Allenamento alla battuta

Indubbiamente qualcosa è cambiato nella clubhouse dei Red Sox. Il negromante Alex Cora da Puerto Rico e il suo staff, quest’anno non si sono arresi alle avversità e hanno continuato a pasticciare con gli ingredienti, almeno quelli che la malasorte ha lasciato a loro disposizione, fino a quando la pozione magica alla fine è riuscita.

Dopo aver iniziato la stagione con una rotazione eccezionale lo staff tecnico è riuscito a registrare la difesa, riportando il tasso di errori in termini fisiologici, per una squadra così giovane e quindi ha aggiustato anche l’attacco. Abbiamo già riferito, in un commento precedente, il diverso approccio utilizzato per gli allenamenti della difesa, iniziato dalla trasferta a Tampa Bay un mese fa. 

Beh ora si scopre che in quella circostanza c’è stato anche un cambiamento per quanto riguarda l’allenamento alla battuta e bisogna dire che i risultati sono miracolosi. Per quanto riguarda il mese di giugno, dopo la vittoria in rimonta per 4-3 sui Blue Jays martedì sera, i Red Sox erano in vantaggio nella major league in media battuta (.296) a giugno, numero di valide (164) e OBP (372). Primeggiano inoltre nella Lega americana per basi rubate (24) e occupano la seconda posizione per SLG (.475) e Run scored (92).

In cosa precisamente sono cambiate le cose a Tampa? Prima di allora, in preparazione di una nuova serie, veniva tenuta una riunione piuttosto lunga, alla presenza di tutto l’attacco, dove venivano presentati punti di forza e di debolezza dei probable pitchers avversari. Questa liturgia è stata modificata a partire dalla trasferta di Tampa, riducendo sensibilmente la durata della plenaria, per poter tenere riunioni individuali con tutti e 13 battitori, per darw, caso per caso, una soluzione personalizzata. Questo diverso approccio si è dimostrato particolarmente utile con i rookie, poco avvezzi ad adattare al loro caso particolare, le informazioni generali date in plenaria. 

Detto così non sembra un’idea particolarmente originale, d’altra parte in ogni azienda del mondo vengono spesso affiancati dei tutor per i nuovi dipendenti, durante l’on boarding, un compito che probabilmente nelle organizzazioni MLB dovrebbe essere affrontato durante la permanenza nelle minors, dove evidentemente i nostri rookie hanno trascorso un tempo limitato e frammentario. 

Per ovviare a questo, ogni giorno, prima della partita, mentre i battitori vanno a effettuare le loro sessioni dell’allenamento in battuta nella gabbia di battuta, hanno check-in informali con l’hitting coach Pete Fatse, o gli assistenti coach Luis Ortiz e Ben Rosenthal o anche il coaching assistant for hitting strategy Joe Cronin. Tutti i giocatori sono coinvolti anche se non necessariamente con gli stessi coach e con la stessa intensità. Il materiale tecnico, come video or heat maps, è disponibile, ma ognuno utilizza cosa realmente  gli può essere utili. 

Le sessioni individuali alleviano la pressione dai battitori meno esperti e, consentendo loro di ottenere feedback più dettagliati, gli aiutano a migliorare in ogni aspetto, anche in fondamentali come lo swing, la posizione delle mani o dei piedi nel box di battuta. Il record di 16-11 ottenuto in questo periodo mostra che l’obiettivo sia stato colto appieno. L’attacco è decisamente decollato a giugno, specialmente per i più giovani come David Hamilton, AVG .288 con .796 OPS e 10 SB a giugno, o Jarren Duran, che è stato tra i migliori battitori delle major questo mese con una media di .353 e 1.005 OPS in 16 partite.

Dove ci condurrà tutto questo? Difficile dirlo. L’obiettivo minimo è quello di non arrivare ancora ultimi, ma questo sembra veramente alla portata, considerando anche che sarà difficile, almeno per i canadesi, riemergere dall’attuale depressione, con il carico degli enormi investimenti effettuati in termini di ingaggi. Ma mai dire mai è lo slogan che l’attuale formula della regular season ha reso attuale per tutti.

In un recente articolo apparso su Over the Monster, è stata analizzato, in maniera strutturata, un concetto che avevamo avuto occasione di scrivere anche nel corso della scorsa stagione: si può andare alle WS anche con record stagionali molto bassi come è successo l’anno scorso agli Arizona Diamondbacks (84W) e ai loro avversari, i Texas Rangers, che ne hanno vinte solo 90 dopo aver perso il primo posto della divisione dopo 139 delle 162 partite.  O anche ai Philadelphia Phillies l’anno precedente, finiti al terzo posto nella loro divisione con 87W, 14 GB sia ai Mets che ai Braves.

Insomma nell’epoca di Rob Manfred sembra proprio che stabilire i migliori record stagionali sia un ostacolo piuttosto che un vantaggio. Spietata in tal senso è l’analisi dei risultati di chi è entrato nelle LDS con un record di almeno 100W negli ultimi 3 anni: 

  • 2021 Giants: 107 wins, lost the LDS 3-2
  • 2021 Rays: 100 wins, lost in the LDS 3-1
  • 2022 Braves: 101 wins, lost the LDS 3-1
  • 2022 Dodgers: 111 wins, lost the LDS 3-1
  • 2022 Astros: 106 wins, won the LDS 3-0
  • 2023 Braves: 104 wins, lost the LDS 3-1
  • 2023 Dodgers: 100 wins, lost the LDS 3-0
  • 2023 Orioles: 100 wins, lost in the LDS 3-0

