Cambio nella continuità

Il titolo potrà sembrare un ossimoro, ma calza a pennello con le ultime operazioni di Dombrowski che con le nomine degli ultimi giorni ha preso effettivamente le redini del comando negli uffici di Yawkey Way. Liquido in poche parole la nomina di Frank Wren come “Senior Vice-President of Baseball Operations”, titolo molto pomposo ma operatività che dovrebbe essere abbastanza limitata, in pratica una specie di consigliere personale di Dombrowski almeno secondo quello che si legge in giro, guardando certi movimenti di mercato fatti da Wren negli ultimi anni agli Atlanta Braves c’è quasi da augurarsi che le sue opinioni vengano tenute in una considerazione molto modesta, però ci può stare che Dombrowski voglia avere vicino un uomo col quale già aveva lavorato per parecchio tempo in passato.

La nomina molto più importante è però quella di Mike Hazen come nuovo GM; premetto che è sempre difficile dare un giudizio a queste nomine, è molto più facile giudicare l’acquisto del giocatore X al posto del giocatore Y che periziare i cambi nel front office, quello che posso dire è che resto un po’ sorpreso dal fatto che si sia operato con un cambio interno, mi sarei aspettato un “cambio di regime” molto più netto, piuttosto che la nomina di un uomo che, nel bene o nel male, ha fatto parte dello staff che non è che abbia prodotto stagioni così gloriose nell’ultimo biennio. Quindi verrebbe da dire che Dombrowski alla fine abbia apprezzato ciò che ha trovato a Boston in termini di organizzazione e di competenze specifiche, ragionando così allora ci si potrebbe davvero domandare come mai non si rimasto Cherington oppure che le dimissioni dell’ex-GM siano state davvero una sorpresa inattesa per i nostri vertici, un po’ improvvidamente perchè se hai messo Cherington di fronte al fatto compiuto della nomina di Dombrowski te lo puoi anche aspettare le sue dimissioni … almeno per come la vedo io.

Fatto sta che abbiamo il nuovo GM, l’ennesimo uomo nato e cresciuto nel New England che arriva ai vertici dell’organizzazione, sembra quasi che le origini vicino al Fenway siano un prerequisito per ottenere certe poltrone. Quello che posso dire è che spero ardentemente che ci siano confini ben precisi tra le attribuzioni dei vari membri del nostro staff; in un passato anche recente abbiamo sofferto parecchio proprio per le invasioni di campo, il caso più clamoroso resta quella fatta da Lucchino quando impose la nomina di Valentine come manager al posto di Sveum che era stato selezionato da Cherington che era l’uomo preposto per queste scelte. La cartina di tornasole sarà la prossima fermata nella fiera delle poltrone, ovvero la scelta del manager, sempre ammesso che non sia riconfermato Farrell e visto che sembra piacere una certa continuità a questo punto non sarei sorpreso di una sua permanenza se le sue condizioni di salute lo permetteranno. Il puzzle per il 2016 comincia quindi a completarsi e vedremo se tutti i pezzi si incastreranno bene, vedendo certi numeri di Betts o di Bogaerts c’è da mettere in campo una fiducia che non è normale per una squadra reduce da due annate abbastanza orrende.

PS – Appena ho detto di sperare di lasciare indietro Rays e Orioles ne abbiamo perse tre di fila dai Raggetti … “Ma allora ditelo !!!”

PPS – Non fregherà a nessuno ma per i playoffs il blogger dice Forza Chicago Cubs

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Il fattore X

Anche noi abbiamo il nostro fattore X, viene da un’isola dove la lingua più diffusa è il papiamento … e se sapevate questa cosa senza interrogare Wikipedia allora potete risolvere anche i cruciverba di Batterzaghi, quell’isola è Aruba, un posto di gente saggia, così saggia da preferire di rimanere sotto la madre patria olandese piuttosto che buttarsi su un’indipendenza che da quelle parti non si sa mai a cosa porti. Da un posto di gente saggia non poteva che nascere un giocatore con la testa a posto, un giocatore che ha resistito senza perdere la trebisonda quando le cose non andavano benissimo e che ha saputo ormai elevarsi all’eccellenza della Lega, per chi non lo avesse ancora capito quel giocatore è Xander Bogaerts.

