Il Dio del baseball c’è

Dopo una lunga e tempestosa notte, notte quasi eterna dove più che giocare a baseball si è combattuta una guerra, io mi sono reso conto che un Dio nel baseball c’è; questo Dio ieri stanotte ha guardato dalle parti di Yawkey Way ed ha portato giustizia divina dove invece gli uomini avevano portato solo dell’ingiustizia.

Sarò eccessivo ma penso che questa vittoria in gara-1 coi Rays sia quasi più importante della sweep coi Braves ; il mio severissimo mentore mi sgrida sempre perchè dice che io considero troppo poco la National League, un po’ è vero … sarà quel pitcher alla battuta che indebolisce le squadre in attacco e che mi sembra una cosa antidiluviana come potrebbe esserlo oggi una corsa delle bighe, sarà il fatto che storicamente noi nell’Interleague andiamo solitamente molto bene, sarà quel che sarà, ma avevo preso le vittorie con Atlanta con ovvia soddisfazione ma nella mia testa c’era già l’attesa per vedere cosa avremmo combinato ritornati nei più conosciuti territori dell’American League, soprattutto considerando che arrivavano i Raggetti (anzi … raggetti) della Florida dopo lo scambio di cortesie che già c’era stato la scorsa settimana.

Avrete capito che non sono incline al trionfalismo ma questa è una bella, bella, bella vittoria; la bellezza è data dalle circostanze nelle quali è maturata, con un pitcher di assoluto valore da sconfiggere, con un giovane virgulto per noi, con una rimonta da mettere in piedi e purtroppo con una crew di assoluti incapaci giovani umpires ad arbitrare … oh quanto ci manchi caro “Cowboy” Joe West. Ovviamente si deve partire da qui : credere alla non intenzionalità dei colpiti di Price fa ridere, che su quattro colpiti in tutta la stagione ne abbia assommati tre contro i nostri dovrebbe far nascere qualche sospetto anche nelle menti più semplici; la gestione poi della giustizia in campo è stata ridicola, la mancata espulsione dopo il secondo colpito e soprattutto dopo il warning è una decisione abbastanza schifosa e molto pilatesca.

Bello che comunque i nostri siano rimasti concentrati, che nonostante la solenne incavolatura Papi abbia battuto a casa il punto che ha iniziato la rimonta, che il bullpen abbia concesso zero ai Maddon Boys e che alla fine nessuno abbia fatto il gesto dell’ombrello rivolto alla “simpatica” squadra della Florida, speriamo solo che l’infortunio di Pedroia sia una cosa leggera (i primi test sono fortunatamente abbastanza rassicuranti) e pronti alla nuova battaglia stasera. Non c’è verso … questi qui li detesto e come il sottoscritto li detestano in tanti, basta leggere le dichiarazioni del Papi nel post partita. Chi e cosa rappresentano i Rays ? Boh … Se la tirano tanto … ma perchè poi ? Sono una squadra finta che gioca in uno stadio finto davanti ad un pubblico finto. Che gli Yankees se la tirino ci sta, hanno scritto un mucchio di pagine della storia di questo gioco, ma invece questi qua ? Cosa sono i Rays ? Una roba che si mangia ?

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26 lettere, non 25

U .. V .. X .. Y .. Z  Mah … direi che ci manca qualcosa … A Boston per poco meno di due settimane s’è deciso di riformare l’alfabeto. Anzichè le tradizionali 26 lettere che c’hanno insegnato a scuola se ne usavano solo 25, vai a sapere perchè ma era stata abolita la W. Ma noi vogliamo la W, è la nostra lettera preferita, l’abbiamo ritrovata in Georgia, ben distante dal Fenway, ora c’è solo da riportare la W a Boston e non sarà facile.

Un paio di vittorie sono un brodino per chi ne ha perse dieci e ha visto allontanarsi gli avversari in classifica e onestamente ho visto una dose inaspettata di trionfalismo nella message board. I Boston Red Sox restano una squadra con delle debolezze intrinseche, che ha avuto un po’ di buona sorte ad Atlanta sotto forma di un paio di bloopers, una squadra che a mio parere resta se non ammalata almeno convalescente con in più la prospettiva di dover sostituire altri di quelli che dovevano essere pezzi pregiati.

In questo strano gioco di sparizioni il prossimo che dovrebbe “togliere il disturbo” è Clay Buchholz, viste le sue contro-prestazioni verrebbe quasi da rallegrarsi; dato che gli infortuni di Buchholz sono come i lavori pubblici in Italia, sai quando cominciano ma è impossibile immaginarsi quando finiranno, ci sarà da capire se quello che andremo a prendere a Pawtucket sarà il rimpiazzo per una serata o due oppure un uomo che dovrà fare il saltino per diventare quasi un titolare aggiunto. I maligni sussurrano che l’infortunio di Buchholz sia molto diplomatico e serva per il tempo che il nostro possa riguadagnare un minimo di consistenza sul monte, certo che il cammino per tornare ad essere un pitcher che almeno possa reggere il monte non è piccolo per Buchholz partendo da quell’assoluto disagio attuale. Per la cronaca Buchholz è il peggior partente a livello statistico dell’intero circuito; come un infortunio l’anno scorso, infortunio oltretutto di modesto impatto, possa averlo trasformato in quella comica controfigura che abbiamo visto nel 2014, resta un grande mistero.

