Lancio caldo e mazze fredde

Abbiamo decisamente rallentato negli ultimi giorni, raggranellando troppe sconfitte che potremmo definire “apparentemente casuali”, quelle cioè che avrebbero potuto essere vittorie,  se solo un paio di particolari fossero andati per il verso giusto. Il fatto è che questo tipo di sconfitte sono effettivamente casuali, se rimangono episodi isolati, se viceversa si manifestano troppo spesso probabilmente sono l’indice di un problema sottostante.

Dopo non aver inopinatamente completato la sweep con i Giants, il programma prevedeva la visita a Minny, la franchigia più calda del momento, in serie positiva dà 10 partite. In gara uno schieriamo Houck, l’attuale asso della rotazione, che, nonostante non sembri al suo meglio, ci tiene in partita fino al settimo. Entriamo nella parte bassa del settimo sotto di un punto e Houck concede un paio di linedrive consecutivi, che Cora avrebbe potuto interpretate come segni premonitori di quanto sarebbe accaduto. Nel turno successivo Willi Castro mostra il bunt e tocca la palla verso sinistra. Un buon colpo. Quando McGuire si avventa sulla palla è in forte ritardo, è in una posizione precaria ed è anche molto sbilanciato. Dovrebbe accontentarsi dell’out in prima, ma disgraziatamente tenta di avviare un doppio gioco in seconda. Questa decisione piuttosto avventata ha provocato diverse conseguenza: un errore, ha fatto entrare il secondo punto per Minny,  ha messo a rischio l’incolumità fisica di Rafaela, travolto da Santana che scivolava in seconda, e ha posto fine alla partita di Houck, finalmente avvicendato da Cora. Troppo tardi. Al termine dell’azione le probabilità della nostra sconfitta erano del 92,8%. Ci voleva una reazione straordinaria per ribaltare la situazione, ma i due punticini realizzati all’ottavo sono stati troppo poco e troppo tardi.

In gara due partiamo sfavoriti perché non possiamo schierare un partente da schierare e quindi dobbiamo ricorrere al bullpen. I ragazzi non se la cavano affatto male, specialmente Bernardino e Weissert. Andiamo in svantaggio 2-1 al quarto, quando Booser incassa un solo homer e 3-1 al sesto quando Slaten porta Castro in terza con due lanci pazzi consecutivi e a casa con un Sac fly. Il problema però è che manca il run support. Pur producendo lo stesso numero di valide dei nostri avversari ci manca il clutcher che piazzi una valida pesante. Quando Devers, al settimo, con le basi cariche, 2 out e il conto pieno, gira a vuoto per lo strike out  che conclude l’inning si capisce che non è serata e che la streak di Minny arriverà a 12W.

In gara tre Cora mette la palla in mano a Cooper Criswell che alla fine risulterà il lanciatore vincente (4.1 IP, 1 R, 1 BB, 5 K, 5 H). Su Criswell ho scritto dei commenti ingenerosi che sono estremamente lieto di dovermi rimangiare. I Boston Red Sox lo hanno ingaggiato senza troppi clamori nel dicembre 2023, finalizzando una delle prime iniziative della nuova amministrazione Breslow, che all’epoca non sembrava affatto rispondente alla promessa di andare “a tutto gas”, anzi era molto al di sotto delle aspettative. Avevo espresso l’auspicio di non vederlo, mai in azione, ma a causa dei ripetuti infortuni non sono stato esaudito e, sorprendentemente, i suoi out hanno contribuito a mantenere le statistiche di lancio di Boston al top. Complessivamente Criswell, con un repertorio costituito da 4 lanci: Sinker (28.5%) Sweeper (27.6%) Changeup (25.7%) Cutter (18.2%), distribuiti in 20.2 IP, vanta ora un’ERA eccezionale di 1,74 e un ottimo Whip di 1,08. 

In questa occasione, eccezionalmente, l’attacco dei Red Sox ha deciso di partecipare alla partita, dando a Criswell un adeguato run support e mettendo presto al sicuro il risultato. Su tutti Rafael Devers (2 su 5 con 2 RBI) e Jarren Duran (2 su 5 con 2 run), quest’ultimo facilitato dal fatto di poter usare lo scooter che tiene fra le chiappe per correre sulle basi, un’opportunità che gli permette di aggiungere basi extra ogni volta che riesce a mettere la palla in gioco.

Purtroppo la vena ritrovata in attacco si è subito esaurita nel trasferimento ad Atlanta per giocare una miniserie con i Braves. In gara uno, persa per 4-2, i Red Sox veramente questo non è proprio esatto, l’attacco infatti si è fermato specificamente sul batting in, lasciando l’enormità di 13 (tredici!) uomini in base. Rende molto bene l’andamento della gara il confronto fra il Team RISP di Atlanta (1-4) con il nostro (1-14). La frustrazione è stata altresì acuita, dalla fantastica prestazione di Kutter Crawford (6 IP, 5 H, 2 ER, 6 K, 2 BB), probabilmente la migliore della stagione, che è andata completamente sprecata. 

Poi è arrivato il Chris Sale day e tutto è andato maledettamente secondo i pronostici: l’ex asso della nostra rotazione ha aspettato i Boston Red Sox per mettere a segno il miglior out dell’anno: sei scoreless innings (primo shutout 2024) con 10 K (prima prestazione a doppia cifra) e solo una 1 BB, abbassando la sua ERA da 3,44 a 2,95. Sale è stato così bravo, che per vincere non avrebbe avuto bisogno dello 0-6 Team RISP di Boston. A questo proposito prima o poi qualcuno farà caso alla latitanza di Ciccio Devers da questo punto di vista, che anche ieri ha collezionato un altro imbarazzante AB con il caldissimo Wong che era riuscito ad arrampicarsi fino al cuscino di seconda con il linedrive sul CF.

Dall’altra parte il ritorno sul monte di Pivetta è andato purtroppo secondo i miei personali timori. Sostanzialmente il nostro starter è andato subito a sbattere contro un muro chiamato Marcell Ozuna, che ne ha approfittato per riguadagnare la MLB leadership in HR (12) e RBI (38), mettendo a segno il suo secondo multihomer game della stagione. 

La partita si decide abbastanza velocemente. La parte bassa del primo inning sembrava conclusa quando Riley metteva una palla a terra in campo interno per un classico 6-4-3 DP, ma la chiamata in prima veniva ribaltata e Pivetta doveva tornare sul monte per finire il lavoro. Non l’ha presa molto bene visto che ha concesso un singolo e due HR back to back, che fissavano il punteggio sul 4-0 e di fatto concludevano l’incontro.

