No news … good news

AL East AL East AL East AL East AL East AL East AL East AL East AL East AL East

Ho scritto dieci volte AL East come penitenza per l’erroraccio fatto nel post precedente, non male per uno che fa un blog sui Red Sox, confondo l’Est con l’Ovest, forse è l’età che inesorabilmente avanza, quando comincerò anche a confondere la scarpa destra con la sinistra sarà veramente un casino.

A parte le facezie guardiamo un po’ cosa ci dice il radar dei Red Sox, anzitutto ci dice di 3 buonissime vittorie su 4 partite al nuovo Tiger Stadium con un pareggio nel doubleheader di domenica resosi necessario per il rinvio di sabato sera. La partita pomeridiana è stata uno strano match a mio avviso, sembrava che i Red Sox potessero nei primi inning ammazzare il match come capitato recentemente e i 3 punti di vantaggio sembravano persino pochi rispetto agli affanni del giovane pitcher Oliver nell’arginare il ns. attacco, poi un po’ il credere che la partita fosse già indirizzata, un po’ la stanchezza ovvia di qualsiasi squadra arrivata in fondo ad un roadtrip impegnativo, fatto sta che ad un certo punto ci siamo trovati 3-3 con l’inerzia che sembrava gonfiare le vele della squadra del Michigan.

 

Proprio necessario che vada via a fine anno ???

Un paio di uomini al nono inning hanno però avuto idee differenti : Terry Francona che s’è detto : “Perchè non proviamo di vincere questa partita ? ” , l’altro che aveva di che eccepire era quest’omino nella foto che s’è ricordato d’avere un certo talento per le battute clutch. Risultato un bel picchione sulla pallina di Valverde e buonanotte, vittoria poi salvata da Papelbon con un three up three down dei suoi, con la fastball che fischiava intoccabile dalle mazze dei Tigers.

Sprechiamo due parole per la situazione contrattuale di Ortiz, tutti sanno che a fine d’anno è free agent e secondo molti rumors che girano, lo staff sarebbe dell’idea di rinunciare ad un DH di ruolo per passare ad una rotation tra uomini che abbiano comunque anche “competenze” in campo. Non so cosa pensare … l’idea che il DH possano farlo un po’ tutti i giocatori che abbiano bisogno di un impegno più “leggero” in una certa partita è certamente una buona idea, conferisce alla squadra una duttilità che ora non ha, però rinunciare a Big Papi … mamma mia … non bisognerebbe ragionare con sentimento, però non possiamo essere dei robot insensibili, se la richiesta di Ortiz sarà per un biennale (come si dice in giro) allora la vedo grigia, altrimenti … perchè no.

La partita serale ha visto la vittoria dei Tigers con, come dicevano commentando le vittorie di Fausto Coppi, “un uomo solo al comando”. Ovviamente sto parlando del mio pupillo Justin Verlander che ha concesso 4 validine in tutto e soltanto una ai primi 7 uomini del lineup, con 132 lanci (!!!) e l’ultimo di essi che ha raggiunto la velocità di 100 mph (!!!!!!!!) . Chapeau. Io continuo ad aspettarlo al Fenway, spero che prima o poi arrivi, oppure rischio di fare come quelli che aspettano il ritorno di Elvis Presley o come Linus che aspettava il Grande Cocomero : sono ancora lì che aspettano.

Finalmente si torna a casa : al Fenway da stasera sono ospiti i Chicago White Sox condotti ancora da Sua Simpatia (sono ironico eh ?) Ozzie Guillen, peccato non ci sia Jenks, che ha fatto una partita in triplo A per rifarsi il braccio con esito non proprio splendido; chissà … se ci fosse stato avremmo potuto vedere un lancio pazzo in direzione del dugout ospite : un’esperienza che ci mancava.

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I Sox in cima

Con due brillanti vittorie a Detroit i Red Sox arrivano in testa alla AL West in tempo per il weekend del Memorial Day mantenendo una promessa fatta qualche tempo fa da Adrian Gonzalez alla stampa durante il periodo nero, una promessa che alcuni all’epoca bollarono come una sbruffonata, altri dissero che era un eccesso di sicurezza, invece s’è dimostrata la nuda e cruda verità.

Max Scherzer e Rick Porcello son due eccellenti giovani pitcher, è persino riduttivo definirli promesse, ormai sono delle certezze e per di più entrambi arrivavano da un grande periodo di forma. Oggigiorno puoi essere in forma finchè ti pare, ma giocare contro l’attacco dei Red Sox è come andare a sbattere contro un muro, trovi qualcuno che picchia la pallina in fondo al recinto. Le cifre sono un po’ il sale del baseball, eccone alcune : contando gli ultimi 30 giorni i Red Sox battono di squadra a .294 i secondi nell’American League in questa classifica sono gli Angels a .262 (!!!).

