenti alla scadenza. 

La ragione, secondo me, risiede nel fatto che Cora è un talento indiscutibile. Succede spesso che le sue squadre superino le aspettative di inizio stagione. Ciò che ha fatto quest’anno con un roster pieno di infortuni, che ha perso i titolari Giolito e Whitlock, così come lo shortstop Trevor Story all’inizio dell’anno, potrebbe averlo messo in lizza per il premio di manager dell’anno della American League. Non capita spesso di trovare pecche nella composizione della formazione, lavoro per il quale si intravede un approccio metodico e basato sui dati oggettivi ricavati dai matchups con lo starter avversario. Durante la gara poi sembra sempre sul pezzo, pronto a schiacciare i pulsanti giusti e ad approfittare di tutte le occasioni per trarne il massimo vantaggio possibile. 

A volte, dall’Italia, mi sembra di scorgere degli evidenti errori, specialmente nella gestione dei lanciatori di rilievo, però credo si possa dire che difficilmente è recidivo: sbaglia, come tutti, ma in modo vario senza incaponirsi come faceva il suo predecessore Farrell. In generale preferisco un manager che ha un piano in testa e lo segue anche facendo mosse impopolari, piuttosto di uno che applichi acriticamente e in ogni circostanza i dettami del “manuale del baseball”. Naturalmente occorre che alla fine questi errori (o situazioni controverse) siano relativamente rare. Bisogna anche tenere presente che conducendo squadre mediocri, il peso specifico di ogni errore è più evidente e doloroso di quelli che commetteva nel 2018.

Quindi, concludendo, il mio giudizio, per quello che vale, é: que viva Cora, hasta la victoria! Nel contesto in cui siamo non riesco veramente a vedere nessuna ragione per cambiare il manager. 

Le stagioni vanno come vanno per il rifiuto della società di investire e per un front office costituito da dilettanti allo sbaraglio, privo di professionisti di comprovata esperienza, in grado di risolvere i problemi. 

L’attuale President of Baseball Operations è un contenitore vuoto, più di qualsiasi altro da quando John Henry ha acquistato la squadra nel 2003. Ognuno ha avuto dei principi operativi e, a differenza di Breslow, erano tutti piuttosto chiari quando quelle persone sono state assunte. Theo Epstein avrebbe usato idee alla Moneyball a Boston. Cherington era fondamentalmente una sua continuazione (anche se con un po’ più di conservatorismo, come abbiamo scoperto). Dombrowski era un tipo vecchia scuola, tipo spendi tanto per vincere subito, ma è stato cacciato quando le sue idee sono diventate incompatibili con il budget. Bloom avrebbe dovuto incorporare le idee analitiche della nuova scuola dei Rays in una franchigia di più alto livello, ma si è rivelato un bluff.

Finchè John Henry continuerà a tenere stretti i cordoni della borsa e Breslow continuerà a spendere male le poche risorse disponibili, mi spiegate perchè dovremmo cambiare manager? A cosa servirebbe?

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Analisi della stagione 2024. Parte quarta: i giocatori di posizione

Completiamo la valutazione del roster nel 2024, analizzando le prestazioni dei giocatori di posizione.

Campo Interno.

Triston Casas: sembrava pronto a riprendere da dove aveva lasciato nel 2023, quando arrivò terzo nella votazione per il Rookie of the Year dell’American League, battendo  sei fuoricampo nelle sue prime 23 partite Poi però si è rotto la cartilagine nella gabbia toracica alla fine aprile, un infortunio auto indotto dalla potenza dello swing, che lo ha messo fuori gioco per 98 partite, il che rende vano valutare la sua stagione, dato che ha saltato circa due terzi dell’anno. A settembre, quando è tornato, non è ripartito a cannone con la mazza ma finalmente ha dato alla squadra una solida difesa in prima base. Infatti, durante la sua assenza, molti si sono avvicendati sul cuscino di prima, con risultati meno dal pessimo al mediocre. Il CBO si è adoperato a cercare una soluzione nel mercato degli scarti degli scarti degli scarti, tenendo il braccino cortissimo e capando dal mazzo, dapprima Garrett Cooper, che si è infortunato alla prima partita per una pallata sul braccio, e a breve giro il simpatico veterano Dominic Smith che ha conquistato il pubblico del Fenway per il suo impegno e  abnegazione (dimostrata anche quando ha lanciato un nono inning senza punti con i Sox in svantaggio per 10-2 contro gli Astros).  Altri come Gonzalez, lo stesso Garrett Cooper, ( che ora non fa più parte dell’organizzazione),  Dalbec e un paio di volte mi sembra anche Wong,  sono stati provati in prima, ma tutti hanno faticato a superare la pur mediocre produzione data da Smith (237/.317/.390) il 5% in meno rispetto alla media della lega, in base alla misura di wRC+. 

Vaughn Grissom: Abbiamo già anticipato il giudizio sulla sua stagione, resta da dire che il CBO non ha reagito in alcun modo a questa situazione. Nella posizione di seconda base si sono avvicendati molti ragazzi, alcuni, come Westbrook, che non si sono dimostrati sufficientemente bravi da meritare una chiamata nelle major.

