Abbiamo decisamente rallentato negli ultimi giorni, raggranellando troppe sconfitte che potremmo definire “apparentemente casuali”, quelle cioè che avrebbero potuto essere vittorie, se solo un paio di particolari fossero andati per il verso giusto. Il fatto è che questo tipo di sconfitte sono effettivamente casuali, se rimangono episodi isolati, se viceversa si manifestano troppo spesso probabilmente sono l’indice di un problema sottostante.
Dopo non aver inopinatamente completato la sweep con i Giants, il programma prevedeva la visita a Minny, la franchigia più calda del momento, in serie positiva dà 10 partite. In gara uno schieriamo Houck, l’attuale asso della rotazione, che, nonostante non sembri al suo meglio, ci tiene in partita fino al settimo. Entriamo nella parte bassa del settimo sotto di un punto e Houck concede un paio di linedrive consecutivi, che Cora avrebbe potuto interpretate come segni premonitori di quanto sarebbe accaduto. Nel turno successivo Willi Castro mostra il bunt e tocca la palla verso sinistra. Un buon colpo. Quando McGuire si avventa sulla palla è in forte ritardo, è in una posizione precaria ed è anche molto sbilanciato. Dovrebbe accontentarsi dell’out in prima, ma disgraziatamente tenta di avviare un doppio gioco in seconda. Questa decisione piuttosto avventata ha provocato diverse conseguenza: un errore, ha fatto entrare il secondo punto per Minny, ha messo a rischio l’incolumità fisica di Rafaela, travolto da Santana che scivolava in seconda, e ha posto fine alla partita di Houck, finalmente avvicendato da Cora. Troppo tardi. Al termine dell’azione le probabilità della nostra sconfitta erano del 92,8%. Ci voleva una reazione straordinaria per ribaltare la situazione, ma i due punticini realizzati all’ottavo sono stati troppo poco e troppo tardi.
In gara due partiamo sfavoriti perché non possiamo schierare un partente da schierare e quindi dobbiamo ricorrere al bullpen. I ragazzi non se la cavano affatto male, specialmente Bernardino e Weissert. Andiamo in svantaggio 2-1 al quarto, quando Booser incassa un solo homer e 3-1 al sesto quando Slaten porta Castro in terza con due lanci pazzi consecutivi e a casa con un Sac fly. Il problema però è che manca il run support. Pur producendo lo stesso numero di valide dei nostri avversari ci manca il clutcher che piazzi una valida pesante. Quando Devers, al settimo, con le basi cariche, 2 out e il conto pieno, gira a vuoto per lo strike out che conclude l’inning si capisce che non è serata e che la streak di Minny arriverà a 12W.
In gara tre Cora mette la palla in mano a Cooper Criswell che alla fine risulterà il lanciatore vincente (4.1 IP, 1 R, 1 BB, 5 K, 5 H). Su Criswell ho scritto dei commenti ingenerosi che sono estremamente lieto di dovermi rimangiare. I Boston Red Sox lo hanno ingaggiato senza troppi clamori nel dicembre 2023, finalizzando una delle prime iniziative della nuova amministrazione Breslow, che all’epoca non sembrava affatto rispondente alla promessa di andare “a tutto gas”, anzi era molto al di sotto delle aspettative. Avevo espresso l’auspicio di non vederlo, mai in azione, ma a causa dei ripetuti infortuni non sono stato esaudito e, sorprendentemente, i suoi out hanno contribuito a mantenere le statistiche di lancio di Boston al top. Complessivamente Criswell, con un repertorio costituito da 4 lanci: Sinker (28.5%) Sweeper (27.6%) Changeup (25.7%) Cutter (18.2%), distribuiti in 20.2 IP, vanta ora un’ERA eccezionale di 1,74 e un ottimo Whip di 1,08.
In questa occasione, eccezionalmente, l’attacco dei Red Sox ha deciso di partecipare alla partita, dando a Criswell un adeguato run support e mettendo presto al sicuro il risultato. Su tutti Rafael Devers (2 su 5 con 2 RBI) e Jarren Duran (2 su 5 con 2 run), quest’ultimo facilitato dal fatto di poter usare lo scooter che tiene fra le chiappe per correre sulle basi, un’opportunità che gli permette di aggiungere basi extra ogni volta che riesce a mettere la palla in gioco.
