Ready to deliver

Questi ultimi giorni ho dedicato una discreta fetta del mio tempo libero a guardare molto materiale godibile, disponibile su youtube. Oltre agli splendidi video nostalgia segnalati da Paolo, ci sono tonnellate di video reaction girati durante le recenti WS. Ci sono così tante immagini dei fan MFY che, furenti e dolenti, si mangiano il fegato e sprizzano fiele, che rendono accettabili anche le immagini dei Puffi felici.

Il grand slam di gara 1 è l’episodio più gettonato seguito dal tracollo al quinto inning di gara 5. A tale proposito non mi stanco di guardare e riguardare la battuta di Betts che è classificato come singolo, ma, se si fosse giocato un baseball a livello MLB, Betts sarebbe tornato a sedersi, l’inning si sarebbe concluso e saremmo tutti in un universo parallelo probabilmente peggiore di questo.

Invece Betts è arrivato salvo in prima, battendo il primo punto a casa dell’inning, spinto dal combinato disposto della colossale supponenza di Cole, il quale invece di coprire la prima base si è limitato ad indicarla. e dal colossale peso del granitico culo di Rizzo, che lo fa muovere alla velocità di un languido bradipo anestetizzato. Qui trovate una gustosa analisi di tutta la faccenda: https://youtu.be/LebrzDtQn_s?si=0gRO5WORTaUer64v. Buon divertimento

Se invece i video di Paolo vi hanno reso romantici, qui trovate una retrospettiva composta da tutte le azioni che hanno determinato l’eliminazione dei MFY durante XXI secolo. https://youtu.be/2cgzDSFPPao?si=O1CfZtEcpmlMKGXg. Spesso le immagini sono impreziosite dall’espressione bovina di A-Rod, che non si capacita di quello che succede. Ah, i bei tempi!

Ora però basta guardare al passato, occorre programmare la nuova stagione e sembra proprio che questa volta ci siamo. Breslow ha annunciato che la traversata del deserto è finita e finalmente i Sox sono “ready to deliver”. Questo rischia di diventare il nuovo slogan della stove league, soppiantando il “full throttle”, che ha impazzato nella stagione appena conclusa.

Recentemente una delegazione costituita dai top managers dal QI più elevato, più Sam Kennedy (per chissà quale motivo), sono andati a trovare Juan Soto e il suo procuratore Scott Boras nel sud della California, per un incontro durato più di tre ore. 

Non so se avete già sentito parlare di Juan Soto. In sette stagioni MLB con i Nationals , i Padres e i fottuti Yankees, Soto ha registrato statistiche solo poco più che mediocri. Una AVG di .285 e un OPS di .953 con un OPS+ di 160. Per riferimento, Ortiz, nella sua carriera ventennale, ha battuto .286 con un OPS di .931 e un OPS+ di 141. Così per dire.

Probabilmente durante l’incontro Soto dovrebbe aver accennato al fatto che è attualmente disoccupato e potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di firmare un contratto con una franchigia MLB, per giocare ancora qualche anno.

Soto, 26 anni, è originario della Repubblica Dominicana e vive proprio vicino a Ortiz quando entrambi tornano a casa. Soto ha espresso il desiderio di poter giocare proprio per la squadra di Boston, essendo sempre stato un tifoso dei Red Sox.

Breslow si è detto lusingato della preferenza accordata, sottolineando che i Red Sox non hanno nessuna preclusione verso i domenicani avendo giò avuto nelle loro fila, oltre a David Ortiz, giocatori come Pedro Martinez e Manny Ramirez. Tuttavia il GM ha preso tempo evitando di dare subito una risposta definitiva, che probabilmente sarebbe stata negativa allo stato delle cose.   

Potrebbe essere un infatti un problema insormontabile il fatto che Soto sia mancino e i Red Sox abbiano già un lineup composto prevalentemente da mancini. Inoltre Soto è un esterno e dovrebbe inserirsi in un reparto così sovraffoltato da ottimi giocatori, già beniamini dai tifosi, che rischierebbe di dover trascorrere in panchina una considerevole parte della stagione

L’incontro si è quindi concluso in modo interlocutorio, anche se Soto, in successive conversazioni con la stampa,  si è detto confidente che, qualora i Red Sox avessero superato le remore tecniche espresse sul suo conto, non prevedeva difficoltà nel trovare rapidamente un accordo sulla parte economica.

Tuttavia questa vicenda avviene nel totale disinteresse degli appassionati, tutti concentrati sulla vicenda Pivetta, ansiosi di conoscere se l’asso della rotazione tornerà a vestire la casacca dei Red Sox, accettando l’offerta qualificante di Boston da 21,05 milioni di dollari, o invece se entrerà nel mercato dei free agent in cerca di un accordo più redditizio.

NB: anche se non ho inserito nessuna emoticon, siete autorizzati a considerare la parte finale dell’articolo scritta in modo surreale e ironico. L’intento è quello di evidenziare il mio pregiudiziale rifiuto a commentare i rumors di mercato dei Red Sox. Commenteremo i fatti, se e quando ci saranno. 

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