Che vitaccia!

Se tenere aperto questo blog fosse una professione, anche ben retribuita, sarebbe comunque una delle più frustranti in circolazione. Il fatto che invece si tratti di una passione coltivata a titolo gratuito, rende le cose ancora più deprimenti. 

Siamo a quattro gare dalla fine della stagione e i maledetti Red Sox hanno infilato una serie di 4 vittorie consecutive che tengono accesa la speranzucola che loro stagione regolare porti ancora a un insperato accesso ai play off. Sia chiaro: punto 1 non accadrà, punto 2 qualora accadesse non cambierebbe il giudizio su una stagione evidentemente non soddisfacente.

Uso questo termine anodino perché è stata una stagione dove hanno vissuto fianco a fianco diverse situazioni dichiaratamente contraddittorie e incompatibili, che meritano di essere esaminate e discusse.

Tuttavia, preliminarmente, occorre accettare un presupposto senza il quale ogni discussione sarebbe vana: sebbene la loro screditata comunicazione sostenga il contrario, l’unica cosa che è diventata maledettamente chiara e incontrovertibile in questa stagione è che a FSG e a John Henry non importa più niente di vincere, soprattutto di vincere un altro campionato. Vorrei che la smettessero di parlare di acquisizioni prestigiose, di stagioni di svolta e quant’altro. Soprattutto, dopo che abbiamo visto questo film andare avanti per 5 anni di fila con lo stesso deprimente finale, dovremmo noi smettere di andare loro appresso. Bisogna semplicemente accettare che la proprietà non spenderà ciò che è dovuto per ottenere i lanciatori e le mazze necessarie per competere ad alto livello. E nessuno può farci nulla!

Avendo allevato, Dio mi perdoni, un calciofilo fra le mie pareti domestiche, mi è capitato di vedere in una trasmissione di commento, mi pare su Sky, un tizio che in maniera convinta e consapevole affermava che “.. il calcio non è dei presidenti, il calcio appartiene dei tifosi…”. Dico davvero, lo giuro! Diceva proprio così. E gli astanti, lungi dal ridergli in faccia, assentirono in modo grave.

Non voglio certo abbattere le loro certezze, ma sono abbastanza convinto che non funzioni funzioni così. Anche laddove un diffuso malcontento genera conseguenze pratiche, dirottando spettatori nel palazzetto dei Celtics, campioni del mondo, o allo stadio dei Patriots (non come pagare il biglietto e entrare mezzoretta dopo!), il parere dei tifosi viene comunque  bellamente ignorato.

Quindi siamo qui ancora una volta a piangere per ciò che poteva essere e non è stato. Addirittura è ancora peggio: quest’anno la squadra messa in campo era decisamente più forte di compagini come Kansas City, Minnessota o Detroit. Decisamente più forte. Il fatto che non siamo comunque andati ai playoff dipende da numerose circostanze che analizzeremo nelle prossime settimane (avremo purtroppo molto tempo per le chiacchiere), ma il roster era competitivo per il terzo posto della WC.

Il problema però è che per me, questo livello è insoddisfacente. Io non voglio che i Red Sox battano Kansas City, Minnessota o Detroit (chi se ne frega di questi), voglio che competano per il titolo mondiale, come è capitato all’inizio di questo secolo. Purtroppo dovrò continuare a fare docce fredde (e questo lavoro ingrato) fino a quando o la proprietà cambi atteggiamento e propensione alla spesa o arrivi un’altra proprietà con migliori intenzione e i mezzi per soddisfarle.

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Imprevedibili

Devo sbrigarmi a scrivere un commento in occasione di una spettacolare vittoria delle amate calzette rosse, perchè altrimenti il vostro blogger, se ricominciano con la solita solfa, cade in depressione e non si alza più dal divano, maledicendo ogni divinità del pantheon in ordine alfabetico. Il fatto è che questi ragazzi sono imprevedibili. Rob Refsnyder ieri è entrato in campo con una media battuta di .176 (12 su 68), una percentuale di arrivo in base di .222 e una percentuale di slugging di .265 in 24 partite a partire dal 4 agosto. Più o meno il periodo in cui l’intero attacco dei Red Sox si è squagliato per il caldo record da cambiamento climatico, lasciando al loro posto dei mediocri replicanti.

Al suo rientro il “vero” Refsnyder ha raggiunto la base cinque volte, registrando quattro valide, tra cui due fuoricampo, battendo a casa il record di carriera di cinque RBI. E cosa dire di O’Neill, che ha lo seguiva nel turno di battuta che ha realizzato 2 back to back homer. O’Neill, che ha realizzato 29 HR, con la prova di ieri ha portato a sette le sue partite multi-homer in questa stagione, a pari merito con il battitore degli Astros Yordan Álvarez per la leadership MLB. O’Neill ha battuto un homer quattro volte nelle ultime tre partite, così come in sette delle sue ultime 13 valide. 

Eppure non c’erano grandi aspettative per la serata.  Purtroppo gli Orioles a Bello, il nostro miglior partente al momento, avevano contrapposto un mancino (Cade Povich) e i Red Sox hanno avuto serie difficolta contro i partenti mancini, stabilendo in questa stagione lo striminzito record di appena 16-24. Ieri sera però tutta un’altra musica. Dopo che Bello aveva limitato i danni nel primo inning, sono saltati addosso a Povich rifilandoli quattro punti nei soli 4.2 inning di durata della sua partita.