Trevor Story: è stato la prima grave perdita in campo interno che sicuramente ha favorito i Red Sox per vincere il non ambito titolo di squadra più fallosa del baseball. La difesa dei Red Sox sembrava decisamente migliore quando è tornato in tempi record a settembre, dimostrando che una squadra MLB non può competere per alti obiettivi con una difesa che ruota attorno a un solo giocatore. Story ha battuto .270 con un OPS di .790 in 18 partite quando è tornato dopo cinque mesi in IL. Se riesce a farlo in una stagione completa l’anno prossimo, rimanendo sano tutto l’anno, i Red Sox saranno in una posizione migliore. Naturalmente il CBO non si è nemmeno provato a cercare sul mercato un rimedio a tale colossale problema (che siamo matti, già paghiamo 23,33 milioni per l’interbase?!?!), trascurando, per carità di patria, del meteorico acquisito dell’interbase Zack Short, la solita pezza peggiore del buco.

David Hamilton: ha avuto enormi difficoltà quando è stato schierato nel ruolo di interbase dopo la caduta di Story, ruolo in cui ha giocato 62 partite (-3 OAA). Diversamente ha offerto una solida difesa in seconda (3 OAA) dove ha giocato 39 partite. In attacco, a metà stagione, ha trovato il suo ritmo evidenziando una buona velocità con 33 basi rubate in 98 partite. In 48 partite da metà maggio fino alla pausa dell’All-Star, ha battuto .288 con un OPS di .769, ma la sua media ha subito un forte calo dopo la pausa (.200) fino q quando di è rotto  alla fine di agosto, concludendo così la sua stagione. 

Ceddanne Rafaela: Sebbene sia stato il miglior come rookie con 75 RBI e come battitore dal n. 9 con 104 valide, 20 doppi e 13 fuoricampo, il ragazzo ha un grosso problema che è chiaramente qualcosa su cui deve continuare a lavorare: gira a vuoto un numero esorbitante di palle. E’ il peggiore nelle major con un chase rate del 49,5 percento in 571 apparizioni al piatto e non ha ottenuto una base su ball nelle ultime sei settimane della stagione. Anche se possiamo dire che era stanco dopo il suo primo anno, ha sicuramente un problema da risolvere. Per dare un termine di paragone tra il 1984 e il 2024, la percentuale di arrivi in ​​base di Rafaela (.274) è la più bassa in una stagione qualificata per un battitore dei Red Sox, 8 punti in meno della OBP di Mike Aviles nel 2012 e 15 punti in meno di quella di Carl Crawford del 2011 e di Eduardo Nunez del 2018. Passando alle prestazioni difensive lo abbiamo citato fra i giocatori di campo interno, solo perché a lui va ascritta la stabilizzazione della difesa quando è stato schierato SS all’inizio dell’anno. Intendiamoci, non sembra proprio sia quello il suo ruolo, avendo concluso con -7 OAA come interbase, ma almeno con lui la squadra ha avuto una possibilità. Di ben altro livello il suo contributo come CF dove ha concluso con 5 OAA e si è classificato terzo nelle major con 12 Defensive Runs Saved. 

Rafael Devers: ha iniziato la stagione alla grande, fino ad arrivare per la terza volta in una squadra All-Star, con una media di battuta di .291 con un OPS di .965 e 23 fuoricampo, nonostante un infortunio dovuto dovuto a una collisione con Tyler O’Neill, oltre a un persistente dolore alla spalla. Probabilmente proprio a causa di tale dolore non è riuscito a tenere il passo nel secondo tempo, battendo solo .244 AVG con un OPS di .727 e cinque fuoricampo, mentre un altro infortunio all’altra spalla si è presentato, tanto che ha dovuto concludere la stagione in IL. Devers ha fatto delle buone giocate difensive, ma è rimasto ampiamente incostante e insufficiente nelle giocate di routine e ancora una volta ha concluso vicino al fondo della lega con -6 Outs Above Average. I Red Sox hanno discusso di cambiare le sue routine di allenamento perché, sebbene abbia avuto una stagione decente, concludendo con una media di .272 e un OPS di .871 con 28 fuoricampo, hanno bisogno di ottenere di più dall’uomo per cui spendono 29 milioni di dollari ogni stagione.

Romy González: è stato un solido giocatore di riserva e ha battuto molto bene contro i mancini (.302 con un OPS di .872), ma con un roster ridotto ha dovuto giocare troppo spesso all’esterno e a volte si è trovato esposto con un OAA di -3 in seconda base e un OAA di -4 in terza.

Nick Sogard: ha dimostrato di essere un solido di backup, con .273 AVG e un OPS di .650 in 31 partite. Essendo stato anche il miglior interno difensivo con 2 OAA, dividendo il tempo in seconda, terza e shortstop, la dice lunga sullo stato degli interni 2024. Per una convocazione arrivata a metà stagione ha avuto un anno solido e potrebbe essere un buon giocatore di profondità per la prossima stagione.

Enmanuel Valdez: un disastro. Valdez ha totalizzato solo .214 con un OPS di .633 in 76 partite ed è stato classificato come il peggior giocatore difensivo della squadra con -9 OAA. Se un giocatore così deve comunque giocare per 76 partite vuol dire che nel roster c’era un buco bello grosso.