Alla fine di questa disastrosa trasferta la nostra classifica è molto peggiorata. I GB dalla vetta si sono incrementati a 5.5, mentre Tampa Bay, che affronteremo next week, si è fatta sotto. Molto possiamo recriminare per l’assenza di un giocatore come Triston Casas, la cui mazza, sono ragionevolmente sicuro, ci avrebbe aiutato a ribaltare molte di quelle partite che abbiamo sventatamente consegnato agli avversari. Sicuramente chi lo ha sostituito non lo ha fatto degnamente. Su Dalbec abbiamo finito gli epiteti ironici per stigmatizzare le sue prestazioni quando impugna il bastone (anche considerato che quando torna a giocare in 3A invece fa sfracelli). Purtroppo i tentativi del front office di risolvere il problema, Garrett Cooper e Dominic Smith, a parte qualche episodio, non hanno dato i risultati sperati. Resto comunque dell’idea che il nuovo dinamismo del Front Office per risolvere i problemi del roster, che ha comportato anche la breve meteora Zack Short (schierato in 2 game,  0 su 7 con 4 K), sia comunque preferibile all’immobilismo della passata amministrazione.

Per finire mi piace segnalare una nota positiva che, in questo periodo, ha limitato i danni delle deficienza in attacco e cioè l’esplosione con la mazza di Connor Wong, il quale, nelle sue prime 24 partite giocate, ha battuto .354/.379/.585, con 5 HR e 4 2B, confermando altresì una elevata velocità nella corsa sulle basi. Sono numeri finalmente molto significativi nella sua quarta stagione nei Red Sox, per un giocatore che deve scontare la circostanza di essere arrivato a Boston in seguito al famigerato scambio con Betts. Peraltro rimane confermato che dietro al piatto si fa spesso notare per la sua alta reattività e doti atletiche, come fatto vedere in maniera eclatante nella serie contro i Giants.

 

Share

Bilancio di fine Aprile

Torno a scrivere durante una bagnata festa dei lavoratori, dopo una pausa dovuta ad un’influenza fuori stagione, senza avere nessun tema particolare da sviluppare, nessun avvenimento eclatante da ricostruire e neppure un aneddoto divertente da raccontare. Così, in mancanza di meglio, potremmo fare un sommario bilancio del primo mese di campionato.

La stagione dei Red Sox, con il record di 17-13 .567, potrebbe essere giudicata mediocre essendo praticamente agli stessi livelli del 2023 (16-14 .533). Stavolta però c’è un fatto nuovo: i GB che ci separano dalla vetta della classifica sono solo 2.5 invece di 7.5. Questo dato da solo testimonia il livellamento verso il basso subito dalla AL east che passa ad essere il girone infernale della MLB a una comune division. Da una parte c’è l’inizio insoddisfacente di Tampa Bay e Toronto che performano ampiamente al di sotto delle loro aspettative e, dall’altra, le due battistrada, con 19W, non si discostano dai valori di quasi tutte le altre division.

Questa contingenza ci mette quindi nella condizione di poter guardare al futuro ancora con un filo di ottimismo, visto e considerato che i risultati sono stati ottenuti nonostante l’incredibile sequenza di infortuni che ci ha colpito, senza la quale sarebbe possibile illudersi di poter essere competitivi per un accesso ai playoff. Il problema però che l’incredibile sequenza non accenna ad interrompersi. Ieri notte infatti era atteso l’esordio stagionale di Grissom, che avrebbe dato a Valdez un po’ di “meritato” riposo, ma alla fine è giunta notizia che il giocatore, effettivamente ripresosi dall’infortunio muscolare subito, aveva contratto l’influenza.

Sembra proprio che uno degli dei del baseball si sia offeso con noi e perciò stesso si sia incaricato del compito di bersagliare i giocatori dei Red Sox con ogni tipo di maledizione. Sembra anche che abbiano fatto incazzare uno con  una mira micidiale. Solo ieri sera infatti, dopo aver messo fuori causa Grissom, si è adoperato per rovinare  l’esordio di Garrett Cooper (vedi il commento di Davide per dettagli), assunto per sostituire l’asfittico Dalbec sul cuscino di prima e, soprattutto, nel box di battuta. Una mossa che non poteva avere controindicazioni, giusto? E invece no. Cooper, dopo aver mostrato una certa ruggine nello swing, uscendo malamente al piatto nei primi due turni, alla fine del quinto inning è stato costretto ad uscire da un lancio sulla mano. Infruttuosamente va a correre per lui Bobby che, nei successivi turni alla battuta, non riesce a estendere alla sesta partita consecutiva la hitting streak realizzata recentemente. 

Cooper non è l’unico a soffrire per essere stato colpito alla mano. Yoshida infatti, che aveva avuto un buon momento dopo il freddo avvio di stagione, è dovuto uscire nell’ultima partita della serie contro Chicago, per lo stesso tipo di incidente, ed ora sembra che dovrà rimanere assente per un po’.

Ma oltre ai piccoli incidenti abbiamo anche cose più gravi. Finalmente è stato chiarita la natura dell’infortunio di Casas: frattura delle costole, provocata della forza del suo stesso swing. Questo non solo lo costringerà a stare assente per molte giornate, ma anche, verosimilmente, a modificare il suo programma di allenamento e l’approccio in partita. Chissà quale giocatore ci verrà restituito alla fine di questa vicenda.

Comunque se trovare una valida sostituzione di Casas sembra ancora lontana, neppure la vicenda di Story può essere accantonata senza rimpianti. Rafaela è un giocatore su cui Boston ha creduto di poter investire firmando con lui un contratto che lo vincolerà per diverse stagioni. Sembra naturale che quindi che Cora tenti di inserirlo in squadra come titolare inamovibile, ma questo tentativo ancora mostra punti deboli. In difesa Rafaela si è dimostrato prezioso, soprattutto da quando è passato al ruolo di interbase a tempo pieno. Sebbene ieri sera abbia commesso ancora un errore (fortunatamente ininfluente), la sua mano ha portato maggiore sicurezza in una squadra che necessitava di stabilità difensiva. Per restare in squadra tuttavia occorre avere presenze al piatto meno frustranti e nella partite del weekend contro i Cubs abbiamo visto finalmente una inversione di tendenza.

Sabato è entrato in campo dopo due partite consecutive a zero hit con una media di .156 è esploso portando a casa 7 RBI. Inoltre domenica è andato 1 su 4, con un doppio a destra nel sesto inning e procurando il punto della vittoria per 5-4 walkoff. Piccoli passi.