Nella parte alta dello sesto inning Bello infrangeva la soglia dei cento lanci e Cora lo faceva scendere con un solo out. All’ingresso di Bernardino tutti erano assillati dai fantasmi delle numerose partite sprecate dal bullpen. Nella parte bassa però Ceddanne Rafaela realizza lo 2-RBI double spezza partita, che riduce al silenzio gli Orioles, tenuti efficacemente a bada per il resto della gara da Winckowski, al quale è attribuita la salvezza.

Ieri sera si è rivisto anche Ciccio Dever, autore di tre valide (e dell’errore numero 106). Speriamo bene. Senza il suo contributo costante non si va da nessuna parte e, incredibilmente, si potrebbe ancora andare da qualche parte, nella Manfred Legue. Nonostante quello che siamo riusciti a combinare, Minnie ci tiene a tenere aperta la Wild card race perdendo a raffica. E’ assurdo, ma ci sono ancora 4 squadre mediocri in lizza per i playoff a questo punto della stagione e fra queste i Red Sox. Non cambierebbe di un ette il mio giudizio sulla stagione, ma sarebbe carino se succedesse.

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Tutto crolla

Il week end del Labour day, quello che sancisce la fine dell’estate, è trascorso e l’avvincente (si fa per dire) corsa per il terzo posto Wild Card nell’American League, si fa sempre meno serrata. La scorsa settimana era quella nella quale avremmo dovuto approfittare del calendario impegnativo delle nostre competitor, che infatti hanno subito rovesci significativi, ma noi siamo riusciti a fare meglio. Oramai i siti specializzati a prevedere il futuro fornisco percentuali di probabilità di accesso ai play off simili a quelle che aveva prima del drop out il candidato presidenziale Robert Kennedy Jr. Nonostante il perverso meccanismo di Manfred sia concepito per mantenere a galla quanto più possibile anche le squadre più mediocri, non riusciamo neppure ad approfittare di queste favorevoli condizioni. 

Ieri notte abbiamo perso contro una squadra in corsa per il terzo posto Wild Card del Senior Circuit. In questa circostanza i Red Sox 2024 hanno ribadito una loro caratteristica di fondo:  avere difesa e attacco costantemente in opposizione di fase. Dopo aver avuto ad inizio agosto il periodo in cui i partenti non riuscivano a lanciare più di 6 riprese e il bull pen che crollava nel finale, ultimamente è l’attacco che sembra essere il problema più grande. Jarren Duran sembra l’unico con ancora un po’ di benzina nel serbatoio, ma non può farcela da solo, specialmente se uomini fondamentali come Ciccio Devers, non riescono a portare a casa due RISP in due inning consecutivi nel momento topico della gara.

Dalla bacheca l’ipercritico Davide contesta Cora per aver sostituito una Cooper Criswell dopo quattro inning perfetti. Fra l’altro risulta in buona compagnia perché l’episodio figura su tutta la stampa specializzata che ha messo sotto accusa il manager portoricano. Cora non è nuovo a scelte difficili da spiegare a posteriori che a volte causano catastrofi, ma altre volte pagano con gli interessi. Tuttavia ritengo che tutti avrebbero giudicato questo episodio con molta più indulgenza se solo l’attacco avesse fatto il suo dovere. Come potrebbero infatti una paio di inning in più lanciati da Criswell bilanciare un attacco che nelle ultime 10 partite batte 205/.246/.357 e realizza una media di 2,90 punti a partita. E’ credibile che avremmo ottenuto un record diverso dal  3-7 che ci condanna ad andare a letto presto a ottobre?

Le prestazioni offensive fanno ancora più tristezza perché nell’ultimo turno di rotazione i nostri partenti si sono ripresi e hanno concesso solo 4 ER in 30.2 inning. Parlo di punti guadagnati sul lanciatore, perché l’emorragia di punti dovuti a errori della difesa non è stata ancora arrestata. Ieri notte I Red Sox hanno superato quota 100 negli errori stagionali, conducendo con ampio margine questa imbarazzante classifica. Altro fattore che contribuirà a definire l’analisi e il giudizio su questa stagione

Comunque sapete che vi dico? Non è finita finché non è finita. La logica e la statistica non ci lasciano molti margini, ma rimanendo 4 settimane e 4,5 partite da recuperare, la matematica ancora non ci condanna. L’attacco è strano, a volte, dopo lunghi periodi di slump, si svegliano all’improvviso, potrebbe ancora accadere. Si parla di un ritorno in campo di Story, magari riuscirebbe a raddrizzare un po’ la difesa. Anche il closer del futuro, Liam Hendriks, potrebbe tornare in formazione entro la settimana, aiutando un esausto bullpen. Magari tutto potrebbe contribuire a riportare alla normalità un orribilmente deficitario record casalingo e così la sfanghiamo. Chi siamo noi per porre limiti alla provvidenza?

Confido che atleti professionisti diano il meglio anche se posta in palio è piuttosto misera, come la coppa dei mediocri. Fra un mese (o poco più) tireremo le somme di questa stagione, ma l’analisi che ne faremo dovrebbe prescindere del tutto dal risultato finale di questa WC race.  