Insomma, altri aggiustamenti in corso d’opera, ma procedura in fondo normale in una stagione lunga eterna. Intanto vedremo se la serie coi Braves che continua al Fenway ci porterà altro fieno per rimpinguare un po’ la nostra asfittica cascina; stasera al Fenway è anche in programma la “reunion” della magica classe del 2004. Gli Idiots in tutta la loro magnificenza, i Sox più amati da tanti, compreso il vostro blogger. Parecchi dei magici Cavalieri che fecero l’Impresa saranno stasera al Fenway, non potranno esserci tutti perchè alcuni sono impegnati, tanto per dirne uno “Arsenio Lupin” Dave Roberts che lavora per i Padres, io sono contento di rivederli, Cabrera e Nixon, Pedro e il Cowboy, Foulke e Damon … anzi forse Damon più di tutti. Il tempo sana le ferite ed anche il passaggio nel Bronx è un ricordo, ricordo molto più sbiadito invece di quello molto più splendente di un grande slam in gara-7 nel tempio del nemico. Rifatevi un po’ gli occhi :

https://www.youtube.com/watch?v=hkblpPxLrcw

Grazie anche a Damon e grazie a tutti gli altri che mi fecero urlare come un pazzo in una sera di ottobre del 2004 … senza di loro saremmo ancora degli  adorable losers, io invece ambirei ad essere detestato per le troppe vittorie.

Chiunque abbia detto: “Non conta vincere o perdere”,  probabilmente ha perso.

Martina Navratilova

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Spero in uno sciopero

Tra le esperienze baseballistiche del sottoscritto c’è anche quella d’aver assistito in loco all’inizio dello sciopero che interruppe bruscamente la stagione ’94, ero oltre oceano per la prima vacanza che conteneva anche il baseball MLB nel suo interno, riuscii a vedere un paio di partite e dovetti fare una fila chilometrica allo Skydome di Toronto per farmi rimborsare quei biglietti di partite mai giocate perchè i giocatori incrociarono le braccia. Per il baseball fu un un momento durissimo, ma non abbastanza duro da farmi preferire questo scempio che sta andando in onda ovunque giochino i Red Sox a quello che capitò venti anni fa. Non ci resta davvero che sperare in una vertenza sindacale che interrompa questa stagione che sta diventando sempre più una debacle ingloriosa e patetica.

Considerando che le possibilità di una interruzione del campionato sono però abbastanza limitate non ci resta che analizzare almeno un po’ quello che sta avvenendo sotto i nostri occhi, occhi che non vogliono credere a quello che stanno vedendo.  Santo cielo … cosa sta capitando ? Perchè riusciamo a trovare modi sempre diversi per perdere ? Una volta crollano i partenti, un’altra i lanciatori vanno alla grande ma si perde 1-0, oggi è deflagrato il bullpen, cosa deve ancora capitare ? Cosa è successo per passare in pochi mesi dal trionfo a questa Caporetto ? L’unica squadra campione a perdere così tante partite furono i Marlins del ’98 che però dopo la vittoria disfarono completamente la squadra. I nostri si son certamente indeboliti ma non hanno distrutto la squadra, siamo pur sempre il quinto / sesto payroll, con queste premesse ci si poteva immaginare un crollo simile ?

Io onestamente non me lo aspettavo, credevo in un passo indietro ma non in questo scempio, ora come maneggiare tutto ciò ? Anzitutto c’è da mantenere la barra dritta nel senso che spero che la squadra resti concentrata sul gioco e che non imploda, non so se vi è sfuggito che sui giornali nei giorni scorsi sono cominciati ad apparire i primi reports che parlavano di tensione in squadra, soprattutto tra Pierzynski e parecchi dello staff dei lanciatori. E’ normale che nelle vittorie il clima sia migliore che nelle sconfitte, quello che nessuno vorrebbe vedere sono le guerre intestine. Detto questo si può fare tecnicamente qualcosa ?

Se la stagione va in pappa io spero che si cominci a buttar giù in fretta un piano-B che dovrebbe contenere molto spazio in più per quei giocatori che possono essere parte del nostro futuro. Faccio un esempio : un giocatore come Peavy sappiamo bene che non sarà parte del nostro avvenire, non sarebbe meglio che cominciasse a vedere il campo in maniera continuativa un Webster o un DeLaRosa ? Se non altro per capire quanto possano valere. Oppure non possiamo far fare un po’ d’esperienza a Brentz (molti dicono che non sarà mai un giocatore da MLB) al posto di un Sizemore francamente imbarazzante ?