Insomma, nonostante una eccellente rotazione che è stata falcidiata come i piccoli indiani di Agatha Christie, la nave incredibilmente ha continuato a rimanere a galla, anche perchè quelli rimasti (Houck e Cooper) si sono messi a fare i fenomeni. Ora si tratta “solo” di capire cosa  bisogna fare per placare l’ira degli dei e riprendere la navigazione. 

Nel frattempo però bisogna riconoscere che, nonostante l’incredibile sfiga, le cose sono migliorate rispetto allo scorso anno. Almeno abbiamo un front office che, scontate le ristrettezze economiche imposte dalla proprietà, si è mosso con raziocinio, cercando di mandare in campo una squadra almeno con una logica e senza giocatori fuori ruolo. Cora ha raccontato di avere seguito i ragazzi anche durante la stove league, e sembra che sia riuscito a selezionare un gruppo deciso a vendere cara la pelle. Come Skuffia credo anch’io che questo impegno sia apprezzabile e ci permetta di godere di una stagione con meno risentimenti delle precedenti.

Share

Cronaca minuziosa di una serie mediocre

Questo weekend otteniamo una sweep contro i Pirates, un’avversaria che contro di noi si è dimostrata piuttosto mediocre. 

Gara 1 è stata una facile vittoria determinata principalmente dallo squilibrio fra i lanciatori, Da una parte Bello, che ha sfoderato una delle sue migliori prestazioni, dall’altra il debuttante Quinn Priester, richiamato dai Pirates per turare il buco nella rotazione provocato dall’infortunio di Marco Gonzales. Il lineup di Boston ha dimostrato di trovarsi a proprio agio con Priester, un lanciatore che la scorsa stagione aveva giocato dieci partite subendo dodici fuoricampo, facendolo scendere dal monte dopo appena 4.1 inning dopo aver spedito 3 palle oltre la recinzione: una coppia di solo homer back to back di Abreu e Casas per aprire le danze al primo, e un’altro da due punti al quarto di Rob Refsynder per chiudere i giochi al quarto. Abbiamo rivisto volentieri Reifsnyder, al suo debutto stagionale, dopo essere uscito dalla IL, che ha terminato ⅖ con 2 RBI.

Dall’altra parte Bello, dopo essere uscito nel primo con un K, da una situazione di uomini agli angoli per un errore dell’interbase Raffaela, ha proseguito in crescendo, completando una shutout di 6 inning completi. 

Giunti al nono In una situazione di completo controllo, Cora ha fatto salire sul monte Cam Boozer, un mancino trentunenne appena subentrato nel roster a Joe Jacques messo DFA. La strada che Boozer ha dovuto percorrere per arrivare ad esordire nelle major è stata romanzesca e costellata da una serie incredibile di avversità. Potrebbe essere benissomo materiale per l’ennesimo film sul sogno americano, basato su una storia vera. Tuttavia se alla fine ha ottenuto il suo obiettivo della vita, sicuramente si tratta di un uomo dotato di una immensa determinazione. Spero che tu possa fare tanto per te stesso e per noi

Prevaliamo anche in Gara 2 per un assoluto dominio sul monte. Kutter Crawford (6.0 IP, 7 H, 3 BB, 6 K, 1 ER) allunga la sua serie di partenze straordinarie riuscendo, questa volta a lanciare per 6 inning e piazzandosi al primo posto nella ERA del baseball. Devo fare ammenda per le analisi di precampionato quando, dopo il deludente esito della corsa per arrivare a Yamamoto (fallito per mancanza di adeguate risorse economiche), ho definito il front office dei Red Sox affetto da encefalite letargica. Mi sembrava assurdo che Breslow, preso per rafforzare il pitching, progettasse di affrontare il 2024 con la stessa rotazione dell’anno precedente. Mi sbagliavo. Il problema evidentemente era il pitching coach, perchè ora disponiamo di una rotazione assolutamente straordinaria, ancorchè formata dagli stessi uomini.

Il problema però ora ce lo abbiamo in battuta, ed è un problema senza soluzioni. Fortunatamente, nel contingente, si è svegliato Yoshida che ha fatto 3-4 con 2 RBI, un doppio e un fuoricampo, risolvendo il match quasi da solo. 

Durante la partita tuttavia abbiamo perso anche l’ultimo slugger:Casas, che è uscito per dolori al torace e il giorno dopo è stato messo nella IL 10d. E’ un vero e proprio dramma. Che si tratti di un problema alla gabbia toracica o ad un obliquo, si tratta di problemi che possono essere entrambi fastidiosi e di lunga durata. Semplicemente non ce lo possiamo permettere quando l’intera squadra è falcidiata dagli infortuni. C’è un solo lato positivo. Per la gioia di Davide vedremo ancora Bobby Dalbec scendere spesso in campo, molto spesso, forse per l’intera stagione. Difficilmente però correremo il rischio che si faccia male correndo sulle basi. 

Ultima nota curiosa. Cora, all’ottavo, ha sentito il bisogno di provare ancora Joely Rodriguez (0,2 IP, 1 H, 1 HR, 1 R, 0 BB, 1 K).  Joely ha ricambiando la fiducia concedendo subito ai Pirates la possibilità di riaprire la partita per i Pirates. Non riesco a immaginare quale sia scopo di questi esperimenti, ma sappiamo che il nostro manager agisce per vie imperscrutabili.

Per gara finale il matchups dei lanciatori è decisamente a nostro sfavore. Non essendo disponibile  un partente titolare dobbiamo iniziare la partita con Josh Winckowski (3.1 IP, 3 H, 0 HR, 1 R, 0 BB, 1 K), per affrontare un campione del mondo (eh già nel ‘23 giocava con i Rangers): Martin Perez, nostra vecchia conoscenza. Inoltre, per tentare di disputare una partita equilibrata schieriamo Heineman come DH, anche se non sarà sufficiente.

Dopo aver subito un punto al primo, segniamo due punti al terzo. Martin, in difficoltà con corridore agli angoli, chiude senza ulteriori danni eliminando al piatto Wong e Dalbec. Arriviamo alla parte bassa del quarto, che inizia con un errore di tiro di Raffaela, che graziosamente il classificatore registra come single. Fortunatamente la palla raggiunge la recensione, rimbalza e torna in campo consentendo a Reyes di cogliere il corridore out in seconda. Finisce cos’ la partita di Winckowski rilevato da Cam Boozer, che comincia a sparare fucilate che ci procurano qualche capello bianco per un pessimo controllo. Dopo aver concesso due singoli riesce comunque a concludere, senza incassare punti, con un K.

