Che vitaccia!

Se tenere aperto questo blog fosse una professione, anche ben retribuita, sarebbe comunque una delle più frustranti in circolazione. Il fatto che invece si tratti di una passione coltivata a titolo gratuito, rende le cose ancora più deprimenti. 

Siamo a quattro gare dalla fine della stagione e i maledetti Red Sox hanno infilato una serie di 4 vittorie consecutive che tengono accesa la speranzucola che loro stagione regolare porti ancora a un insperato accesso ai play off. Sia chiaro: punto 1 non accadrà, punto 2 qualora accadesse non cambierebbe il giudizio su una stagione evidentemente non soddisfacente.

Uso questo termine anodino perché è stata una stagione dove hanno vissuto fianco a fianco diverse situazioni dichiaratamente contraddittorie e incompatibili, che meritano di essere esaminate e discusse.

Tuttavia, preliminarmente, occorre accettare un presupposto senza il quale ogni discussione sarebbe vana: sebbene la loro screditata comunicazione sostenga il contrario, l’unica cosa che è diventata maledettamente chiara e incontrovertibile in questa stagione è che a FSG e a John Henry non importa più niente di vincere, soprattutto di vincere un altro campionato. Vorrei che la smettessero di parlare di acquisizioni prestigiose, di stagioni di svolta e quant’altro. Soprattutto, dopo che abbiamo visto questo film andare avanti per 5 anni di fila con lo stesso deprimente finale, dovremmo noi smettere di andare loro appresso. Bisogna semplicemente accettare che la proprietà non spenderà ciò che è dovuto per ottenere i lanciatori e le mazze necessarie per competere ad alto livello. E nessuno può farci nulla!

Avendo allevato, Dio mi perdoni, un calciofilo fra le mie pareti domestiche, mi è capitato di vedere in una trasmissione di commento, mi pare su Sky, un tizio che in maniera convinta e consapevole affermava che “.. il calcio non è dei presidenti, il calcio appartiene dei tifosi…”. Dico davvero, lo giuro! Diceva proprio così. E gli astanti, lungi dal ridergli in faccia, assentirono in modo grave.

Non voglio certo abbattere le loro certezze, ma sono abbastanza convinto che non funzioni funzioni così. Anche laddove un diffuso malcontento genera conseguenze pratiche, dirottando spettatori nel palazzetto dei Celtics, campioni del mondo, o allo stadio dei Patriots (non come pagare il biglietto e entrare mezzoretta dopo!), il parere dei tifosi viene comunque  bellamente ignorato.

Quindi siamo qui ancora una volta a piangere per ciò che poteva essere e non è stato. Addirittura è ancora peggio: quest’anno la squadra messa in campo era decisamente più forte di compagini come Kansas City, Minnessota o Detroit. Decisamente più forte. Il fatto che non siamo comunque andati ai playoff dipende da numerose circostanze che analizzeremo nelle prossime settimane (avremo purtroppo molto tempo per le chiacchiere), ma il roster era competitivo per il terzo posto della WC.

Il problema però è che per me, questo livello è insoddisfacente. Io non voglio che i Red Sox battano Kansas City, Minnessota o Detroit (chi se ne frega di questi), voglio che competano per il titolo mondiale, come è capitato all’inizio di questo secolo. Purtroppo dovrò continuare a fare docce fredde (e questo lavoro ingrato) fino a quando o la proprietà cambi atteggiamento e propensione alla spesa o arrivi un’altra proprietà con migliori intenzione e i mezzi per soddisfarle.

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Imprevedibili

Devo sbrigarmi a scrivere un commento in occasione di una spettacolare vittoria delle amate calzette rosse, perchè altrimenti il vostro blogger, se ricominciano con la solita solfa, cade in depressione e non si alza più dal divano, maledicendo ogni divinità del pantheon in ordine alfabetico. Il fatto è che questi ragazzi sono imprevedibili. Rob Refsnyder ieri è entrato in campo con una media battuta di .176 (12 su 68), una percentuale di arrivo in base di .222 e una percentuale di slugging di .265 in 24 partite a partire dal 4 agosto. Più o meno il periodo in cui l’intero attacco dei Red Sox si è squagliato per il caldo record da cambiamento climatico, lasciando al loro posto dei mediocri replicanti.

Al suo rientro il “vero” Refsnyder ha raggiunto la base cinque volte, registrando quattro valide, tra cui due fuoricampo, battendo a casa il record di carriera di cinque RBI. E cosa dire di O’Neill, che ha lo seguiva nel turno di battuta che ha realizzato 2 back to back homer. O’Neill, che ha realizzato 29 HR, con la prova di ieri ha portato a sette le sue partite multi-homer in questa stagione, a pari merito con il battitore degli Astros Yordan Álvarez per la leadership MLB. O’Neill ha battuto un homer quattro volte nelle ultime tre partite, così come in sette delle sue ultime 13 valide. 

Eppure non c’erano grandi aspettative per la serata.  Purtroppo gli Orioles a Bello, il nostro miglior partente al momento, avevano contrapposto un mancino (Cade Povich) e i Red Sox hanno avuto serie difficolta contro i partenti mancini, stabilendo in questa stagione lo striminzito record di appena 16-24. Ieri sera però tutta un’altra musica. Dopo che Bello aveva limitato i danni nel primo inning, sono saltati addosso a Povich rifilandoli quattro punti nei soli 4.2 inning di durata della sua partita.