Se vi sembra che abbia già messo una croce sulla stagione 2014 credo proprio che abbiate tratto la conclusione giusta. Siamo seri. Per credere di rimettere in piedi questa stagione occorre anche credere a Babbo Natale ed al Grande Cocomero; occorre cominciare a fare la cernita per separare il grano buono dalla crusca, dalla tanta crusca che c’hanno propinato in questa stagione, occorre capire chi dei nostri giovani può darci un futuro (e fin qui ci siamo) e bisognerebbe poi munirsi di giocatori veri per quei ruoli dove non riusciamo a produrre nelle nostre farm, soprattutto per ciò che concerne il campo esterno.

In questo giorno dove abbondano notizie sui nostri ex, la no-hit di Beckett e l’ingaggio di Ramirez come player/coach per gli Iowa Cubs, bisognerebbe ricordare che le squadre si costruiscono anche con le star, non solo coi gregari. Beckett e Ramirez non erano certo dei personaggi facili da maneggiare ma non possiamo scordare che lo squadrone del 2007 (forse i Sox più forti di sempre) erano basati su di loro, si andarono a prendere Beckett e Lowell, rischiando perchè costarono molto (Hanley Ramirez ed Anibal Sanchez), il rischio valse la candela. Abbiamo provato quest’anno di accentuare la nostra scelta low-cost, low-cost fino ad un certo punto poi, pensando per esempio al biennale abbastanza ricco per Mujica, pensate solo se si fosse speso qualcosa meno per il rilievo ed invece si fosse preso Nelson Cruz, sarebbe stata una scelta più rischiosa, immaginate quanti avrebbero avuto da ridire circa l’ingaggio di un giocatore così complicato, però cosa c’abbiamo guadagnato coi bravi ragazzi alla Sizemore ?

Pagherei dei soldi fitti per sapere cosa stanno pensando i nostri maggiorenti, il frutto delle politiche imposte sono le sweep consecutive, che il difetto di questa squadra sia una qualità modesta mi pare conclamato e questa qualità non migliorerà certo con annunci sulla bontà del nostro farm system e con ingaggi di giocatori reduci da infortuni o da annate disastrose. I nostri vertici avevano un modus operandi che riusciva a miscelare molto bene le superstar ed i giocatori di medio livello, si andavano a cercare i Beckett, ma erano anche capaci di scovare un Okajima; avevamo una dirigenza che mostrava metodo ma che ci metteva anche “voglia”, ora c’è rimasto solo il metodo, ma quale poi ? Il metodo che c’ha portato Sizemore, quello che ha nascosto la testa sotto la sabbia ed ha fatto finta di non capire che Nava, Carp e soci avevano avuto l’annata del Miracolo ? Cercasi dirigenza con anima … almeno con un minimo, altrimenti le sweep che beccheremo diventeranno una costante.

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Caduta libera

Stiamo precipitando … e ci siamo scordati di mettere il paracadute. C’è qualcuno in grado di prendere la cloche dell’aereo e di salvarci la pellaccia ? E dire che ci stiamo provando di fare qualcosa, per l’ennesima volta il buon John Farrell ha rivoluzionato il lineup provando di ottenere qualcosa, il risultato ottenuto dev’essere però un’ulcera in più e parecchia acidità di stomaco per tutti noi vista l’ennesima prestazione sconfortante. Come si diceva una volta “invertendo l’ordine dei fattori il prodotto non cambia”, dalle mie parti in Romagna si dice anche più prosaicamente che “mescolando cacca si ottiene semplicemente altra cacca.”

La riunione di quelli che hanno giocato leadoff per i Sox 2014

La riunione di quelli che hanno giocato leadoff per i Sox 2014

Il nono inning di stanotte a Tampa credo sia un compendio speciale che spiega meglio di tante cose come sia possibile che la squadra campione MLB stia inesorabilmente andando verso una stagione che ricorda sempre più la crociera inaugurale del Titanic. Allora … Pierzynski batte un singolo da leadoff, ci saremmo aspettati un pinch-runner al posto di un brontosauro, invece no … bah, con un simile soggetto mettiamo un bunt sulla terra ed ovviamente viene giocato il corridore avanzato … così ovvio che se lo erano immaginato già ai tempi dell’Imperatore Augusto; direi che si può anche discutere della flemma mostrata da AJ nella corsa simile a quella che metto io quando sono a passeggio sul lungomare di Cervia, il ragazzo dimostra una calma olimpica che non gli riconoscevo, non so … più che un giocatore professionista mi sembrava veramente un villeggiante in Riviera. Ovviamente non è finita qui, perchè con Victorino in prima i Rays gli tirano subito dei pick-off e su uno dei quali Shane s’è infortunato i suoi muscoli di cristallo. Il resto lo abbiamo visto nel turno difensivo, con Miller che da 4 balls a Jennings, tutto ma non quello … piuttosto una palla in mezzo al piatto e vediamo poi cosa combina; lo stesso Jennings che ruba la seconda infischiandosene del pitch-out chiamato dal nostro potentisssssssssssssimo catcher, per concludere la frittata con un doppio concesso da Badenhop a tale Cole Figueroa che con questa valida ne dista 4254 dal record di Pete Rose.