La prima metà della trasferta a Motown è la classica prova che quando le cose vanno bene … vanno davvero bene, sebbene i pitcher impegnati fossero dei giocatori di ripiego, non previsti nella cinquina dei partenti ad inizio anno, sia Aceves che Wakefield hanno dato ottime prove, chiaro che quando il tuo attacco ti mette davanti con buon vantaggio si gioca sul velluto, ma entrambi i giocatori danno in questo momento della stagione una buona garanzia che permette a quelli in lista infortunata di rimettersi in sesto tranquillamente o di restare in lista senza troppi rimpianti (ogni riferimento a Dice-K non è casuale).

Però lo spettacolo attuale dei Red Sox è in attacco e nella difesa del campo esterno, i due interpreti principali di questo spettacolo si chiamano Crawford ed Ellsbury : lo show messo in piedi ieri sera al Comerica Park vale di più di uno smash-hit a Broadway, in attacco un martellamento continuo, in difesa ad un certo punto ho temuto che si buttassero a raccogliere al volo anche gli insetti che volavano sul terreno di gioco, quasi da rimpiangere le dimensioni anguste del Fenway che impediscono numeri del genere. Si è aggiunto come “supporting cast” Josh Reddick, che con 4 valide in due partite vuole provare di rimanere in prima squadra il più a lungo possibile. Reddick era stato sorpassato da Kalish come “top prospect” tra gli esterni. Dopo un eccellente inizio di stagione a Pawtucket Reddick s’è guadagnato il grande ballo, battitore molto più di potenza che di media, almeno teoricamente, può comunque avanzare la sua candidatura per lo spot che a fine stagione verrà lasciato libero al 99% da JD Drew.

Ora non c’è che da proseguire così, non c’era da stracciarsi le vesti ad inizio stagione, non c’è da stappare champagne adesso; speriamo solo di evitare che un nostro tifoso eviti di prendere una pallina in foul che doveva essere presa da A-Gon per poi beccare un HR, come visto ieri sera a Detroit, di Steve Bartman ne è già esistito uno a Chicago … comunque se pensiamo che quello è stato il momento più difficile della partita vuol proprio dire che il momento è veramente fausto.

C’MON RED SOX !!!

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Patriots ??? Nooo … Red Sox !!!

Quando in un sito sportivo americano si legge 14 si pensa automaticamente ad un paio di touchdown, diciamo Tom Brady per Wes Welker o Deion Branch, non volendo io assolutamente rubare il mestiere agli NFL-maniacs che fanno un grandissimo lavoro per playitusa.com vado come di consueto a parlare dei nostri amati Red Sox e quando si vince in comodità come stasera le dita sulla tastiera vanno via così facilmente che non ti sembra vero.

Bella serie questa al Jacobs, contro la squadra più in forma dell’American League sono arrivate due vittorie che potevano anche essere una sweep se non ci fosse stato l’ormai classico crollo dell’ottavo inning in gara-1, vittoria che se ottenuta avrebbe visto i nostri raggiungere il primo posto della division e visto dove eravamo due settimane fa tutto questo ci sembra il paradiso, diciamo che pochi giorni fa vedevamo la media .500 come bersaglio sfuggente che si negava sempre ora lo stesso bersaglio è il primo posto e poco importa se una blown save di Bard … o un walk-off hit di Teixeira la sera dopo ci mantengono in seconda posizione.

Le tre partite hanno confermato l’eccellente momento di forma dei Big Three III° (dopo gli originali Bird-McHale-Parish e Allen-Pierce-Garnett), se i tuoi partenti subiscono 1 o 2 punti nei classici 7 inning fai fatica a perdere le partite, basterebbe un bullpen che regga un po’ la pressione … ma questo comincia ad essere un discorso trito e ritrito, comunque se Lester e Buchholz vanno alla grande, Josh Beckett si sta attrezzando per una stagione da Cy Young Award (prego tutti di toccarsi nelle parti intime), al momento le cifre dicono 1,69 di ERA (migliore tra i partenti dell’AL), 0,95 WHIP ed altri numeri simili, salvo crolli prossimi almeno il posto all’All Star Game di Phoenix dovrebbe essere sicuro.

Beckett continua a richiedere Captain Tek come catcher e la fiducia sembra ben ripagata, è stato bello vedere Varitek sbattere fuori la pallina che ha deciso gara-2 ed ancora più belli sono stati i due colti rubando, sembrava che fossimo tornati più giovani, quando non c’era il semaforo verde continuo per ogni runner avversario, Varitek comandava la difesa come Patton comandava i suoi tanks e Pedro piuttosto che Lowe dominavano dal mound.

Parrà strano ma gara-3 c’ha dato un risultato davvero comodo, ma a mio parere vale meno come peso specifico della vittoria della sera prima. A volte il baseball è uno sport crudele … e molto, Mitch Talbot torna dopo il passaggio in injured list e prima di fare un out si trova già due punti sul groppone e quando finalmente riesce a chiudere l’inning il tabellone segna un bel 7 punti e 9 valide. Alla fine Lester diventa il primo vincitore di 7 partite (certo una delle più facili della sua carriera) e le valide arrivano a quota 20 con Crawford a 4/4 con HR e 2 2B.