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L’assurdo baseball ai tempi di Manfred

Comincio a scrivere queste note prima dell’inizio della partita 129, gara 3 della serie con Arizona, che fino a questo momento ci ha dominato con una certa disinvoltura, riuscendo a zittire completamente l’attacco. Lo stato d’animo, dopo la scossa di adrenalina della serie con Houston, è virato abbastanza sul depresso perché le cose non vanno bene per nulla. Anche stasera, in vantaggio per 4 a 0, per due homer di Casas e Devers,  non siamo riusciti a contenere il ritorno dei vice campioni, che sono riusciti a completare una sweep molto dolorosa. E’ la seconda sweep che becchiamo nel mese di Agosto fra le mura amiche, il record casalingo 29-35 diventa imbarazzante, per trovare di peggio occorre scendere fra i derelitti (anche gli A’s fanno meglio di noi) e le possibilità di disputare almeno una partita ad ottobre se ne vanno a ramengo.

L’unico aspetto positivo è che la regular season ai tempi di Manfred dà sempre speranze a tutti fino alla fine, e nonostante le pesanti batoste rimediate, c’è ancora un percorso che ci potrebbe permettere di vincere la WC race. Il periodo di calendario più arduo da affrontare per la nostra squadra si è concluso proprio oggi e le nostre competitrici non sono state capaci di estendere il loro vantaggio che è rimasto invariato a 4.5 partite.

Da domani affrontiamo Toronto in una serie di 4 partite più il completamento della gara sospesa il 26 di giugno, per concludere il prossimo weekend a Detroit. Nello stesso periodo KC visita in sequenza Cleveland (per 4 partite) e Houston. Teoricamente se avessimo dei partenti capaci di arrivare al settimo inning, domenica prossima potremmo averli superati. Praticamente però non gli abbiamo, grazie al budget inadeguato con cui Mr Henry ci fa competere e difficilmente arriveremo a Settembre ancora vivi.

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Piccoli miglioramenti in un momento complicato

Sapevamo che la seconda parte della stagione sarebbe stato un periodo veramente duro per le nostre amate calzette rosse. Il programma prevedeva che ben 25 delle prime 34 partite, dopo lo ASG, fossero giocate contro squadre in piena corsa per i playoff.  Dopo aver completato la serie a Baltimora, andremo a Houston che la scorsa settimana ci ha travolto in casa, ma dopo la serie casalinga con Arizona, il calendario si alleggerirà con le serie contro Toronto, Detroit, Mets e Chicago White Sox. Non siamo ancora al momento di poter fare un bilancio, ma possiamo almeno dire che finora siamo sopravvissuti. Usciamo dal confronto con gli Orioles con un record di 12-16, non esaltante, ma sufficiente a tenerci ancora in corsa per la terza wild card dell’American League.

Il fine settimana a Baltimora in particolare non è stato perfetto, ma anche dopo l’amara sconfitta per 4-2 di domenica, possiamo interpretare la divisione della posta come un progresso visto che eravamo riusciti a batterli solo una volta nelle sei precedenti occasioni.

La rotazione potrebbe mostrare segni di miglioramento. Houck ha lanciato 6.2 inning molto forti con Texas, Nick Pivetta ha registrato cinque solidi inning giovedì e sabato Bello ha avuto la sua migliore uscita dopo la pausa, concedendo un punto, due valide e tre basi su ball, con sei strikeout. Una buona prestazione di 97 lanci di cui 57 strike, registrando ben 15 swing-and-miss. Sebbene Crawford sia apparso migliore di quello visto nelle sue ultime due partenze, è risultata ancora una volta fatale la sua apparente incapacità di completare sei inning. 

Purtroppo i progressi dei partenti sono stati spesso frustrati da un bulpen completamente inaffidabile, capace di dilapidare patrimoni apparentemente inesauribili. Paradigmatica in questo senso la pazzesca partita di venerdì, al termine della quale non solo hanno concesso dieci punti e costretto Alex Cora a usare otto lanciatori per ottenere 27 eliminazioni, fra i quali Martin e Jansen insolitamente in campo durante una partita in cui l’attacco ha prodotto 12 punti. Molto soddisfacente il fatto che 8 di questi punti gravino sulle spalle del candidato Cy Young Corbin Burnes, i quali rappresentano  il peggior risultato ottenuto da questi nella sua carriera in major league.

Fortunatamente l’attacco che è stato il maggior punto di forza della squadra, nonostante una lunga serie di infortuni, è stato all’altezza della situazione, anche perchè sono stati recuperati dalla IL due giocatori chiave con il ritorno di O’Neill e Casas. O’Neill che aveva saltato 12 partite ha contribuito con una grande valida sabato nella sua prima partita, anche se domenica ha subito un gran sombrero nei 4 AB. Nel frattempo, Casas, che era fuori da aprile, non sembrava un giocatore che avesse saltato 98 partite, registrando 5 su 13 in tre partite. Anche se tutte le sue valide sono stati singoli e Triston dichiara di sentire ancora un certo fastidio durante lo swing, mi sembra si possa guardare con ottimismo al futuro.

