Analisi post mortem

Quello che è andato storto a Boston in questa stagione sembra abbastanza facile da individuare: hanno subito troppi punti. Al momento del licenziamento di Bloom (e le statistiche non sarebbero migliori se includessero il resto della stagione) la media è di 4,88 punti a partita, che ci collocava al 12° posto nella lega americana, ben al di sotto sia della mediana che della media. 

Ora, sebbene abbiamo avuto una difesa scandalosamente fallosa, la priorità per il nuovo GM è rappresentato dalla rotazione, ricostruendo ciò che Bloom  ha picconato. I ns starter si piazzano al 12° posto in ERA e al 13° in fWAR nella American League, leggermente meglio il bullpen che è 10° in ERA ma quinto in fWAR, ma solo perché hanno lanciato quattro inning in media a partita, secondi solo ad Oakland come impegno sul monte.

La rotazione impostata da Bloom mostra con evidenza i caotici criteri adottati dall’ex GM.

Tutti i veterani, in un modo o nell’altro sono stati un fallimento:

  • Ancora una volta il contributo di Sale è stato del tutto irrilevante. Ora è certificato che il mucchio di soldi che ha ottenuto nella conferma  2019  sono stati del tutto sprecati. Bisogna capire come cavarsi questo dente.
  • Paxton è stato buono quando è stato bene, purtroppo per un periodo troppo breve per giustificare una scommessa reiterata su di lui.
  • Pivetta come partente è stato un disastro, ma Cora ha saputo capire che uscendo dal bullpen poteva contribuire efficacemente.
  • L’ingaggio dell’ex lanciatore Kubler è solo il frutto della folle presunzione di Bloom, convinto di saper trovare pepite d’oro nelle discariche.

Nei giovani promossi dal bullpen luci e ombre:

  • Bello, proveniente dal farm system Dombrowski ed entrato di rincorsa per carenza di personale, ha mostrato delle prestazioni che ci possono rassicurare che per il futuro farà parte in pianta stabile della rotazione.
  • Kutter Crawford, che è stato impiegato come starter nelle partite di bullpen, è andato in crescendo, assicurando sempre una maggiore profondità. Personalmente, per rispondere alla domanda di Davide nella bacheca, magari potremmo collocarlo nel quinto spot, ma lo terrei assolutamente nel 2024.
  • lo stesso si può dire di Tanner Houck, che sebbene sia ancora alle prese con il problema di affrontare i mancini, credo che avrà un’altra chance
  • per Garrett Whitlock, invece, anche a causa degli infortuni, il fallimento come partente, mi sembra abbastanza conclamato e potrebbe tornare nel bullpen cove ha fatto benissimo. 

Col senno di poi ora è facile vedere che non solo non  potevamo andare da nessuna parte, ma anche che non era ragionevole aspettarsi un risultato diverso, nonostante la comunicazione  Red Sox ostentasse sicurezza.

Bloom ha combinato questo disastro pianificando le cose con cura. Ha ereditato un roster con un partente sotto contratto sano ed efficace, Nate Eovaldi, che, nonostante un pessimo 2019, ha dato alla squadra 7 WAR nei successivi tre anni del suo contratto. Bloom lo ha lasciato andare quando è diventato free agent sostituendolo con le chiacchiere. Negli ultimi tre anni solo tre lanciatori di Boston hanno generato più di 3 rWAR in una stagione: Eovaldi nel 2021 (4,3), Wacha nel 2022 (3,3) e Bello quest’anno (3,8 ad oggi). Fortunatamente è auspicabile che il licenziamento prolunghi la sua presenza a Boston.

Quando Bloom supervisionava le operazioni di baseball, tutte le mosse effettuate sembrano far parte di una folle strategia di demolizione. Il meglio che possiamo dire sulle acquisizioni è che sono state al massimo marginali e/o insignificanti. Anche il tanto decantato rafforzamento del farm system non ha interessato questo settore e questo ha riguardato le scelte nel draft e la free agency internazionale.  Ovviamente i lanciatori, con i loro alti tassi di infortuni al gomito, sono investimenti più rischiosi come classe di prospetti, ma, a meno che non vuoi trasferiti al Las Vegas, a questo non puoi rimediare semplicemente mandando in campo un Martin Perez qualunque che passa per strada e sperare per il meglio.