Un po’ di notizie spicciole, la lista infortunati comincia ad accorciarsi : Wheeler è tornato in squadra e speriamo che la versione 2.0 sia migliore della precedente … anche perchè fare peggio è impossibile; Jenks comincia adesso a tirare delle bullpen-sessions e per la prossima settimana dovrebbe essere pronto ed anche Lackey vede vicino il momento nel quale tornare a lanciare, semmai un paio di partite nelle minors per rimettersi in sesto, prima di tornare in prima squadra.

Se la situazione di questi infortuni rientra nella logica di una normale stagione MLB non altrettanto si può dire dell’ennesima querelle riguardante Matsuzaka (arridaje …); report giornalistici danno come possibile un Tommy John Surgery per il problema al legamento collaterale dell’ulna e tanto per cambiare raccontano di rapporti ormai azzerati tra il pitcher ed il front office, come tema del contendere ci sarebbe l’allenamento invernale del pitcher che non sarebbe andato secondo i dettami di Francona & Co. Vengono citate “fonti interne ed esterne alla squadra” dove viene candidamente detto che il modus operandi di Dice-K sarebbe : “Ignore what they want and do what I want.” La traduzione non credo che serva. Alla fine diciamocelo : l’arrivo dei pitcher giapponesi nelle Majors non ha portato a risultati eclatanti : Nomo eccellente nelle prime due stagioni, mediocre in tutte le altre, su Igawa, Irabu etc. etc. meglio stendere un velo. Nel caso di Dice-K possiamo dire che è stato un flop, nonostante 36 vittorie nei primi due anni e se sarà Tommy John surgery probabilmente non lo vedremo più in maglia Sox, occorre anche più di un anno e non credo che nel 2012 (ultimo anno del suo contratto) potrà dare un contributo. Un flop da 103 milioni di $ … e tutto per fare più audience in Giappone, in parecchi si chiedono quanti di questi soldi siano tornati indietro … pochi … molto pochi.

Torniamo a noi, mentre io sto scrivendo i ragazzi si stanno portando verso Detroit per una serie da 4 : durissima la sfida di domani per Aceves contro Scherzer, Wakefield sfiderà Porcello venerdì (occhio a Rick Porcello che ha una tradizione un po’ burrascosa nelle sfide contro i Sox), ma soprattutto state pronti per domenica : duello n.2 nell’Ok Corral tra Beckett e Verlander. Preparate le colt pistoleri !!!!

PS – La sfida di domani non andrà in onda su ESPN America perchè ha perso il duello di voti che ogni tanto l’emittente fa. C’era da votare tra Detroit vs Boston e Phila vs Cincy. Hanno vinto i secondi : dov’era la Nation ??? Piccola tirata d’orecchi !!!!

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Cleveland all’orizzonte …

44 anni e 288 giorni è un’età che per le persone normali comporta sforzi fisici votati unicamente a sconfiggere la pancetta : bici, un po’ di palestra ed il classico calcetto con movimento simile ad un arbitro del tennis; per Mr. Tim Wakefield da Melbourne, in Florida non Australia, è un’età splendida per lanciare una partita da far girare la testa ai tifosi in tribuna e da far girare la mazze a vuoto ai Cubs, qualche validina sparsa, il minimo sindacale di problemi per il catcher nel ricevere la biglia ed una standing ovation oceanica al momento della sostituzione.

Offensivamente la squadra gira abbastanza, c’è qualche uomo un po’ in down (es.Pedroia), ma c’è anche chi è in una fase addirittura irreale, A-Gon ad esempio, autore di 10 (!!!) valide nella serie contro i Cubbies, oppure Youk in grossa crescita, ma soprattutto mi piace spendere alcune parole per Jarrod Saltalamacchia, che non si sarà trasformato da Paperino in Gastone ma che comunque, ridendo e scherzando, ha sparato tre palle oltre il recinto nelle ultime 4 partite disputate, la media è arrivata ad un rispettabile .237 e se anche il trend difensivo si dimostrasse in crescita (ed il test Wakefield è stato importante in tal senso) c’è da aspettarsi che il ragazzo veda aumentare lo spazio in campo rispetto al 50% di utilizzo attuale.

Archiviata la visita dei Cubbies al Fenway e senza ovviamente un attimo di pausa c’è da prepararsi ad una settimana davvero bella … e davvero potenzialmente complicata, un roadtrip che vedrà i Sox impegnati nella seconda trasferta stagionale al Jacobs Field di Cleveland per poi proseguire il suo tour nell’America dei “blue collar” col la visita a Detroit.

Gli Indians sono assolutamente la miglior squadra in questo primo quarto di stagione dell’American League. Gli uomini di Manny Acta, candidato naturale al titolo di Manager of the Year, si presentano con 4 partite e mezzo di vantaggio rispetto a qualsiasi altra squadra della Lega, inoltre gli Indians sono certamente carichi a molla dopo aver rifilato la sweep ai Cincinnati Reds nella ormai classica battaglia dell’Ohio.