Campo esterno.

Wilyer Abreu: ha dato un buon contributo in battuta con una media di .253, un OPS di .751 e 15 fuoricampo in 132 partite, ma è in difesa che è stato particolarmente efficace come esterno destro (al posto del menomato mentale che ha sostituito), classificandosi primo nelle majors con 17 Defensive Runs Saved, secondo con 7 OAA, e terzo con otto assist da campo esterno. E’ anche arrivato secondo tra i rookie dell’AL con un 3.4 bWAR. 

Jarren Duran: probabilmente finirà tra i primi 10 nelle votazioni per l’MVP della AL per un anno di svolta sia al piatto che in campo, che si può sintetizzare così: è andato bene ad aprile e maggio (105 wRC+), ha avuto un giugno da sballo (191), è stato eccellente a luglio e agosto (156) ad ha concluso la stagione come uno dei tanti flop di settembre (61), complessivamente ha battuto .285 AVG con un OPS di .834, 48 doppi, 21 fuoricampo con 34 basi rubate in 160 partite. In difesa, ha guidato i Red Sox con 11 OAA e si è classificato nono tra tutti gli esterni. E’ stato il migliore nelle major con 12 assist e si è classificato secondo tra tutti gli esterni con 23 Defensive Runs Saved. Ora il problema sarà continuare nei prossimi anni questa bellissima favola. Un bocca al lupo a tutti noi!

Tyler O’Neill: non si può criticare troppo un giocatore, che a volte è stato discontinuo al piatto, quando ha realizzato il record di squadra di 31 home run ed è arrivato secondo con un OPS di .847 in 113 partite. Il suo problema sono gli infortuni:  commozione cerebrale a primavera (quando ha cercato di guardare dentro il cranio di Ciccio Devers) e di nuovo ad agosto per un’infezione alla gamba. La sua difesa è stata peggiore del previsto con un -4 OAA visto che era reduce da due vittorie Gold Gloves. Nel complesso ha avuto una stagione solida a Boston e lui e la squadra hanno detto che c’è un interesse reciproco in un suo ritorno.

Rob Refsnyder: sebbene sia stato frenato da numerosi infortuni per gran parte dell’anno, riuscendo a giocare solo 93 partite, è comunque riuscito a battere .283 con un OPS di .830 e ha continuato a toccare i lanci dei mancini con una media di .302 e un OPS di .941. Come battitore destro è stato un toccasana per Cora che aveva a disposizione un lineup fortemente sbilanciato.  Per il prossimo anno aveva annunciato il suo ritiro, ripensandoci subito dopo. Tuttavia il reparto esterni nel 2025 si presenta affollato con il promettente Roman Anthony e il versatile interno/esterno Kristian Campbell che bussano alla porta. Refsnyder ha un’opzione di squadra da 2 milioni di dollari per la prossima stagione e resta da vedere come i Red Sox affronteranno il suo status.

Ricevitori(e).

Connor Wong: ha iniziato l’anno alla grande, in particolare in attacco, battendo .307 con un OPS di .809 nel primo tempo, ma è poi crollato a una media di .246 e un OPS di .696 nel secondo tempo. Nel frattempo, la sua difesa è regredita dietro il piatto diventato orribile nel 2024, framing (-7) e blocking (-12), dopo i valori pessimi registrati nel 2023. D’altra parte il suo backup Reese McGuire è stato messo DFA dopo essersi squagliato a metà anno e l’acquisto Danny Jansen a luglio non ha dato lo sperato contributo in attacco. Strada spianata quindi per Kyle Teel che sarà disponibile la prossima stagione, se non dall’inizio, probabilmente entro metà anno.

Battitore designato

Masataka Yoshida: Il mancino ha battuto .280 con un OPS di .765 e 10 fuoricampo insieme a 21 doppi in solo 108 partite per un infortunio al pollice all’inizio della stagione. A fine anno ha rivelato di aver avuto a che fare con un dolore alla spalla (che ora lo ha costretto ad un’operazione chirurgica) che ha limitato il suo swing. Tutto sommato quindi possiamo dire che ha avuto una stagione discreta, allietata anche da un paio di piacevoli dong contro gli odiati MFY. Tuttavia questi non sono numeri per un DH, soprattutto per un DH che si mette in tasca 18 milioni a stagione. Effettivamente lui è stato preso per giocare LF, ma è del tutto escluso che le sue mediocri prestazioni difensive gli consentano di farsi strada in quella direzione, considerando anche le numerose e valide alternative. Essere relegato in un ruolo di sola battuta è anche un danno per la sua carriera, cosa di cui lui, giustamente, si è discretamente lamentato anche se tuttavia non sembra che ci siano soluzioni soddisfacenti per alcuna parte in causa.

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Analisi della stagione 2024. Parte terza: il pitching

Non sono certo io quello che vi deve raccontare che in una squadra MLB il manager è al vertice di un’articolata squadra di coach che curano lo sviluppo day by day degli atleti riguardo a diversi e particolari aspetti del gioco. In totale si tratta di una dozzina di persone, a cui vanno aggiunti anche i coach delle minors, in particolare Triplo A. Tutti questi complessivamente hanno come funzione principale quello di fornire, ogni giorno, il miglior roster possibile, in modo che il manager possa fare al meglio il proprio lavoro.