Con il quarto inning finisce la partita di Perez e anche quella dei Pirates, che si dimostrano ancora una squadra mediocre e fallosa. Noi segnamo altri 4 punti, mentre il ns bullpen chiude tutti gli inning senza sbavature.

Share

Harry, ti presento Sally…

Chi ha una certa età, forse ricorda la famosa commedia di Rob Reiner citata nel titolo. Il film, uscito nelle sale all’inizio degli anni novanta, riscosse un forte un successo di pubblico e di critica e fu particolarmente apprezzato per l’ironia dei dialoghi che coinvolgono protagonisti e comprimari. All’inizio conosciamo Marie, l’amica del cuore di Sally, invischiata in una relazione con un misterioso uomo sposato, fonte di costanti delusioni, ma che non riesce a separarsene benché tutti sappiano, e glielo ricordino continuamente, che “Non lascerà mai sua moglie”.

L’ho rivisto recentemente in TV e la situazione di Marie, mi ha ricordato molto quella in cui viviamo noi frequentatori di questo blog, invischiati in un’altra terrificante stagione dei Red Sox, che a metà aprile già sembra senza priva di speranza alcuna. Da quasi un lustro la nostra squadra del cuore infatti non è altro che una fonte di costanti delusioni, e invece di vedere la luce ci sembra che il trend marchi un costante peggioramento.

La questione principale riguarda la scarsa propensione di Harry (inteso ora come il maggior proprietario del Bosox) a rendere disponibili adeguate risorse economiche, atte a rinverdire i fasti dei primi due decenni del secolo. Mr. Harry infatti spenderà, nel 2024, circa 179 M$ di monte ingaggi, un importo deludente, che ci colloca in 12° posizione nel baseball, molto lontano dalle cifre che spendono i pigiamini e i puffi.  Non abbiamo mai speso più di loro ma certamente provoca delusione che tale importo potrebbe essere incrementato di oltre il 50% prima di varcare il limite oltre il quale scattano le progressive sanzioni MLB denominate tassa di lusso.

Per altri versi la delusione deriva dal fatto che questo importo è anche indirizzato in maniera pessima, visto che oltre il 32% degli ingaggi contrattualizzati dal Front Office per il 2024, sono destinati a giocatori che, durante questa stagione, non apporteranno alcun contributo.  Stiamo parlando infatti delle risorse destinate a remunerare Sale,che lancerà contro di noi con la casacca degli Atlanta Braves, più Giolito e Story, che resteranno in IL per tutta la stagione. Ma questa è solo la punta dell’iceberg della situazione infortuni. Due pedine su cui Cora faceva affidamento, Grissom e Refsnyder, ancora devono esordire e non passa giorno che la IL registri nuovi ingressi (Pivetta, Martin, Campbell, Romy Gonzalez, ecc), mentre altri sono costretti a stare in panchina o ad un utilizzo parziale e intermittente, per infortuni di minore entità.  Per esempio nella gara di martedì, persa agli extra dopo la prima blow save di Jensen, sono usciti prima della fine Garrett Whitlock e Rafael Devers, assente anche ieri.

Tutto questo per dire insomma che il valore della squadra che scende veramente in campo è ben diverso e inferiore da quello certificato dal payroll. Tanto inferiore che, tornati a casa con un record di 7-3 ottenuto sulla West Coast, i Red Sox hanno sprecato del tutto la possibilità di consolidare il lusinghiero risultato di inizio stagione, ottenendo, nello homestand di 10 partite contro avversari non proprio ingiocabili, un misero  3-7 che vale loro il ritorno nella condizione abituale di ultimi in classifica.

Tuttavia anche se Boston non riesce a schierare la sua formazione migliore a causa dell’elevato numero di infortunati, resta comunque il fatto che il livello di difesa mostrato è inaccettabile per qualsiasi club di grande lega, avendo collezionato 20 errori in 20 partite, raggiungendo l’incredibile media stagione di 162 errori. I Red Sox hanno un record di 2-9 nelle partite in cui commettono errori e di 8-1 quando la loro difesa è perfetta. La stragrande maggioranza sono responsabilità del campo interno, dove l’assenza di Story si fa sentire oltre il dovuto, anche perché Cora continua a provare il giovane Hamilton che (quasi) ogni volta ricambia l’investimento con disastri, che, evidentemente e retroattivamente, causano ulteriori disastri, in una spirale discendente che sembra non avere fine. Sembra che il grande Alex sia di nuovo vittima della sua ostinazione.

In tutto questo fango tuttavia  c’è si può trovare un diamante e cioè la fantastica prestazione di  Tanner Houck che  mercoledì sera, proseguendo nel suo fantastico inizio di stagione (1,85 ETA),ha realizzato un “Maddux”. Questo è il nome che si attribuisce a uno shutout ottenuto in non più di 100 lanci, in onore di quello che il grande Greg Maddux era solito fare ai suoi tempi ad Atlanta. Noto anche come ” Mad Dog ” e ” the Professor”, 355 vittorie in carriera e otto selezioni All-Star, è stato il primo lanciatore nella storia della MLB a vincere il Cy Young Award per quattro anni consecutivi (1992–1995).

Mercoledì Houck non è mai stato messo in difficoltà. Nessun avversario è arrivato in posizione punto e h concesso solo 3H, 0 BB 9 K valide e ha concluso alla grande, eliminando gli ultimi 13 battitori che ha affrontato e 16 degli ultimi 17. Per fare tutto questo gli sono bastati solo 94 lanci, nella partita più più breve (1:49’) dal 24 maggio 1975.

Houck è diventato il primo partente, in quasi due anni, a lanciare uno shutout completo – Michael Wacha è stato l’ultimo nel 2022 – e il primo a farlo al Fenway da Brian Johnson nel 2017. È anche diventato il primo lanciatore dei Red Sox a registrare un “Maddux” da Clay Buchholz nel 2014.

Share

La sfiga ci vede benissimo

Comunque vada, sembra proprio che alla fine di questa stagione vedremo i Red Sox giocare i playoff. Infatti, benché l’accesso ai playoff sembra un miraggio per la squadra di Alex Cora,  potremmo rivedere quella di Tito Francona di venti anni fa. E’ stato annunciato che Netflix renderà disponibile un documentario che ripercorrerà la straordinaria e storica stagione della squadra che seppe rompere la maledizione del bambino, effettuare la più straordinaria rimonta nella storia del baseball e il ritorno del titolo WS a Boston dopo 86 anni. 