Sul monte di lancio i cardini della squadra sono, sorprendentemente, Josh Tomlin e Justin Masterson col secondo che sfiderà Clay Buchholz nell’opener di stanotte. Tomlin, arrivato abbastanza tardi agli onori dei palcoscenici, è certamente la sorpresa dell’anno tra i pitcher dell’American League; in possesso d’un contratto che parametrato ai suoi colleghi fa abbastanza ridere (400k di $) Tomlin è un lanciatore destro che già c’ha messo in difficoltà nell’inizio di stagione quando vinse, anzi comandò, la partita del 5 aprile concendendo 3 misere valide in 7 inning, se non ci saranno sorprese non andremo ad affrontare Tomlin, ma sai mai che Acta non intenda muovere la rotation per mettere i suoi assi contro i Sox.

Justin Masterson invece lo conosciamo molto bene essendo un prodotto uscito dal nostro farm system ed avendo debuttato nelle Grandi Leghe proprio con la maglia dei Red Sox. Arrivato a Cleveland durante la stagione del 2009 come pedina di scambio della trade che portò Victor Martinez in Massachussetts, Masterson non aveva certamente impressionato più di tanto nel primo anno e mezzo in Ohio (7W – 20 L) con un PGL sopra il 4,50, sembrava un buon pitcher al quale però mancava qualcosa per diventare un fattore, quel qualcosa pare averlo trovato in questa stagione, il ragazzo era apparso stellare nelle prime uscite, 5 vittorie nelle prime 5 partenze, poi qualche problemino in più, ma comunque un rendimento sempre eccellente, l’ultima prova una sconfitta coi White Sox nonostante abbia concesso solo un punto in otto inning.

Beckett vs Carmona martedì e Lester mercoledì continueranno la serie, non sappiamo ancora che verrà schierato contro John nella partita di chiusura e questo può essere un ulteriore indizio di come Acta intendo forse mischiare le carte, all’inizio di aprile i Red Sox presero cappotto sulle rive del Lago Erie; erano altri Red Sox, nel pieno di quella bufera di inizio d’anno dalla quale sembriamo usciti, questi sono una cosa diversa e credo che anche dalle parti della Rock’n Roll Hall of Fame ne siano pienamente consapevoli

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Prove di lotta al vertice per i Sox

Dopo le prime due partite coi Cubs, chiuse con un 1-1 che lascia un po’ l’amaro in bocca, diamo un’occhiata subito all’inizio alla situazione di classifica perchè è veramente interessante. In pratica queste prime 45 partite sono state giocate per nulla o quasi in quanto le prime 4 squadre in classifica sono racchiuse in sole una partita e mezzo; ed anzi chi nelle ultime sta rimontando (Red Sox e Blue Jays) sembrano più in palla al momento di chi stava tirando il gruppo (Rays e Yankees), comunque è l’intera American League che fa fatica a trovare delle gerarchie precise tranne Cleveland che guida il gruppo in maniera sicura dall’inizio, contrariamente al solito anche l’Interlega sta mostrando un po’ di difficoltà da parte delle squadre dello “junior circuit” che dopo le prime due giornate contro le squadre della National sono 11-17.

Torniamo ai nostri amati Red Sox, siamo a sola mezza partita dai Rays e dagli Yankees e se solo lo avessi detto un paio di settimane fa sarei stato portato presso il più vicino presidio psichiatrico per un Trattamento Sanitario Obbligatorio. E se si fossero state fatte meno castronerie nell’ottavo inning di gara-2 ora sarebbero i nostri in testa alla classifica, chiaro che la cosa non è decisiva, a questo punto della stagione essere mezza partita avanti o indietro è praticamente la stessa cosa, però sarebbe stata una bella spinta al morale considerando sempre la partenza 2-10.

Due parole circa gara-1 : una grande performance offensiva ha supportato un Lester abbastanza fuori fase, John è arrivato alla terza partenza consecutiva con dei problemi, soprattutto con la fastball che restava in zona pericolosa, buon per noi che ci sia stato un bombardamento collettivo da parte del ns. attacco, 19 valide, 7 giocatori che hanno messo a segno almeno 2 valide e seri rischi per la stabilità del Green Monster colpito ripetutamente dall’artiglieria bostoniana.

Su gara-2 invece c’è da dire prima di tutto che è stata l’ennesima dimostrazione di come siano bravi gli americani a creare degli eventi : le maglie del 1918 (davvero un figurino Big Papi con una tenuta completamente bianca), la figlia di Babe Ruth a lanciare la prima pallina ed il tentativo di ricreare un’esperienza visiva e sonora come vivevano in quegli anni, con annunci fatti al megafono, niente musica allo stadio, etc. etc. Come tornare indietro nel tempo, al 1918, quando il presidente era Woodrow Wilson e Teddy Williams era appena nato. Purtroppo è mancata la ciliegina sulla torta, ovvero la vittoria, nonostante un vantaggio per 3-1 dopo 7 inning. Stavolta il numero negativo nel bullpen è toccato ad Albers che supportato davvero poco da una difesa fallosa, frittatona gigante di Lowrie e poi di Youkilis, è crollato in un ottavo inning da 8 punti subiti.