Purtroppo la vena ritrovata in attacco si è subito esaurita nel trasferimento ad Atlanta per giocare una miniserie con i Braves. In gara uno, persa per 4-2, i Red Sox veramente questo non è proprio esatto, l’attacco infatti si è fermato specificamente sul batting in, lasciando l’enormità di 13 (tredici!) uomini in base. Rende molto bene l’andamento della gara il confronto fra il Team RISP di Atlanta (1-4) con il nostro (1-14). La frustrazione è stata altresì acuita, dalla fantastica prestazione di Kutter Crawford (6 IP, 5 H, 2 ER, 6 K, 2 BB), probabilmente la migliore della stagione, che è andata completamente sprecata.
Poi è arrivato il Chris Sale day e tutto è andato maledettamente secondo i pronostici: l’ex asso della nostra rotazione ha aspettato i Boston Red Sox per mettere a segno il miglior out dell’anno: sei scoreless innings (primo shutout 2024) con 10 K (prima prestazione a doppia cifra) e solo una 1 BB, abbassando la sua ERA da 3,44 a 2,95. Sale è stato così bravo, che per vincere non avrebbe avuto bisogno dello 0-6 Team RISP di Boston. A questo proposito prima o poi qualcuno farà caso alla latitanza di Ciccio Devers da questo punto di vista, che anche ieri ha collezionato un altro imbarazzante AB con il caldissimo Wong che era riuscito ad arrampicarsi fino al cuscino di seconda con il linedrive sul CF.
Dall’altra parte il ritorno sul monte di Pivetta è andato purtroppo secondo i miei personali timori. Sostanzialmente il nostro starter è andato subito a sbattere contro un muro chiamato Marcell Ozuna, che ne ha approfittato per riguadagnare la MLB leadership in HR (12) e RBI (38), mettendo a segno il suo secondo multihomer game della stagione.
La partita si decide abbastanza velocemente. La parte bassa del primo inning sembrava conclusa quando Riley metteva una palla a terra in campo interno per un classico 6-4-3 DP, ma la chiamata in prima veniva ribaltata e Pivetta doveva tornare sul monte per finire il lavoro. Non l’ha presa molto bene visto che ha concesso un singolo e due HR back to back, che fissavano il punteggio sul 4-0 e di fatto concludevano l’incontro.
Alla fine di questa disastrosa trasferta la nostra classifica è molto peggiorata. I GB dalla vetta si sono incrementati a 5.5, mentre Tampa Bay, che affronteremo next week, si è fatta sotto. Molto possiamo recriminare per l’assenza di un giocatore come Triston Casas, la cui mazza, sono ragionevolmente sicuro, ci avrebbe aiutato a ribaltare molte di quelle partite che abbiamo sventatamente consegnato agli avversari. Sicuramente chi lo ha sostituito non lo ha fatto degnamente. Su Dalbec abbiamo finito gli epiteti ironici per stigmatizzare le sue prestazioni quando impugna il bastone (anche considerato che quando torna a giocare in 3A invece fa sfracelli). Purtroppo i tentativi del front office di risolvere il problema, Garrett Cooper e Dominic Smith, a parte qualche episodio, non hanno dato i risultati sperati. Resto comunque dell’idea che il nuovo dinamismo del Front Office per risolvere i problemi del roster, che ha comportato anche la breve meteora Zack Short (schierato in 2 game, 0 su 7 con 4 K), sia comunque preferibile all’immobilismo della passata amministrazione.
Per finire mi piace segnalare una nota positiva che, in questo periodo, ha limitato i danni delle deficienza in attacco e cioè l’esplosione con la mazza di Connor Wong, il quale, nelle sue prime 24 partite giocate, ha battuto .354/.379/.585, con 5 HR e 4 2B, confermando altresì una elevata velocità nella corsa sulle basi. Sono numeri finalmente molto significativi nella sua quarta stagione nei Red Sox, per un giocatore che deve scontare la circostanza di essere arrivato a Boston in seguito al famigerato scambio con Betts. Peraltro rimane confermato che dietro al piatto si fa spesso notare per la sua alta reattività e doti atletiche, come fatto vedere in maniera eclatante nella serie contro i Giants.
5 innings solidi per Bello. Ottima notizia!
Nonostante le difficltà sotto con Tampa e cerchiamo di uscirne bene. Anzi benissimo…
Let’s go Sox
Kutter Crawford è umano pure lui. Però ha talento, solidità e testa. In gara 1 contro i Rays l’inizio è stato da incubo: 3 runs concessi e 35 lanci necessari per chiudere il primo inning. Insomma sarebbe stato un inizio sufficiente per abbattere un elefante, ma Kutter si è subito rialzato lanciando a buoni livelli per altri 5 innings. Peccato che il nostro attacco abbia ancora deluso, però dalla notte scorsa usciamo con una certezza: su Kutter si può sempre contare