In 8 occasioni totali, solo gli Astros 2022 non sono stati eliminati. Davanti a queste evidenze è difficile criticare Mr:Henry che stringe i cordoni della borsa: meglio essere perdenti che coglioni. E poi potrebbe capitare anche di pescare il jolly ottenendo il massimo risultato con il minimo sforzo

Questo atteggiamento potrebbe allargarsi e non credo che instaurerà un circolo virtuoso, ma piuttosto un degrado verso il basso della qualità del meraviglioso gioco del baseball, come dice Faso. La modifica delle regole per l’accesso ai playoff che non protegge gli investimenti, rischia di essere l’eredità più pesante lasciata ai posteri da Manfred (il commissario MLB che odiava il baseball), molto più delle stupidate come allargamento delle basi

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Punto di svolta

Dopo l’insperato successo nella serie contro i Phillies, la successiva partita di venerdì notte poteva spalancare un baratro per i Red Sox. Verdugo presentatosi al Fenway come visitors, per la prima volta dal luglio 2019 accolto da bordate di fischi, ha inquadrato alla perfezione il primo lancio di Bello, sbattendolo verso le tribune dietro il CF. Girando sulle basi ha potuto mostrare appieno il suo grande risentimento verso la sua vecchia organizzazione, giustificando appieno la decisione di Breslow di cederlo a New York per tre lanciatori (Greg Weissert, Richard Fitts e Nicholas Judice) nel dicembre dello scorso. Nessuno desiderava che Verdugo vestisse ancora la casacca dei Red Sox, ma rompere un tabù per mandarlo a vestire pinstripes è stata una scelta gravida di rischi che si sono puntualmente verificati. Dopo questo fulmineo esordio la partita è andata di male in peggio, con Verdugo che ha registrato alla fine un 3/5 con 4 RBI e 1R. 

Bello, che era entrato in partita con un’ERA di 1,45 in cinque partenze contro gli Yankees, ma non è riuscito a proseguire la striscia positiva, anzi è stata un’altra serata nerissima non essendo riuscito a superare il quinto inning, consentendo 5R (4 ER) con 6H. 

Ora ci attendevano due gare in diretta nazionale, Il pronostico per la partita di sabato era infausto considerando il matchup fra Criswell contrapposto al partente dei MFY, Carlos Rodón, arrivato al Fenway Park con un’ERA di 2,93 in 14 partite in questa stagione, che era riuscito a contenere gli avversari a tre punti o meno in 13 di quelle 14 apparizioni.

E invece i nostri sono scesi in campo molto determinati e lo hanno colpito duro già con 3 punti nel primo inning per poi aggiungerne altri due nel secondo. Questa partenza a razzo ha dato il tono all’intera serata. I MFY hanno cercato di reagire mettendo a dura prova Criswell (4 IP, 3 H, 2 ER, 2 BB, 6 K) che dopo 88 lanci, ha costretto Alex Cora, ancora una volta, a rivolgersi al suo bullpen già al quinto inning. 

Il primo a salire sul monte è stato Justin Slaten, per contenere gli avversari sotto di due run, che schierano il loro turno alto. A posteriori si dimostrerà un punto di svolta della gara.  Il primo uomo affrontato, LeMahieu, arriva in base per un errore di Rafaela, schierato (inspiegabilmente?) di nuovo SS. Slaten ha poi caricato le basi con un out, con una scelta della difesa e due BB, concesse in sequenza a Soto e Judge. Con Verdugo al piatto, l’allenatore dei lanciatori Andrew Bailey ha visitato il monte per discutere su come affrontare la minaccia. Slaten afferma che sapevamo esattamente da quale parte del campo dovevamo andare per eliminare Verdugo. Effettivamente è stato sufficiente un lancio: un cutter da 93,4 mph, che Verdugo ha colpito duramente a terra sulla destra. La palla è intercettata, con un po’ di difficoltà da Dalbec, che poi si alza e spara a casa per forzare il secondo out. Un ottima giocata per Bobby! Slaten quindi affronta Giancarlo Stanton, lanciandogli cinque lente sweeper consecutive, con una velocità fra gli 83,6 e gli 85,6 Mph. Tutti i lanci erano fuori dalla zona, quasi tutti bassi e esterni a destra. Se l’ex slugger Stanton avesse fatto la bella statuina, avrebbe costretto Slaten a entrare dentro per non concedere il punto forzato, ma invece, cercando di ottenere il break decisivo, sul conto 2-2 ha girato a vuoto per la terza volta,  chiudendo l’attacco con il punteggio invariato, mentre il Fenway esplodeva per l’esultanza.

Fortunatamente i Red Sox non hanno fatto affidamento solo sui propri ottimi lanciatori, ma hanno ribattuto colpo su colpo negli inning finali. Slaten, a cui è stato chiesto un impegno di 47 lanci, il maggiore in tutta la stagione, è tornato in campo anche nel settimo e alla fine ha concesso un punto per un solo homer a Soto La battuta ha superato a malapena il Green Monster e ha portato la partita sul 5-3.  Prontamente i Red Sox hanno rimesso le cose a posto nella parte bassa dello stesso inning. Dopo che Yoshida ha battuto un doppio a destra,  Valdez, entrato come pinch-hitter, batte un line drive sull’esterno centro. Yoshida tocca il cuscino di destra e prosegue verso casa in competizione con un missile terra-terra tirato da parte di Judge. L’arbitro chiama salvo, sul filo di lana e la chiamata resiste al challenge degli Yankees: 6-3. 

