Che sia un altro 2013

L’anno scorso nessuno contava sui Sox come possibile candidata al titolo, ciò consentì per un po’ di viaggiare sottotraccia, nascosti nei meandri delle Majors, un po’ come un sommergibile che se ne sta nascosto per poi diventare micidiale con i suoi siluri. Quest’anno dovrebbe essere in teoria un po’ più difficile andare a dire che con le ambizioni da titolo noi non c’entriamo visto che saranno i nostri a ricevere tra pochi giorni gli anelli. In realtà anche in questo 2014 le luci della ribalta pre-stagionale non ci appartengono, anche chi deve indovinare i pronostici non ci vede proprio in primissima fila. Se proprio volete saperlo i “bookies” di Las Vegas (che l’anno scorso ci mettevano al 15mo posto circa … tiè) ci mettono ora al sesto posto dietro i Dodgers (ok), i Tigers (ci sta), i Cardinals (va bene), i Nationals (ma scherzate ?) e gli Yankees (mah …).

Visto però che i bookmakers non sono infallibili, abbiamo tutta la voglia di fargli rimangiare i loro pronostici anche se siamo tutti consapevoli che sarà un’impresa ardua. Lo sarà perchè in questo sport delirante che adoro, ripetersi è difficilissimo; gli ultimi che ci riuscirono furono quelli del Bronx a fine anni ’90 che avevano costruito una squadra pressochè perfetta, i nostri non hanno la presunzione di avercela questa squadra perfetta, un po’ perchè la perfezione appartiene più alla sfera dell’irrazionale che ad un mondo logico ed un po’ perchè la conquista del titolo non ha cambiato di un centimetro l’approccio del nostro management nella conduzione delle operazioni.

Sono così arrivato al punto critico : ovvero la politica societaria e le ovvie conseguenze che queste scelte hanno sul livello del team. Dico la verità : la storia che tutto quello che abbiamo visto nell’ultimo inverno, ovvero la rinuncia ad Ellsbury (scontata), a Drew e ad altri, sia solo la conseguenza di una corretta gestione che comunque è fatta per mantenerci al vertice comincia a sembrarmi una storiellina da raccontare ai bimbi prima della buonanotte. Comincio a non crederci, io che sono un po’ cinico per natura comincio a credere che il discorso che arriva dall’alto sia semplicemente quello di contenere le spese, desiderio assolutamente legittimo (ci mancherebbe altro) per Mr. Henry quello di spendere meno, discorso che però a noi non può piacere dato che la classifica che ci interessa è quella delle pagine sportive e non quella del Wall Street Journal.

Da lunedì sera vedremo cosa succederà, non so realmente cosa aspettarmi, mi sembra che lo spettro delle possibilità sia amplissimo, può tranquillamente andare da un altro ottobre magico ad una stagione da 70 vittorie, tantissime incognite per tutte le squadre, qualcuna in più per noi. La speranza ovvio che ci sia, se questa speranza saprà consolidarsi in qualcosa di tangibile lo vedremo da lunedì sera quando John Lester salirà sul mound … a proposito … stop nelle trattativa sul rinnovo (rileggetevi il paragrafo precedente per capire il senso di questa cosa). Dicevamo delle speranze : il lato positivo della bilancia è un manager che non è un genio ma che ha fatto rendere al massimo gli uomini che ha avuto, dote questa di valore immenso; abbiamo un team di veterani che hanno l’esperienza di mille battaglie ed il desiderio di combatterne altrettante senza mollare un centimetro di terreno ed abbiamo dei ragazzi che aspettiamo all’università dopo aver fatto le scuole medie sperando che le loro doti si trasformino da potenziali a reali.

E’ abbastanza tutto questo ? Ma poi abbastanza per cosa ? Io ve lo dico quello che vorrei dai Sox, io vorrei tanto che i Sox si trasformassero nei Cardinals dell’American League, ovvero nella squadra capace di allevarsi i giocatori in casa e questo va bene, ma che non esita di rifirmare il proprio leader “spirituale” del monte (Wainwright), addirittura rischiando dato che era reduce da un Tommy John. Con questa politica in Missouri vivono da anni, non vincono sempre ma son sempre lì contendendo ogni partita come fosse l’ultima. Costanza ad alto livello, questo può e deve essere il bersaglio da colpire per un franchigia con le potenzialità dei Sox, scelte coerenti e logiche, risparmiando quand’è il momento di risparmiare e spendendo quando è il caso di farlo; non vogliamo anelli in serie, ma non vogliano nemmeno perdere i nostri simboli che hanno dato tanto e che posso dare di più nel futuro: Cabrera ha rifirmato a Detroit e Trout ad Anaheim, Lester deve rifirmare per Boston. Punto e basta.