Bene … ora che su quindici squadre della American League i nostri stazionano sulla quattordicesima posizione cosa faremo ? La risposta è semplice … faremo il nulla cosmico. Che questa squadra necessiti di una spinta extra lo capisce anche mia madre, la spinta può essere esterna, sotto forma di acquisizione al mercato o interna trovando il giocatore che serve nelle proprie Minors. Questa non è certo la stagione per fare trades e con questi chiari di luna al mercato di luglio rischiamo di presentarci come venditori non certo come compratori, le speranze di trovare l’esterno di cui abbiamo un bisogno disperato a Pawtucket e dintorni sono praticamente zero ed al massimo potremo riciclare Daniel Nava, quindi si andrà avanti così, sperando che succeda un qualcosa per scuotere questo ambiente che sembra andare ogni giorno di più verso il disastro. Come diceva Pirandello : “Così è … se vi pare”.

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Vecchi amici & vecchi nemici

Quindi alla fine il nostro vecchio amico Stephen Drew … o per meglio dire il suo simpaticissimo agente, è venuto a più miti consigli e si è deciso a firmare il contratto che lo legherà fine al termine della stagione, fatto salve le consuete visite mediche schedulate per oggi. Questa querelle resta una delle cose più buffe che mi ricordi nel mondo MLB, faccio anche una certa fatica a dire chi è che ha vinto e chi ha perso in tutta questa storiella. Diciamo che i Sox arrivano all’assetto di squadra che avevano pensato nella off-season, anche se ho il dubbio che la qualifying offer fosse stata fatta più per lucrare una scelta nel draft a qualcuno che per una volontà di tenersi il giocatore e diciamo che Drew in questa maniera si svincola da quella gabola della compensazione e chi lo firmerà l’anno prossimo non dovrà cedere nulla ai Sox, anche se per gli shortstop non sarà un mercato facilissimo visto che saranno disponibili personaggi tipo Hanley Ramirez e Asdrubal Cabrera che dovrebbero prendersi la fetta grossa della torta.

Ora la prima cosa sarà sapere in che condizioni di forma si presenterà Drew, tenete conto che non tocca il campo da quel meraviglioso 30 ottobre 2013 scritto a caratteri d’oro nella nostra storia, dall’altro lato vedremo come verrà gestito il trio Middle-Bogaerts-Drew da Farrell, in quanto mi pare ovvio che sarà Herrera a lasciare la prima squadra ponendo così termine alla sua presenza francamente inutile ed impalpabile. Sul discorso se questa sia o meno una sconfessione della politica precedente da parte dei Sox … mah … anche se il mio mentore mi sgriderà io penso che un po’ lo sia, se non altro s’è preso atto che l’impianto di squadra pensato fosse intrinsecamente debole da quel lato dell’infield, c’è poi chi dice che le 40 partite giocate fino ad ora siano un campione statistico troppo piccolo per poter prendere questa decisione e che ci sia lasciati guidare dal panico legato ad una stagione che sta scivolando via inesorabilmente. Giuro … non so bene cosa pensare, chiaro che se Drew andrà in forma tra due mesi il suo acquisto sarà stato abbastanza inutile, diversamente sarà quello che ci voleva.

Dicevo del panico; partite come quelle di stanotte contribuiscono al panico. Doubront preso a pallate dal nostro vecchio “nemico” Encarnación e dai suoi sodali, l’attacco che ha avuto svariate occasioni e che come al solito ha prodotto poco. Parliamoci chiaro, Drew o non Drew se il monte continua ad assommare scricchiolii come nell’ultima settimana andremo a fondo. Doubront ora si farà il viaggetto in lista infortunati, denunciando una spalla affaticata o molto più prosaicamente sperando che il periodo di relax lo faccio tornare a livelli almeno decenti. Ormai è chiaro che un Doubront a pieno regime possa essere al massimo un numero 5 della rotation, se invece i giri del motore calano il ragazzo fa fatica a reggere le Majors, al suo posto salirà uno dei boys di Pawtucket (Webster ?), così vedremo se la famosa profondità paga dividendi o serve solo per riempire delle pagine. Chissà che prima o poi non finisca in lista infortunati anche un Mujica francamente imbarazzante. Davvero strana la sua storia, chiamato all’All Star Game l’anno scorso, non nel Medioevo, e in rottura prolungata da settembre.

Fatto sta che nonostante questi discorsi ne abbiamo persa un’altra e la sensazione peggiore è che ci sembra che sia normale così, nel senso che visto il nostro stato di forma sembra già un risultato salvare il cappotto. Possibile che tutta la magia dell’anno scorso sia sparita come per incanto ? Sperare che Drew, che col suo HR in gara-6 chiuse idealmente il 2013, possa rimetterci in carreggiata è legittimo anche se un po’ speranzoso, ma cos’altro possiamo fare ? Rinunciare al 2014 prima ancora che finisca maggio ?