Per iniziare l’ottavo Cora manda sulla collina Greg Weissert per arginare l’ultimo serio tentativo della sua vecchia squadra. Dopo aver eliminato al piatto Stanton, ha concesso due BB consecutive e un singolo per caricare le basi. Entra nel box LeMahieu, potenziale punto del vantaggio, che batte una rimbalzante in diamante, provocando un out in seconda molto chiuso. Nuovo challenge, anche questa volta la chiamata è mantenuta,  ma è entrato un altro punto: 6-4

Con due eliminati e corridori agli angoli, Cora non perde altro tempo e chiama Kenley Jansen, che si cucina il giovane fenomeno Anthony Volpe, con 4 cutter sopra i 90 mph, fino a quando si decide ad alzare una volata sull’esterno destro. Nella parte inferiore del frame, Raffaela batte un doppio e Duran lo porta a casa con un singolo ancora verso Judge. Questa volta il gigante è lento nei movimenti e impreciso nella mira, la palla casca in diamante raccolta da Trevino che non può impedire a Duran di conquistare la seconda. Duran avanza ancora  su un doppio gioco avviato da una rimbalzante di O’Neill e torna a casa per un pick off errato da parte del ricevitore.

Con il punteggio di 8-4 i Red Sox completano un’ottima prestazione, con un 1-2-3 inning magistralmente lanciato dal nostro closer. E così siamo arrivati domenica, ancora in prima serata in ESPN, Kutter Crawford contro Marcus Stroman. Crawford ha avuto brutte serate nel recente passato e il solo homer battuto da Judge nel primo inning sembra confermare le nostre paure. La squadra però ha deciso di contrastare la potenza con la velocità, dando vita a un fantastico festival delle rubate. Se ne conteranno 9 alla fine, di cui ben 4 ad opera di Hamilton, che ora ha un posto nella storia dei Red Sox. I battitori del roster attivo dei Red Sox hanno iniziato  domenica con il misero record di  6 su 42 (AVG .143) con due valide extra-base, quattro walk e nove strikeout contro il partente degli Yankees. Questa volta è stata un’altra storia. Stroman che è durato 5 inning e ha concesso quattro run, sette valide e quattro walk con 3 K. I Red Sox hanno rubato sei basi contro il catcher Trevino durante i 5 inning di Stroman.

Nella parte bassa del secondo Raffaela, che chiuderà 3/4, batterà 2 RBI per portarci in vantaggio alla fine del secondo. Poi la partita è segnata dalle rubate di Hamilton che raggiunge la terza al terzo e al quinto e giunge a casa sempre per merito di Devers. Sul 4-1 al sesto quanto Trevino batte un solo homer e Volpe accorcia ancora su WP. Queste sono le premesse per un settimo inning al cardiopalma. Comincia l’inning Bernardino, che non sarà efficace come al solito, concedendo due singoli consecutivi a Verdugo e Stanton, seguiti da un errore di Smith che porta Rizzo in prima, riempiendo le basi con 0 out.  

Entra  Zack Kelly che affrontando  Torres, va sotto 3-0 nel conteggio. Torres guarda i lanci 4 e 5 che attraversano centralmente la zona, aspettando il punto forzato del pareggio, per poi girare a vuoto una sweeper bassa   da 83,6 mph. Torna Trevino nel box, ma va fuori in tre lanci, prima guardando un cutter filo piatto, e poi girando altre due sweeper fuori dalla zona. Per affrontare LeMahieu Kelly utilizza esclusivamente cutter. Va sotto 2-0 nel punteggio perchè l’arbitro ha giudicato male il primo lancio, ma poi  va dentro la zona senza alcuna remora, fino quando l’avversario batte il lancio 4, un cutter da 91,8 mph esattamente al centro della zona,  facile preda del CF.

Lo scampato pericolo mette le ali ai nostri che nella parte bassa: Duran va gratis in prima base, Hamilton è preso al volo, ma due singoli consecutivi di Refsnyder e Devers, portano a casa un punto e due uomini in base. Va al box Wong, il ricevitore più veloce delle major, che batte un linedrive sulla destra. Verdugo, schierato come RF, cerca di protendersi per prendere la palla vicino al palo di Pescky , ma si dimostra lento e impacciato come quando giocava con la casacca biancorossa. La palla passa e porta a Wong un triplo e 2 RBI. Le facce nel dugout ospite diventano tetre e si vede che non vedono l’ora di lasciare lo stadio. I nostri però non ne hanno abbastanza e continuano giustamente a infierire fino a quando  Wong, tornato alla battuta, ottiene il singolo che fissa il punteggio sul 9-3.

E così i Red Sox hanno battuto gli Yankees e i Phillies – le due migliori squadre della MLB – in due serie casalinghe consecutive e, per la prima volta nel 2024, si trovano 2 partite sopra 500.  Se seguitano così il distacco di 3 e 3,5 GB per un posto wildcard è assolutamente gestibile. Triston Casas, che sembrava di buon umore durante la serie contro New York, progetta di tornare contro i Marlins 2 luglio. Dispiace per il dinamico duo che copre il cuscino di prima, che dovrà farsi da parte. Se anche ci volesse qualche giorno in più le cose potrebbero farsi molto interessanti. Quindi smettetela di tenere il broncio e seguite questa stagione, che potrebbe finalmente essere divertente

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L’appuntamento

Molto avanti nella stagione ci troviamo alla vigilia della prima serie durante la quale, quelli là, violeranno il sacro prato del Fenway Park. Finalmente siamo arrivati al nodo principale di ogni stagione ed è difficile capire come affronteranno tutto questo i nostri bipolari beniamini, che continuano ad oscillare fra entusiasmo e depressione.