Ma Netflix dedicherà attenzione anche alla squadra attuale. Per la prima volta una squadra della MLB sarà seguita nel corso di un’intera stagione, ricavando una docuserie che offrirà agli spettatori una finestra su uno degli ambienti sportivi più competitivi. Netflix avrà accesso senza precedenti a giocatori, allenatori e dirigenti per tutta la stagione 2024 e la docuserie debutterà nel 2025. 

Probabilmente, per trovarla, dovrete guardare nella sezione horror. Prima della partita di sabato, i Boston Red Sox avevano perso tutte le prime quattro partite al Fenway Park in questa stagione, ma che sarebbero otto consecutive quelle dell’anno scorso. D’altra parte nelle precedenti 20 partite casalinghe, dal 27 agosto, il record era stato 3-17 

Tuttavia giocando contro gli Angels la serie non poteva continuare. L’attacco Red Sox si è risvegliato nella partita di sabato, iniziata sul monte da Cooper Criswell, peraltro autore di una buona prestazione:  2 su 4 di Wilyer Abreu e ad un lungo homer da due punti di Triston Casas hanno fissato il risultato 7-2. 

Abbiamo sudato freddo domenica quando, dopo aver incassato un punto in entrambi gli inning finali, abbiamo salvato la partita 5-4. All’ottavo, Con corridori agli angoli, 1 out, e Martin indisponibile, Alex, con chiama Slaten sul monte, che sbriga la pratica con un solo lancio che ottiene. Una giocata che ha risolto la giornata anche se Jansen al nono caricava le basi e incassava un punto su SF. Il closer ha salvato tutte le occasioni che ha dovuto gestire, ma mostrando sempre problemi di controllo.

Nel matinee di oggi, in occasione della maratona, Cleveland, mostrando di essere di altra pasta rispetto ai californiani, ci ha lasciato a zero segnando 2 punti in tutte e tre gli inning finali. Purtroppo Bernardino ha sprecato l’ottima partenza di Crawford: 5.2 IP, 6 K, 2 H, 0 BB, che, non essendo mai supportato dall’attacco, deve ancora ottenere la sua prima vittoria nel 2024.

L’episodio della giornata è capitato all’ottavo quando due dei giocatori più importanti dei Red Sox si sono scambiati una capocciata monumentale correndo l’uno verso l’altro all’inseguimento di un pop corto sul campo sinistro. Devers correndo all’indietro ha colpito la fronte di O’Neill e, anche se entrambi i giocatori sono rimasti a lungo a terra per riprendersi, solo O’Neill, insanguinato, ha avuto la peggio e ha dovuto abbandonare, per farsi mettere otto punti di sutura. Il nostro miglior fuoricampista, primo con Ozuna a quota 7, resterà in osservazione per commozione cerebrale, lasciando in dubbio il suo status nei prossimi giorni.

Insomma già sapevamo che era una stagione di sofferenze, ma ora c’è la certezza che sarà anche sfortunata.

Share

Alla sagra dell’errore

Secondo Sergio Leone un vecchio proverbio messicano così recitava “Quando l’uomo con il fucile incontra l’uomo con la pistola, l’uomo con la pistola è un uomo morto”. Ecco nella serie con i Baltimora i Red Sox si sono presentati con la pistola e, sebbene siano passati in vantaggio in ogni singolo incontro, hanno subito una sweep umiliante nella serie di apertura casalinga della stagione.

 

Nel film, se vi ricordate, il proverbio veniva smentito perchè alla fine l’uomo con la pistola finiva per prevalere, ricorrendo allo stratagemma di portare una pesante lastra di metallo sotto il poncho, impenetrabile ai proiettili del Winchester. Fuor di metafora questo si traduce nel fatto che, per i Red Sox, la vittoria passava nella speranza di confermare le buone statistiche degli starter e del bullpen, ma soprattutto una difesa impeccabile o almeno molto meno fallosa. 

 

In gara uno Bello affronta Corbin Burnes, un vincitore del premio Cy Young e uno dei migliori lanciatori del campionato. Sapevamo in partenza che con un ragazzo del genere il punteggio resta basso e dovevamo colpire subito e tentare di arrivare al bullpen

 

All’inizio il piano sembrava funzionare alla grande. Dopo le cerimonie pre-partita, Bello ha rimandato in panchina tutti e tre gli Orioles affrontati nel primo inning. Nella parte bassa Tyler O’Neill ha continuato il suo infuocato inizio di stagione, battendo un solo homer sopra il Green Monster. 

 

Purtroppo il pareggio arriva subito. Bello non riusciva a contenere gli Orioles nella parte superiore del secondo e, con 2 out, una BB, una rubata e un doppio di Colton Cowser ripristina la parità. Le cose sono proseguite senza colpi di scena, con Bello che faceva registrare due eliminazioni veloci all’inizio del quarto. Se avessimo un decente terza base in squadra probabilmente il potente lungolinea sulla sinistra di Mountcastle avrebbe fruttato il terzo out, però in terza abbiamo Devers e Ciccio riesce solo a interporre il suo corpaccione, impedendo che la palla arrivi all’esterno. Ora si vede come le squadre forti sanno concretizzare le minime opportunità. L’inning potrebbe terminare due lanci dopo, quando Cedric Mullins colpisce un line drive verso l’esterno sinistro. Purtroppo Duran perde la palla passando dal sole all’ombra e l’errore porta due uomini in base con due out. Colton Cowser torna nel box nella stessa situazione del secondo ottenendo lo stesso esito. Gli Orioles vanno in vantaggio 3-1 e la partita, praticamente, finisce qui. Frutto di una difesa tutt’altro che impeccabile e di un Bello, in miglioramento, ma che non ha in repertorio il K salvavita che chiude l’inning.

 

In gara 2, senza il miracoloso Pivetta di inizio stagione, riusciamo a vanificare un vantaggio di 5 run, per un crollo che non ho la forza di rievocare, tanta è stata la delusione.  Arriva la finale, manca Ciccio per il riacutizzarsi del dolore alla spalla. Abbiamo sempre perso senza Ciccio, ma non possiamo perderle tutte senza lottare. I Red Sox hanno svuotato la panchina, rinunciando al battitore designato e usando quasi tutti i rilievi a  disposizione nel bullpen nel tentativo di salvare la finale di una frustrante serie di tre partite contro gli Orioles.

 

Ma non è bastato.  Boston entra in vantaggio per 2-1 nell’ottavo. Subito Pablo Reyes che sostituisce Devers, commette un errore inconcepibile in MLB,  su una battuta a terra di routine del giovane fenomeno Jackson Holliday. Nonostante questo i Sox hanno avuto l’opportunità di chiudere l’inning quando Rutschman ha battuto una tranquilla palla a terra su Rafaela, spostato in seconda dall’esterno centro. Sarebbe stato un facile doppio gioco di routine se  l’interbase Hamilton, ricevuta la palla, avesse toccato il cuscino di seconda. 