A differenza da quello che succede in Europa in sport come il calcio, tale dipendenza funzionale non comporta tuttavia un rapporto gerarchico: i coach come membri dell’organizzazione rispondono al CBO, chè può determinare il loro licenziamento come è capitato a una mezza dozzina di costoro qualche giorno fa. 

Anche quando, quasi un anno fa, Breslow ha sostituito Bush nel ruolo di Pitching Coach e con il suo amico personale Andrew Bailey, non ha dovuto rendere conto a nessuno. A posteriori questa mossa ha avuto un impatto enorme sulla stagione e conviene quindi approfondire. All’inizio del suo mandato Bailey aveva ereditato uno staff di lanciatori che nel 2023 era 22° per ERA (4,68) e una rotazione 27° per inning lanciati (774 1/3). Avviando un’analisi più accurata delle prestazione è emersa una solida relazione statistica fra tipo di lancio utilizzato e le percentuali dell’attacco avversario. Questi i risultati:

  • fastballs: .261 AVG e .428 SLG 
  • off-speed pitches: .227 AVG e .364 SLG
  • breaking pitches: .221 AVG e .370 SLG

che indicano che i lanciatori 2023 avevano fatto troppo affidamento sull’uso della loro palla veloce, e avevano sottoutilizzato altri tipi di lancio che avevano dato risultati migliori. Il piano di gioco per il 2024 non si proponeva, ovviamente, di abbandonare del tutto four-seamer e two-seamer, ma di usare l’intero repertorio di lanci disponibili con una distribuzione più efficace. 

Ad inizio stagione i risultati sono stati strabilianti. A maggio, dopo aver giocato le prime 36 partite, i Red Sox guidavano le major con un’ERA di squadra di 2,65, la media più bassa per il club dal 1920, In particolare la rotazione era prima in classifica con un’ERA ancora migliore (2,13). Inoltre i Red Sox avevano già ottenuto sei shutout, anche in questo caso risultato migliore della lega, uno in più rispetto al totale di quelli ottenuti nel 2023. Tutto questo mentre avevano già perso per tutta la stagione Whitlock, che pure aveva contribuito a questo dato con un’ERA di 1,96 in quattro uscite. Spoiler: questo esordio eccezionale del pitching in classifica aveva fruttato il modesto record 19-17 .528 4.5 GB da Baltimora

Però se c’è una legge nel baseball è che la pacchia dura poco e nel mese successivo alla pausa AS le cose sono drasticamente peggiorate. La rotazione iniziale di Boston è scesa al 29° posto in classifica nella lega, l’ERA si è impennata oltre 5, ma soprattutto hanno concesso 2,2 homer ogni nove inning. La percentuale di battuta sulle breaking ball è salita a .489, la seconda peggiore nel baseball, il che faceva presumere che i battitori delle squadre avversarie avessero mangiato la foglia, modificando in modo più efficace il proprio swing. Questo è vero in parte, perché l’adeguamento al nuovo stile di lancio è avvenuto da subito, ma ha cominciato ad avere successo solo quando i giovani lanciatori della nostra rotazione hanno superato i loro record personali di inning lanciati.  

Anche in periodo di vacche grasse la rotazione in generale non riusciva ad andare in profondità e  questo ha portato a un sovraccarico di lavoro per il bullpen, nella parte centrale della stagione. Così che è stato poi il bullpen a implodere anche in presenza di infortuni di uomini chiave come Chris Martin e Justin Slaten, senza alcun sostegno dalle operazioni di mercato del CBO, come già detto. A settembre, in una situazione di classifica ormai compromessa, c’è stato un’apprezzabile ripresa della rotazione, non sufficiente a ribaltare le cose.

Come ne esce il pitching staff da questa vicenda? Direi bene tutto sommato. Nella prima parte della stagione ha tenuto a galla una barca paurosamente sbandata per le discontinue prestazioni dell’attacco e i continui errori difensivi. Forse non hanno saputo prevedere la tempesta che sarebbe arrivata a fine luglio e prendere le opportune contromisure, ma il CBO non gli ha dato proprio nulla su cui lavorare. Dopo un mese di tregenda hanno rispreso il controllo della situazione con discreti risultati. Sinceramente, considerati i gravi infortuni subiti, il bilancio mi sembra positivo 

Concludiamo con un focus su alcune prestazione personali.

Tanner Houck : aveva iniziato lo spring training decisamente in ombra, ancora incerto se avesse potuto avere un posto nella rotazione, concludendo un anno impressionante con un’ERA di 3,12 su 30 partenze e 178 2/3 inning lanciati. Anche lui ha faticato, come tutti, ad agosto e all’inizio di settembre, ma è riuscito a concludere l’anno a pari merito con Wilyer Abreu con un bWAR di 3,5, dietro solo a Jarren Duran (8,7) e Rafael Devers (3,7). 