Emblematica dell’attuale condizione è stata la marcia di avvicinamento a questo fondamentale appuntamento, un crescendo di difficoltà dovendo incontrare dapprima la peggiore squadra 2024 seguita da quella con miglior record NL. L’esito non avrebbe potuto essere più fuorviante. Non dirò nulla sulla partite giocate a Chicago southside, e sulla prima in casa con i Phillies, tranne che mi ha provocato abbondanti travasi di bile: errori, mediocrità, scelte di campo discutibili.

Le cose sono continuate sullo stesso andazzo fino al quarto inning di gara due quando, sotto per 4-0, improvvisamente si è accesa la luce, con Ciccio Devers che batteva in triplo a destra. Nell’inning successivo Hamilton ha avviato la più spettacolare rimonta stagionale e il gioco spettacolare è continuato anche in gara tre, durante la quale abbiamo domato una squadra che si è dimostrata veramente resiliente e fortissima.

In questo weekend le cose saranno ancora più difficili perchè i MFY sembrano davvero una corazzata inaffondabile e viene da chiedersi quale versione dei Red Sox scenderà in campo. Sarà la squadra mediocre che non riesce a scollarsi da quota .500 e che lotta per barcamenarsi  in una divisione difficile o sarà la squadra giovane e battagliera, in grado di creare problemi a chiunque, che è riuscita a mantenere un record di .500 nonostante l’incredibile serie di infortuni a giocatori chiave?

Certamente, dopo anni di vana attesa e dopo le promesse disattese nella off season, i fan hanno perso la pazienza e la serie con gli odiati rivali potrebbe essere un punto di svolta nella stagione e, più specificamente, potrebbe pesantemente influenzare l’atteggiamento del Front office, durante la prossima trade deadline, che è anche la prima volta vedrà che impegnato il nuovo chief baseball officer Craig Breslow. Ci si chiede se questo primo appuntamento verrà ricordato come un momento importante e decisivo nel plasmare il futuro del club, o se invece si seguiterà nella fiera dell’indecisionismo mostrata nelle due ultime stagioni.

Durante lo scorso fine settimana, il Financial Times ha pubblicato un’ampia intervista al principale proprietario dei Red Sox, John Henry, che ha fatto alcuni commenti urticanti sostenendo che i tifosi si aspettano di poter vincere ogni anno e facilmente si deprimono mentre bisogna accettare che le effettive probabilità di vittoria sono sempre esili: 1 su 20 o più probabilmente 1 su 30. Henry ha inoltre sostenuto che occorre resistere alla falsa convinzione, sostenuta da molti fan e media, secondo la quale si dovrebbe ogni anno ipotecare il futuro per il presente, un appello all’austerità dopo un “solo” lustro di astinenza! Infine Henry ha seccamente smentito la possibilità che i Red Sox sarebbero stati messi in vendita nel prossimo futuro.

Mi sembra che queste parole lascino pochissimi spazi alle speranze di un lieto fine, in quanto si afferma con brutale schiettezza che cambiamenti avvenuti al vertice sono indirizzati esclusivamente a farci piacere la minestra, perchè tanto la finestra da cui dobbiamo saltare sarà sempre la stessa. 

Anche se da tutto questo consegue che la classifica che avremo a fine luglio sarà ancora un fattore dirimente, ma solo per rendere più semplice il lavoro che Breslow dovrà comunque portare a termine, anche se non sappiamo precisamente quale sia.

Alla luce di ciò è possibile fare solo vaghe speculazioni in considerazione dei vari scenari possibili, tenuto conto che, per essere competitivi, occorre rimpiazzare le due pedine fondamentali che gli infortuni hanno tolto alla squadra base progettata questo inverno: Story e Giolito.

Per sostituire l’interbase i Red Sox hanno provato parecchie soluzioni da un mix di Hamilton e Rafaela, con lo stesso Hamilton che sembra aver assunto un ruolo più rappresentativo di recente dopo un inizio difficile. Inoltre c’è sempre la possibilità di usufruire più avanti nella stagione del giovane  prospetto Marcelo Mayer, dato in avvicinamento alle major. Dato che la difesa, bene o male, alla fine, sembra aggiustata e che trovare una mazza di grande impatto non è una mossa di facile esecuzione, potrebbe esserci una maggiore attenzione al mercato lanciatori.  Bowden non ha mancato però di mettere in guardia su quanto sia costoso e competitivo questo obiettivo. Anche se fosse possibile considerare lo scambio di giocatori di posizione come Nick Yorke e Matthew Lugo, appena promossi alla Tripla A, o l’utility Chase Meidroth e il prima base Niko Kavadas, le risorse potrebbero dimostrarsi comunque insufficienti per acquistare un braccio destinato anche solo alla metà della rotazione.

Se invece a fine luglio saremo sicuramente esclusi dai playoff, molto probabilmente vedremo partire per altri lidi giocatori destinati comunque alla free agency a fine anno, come Tyler O’Neill , Nick Pivetta e Rob Refsnyder, in grado di realizzare ottime plus valenze.

Viceversa la cessione di Jansen o Martin potrebbe non essere una mossa di smobilitazione totale, che potrebbe essere attuata in qualunque scenario. Jansen, uno dei migliori closer in circolazione, e Martin, un affermato set up man, sarebbero facilmente collocabili mentre, nel frattempo, il bullpen dei Red Sox, il nono miglior ERA del campionato (3,54), potrebbe assorbire sufficientemente bene l’impatto.

