Bilancio al memorial day tra sogni, mediocrità e frustrazione

A un terzo della stagione MLB 2025, Boston è una squadra in bilico: incapace di decollare, intrappolata in un limbo di promesse non mantenute e sconfitte che lasciano il segno, ancorché spesso di stretta misura. Una realtà che fa male, soprattutto dopo gli investimenti e le aspettative generate in offseason con gli arrivi di Alex Bregman e Garrett Crochet.

L’attacco sembra essere il tallone d’Achille in questo momento. Capace di esplodere con una pioggia di punti (vedi il 19-5 rifilato a Baltimore), salvo poi sparire nei successivi tre match con appena quattro punti segnati. L’ultimo esempio è stata la sconfitta 5-1 contro Milwaukee, decisa da una grand slam di Christian Yelich al decimo inning, con l’unico punto messo a segno che era arrivato su lancio pazzo, che pure aveva consentito a Chapman di lanciare per la salvezza al nono.. 

L’infortunio al quadricipite di Alex Bregman è stata una botta durissima da riassorbire. Senza di lui, Rafael Devers è un’isola nell’attacco. Guida l’American League in walk (43), si appresta a battere il suo record personale fissato appena lo scorso anno, ma è chiaro ora che nessun lanciatore ha paura di affrontare chi lo segue nel lineup. Senza protezione, gli avversari lo evitano come la peste e il resto dell’ordine di battuta non capitalizza.

Avere molti giovani in formazione —Marcelo Mayer, Kristian Campbell, Carlos Narváez, Ceddanne Rafaela e Wilyer Abreu—rende tutto più complicato. I rookie sbagliano, è naturale, ma il rendimento collettivo è sotto le aspettative. Lo stesso Jarren Duran, nonostante una buona media (.277), ha ammesso di sentirsi sempre sotto pressione e di avere l’ansia di cercare il colpo risolutivo ad ogni turno alla battuta: il metodo sicuro per non combinare nulla in attacco.

C’è poi Il caso Trevor Story: contratto pesante, impatto nullo Il suo contratto da oltre 75 milioni di dollari fino al 2028 pesa come un macigno. A maggio ha battuto appena .222 con due extrabase e ben 65 strikeout. In difesa è un’ombra: range ridotto, -4 outs above average e -3 defensive runs saved. L’idea di un suo DFA non è più eresia ma comincia a prospettarsi come necessità. I Dodgers, padroni del “win-now mode”, che hanno tagliato veterani come Chris Taylor e Austin Barnes per far spazio ai giovani che meritano, potrebbero costituire un modello di riferimento. Boston dovrebbe prendere appunti: Roman Anthony, prospetto #1 secondo Baseball America, sta demolendo i lanciatori Triple A (.321 AVG, .971 OPS, 8 HR in 47 gare). Recentemente ha sparato un homer da 417 ft con exit velocity di 115.5 mph. Cosa deve fare ancora per ricevere la chiamata?

Con Bregman fuorigioco, Alex Cora ha provato a cambiare registro: meno fuoricampo, più basi rubate e gioco situazionale. Contro Milwaukee hanno avuto alcune occasioni, ma le hanno sprecate tutte: 1 su 9 con corridori in posizione punto, 10 uomini lasciati sulle basi. E questo risulta ancora più frostrante perchè avviene in contemporanea a prestazioni di lancio notevoli. Crochet, nonostante l’ennesima prestazione da asso (6.2 IP, 11 K), si è beccato un’altra L.

Il problema è che questo gruppo non sembra saper reagire. Non c’è urgenza, non c’è slancio, non c’è lucidità nel prendere decisioni difficili. Intanto il tempo passa e il divario con i Yankees (già +7.5 partite) cresce.

Abbiamo superato il Memorial Day checkpoint. Non si può più parlare di “inizio di stagione”. 

Bisogna smetterla di tentare di far quadrare il cerchio con giocatori fuori ruolo e veterani inutili. Bisogna smetterla di fare esperimenti. Se Kristian Campbell deve giocare in prima base è meglio che lo faccia a Worcester, lasciando il posto nel box di battuta a qualcuno che si ricorda come far roteare il bastone. Mayer va lasciato al suo ruolo naturale (shortstop) e si dia stabilità al diamante. Serve chiarezza, responsabilità e fame di vittoria

In un mondo ideale Devers dovrebbe mettersi un guantone e accettare di giocare in difesa. Non succederà, bisogna accettarlo. Bisogna accettare che ci sono cose necessarie che non si riesce a fare.