Ora il rubber game, una sfida abbastanza inattesa da Wakefield e James Russell che lancerà al posto di Garza fermo per un malanno fisico. Russell fino ad ora ha perso tutte le 4 partite che ha lanciato come partente, Wakefield in più di una occasione è sembrato essere davvero in difficoltà : tutto lascia pensare ad una sfida da vincersi a mazzate. Speriamo quindi nei nostri bomber, Gonzalez, un Youkilis molto hot e David Ortiz arrivato a 300 HR in maglia Red Sox, quinto giocatore nella nostra storia a raggiungere questo traguardo. Per dire cosa rappresenta David Ortiz nella nostra storia basta dire chi sono gli altri quattro : Ted Williams, Carl Yastrzemski, Jim Rice e Dwight Evans, davvero un club molto esclusivo nel quale entrare.

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Tra Detroit e Chicago

Siamo ad uno dei momenti più belli (a mio parere) della stagione. Le squadre cominciano ad essere assestate dopo il primo quarto di stagione e quindi le analisi cominciano ad essere più precise e con particolari più definiti e per di più sta per cominciare l’Interlega che ai puristi del vecchio gioco fa un po’ storcere il naso, ma invece al sottoscritto è sempre piaciuta, strano perchè di solito sono un tradizionalista assoluto.

Il paio di partite al Fenway contro la truppa del grande Jim Leyland, un altro manager “old style” che m’è sempre piaciuto, ha visto i nostri portare a casa la W in entrambe le occasioni e tutte e due col minimo scarto, che come scrivono parecchi di voi, è ciò che fa la differenza tra una stagione perdente ed una no. La nota comune è che i “big three” funzionano, sia Buchholz che Beckett hanno fatto vedere poco la pallina all’attacco dei Tigers e se i “reprobi” o ex-tali Salty e Crawford si mettono a produrre valide nel momento topico della partita allora comincia ad essere buio per parecchie squadre in giro per gli States.

La penuria di rilievi validi però comporta dei rischi, non credo proprio che sia un caso che la coppia Bard / Papelbon sia stata perfetta in gara-1 e invece abbia fatto stare tutti sui carboni ardenti in gara-2, evidentemente Francona non si fida degli altri, anche considerando che Aceves e Wake serviranno questo weekend come partenti, e quindi è costretto a chiedere gli straordinari ai suoi pretoriani, oltretutto chiamati sul monte con un meteo da fine novembre, molto più adatto per un partita dei Patriots a Foxboro che per un lanciatore che deve essere caldo, infatti in tribuna si vedevano spettatori che sembravano pronti per la settimana bianca oltre ad una umidità fuori scala che ha comportato anche la presenza della nebbia, manco fossimo in Val Padana.

Per cercare una soluzione al rebus dei rilievi mancini è partita la prima trade dell’anno : è stato acquisito dai Colorado Rockies Franklin Morales in cambio di cash o d’un giocatore che verrà selezionato più avanti. Morales è un rilievo di 25 anni che con la squadra di Denver giostra dal 2007, occasionalmente ha fatto anche il partente, va anche detto che i Rockies se ne liberano perchè stanchi dei suoi problemi di controllo. Speriamo bene … Per fargli posto nel roster è stato tagliato Okajima, dispiace tanto per quello fatto da Oki in questi anni, ma purtroppo era chiaro che ormai non era più da corsa.

Un’occhiata al weekend quando al Fenway scenderanno per una succosissima serie i Chicago Cubs, questa serie manca al Fenway dalle World Series del 1918, serie finale che è riemersa in recenti analisi come possibile “serie venduta” dai Cubs esattamente come fecero i White Sox l’anno dopo. L’attesa è talmente alta che i biglietti non sono stati nemmeno messi alla vendita “pubblica” un po’ come capita quando arrivano gli Yankees, se volevi sperare di vedere queste partite dovevi partecipare ad una specie di lotteria. C’è un “fil rouge” che lega Cubs e Red Sox e non è raro trovare tifosi dell’una che come “seconda squadra” parteggiano per l’altra (anche chi vi scrive), due città innamorate dello sport e delle proprie squadre, due tifoserie che hanno mandato giù rospi in quantità industriale e che come stella polare hanno “KEEP THE FAITH” (le maiuscole meritano), basta vedere quanti della Nation sono in trasferta a Seattle (putacaso) o quanti Cubbies a San Francisco (visto coi miei occhi … impressionante).