Occorre considerare che, a febbraio, i Red Sox hanno firmato un contratto biennale con Liam Hendriks mentre era in convalescenza dopo un Tommy John. Hendriks ha cominciato a effettuare lanci senza salire sul monte e, dopo una settimana di riposo programmata la scorsa settimana, ha iniziato a cominciare a innalzare la sua posizione di lancio. Se le cose andranno come sperato si apre a una concreta possibilità di un incarico di riabilitazione a metà luglio, andando a compensare la perdita di Jansen anche se la squadra fosse ancora in corsa per una wild card. 

Nel frattempo Slaten (2.84 ERA) o Weissert (2.93 ERA) potrebbero essere valide opzioni per il nono inning, come anche Brennan Bernardino (1.03 ERA), mentre il club gode di una buona  profondità nel bullpen con Zack Kelly, senza dimenticare le opzioni Isaiah Campbell e Josh Winckowski, attualmente collocate in Triple-A.

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La magica notte di Emmanuel Valdez

Quando leggo il lineup iniziale della partita non riesco a credere ai miei occhi: Valdez, che era stato richiamato da Worcester per sostituire O’Neill entrato in IL, figurava al quinto posto come DH! Santi Numi, avrebbe detto Snoopy, possibile che in tutto il roster non si trovi nulla di meglio? Refsnyder e Wong con la mazza sono a anni luce di distanza, e anche Romy Gonzalez si era fatto apprezzare più di lui. Anche se le opzioni alternative finiscono qui (perchè gli infortunati sono tanti e il roster resta sempre di 40 uomini), schierarlo con cleanup hitter, subito dopo Devers, continuava a sembrarmi un’assurdità.

Un aspetto positivo tuttavia mi sembrava di intravederlo. Richiamare in prima squadra il seconda base titolare di inizio stagione poteva mettere un po’ di pepe nelle mucose anali del nostro attuale titolare, che viaggia decisamente sotto le più nere aspettative. In effetti Grissom si è più che meritato una sveglia, per le sue prestazioni fino a qui decisamente deprimenti: dopo aver saltato le prime 32 partite della stagione, batte  .148/.207/.160, con una valida extra-base. UNA VALIDA EXTRABASE! Decisamente imbarazzante per un giocatore che veste la nostra casacca per consentire al nostro asso della rotazione di giocare il suo ultimo anno contrattuale ad Atlanta, in buona salute, dopo aver trascorso 4 anni in IL, e con prestazioni da CY Young, peraltro percependo da Boston una piccola integrazione al suo salario di 17M$.

Questo pensavo all’inizio della partita, ma ero scettico sulla buona riuscita del piano di Cora, visti i negativi pregressi di Valdez al piatto. Sono rimasto tenacemente arroccato sulla mia opinione anche quando, nella parte bassa del secondo inning, sul conto di  3 – 2  e 0 eliminati, Enmanuel Valdez ha battuto una palla a 106,4 mph, che ha percorso 399 piedi per atterrare nel nostro bullpen sul centro destra. Era il suo terzo homer stagionale  che riportava la gara in parità 1-1. Ma poi le mie certezze si sono rapidamente frantumate. Nel turno successivo Grissom si infortunava di nuovo al ginocchio sinistro, correndo invano verso la prima e quel diavolo di un domenicano ha continuato a battere come un tarantolato. Nel quarto batteva un leadoff double e arrivava in seguito a calpestare il piatto su Sac Fly. Nel sesto scagliava un’altra palla verso il Pesky’s Pole, per un altro 2 run homer. A quel punto le nostre probabilità di vittoria erano al 95,2%

Dovevo ammettere che c’era stata parecchia presunzione da parte mia!? Dimentico sempre che Alex sa, scruta l’iperuraneo con il suo terzo occhio interiore e ci guida saldamente nelle tempeste procellose, riuscendo sempre a tracciare la rotta verso un porto sicuro! ?

Valdez ha avuto quindi la sua notte magica (anche se in realtà a Boston si è giocato nel pomeriggio): un evento con molta probabilità risulterà irripetibile nella sua carriera, anche perchè molte circostanze a lui favorevoli, si sono allineate e hanno magnificamente cooperato al suo suo successo. Il secondo fuoricampo per esempio, caduto a una distanza stimata di 318 piedi aveva una expected batting average di 0,050. e non sarebbe uscito in nessuno degli altri 29 campi della MLB. 

Ma non non vogliamo certamente porre limiti alla provvidenza, che avrà modo, se del caso, di prodigarsi ancora per Valdez, destinato a scendere in campo per coprire il cuscino di seconda, per un po’ di tempo in futuro. Nel frattempo speriamo per lui (e anche per noi!) che sappia cogliere al meglio questa grande opportunità che gli è capitata.