Bogaerts è un autentico patrimonio per noi e lo è anche perché eccelle in un momento dove non è che ci siano molti shortstop di primissima fascia in giro; mi viene in mente un nostro Minor-leaguer di qualche anno fa (direi Drew Sutton) che dichiarò : “quelli che parlano di tradare Bogaerts per prendere Cliff Lee non hanno mai visto giocare Bogaerts.” Direi che aveva ragione, abbiamo alcuni problemi in ottica 2016 (io continuo a pensare con paura a Hanley Ramirez in prima ad esempio), di sicuro potremmo aver trovato colui che reggerà il ruolo di interbase per un paio di lustri, ruolo che dalla partenza dell’immenso Garciaparra non aveva mai trovato una stabilità seppur minima.

Intanto, zitti zitti, non siamo più ultimi nella division. Qualcuno potrebbe dirmi che “freguntubo”, sono anch’io consapevole che all’atto pratico non cambia nulla ed anzi in questa maniera chiameremo più tardi nel draft, ma reggere il fanalino mi deprime, provoca un rigetto nell’animo di pessimo perdente che mi contraddistingue dai giorni della mia infanzia, quando mal digerivo persino le sconfitte al campetto da basket della parrocchia. Quindi se possiamo lasciarci dietro i Passerotti Arancioni di Baltimore ed i Raggetti dell’IKEA Stadium perché non farlo ?

Forse però la notizia più “pesante” è l’inizio ufficiale della caccia al nuovo GM, il primo nella lista di quelli da intervistare è Quinton McCracken che i più attenti ricorderanno come esterno in parecchie franchigie a cavallo del cambio di millennio. Onestamente non lo conosco come dirigente e non prendo posizione, ultimo impiego agli Houston Astros dove sovra-intendeva alla Farm e visto che da quel vivaio sono usciti dei Correa e degli Springer direi che il suo lavoro l’ha fatto anche bene; forse il salto da Farm Director a GM di una franchigia complicata come la nostra potrà sembrare un po’ alto, ma può avere anche senso provare un nome nuovo anziché ricorrere ai soliti Wren, Dipoto e compagnia cantante che non mi paiono eccellere particolarmente poi non scordatevi che ci sarebbe Dombrowski a fare da scudo e da mentore

Speriamo davvero di ritornare in auge … vedere in questi giorni il Fenway con parecchi spazi vuoti è sempre triste, ovvio che le partite non siano proprio accattivanti per lo spettatore casuale e c’è anche da dire che i Red Sox cominciano un po’ a risentire della vicinanza scomoda di una franchigia iper-vincente come quella dei Patriots. Sarà il campionato poco allettante giocato dai nostri, sarà quell’aria da “noi vs il resto del mondo” che dopo il Deflagate aleggia dalle parti di Foxboro, sarà anche che generalmente il baseball comincia a soffrire in termini di rating d’ascolto in tutta America e specialmente verso le giovani generazioni, fatto sta che oggi i nostri Sox sono un po’ di retroguardia in termini di spazio sui media. Ammiro tanto (da neutrale) la grandezza di Brady e Belichick, ma vorrei tanto tornare a leggere tanto anche su Pedroia, la pagina 3 lasciamola a qualcos’altro.

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Il conta-inning

Ho accolto con sollievo la decisione di fermare Tazawa e Kelly, non ha assolutamente senso spingere su lanciatori che dimostrino di essere arrivati alla spia rossa della riserva. Facciano il loro rifornimento alla stazione di servizio e arrivederci a fine febbraio in quel di Fort Myers, anzi … nel caso del giapponese mi chiedo se non era il caso di fermarlo un po’ prima dato che i segnali di una fatica eccessiva mi parevano inequivocabili. Fermare un giocatore con la squadra in contention mi pare una boiata, come fecero i Nationals con Strasburg qualche anno fa, ma per una squadra in una situazione come la nostra non credo sia un peccato veder lanciare Rich Hill o chiudere un match ad Aro.