Kutter Crawford: In generale, il 2024 è stato per lui un passo avanti avendo stabilito un nuovo record di 33 partenze con 183 2/3 inning lanciati e il record di squadra di 175 strikeout, nella sua prima stagione completa da partente titolare. E’ migliorato anche nella profondità, con una media di 5 2/3 inning per partenza, rispetto ai 4 2/3 inning nelle sue 23 partenze dell’anno scorso.Tuttavia la sua  ERA di 4,36 è stata mediocre risentendo soprattutto di un tasso di fuoricampo talmente elevato, tanto che è risultato ultimo nella la lega con 34 dong subiti. Ad agosto specialmente ha toccato il fondo stabilendo il nuovo record della major league con 12 homer concessi in tre partenze consecutive. Se durante quel periodo i Red Sox avessero avuto un’alternativa da mandare sul monte avrebbero potuto utilizzarlo con minore frequenza e ora parleremo della sua stagione in termini molto più lusinghieri. 

Brayan Bello : dopo l’infortunio di Giolito e l’estensione di sei anni da 55 milioni di dollari che ha firmato durante gli allenamenti primaverili sembrava potesse essere lui l’asso della rotazione, ma il suo inizio stentato con un’ERA 5.32 in 17 partenze nella prima metà, è stato molto al disotto delle aspettativa. Nonostante sia stato solido nella seconda metà con un ERA 3.47 in 13 partenze, non c’è dubbio che il suo anno nel complesso sia stato una grande delusione e i Red Sox hanno bisogno di sviluppare di più è meglio questo giocatore in vista del 2025. In precedenza all’estensione contrattuale, a causa della struttura salariale della MLB, Bello avrebbe avuto una serie di contratti di un anno, il che significa che i Red Sox potevano evitare di doverlo pagare quasi in qualsiasi momento, ma mantenendo un controllo per 4 dei sei anni contrattuali. Ora, sono obbligati a pagarlo anche se è scarso, o infortunato, o scarso perché infortunato. E gli deciso 5M$ ogni anno, per sei anni, mentre a Houck e Crawford ne danno 0,75 M$. Anche su questo fronte, diciamo, che per ora Breslow non è stato fortunato!

Nick Pivetta: La stagione di Pivetta è stata buona: non eccezionale, non terribile, più o meno quello che ci si aspetta da un partente nello slot n. 4 avendo registrato un’ERA di 4.14 in 27 partenze su 145 2/3 inning insieme a 172 strikeout. Dopo aver perso il suo posto da titolare nel 2023 e aver lanciato principalmente dal bullpen nella seconda metà, Pivetta fortunatamente è riuscito a riprendere il suo posto nella rotazione questa stagione, evitando un tracollo della squadra per mancanza di alternative. Per l’anno prossimo si prospetta per lui la free agency, ma sia lui che la squadra hanno espresso interesse per un ritorno. Personalmente, a differenza di Davide, io sarei favorevole a questo esito. Pivetta è un buon mestierante che può essere utile e  sono abbastanza sicuro che il CBO riuscirebbe solo a peggiorare la situazione. Sono però scettico che il club disponga di un budget sufficiente a trattenerlo. Spero solo che anche lui non vada ai Dodgers per diventare un fenomeno, questa è un’abitudine che deve finire!

Cooper Criswell: anche lui ha avuto una buona stagione per uno starter No. 5/spot avendo registrato un’ERA di 4.08 in 26 partite (18 partenze). Ha avuto l’opportunità di entrare in rotazione quando si infortunato Whitlock e successivamente anche Bello e Pivetta lo hanno raggiunto per un po’ di tempo nella lista degli infortunati. Sebbene sia stato anche in Tripla A questa stagione (cinque partenze, 25 2/3 inning), Criswell ha colto questa occasione per lanciare  di gran lunga il maggior numero di inning (99 1/3 inning) che abbia mai lanciato nelle major nella sua carriera, dimostrando di essere una discreta opzione di profondità per il club.

Terminiamo con Kenley Jansen, un grande campione che ci ha dato un’ultima stagione forte, con un’ERA di 3,29 e 27 salvataggi in 54 presenze, insieme a un tasso di strikeout del 28,4 percento, il migliore della squadra. Purtroppo questi numeri sono macchiato da quattro blown saves, due delle quali particolarmente dolorose, contro Dodgers e Yankees, nel un tratto cruciale di una settimana, immediatamente dopo la All-Star break. Ci lascia perché è uno che non ama poltrire ad ottobre ed è sicuro che altrove potrà avere maggiori soddisfazioni. Se ne è andato a una settimana dalla fine della stagione per un’infiammazione alla spalla, anche se il manager Alex Cora ha detto che è stata una sua decisione. E’ stato un epilogo strano per un veterano del suo calibro, che probabilmente nasconde qualcosa che non sapremo mai.

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Analisi della stagione 2024. Parte seconda: il rafforzamento della squadra

Dopo una stove legue largamente al di sotto delle aspettative, Breslow ha tentato di marcare una differenza dal suo predecessore nel proseguimento della campagna. Mentre  Bloom sembrava concentrato solo sulla ricostruzione, del tutto indifferente alle necessità immediate della squadra e refrattario nel dare spiegazioni, Breslow al contrario ha dato l’impressione di darsi da fare maggiormente per conseguire l’obiettivo stagionale, cercando di prendere dal verso del pelo stampa e i tifosi. Malauguratamente non possiamo proprio dire che gli investimenti effettuati siano stati del tutto azzeccati e gli sforzi profusi abbiano prodotto risultati migliori fra il mediocre e il gravemente insufficiente. 