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Io vorrei …

Vorrei guardare una partita dei Red Sox senza dover fare l’avanzamento veloce negli ultimi quattro inning come è successo in gara-3 contro Detroit, in realtà lo si poteva fare appena entrati i primi tre punti dei Tigers. Forse i Tigers sono troppo forti in questo momento, ma 14 sconfitte al Fenway su 24 partite non le hanno causate solo quelli di Detroit

Vorrei vedere una partita dove Jake Peavy non becca un HR, semmai prima che io vada in pensione. Il buon Jake può stare tranquillo. Grazie ad Elsa Maria Fornero ha parecchio tempo. Facciamo così … Jake … vedi di non beccare il solito stampone prima che io lasci questa valle di lacrime.

Vorrei farmi una risata con questa scena ridicola : ovvero i Sox che firmano Stephen Drew. Sono girate parecchie voci in questi giorni, sarebbe un’ammissione della serie : “Abbiamo pestato una cacca … ma grossa …eh”. Sarei curioso soprattutto delle giustificazioni da parte nostra.

Vorrei evitare che i Sox prima o poi cerchino di ingaggiare uno con dei problemi fisici eccessivi … ad esempio peste bubbonica, tifo petecchiale o virus Ebola. Dopo l’ingaggio di un giocatore fermo da due anni e mezzo, l’ineffabile Grady “Doppio Out” Sizemore, mi posso aspettare qualsiasi cosa. L’altra sera sulla valida decisiva di Hicks di Minnesota ha fatto un rilancio degno di un settantenne.

Vorrei vedere un nostro giovane che arriva dalle Minors senza farci domandare su cosa venga insegnato in quel di Pawtucket e zone limitrofe. Vedendo nel box di battuta Jackie “Faccia da Cocker” Bradley ti chiedi chi sia l’hitting instructor nelle nostre minors. Forse Mister Magoo ? Groucho Marx ?

Vorrei che in Italia tornasse ad esserci un canale che trasmette sport USA e non un canale che in alcuni sabati sera ha trasmesso quattro ore (!!!) …. dicasi quattro ore di freccette. Il passo successivo è trasmettere i campionati mondiali di rubamazzo, il calcetto saponato ed una gara di ciclismo subacqueo.

Vorrei che Ben Cherington non avesse fatto questa dichiarazione ieri sera : We know there are a lot of strengths on the team. We have a lot of depth.” Quali sarebbero i punti di forza ? Ma soprattutto qual’è la profondità ? Forse intendeva dire che c’è un mucchio ancora da scendere per arrivare alla Fossa delle Marianne del baseball ? Are you kiddin’ me ?

Ma soprattutto vorrei che i Red Sox tornassero ad essere una squadra che va avanti facendo scelte senza preconcetti. Siamo passati dal ” prendi Crawford e Gonzalez” al “mai più giocatori con contratti pesanti”, peccato che così si prendano gli scarti degli altri. Il prossimo sabato dovrei essere al mare a farmi una bella mangiata di pesce con gli amici, se vado dal cuoco e gli dico che voglio piatti che costino meno di cinque euro credete che mangerò bene ? I Sox devono tornare a prendere giocatori importanti se servono, assumendosi i rischi che sono insiti. Mi si può dire che ad Oakland riescono a fare grandi squadre con budget bassi. Mi viene il dubbio che ci sia anche un gap di competenza. Ci sono scelte difficili da fare, forse anche a breve. La speranza è che vengano prese le decisioni giuste, il dubbio che l’unica stella polare sia “abbassiamo il payroll” è legittimo, in quel caso evitate di cancellare le registrazioni delle partite dello scorso ottobre, potreste aspettare molto tempo prima di rivivere emozioni simili.

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Un quarto del percorso

Siamo ad un quarto della stagione e ci arriviamo dopo una piccola scoppola in Minnesota, il tempo per emergere ci sarebbe ancora, siamo un po’ come un maratoneta dopo 10 Km o un ciclista che alla Milano-Sanremo sia sulla salita del Turchino … ancora tanta strada da fare. Il fatto che però ci sia ancora molto tempo non deve essere una scusante, continuando a giocare così non è che la strada avanti a noi diventerà più facile.

Ammettiamolo : le nostri considerazioni sarebbero molto differenti se avessimo vinto uno dei due arrivi in volata a Minneapolis, quindi non me la sento di sparare a zero dato che diremmo cose molto diverse se anche solo una battuta fosse stata diversa, spesso il baseball è deciso da pochi centimetri, quello che possiamo dire è che ci sono delle tendenze che continuano a non convincere.