Infine ci sono rinforzi in arrivo. Hendriks ha iniziato il suo incarico di riabilitazione domenica nella a Worcester, lanciando, nella sua prima partita dopo l’operazione di un anno, un inning pulito, con un flyout al centro, un soft groundout preso dal ricevitore e un grounder all’interbase. In 11 lanci di cui nove strike, ha raggiunto i 95 mph con la sua four-seamer mescolando il cutter, la palla curva e lo slider. I Red Sox stanno pianificando di fargli fare da sei a otto apparizioni di riabilitazione, che, a meno di battute d’arresto tra le uscite, potrebbe renderlo pronto per tornare major league a settembre.

Nel frattempo, un certo Rich Hill, un giovanotto di belle speranze domenica a Worcester dopo aver firmato ufficialmente un contratto di lega minore con il club, per un allenamento con Kyle Teel come ricevitore. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Vedremo cosa ne uscirà, con la serenità di coloro che non hanno nulla da perdere. Perlomeno questo è una mossa che testimonia che il club non vuole lasciare nulla di intentato.

Ci aspetta una prossima settimana durissima, con i Royal pronti ad estendere ancora il loro vantaggio dopo la sweep ottenuta a Cincinati, ma oggi il sito Pecota Standings valuta la percentuale di vincere una WC pari a 36.4%, con un incremento di 5 punti rispetto alla settimana scorsa. Evvai!

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L’osso più duro

Dal 2017 gli Houston Astros sono senza alcun dubbio la squadra da battere del Junior Circuit. In questi ultimi 7 anni hanno disputato 4 WS, vincendone 2, ma sempre avendo almeno raggiunto le finali di lega. In questa stagione, lasciatisi alle spalle una partenza difficoltosa, hanno di nuovo preso la testa della loro division, lasciando pochi dubbi sulla loro ennesima partecipazione al baseball di ottobre.

Cosa ci poteva capitare di peggio dopo che avevamo prevalso nella serie più importate della stagione?  E infatti non c’è stata competizione: quando hanno voluto hanno dato gas e non c’è stato più nulla da fare. 

Le premesse della vigilia non erano buone. Sapevamo che avremmo dovuto fare a meno di Pivetta affaticato, in gara 2. Prima dell’inizio della serie abbiamo appreso anche che Bello sarebbe stato in congedo di paternità. (Tornerà a lanciare stanotte, sperando bene perchè stare in congedo non è uguale a stare con la squadra) e Cooper Criswell era stato inserito nella lista COVID, per almeno una settimana. Per rimpiazzarli erano stati richiamati da Worcester il mancino Cam Booser e il destro Brad Keller. 

Davide, in un sarcastico e molto divertente commento in bacheca (che vi consiglio di leggere), individua nella sostituzione di Tanner Houck al settimo inning di gara 1 dopo appena 82 lanci, il momento spartiacque della serie e sembra addossare a Cora tutta la responsabilità di quello che è accaduto.

Col senno di poi è difficile dargli completamente torto, anche io spesso ho rinunciato a capire le mosse di Cora che a volte mi sembrano effettivamente inutilmente cervellotiche. Quando mi riferivo al suo tocco magico, parlavo però della sua capacità di motivatore bilingue, capace di spremere il massimo da ogni giocatore. A volte dalla panca spinge i tasti giusti e risolve situazioni complicate, a volte le cose vanno storte. Tuttavia in questa circostanza non mi è sembra ci siano le condizioni minime per condannarlo.

Nelle ultime uscite precedenti Houck aveva rimediato 2L, mostrandosi particolarmente affaticato e non sembrava proprio il caso di fargli tirare ancora inutilmente il collo. Con i Rangers, il 3 agosto, era uscito con 89 lanci, ma dopo aver lanciato per solo 5,0 inning e concesso ben 6 punti. Occorre anche considerare che il bullpen, con Sims e García che avevano dato buone prove e con Chris Martin disponibile dopo il suo ritorno dalla IL, sembrava sufficientemente solido per reggere l’impatto. Insomma un rischio calcolato, che a priori sembrava accettabile. 

Però, anche ammesso che Cora abbia sbagliato, dal mio punto di vista giudico molto più impattante sul disastroso risultato finale, il fatto che la squadra abbia totalizzato 3-21 con corridori in posizione punto. In particolare mi sono molto rammaricato per il nono inning di gara 2, aperto da un leadoff double di Ciccio Devers, che non ha prodotto alcun risultato.

Ora però non c’è neppure il tempo di leccarsi le ferite.  Il programma prevede che i Red Sox giochino ancora per dieci giorni consecutivi in questo momento cruciale della stagione, con Paxton rotto non si sa per quanto tempo (ma va! ma questi ragazzi non si rompono mai quando giocano per i Dodgers?), un bullpen inaffidabile e una rotazione in debito di ossigeno, specialmente per due giocatori chiave (Tanner Houck e Kutter Crawford), per i quali il carico di lavoro dovrà essere gestito con molta attenzione.

Francamente sembra il preludio di una catastrofe. In questi frangenti anche il ventilato ritorno di Rich Hill sul, non sembra una cosa così assurda, come sarebbe in condizioni normali. 

Nel frattempo i tre grandi prospetti del sistema Red Sox (l’esterno Roman Anthony, il ricevitore Kyle Teel e lo shortstop Marcelo Mayer) sono stati tutte e tre spostati in triploA. Non so se li vedremo in azione quest’anno, ma sicuramente sono una speranza nel lungo termine, già per il lontanissimo 2025. Sfortunatamente il grande economista John Maynard Keynes, diceva che «In the long run we are all dead.» 🙂

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Lo strazio di Agosto

Nelle ultime stagioni il mese agosto è stato uno strazio per i Boston Red Sox, che dal 2019 non riescono più a registrare un record vincente. In particolare è la pausa per lo ASG che opera la trasformazione da una squadra dottor Jekyll a una Mr. Hyde e io ho una paura fottuta che le cose andranno ancora così quest’anno, nonostante tutti gli sforzi profusi, perchè la rotazione sembra aver perso aderenza al suolo.

