Progressi in difesa

Ho aspettato qualche giorno in più per commentare a valle della splendida sweep conseguita sotto il ridicolo tendone di St. Petersburg, contro i molesti raggetti, per avere le idee un po’ più chiare sulla nostra stagione. Dal punto di vista della classifica il nostro record (28 27 .509) ci consente ancora di avere aspirazioni per giocare ad ottobre, dovendo recuperare 2,5 GB da squadre come Kansas City e Minnie, potenzialmente abbordabili.
Vediamo meglio come si è determinata questa situazione. Un primo punto da evidenziare è che la serie dominata in Florida la scorsa settimana, oltre ad essere un unicum negli ultimi 5 lunghi anni, è stata anche la prima serie di tre partite, in questa stagione, in cui i Red Sox non hanno commesso neppure un errore. Non è stato un caso, ma il risultato di misure pianificate ed attuate con successo.
Dopo un inizio di stagione terribile, i Red Sox sono significativamente migliorati in difesa nel mese di maggio. A marzo/aprile, il club ha commesso 25 errori, corrispondenti a 28 punti non guadagnati incassati nel corso di 30 partite. Nelle 25 partite a maggio, lo stesso bilancio è stato di 14 errori, per 10 punti non guadagnati. Purtroppo, come quando si tira una coperta troppo corta, lo staff di lanciatori, che ha avuto un inizio di stagione buono come non mai, non è stato altrettanto dominante a maggio, mentre l’attacco ha attraversato uno slump terrificante. Quindi dopo la splendida vittoria per 8-3, ottenuta ieri a spese degli Orioles, il combinato disposto di tutte queste tendenze, ha portato ad un record di 11-14 a maggio, in regresso rispetto al 17-13 di marzo/aprile.
Ciò nonostante aver aggiustato la difesa è importante, perchè la squadra ha un record di 25-10 negli incontri in cui non concede punti non guadagnati. Questo potrebbe essere un buon viatico per il futuro, nonostante che, a causa del pessimo inizio, è ancora in testa in MLB nei punti non guadagnati (38) e al terzo posto negli errori (39).
Una parte delle carenze difensive potrebbe essere attribuita alla perdita per infortunio dell’interbase Trevor Story il 6 aprile. I Red Sox tentarono di sostituirlo con Hamilton, ma il ragazzo incappò in una serie di errori che rese critica questa soluzione. Pablo Reyes ed Enmanuel Valdez che si alternavano in seconda base con risultati modesti, mentre Vaughn Grissom era ancora nella lista degli infortunati. Anche l’interno di rincalzo, Romy Gonzalez è andato in IL poco dopo, seguito dal prima base Triston Casas .
In questo frangente la mossa più evidente per ottenere un miglioramento è stato lo spostamento di Rafaela nel ruolo di interbase a partire dal 19 aprile, anche se, in realtà, c’è stata una complessa combinazione di fattori. Rafaela ha iniziato da interbase per 14 partite consecutive, ma poi ha iniziato a condividere nuovamente il ruolo con il redivivo David Hamilton, iniziando da SS solo in 11 delle 19 partite successive.
Oltre a questo ci sono state anche altre mosse di roster: Reyes, Valdez e Dalbec sono stati tutti scambiati o opzionati per il Triple A, mentre Gonzalez e Grissom sono tornati dall’IL. I veterani Dom Smith e Garrett Cooper sono stati aggiunti per gestire la prima base. Devers, nel frattempo, ha commesso solo tre errori in terza base durante la stagione.