Partiamo da Buchholz che ormai è un piccolo grande caso : anche ieri la prestazione non si deve considerare buona, solo per un miracolo dell’Onnipotente ha imbarcato solo tre punti ma continua a denotare un mancanza di qualità che lascia poco spazio alle speranze, io mi aspetto che tra breve venga denunciato quello che io chiamo “cripto-infortunio” ovvero che si riconosca il suo disagio attuale e che finisca in lista infortunati in attesa di recuperare la forma.

Altro tema caldo è il trio dei giovani finiti un po’ sotto l’occhio del ciclone per le prestazioni abbastanza deficitarie. Secondo me ci sono da fare dei bei distinguo : Bogaerts non mi pare così deludente, fa il suo, forse … ma dico forse fa anche vedere che il ruolo di shortstop è un po’ complicato per lui, almeno a questo livello, ed il futuro potrebbe passarlo nell’angolo caldo. Però dai … non possiamo essere delusi dell’antillano, se qualcuno s’era illuso di avere il nuovo Garciaparra già fatto e finito credo proprio che fosse un po’ troppo sovraeccitato. Su Bradley invece c’è da fare un discorso diverso : non sono deluso di lui perchè mi aspettavo poco, il ragazzo in attacco non sembra proprio potercela fare e tutte le volte che lo vedo nel box mi ricorda un cristiano che arriva al Colosseo per essere mangiato da un leone. Possono i Sox supportare un esterno simile ? La risposta è si e no, sarebbe sì se giocasse in una squadra con un po’ più di pepe in attacco, giocando in un team che gli altri spesso giocano “4 palle in terra ad Ortiz e poi vediamo con gli altri otto”  diventa invece complicato perchè poi diventa dura fare dei punti. Su Middlebrooks invece non so più cosa dire : parlo dopo la partita che l’ha visto autore di una valida d’importanza capitale ma nonostante questo non riesco più a provare la minima speranza per lui. Middlebrooks è arrivato al terzo anno d’impiego e sfido chiunque ad aver visto in lui il minimo progresso, anzi sembra aver messo la marcia indietro. Peccato … perchè è l’unico uomo con le potenzialità per poter arrivare a darci quella potenza nel box in cui siamo carenti e non si vede nelle minors chi potrebbe darcela questa potenza mancante, considerate che il suo possibile rimpiazzo futuro (Cecchini) è un contattista ma che non sa dove stia di casa la castagna lunga.

Con queste premesse arriviamo al rematch con Detroit, sfida durissima perchè ad oggi tra le due squadre c’è una grossa differenza, se si giocasse oggi la finale dell’American League vedremmo un bel Detroit vs Oakland, i Tigers sanno che questo 2014 è forse l’ultima chiamata per questo gruppo talentuoso che svariate volte è arrivato vicino al paradiso senza mai riuscire a raggiungerlo. Dicevo prima di come a volte i destini del baseball siano decisi da pochi centimetri, pensate solo se quella battuta di Big Papi in gara-2 l’anno scorso fosse venuta più corta di mezzo metro, a quest’ora gli anelli sarebbero in mano a Cabrera, V-Mart & Soci. Stasera intanto proviamo di goderci un partitone : Lester vs Scherzer, in palio anche il premio di pitcher più ambito dal prossimo mercato dei free-agent, fortunate la squadre che otterranno due soggetti così, noi tra Lester e Buchholz nel lungo periodo abbiamo puntato su Buchholz, a volte con idee simili mi chiedo come sia stato possibile vincere tre anelli in dieci anni.

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Tra Texas e Minnesota

Se qualche buontempone mi dice che tra il Texas ed il Minnesota ci sono svariate migliaia di chilometri di prateria ci facciamo una bella risata, i nostri esploratori rossi nel loro viaggio nell’America profonda hanno trovato nel weekend un paio di successi che animano il nostro spirito, anche quello della bacheca messaggi e ci fanno fare un buon passo in avanti in una AL East che non sembra così mortifera come doveva essere. Il 2-1 in Texas ci rivede arrivare sopra la mitica quota .500 e continuano a vedersi dei segnali certamente confortanti; dicevo dei nostri esploratori delle praterie : si sono rimessi in sesto dopo qualche acciacco, stanno riprendendo il loro standard (speriamo …) e si sono solo inceppati di fronte ad un mostro sputafuoco nippo-iraniano venuto da Sapporo (in pratica la versione umana di Godzilla), ma d’altra parte contro i mostri servono i supereroi della Marvel e non ce li vedo Napoli e Pedey al posto di Ironman e Spiderman.

Il primo bel segnale è la complessiva solidità del monte di lancio, 5° posto per ERA di tutta l’American League e primo con un certo vantaggio tra le squadre della AL East, stiamo ritrovando anche un bullpen “serio”, abbiamo tre partenti che possono mettere in difficoltà tante squadre e prima o poi spero che le nostre pompatissime minors ci diano finalmente un giocatore per sostituire in qualche modo Doubront e/o Buchholz. Già in passato avevo detto quanto fossi poco convinto delle doti di Clay Buchholz, se devo essere sincero il giorno che dovesse arrivare in squadra Owens o DeLaRosa io Buchholz lo vedrei bene nel famoso pacchetto da mandare a Miami per prendere il Giancarlino che parecchi di noi vedrebbero bene vestito di rosso.