Venerdì Crawford ha concesso quattro fuoricampo che fanno arrivare a dodici il numero di HR nelle sue ultime tre uscite. Non è mai successa prima una cosa del genere nella storia della MLB! Sabato Houck, selezionato per lo ASG, ci ha offerto un’uscita mediocre di 8H e 6 ER che sembra essere lo standard dopo aver lanciato all’All-Star Game. Negli ultimi 30 inning ha concesso 21 ER portando così la sua ERA ha superare 3,00 per la prima volta in questa stagione.

Entrambi i giocatori hanno 28 anni, dovrebbero aver raggiunto il plateau delle loro condizioni atletiche, ed irragionevole pretendere da loro il miglioramento che puoi avere con giovani al di sotto dei 25 anni. Gli IP nelle ultime 3 stagioni sono stati, rispettivamente, 77,1 129,1 127,2 e 60.0 106,0 134,0. Come si vede il primo ha quasi raggiunto il risultato 2023, mentre il secondo lo ha ampiamente superato. Sembrano entrambi in riserva fissa e non è irragionevole chiedersi se tutto questo non sia che l’inizio di una fase di difficoltà.

Il momento sarebbe il meno opportuno. Dopo la serie di questo fine settimana in Texas, i Red Sox si dirigono a Kansas City per tre partite contro i Royals, che ci precedono di 2,5 GA per il terzo posto nella corsa alla wild-card dell’American League. I Red Sox poi tornano a casa per sei partite contro gli Houston Astros e i Rangers prima delle trasferte a Baltimora e ancora con Houston. In altre parole, abbiamo uno dei calendari più duri del baseball nella seconda metà della stagione e questo è senza dubbio un periodo incerto che determinerà se rimarranno in lizza per i playoff. E sebbene le acquisizioni della trade deadline abbiano dato un contributo positivo, addirittura decisivo nel bullpen, occorre che dalla IL arrivino altri rinforzi, per riuscire a restare a galla.

Il primo all’orizzonte potrebbe essere il rilievo Chris Martin . Il veterano ha lanciato una sessione bullpen sabato in Texas e dovrebbe andare in riabilitazione mercoledì a Worcester. Se tutto va bene, potrebbe essere attivato a partire da venerdì. Il rilievo Justin Slaten è un po’ più indietro, ma ha “girato l’angolo”, secondo Cora.

Il più atteso, e in ritardo rispetto alle previsioni, potrebbe essere Triston Casas . Il prima base è stato in riabilitazione a Worcester nella scorsa settimana e ha avuto una grande serata sabato, battendo 2 su 4 con un doppio e 3 RBI. Casas resterà a Worcester almeno fino al prossimo fine settimana per vedere il suo comportamento giocando per la prima volta tre partite consecutive. Tuttavia il giocatore riferisce di provare ancora dolore quando batte e i tempi del suo recuero continuano a dilatarsi, costringendo Cora a chiedere a Wong di giocare in prima base, per portare nel line una mazza destra.

Nel frattempo, Vaughn Grissom è andato 1 su 5 mentre continua la riabilitazione a Worcester. I Red Sox devono decidere se aggiungerlo al roster attivo o opzionarlo a Worcester per una maggiore preparazione entro il 9 agosto.

Poi c’è il closer Liam Hendriks . Venerdì ha segnato l’anniversario del suo intervento di Tommy John. Hendriks è stato con i Red Sox in Texas e ha incontrato il suo chirurgo, che gli ha dato il via libera per iniziare ad affrontare i battitori. Hendriks terrà una sessione di allenamento di battuta dal vivo martedì, con la squadra a Kansas City o a Worcester. Farà tre sessioni di BP dal vivo nelle prossime due settimane e, se si riprenderà bene, inizierà un incarico di riabilitazione poco dopo. Cora spera di poterlo portare in prima squadra a settembre, quando i roster si espandono.

Infine, lo shortstop Trevor Story ha sorpreso tutti con una recente dichiarazione secondo cui sta cercando di tornare in campo dopo l’operazione alla spalla già in questa stagione. Sebbene sembri un’ipotesi remota, i Red Sox non sono nelle condizioni di escludere nulla. Chissà che riesca a farci una sorpresa.

Ma se gli ultimi anni hanno insegnato qualcosa a Cora e ai Red Sox, è che i rinforzi., che si tratti di Story o Chris Sale, sono arrivati ​​troppo tardi per salvare la stagione. Cora è determinato a non farlo accadere di nuovo e spera che con una squadra più giovane e quattro giocatori aggiunti alla scadenza, saranno meglio attrezzati per evitare un disastro ad agosto. Io però continuo ad avere una paura fottuta.

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Buyer or Seller?