Pensate cosa sarebbero state le World Series del 2003 tra i nostri e i Cubbies se in quelle finali di Lega le cose fossero andate nella maniera giusta, se Grady Little avesse tolto Martinez al momento giusto e se Steve Bartman non avesse provato di prendere quella pallina dal suo seggiolino, sarebbe stato il trionfo assoluto del cuore contro la ragione, la vittoria di Robin Hood contro lo sceriffo di Nottingham, sarebbe stato bellissimo … purtroppo non andò così, noi ci prendemmo la rivincita con gli interessi l’anno dopo, i Cubbies aspettano ancora il loro momento, ma mantengono intatta la loro grande fede. Sarebbe bellissimo essere al Fenway, sarà comunque bello anche vedere le partite da casa nostra e sempre W IL BASEBALL che ci fa vivere storie come quelle che da più di un secolo Red Sox e Cubs ci raccontano.

 

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Chiacchere sotto la pioggia

Giove Pluvio ha deciso in questo 2011 di voler male al baseball. Con le 4 partite rinviate ieri siamo giù a quota 30 in totale, in tutta la stagione scorsa le partite rinviate furono 21; di queste partite un paio riguardano i nostri Red Sox che hanno dovuto saltare il match con gli Orioles di martedì, rinvio avvenuto in un momento abbastanza propizio visto la penuria di lanciatori partenti, infatti dopo il passaggio in injured list di Lackey (passaggio più psicologico che altro) anche Matsuzaka s’è iscritto alla lista infortunati per il tempo usuale di 15 giorni causa un problema al gomito destro, sembra proprio che la breve stagione del Matsuzaka imbattibile ed intoccabile sia durata solo per un paio di partite e che si sia tornati al solito tran-tran del pitcher giapponese : partite veramente scarse seguite da infortuni che, secondo il parere di molti, sono infortuni “molto diplomatici” .

Chiaro che nel breve periodo la situazione non è grave, rimangono tre pitcher partenti … e che partenti !!! Ma è altrettanto chiaro che nel medio periodo potrebbero sorgere problemi nella gestione del monte … a meno che ogni tre giorni non venga giù un bel nubifragio che permetta di far tornare la rotation a Lester / Buchholz /Beckett. I Boston Braves , anni ’40 … quando la NL aveva una squadra anche nel Massachussetts, avevano solo due pitcher di gran pregio : Warren Spahn e Johnny Sain. Si inventarono questa canzoncina : ” First we’ll use Spahn, then we’ll use Sain. Then an off day followed by rain, back will come Spahn followed by Sain and followed we hope by two days of rain.”

Quello era il baseball anni ’40, nel baseball del secondo decennio del XXI° secolo giocare con solo tre pitcher affidabili può essere maledettamente difficile. Lackey è sotto pressione per una situazione familiare molto complicata ed è poco chiaro quanto sia focalizzato ora sul baseball, Matsuzaka … è Matsuzaka, non ci sono parole per definirlo. Quali alternative ci sono in giro ? Di sicuro per almeno un po’ si andrà avanti con Wakefield ed Aceves. Le possibilità d’una trade a metà maggio sono come le fragole a marzo, molto premature, il mercato dei free-agent cosa ci può proporre ? Secondo Peter Gammons ci potrebbe essere la voglia di dare un’ occhiata a qualche veterano ancora senza squadra (es. Kevin Millwood), mentre la voce che è girata d’un ritorno di Pedro Martinez viene ritenuta una boutade, altri giocatori come Washburn e Bonderman vengono dati come ormai in disarmo.

Altre notiziole sul monte di lancio bostoniano ci dicono che Wheeler tornerà a breve in formazione, il primo giorno in cui sarà eleggibile è venerdì ed è probabile che venga attivato subito, mentre per Jenks i tempi si sono abbastanza allungati, si parla dell’inizio di giugno. Micheal Bowden, davvero molto positivo in questo inizio di stagione a Pawtucket, tornerà in prima squadra per dare una mano al bullpen.

Intanto congedati i Baltimore Orioles venuti a Boston per una serie di 1 partita (la serie più corta che ci sia … eh eh eh !!!), arrivano al Fenway i Detroit Tigers per un’altra serie da due partite, in gara-1 (tempo permettendo) Buchholz se la vedrà con Phil Coke, ma sarà soprattutto la sfida di giovedì a catalizzare l’attenzione essendo previsto un duello tra Josh Beckett e Justin Verlander, in pratica un duello di pistoleri un po’ come nei film quando Clint Eastwood sfidava Lee Van Cleef. Un paio d’anni fa vidi personalmente al Fenway lanciare Verlander, tirò 8 inning eccezionali non facendo vedere la pallina ai nostri, ricordo inoltre nitidamente una cosa : degli ultimi 15 lanci quello che viaggiò più piano segnava 97 miglia orarie. Dico la verità : se arrivasse la fata dai capelli turchini e mi chiedesse : ” Paolo che pitcher vuoi regalare ai Red Sox ?” Io senza esitazioni direi proprio Verlander, non ci posso fare nulla, ma a me i lanciafiamme sono sempre andati a genio

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Il sacco del Bronx

Beh … continuo a non capirci nulla ma non fa niente, finalmente arriviamo a questa benedetta quota .500 e arrivarci dopo una sweep nel Bronx che mancava dal fausto 2004 è come un ventata di aria fresca in una stanza chiusa da anni. Poi chiaro che quando va bene, tutto funziona … e se perfino un catcher dei Red Sox spara la pallina dai milordini portoricani nei bleachers dello Yankee Stadium, allora vuol dire che sei in una di quelle serate nelle quali potresti giocare al superenalotto oppure potresti azzardare qualcosa in Borsa.

