Manca ormai solo l’annuncio ufficiale, previsto per domani o dopodomani, poi Bobby Valentine diventerà il nuovo manager dei Red Sox, chiudendo finalmente una querelle che stava cominciando a diventare succhevole e mettendo il primo tassello della stagione 2012. Un po’ di considerazioni sparse sul nostro nuovo manager :
- Bobby Valentine parte un po’ col freno a mano tirato perchè è chiaro che è stata una scelta “complicata”, non certo coll’unanimità del consenso tra i maggiorenti dei Red Sox, anche la tempistica lascia a desiderare : tutte le altre squadre che dovevano cambiare il manager avevano già la nomina pronta in poco tempo, invece tra la conferenza stampa dell’addio di Francona ed oggi sono passati due mesi. Idee poco chiare o come dicono in tanti siamo una squadra dove il GM pensava una cosa ed i proprietari ne facevano un’altra ?
- Passiamo da un estremo all’altro. Francona era il prototipo del manager “players-oriented”, Valentine sta agli antipodi. La cosa mi può star bene, c’è da fare un po’ di ordine in una club-house decisamente elettrica; proprio a causa di questa necessità di ordine occorrerebbe che Valentine fosse supportato in pieno dalla proprietà … e qui tornano i dubbi espressi prima. Se poi coll’intransigenza di Valentine faremo la fine dei Mets del 2001 e soprattutto 2002 dove girava voce che volassero delle sediate, allora vorrà dire che manager buono o cattivo non fa alcuna differenza.
- Valentine ha 61 anni. Difficile raccontare che sia una scelta a lungo respiro. Il personaggio sembra avere ancora della carica da spendere ed una bella dose di motivazioni, però … uno un po’ più giovane non mi sarebbe dispiaciuto. Non sono favorevole alla gerontocrazia.
- Altra differenza tra il passato ed il futuro. Valentine è un cultore della borsa dei trucchi. Prepariamoci a suicide squeeze, doppie rubate, bunt con due strikes ed altre amenità simili. Tutte cose che non si vedono da anni al Fenway
- Cosa contano i 9 anni di assenza dal mondo MLB ? Il fatto che sia diventato un mito in Giappone, con strade e statue dedicate, può essere un buon viatico per farci capire che l’uomo vale ancora parecchio oppure “il Giappone è un altro mondo come Dice-K ci ha insegnato ?”
- Ai Mets fu eccellente nell’ottenere un pennant con una squadra “operaia” esemplificata da Benny Agbayani che resta uno dei giocatori più mediocri ad aver giocato le World Series, quando però si provò a fare il passettino in avanti, in verità con delle scelte abbastanza demenziali, fu un discreto massacro. Dobbiamo aver paura ?
Questi sono i pensierini che mi sono venuti … così … di getto. Il manager è importante, ma ricordiamoci che in campo ci vanno i giocatori. Ergo sarà più importante sapere con che ci presenteremo sul monte. Come dice bene il Boston Globe di oggi : “se ci presenteremo al training camp con Beckett, Lester, Buchholz (a proposito … come sta ?) ed una pletora di giovani speranze saremo nei guai. Valentine o non Valentine.”
Aver sentito Cherington dire che confida molto in Doubront non migliora certo la qualità del mio sonno, speriamo bene … In tanto in bocca al lupo a Valentine (ne avrà bisogno) per questa sua terza avventura nella Majors. Coi Rangers finì con un siluramento a metà stagione, anzi potrà raccontare ai nipotini di essere stato silurato da un futuro Presidente degli Stati Uniti (ovvero G.W. Bush), coi Mets furono fuochi d’artificio dentro e fuori il campo, con noi che abbiamo bisogno di calma sopra ogni altra cosa, speriamo che possa essere una gestione non caotica e che sappia districarsi (qualche dubbio c’è) in quel vespaio chiamato Red Sox