Voglio anche contare gli inning che giocherà da qui alla fine Pedroia, lo vorrei vedere in campo sempre o quasi, e spero tanto che giochi troppo bene da inculcare nella mente dei nostri maggiorenti, di chi commenta nei giornali, sui siti o dove volete voi che il nostro Dustin è intoccabile. Sento un po’ troppi che lo mettono tra gli spendibili, vi faccio solo un paio di esempi di quello che si becca in giro: “lo potremmo mettere in un pacchetto verso i D-Backs per prendere Goldschmidt” oppure “perchè non proviamo ad ingolosire i Royals che hanno chi potrebbe servirci ?”. Sia chiaro, Goldschmidt è un grandissimo giocatore ed un prima base così ci servirebbe davvero, i Royals hanno davvero del materiale umano che ci farebbe stra-comodo, ma tutto questo vale la rinuncia ad uno dei pochi giocatori di carisma che abbiamo ? La motivazione che Pedroia è un giocatore ormai injury-prone la capisco, ma con la carriera del Papi che non potrà durare in eterno non mi voglio privare dell’unico altro giocatore che può reggere la barra del timone nel nostro dug-out e faccio anche notare che il suo stipendio, con gli attuali parametri, non è nemmeno troppo oneroso.

Voglio anche contare il bilancio di Lovullo come interim-manager, se ho fatto bene i miei conti è un 19-12; non posso certo dire quanto sia merito suo questo buon momento ma i giocatori sembrano seguirlo, ne abbiamo alcuni che hanno mostrato dei discreti miglioramenti e mi chiedo se possa aver senso dargli il bastone del comando, forse lo dico anche perchè gira la voce su Brad Ausmus, dato da molti in uscita dai Tigers e se devo dirla tutta Ausmus mi convince davvero poco.

Non c’è molto altro, da calendario vedo da domani una trasferta a Toronto. Mi chiedo io … ma ci dispiacerebbe un titolo divisionale AL East tra i boschi dell’Ontario ? Eh eh eh eh eh eh eh eh eh eh

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500rtiz

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Come fare quando appenderà gli spikes al chiodo ? E’ andato in forma a stagione già avanzata e non dovrebbe essere difficile da capire vista l’età e vista la sua corporatura, ma se il resto del team non avesse fatto una prima metà di stagione indecente ci saremmo trovati il solito Big Papi a trascinarci nel momento topico della stagione.

Le sue cifre post-All Star Game sono .346 di avg. , 1170 di OPS e 19 ovetti. Qualche tempo fa si parlava quasi con fastidio del fatto che l’opzione per il 2016 di Big Papi fosse scattata visto che aveva raggiunto il numero di turni richiesti nel box. Il fastidio è altro, non Ortiz; lui è solo il giocatore più importante nella storia della franchigia, è colui che ha cambiato il destino della franchigia, da simpitici perdenti a quelli che diventano un po’ antipatici perchè vincono 3 anelli … e si sa che io adoro essere antipatico. Ripeto : come faremo senza di lui ?

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Travolto da un insolito ottimismo

Non so se sono stato colto da un virus sconosciuto o se ho semplicemente bevuto un po’ troppo, ma sto iniziando a credere che in previsione futura quello che sarebbe il “piano generale” dei Red Sox per l’immediato , ovvero il 2016, possa funzionare. L’ha ribadito Dombrowski che non c’è da aspettarsi rivoluzioni, si cercherà di prendere il famoso n.1 della rotation, si rifarà il bullpen da capo (e ci credo …) ma il lineup non si discosterà molto di quello che sta concludendo, in maniera assolutamente dignitosa, questa stagione. E se dobbiamo dirla tutta non è che questa politica si discosti molto da quello che era il master-plan di Ben Cherington.

Ammetto che non m’aspettavo una fine così degna, nel 2012 e nel 2014 la squadra persi gli obiettivi mollò completamente i pappafichi e si conclusero quelle stagioni con un tedio insopprimibile. Ora invece, con tutti i difetti che le sono intrinsechi, la squadra continua a giocare un baseball assolutamente non malvagio e, facendo un paragone con i disastrati Phillies che stiamo vedendo in questo weekend al Fenway, si capisce che da noi una base per tentare una risalita ci sia ed in Pennsylvania (a causa di una politica dissennata) non siano nemmeno alle fondamenta per iniziare a costruire la casa … anzi direi che non hanno nemmeno iniziato a comprare il cemento per ipotizzare l’inizio dei lavori. Da noi, pur con tutte le occasioni perse e gli errori fatti, non siamo assolutamente messi così.