Ma non era ancora sufficiente. In uno sport dove si gioca tutti i giorni occorre trovare il tempo per sessioni di allenamento specifiche per migliorare le prestazioni difensive. I Red Sox, che tengono brevi sessioni difensive praticamente tutti i giorni, hanno puntato a ricavare sessioni più lunghe in trasferta.
Il punto di svolta è ancora una volta rappresentato dalla serie di Tampa Bay. I Red Sox erano reduci da una dura serie casalinga contro Cleveland, in cui hanno commesso quattro errori e concesso 7 punti non guadagnati. A questo punto Cora e l’infield instructor Andy Fox hanno deciso di prendere di petto la cosa e cercare di ottenere cambiamenti immediati.
In trasferta, i giocatori in genere arrivano allo stadio intorno alle 15:30 per iniziare a giocare alle 19:00, mentre la squadra ospite fa pratica di battuta e lavora sul campo tra le 17:00 e le 18:00. Il lavoro difensivo viene quindi svolto prima dell’allenamento in battuta, e dura solo 15-20 minuti. Non c’è molto tempo per approfondire o sistemare le cose.
Quel giorno a Tampa, Cora disse agli interni di essere al PNC Park all’una di pomeriggio. Chiese anche agli allenatori dei giocatori di venire presto, in modo che lui, Fox e l’allenatore di panchina Ramon Vazquez, in modo da poter stare in piedi in mezzo al campo, accanto ai giocatori, aggiungendo istruzioni e approfondimenti invece di essere loro a battere le palle a terra come al solito. La sessione consisteva in molte ripetizioni, giochi con la palla battuta, pratica di determinati posizionamenti sul campo, ripetizioni di gioco doppio e utilizzo di macchine in grado di replicare le velocità massime e il backspin.
Anche il coordinatore delle abilità mentali Rey Fuentes ha parlato con gli interni quel giorno, poiché alcuni dei problemi difensivi avevano chiaramente una componente mentale.
Ciò era particolarmente valido per Hamilton, che ha fatto passi da gigante rispetto al suo primo periodo di impiego, in seguito all’infortunio di Story. Il 26enne, noto per la solida difesa, ha commesso tre errori nelle sue prime 10 partite mentre con la mazza non era al livello di major league. Cora ha mostrato molta pazienza con Hamilton, come del resto ha fatto con i tutti i rookie in difficoltà nel corso degli anni come Casas o Jarren Duran. Cora ha ridotto il tempo di gioco di Hamilton, in coincidenza con i ritorni di Grissom e Gonzalez, ma il club ha scelto di non spedire Hamilton a Worcester, ma lo ha tenuto in prima squadra, con rare opportunità di battere o correre, ma per lo più ha guardato le partite dalla panchina per alcune settimane. Poi, completato il recupero psicologico, Hamilton ha iniziato 10 delle ultime 13 partite in seconda base, quando nelle precedenti 22 partite della squadra, aveva avuto solo tre apparizioni, diventando titolare di un posto fisso nell’angolo accanto a Rafaela.
Ora la difesa è tutt’altro che perfetta e ha ancora avuto ancora momenti difficili, ma i giorni critici stanno diventando sempre meno e la loro frequenza si è diradata. Il punto non guadagnato concesso lunedì a Baltimora è stata il primo dal 18 maggio: il progresso è evidente. Degli interni in campo a Pittsburgh quel giorno di metà aprile, solo Devers, Hamilton e Rafaela rimangono nel roster attivo. Ci sono stati passi avanti, c’è ancora molto lavoro da fare, ma almeno ora possiamo vedere una timida luce in fondo al tunnel.