 

La carenza di esecuzione in difesa è  diventata una piaga abituale in queste prime 11 partite. Siamo primi  nella  Major League per aver incassato 15 punti non guadagnati. Solo gli Atletica,  con 15 errori, superano i nostri 13. A rendere il tutto ancora più frustrante è il fatto che migliorare la difesa rispetto alla scorsa stagione è l’obiettivo principale che si erano dati  Alex Cora e il suo staff tecnico.

Share

Ritorno trionfale al Fenway Park

Torniamo dalla west coast, una trasferta che spesso ha rappresentato l’inizio della fine di una stagione, con un bottino di 7W in 10 gare, eppure è difficile mantenere l’entusiasmo  e dimenticare che durante la vittoriosa gara 1 il nostro insostituibile interbase, perno della difesa in campo interno, è rovinosamente caduto sulla spalla sinistra, tentando di prendere in tuffo un line drive di Trout. 

Non è chiaro al momento quanto tempo Story dovrà stare nella IL, ma l’espressione di dolore dipinta sulla sua faccia subito dopo l’infortunio non sono un buon viatico. La sensazione è che potrebbe mancare per un tempo considerevole, addirittura per l’intera stagione, e questo è un problemone di difficile soluzione, che si va ad incistare in un settore, il campo interno, già alle prese con gravi carenze preesistenti.

Pablo Reyes, l’utility disponibile per tamponare le emergenze in campo interno è stato provato sabato e non poteva fare di peggio per causare la sua esclusione come soluzione a lungo o medio termine. 

In attacco è andato molto male. Cora, a cui ogni tanto vengono in mente idee immaginifiche, lo ha schierato secondo nell’ordine di battuta. Il risultato, 0 su 3, con tre strikeout, ha certificato che non c’era nessuna stramaledetta ragione per dargli il secondo maggior numero di AB della squadra. Magari un paio di quei K guardati sono arrivati su palle fuori dalla zona, ma caro ragazzo, questo non è il gioco in cui si guarda la palla, ti hanno dato una mazza sperando che tu la colpisca quella c..zo di palla, neh?. 

Ma il contributo nullo in attacco, dovendo sostituire uno che non attraversava un periodo particolarmente brillante nel batting, non è stato neppure il problema principale. Per capire quanto sia andato male in difesa potrebbe essere utile rievocare il sesto inning di gara 2, tanto per capire cosa ci possiamo aspettare nel futuro.

L’ottimo Greg Weissert, che ha dovuto rilevare Withlock già nel quinto risolvendo una situazione potenzialmente pericolosa, ottiene la sua terza e quarta eliminazione consecutiva, mettendo strikeout Aaron Hicks e pop ut Logan O’Hoppe per i primi due outs del sesto inning. Sembra tutto tranquillo, ma è solo la quiete prima del disastro. Rengifo batte una rimbalzante di routine nel buco tra prima e seconda. Valdez ci si avventa e arriva in tempa, ma subito inciampa nei suoi stessi piedi e si produce in un ridicolo tuffo-capriola durante il quale prova ad assistere in prima, sbagliando clamorosamente. Il classificatore, forse mosso a compassione, concede il singolo a Rengifo anche se, a mio parere, Valdez avrebbe avuto tutto il tempo di rialzarsi, guardarsi un po’ in torno, guardarsi le unghie, sbadigliare e comunque terminare l’inning, sparando in prima con grande comodità. Qualunque mediocre seconda base MLB avrebbe potuto completare quel gioco.

Nel seguito Rengifo sembra essere colto rubando con assistenza Wong Reyes, ma l’IR ribalta la decisione arbitrale (giustamente). Weissert va in vantaggio su Moniak, ma non riesce a chiudere e lo spedisce gratis in prima su BB. A questo punto c’è tensione per un inning che proprio non vuole finire. A Cora sembra il momento opportuno per scuotere il gioco, facendo entrare Campbell per sostituire Weissert. Una decisione abbastanza logica e usuale, ma che non produrrà i frutti sperati. 

Arriva ora Neto che batte una debole rimbalzante alla sinistra di che Reyes cattura la palla in modo pulito. Avrebbe tutto il tempo di assistere in seconda, ma per qualche motivo ritarda l’assistenza. Per prima cosa decide di fare almeno cinque passi verso la seconda, mentre ravana nel guanto alla ricerca della palla. Quando finalmente la impugna, anche lui dimostra poca freddezza e si produce in una debole assistenza sottomano in seconda, troppo lenta per eliminare Moniak che arriva salvo senza contestazioni.

Ora capita che mentre Reyes si sta divertendo a recapitare a mano la palla in seconda base, Rengifo supera la terza base e gira verso il suicidio a casa base. Perché lo faccia è un mistero. Forse voleva mettere pressione alla difesa. Forse pensava di essere in grado di arrivare facilmente a casa e diventare l’eroe della serata. Forse ha avuto un’improvvisa voglia di concludere un inning che si era protratto oltre ogni limite. Chi lo sa! Valdez, che ha ricevuto da Reyes, ha l’ennesima opportunità per completare un facile out sullo sconsiderato Rengifo che, giunto a metà corsia, capisce di averla fatta grossa.

Anche quando da piccolo giocavo ai giardinetti sapevo cosa si doveva fare in una situazione simile. Il seconda base deve impugnare bene la palla, avvicinarsi il più velocemente possibile al corridore fuori base, per costringerlo a fare una scelta su quale cuscino andare, assistere il compagno che copre proprio quel cuscino per completerà l’eliminazione o prendere il corridore in ballerina. Valdez, dimostrando per la seconda volta poca lucidità e apprensione, non fa nulla di tutto ciò e spara immediatamente a casa dando il tempo a Rengifo di fermarsi, girarsi e tornare in tutta sicurezza in terza.

Ora, contro la volontà degli stessi Angels che hanno fatto l’impossibile per farsi eliminare, le basi sono cariche e la puzza della paura si sente anche da Roma. Chiudere ora l’inning sarebbe un gran colpo per noi. Ma ora entra in scena Ciccio Pasticcio, che per non essere da meno dei suoi compagni di reparto, cicca clamorosamente l’ennesimo chopper, questa volta a opera di Rendon. Entrano quindi i due punti che decidono la gara e ci sono voluti solo quattro errori difensivi consecutivi per realizzarli!