Alcune mosse messe a segno sono state anche sfortunate. Ad esempio il ritorno del mancino James Paxton, che puzzava di fregatura lontano un miglio, è stata una mossa talmente assurda, che all’inizio, essendo nota e palese la fragilità del lanciatore, ho pensato ci fossero delle informazioni nascoste e alla fine avrebbe potuto clamorosamente funzionare. Paxton effettivamente ci ha illusi, lanciando bene in due partenze in un momento cruciale della stagione, ma, come tutto il mondo aveva pronosticato, alla terza uscita è arrivato puntuale lo stiramento al polpaccio che ha messo fine alla sua meteorica stagione (e sembra anche alla carriera).  Mi chiedo proprio per quale motivo Breslow si sia esposto a questa memorabile figura da pollo.  

Altre mosse sono state semplicemente così sciatte da essere del tutto controproducenti. Mi riferisco in particolare alla strana coppia di rilievi Luis García e Lucas Sims. che avrebbero dovuto puntellare un bullpen sovrautilizzato durante una sfolgorante prima parte di stagione. Con una media PGL rispettivamente di 8,22 e di 6,43 in 15 presenze per ciascuno, hanno solo contribuito all’affossamento definitivo della squadra. Per soprammisura entrambi hanno passato molto tempo in IL, anche se questo potrebbe essere stato, a ben vedere, addirittura un vantaggio. 

Infine ci sono state mosse che, anche giustificate dalla disperazione, sono state al limite del ridicolo. In questo ambito rientra il caso del ritorno del grandissimo Rich Hill. Naturalmente nessuno poteva aspettarsi che Hill ci avrebbe risolto il problema di gara 7 delle WS, ma era chiaramente un estremo rimedio adottato di fronte a un male estremo. E in effetti Hill non è stato niente male, almeno in tre delle sue quattro apparizioni. Poi Cora, con una delle sue tante decisioni diciamo “indecifrabili”, ha optato per riportare Hill sul monte con un riposo tropo breve, sottoponendolo a un carico di lavoro per il quale non era chiaramente pronto. Il successivo DFA ha chiuso prematuramente il patetico siparietto.

Il fallimento di queste misure è stato particolarmente grave perché è coinciso con una generale crisi di tutto il bullpen che ci è costata diversi dolorosi ribaltamenti del risultato nel finale di partita, soprattutto durante il mese di agosto, che alla fine si sono rivelate esiziali. 

Una delle più grandi carenze dei Boston Red Sox 2024 è stata la mancanza di battitori destri nel roster. La sola carta giocabile da Cora per sopperire era rappresentata dal solo Refsnyder, purtroppo, causa infortuni, presente in solo in 93 partite, che ha ottenuto alla fine, come media totale, un buon .283 con un OPS di .830. Tuttavia le stesse statistiche, considerando il  parziale contro i lanciatori mancini, si impennano a .302 AVG e .941 OPS. La mossa di mercato alla scadenza, per tentare di alleviare queste difficoltà, è stato Danny Jansen acquisito da Toronto dove giocava dal 2018. Benché Jansen sia stato un battitore sopra la media in tutte e tre le stagioni dal 2021 al 2023, combinando un linea di .237/.317/.487 in 754 presenze al piatto, con noi non si è neppure avvicinato a questi risultati, terminando la stagione con la misera AVG di .188 r con un OPS di .623 in 30 partite, non proprio il contributo di cui avevamo disperatamente bisogno.

Anche considerando questi aspetti il bilancio del lavoro del nuovo CBO non possiamo dire che sia stato all’altezza delle aspettative. Credo che abbia pagato (e noi con lui) il fatto che sia alla sua prima esperienza nel ruolo di responsabile delle operazioni. Anche scontando la conclamata mancanza di attenzione da parte della proprietà per la squadra e l’indisponibilità nello spendere soldi per aggiungere o mantenere giocatori di qualità, i risultati sono stati comunque molto deludenti o almeno quanto quelli che hanno causato il licenziamento del suo predecessore. Neppure il ritorno nell’organizzazione dei Red Sox di Theo Epstein, suo mentore a Chicago, gli è stato minimamente d’aiuto. Questo giudizio non migliorerà quando parleremo della gestione degli infortuni nei successivi capitoli.

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Analisi della stagione 2024. Parte prima: l’opening day

Vorrei iniziare con questo una serie di articoli che rievochino la fallimentare stagione 2024 delle calzette rosse, sperando in un vostro contributo per arricchire l’analisi nei commenti evidenziando i numerosi aspetti che dimenticherò o sarò costretto a tralasciare. Speravo che non fosse necessario perchè c’era Netflix che avrebbe dovuto documentare tutto, ma sono spariti quando tutto è cominciato a crollare.