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Una rondine non fa primavera.

Quando cominci a seguire il baseball da ragazzino, a me è capitato nella prima metà degli anni 70, una delle prime cosa che devi capire è che la qualità dell’avversario dipende soprattutto dalla qualità del lanciatore partente. E quindi capitava spesso in una serie di partite che ti facesse a pezzi la stessa formazioni che hai maltrattato il giorno prima.

Nel 2024 questa antica convinzione è stata messa a dura prova. All’inizio di una schioppettante stagione, i Boston Red Sox guidavano o si classificavano inaspettatamente vicino ai vertici della MLB in alcune statistiche: avevano l’ERA di squadra più bassa e un buon numero di fuoricampo, soprattutto a causa delle incredibili prestazioni di O’Neill.

Alla fine di aprile sembrava che tutto questo potesse darci una stagione da contender, ma una rondine non fa primavera e tutto è andato drammaticamente a rotoli. Dapprima è crollata la capacità di portare punti a casa, poi l’efficacia del bulpenn è svanita e infine, anche l’ultima buona statistica che aveva  ha resistito per un quarto della campagna e sfumata: I Red Sox possiedono più l’ERA più bassa del campionato avendo realizzato, negli ultimi 15 giorni, 4,07 a fronte dei 2,35 dei pigiamini che ci hanno soppiantato.

Ciò che rende tutto ciò particolarmente frustrante è stato l’incredibile spreco di ottime partenze e comunque buone prestazioni di tutto il pitching staff. I Red Sox avevano iniziato la partita di giovedì scorso con la migliore ERA nel baseball (2,77) e il miglior lanciatore titolare ERA nel baseball (2,54). Lo hanno fatto nonostante avessero scambiato Chris Sale con Atlanta, perdendo Lucas Giolito per tutta la stagione e Nick Pivetta, Brayan Bello e Garrett Whitlock per un numero compreso tra tre e cinque partenze.

Il recente ritorno dei titolari tuttavia è coinciso con uno sfaldarsi dell’attacco, aggravatosi particolarmente negli ultimi tempi. A maggio, la squadra ha una media di battuta di .223 (23 ° in MLB), OBP .288 (25 ° ) e 78 wRC+ (28 ° ). Hanno una media di 3,08 punti a partita (29 ) , migliore solo a quella di Cincinnati con 2,69 a partita.

Sebbene in queste temperie anche i migliori comincino a dare espliciti segni di cedimento, la causa principale è facilmente individuabile in alcuni punti deboli del lineup, che rendono facile la vita alla difesa avversaria, quando devono chiudere una frazione. In particolare i punti deboli sono facilmente individuabili:

  • Ceddanne Rafaela: purtroppo deve giocare perchè è il miglior interbase che la squadra abbia potuto schierare dopo l’infortunio di Story. Tuttavia i suoi numeri in attacco (.201/.233/.362) conditi da 41K a fronte di solo 8 BB, non compensano la sua buona prestazione difensiva.
  • Cooper & Smith: la coppia che ha avuto l’ingrato compito di sostituire l’insostituibile Triston Casas in prima base e in battuta, riescono a scendere in campo solo perché l’alternativa Bobby Dalbec sarebbe ancora più penosa. Tuttavia essere scelte migliori rispetto alle opzioni interne non rendono per questo le loro prestazioni accettabili. Queste circostanze rendono acuta la nostalgia per Justin Turner lasciato andare durante la offseason.
  • Vaughn Grissom: all’inizio di stagione ne aspettavamo l’esordio con ansia, per coprire l’enorme buco che avevamo in seconda base, tuttavia le aspettative si sono dimostrate esagerate di Boston, soprattutto in attacco. Vaughn ha registrato sei valide e due RBI in 10 partite con i Sox, e solo l’inizio ma particolarmente deludente, visto che per averlo stiamo pagando l’intero stipendio di Chris Sale per il 2024 per farlo giocare ad Atlanta.

Ora la situazione in classifica si è fatta grave. Siamo precipitati a -2 sotto 500, anche a causa delle recenti 4 sconfitte consecutive e non siamo ultimi solo perché i canadesi attraversano una crisi ancora più nera della nostra. Tuttavia la prospettiva di finire ancora all’ultimo posto si sta facendo ancora più concreta. 

Quindi, sebbene manchino ancora più di due mesi alla chiusura del mercato estivo, non è presto per pensare a quale approccio potrebbero adottare i Red Sox avendo cambiato il Front Office.

In questi ultimi due anni, i Red Sox sembravano sempre bloccati in una posizione di incertezza, se comprare o vendere. Parte di questa indecisione è stata innescata dal trovarsi ancora in corsa per una wild card, ancorché attardati, ma anche dai messaggi contrastanti che provenivano dalla proprietà. 