Sappiamo che avremo sempre problemi con il guanto di Devers, ma, con quello che riesce a con la mazza, speriamo di compensare con gli interessi le sue defaillance. Sapevamo di avere problemi con Valdez, ma lui è già un sostituto di un titolare destinato a tornare in tempi ragionevoli. La sostituzione per tutta la stagione dell’interbase invece è un problema di un altro ordine di grandezza.

Se Reyes non è la soluzione, probabilmente neppure Hamilton lo è, sebbene quando è stato chiamato in fretta furia dalla Triple-A, per partecipare alla demolizione 12-2 degli Angels di domenica, ha brillato battendo un 2/4, con un HR. Se la prognosi dell’infortunio di Story fosse infausta, probabilmente l’opzione principale sarebbe quella di spostare Ceddanne Rafaela (da poco contrattualizzato fino al 2031) dall’esterno centro all’interbase. Rafaela infatti ha accumulato molta esperienza nel ruolo nelle leghe minori e bisognerebbe sicuramente provarlo. Avendolo visto all’opera in campo esterno, con giocate JBJ style, sarebbe comunque un indebolimento della squadra, ma la profondità che abbiamo con gli esterni renderebbe questa soluzione il male minore.

Per inciso occorre dire che dovrebbe essere del tutto escluso un impiego del giovane Marcelo Mayer, che al momento milita in High-A. Mayer è il miglior prospetto che abbiamo a disposizione nelle giovanili e, salvo sorprese, è destinato a ricoprire il ruolo di shortshop dei Red Sox in futuro. Nei mesi scorsi circolava addirittura l’ipotesi di testarlo in prima squadra, per qualche partita, già nel finale di questa stagione, ma il suo arrivo in questo momento è del tutto prematuro. Qui si discute di come sostituire un titolare e giocare con un impegno quotidiano e credo che ci sia l’ampia consapevolezza che ora non ha senso affrettare i tempi. Mayer non è ancora pronto per affrontare tutto ciò che comporta giocare in prima squadra. Sarebbe un male per il giocatore e un male per la squadra.

Ho dato molto spazio alle magagne perché, Dio non voglia, potrebbero avere effetti negativi a lungo termine, ma non posso chiudere senza dire quello che, a dispetto di ciò, ci permette di dire che le cose vanno molto bene:

  • I Red Sox sono quarti nella classifica degli homer di squadra con 13. Il caldo Tyler O’Neill (.357/.514/.893) è a pari merito per la leadership in campionato con 5HR con qualcuno che potreste aver già sentito parlare: Mookie Betts. Seguono Rafael Devers (due) e Reece McGuire (due). 
  • I Red Sox sono quarti in fWAR dalla posizione di catcher. I ricevitori dei Red Sox stanno colpendo .333/.366/.538.
  • Finora i partenti dei Red Sox sono stati i migliori (I MIGLIORI!) nel baseball, conducendo sia ERA (1,53) che fWAR. E’ anche vero che Cora li protegge facendoli per lo più scendere molto presto, potendo contare su un ottimo bullpen. Fa eccezione Tanner Houck che ha dominato la gara di domenica. Houck ha lanciato 12 scoreless inning nelle prime due partite di questa stagione concedendo solo 7H 2 BB con 17K.

Anche se gli Angels non sembrano competitivi certamente hanno rappresentato un test molto più significatico degli A’s e possiamo considerare positivo il bilancio di due su tre in trasferta. Tuttavia poichè un’altra sweep avrebbe potuto facilmente essere alla nostra portata anche un’altra spazzata devo dire che quella sconfitta di sabato brucia ancora un po’, perché ci avrebbe tenuto al top della classifica, seppur insieme agli odiati Yankees. Chissà se in futuro ne avremo ancora l’opportunità.

Oggi Red Sox aprono il Fenway Park per affrontare gli Orioles, campioni della AL East lo scorso anno. Ci sarà una cerimonia prima della partita per commemorare il 20° anniversario della squadra vincitrice delle World Series del 2004 e per commemorare Tim e Stacy Wakefield. Fortunatamente Schilling, che era stato invitato a presenziare, ha rifiutato l’invito. Schilling infatti che si è reso protagonista di diverse dichiarazioni imbarazzanti e controverse, specialmente in campo politico, ha recentemente violato la privacy proprio del suo compagno di squadra e sarebbe stato sicuramente fonte di imbarazzo.

Share

Esistono le sweep immeritate?

Dopo le sorprendenti positive prestazioni a Seattle, le partite nel disastrato e disabitato Oakland Coliseum hanno confermato il trend, anche se più per i risultati piuttosto che per la qualità del gioco.

Parliamoci chiaro, il subdolo e infame piano del proprietario John Fisher volto a trasferire la squadra nel deserto del Nevada, sta producendo i frutti sperati. Anche questa stagione avremo quindi una MLB a 29 squadre. Situazione che peraltro falsa l’equilibrio del campionato.

In queste condizioni giocare contro gli A’s può essere una pacchia, ma contemporaneamente nascondere l’insidia di essere costretti a lasciare loro una della trentina di W, che comunque otterranno entro la fine della stagione. Una W che mancherà al tuo record e non riuscirai a compensare.

Abbiamo effettivamente corso questo rischio. Dopo il rotondo successo in gara 1, propiziato però da 5 errori difensivi degli avversari, le due gare successive sono state molto serrate. Bello ha confermato le perplessità sollevate durante l’opening day incassando un paio 2-run homer, che avrebbero potuto compromettere l’incontro, poi vinto agli extras non senza patemi. L’attacco, se pur maggiormente asfittico è riuscito comunque a produrre i 5 punti necessari. La sera successiva tuttavia è stato quasi completamente silenziato, così noi fan europei, abbiamo potuto seguire in diretta un matinée, nel quale ce la siamo cavata per il rotto della cuffia. 

Eppure se uno giudicase la prestazione del nostro starter dal ruolino finale, non avrebbe un’idea esatta su come sono andate veramente le cose.  Effettivamente Pivetta ha lanciato un soddisfacente shutout da 5 inning, concedendo 5 valide e 1 BB con 3K. Questo però non ci dice quello che è successo nel quinto, quando Pivetta, ritrovatosi in una situazione di 2 on e 1 out, sembrava sul punto di crollare, con Joely “Disastro” Rodriguez che stava a scaldarsi nel bullpen, sembrava pronto a completare l’opera. Fortunatamente nel box  Zack Gelof che chiude l’inning battendo una palletta in DP. Tentiamo di perdere la partita anche l’inning, quando il solito Rodriguez, schierato contro i mancini, fa la sua solita porca figura (perchè non c’è Bernardino nel roster? Come potrebbe peggiorare le cose?). Anche in questo caso ne usciamo indenni perchè Cora lo tira via per l’ottimo Justin Slaten che ha eliminato tutti e quattro i battitori affrontati successivamente (tre groundout, uno fly-out). Sono 11 eliminazioni conscutive in due partite. Interessante questo Slaten che ha fatto vedere una fastball da  97 mph. Non riuscendo a incrementare in nessun modo l’esiguo vantaggio, siamo costretti a chiamare sulla pedana il nostro traballante closer che riesce tuttavia a chiuderla, con il punto del pareggio in seconda.