Cominciamo dalla situazione ai blocchi di partenza per valutare le mosse del mercato invernale del front office, partito fra grandi fanfare e la promessa di andare a tutta birra, ma che ha prodotto il miserevole risultato di presentare un roster 2024 pericolosamente simile a quello dei Red Sox del 2023, arrivati meritatamente ultimi. 

L’unica importante differenza percepibile tra le squadre era il fatto che Chris Sale avrebbe giocato ad Atlanta: Boston infatti ha operato solo due grandi mosse di mercato durante l’inverno. La prima è stata lo scambio di Chris Sale con Atlanta per il seconda base Vaughn Grissom. La seconda è stata l’ingaggio del partente Lucas Giolito con un contratto di due anni per 19.25 M$ a stagione. Drammaticamente però all’Opening Day 2024 abbiamo anche scoperto che tutto questo non avrebbe avuto nessuna ricaduta in campo. 

Grissom, si era già stirato all’inguine e avrebbe perso l’intera stagione per numerosi ulteriori infortuni. Un tentativo di riportarlo in prima squadra a maggio è miseramente fallito, tanto che alla fine, per disperazione, hanno deciso di tenerlo in Tripla A per completare la convalescenza. Grissom ha battuto solo .190 in 31 partite, 23 delle quali a maggio, quando stava ancora male. Nel suo ultimo mese a Worcester, ha battuto .366 con un OPS di 1.038. Questo lo ha riportato a Boston per le ultime otto partite, nelle quali ha battuto 8 su 24 (.333). Naturalmente una rondine non fa primavera, ma c’è qualche motivo per credere che il gioco di Grissom sia più di quello che ha mostrato in questa stagione. La conseguenza di tutto questo tuttavia è stata una stagione giocata senza un sostituto stabile in seconda base, il che ha contribuito senz’altro al fallimento finale.

In nessun universo scambiare Sale con Giolito può essere considerato vantaggioso e quindi i prodromi del disastro finale erano già manifesti. Tuttavia Breslow era convinto di essersi sbarazzato di un costosissimo asso perennemente infortunato per un lanciatore che, senza essere un fulmine di guerra, aveva pur lanciato 160 inning o più in ciascuna delle ultime cinque stagioni complete, senza contare il 2020. Il contrappasso subito non poteva essere più clamoroso: Sale non solo torna in salute, ma, con la macchina del tempo, torna al 2017 ed è protagonista di una stagione stellare, mentre Giolito, subisce un intervento Tommy John e non riesce a lanciare neppure una palla per tutto l’anno.  Una mossa così disastrosa è destinata a entrare negli annali e non riesco minimamente a immaginare cosa potrà mai realizzare, in tutta la sua carriera, Breslow per rimediare. L’unica fievole consolazione è che la schiena di Sale, sicuro vincitore dello NL Cy Young, alla fine ha ricominciato a dargli fastidio, compromettendo le chance di Atlanta. Non credo però che questo basti a Breslow per rivendicare di aver avuto ragione! 

Un’altra appariscente differenza nella squadra dell’opening day è stata determinata dalla cessione di Alex Verdugo agli MFY per il rilievo Greg Weissert e i lanciatori di minor league Richard Fitts e Nicholas Judice. Questa è stata una buona cosa. Non solo è stato rimosso un disturbatore tossico come Verdugo, scaricando i problemi che continuamente produce nello spogliatoio dei rivali, ma ha anche portato alla squadra un buon contributo: Greg Weissert nel complesso ha avuto una stagione solida, contribuendo con 62 presenze sul monte e registrando un’ERA di 3.13, di gran lunga il suo miglior risultato nelle major. A un certo punto anche lui, nella seconda parte, sembrava aver completamente deragliato, ma, dopo aver trascorso un mese a Worcester per riorganizzarsi tecnicamente e psicologicamente, è tornato il 20 di Agosto, lanciando 16.2 inning, senza subire alcun punto guadagnato per tutto il resto della stagione. 

Anche Fitts si è dimostrato un buon acquisto avendo avuto la possibilità di mettersi in mostra a settembre, impressionando in 4 solide partenze. Nel 2025 sarà disponibile a Worcester per garantire profondità alla rotazione insieme a Quinn Priester (acquisito dai Pirates alla scandenza di luglio per Yorke) che ha avuto un interessante debutto proprio l’ultimo giorno della stagione con cinque inning scoreless.

Per oggi finisce qua, che siamo già andati abbastanza lunghi. Coming soon (forse):

  • le mosse alla scadenza di luglio, 
  • i rookies 
  • gli infortuni
  • la rotazione
  • l’attacco
  • il fielding

Stay tuned!

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Playoff notes

Stanotte i Phillies sono stati eliminati. Erano la squadra data per favorita nei pronostici giornalistici ed anche la mia preferita fra quelle andate ai playoff. Purtroppo per loro il caso li ha messi di fronte al cavallo entrato di rincorsa fra i canapi che gode spesso di un vantaggio competitivo. Sto parlando evidentemente dei Mets che hanno raggiunto i playoff vincendo gara 162 ad Atlanta e, avendo perso la successiva, determinando l’inopinata esclusione di Arizona. Un destino analogo sembrano avere anche i Tigers, cioè la squadra che gioca i playoss al posto nostro in AL. Sapevatelo!