Il secondo segnale molto buono è certamente Shane Victorino, la sua maestria in difesa dona una solidità complessiva al nostro outfield nemmeno paragonabile a quella che c’è con l’hawaiano fermo ai box e oltre tutto con lui in squadra anche la solidità offensiva cresce visibilmente, se non altro con un Pedroia vicino alla sempre fatidica media .300, Shane e Pedey sono quell’1-2 che ci serve per dare un po’ di pepe ad un attacco che sente di non avere tutti i cilindri che ci vorrebbero nel motore per vincere il Gran Premio.

Infatti un tema di cui s’è discusso parecchio, c’era anche tanto di articolo sul sito MLB, è proprio l’estrema difficoltà che accusano i nostri con le basi rubate, insomma … il non avere un leadoff canonico. I nostri amici sabermetrici continuano a dirci che le rubate contano il nulla o poco più, io cerco ancora di prendere questa materia in dosi non eccessive e resto abbastanza legato a questo fondamentale, non mi sembrava male avere un vero leadoff gli anni scorsi, l’unico con le stimmate (leggasi velocità) per poter svolgere questo ruolo è ovviamente Jackie Bradley ma finchè le sue cifre restano quelle che vediamo non se ne potrà fare nulla, ammetto che non mi sarebbe dispiaciuto lo scorso inverno provvedere con un giocatore veloce “vero” ed invece ci siamo presi un velocista del passato (Sizemore) , in pratica volevamo Usain Bolt e ci siamo ritrovati Carl Lewis con qualche decennio di ritardo. Fatto sta che al momento siamo 28°mi come rubate ed anche con un “bel” 50% di colti rubando e non c’è nessuno che s’avvicini a questa cifra.

Quindi … serata di riposo per poi andare verso il Minnesota, col suo freddo, i suoi laghi e le non disprezzabili fanciulle che mi dicono alberghino da quelle parti, non a caso tante oriunde svedesi o scandinave in generale. Come cantava Rod Stewart un bel po’ di anni fa : “Blondes have more fun”. I nostri spero non pensino a queste cose (alle bionde … non ai laghi ed ai boschi) perchè questo giorno di riposo darà poi la stura ad una serie con 22 partite in 23 giorni, dopo aver fatto 3 day rest in 8 giorni capirete anche voi che a volte sembra che il calendario non venga pensato ma fatto completamente a casaccio.

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Finalmente in pari

Non sarà il successo che ti cambia la vita ma l’essere tornati alla fatidica quota .500 è già qualcosa, chi si contenta gode, forse non il massimo per quelli che sono i campioni in carica ma facciamoci piacere l’attuale situazione in una American League che stenta a decollare, Detroit Tigers esclusi.

Per me è sempre stato difficile quantificare il valore delle partite in Interlega, soprattutto per il fatto che si gioca contro avversari non dico sconosciuti ma diversi dai volti usuali. Siamo abituati ormai a riconoscere anche le alzate di sopracciglia di Maddon oppure gli scatti d’ira (abbastanza risibili) di Girardi, i Cincinnati Reds invece sono qualcosa al di fuori delle nostre tradizioni e faccio davvero fatica a pesare il valore di queste due (pur benedette) vittorie.

Benedette perchè hanno mostrato se non altro qualche sprazzo di 2013, qualche sapore del passato : s’è rivista una difesa capace di fare la differenza con un Napoli superlativo, di Pedroia non parlo perchè ormai i suoi numeri sono diventati quasi routine e si sono riviste per due serate consecutive quelle vittorie in volata che erano state una costante nell’esaltante annata passata. Sembra … e sottolineo quasi in silenzio, sembra che qualcosina stia tornando a posto, la trasferta sempre parecchio complicata in Texas sarà una bellissima cartina di tornasole in uno scontro che è sempre stato molto ostico negli ultimi anni.

Tra le cose che invece convincono un po’ meno resta l’uso sempre parecchio intensivo del braccio di Uehara, qualche scricchiolio nelle prestazioni di Koji si può cogliere, ovvio che non fosse immaginabile un replay puro e semplice dell’annata strepitosa appena passata ma comincia a sentirsi qualche brivido, ha già preso un paio di homer e l’altra sera è stato salvato da un discreto numero da circo di Victorino; mi si dirà che con un Mujica traballante non si vede ancora una reale alternativa e se il destino ha deciso che ci siano due partite consecutive dove il closer serve non possiamo farci nulla, dobbiamo combattere la guerra che ci viene proposta, mica possiamo sceglierci le battaglie. Stiamoci però attenti.