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Progressi in difesa

Ho aspettato qualche giorno in più per commentare a valle della splendida sweep conseguita sotto il ridicolo tendone di St. Petersburg, contro i molesti raggetti, per avere le idee un po’ più chiare sulla nostra stagione. Dal punto di vista della classifica il nostro record (28 27 .509) ci consente ancora di avere aspirazioni per giocare ad ottobre, dovendo recuperare 2,5 GB da squadre come Kansas City e Minnie, potenzialmente abbordabili.
Vediamo meglio come si è determinata questa situazione. Un primo punto da evidenziare è che la serie dominata in Florida la scorsa settimana, oltre ad essere un unicum negli ultimi 5 lunghi anni, è stata anche la prima serie di tre partite, in questa stagione, in cui i Red Sox non hanno commesso neppure un errore. Non è stato un caso, ma il risultato di misure pianificate ed attuate con successo.
Dopo un inizio di stagione terribile, i Red Sox sono significativamente migliorati in difesa nel mese di maggio. A marzo/aprile, il club ha commesso 25 errori, corrispondenti a 28 punti non guadagnati incassati nel corso di 30 partite. Nelle 25 partite a maggio, lo stesso bilancio è stato di 14 errori, per 10 punti non guadagnati. Purtroppo, come quando si tira una coperta troppo corta, lo staff di lanciatori, che ha avuto un inizio di stagione buono come non mai, non è stato altrettanto dominante a maggio, mentre l’attacco ha attraversato uno slump terrificante. Quindi dopo la splendida vittoria per 8-3, ottenuta ieri a spese degli Orioles, il combinato disposto di tutte queste tendenze, ha portato ad un record di 11-14 a maggio, in regresso rispetto al 17-13 di marzo/aprile.
Ciò nonostante aver aggiustato la difesa è importante, perchè la squadra ha un record di 25-10 negli incontri in cui non concede punti non guadagnati. Questo potrebbe essere un buon viatico per il futuro, nonostante che, a causa del pessimo inizio, è ancora in testa in MLB nei punti non guadagnati (38) e al terzo posto negli errori (39).
Una parte delle carenze difensive potrebbe essere attribuita alla perdita per infortunio dell’interbase Trevor Story il 6 aprile. I Red Sox tentarono di sostituirlo con Hamilton, ma il ragazzo incappò in una serie di errori che rese critica questa soluzione. Pablo Reyes ed Enmanuel Valdez che si alternavano in seconda base con risultati modesti, mentre Vaughn Grissom era ancora nella lista degli infortunati. Anche l’interno di rincalzo, Romy Gonzalez è andato in IL poco dopo, seguito dal prima base Triston Casas .
In questo frangente la mossa più evidente per ottenere un miglioramento è stato lo spostamento di Rafaela nel ruolo di interbase a partire dal 19 aprile, anche se, in realtà, c’è stata una complessa combinazione di fattori. Rafaela ha iniziato da interbase per 14 partite consecutive, ma poi ha iniziato a condividere nuovamente il ruolo con il redivivo David Hamilton, iniziando da SS solo in 11 delle 19 partite successive.
Oltre a questo ci sono state anche altre mosse di roster: Reyes, Valdez e Dalbec sono stati tutti scambiati o opzionati per il Triple A, mentre Gonzalez e Grissom sono tornati dall’IL. I veterani Dom Smith e Garrett Cooper sono stati aggiunti per gestire la prima base. Devers, nel frattempo, ha commesso solo tre errori in terza base durante la stagione.
Ma non era ancora sufficiente. In uno sport dove si gioca tutti i giorni occorre trovare il tempo per sessioni di allenamento specifiche per migliorare le prestazioni difensive. I Red Sox, che tengono brevi sessioni difensive praticamente tutti i giorni, hanno puntato a ricavare sessioni più lunghe in trasferta.
Il punto di svolta è ancora una volta rappresentato dalla serie di Tampa Bay. I Red Sox erano reduci da una dura serie casalinga contro Cleveland, in cui hanno commesso quattro errori e concesso 7 punti non guadagnati. A questo punto Cora e l’infield instructor Andy Fox hanno deciso di prendere di petto la cosa e cercare di ottenere cambiamenti immediati.
In trasferta, i giocatori in genere arrivano allo stadio intorno alle 15:30 per iniziare a giocare alle 19:00, mentre la squadra ospite fa pratica di battuta e lavora sul campo tra le 17:00 e le 18:00. Il lavoro difensivo viene quindi svolto prima dell’allenamento in battuta, e dura solo 15-20 minuti. Non c’è molto tempo per approfondire o sistemare le cose.
Quel giorno a Tampa, Cora disse agli interni di essere al PNC Park all’una di pomeriggio. Chiese anche agli allenatori dei giocatori di venire presto, in modo che lui, Fox e l’allenatore di panchina Ramon Vazquez, in modo da poter stare in piedi in mezzo al campo, accanto ai giocatori, aggiungendo istruzioni e approfondimenti invece di essere loro a battere le palle a terra come al solito. La sessione consisteva in molte ripetizioni, giochi con la palla battuta, pratica di determinati posizionamenti sul campo, ripetizioni di gioco doppio e utilizzo di macchine in grado di replicare le velocità massime e il backspin.
Anche il coordinatore delle abilità mentali Rey Fuentes ha parlato con gli interni quel giorno, poiché alcuni dei problemi difensivi avevano chiaramente una componente mentale.
Ciò era particolarmente valido per Hamilton, che ha fatto passi da gigante rispetto al suo primo periodo di impiego, in seguito all’infortunio di Story. Il 26enne, noto per la solida difesa, ha commesso tre errori nelle sue prime 10 partite mentre con la mazza non era al livello di major league. Cora ha mostrato molta pazienza con Hamilton, come del resto ha fatto con i tutti i rookie in difficoltà nel corso degli anni come Casas o Jarren Duran. Cora ha ridotto il tempo di gioco di Hamilton, in coincidenza con i ritorni di Grissom e Gonzalez, ma il club ha scelto di non spedire Hamilton a Worcester, ma lo ha tenuto in prima squadra, con rare opportunità di battere o correre, ma per lo più ha guardato le partite dalla panchina per alcune settimane. Poi, completato il recupero psicologico, Hamilton ha iniziato 10 delle ultime 13 partite in seconda base, quando nelle precedenti 22 partite della squadra, aveva avuto solo tre apparizioni, diventando titolare di un posto fisso nell’angolo accanto a Rafaela.
Ora la difesa è tutt’altro che perfetta e ha ancora avuto ancora momenti difficili, ma i giorni critici stanno diventando sempre meno e la loro frequenza si è diradata. Il punto non guadagnato concesso lunedì a Baltimora è stata il primo dal 18 maggio: il progresso è evidente. Degli interni in campo a Pittsburgh quel giorno di metà aprile, solo Devers, Hamilton e Rafaela rimangono nel roster attivo. Ci sono stati passi avanti, c’è ancora molto lavoro da fare, ma almeno ora possiamo vedere una timida luce in fondo al tunnel.