Potremmo capire se ci sarà un’inversione nella direzione del vento quando il nuovo GM scenderà in campo per ingaggiare un top player, con il portafoglio gonfio e la disponibilità a scambiare prospetti, esattamente come fecero i predecessori che presero Shilling, Beckett e Sale per dare l’assalto al titolo mondiale.

Oltretutto costui dovrà gestire una legacy piuttosto incasinata, perché tutte le decisioni di alto profilo di Bloom non hanno funzionato. 

Ci sono solo due giocatori ora nel roster di Boston che sono stati ingaggiati come free agent, Yoshida e Story. L’impegno di 105 milioni di dollari per Yoshida ha prodotto 0,7 fWAR, soprattutto perchè è stato uno dei peggiori outfielder difensivi nel baseball quest’anno e, dopo una buona prima parte, non ha mantenuto la sua prestazione offensiva nel finale stagione, che solleva dubbi anche sulla possibile soluzione di impiegarlo come DH. Quanto a Trevor Story è stato semplicemente un disastro, tra infortuni e scarse prestazioni al piatto, ed è sotto contratto per altri quattro anni. 

Sebbene sia stata gestita in modo contorto e contraddittorio, la vicenda Bogaerts alla fine è ha avuto un lieto fine, con Xman che ha vissuto il suo anno peggiore dal 2017. Tuttavia con Devers, che invece è stato confermato a suon di milioni di dollari, non tutto è filato liscio. Mentre si è confermato ottimo con il bastone in mano, l’estrema fallosità in difesa lasciano dubbi sull’opportunità di schierarlo nell’hot coner, sebbene se non ci sono alternative praticabili, essendo la prima base occupata dall’astro nascente Triston Casas.

Quello che non si riesce a capire, e temo che non lo sapremo mai con certezza, è il ruolo svolto dalla proprietà in questo disastro: Bloom è stato libero di agire, ed è quindi un cretino integrale, o è stato così condizionato da indurlo a questa filiera di errori marchiani? Sicuramente l’era Bloom contraddice clamorosamente il modo in cui John Henry & Co. hanno gestito i Red Sox da quando hanno acquisito la squadra vent’anni fa. Improvvisamente è venuto loro il braccino corto hanno stretto i cordoni della borsa e Bloom ha impiegato male e nella direzione sbagliata il budget a disposizione. Questa squadra avrebbe potuto essere molto migliore se avesse semplicemente speso un po’ di soldi per qualche lanciatore appena decente.

La direzione che prenderanno ci dirà molto sull’impegno della proprietà a vincere. La speranza è che abbiamo accettato che il batti e corri ha regole precise, che non si possono sovvertire a chiacchiere, e loro guidano i Boston Red Sox, una squadra leggendaria, ed è bene che ricomincino a comportarsi come tali.

PS: La shitstorm di commenti spam sta ancora infuriando e quindi devo quotidianamente ripulire la bacheca da pubblicità sui metodi infallibili per l’allungamento del pene ed altre amenità del genere. Cerco di farlo regolarmente, ma inevitabilmente questo comporta un ritardo nella visualizzazione dei vostri post e influisce negativamente sulle possibili discussione. Voi però non demordete, mi raccomando!

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Fired!

Si dice spesso che la prima impressione è quella che conta. Non è esattamente così, ma tutti credo abbiamo sperimentato sulla nostra pelle quanto sia difficile recuperare dopo un esordio disastroso.  Ecco, un esordio disastroso è proprio quello che è capitato a Chaim Bloom quando ha incontrato i tifosi dei Red Sox. Per noi lui resterà in secula seculorum l’uomo che scambiò sua moglie per un cappello. In effetti lui è quello che ha stoltamente ceduto ai Dodgers l’extraterrestre Mookie Betts in cambio di Verdugo, Wong e Downs (DFA lo scorso inverno), ma anche detto così sembra veramente un caso clinico.