La squadra di Las Vegas, costretta nelle more del trasferimento ad abitare in uno stabile inagibile a Oakland, sebbene sia ancora quella più derelitta dell’AL, nelle ultime settimane si è tolta qualche soddisfazione. Hanno battuto i Twins in trasferta (che Dio li benedica), sweeppato gli Anges in casa e anche Baltimore con l’incredibile punteggio di 19-8.
Non è il caso quindi di prenderli sottogamba in un momento delicato della stagione, in cui la squadra deve far vedere intravedere ai boss un probabile futuro di gloria (ammesso e non concesso che siano veramente interessati).

Da questo punto di vista la partita di ieri sera presenta dei chiaroscuro. Da una parte un attacco esplosivo, che continua a macinare punti, ha chiuso la gara nella parte bassa del secondo, dall’altra il pitcher partente continua a essere poco coerente. A tratti Bello era dominante. Ognuno dei primi 10 out che ha registrato contro gli Oakland A’s è arrivato tramite strikeout, un record per la franchigia dei Red Sox, realizzato in generale in sole due altre occasioni. almeno dall’inizio dell’Expansion Era (1961). A un certo punto, ha eliminato cinque battitori consecutivi e pi sette su nove.

Contemporaneamente, intendo proprio nella stessa partita, Bello è riuscito a mettere in base 11 uomini (9H + 2BB) e subire 5ER. Nonostante l’enorme run support (9 punti di vantaggio alla fine del secondo), Bello è stato avvicendato al quinto con un out, avendo già effettuato 105 lanci, costringendo Cora a impiegare il bullpen anche in così favorevoli circostanze (e abbiamo visto sabato che queste cose si pagano).

A fronte di tutto questo non saprei proprio dire quale sia l’attuale feeling della proprietà. Tento di fare alcune considerazioni generali, anche per rispondere a quanto sostenuto giustamente di Davide:

  • Come agiranno sul mercato a fine mese ancora non è scritto da nessuna parte. In calendario abbiamo una serie con KC e gli scontri con LA e NY prima della fine del mese che daranno ulteriori indicazioni al management.
  • Dopo l’intemerata uscita di Warner sul’andare a tutto gas, sicuramente terranno la bocca cucita fino alla fine, seguendo il saggio adagio “Meglio tacere e fare la figura dello stupido che parlare e togliere ogni dubbio!”. Insomma lo scopriremo vivendo.
  • Chi non è rimasto silente è Cora, che ha sottolineato i risultati insperati raggiunti e spronato la squadra ad essere “avida”. Il messaggio mi sembra abbastanza chiaro: per avere rinforzi siete sulla buona strada, ma ancora non è sufficiente.
  • La squadra da questo punto di vista mi sembra coesa e determinata, tutti sembrano intenzionati a non mollare la presa. Credo che non lo farebbero se non percepissero concrete prospettive.
  • Da poco siamo venuti a sapere che Devers ha un fastidioso dolore alla spalla che lo tormenta dagli spring training. A causa di questo problema Devers, pur continuando a giocare in campionato, salterà lo ASG. Per lui, che giustamente ama stare sotto i riflettori, è una rinuncia pesante. Questa decisione è stata presa in un meeting con la club, non è un’iniziativa unilaterale. Immagino che qualcuno lo abbia motivato in qualche modo.

Al di là di questi aspetti speculativi, fortunatamente ci sono circostanze esterne a militare in nostro favore: mentre Boston batteva gli Athletics per 12-9, portandosi per la prima volta in questa stagione a 10 partite di vantaggio su quota .500, i MFY continuano a essere presi a schiaffoni, uscendo sconfitti per 5-3 dai Rays.

Tutto questo allunga la serie negativa di 6-17 degli Yankees, in concomitanza con la serie positiva di 18-7 di Boston. Il vantaggio di 14 partite detenuto il 12 giugno, in meno di un mese si è via via eroso, fino ad ammontare ora a solo 3,5 partite. Io amo Aaron Boone per tutto questo perché ora i Bronx Bombers sono tornati nel mirino dei Red Sox. Ciò che solo un mese fa (il sorpasso sugli odiati rivali), poteva essere considerata un’ipotesi ridicola, adesso è diventata una concreta aspirazione e spero con tutto il cuore che la proprietà non si farà sfuggire questa golosa occasione.

Comunque  vada a finire un momento così favorevole non lo vivevamo da molti anni.

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Una fenomenale gara tre

Per come la vedo io il bum bum baseball è molto divertente, ma se vuoi veramente apprezzare questo sport dovresti riuscire a divertirti anche con lo spettacolo offerto nei primi inning della partita ieri notte, vedendo le cose dal punto di vista dei lanciatori, entrambi dominanti. Eppure quello che è successo non era minimamente preventivabile. 