Emblematico di questo è stato il controverso scambio di Christian Vazquez nel 2022. Alla fine si è rivelato un affare avendo avuto come contropartita Wilyer Abreu, ma all’epoca colpì per le modalità poco rispettose verso un giocatore amato dai tifosi e perché, nel frattempo, si continuava a investire blaterando di voler veramente arrivare ai playoff. 

Possono succedere ancora molte cose nelle prossime 60 partite circa ma se l’attuale andazzo dovesse perdurare, come purtroppo è probabile, ci sono diversi giocatori che susciterebbero molto interesse fra i contenders, come Il closer Kenley Jansen o il set up Chris Martin, il partente  Nick Pivetta e l’outfielder Tyler O’ Neill. Ognuno di loro diventerà free agent  a fine stagione e solo Pivetta e O’Neill potrebbero essere presi in considerazione per un nuovo contratto. In particolare, una coppia testata a ottobre come Jansen e Martin potrebbe provocare una guerra di offerte tra i contendenti.

Il problema sarà nella gestione politica di una piazza che appare sempre più imbufalita per i risultati mediocri che seguono a proclami sempre più roboanti. Ogni riferimento all’andare a tutta birra è del tutto voluto e intenzionale.

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Lancio caldo e mazze fredde

Abbiamo decisamente rallentato negli ultimi giorni, raggranellando troppe sconfitte che potremmo definire “apparentemente casuali”, quelle cioè che avrebbero potuto essere vittorie,  se solo un paio di particolari fossero andati per il verso giusto. Il fatto è che questo tipo di sconfitte sono effettivamente casuali, se rimangono episodi isolati, se viceversa si manifestano troppo spesso probabilmente sono l’indice di un problema sottostante.

Dopo non aver inopinatamente completato la sweep con i Giants, il programma prevedeva la visita a Minny, la franchigia più calda del momento, in serie positiva dà 10 partite. In gara uno schieriamo Houck, l’attuale asso della rotazione, che, nonostante non sembri al suo meglio, ci tiene in partita fino al settimo. Entriamo nella parte bassa del settimo sotto di un punto e Houck concede un paio di linedrive consecutivi, che Cora avrebbe potuto interpretate come segni premonitori di quanto sarebbe accaduto. Nel turno successivo Willi Castro mostra il bunt e tocca la palla verso sinistra. Un buon colpo. Quando McGuire si avventa sulla palla è in forte ritardo, è in una posizione precaria ed è anche molto sbilanciato. Dovrebbe accontentarsi dell’out in prima, ma disgraziatamente tenta di avviare un doppio gioco in seconda. Questa decisione piuttosto avventata ha provocato diverse conseguenza: un errore, ha fatto entrare il secondo punto per Minny,  ha messo a rischio l’incolumità fisica di Rafaela, travolto da Santana che scivolava in seconda, e ha posto fine alla partita di Houck, finalmente avvicendato da Cora. Troppo tardi. Al termine dell’azione le probabilità della nostra sconfitta erano del 92,8%. Ci voleva una reazione straordinaria per ribaltare la situazione, ma i due punticini realizzati all’ottavo sono stati troppo poco e troppo tardi.

In gara due partiamo sfavoriti perché non possiamo schierare un partente da schierare e quindi dobbiamo ricorrere al bullpen. I ragazzi non se la cavano affatto male, specialmente Bernardino e Weissert. Andiamo in svantaggio 2-1 al quarto, quando Booser incassa un solo homer e 3-1 al sesto quando Slaten porta Castro in terza con due lanci pazzi consecutivi e a casa con un Sac fly. Il problema però è che manca il run support. Pur producendo lo stesso numero di valide dei nostri avversari ci manca il clutcher che piazzi una valida pesante. Quando Devers, al settimo, con le basi cariche, 2 out e il conto pieno, gira a vuoto per lo strike out  che conclude l’inning si capisce che non è serata e che la streak di Minny arriverà a 12W.