I punti messi in rilievo da D.D. (o punti di domanda … fate voi)  sono quindi l’acquisto del n.1 ed il rifacimento del bullpen, io onestamente ne aggiungerei un paio : cosa fare con Buchholz e con Hanley Ramirez. Parto proprio da qui. Io avrei un dubbio : può Ramirez trasformarsi in un prima base decente ? Di danni all’esterno sinistro ne ha fatti abbastanza e visto che siamo scoperti in prima l’idea di provarlo ci può stare, io però ammetto d’avere una paura boia perchè sappiamo bene che giocare in prima non è poi così facile, sembra quasi che si metta “il giocatore meno capace in porta”, un po’ come avveniva al campetto della parrocchia da bambini. Nessuno ci prenderà via Ramirez e quindi qualcosa dobbiamo fargli fare e quel qualcosa non è il DH visto che un DH l’abbiamo e l’avremo anche l’anno prossimo ed anche quest’anno ha già fatto i suoi 30 ovetti. Il capitolo Ramirez davvero mi inquieta parecchio, per le caratteristiche tecniche, per l’etica lavorativa del soggetto che è quella che è … e per il fatto che ci costerà una settantina di milioni per i prossimi tre anni.

Diverso è il caso-Buchholz : si deve decidere se far valere l’opzione a quota 13 milioni. Con le cifre che ballano al giorno d’oggi 13 milioni sono quasi pochi, ma sappiamo tutti che quei 13 milioni non vanno parametrati sulle classiche 32 partite che gioca un partente. I numeri li sapete leggere bene, quando è riuscito a giocare annate quasi complete ha fatto male (2012 e 2014), quando lanciava bene (2011 e 2015) o benissimo (2013) ha fatto una media di sole 16 partenze. La paura che possa andare a fare bene altrove (perchè è quello di cui stiamo parlando) vale 13 milioni di presidenti defunti ? Giuro … non lo so … un bel quiz comunque.

Me la cavo in fretta con gli altri punti. Il bullpen : semplice … si tengono i due nippo, a tutti gli altri un caldo saluto … e via. Son curioso di vedere come si agirà, la costruzione di un bullpen efficace è una delle cose più difficili che esista visto che il rendimento è molto erratico, di sicuro un closer più rabbrividente di Machi non si troverà, Dombrowski a Detroit non è mai riuscito a costruirlo un bullpen capace e a causa di questo mancano un paio di anelli alle dita dei vari Cabrera e Avila, a Boston in questo settore ha un foglio bianco e deve partire da capo. Forse tutto sommato è la condizione migliore.

Sul n.1 siamo in trepidante attesa perchè è chiaro che il “big guy” è quello che accende di più la fantasia. Mi par di notare una certa preferenza nella bacheca messaggi per Price … e ci credo. Annata fantastica, proprio quella che ci vuole prima d’una free agency, ma prezzo che possiamo immaginare nell’ordine dei classici 7 anni-210 mil. $. Davvero tanta, tanta, tanta roba. Investire tutto questo su un trentenne ? Politica eccellente nel breve termine, dubbiosa nel medio e spesso deleteria nel lungo termine. Complessivamente ci credo poco anche se sarebbe un colpo storico, c’è in più il fascino dato dal comprare il Grande Nemico, sarebbe un po’ come se Larry Bird fosse andato ai Lakers o Tom Brady avesse firmato per i Jets dell’epoca Ryan. Chiaro che non c’è uno che valga Price tra i free-agent, ci potrebbe essere Greinke ma deve scegliere se uscire da un contratto che gli darebbe più di 70 milioni per i prossimi tre anni. Per chiudere facciamo questo giochino : se Greinke decidesse per l’uscita anticipata dal contratto coi Dodgers a quelle cifre, quanto andrebbe a chiedere ? Dubito basti il deposito di Zio Paperone … cari i miei amici

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