A volte è anche una questione di fortuna. Per esempio ricordo che ci rimasi molto male quando Ellsbury firmò con i MFY, all’indomani della vittoria 2013, ma le sue successive prestazioni attenuarono molto il dolore. Con Betts non è andata esattamente così. Mokie non ha mai ripetuto i numeri stellari del 2018, ma continua ad essere top player in una squadra imbottita di grandi campioni. 

In queste condizioni è difficile recuperare e poi se inizi una stagione con metà del campo interno improvvisata,  tutti gli esterni fuori posizione e l’intera rotazione in infermeria,  non mi stupisco del grande entusiasmo che proviene dalla Nation per la sua dipartita.

Meno comprensibile è l’atteggiamento della proprietà. Lo hanno licenziato dicendo che con un’altra stagione con il Fenway chiuso ad ottobre la misura era colma. Anzi, hanno tenuto a precisare, che la loro pretendono che Boston non solo arrivi alla postseason ogni anno, ma che sia sempre competitiva per aggiudicarsi WS. Ogni stagione, ogni anno che Dio manda in terra.  I Red Sox infatti hanno un blasone e una tradizione per la quale non si possono accontentare per nulla di meno.

Ma non lo dicono solo in questa occasione, lo hanno sempre detto. Anche Bloom per la verità ha condiviso tali proclami e quindi si è creato inizialmente questo incredibile fraintendimento, rimasto irrisolto per 4 lunghi anni. Questa è almeno la ricostruzione degli eventi data da Sam Kennedy: in tutto questo periodo la proprietà era veramente convinta che Bloom facesse il possibile per mettere assieme una squadra competitiva. 

Davvero?! Veramente ci vogliono far intendere che noi dall’Italia vediamo con chiarezza cose che nel Massachusetts sono indecifrabili? Veramente possiamo credere che Bloom, arrivato fresco fresco da Tampa, sia andato dai boss e gli abbia detto: “ John  e Tom, proprio a voi cercavo. Sentite un po’, ho avuto un’ideona. Perchè non mandiamo Mookie in California? Hanno detto che nel pacco possiamo infilarci anche tutto il contratto di David Price” “Fico! Ma sei sicuro che così restiamo comunque competitivi per le WS?” “ Avoglia! Meno siamo, meglio stiamo” “E allora vai e stendili tigre!”. 

Dopodiché non hanno più controllato e il resto è storia. Per noi fessi dall’altro lato dell’oceano invece le cose andavano interpretate in un altro modo. Bloom ci sembrava totalmente dedicato a ridurre il monte stipendi e a rafforzare il farm system. Ma se ci si limita a fare questo, non è che ci voglia un genio per attuare il programma:

  • si lasciano andare i free agent costosi  sostituendoli con veterani a buon mercato
  • si approfitta della priorità nella scelta per scegliere i migliori prospetti al draft. 

E’ per questo banale motivo che in doppio A giocano Marcelo Mayer, Roman Anthony e Kyle Teel, non per l’acume di Bloom.  Avrei potuto farlo anch’io e mi sarei accontentato di un ingaggio ridotto.

All’improvviso Henry e Tom Werner si svegliano e si accorgono che i Red Sox fanno schifo e cambiano il GM. Bene, dico io! Sempre che abbiano veramente deciso cosa vogliono fare da grandi, abbiano valutato cosa significano veramente le grosse lacune sugli spalti e ricomincino a fare dichiarazioni coerenti con i fatti e smettano di cambiare GM ogni tre per due.

Detto questo, al di là della possibile ipocrisia nelle motivazioni, sono soddisfatto della decisione presa. Bloom ha preso una squadra ancora forte e l’ha meticolosamente distrutta, lasciandoci in una situazione decisamente peggiore rispetto al 2019. Ora speriamo che arrivi qualcuno che conosca il mestiere in ogni aspetto e riesca di nuovo a tenerci svegli a ottobre

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Cala il sipario

Mancano ancora qualche decina di partite alla fine della stagione, ma oramai è opinione comune che il ruolo dei Red Sox sarà relegato a quello di comprimari. Ancora non siamo matematicamente eliminati, perché la possibilità per tre squadre di aggiudicarsi una wild card, allunga il brodo all’infinito, fino a fargli perdere ogni sapore, e permette a squadre mediocri di godere di una effimera apparizione nella post season. 