Da queste scelte e da altre capiremo se il magico 2013 è stato l’inizio di un grande ciclo o se è stato un evento della stessa stregua dello scudetto del Cagliari o di quello del Verona di Bagnoli, bellissimo ma irripetibile. Buon campionato boys & girls !!! Non posso che augurarvi che davvero anche questa stagione sia come quella passata, magica, appassionante e combattuta. Un augurio migliore non so davvero farvelo.

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5 temi per il lineup – 2014

Mentre l’attesa per l’inizio monta di pari passo con la mia arteriosclerosi è il momento di buttar giù qualche nota per provare di capire cosa ci riserveranno i giocatori in campo. Ci sono temi caldi che premono e sui quali non c’è ancora certezza di come verranno risolti dal nostro Stato Maggiore. Andiamo a vedere …

1) Chi lo fa il leadoff ? La risposta più probabile ad oggi è Daniel Nava. Con Bradley che sembra dirottato a Pawtucket (non sono d’accordissimo … ma non fa nulla), ci troviamo senza un vero corridore per forzare un po’ il gioco sulle basi. Sarà per l’età ormai parecchio avanzata ma io ho sempre avuto una passione per le squadre con un velocista come primo uomo, forse retaggio questo di un baseball un po’ “passato” ; fatto sta che ho sempre pensato che un n.1 canonico sia la candela che accende l’attacco. Se su Bradley c’erano dei dubbi (eccome se c’erano), non era il caso di premunirsi con un giocatore anche “low-cost” che potesse dare quella velocità che ci manca ? Non sto parlando d’un fenomeno, tanto per dirne uno il mio mentore mi suggeriva Rajai Davis

2) Lato sinistro senza rete : Alla fine a sinistra nell’infield abbiamo Middlebrooks e Bogaerts ed il vuoto cosmico … o quasi. L’ipotesi alternativa potrebbe essere questa : prendere Cecchini, metterlo in una serra in modo che maturi in fretta e pregare il Dio del Baseball che non sia la classica grande speranza mancata. Non voglio immaginare cosa capiterà se uno dei due dovesse avere anche solo un’unghia incarnita : Herrera, Holt, Snyder sono le alternative … Oddio … sono quelli che sostituiranno Middle ed il bimbo delle Antille se avessero problemi. Della serie : Voglio una vita spericolataaaa. Noto che qualcuno dei miei lettori non ha scordato Drew. Volete ridere ? L’altro giorno Boras ha dichiarato che ci sarebbe un triennale da parecchi soldi sul tavolo. Io invece ho Kate Upton nuda in camera mia.

3) Cosa ci darà il leader ? : Ragazzi … è lecito sperare che Big Papi ripeta un annata come quella passata ? Non parlo dei miracolosi playoffs, parlo della costanza e della consistenza che è riuscito a darci da metà aprile in poi. Dobbiamo sperarlo perchè anche in questo caso non abbiamo alternative realistiche. Alla fine passano gli anni, cambiano i giocatori ma la portaerei della nostra flotta è quella varata ancora molti anni fa nel premiatissimo cantiere navale di Santo Domingo. Sono passati 10 anni dai mitici playoffs 2004 e siamo ancora a dipendere da Ortiz.

4) Che succede dietro il piatto?  La suddivisione delle partite tra Ross e Pierzynski non è un quesito banale, non lo è perchè i due giocatori sono complementari, ciò che ha uno come punto di forza non lo ha l’altro. Devo essere sincero, vorrei vedere più Ross che “il polacco” ma non credo che andrà così. Specie se l’attacco dovesse fare un po’ di fatica, ed io qualche paura l’ho, diventerebbe difficile rinunciare alla mazza dell ex-White Sox; perdere però la bravura difensiva di Ross non credo sia una rinuncia a cuor leggere. Alla fine dico 110/120 partite per Pierzynski, non mi piace la cosa ma tant’è. E se l’anno prossimo Vazquez e/o Swihart fossero pronti chi vorreste avere ad insegnare il mestiere ? Risposta facile …

5) Blue collar 2.0 Abbiamo vinto un campionato non solo coi Lester, Ortiz & Co. ma anche con Nava che ha fatto .300 di avg., con Mike Carp che fa uno slam al 10° all’Ikea Stadium di Tampa, con Gomes che s’è dimostrato “The King of Sabermetrics”. Il 2013 è stato lo standard o è stato l’anno dei miracolati ? Sotto questo aspetto sono abbastanza fiducioso, credo sia un plotone di giocatori che sappiamo non essere fenomeni ma che si completa bene … ed evitiamo di vendere uno come Carp che ci può dare una mano in prima, una all’esterno e così via.