Cora dice che le buone squadre sanno trovare il modo di vincere questo tipo di partite. Sicuramente è vero, ma i Red Sox farebbero bene a trovare una maggiore continuità in attacco, perchè non potranno contare sempre su uno Zack Gelof che risolve loro i problemi.

Share

Ricomincio da Split

Mai avrei detto che, in questa stagione, ci sarebbe stato un momento in cui i Red Sox avrebbero avuto la seconda migliore rotazione nel baseball, eppure dopo 4 partite è proprio quello che è successo. Con un War pari a 0.7, siamo superati solo dai Dodgers (1,0).

Alla fine di questa serie di esordio possiamo essere soddisfatti riflettendo sul fatto che sia stata la buona prestazione di Bello nell’opening day quella meno convincente. Nick Pivetta e Kutter Crawford sono stati fantastici e anche Garrett Whitlock ha fatto vedere dei buoni numeri. Mi piace pensare che prestazioni così coerenti siano in gran parte dovute all’impatto del nuovo pitching coach Andrew Bailey. Se fosse veramente così ci divertiremo!

Un’altra nota positiva è determinata dal fatto che anche le quotazioni della difesa sono date in ascesa. Naturalmente è scontato che andrà meglio dell’anno horribilis 2023, ma l’anno scorso siamo andati così male che potremmo migliorare e restare comunque pessimi. Dopo le prime quattro partite abbiamo visto luci e ombre. In campo interno Story e Casas si sono confermati solidi, ma ogni volta che Raffy e Valdez devono usare il guanto dobbiamo farci il segno della croce. In campo esterno invece i progressi sono più marcati. Il due volte vincitore del Gold Glove Award Tyler O’Neill al posto di Verdugo, chiunque a posto di Yoshida, schierato stabilmente come DH, rappresentano grandi progressi.  Rafaela all’esterno centro ha sfoderato delle giocate molto buone. Se risultasse appena decente col bastone in mano, potremmo davvero aver trovato la quadra.

Considerando come sono andate le partite, il risultato finale di questa prima serie con i Mariners potrebbe apparire come un’occasione mancata. Siamo stati in vantaggio per 3-1 nella parte bassa del decimo nella partita di sabato sera e abbiamo perso. Venerdì abbiamo concesso un solo punto, quattro valide e in qualche modo siamo riusciti a perdere anche quella. Ma allargando un po’ il punto di vista, lo split di una serie di quattro partite in trasferta, contro i primi quattro partenti di Seattle, è così tanta roba che può anche essere visto come un successo. Vediamo se siamo in grado di confermarlo.

 

Share

Ci siamo

Mentre a Los Angeles, contea Orange, già si gioca, per vedere le calzette rosse in azione sarà necessario attendere fino alle 3 del mattino, quando al Safeco Field, in Seattle, scenderanno in campo per l’opening day. 

Si parte subito in salita perché le trasferte sul pacifico sono sempre insidiose e proprio i Mariners sono dei diretti rivali per accedere alla post season. Naturalmente sto scherzando, non c’è nessuna ansia per il risultato, semmai l’interesse è puntato sulle prestazioni di alcuni giocatori che, auspicabilmente, potranno progredire abbastanza da costituire il fulcro su cui costruire la futura squadra vincente.

Primo fra questi è il numero uno della nostra rotazione, Brayan Bello, che durante la offseason ha avuto l’opportunità di firmare un contratto di sei anni, con un’opzione di squadra per la settima stagione. Sembra un grosso impegno, ma, a ben guardare, vista la giovane età del soggetto, il nuovo accordo lo manterrà a Boston solo per una stagione in più rispetto alle condizioni precedenti. Per quanto ci riguarda non ci sarà alcuna differenza sul campo per moooolto tempo, fino al lontanissimo 2028,  quando potremo scambiarlo con Paul Atreides, prima che diventi il mahadi di Arrakis. Per il lanciatore invece la differenza ci sarà eccome, potendo contare su uno stipendio sicuro ogni mese e potrà quindi infortunarsi come tutti gli altri lanciatori dei Red Sox.

Se invece per miracolo Brayan riuscisse a rimanere sano, cosa potrebbe fare per noi? L’obiettivo principale dovrebbe essere quello di allargare il suo repertorio di lanci, composto, durante la stagione 2023, da 57% Fastball 24% Changeup 17% Slider 1% Cutter. Questo potrebbe consentirgli di migliorare 19,6 del suo K%, un valore troppo basso per essere accettabile per il lanciatore di alto livello che speriamo diventi.

Altro sorvegliato speciale è Triston Casas, un giocatore che, avendo appena compiuto 24 anni, potrà mostrarci cosa sa fare avendo raggiunto probabilmente il plateau massimo della sua forma fisica e mentale. Le statistiche della stagione 2023 sono state discrete, ma con una differenza molto marcata in senso positivo se guardiamo quelle relative al periodo successivo alla pausa di luglio (SLG 617 OPS 1034). Siamo ansiosi di capire se riuscirà a confermarsi a questi livelli. 

Tuttavia da questa notte non dovrebbero arrivarci indicazioni perchè in prima base partirà l’immarcescibile Bobby Dalbec. Cosa ci faccia Dalbec nel roster dei Red Sox è un mistero gaudioso, dopo quello che ci ha fatto vedere ogni volta che gli è stata data una ultima possibilità che lui ha sprecato come Zeno fumava le sue ultime sigarette. Sembra però che Dalbec, che contro i mancini ha una media di .273, possa coprire Casas che contro i LHP ha la fastidiosa abitudine di girare a vuoto. Non è neppure escluso di vederli entrambi in campo perchè Casas ha la versatilità di poter giocare in terza, quando e se Rafael Devers abbia bisogno di una giornata di riposo (o quando occorre affrontare un forte mancino sul monte). Esattamente come accade stasera contro Castillo. 

Ok, questo è tutto di quel niente che avevo da dirvi. Stanotte si comincia. Ci vediamo dall’altra parte.

Share