L’anno scorso nessuno contava sui Sox come possibile candidata al titolo, ciò consentì per un po’ di viaggiare sottotraccia, nascosti nei meandri delle Majors, un po’ come un sommergibile che se ne sta nascosto per poi diventare micidiale con i suoi siluri. Quest’anno dovrebbe essere in teoria un po’ più difficile andare a dire che con le ambizioni da titolo noi non c’entriamo visto che saranno i nostri a ricevere tra pochi giorni gli anelli. In realtà anche in questo 2014 le luci della ribalta pre-stagionale non ci appartengono, anche chi deve indovinare i pronostici non ci vede proprio in primissima fila. Se proprio volete saperlo i “bookies” di Las Vegas (che l’anno scorso ci mettevano al 15mo posto circa … tiè) ci mettono ora al sesto posto dietro i Dodgers (ok), i Tigers (ci sta), i Cardinals (va bene), i Nationals (ma scherzate ?) e gli Yankees (mah …).
Visto però che i bookmakers non sono infallibili, abbiamo tutta la voglia di fargli rimangiare i loro pronostici anche se siamo tutti consapevoli che sarà un’impresa ardua. Lo sarà perchè in questo sport delirante che adoro, ripetersi è difficilissimo; gli ultimi che ci riuscirono furono quelli del Bronx a fine anni ’90 che avevano costruito una squadra pressochè perfetta, i nostri non hanno la presunzione di avercela questa squadra perfetta, un po’ perchè la perfezione appartiene più alla sfera dell’irrazionale che ad un mondo logico ed un po’ perchè la conquista del titolo non ha cambiato di un centimetro l’approccio del nostro management nella conduzione delle operazioni.
Sono così arrivato al punto critico : ovvero la politica societaria e le ovvie conseguenze che queste scelte hanno sul livello del team. Dico la verità : la storia che tutto quello che abbiamo visto nell’ultimo inverno, ovvero la rinuncia ad Ellsbury (scontata), a Drew e ad altri, sia solo la conseguenza di una corretta gestione che comunque è fatta per mantenerci al vertice comincia a sembrarmi una storiellina da raccontare ai bimbi prima della buonanotte. Comincio a non crederci, io che sono un po’ cinico per natura comincio a credere che il discorso che arriva dall’alto sia semplicemente quello di contenere le spese, desiderio assolutamente legittimo (ci mancherebbe altro) per Mr. Henry quello di spendere meno, discorso che però a noi non può piacere dato che la classifica che ci interessa è quella delle pagine sportive e non quella del Wall Street Journal.
Da lunedì sera vedremo cosa succederà, non so realmente cosa aspettarmi, mi sembra che lo spettro delle possibilità sia amplissimo, può tranquillamente andare da un altro ottobre magico ad una stagione da 70 vittorie, tantissime incognite per tutte le squadre, qualcuna in più per noi. La speranza ovvio che ci sia, se questa speranza saprà consolidarsi in qualcosa di tangibile lo vedremo da lunedì sera quando John Lester salirà sul mound … a proposito … stop nelle trattativa sul rinnovo (rileggetevi il paragrafo precedente per capire il senso di questa cosa). Dicevamo delle speranze : il lato positivo della bilancia è un manager che non è un genio ma che ha fatto rendere al massimo gli uomini che ha avuto, dote questa di valore immenso; abbiamo un team di veterani che hanno l’esperienza di mille battaglie ed il desiderio di combatterne altrettante senza mollare un centimetro di terreno ed abbiamo dei ragazzi che aspettiamo all’università dopo aver fatto le scuole medie sperando che le loro doti si trasformino da potenziali a reali.
E’ abbastanza tutto questo ? Ma poi abbastanza per cosa ? Io ve lo dico quello che vorrei dai Sox, io vorrei tanto che i Sox si trasformassero nei Cardinals dell’American League, ovvero nella squadra capace di allevarsi i giocatori in casa e questo va bene, ma che non esita di rifirmare il proprio leader “spirituale” del monte (Wainwright), addirittura rischiando dato che era reduce da un Tommy John. Con questa politica in Missouri vivono da anni, non vincono sempre ma son sempre lì contendendo ogni partita come fosse l’ultima. Costanza ad alto livello, questo può e deve essere il bersaglio da colpire per un franchigia con le potenzialità dei Sox, scelte coerenti e logiche, risparmiando quand’è il momento di risparmiare e spendendo quando è il caso di farlo; non vogliamo anelli in serie, ma non vogliano nemmeno perdere i nostri simboli che hanno dato tanto e che posso dare di più nel futuro: Cabrera ha rifirmato a Detroit e Trout ad Anaheim, Lester deve rifirmare per Boston. Punto e basta.
Da queste scelte e da altre capiremo se il magico 2013 è stato l’inizio di un grande ciclo o se è stato un evento della stessa stregua dello scudetto del Cagliari o di quello del Verona di Bagnoli, bellissimo ma irripetibile. Buon campionato boys & girls !!! Non posso che augurarvi che davvero anche questa stagione sia come quella passata, magica, appassionante e combattuta. Un augurio migliore non so davvero farvelo.