Questo è quanto. Chiaro che in campionato lungo 162 partite le incognite siano migliaia, penso che l’anno scorso gli infortuni non abbiano toccato più di tanto il team e non è detto che ciò si ripeta. Mi sbaglierò ma quest’anno ci potrebbero essere modifiche in corsa anche importanti. Però rendiamoci conto d’una cosa : l’anno scorso offensivamente fu un’annata spettacolosa, ripetersi a quei livelli sarà tanto, tanto, tanto difficile.

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5 temi per il monte – 2014

Visto che il sottoscritto è scaramantico a dir poco e visto che l’anno scorso feci questa piccola rubrica delle “5 domande” e la cosa fu parecchio fortunata direi di riproporre lo stesso schema per provare di capire cosa ci succederà tra otto giorni, appena si ricomincerà a giocare sul serio dopo uno spring training parecchio bruttino con tante sconfitte e poche vittorie e con parecchi giocatori che sembrano non proprio sintonizzati sul nuovo inizio che ci aspetta tra breve.

1) I vecchi leoni : L’architrave della rotation è la solita, i due uomini che faranno da cartina di tornasole a mio parere sono Lackey e Buchholz per motivazioni diverse. Il secondo è l’eterno punto di domanda perchè non sai mai quanto giocherà e quanto potrà dare prima semmai della consueta sequela di problemi alla schiena, al  collo, al polso e a chissà cos’altro. Finchè resta in campo avercene di Clay Buchholz, già … finchè. Su John Lackey il discorso è diverso nel senso che stiamo parlando di John Lackey ovvero uno dei personaggi più particolari che passeggino sulla Terra, con possibilità che si possa anche autodistruggere qualora la situazione non si evolva secondo i suoi desideri, autore di uno spring training orrido Lackey deve far vedere se è tornato ad essere un partente di livello o se il 2013 è stato “l’anno dei miracoli”, si parlava di fargli fare in questo primo periodo dell’anno il partente n.5 in modo da fargli affrontare avversari teoricamente meno forti. Non mi pare una malvagia idea

2) Sol levante non calante : Anche i marziani sanno cosa sono stati Tazawa e Uehara nel 2013. E nel 2014 ? Escludendo problemi fisici devo dirvi che mi sento in una botte di ferro, ho fiducia nei due ed anzi mi aspetterei un altro passo in avanti di Tazawa se saprà essere un po’ più furbo sul monte evitando di tirare sempre e solo degli strikes. Ormai è arcinoto che Uehara verrà usato un po’ più col contagocce anche perchè la dirigenza s’è premunita con un ipotetico “closer-bis” (Mujica), comunque Koji dovranno minacciarlo per non farlo salire sul monte quando sarà il suo turno, tanto per iniziare la stagione vi scrivo il suo ruolino in questo spring training : 4 inning (non molti … ok), 0 hit, 1 bb; chissà che gli abbiano detto di non cambiare il calendario.

3) Young guns : Dei tanti giovani che abbiamo ( o che avremmo ) in rampa di lancio mi chiedo chi potrà già dare un contributo quest’anno. Cominciamo con escludere quelli che sono palesemente ancora acerbi tipo Owens, abbiamo poi una serie di giocatori che onestamente non sta progredendo per come avevamo sperato e sto parlando soprattutto del duo “Made in LA” arrivato con la megatrade del 2011 ovvero De La Rosa e Webster. Soprattutto il secondo era stato strombazzato come il vero asset del megascambio; in questi 18 mesi passati con i nostri, di progressi non ne abbiamo visti e quindi chi può darci una mano ? Io voto per Anthony Ranaudo che dopo aver rimesso in piedi una carriera che sembrava traballante sembra quello disposto al patto col diavolo pur di guadagnarsi un posto. Rimane poi il discorso su Workman  sperando che non perda la bussola tra partenze e rilievi, la palla ce l’ha e fischia parecchio, anche per lui vale il discorso di Tazawa : qualche strike in meno potrebbe aiutare.