Due vittorie davvero belle, dallo svolgimento diversissimo ma dalla soddisfazione uguale : gara-2 è stata l’ennesima perla stagionale d’un Beckett arrivato a 1.75 di ERA, che Josh sia tornato ad un alto livello di confidenza in se stesso è dimostrato dal fatto che torna a farsi valere soprattutto con la sua tipica fastball che riesce molto bene a far passare proprio a filo ginocchia come i 9k in 6 riprese stanno lì a mostrare.

Se Beckett è stata la forza in difesa (seconda vittoria stagione contro Sabathia), A-Gon sta diventando ogni giorno di più il bombardiere della squadra e sta cominciando anche a “godere” di svariate basi intenzionali, cosa che però non potrà durare più di tanto se Youkilis, che normalmente batte dietro di lui, continuerà a picchiare bene la pallina come capitato anche a New York; come spesso accade ai grandi bombardieri occorre che Gonzalez sia seguito da uomini che possano castigare, onestamente contro i pitcher destri si può anche considerare un Big Papi nello spot del clean-up visto lo stato di forma del dominicano.

Sotto certi aspetti la vittoria di gara-3 è stata ancora più rimarchevole di quella di sabato, anzitutto perchè la squadra è sopravvissuta ad una partenza non positiva di Lester e ciò normalmente equivaleva ad una sconfitta e poi perchè una vittoria in rimonta non è esattamente usuale in questa stagione, altro aspetto positivo è l’essere riusciti a colpire un pitcher con Freddy Garcia con le sue pallette slow-speed, un vero cambio di scenario rispetto al fireballer Sabathia.

Però bisogna essere onesti ad ammettere una cosa : quale è stato il momento più divertente della partita, tra parentesi in un frangente molto importante : ovviamente il tunnel in mezzo alle gambe ad Alex Rodriguez. Nell’aria aleggiava lo spirito di Bill Buckner e che la nuvoletta fantozziana abbia colpito, una volta tanto, il giocatore più antipatico dell’orbe terracqueo è una cosa buona e giusta. Purtroppo ho cercato una foto in rete trovando poca roba, non vogliatemi male.

Un momento di grande baseball

L’ultima cosa da segnalare nelle partite a New York è che finalmente il bullpen ha fatto un lavoro eccellente – 6 inning – 1 punto subito e una prestazione generalmente tranquilla, va sempre bene quando il problema peggiore sono le stringhe delle scarpe di Papelbon (3 volte in un inning, nuovo record mondiale).

Però non ci sono solo gli Yankees, mai mi sarei aspettato di dire una cosa simile; i Red Sox devono produrre anche con le altre squadre in una division che vede tutti i team compresi in 3½ partite. Il primo impegno sarà una serie corta da due partite in casa contro Baltimore, a lanciare saranno Matsuzaka e Lackey e credo nessuno sappia cosa aspettarsi da questi giocatori, purtroppo per Lackey c’è anche da segnalare che i problemi personali, sotto forma di una grave malattia alla sua splendida consorte, lo stanno certamente distraendo dal gioco … e ci mancherebbe altro.

Vedremo il futuro prossimo cosa ci riserverà, certamente dopo l’immane fatica per essere arrivati a .500 sarebbe deleterio ripiombare sotto il par, bisogna essere carichi e se non lo si è dopo 3 vittorie nell’Impero del Male …

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L’importanza di chiamarsi rilievo

Mi perdonerà Oscar Wilde per il giochino di parole che c’è nel titolo ma Boston è o non è la città culturalmente più elevata degli States ? A parte gli scherzi questa vittoria in gara-1 è la “prova provata” dell’importanza dei rilievi nel baseball contemporaneo, volendo 3 ore e mezza di partita sono state decise perchè un rilievo inguardabile di Joba Chamberlain è risultato peggiore di uno tremebondo della coppia Bard / Papelbon. Verrebbe quasi da chiedersi perchè vengono giocati i primi sei inning, partiamo direttamente dal settimo e non ci pensiamo più.

Certo che questo diventa un bel quiz da risolvere a casa Henry/Epstein/Francona, chiaro che fino a luglio non c’è molto da fare, poi vedremo, piuttosto i rumors cominciano a girare sull’altro fronte aperto : ovvero quello del catcher. La voce che gira riguarda Bengie Molina che è attualmente ancora a spasso, chiaro che non c’è da fare caroselli coi clacson, e comunque Epstein dice che la squadra non verrà toccata fino a giugno, però almeno se maturasse l’intenzione di fare qualcosa sarebbe un segnale, per quanto piccolo, di speranza; Molina non credo sarà un grande upgrade offensivo rispetto alla coppia Salty/Tek (un .184 combinato), ma comunque potrebbe essere un casello autostradale più duro da passare per i runners avversari che ora vanno diritti manco avessero un Telepass, vedasi l’ottavo inning allo Yankee Stadium.