Non saremo noi però una di quelle squadre mediocri, perché ultimamente siamo riusciti a essere pessimi. Sabato avevamo un GB di 3.5 nella classifica di AL Wild Card. Quattro giorni e quattro sconfitte dopo, il divario si è allargato a 6.5 dagli Astros, che hanno regolato la questione concludendo una autorevole sweep di 3 partite al Fenway Park, durante le quali non ha funzionato praticamente nulla. Cora ha astutamente manovrato per riproporre i due partenti che si erano imposti a Houston, ma sono durati tutti per pochi inning e questa volta il bullpen non ha saputo turare le falle. 

Complice anche una difesa semplicemente inguardabile dove si segnala in negativo il nostro giocatore più rappresentativo: Ciccio Devers. Devers è il nostro miglior attaccante (.269/.344/.509/.853, 29 homer, 28 2B e 88 RBI in 125 partite, ma la sua difesa inaccettabile (17 E finora) non gli permettono di avvicinarsi neanche lontanamente ai valori di WAR delle sue tre stagioni precedenti. Devers, ma la prestazione in difesa non è accettabile. Oltretutto non migliora con il tempo dato che è la sua peggiore stagione dal 2018. Tutto ciò avviene dopo che Bloom ha concluso un’estensione del contratto di 10 anni da 313,5 milioni di dollari a gennaio. Sapete bene cosa vuol dire, spero! Devers giocherà titolare per Boston in terza per molti anni ancora perché prende troppi soldi per schierarlo DH o in prima, senza considerare che il cuscino di prima è finalmente coperto egregiamente da Casas.

Nelle ultime sei partite in casa il record è stato di 1-5 in casa, perchè prima della sculacciata subita contro gli Astros, abbiamo subito 2 sconfitte nella serie contro di Dodgers guidato da un certo Mookie Betts: 7 su 15 con un homer, 2 2B, 4 RBI, 1BB e 5R in totale.  Ma forse lo avete già saputo. Il nostalgico pubblico del Fenway a giustamente tributato a Betts, che si è scappellato, ha ringraziato commosso e poi ha preso il bastone e ha fatto il suo dovere:  7 su 15 con un homer, 2 2B, 4 RBI, 1BB e 5R in totale nelle tre gare. Il ritorno di Betts ha riaperto la diatriba sulla vicenda del 2019. Tutti i protagonisti hanno parlato, senza dirci nulla di nuovo e, soprattutto Bloom non ha saputo darci una ricostruzione che abbia il minimo di senso. 

Bloom sta finendo il quarto anno del suo contratto quinquennale e i risultati sono, a dir poco, contrastanti. La missione affidata a Bloom avrebbe dovuto avere tre obiettivi: 

  • tagliare il payroll: un obiettivo raggiunto nell’immediato, dichiarato irrinunciabile quando serviva a giustificare la rinuncia a Betts, ma che sembra sia stato progressivamente accantonato 
  • rafforzare il farm system: e su questo versante tutti decantano ottimi risultati, anche se, all’atto pretico, le giovani leve che ora militano in prima squadra provengono tutte dall’era Dombrowski 
  • vincere un campionato: ho indicato questo obiettivo sulla fiducia, solo perché tutti i suoi predecessori lo hanno colto, ma non perchè lui abbia fatto qualcosa di concreto per ottenerlo. 

Se dovessi fare un bilancio fra i pro e i contro, Bloom non meriterebbe di portare a termine la sua missione. Per tutte le squadre che ha messo in campo la caratteristica che mi è sembrata preminente è stata approssimazione: iniziamo tutte le stagioni senza una rotazione sana e con evidenti buchi nel roster, infarcito da giovani promesse e da vecchie glorie legate con contratti annuali. Non c’è mai stata una progressione, non si è mai capito il piano, la strategia che c’è dietro (sempre ammesso che ci sia).

L’unica cosa positiva in questo frangente è che i MFY sono messi peggio di noi e quest’anno festeggeremo lo YED con largo anticipo. Magra consolazione? Non saprei. Come forse saprete io sono nato in toscana e per me non è difficile capire perchè dopo la conclusione del Palio a Siena, le uniche bandiere che non festeggiano il cencio sono quelle della contrada rivale.

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