Io credo che Questi Red Sox non sono la squadra mediocre. Hanno messo a posto il pitching, il fattore che ci ha escluso dai play off per oltre un lustro e c’è ancora tempo per cambiare le cose. Per fortuna i tre accessi alla WC sono una speranza per tutti e per essere fuori dai giochi a metà settembre devi essere i White Sox. Ma servono mosse concrete e tempestive. Se il front office e lo staff tecnico continueranno a galleggiare, sperando che i problemi si risolvano da soli, allora sì: questo sarà un altro anno buttato.

Oltretutto la prospettiva non può essere quella di giocare una gara ad ottobre, ma avere la speranza di andare un po’ più in profondità.

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4 thoughts on “Bilancio al memorial day tra sogni, mediocrità e frustrazione

  1. Concordo su tutta la linea.
    Occhio solo a non creare troppe aspettative su Anthony. Abbiamo visto che trs MLB e Triple A ci sono sistemi solari di differenza. Per dire, Dalbec in Triple A faceva fuoricampo con la stessa facilità con cui beveva un caffè…
    Però giusto provare. Dentro i giovani con la speranza che portino qualcosa…
    Magari avessimo anche un prospetto pronto a lanciare dal monte…

  2. E intanto subiamo lo sweep anche dai Brewers..
    – ennesima uscita corta di Bello (4.2 innings e 2 ER)
    – ennesima spremuta del bullpen
    – ennesima sconfitta con un run di scarto.

    Niente di nuovo sotto il sole del Michigan direi.
    Ci siamo assuefatti anche a tutto questo

  3. Nessuno si crea troppe aspettative su Anthony, a cominciare da front office dei Red Sox.
    Durante un’apparizione WEEI’s “The Greg Hill Show” giovedì mattina, il CBO Craig Breslow ha spiegato perchè Anthony non ha ancora ricevuto la chiamata MLB.
    “We need to be mindful of the environment that Roman would be coming into, and the pressure that we’d be putting on a 21-year-old in the midst of a losing streak — to come up and save the team,” Breslow said. “Roman’s time is coming, and I don’t think there’s any question about that. So we have to figure out what is best for the organization and what is best for him.”
    “We want to make sure when he comes up, not only is he ready, but there’s runway for him to play,” Breslow said. “You don’t wanna bring up a 21-year-old and have him play sporadically, he needs to be in the lineup every day.”
    In precedenti occasioni ha anche detto che il passaggio nelle grandi leghe è già stressante di per se e non si può complicarlo con cambi di ruolo o altre richieste particolari. Giusto, anzi giustissimo direi. E’ per questo che Mayer gioca in terza e Campbell studia per fare il prima base?
    Non so se loro stessi credono a quello che gli esce dalla bocca. E’ evidente che si tratta solo di frasi di circostanza per evitare di parlare dei veri problemi.
    Anthony deve essere chiamato ora, perchè ora c’è un enorme problema in attacco, che ci ha già cacciato in una buca profonda e rischia di compromettere completamente la stagione. Ma per portarlo a giocare in campo occorre fare spazio e questo è un problema, che Cora avrebbe voluto affrontare dopo lo ASG.
    La prima cosa che viene in mente sarebbe spostare Rafaela all’interno, Duran al centro e schierare Anthony come esterno sinistro. I contro di questa soluzione risiedono nel rischio che un campo interno senza veterani esperti rischia di produrre un tasso di errori inaccettabile, creando altra zavorra che appesantirebbe la corsa verso i playoff. D’altra parte se due veterani di sono rotti e il terzo sottoperforma sia (drammaticamente) in attacco sia in difesa cos’altro resta da fare? Perchè non si procede?
    Il sospetto è che il piano prevedeva uno scambio e ora non è il momento migliore per farlo. In effetti i nostri tre esterni sono molto appetibili e si potrebbero ottenere notevoli contropartite. Il problema è che negli scambi il CBO non è sembrato affatto un genio. Basterebbe ricordare la cessione di Sale per Grissom per qualificarlo, ma anche aver inserito Teel nel pacchetto per Crochet non mi convince del tutto, sebbene non si possa discutere il valore dell’asso della nostra rotazione.
    PS: Siccome sono un pedante compulsivo non posso fare a meno di precisare che Milwaukee è nel Wisconsin, ma il sole è lo stesso di Detroit (Michigan). 🙂

    • Mannaggia Mauro hai ragione! Mi faccio sempre fregare dai quel 140 km che separano Milwaukee dal Michigan…..😀

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