Dicevamo della serie in Texas, squadra che sta facendo fatica ad ingranare (anche loro) e che non riesce ad inserire in maniera decente il loro acquisto costosissimo ovvero il “vecchio amico” Prince Fielder che ritroveremo sei mesi dopo averci dato una mano, scusate l’ironia, nelle Championship Series contro Detroit. I Rangers hanno anche una lista infortunati abbastanza corposa, ma non credo che nonostante questa scusante siano contenti di come stanno andando le loro cose considerando il mercato aggressivo portato avanti con spese importanti (vedasi Choo). Insomma arrivano allo scontro due squadre che sono un po’ più in basso di quanto fosse logico attendersi, non sarà una sfida decisiva ma di sicuro sarà un bel punto di svolta per chi dovesse prevalere.

Chiudo con una notiziola : è uscito in America il libro di Mariano Rivera. Chissenefrega direte voi … premesso che proverò comunque di procurarlo perchè me lo immagino molto interessante, c’è un passaggio che merita di essere segnalato : Mariano ammette che il suo seconda base preferito non è il suo ex-compagno Cano per quanto magnifichi le sue doti, il suo seconda base ideale è Pedroia. Dice Mariano : “nessuno gioca più duro, nessuno da di più e vuole vincere di più.” Un complimento simile da una leggenda credo valga più di mille parole.

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La gemma di Jon

In questo strano inizio di stagione ci mancava la gemma, la prestazione da tramandare ai posteri, questa mancanza da ieri sera non c’è più perchè Jon Lester ha tirato una di quelle partite che vedi una volta ogni tanto; il valore di un successo è dato dal valore dell’avversario che hai sconfitto, quindi la prestazione di Lester acquista un pregio ancora maggiore dato che gli Oakland A’s sono una signora squadra che prima di venire a Boston godeva del miglior record dell’American League.

Bisogna però essere sinceri fino in fondo, avrete visto ieri sera la statistica su quale sia il record degli Athletics quando lanciano Milone e Straily e quale sia quando lanciano gli altri. Bene … Milone e Straily ce li siamo giocati ed abbiamo ottenuto le due vittorie che servivano per rimetterci in carreggiata dopo la doppia L contro Tampa ed aver beccato questo giro della rotation è stato un discreto colpo di c…, ora però il terzo giro ce lo dobbiamo fare con uno degli “altri”, contro l’ottimo Sonny Gray reduce da un “complete game shutout” contro Texas dove ha concesso la miseria di tre valide, insomma stasera se ne vedranno delle belle, di solito contro i destri picchiamo di più … è vero … ma Gray sarà veramente un osso durissimo da rodere.

Venerdì c’è stata anche la buona partita di Buchholz, la seconda consecutiva, se questo sia un trend positivo che inizia o sia semplicemente una circostanza del momento non sono in grado di dirlo, so solo che ogni suo lancio viene monitorato, in primis la velocità che non è ancora quella della piena forma ma comincia ad avvicinarsi,  l’importante nel caso di Buchholz è che resti sano e che ci dia quelle 28-29 partite ed un 12-13 vittorie, forse non è il massimo per uno che si pensava potesse diventare il nostro “ace of staff” ma con la sua fragilità bisogna in qualche modo dialogare.

Piuttosto sta cominciando ad essere un punto di domanda il nostro samurai preferito ovvero Koji-san, perchè è vero che non è mai stato un lanciatore di velocità ma ora sta tirando ancora più piano del solito, come i telecronisti di NESN hanno fatto notare, non a caso però il pitcher che era intoccabile ha subito due HR nelle ultime quattro sfide; è bene che al talento di Uehara non vengano chiesti sforzi eccessivi, purtroppo ieri sera ha dovuto fare un ingresso imprevisto dato il rilievo inefficiente (il primo) di Capuano, chiaro che le alternative le abbiamo (Tazawa in primis), ma non voglio immaginarmi il seguito della stagione con un Koji a scartamento ridotto, ormai mi sono abituato (al meglio ci si abitua in fretta) al senso di sicurezza che mi da Uehara quando sale sulla collina.

Chiudo con due parole su Sizemore : peccato che col bastone sia in crisi, due anni di inattività si fanno sentire, ma in difesa resta un giocatore spettacolare come era prima che iniziasse il suo calvario, la presa volante di ieri è stata una gemma, un’altra in una serata finalmente bella per tutti noi.

PS – Ho letto che avete discusso nella bacheca messaggi delle brutture andate in scena all’Olimpico a Roma. Lasciate perdere ragazzi : tenetevi caro il baseball MLB, oppure il football NFL o quel diavolo che volete voi. Il calcio italiano merita di fallire e può essere “riparato” solo con metodi draconiani di repressione, ho proprio scritto così : metodi degni di uno stato di polizia. Che un libertario come il sottoscritto dica una cosa del genere fa capire a cosa si sia ridotto il nostro “national pastime” e se proprio avete la voglia assolutamente legittima di vedere del calcio di vertice fate come faccio io ogni tanto : volo low-cost, pub, birra più un bel pomeriggio ad Upton Park o al Celtic Park a Glasgow, ne uscirete depurati nello spirito, meglio che andare in una spa di lusso … credetemi.

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