Luis Gil ha iniziato la gara con un’ERA di 14,90 nelle sue tre partenze precedenti, ma in campo era effettivamente scesa la versione dei primi due mesi e mezzo della stagione, in predicato per una convocazione All-Star. Rispetto alle sue recenti apparizioni la sua palla veloce trovava più facilmente la zona, ma inaspettatamente è stato lo slider il lancio devastante, utilizzato per chiudere il turno.  In precedenza per Gil questo era un terzo lancio con un tasso di utilizzo di appena il 17,2 percento, ma evidentemente ci ha lavorato e lo ha utilizzato con successo per sorprendere i nostri battitori in situazioni di putaway. Comunque sia Gli ci ha tenuto a zero per sei inning, consentendo solo a due corridori di raggiungere la seconda base: un doppio di Dom Smith nel terzo e un singolo di Smith tre inning dopo che lo hanno visto avanzare in seconda su un tentativo di pickoff errato. Per il resto il nulla

Dall’altra parte lo affrontava un Kutter Crawford (7.0 IP, 4 H, 0 BB, 4 K) che nelle sue precedenti otto partenze, aveva registrato un’ERA di 5,14 e aveva concesso quasi 2,5 fuoricampo ogni nove BA. Tutto ciò non sembrava di buon auspicio ma Crawford ha lanciato bene contro gli Yankees nella sua carriera: in sette uscite (cinque partenze) ha registrato un’ERA di solo 2,43 contro New York. E infatti chiudere i primi cinque inning ha richiesto solo 40 lanci. Secondo Sarah Langs di MLB.com, questo è il minor numero di lanci nei primi cinque inning dal 30 maggio 2017, quando Ivan Nova ne lanciò 38. Iniziando sistematicamente con uno strike ha reso i pigiamini aggressivi, ma con poco costrutto. Le uniche due valide rimediate dagli Yankees sono stati i singoli di Trent Grisham e Oswaldo Cabrera, entrambi immediatamente cancellati da un doppio gioco. 

La gara si è inasprita al settimo ma Crawford ha chiuso la sua prestazione scoreless con altri 28 lanci. LeMahieu e Soto hanno battuto un doppio rispettivamente al sesto e al settimo, ma in nessun caso  New York è riuscita a portarli a casa. Insomma una prova fenomenale che alcuni hanno giudicato prematuramente interrotta quando Cora non lo ha rimandato in campo per l’ottavo inning, quando i Red Sox erano in vantaggio 2-0. Per me ha fatto bene. Ieri era una partita molto importante e in queste circostanze bisogna attenersi al piano, affidando al rilievo un inning pulito, evitando di fare troppo i furbi. 

Il piano prevedeva l’ingresso di Slaten come set up, seguito da Jansen come closer. Tutto è andato a meraviglia visto che il primo ha lanciato un ottavo inning senza punti e Jansen ha registrato una salvezza con un nono perfetto. 

Naturalmente è umanamente comprensibile la piccola delusione di Crawford che avrebbe voluto continuare a lanciare, avendo concesso fin lì solo quattro valide, nessuna base per ball, con quattro strikeout nei suoi 7 inning.

La ragione per cui la gara si sia inasprita al settimo è dovuta al fatto che Ciccio Devers, detto lo Yankee Killer, primo in battuta, sul conto di 2-2, ha impattato bene la Four-Seam Fastball da 98.8 mph di Gil depositandola nei posti a sedere sulla sinistra per aprire le marcature. Dopo questo Gil arriverà a fine corsa con 6,2 IP, 4H, 0BB, 9K per 96 lanci. Grazie mille amico, ci siamo divertiti!

Rafael Devers ha realizzato anche un altro incredibile fuoricampo, uno dei quelli che non si riescono umanamente a spiegare, ma la giocata che ha fatto in terza base per concludere l’ottavo inning potrebbe essere stata addirittura il momento clou della sua domenica. Con un corridore in prima base e due eliminati, LeMahieu ha battuto una palla morbida verso la terza base vicino al monte. Devers si è lanciato, l’ha afferrata a mano nuda e l’ha lanciata in prima base per l’eliminazione finale, mantenendo il punteggio sul 2-0. Mi ha ricordato un po’ l’eliminazione finale delle ALDS 2018, per dire!

Evidentemente ieri sera avere “Rafael” da qualche parte nel nome era di buon augurio, visto che Ceddanne Rafaela ha portato il punteggio sul 2-0 per Boston all’ottavo inning con un fuoricampo da 412 piedi (106,1 mph) sul campo sinistro. E’ stata una buona giocata che conferma le qualità del nostro rookie, primo fra i Red Sox rookie con almeno 50 RBI e 10 stolen bases prima dello All-Star break.

Ma è stato il fuoricampo di Devers da 423 piedi al nono inning, verso il campo centrale, a lasciare tutti perplessi. Il lancio era un chiaro ball a 1,50 piedi dal centro del piatto, il quarto lancio più esterno su cui un LHB abbia mai fatto un fuoricampo secondo Statcast (che conta queste cose dal 2015). Comunque sia è stato il lancio più esterno contro cui Devers abbia mai fatto un fuoricampo nella sua carriera.

Nessuno riusciva a crederci. Cora, dopo aver visto il replay ha dichiarato: “non so come si possa fare. Il lancio era molto lontano dal piatto per battere un barrel”.

Neppure Devers apparentemente lo sa. Il fuoricampo è scaturito da una palla veloce a quattro cuciture da 93,4 mph di Michael Tonkin. “Il lancio precedente era una palla veloce esterna”, ha detto Devers “So che non gli piace lanciare interno, quindi ho cercato di fare un buon contatto. So che la palla era un po’ fuori dal piatto, ma sono riuscito a fare un buon contatto”. Insomma non lo so come ho fatto, ma l’ho fatto.