4) Qualche eroe inaspettato ? : Diciamo la verità : ormai ci aspettiamo che qualche Sig.Nessuno conquisti le luci della ribalta come sta capitando da qualche anno. Chi può essere il candidato ? Mi sembra quasi di fargli un torto mettendo Edward Mujica in questo contesto, stiamo parlando di un giocatore che fino all’inizio di settembre dell’anno scorso era un closer assolutamente referenziato in una delle squadre più forti della Lega. Degli altri uomini del sommerso sta acquisendo rispettabilità Francisco Cordero, arrivato col contratto da Minor League e con speranze quasi nulle di essere nell’Opening Day Roster s’è fatto strada con prestazioni molto buone in questo marzo. Il quasi 40-enne, sempre credendo ai pittoreschi Uffici Anagrafe della Rep. Dominicana, potrebbe alla fine essere l’uomo inatteso di questo 2014, in fin dei conti è un 3-volte All Star, sai mai che abbia rimasto un po’ di benzina nel serbatoio.

5) The Ace : Non sarà Price o Verlander, non sembrerà un extraterrestre come Kershaw che ora è conosciuto anche “Down Under” ma John Lester è l’uomo che deve guidarci nel 2014 e negli anni a seguire. Invece ancora nulla sul fronte del rinnovo, solo un paio di giorni fa sul sito internet della “Radio della Casa” WEEI si poteva leggere un pezzo dove si diceva che si attendeva, in un senso o nell’altro, una risoluzione della querelle Lester entro l’Opening Day. Proprio quel “in un senso o nell’altro” è quello che mi piace poco, anche perchè il prossimo mercato dei pitcher free-agent rischia di essere molto scarno (Scherzer e poco altro) e quindi il nostro John troverebbe certamente amatori disposti a fargli ponti d’oro. Lui darà il 100% sia in caso di rinnovo, sia nel caso di mancato accordo, se poi si materializzerà quell’incubo che ogni tanto mi tormenta (conferenza stampa con Lester nel Bronx) vi racconteranno di quanto sia bello il nostro farm system, un po’ come quello che cascò da cavallo e che raccontò che tanto voleva scendere; se poi i progressi sono quelli di Webster e De La Rosa stiamo freschi.

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Ancora due settimane

Ancora due settimane e poi partirà la giostra. Lo spring training procede con i classici alti e bassi di marzo per i Sox, le partite cominciano ad essere più vere, se non altro per il fatto che adesso lo “starting nine” assomiglia a quello che inizierà la stagione sull’ostico campo di Camden Yards con gli Orioles, anche la sconfitta nettissima di oggi con gli Yankees conterà forse per far crescere l’autostima dei “Pijamas”, autostima che già di suo non manca da quelle parti, ma non credo che sposti nessuna considerazione tra tutte quelle che ci siamo fatte in questi giorni.

Il tema caldo del giorno, tema emerso anche nella nostra message-board, è Grady Sizemore e il presunto (o reale ?) dualismo con Jackie Bradley. Dovessimo prendere queste partite di pre-season come oro colato (errore grave !!!) verrebbe da pensare che il giocatore reduce da annate perse per infortuni è il secondo e che il primo è pronto per riprendere il suo ruolo da All Star perenne a cui sembrava destinato prima che la “Strega dai Denti Verdi” si accanisse contro di lui. Ragazzi … stiamo calmini. Che Sizemore sia un giocatore spettacolare e concreto come pochi mica lo scopriamo oggi; autocitarsi è abbastanza odioso ma qualche tempo fa vi scrissi che nei suoi momenti belli mi piaceva anche più di Ellsbury e non lo scrivevo per sprecare dei bytes, era il mio esatto pensiero. Ma realisticamente quante partite possiamo sperare che giochi ? Addirittura c’è già il partito che vuole Sizemore titolare e Bradley a Pawtucket. A me sembrerebbe la mossa di una giocatore che butta l’ultima fiches sul tavolo verde, una mossa di corto respiro. Non dico che Bradley sia un giocatore convincente, mi pare ancora carente per essere un titolare da squadra che ha appena vinto l’anello, ma per imparare il mestiere deve stare a Boston e non a Pawtucket. Bene ha fatto Farrell a confermarlo come titolare, gli si dia il tempo … e Sizemore giochi circa un terzo delle partite in modo da testarlo un po’ di più e a metà anno si tireranno le somme.