In gara tre Cora mette la palla in mano a Cooper Criswell che alla fine risulterà il lanciatore vincente (4.1 IP, 1 R, 1 BB, 5 K, 5 H). Su Criswell ho scritto dei commenti ingenerosi che sono estremamente lieto di dovermi rimangiare. I Boston Red Sox lo hanno ingaggiato senza troppi clamori nel dicembre 2023, finalizzando una delle prime iniziative della nuova amministrazione Breslow, che all’epoca non sembrava affatto rispondente alla promessa di andare “a tutto gas”, anzi era molto al di sotto delle aspettative. Avevo espresso l’auspicio di non vederlo, mai in azione, ma a causa dei ripetuti infortuni non sono stato esaudito e, sorprendentemente, i suoi out hanno contribuito a mantenere le statistiche di lancio di Boston al top. Complessivamente Criswell, con un repertorio costituito da 4 lanci: Sinker (28.5%) Sweeper (27.6%) Changeup (25.7%) Cutter (18.2%), distribuiti in 20.2 IP, vanta ora un’ERA eccezionale di 1,74 e un ottimo Whip di 1,08. 

In questa occasione, eccezionalmente, l’attacco dei Red Sox ha deciso di partecipare alla partita, dando a Criswell un adeguato run support e mettendo presto al sicuro il risultato. Su tutti Rafael Devers (2 su 5 con 2 RBI) e Jarren Duran (2 su 5 con 2 run), quest’ultimo facilitato dal fatto di poter usare lo scooter che tiene fra le chiappe per correre sulle basi, un’opportunità che gli permette di aggiungere basi extra ogni volta che riesce a mettere la palla in gioco.

Purtroppo la vena ritrovata in attacco si è subito esaurita nel trasferimento ad Atlanta per giocare una miniserie con i Braves. In gara uno, persa per 4-2, i Red Sox veramente questo non è proprio esatto, l’attacco infatti si è fermato specificamente sul batting in, lasciando l’enormità di 13 (tredici!) uomini in base. Rende molto bene l’andamento della gara il confronto fra il Team RISP di Atlanta (1-4) con il nostro (1-14). La frustrazione è stata altresì acuita, dalla fantastica prestazione di Kutter Crawford (6 IP, 5 H, 2 ER, 6 K, 2 BB), probabilmente la migliore della stagione, che è andata completamente sprecata. 

Poi è arrivato il Chris Sale day e tutto è andato maledettamente secondo i pronostici: l’ex asso della nostra rotazione ha aspettato i Boston Red Sox per mettere a segno il miglior out dell’anno: sei scoreless innings (primo shutout 2024) con 10 K (prima prestazione a doppia cifra) e solo una 1 BB, abbassando la sua ERA da 3,44 a 2,95. Sale è stato così bravo, che per vincere non avrebbe avuto bisogno dello 0-6 Team RISP di Boston. A questo proposito prima o poi qualcuno farà caso alla latitanza di Ciccio Devers da questo punto di vista, che anche ieri ha collezionato un altro imbarazzante AB con il caldissimo Wong che era riuscito ad arrampicarsi fino al cuscino di seconda con il linedrive sul CF.

Dall’altra parte il ritorno sul monte di Pivetta è andato purtroppo secondo i miei personali timori. Sostanzialmente il nostro starter è andato subito a sbattere contro un muro chiamato Marcell Ozuna, che ne ha approfittato per riguadagnare la MLB leadership in HR (12) e RBI (38), mettendo a segno il suo secondo multihomer game della stagione. 

La partita si decide abbastanza velocemente. La parte bassa del primo inning sembrava conclusa quando Riley metteva una palla a terra in campo interno per un classico 6-4-3 DP, ma la chiamata in prima veniva ribaltata e Pivetta doveva tornare sul monte per finire il lavoro. Non l’ha presa molto bene visto che ha concesso un singolo e due HR back to back, che fissavano il punteggio sul 4-0 e di fatto concludevano l’incontro.