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Una rondine non fa primavera.

Quando cominci a seguire il baseball da ragazzino, a me è capitato nella prima metà degli anni 70, una delle prime cosa che devi capire è che la qualità dell’avversario dipende soprattutto dalla qualità del lanciatore partente. E quindi capitava spesso in una serie di partite che ti facesse a pezzi la stessa formazioni che hai maltrattato il giorno prima.

Nel 2024 questa antica convinzione è stata messa a dura prova. All’inizio di una schioppettante stagione, i Boston Red Sox guidavano o si classificavano inaspettatamente vicino ai vertici della MLB in alcune statistiche: avevano l’ERA di squadra più bassa e un buon numero di fuoricampo, soprattutto a causa delle incredibili prestazioni di O’Neill.

Alla fine di aprile sembrava che tutto questo potesse darci una stagione da contender, ma una rondine non fa primavera e tutto è andato drammaticamente a rotoli. Dapprima è crollata la capacità di portare punti a casa, poi l’efficacia del bulpenn è svanita e infine, anche l’ultima buona statistica che aveva  ha resistito per un quarto della campagna e sfumata: I Red Sox possiedono più l’ERA più bassa del campionato avendo realizzato, negli ultimi 15 giorni, 4,07 a fronte dei 2,35 dei pigiamini che ci hanno soppiantato.

Ciò che rende tutto ciò particolarmente frustrante è stato l’incredibile spreco di ottime partenze e comunque buone prestazioni di tutto il pitching staff. I Red Sox avevano iniziato la partita di giovedì scorso con la migliore ERA nel baseball (2,77) e il miglior lanciatore titolare ERA nel baseball (2,54). Lo hanno fatto nonostante avessero scambiato Chris Sale con Atlanta, perdendo Lucas Giolito per tutta la stagione e Nick Pivetta, Brayan Bello e Garrett Whitlock per un numero compreso tra tre e cinque partenze.

Il recente ritorno dei titolari tuttavia è coinciso con uno sfaldarsi dell’attacco, aggravatosi particolarmente negli ultimi tempi. A maggio, la squadra ha una media di battuta di .223 (23 ° in MLB), OBP .288 (25 ° ) e 78 wRC+ (28 ° ). Hanno una media di 3,08 punti a partita (29 ) , migliore solo a quella di Cincinnati con 2,69 a partita.

Sebbene in queste temperie anche i migliori comincino a dare espliciti segni di cedimento, la causa principale è facilmente individuabile in alcuni punti deboli del lineup, che rendono facile la vita alla difesa avversaria, quando devono chiudere una frazione. In particolare i punti deboli sono facilmente individuabili:

  • Ceddanne Rafaela: purtroppo deve giocare perchè è il miglior interbase che la squadra abbia potuto schierare dopo l’infortunio di Story. Tuttavia i suoi numeri in attacco (.201/.233/.362) conditi da 41K a fronte di solo 8 BB, non compensano la sua buona prestazione difensiva.
  • Cooper & Smith: la coppia che ha avuto l’ingrato compito di sostituire l’insostituibile Triston Casas in prima base e in battuta, riescono a scendere in campo solo perché l’alternativa Bobby Dalbec sarebbe ancora più penosa. Tuttavia essere scelte migliori rispetto alle opzioni interne non rendono per questo le loro prestazioni accettabili. Queste circostanze rendono acuta la nostalgia per Justin Turner lasciato andare durante la offseason.
  • Vaughn Grissom: all’inizio di stagione ne aspettavamo l’esordio con ansia, per coprire l’enorme buco che avevamo in seconda base, tuttavia le aspettative si sono dimostrate esagerate di Boston, soprattutto in attacco. Vaughn ha registrato sei valide e due RBI in 10 partite con i Sox, e solo l’inizio ma particolarmente deludente, visto che per averlo stiamo pagando l’intero stipendio di Chris Sale per il 2024 per farlo giocare ad Atlanta.

Ora la situazione in classifica si è fatta grave. Siamo precipitati a -2 sotto 500, anche a causa delle recenti 4 sconfitte consecutive e non siamo ultimi solo perché i canadesi attraversano una crisi ancora più nera della nostra. Tuttavia la prospettiva di finire ancora all’ultimo posto si sta facendo ancora più concreta. 

Quindi, sebbene manchino ancora più di due mesi alla chiusura del mercato estivo, non è presto per pensare a quale approccio potrebbero adottare i Red Sox avendo cambiato il Front Office.

In questi ultimi due anni, i Red Sox sembravano sempre bloccati in una posizione di incertezza, se comprare o vendere. Parte di questa indecisione è stata innescata dal trovarsi ancora in corsa per una wild card, ancorché attardati, ma anche dai messaggi contrastanti che provenivano dalla proprietà. 

Emblematico di questo è stato il controverso scambio di Christian Vazquez nel 2022. Alla fine si è rivelato un affare avendo avuto come contropartita Wilyer Abreu, ma all’epoca colpì per le modalità poco rispettose verso un giocatore amato dai tifosi e perché, nel frattempo, si continuava a investire blaterando di voler veramente arrivare ai playoff. 