Non sono tuttavia molto abbattuto della eliminazione perchè questa era questa la NLDS dei buoni e, dal mio punto di vista, anche i Mets sono una squadra “simpatica”, perchè è l’altra franchigia di NYC, opposta all’Impero del male, e ingaggia giocatori che ho molto apprezzato nel passato. Mi riferisco specificamente a Iglesias, guanto eccezionale, cresciuto nei Red Sox all’inizio degli anni 10, tagliato fuori dalla seconda base da Pedroia, ma troppo bravo per scaldare la panca. E’ tornato con noi nel ‘21 e ci avrebbe fatto comodo anche quest’anno, quando è riuscito a progredire a livelli altissimi e incredibili con la mazza, dato che abbiamo giocato un’intera stagione senza un seconda base di ruolo.  

Nella NLDS dei cattivi, gli odiosi puffi stanno pareggiando 2-2 con i San Diego Padres, che normalmente sarebbero i meno peggio, se non avessero ingaggiato quel criminale di Manny Machado e quindi devono morire tutti fra grandi tormenti. Stanotte i Dodgers hanno vinto un elimination game,  approfittando di un Mookie Betts che, finalmente, ha trovato il modo di battere valido durante una post season e schierando  come opener, un eccellente Brazier che da noi era un ectoplasma.

Riguardo i lanciatori che avrebbero voluto restare a Boston. ma ci siamo lasciati sfuggire dalle mani, ho trovato sulla rete questo simpatico elenco:

  • Jeffrey Springs – che ha trovato il successo a TB ed è stato scaricato dopo 16 partite
  • Martín Pérez – E’ diventato un all-star, 12-8 2.89 ERS, 10-4 (WS) e 3-1 con SD
  • Nathan Eovaldi – 12-5 (all-star) Playoff ed eroe del WS; 12-8
  • Ryan Brasier – 2-0 0,70 ERA in 39 partite l’anno scorso
  • Eduardo Rodríguez – 13-9 3.30 l’anno scorso
  • Michael Wacha – 14-4 3.22 ERA nel 2023; 13-8 3.35 ERA nel 2024
  • John Schreiber – 59 partite 3,66 ERA
  • Matt Strahm – 9-5 3.29 ERA nel 2023; 6-2 1,87 ERA nel 2024
  • Chris Sale – Vincitore della tripla corona 2024: 18-3 2.38 ERA 225 KO

Ve l’ho messo perchè non era giusto che soffrissi solo io

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Il giorno della marmotta

Circa undici mesi fa, alla conferenza stampa di insediamento di Craig Breslow il presidente Tom Werner, con voce dal sen fuggita, aveva promesso una offseason “a tutto gas” e una squadra diversa nel 2024. Diamine, perchè mai avrebbero dovuto licenziare, con un anno di anticipo, il capo del front office, se non per far tornare i Red Sox a livelli di competizione adeguati al loro rango.

Lunedì, per il terzo anno consecutivo, il CBO Craig Breslow, il manager Alex Cora e il CEO Sam Kennedy, si sono presentati davanti ai giornalisti, per la rituale conferenza stampa di fine stagione, ancora una volta organizzata decisamente troppo presto rispetto alle aspettative. Dopo la sconfitta a Toronto nella gara 159 e la definitiva eliminazione dalla contesa per la post season Cora aveva dichiarato:

“At one point it felt like we were a playoff-caliber team, and then we missed the opportunity, let’s put it that way,” aggiungendo poi. “You look around, you look at the teams that are fighting, we had it right there and we blew it.”

Mi sembra che allora abbia colto il segno. We blew it! potrebbe essere lo slogan da stampare sulle felpe per condensare in un concetto la stagione regolare, per esprimere la delusione per come sono andate a finire le cose, con la consapevolezza di aver sprecato un ingresso ai playoff, abbondantemente alla portata, specialmente dopo una prima parte assolutamente sorprendente. 

Durante la conferenza stampa Cora non ha ripetuto questo concetto, anzi ha dimostrato di aver ritrovato sorriso e ottimismo, Breslow è apparso rituale quando si è assunto la completa responsabilità dell’accaduto e Kennedy è stato decisamente reticente davanti all’unica domanda veramente cruciale, quando gli è stato chiesto di un potenziale aumento del monte stipendi, che oggi risulta di circa $ 10 milioni al di sotto della soglia CBT di $ 237 milioni. 

D’altra parte perchè spendere di più se la stagione, secondo loro, alla fine non è stata così malaccio?!  Nonostante i peana di rito, sembra esserci nel management un sentimento latente che giudica come parzialmente positiva una stagione 81-81, in cui sono arrivati ​​terzi nell’American League East, noni su 15 club AL, sotto di 13 partite dal titolo divisionale e un solo posto nei playoff negli ultimi cinque anni. Evidenziare che molti giocatori hanno fatto grandi passi avanti alla fine abbiamo vinto tre partite in più, rispetto alle due precedenti occasioni denotano un approccio assolutamente tollerante alla mediocrità. Se una stagione così fosse capitata agli Yankees o anche ai Cardinals, avremmo visto una reazione totalmente diversa. Quello che accaduto invece ci imprigiona in questo loop ripetitivo di cui non si vede la fine.

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