Come secondo tema di discussione per animare il nostro Bar Sport virtuale butto lì un carico pesante. In tanti ci dicono che abbiamo molti giocatori quasi pronti per fare il salto dalle nostre squadre minori alle luci della ribalta delle Majors. Addirittura ne abbiamo (sempre secondo parecchi osservatori) un numero eccedente rispetto alle esigenze reali del team, quindi saremmo nelle condizioni ideali per imbastire una trade di quelle “prospetti vs giocatore affermato”. Sarà quel che sarà ma da qualche tempo ha cominciato a girare un nome : Giancarlo Stanton. L’esterno dei Marlins sembra poco convinto delle mosse della dirigenza di Miami … e vorrei conoscere il bipede convinto della competenza di Jeffrey Loria & Company, ad ogni tentativo di fargli firmare un contratto lungo il giocatore ha risposto picche e quindi se ogni sforzo restasse vano potrebbe finire sul mercato. Fareste una mossa del genere ? Come diceva una mitica sigla della Gialappa’s : “Sono pienamente d’accordo a metà”; nel senso che una mossa di questo tipo credo che serva, avere una bocca da fuoco extra per coprire l’incedere dell’età di Big Papi è importante e bisognerebbe cominciare a pensarci. Che l’identikit del giocatore che necessitiamo sia quello di Stanton mi convince un po’ meno. I motivi sono : una eccessiva tendenza a beccare degli strikeout, doti difensive così così ed una facilità pericolosa agli infortuni considerando poi che stiamo parlando di un 24-enne.

Bene comunque che si cominci a guardare un po’ più in là del prossimo campionato. S’è sempre detto che il bravo GM è quello che pensa non alla prossima stagione ma a quella dopo, quindi Cherington pensi pure al 2015 che per il 2014 ci pensiamo noi ; cominciano a prudermi le mani … manca davvero poco : la trincea ci aspetta !

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Farrell ci fa sapere che …

E’ raro che un manager nella prima decade di marzo si esponga come ha fatto John Farrell in questi giorni; il nostro manager dopo una brutta giornata di baseball con una doppia sconfitta contro gli Orioles se ne è sbottato con un “dobbiamo fare le cose meglio in difesa” ed ha indetto un team meeting, una assoluta novità a questo punto dell’anno. Se ci aggiungiamo la dichiarazione dell’altro giorno nella quale esternava la poca felicità per le prestazioni dei pitchers mi pare chiaro che il nostro manager abbia voluto far capire a tutti che i trionfi di ottobre sono passati e che c’è necessità di tornare a sbucciarsi le ginocchia. Le visite da David Letterman e Jimmy Fallon sono finite e non danno bonus per la stagione entrante.

Che i Red Sox abbiano iniziato lo spring training giocando malissimo mi sembra palese, poca spinta nel box coi veterani ancora fuori forma (Mike Napoli escluso), con un monte di lancio che traballa ma soprattutto con una difesa che ha commesso più errori di quanto ce ne ricordavamo che fosse possibile commettere. Onestamente però io ci vedo anche delle belle circostanze attenuanti, in primis il fatto che per esempio il trio Lester, Lackey e Peavy non sia sceso ancora in campo; seconda attenuante è la ovvia probabilità che la squadra possa essere pensata quest’anno per andare in forma un po’ più tardi. E’ da folli attendersi sei mesi con la manetta del gas a tutta forza, anche l’anno scorso se ci pensate non fummo sempre splendidi. I nostri partirono fortissimo, ebbero una fase di rilascio a metà stagione e, più o meno dal 20 agosto, diventarono dei killer implacabili. Sono in tanti ad aspettarsi un andamento diverso quest’anno con un inizio più lento, per andare in forma in maniera giù graduale un po’ più avanti. Non lo so … ammetto di preferire una partenza secca dai blocchi se non altro per non far montare una tensione che a Boston è sempre palpabile. Detto questo io non mi fascerei assolutamente la testa per queste sconfitte, le cose che mi piacciono poche sono altre.

La cosa che mi sta piacendo di meno è l’analisi di ogni minimo movimento di Grady Sizemore, siamo arrivati all’assurdo delle lodi l’altra sera per una scivolata in seconda perfino banale. La chiave di lettura è semplice, c’è tanta gente che non ha molta fiducia nella possibilità di Jackie Bradley di reggere il peso del “dopo-Ellsbury” e spera che Sizemore sia la valvola di sicurezza. Tutto ciò mi pare un po’ strambo : c’è fiducia o non c’è fiducia nel giovane esterno ? Se c’è allora si va con lui senza troppi giri di parole, se non c’è questa fiducia allora ci si doveva provvedere di un’alternativa che non fosse un giocatore che non riesce a giocare una partita di regular season dal settembre 2011 e per il quale stupirsi se compie una scivolata che riuscirebbe a fare anche mia madre.