Alla fine di questa disastrosa trasferta la nostra classifica è molto peggiorata. I GB dalla vetta si sono incrementati a 5.5, mentre Tampa Bay, che affronteremo next week, si è fatta sotto. Molto possiamo recriminare per l’assenza di un giocatore come Triston Casas, la cui mazza, sono ragionevolmente sicuro, ci avrebbe aiutato a ribaltare molte di quelle partite che abbiamo sventatamente consegnato agli avversari. Sicuramente chi lo ha sostituito non lo ha fatto degnamente. Su Dalbec abbiamo finito gli epiteti ironici per stigmatizzare le sue prestazioni quando impugna il bastone (anche considerato che quando torna a giocare in 3A invece fa sfracelli). Purtroppo i tentativi del front office di risolvere il problema, Garrett Cooper e Dominic Smith, a parte qualche episodio, non hanno dato i risultati sperati. Resto comunque dell’idea che il nuovo dinamismo del Front Office per risolvere i problemi del roster, che ha comportato anche la breve meteora Zack Short (schierato in 2 game,  0 su 7 con 4 K), sia comunque preferibile all’immobilismo della passata amministrazione.

Per finire mi piace segnalare una nota positiva che, in questo periodo, ha limitato i danni delle deficienza in attacco e cioè l’esplosione con la mazza di Connor Wong, il quale, nelle sue prime 24 partite giocate, ha battuto .354/.379/.585, con 5 HR e 4 2B, confermando altresì una elevata velocità nella corsa sulle basi. Sono numeri finalmente molto significativi nella sua quarta stagione nei Red Sox, per un giocatore che deve scontare la circostanza di essere arrivato a Boston in seguito al famigerato scambio con Betts. Peraltro rimane confermato che dietro al piatto si fa spesso notare per la sua alta reattività e doti atletiche, come fatto vedere in maniera eclatante nella serie contro i Giants.

 

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Bilancio di fine Aprile

Torno a scrivere durante una bagnata festa dei lavoratori, dopo una pausa dovuta ad un’influenza fuori stagione, senza avere nessun tema particolare da sviluppare, nessun avvenimento eclatante da ricostruire e neppure un aneddoto divertente da raccontare. Così, in mancanza di meglio, potremmo fare un sommario bilancio del primo mese di campionato.

La stagione dei Red Sox, con il record di 17-13 .567, potrebbe essere giudicata mediocre essendo praticamente agli stessi livelli del 2023 (16-14 .533). Stavolta però c’è un fatto nuovo: i GB che ci separano dalla vetta della classifica sono solo 2.5 invece di 7.5. Questo dato da solo testimonia il livellamento verso il basso subito dalla AL east che passa ad essere il girone infernale della MLB a una comune division. Da una parte c’è l’inizio insoddisfacente di Tampa Bay e Toronto che performano ampiamente al di sotto delle loro aspettative e, dall’altra, le due battistrada, con 19W, non si discostano dai valori di quasi tutte le altre division.

Questa contingenza ci mette quindi nella condizione di poter guardare al futuro ancora con un filo di ottimismo, visto e considerato che i risultati sono stati ottenuti nonostante l’incredibile sequenza di infortuni che ci ha colpito, senza la quale sarebbe possibile illudersi di poter essere competitivi per un accesso ai playoff. Il problema però che l’incredibile sequenza non accenna ad interrompersi. Ieri notte infatti era atteso l’esordio stagionale di Grissom, che avrebbe dato a Valdez un po’ di “meritato” riposo, ma alla fine è giunta notizia che il giocatore, effettivamente ripresosi dall’infortunio muscolare subito, aveva contratto l’influenza.