Nella parte alta dello sesto inning Bello infrangeva la soglia dei cento lanci e Cora lo faceva scendere con un solo out. All’ingresso di Bernardino tutti erano assillati dai fantasmi delle numerose partite sprecate dal bullpen. Nella parte bassa però Ceddanne Rafaela realizza lo 2-RBI double spezza partita, che riduce al silenzio gli Orioles, tenuti efficacemente a bada per il resto della gara da Winckowski, al quale è attribuita la salvezza.

Ieri sera si è rivisto anche Ciccio Dever, autore di tre valide (e dell’errore numero 106). Speriamo bene. Senza il suo contributo costante non si va da nessuna parte e, incredibilmente, si potrebbe ancora andare da qualche parte, nella Manfred Legue. Nonostante quello che siamo riusciti a combinare, Minnie ci tiene a tenere aperta la Wild card race perdendo a raffica. E’ assurdo, ma ci sono ancora 4 squadre mediocri in lizza per i playoff a questo punto della stagione e fra queste i Red Sox. Non cambierebbe di un ette il mio giudizio sulla stagione, ma sarebbe carino se succedesse.

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Tutto crolla

Il week end del Labour day, quello che sancisce la fine dell’estate, è trascorso e l’avvincente (si fa per dire) corsa per il terzo posto Wild Card nell’American League, si fa sempre meno serrata. La scorsa settimana era quella nella quale avremmo dovuto approfittare del calendario impegnativo delle nostre competitor, che infatti hanno subito rovesci significativi, ma noi siamo riusciti a fare meglio. Oramai i siti specializzati a prevedere il futuro fornisco percentuali di probabilità di accesso ai play off simili a quelle che aveva prima del drop out il candidato presidenziale Robert Kennedy Jr. Nonostante il perverso meccanismo di Manfred sia concepito per mantenere a galla quanto più possibile anche le squadre più mediocri, non riusciamo neppure ad approfittare di queste favorevoli condizioni. 

Ieri notte abbiamo perso contro una squadra in corsa per il terzo posto Wild Card del Senior Circuit. In questa circostanza i Red Sox 2024 hanno ribadito una loro caratteristica di fondo:  avere difesa e attacco costantemente in opposizione di fase. Dopo aver avuto ad inizio agosto il periodo in cui i partenti non riuscivano a lanciare più di 6 riprese e il bull pen che crollava nel finale, ultimamente è l’attacco che sembra essere il problema più grande. Jarren Duran sembra l’unico con ancora un po’ di benzina nel serbatoio, ma non può farcela da solo, specialmente se uomini fondamentali come Ciccio Devers, non riescono a portare a casa due RISP in due inning consecutivi nel momento topico della gara.

Dalla bacheca l’ipercritico Davide contesta Cora per aver sostituito una Cooper Criswell dopo quattro inning perfetti. Fra l’altro risulta in buona compagnia perché l’episodio figura su tutta la stampa specializzata che ha messo sotto accusa il manager portoricano. Cora non è nuovo a scelte difficili da spiegare a posteriori che a volte causano catastrofi, ma altre volte pagano con gli interessi. Tuttavia ritengo che tutti avrebbero giudicato questo episodio con molta più indulgenza se solo l’attacco avesse fatto il suo dovere. Come potrebbero infatti una paio di inning in più lanciati da Criswell bilanciare un attacco che nelle ultime 10 partite batte 205/.246/.357 e realizza una media di 2,90 punti a partita. E’ credibile che avremmo ottenuto un record diverso dal  3-7 che ci condanna ad andare a letto presto a ottobre?

Le prestazioni offensive fanno ancora più tristezza perché nell’ultimo turno di rotazione i nostri partenti si sono ripresi e hanno concesso solo 4 ER in 30.2 inning. Parlo di punti guadagnati sul lanciatore, perché l’emorragia di punti dovuti a errori della difesa non è stata ancora arrestata. Ieri notte I Red Sox hanno superato quota 100 negli errori stagionali, conducendo con ampio margine questa imbarazzante classifica. Altro fattore che contribuirà a definire l’analisi e il giudizio su questa stagione

Comunque sapete che vi dico? Non è finita finché non è finita. La logica e la statistica non ci lasciano molti margini, ma rimanendo 4 settimane e 4,5 partite da recuperare, la matematica ancora non ci condanna. L’attacco è strano, a volte, dopo lunghi periodi di slump, si svegliano all’improvviso, potrebbe ancora accadere. Si parla di un ritorno in campo di Story, magari riuscirebbe a raddrizzare un po’ la difesa. Anche il closer del futuro, Liam Hendriks, potrebbe tornare in formazione entro la settimana, aiutando un esausto bullpen. Magari tutto potrebbe contribuire a riportare alla normalità un orribilmente deficitario record casalingo e così la sfanghiamo. Chi siamo noi per porre limiti alla provvidenza?

Confido che atleti professionisti diano il meglio anche se posta in palio è piuttosto misera, come la coppa dei mediocri. Fra un mese (o poco più) tireremo le somme di questa stagione, ma l’analisi che ne faremo dovrebbe prescindere del tutto dal risultato finale di questa WC race.  

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