L’ultima nota non può non riguardare l’uomo che sta prendendo in mano il ns.attacco proprio come ci attendevamo durante i mesi della Hot Stove League. Ovviamente si parla di Adrian Gonzalez ; cifre delle ultime 10 partite :  avg. 381 – 7 HR (!!!) – 13 RBI. La sua posizione nelle classifiche dell’American League dice – 6. come avg – 7. come HR – 1. come RBI – 4. nei doppi – 2. nelle valide – 4. come slugging. Per farla breve mi sa che la ns. flotta ha trovata la sua portaerei, speriamo che le cacciatorpediniere Bard – Jenks & Co. vengano prima o poi sulla linea del fuoco.

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Profondo rosso

Non so se si sia toccato il fondo, mi viene difficile pensare si possa fare peggio di così, non so cosa pensino i pochi che leggeranno queste note ma credere nei Red Sox come squadra di vertice dopo aver visto le due partite allo Skydome (per me gli stadi sponsorizzati non esistono) diventa un vero esercizio di fede. Si è visto tutto il brutto che una squadra di baseball possa mettere in campo : attacco che spreca, difesa disattenta, decisioni manageriali sconfortanti e giocatori che si mandano a quel paese.

Sembrano gli ingredienti d’un disastro, noi possiamo continuare a dirci che c’è tempo per svoltare la stagione e questo è assolutamente una cosa vera, ma non si può nascondere che non si vede un progresso che fosse uno, potrei prendere le cose che scrivevo dopo lo 0-6 in partenza di stagione, fare un bel copia / incolla e poi salvare il pezzo.

Vediamo un po’ in dettaglio le partite nell’Ontario : gara 1 ha girato di padrone almeno tre o quattro volte, purtroppo ogni tanto anche Lester toppa una partita, anche lui è umano; in un caso del genere ci si potrebbe anche aspettare che se il tuo partente becca subito e l’attacco (leggasi Gonzalez – Ortiz) riesce a rimettere la squadra davanti, ci possa poi pensare il bullpen a salvaguardare la partita. Col cavolo !!! Un Bard che non da troppa sicurezza concede un HR a David Cooper (Carneade … chi era costui ?) e poi Albers subisce la sconfitta al decimo per colpa sua (poco) , ma soprattutto perchè Rajai Davis batte un singolo da tre basi. Qualcuno piovuto qui da Marte si chiederà : “che diavolo è un singolo da tre basi ? ” Per gli astanti, un singolo da tre basi è quella cosa che capita ad un corridore anche solo discretamente veloce quando dietro il piatto c’è uno a caso tra Varitek e Salty, ovvero si batte un singolo e ci si teletrasporta in terza, con una velocità che nemmeno il capitano Kirk e Mr.Spock si sognavano. Rajai Davis se non altro è stato democratico : dopo averlo fatto in gara-1 a V-Tek, l’ha ripetuto in gara-2 a Salty.

Se gara-1 era stata un rospo difficile da mandare giù, gara-2 è stata molto, molto, molto peggio. Un Lackey nel momento peggiore della carriera e forse della vita vista la dichiarazione nel post-partita : “Ogni cosa nella mia vita fa schifo” (a cosa si riferiva ? Boh), veniva condotto in maniera sconcertante da un Francona non molto ispirato ad una sconfitta rovinosa, quando invece la partita al settimo era ancora un one-run game. Certamente Lackey, molto nervoso anche coi suoi compagni come la foto testimonia, non aveva bisogno, anche psicologicamente, di essere lasciato a cuocersi sul monte, andava cambiato nel momento della difficoltà visto che comunque i rilievi avevano il day-off di oggi per rigenerare le forze.

Proviamo di guardare oltre : all’orizzonte ci sono gli Yankees per una serie che sposterà parecchio nella stagione, un tracollo nel Bronx sarebbe non dico la pietra tombale nella stagione, ma comunque vedrebbe i nostri finire in classifica ad una distanza che comincerebbe ad essere grande, visto che anche i Rays stanno andando alla grande. Colon vs Buchholz, Sabathia vs Beckett e Garcia vs Lester sono il menù del weekend. Serve come il pane che si torni a giocare a baseball, a fare del bel baseball, non quella roba che s’è vista nell’Ontario. Non so più cosa dire, non riesco a capire se il problema sia principalmente psicologico o tecnico, io mi dichiaro battuto : non ci capisco più nulla. Un team del genere che gioca come un gruppo di suore in vacanza, una squadra costata un quinto come i Rays che gioca come fossero tutti veterani (e non lo sono). Mi sbaglierò ma la decisione migliore di Mr.Henry degli ultimi mesi è quella presa oggi : far firmare un bel triennale a Kenny Dalglish come boss del Liverpool. Purtroppo per la Nation però non si parla di baseball.

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