Anche la querelle “Drew sì o Drew no” sta iniziando a diventare stucchevole, è bastata una partita di Middlebrooks con un paio di brutti errori in difesa e si sono aperte le cateratte del cielo. Le considerazioni vanno fatte indipendentemente da una partita giocata a marzo in Florida di fronte ad un pubblico in bermuda e ciabatte infradito; la tanto decantata profondità del lineup in quel lato dell’infield semplicemente non esiste, non l’abbiamo. Drew serve eccome, ma lo sapevamo da ottobre, lo sapevamo a Natale e continuiamo a saperlo adesso che è finito Carnevale. L’assurdo poker tra Boras e Cherington alla fine ha portato che uno dei migliori shortstop difensivi rimane ad allenarsi a casa sua e noi restiamo con un infield così così con una terza base che, tanto per ricordarvi, ha come titolare inamovibile per mancanza di alternative, un giocatore che l’anno scorso ha fatto Boston-Pawtucket varie volte e che finì in panchina durante le Finali per palese mancanza di rendimento.

Alla fine di tutto ben venga la sveglia data ieri da John Farrell che si conferma un manager vero. La sveglia serve in campo per ricordare a chi gioca che anche in pre-season in campo si va per giocare a baseball e non per stare in vacanza, ma la sveglia serve anche nel front-office dove dalla fine della scorsa stagione abbiamo sentito molti slogan ma dove abbiamo visto poca concretezza.

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La calma dei forti

Forse il titolo è un po’ troppo trionfalistico, ma per certo siamo noi ad avere il coltello dalla parte del manico, l’aver vinto tre anelli in nove anni rende tutti molto tranquilli e rilassati in quel di Fort Myers; visto che siamo nel periodo della consegna degli Oscar possiamo dire che i Boston Red Sox sono nella posizione di Cate Blanchett, il ruolo di Di Caprio lo abbiamo affibbiato a qualcun’altro … anche se il vostro blogger è furente perchè tifava proprio per lui avendo adorato la sua interpretazione in “The Wolf of Wall Street”.

Dicevo che la vittoria ha un po’ calmato le acque, ci vedo un rischio però in tutto ciò : mi chiedo se ci sarà ancora quel sacro furore agonistico che rendeva i nostri dei satanassi quasi invincibili. Vincere è difficile, tenere le motivazioni alte dopo la vittoria è doppiamente difficile, quei giocatori di talento non eccelso che hanno condotto la squadra per mano e l’hanno trascinata saranno capaci di rimettersi l’elmetto e di tornare in trincea oppure ci sarà un imborghesimento ? In questo caso io penso positivo, i motivi sono due : il primo è David Ortiz, il secondo è Dustin Pedroia. Finchè avremo quelle due figure nel dug-out io non credo che ci saranno tanti cali di tensione. Vinceremo se saremo capaci di farlo, se gli altri saranno più bravi dei nostri invece perderemo, ma non credo che ciò possa avvenire a causa del poco spirito combattivo.

C’è da dare un’occhiata anche a queste prime partite di pre-season; noto una grossa cautela nel far giocare chi l’anno scorso ha tirato il carretto, specie sul monte : pochissimo l’impiego del duo nippo, non ancora in campo Lester e Lackey. La mossa è ovvia, se ciò comporterà un andare in forma un po’ più tardivo non lo so, ma Tazawa ha finito la stagione senza benzina nel serbatoio e sperare che Uehara ripeta il 2013 giocando con quella frequenza mi pare arrischiato, quindi ben venga la cautela … anche questa fa parte di quella calma dei forti di cui dicevo prima.

Due altre parole sullo spring-training sotto l’aspetto televisivo : 1) Grande che si possano vedere le partite in italiano con il commento (finalmente !!!) di uno veramente competente come Pietro Nicolodi che è un grande, che si destreggia tra baseball, calcio, hockey e Dio solo sa quanti altri sport alla grande. 2) Abbiamo visto il rimpiazzo di Jenny Dell ovvero tale Sarah Nicole Davis … carina … chissà se è già partito il draft tra i giocatori per aggiudicarsela, un solo dubbio : è canadese di Toronto, come lessi tempo fa sulla message board MLB : “ma i canadesi capiscono di baseball ?” Ancora pochi giorni e lo sapremo …

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