Con la partita di ieri notte gli Yankees non sono riusciti a vincere le ultime sette serie consecutive. Ciò ha portato il loro record parziale a 16 sconfitte nelle ultime 22 partite. Questo è molto soddisfacente, ma suscita in me anche angosciose preoccupazioni. Non vorrei che qualcuno del front office accendesse il cervello e riflettesse sulla circostanza che il loro manager, rifornito ogni stagione dei migliori giocatori in circolazione, siede inutilmente sulla stessa panca da sette lunghi anni, senza aver mai vinto una beneamata minchia. Mentre un manager dalle comprovate eccezionali capacità, che ogni anno deve cavare sangue da un roster con molte rape, ha un contratto in scadenza. Insomma è una cosa che mi fa dormire male.

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Ritorno nel Bronx

Nelle ultime serie di giugno la rotazione dei Sox aveva dato motivi di preoccupazione: Bello e Pivetta avevano perso i loro incontri a causa di due crolli improvvisi consecutivi, che hanno concesso imbarazzanti big inning agli avversari in una situazione di contendibilità; per Houck è andata ancora peggio, avendo rimediato la peggior sconfitta in carriere. La reazione di Cora a questo stato di cose è stata quella di richiamare Josh Winckowski, ritemprato dalla permanenza nella miracolosa SPA di Worcester, e affidargli la partita stop loss della scorsa domenica, facendo saltare il turno a Bello. 

Fatto questo i nostri eroi sono partiti per la Florida con l’imperativo categorico di ottenere una sweep contro derelitti di Miami. La missione è stata portata a termine con relativa facilità grazie a un attacco in ottima forma che, se purtroppo dovrà rimandare l’atteso ritorno nel box di Casas ancora per qualche settimana, ha un giocatore (di cui Davide vi ha già parlato) in grado di realizzare per la prima volta nella storia del junior circuit 100 valide, 10 tripli, 10 fuoricampo, 20 basi rubate prima dell’AS break. Jarren Duran non solo riesce ad avere un costante impatto al piatto, non solo crea scompiglio e pressione sulla difesa avversaria ogni volta che arriva sulle basi, ma è cresciuto anche in difesa diventando anche un affidabile esterno. Ieri notte, schierato nell’outfield destro (al posto del fu Verdugo) ha effettuato un tiro salva-partita al nono impedendo un immeritato walk off run a Miami. Comunque se Duran merita una menzione speciale, anche nel resto del lineup ci sono clutch player in grado di decidere gli incontri come Wong, Devers e O’Neil.

Un altro aspetto positivo della trasferta ai tropici è il forte ritorno di Bello e Pivetta. A quest’ultimo (7.0 IP, 1 H, 2 BB, 10 K) purtroppo non è stata attribuita la W ieri notte, nonostante il dominio assoluto dimostrato fino al settimo inning: laddove ha eliminato 18 dei 23 battitori affrontati, senza subire valide, salvo una con due out al settimo. Pivetta lasciava una squadra in vantaggio 2-0 che sembrava in grado di ottenere una facile. Purtroppo, come spesso capita nella partita finale di una serie, la squadra di casa, che fino a quel punto non aveva toccato palla, ha cercato di tornare negli inning finali approfittando dello scarso run support fornito e della serata poco brillante di Slaten. Miami è riuscita a rimettere la gara in parità, ha rischiato di vincere al nono e per domarla i Sox sono stati costretti a realizzare un paio di punti in ciascun inning finale, riuscendo così a portarsi a otto partite sopra .500 per la prima volta in questa stagione.

Purtroppo l’infortunio occorso all’ottavo inning, oltre al rischio di sprecare una partita già vinta, ha costretto Cora (non proprio brillantissimo in questa occasione) a utilizzare ben cinque lanciatori di rilievo, compreso Weissert che ha chiuso il dodicesimo. Questo potrebbe avere un impatto in un weekend che i Sox trascorreranno a giocare in un maleodorante stadio ubicato nel Bronx, il quartiere peggiore della grande mela.  

I MFY vantano un record di 54-35 con 5.5 game di vantaggio su di noi, ma è un momento in cui non se la passano proprio bene.  Hanno perso 13 delle ultime 17 partite disputate, non vincono una serie da tre settimane e sono appena reduci da una sweep subita in casa dai resistibili Cincinnati Reds. Il loro line up, nonostante le continue buone prestazioni di Soto e Judge, sembra carente di un affidabile leadoff hitter (Volpe è stato rimosso di recente da questo ruolo), di un buon cleanup hitter e di qualcuno che semplicemente vada in battuta impugnando una mazza nelle posizioni che vanno dal 5 al 9.

Anche in difesa sono penosi. Emblematica in tal senso è stata l’indolenza mostrata nella triste giocata realizzata dal centerfield Trent Grisham nell’ultimo inning della gara di ieri, quando, pasticciando con la palla, ha trasformato in un bel doppio un innocuo singolo di Jeimer Candelario. 

Dal punto di vista scaramantico queste non sono buone notizie per noi. Potete scommetterci quello che volete, ma non sarà per nulla semplice uscirne indenni. Anche i pigiamini sentono la rivalità e venderanno cara la pelle. Il programma prevede Houck contro Cortez nella notte di venerdì (che quest’anno ci porta male), Winckowski in campo domani, in orario edibile, contro l’asso avversario Gerrit Cole, per chiudere domenica con Kutter Crawford opposto al fin qui deludente Luis Gil. 

Incrociamo le dita ed effettuiamo ogni altro gesto apotropaico che riteniamo possa essere utile in queste circostanze. Go Sox!

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