Sembra proprio che uno degli dei del baseball si sia offeso con noi e perciò stesso si sia incaricato del compito di bersagliare i giocatori dei Red Sox con ogni tipo di maledizione. Sembra anche che abbiano fatto incazzare uno con  una mira micidiale. Solo ieri sera infatti, dopo aver messo fuori causa Grissom, si è adoperato per rovinare  l’esordio di Garrett Cooper (vedi il commento di Davide per dettagli), assunto per sostituire l’asfittico Dalbec sul cuscino di prima e, soprattutto, nel box di battuta. Una mossa che non poteva avere controindicazioni, giusto? E invece no. Cooper, dopo aver mostrato una certa ruggine nello swing, uscendo malamente al piatto nei primi due turni, alla fine del quinto inning è stato costretto ad uscire da un lancio sulla mano. Infruttuosamente va a correre per lui Bobby che, nei successivi turni alla battuta, non riesce a estendere alla sesta partita consecutiva la hitting streak realizzata recentemente. 

Cooper non è l’unico a soffrire per essere stato colpito alla mano. Yoshida infatti, che aveva avuto un buon momento dopo il freddo avvio di stagione, è dovuto uscire nell’ultima partita della serie contro Chicago, per lo stesso tipo di incidente, ed ora sembra che dovrà rimanere assente per un po’.

Ma oltre ai piccoli incidenti abbiamo anche cose più gravi. Finalmente è stato chiarita la natura dell’infortunio di Casas: frattura delle costole, provocata della forza del suo stesso swing. Questo non solo lo costringerà a stare assente per molte giornate, ma anche, verosimilmente, a modificare il suo programma di allenamento e l’approccio in partita. Chissà quale giocatore ci verrà restituito alla fine di questa vicenda.

Comunque se trovare una valida sostituzione di Casas sembra ancora lontana, neppure la vicenda di Story può essere accantonata senza rimpianti. Rafaela è un giocatore su cui Boston ha creduto di poter investire firmando con lui un contratto che lo vincolerà per diverse stagioni. Sembra naturale che quindi che Cora tenti di inserirlo in squadra come titolare inamovibile, ma questo tentativo ancora mostra punti deboli. In difesa Rafaela si è dimostrato prezioso, soprattutto da quando è passato al ruolo di interbase a tempo pieno. Sebbene ieri sera abbia commesso ancora un errore (fortunatamente ininfluente), la sua mano ha portato maggiore sicurezza in una squadra che necessitava di stabilità difensiva. Per restare in squadra tuttavia occorre avere presenze al piatto meno frustranti e nella partite del weekend contro i Cubs abbiamo visto finalmente una inversione di tendenza.

Sabato è entrato in campo dopo due partite consecutive a zero hit con una media di .156 è esploso portando a casa 7 RBI. Inoltre domenica è andato 1 su 4, con un doppio a destra nel sesto inning e procurando il punto della vittoria per 5-4 walkoff. Piccoli passi.

Insomma, nonostante una eccellente rotazione che è stata falcidiata come i piccoli indiani di Agatha Christie, la nave incredibilmente ha continuato a rimanere a galla, anche perchè quelli rimasti (Houck e Cooper) si sono messi a fare i fenomeni. Ora si tratta “solo” di capire cosa  bisogna fare per placare l’ira degli dei e riprendere la navigazione. 

Nel frattempo però bisogna riconoscere che, nonostante l’incredibile sfiga, le cose sono migliorate rispetto allo scorso anno. Almeno abbiamo un front office che, scontate le ristrettezze economiche imposte dalla proprietà, si è mosso con raziocinio, cercando di mandare in campo una squadra almeno con una logica e senza giocatori fuori ruolo. Cora ha raccontato di avere seguito i ragazzi anche durante la stove league, e sembra che sia riuscito a selezionare un gruppo deciso a vendere cara la pelle. Come Skuffia credo anch’io che questo impegno sia apprezzabile e ci permetta di godere di una stagione con meno risentimenti delle precedenti.

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