Possono succedere ancora molte cose nelle prossime 60 partite circa ma se l’attuale andazzo dovesse perdurare, come purtroppo è probabile, ci sono diversi giocatori che susciterebbero molto interesse fra i contenders, come Il closer Kenley Jansen o il set up Chris Martin, il partente  Nick Pivetta e l’outfielder Tyler O’ Neill. Ognuno di loro diventerà free agent  a fine stagione e solo Pivetta e O’Neill potrebbero essere presi in considerazione per un nuovo contratto. In particolare, una coppia testata a ottobre come Jansen e Martin potrebbe provocare una guerra di offerte tra i contendenti.

Il problema sarà nella gestione politica di una piazza che appare sempre più imbufalita per i risultati mediocri che seguono a proclami sempre più roboanti. Ogni riferimento all’andare a tutta birra è del tutto voluto e intenzionale.

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Lancio caldo e mazze fredde

Abbiamo decisamente rallentato negli ultimi giorni, raggranellando troppe sconfitte che potremmo definire “apparentemente casuali”, quelle cioè che avrebbero potuto essere vittorie,  se solo un paio di particolari fossero andati per il verso giusto. Il fatto è che questo tipo di sconfitte sono effettivamente casuali, se rimangono episodi isolati, se viceversa si manifestano troppo spesso probabilmente sono l’indice di un problema sottostante.

Dopo non aver inopinatamente completato la sweep con i Giants, il programma prevedeva la visita a Minny, la franchigia più calda del momento, in serie positiva dà 10 partite. In gara uno schieriamo Houck, l’attuale asso della rotazione, che, nonostante non sembri al suo meglio, ci tiene in partita fino al settimo. Entriamo nella parte bassa del settimo sotto di un punto e Houck concede un paio di linedrive consecutivi, che Cora avrebbe potuto interpretate come segni premonitori di quanto sarebbe accaduto. Nel turno successivo Willi Castro mostra il bunt e tocca la palla verso sinistra. Un buon colpo. Quando McGuire si avventa sulla palla è in forte ritardo, è in una posizione precaria ed è anche molto sbilanciato. Dovrebbe accontentarsi dell’out in prima, ma disgraziatamente tenta di avviare un doppio gioco in seconda. Questa decisione piuttosto avventata ha provocato diverse conseguenza: un errore, ha fatto entrare il secondo punto per Minny,  ha messo a rischio l’incolumità fisica di Rafaela, travolto da Santana che scivolava in seconda, e ha posto fine alla partita di Houck, finalmente avvicendato da Cora. Troppo tardi. Al termine dell’azione le probabilità della nostra sconfitta erano del 92,8%. Ci voleva una reazione straordinaria per ribaltare la situazione, ma i due punticini realizzati all’ottavo sono stati troppo poco e troppo tardi.

In gara due partiamo sfavoriti perché non possiamo schierare un partente da schierare e quindi dobbiamo ricorrere al bullpen. I ragazzi non se la cavano affatto male, specialmente Bernardino e Weissert. Andiamo in svantaggio 2-1 al quarto, quando Booser incassa un solo homer e 3-1 al sesto quando Slaten porta Castro in terza con due lanci pazzi consecutivi e a casa con un Sac fly. Il problema però è che manca il run support. Pur producendo lo stesso numero di valide dei nostri avversari ci manca il clutcher che piazzi una valida pesante. Quando Devers, al settimo, con le basi cariche, 2 out e il conto pieno, gira a vuoto per lo strike out  che conclude l’inning si capisce che non è serata e che la streak di Minny arriverà a 12W.

In gara tre Cora mette la palla in mano a Cooper Criswell che alla fine risulterà il lanciatore vincente (4.1 IP, 1 R, 1 BB, 5 K, 5 H). Su Criswell ho scritto dei commenti ingenerosi che sono estremamente lieto di dovermi rimangiare. I Boston Red Sox lo hanno ingaggiato senza troppi clamori nel dicembre 2023, finalizzando una delle prime iniziative della nuova amministrazione Breslow, che all’epoca non sembrava affatto rispondente alla promessa di andare “a tutto gas”, anzi era molto al di sotto delle aspettative. Avevo espresso l’auspicio di non vederlo, mai in azione, ma a causa dei ripetuti infortuni non sono stato esaudito e, sorprendentemente, i suoi out hanno contribuito a mantenere le statistiche di lancio di Boston al top. Complessivamente Criswell, con un repertorio costituito da 4 lanci: Sinker (28.5%) Sweeper (27.6%) Changeup (25.7%) Cutter (18.2%), distribuiti in 20.2 IP, vanta ora un’ERA eccezionale di 1,74 e un ottimo Whip di 1,08. 

In questa occasione, eccezionalmente, l’attacco dei Red Sox ha deciso di partecipare alla partita, dando a Criswell un adeguato run support e mettendo presto al sicuro il risultato. Su tutti Rafael Devers (2 su 5 con 2 RBI) e Jarren Duran (2 su 5 con 2 run), quest’ultimo facilitato dal fatto di poter usare lo scooter che tiene fra le chiappe per correre sulle basi, un’opportunità che gli permette di aggiungere basi extra ogni volta che riesce a mettere la palla in gioco.

Purtroppo la vena ritrovata in attacco si è subito esaurita nel trasferimento ad Atlanta per giocare una miniserie con i Braves. In gara uno, persa per 4-2, i Red Sox veramente questo non è proprio esatto, l’attacco infatti si è fermato specificamente sul batting in, lasciando l’enormità di 13 (tredici!) uomini in base. Rende molto bene l’andamento della gara il confronto fra il Team RISP di Atlanta (1-4) con il nostro (1-14). La frustrazione è stata altresì acuita, dalla fantastica prestazione di Kutter Crawford (6 IP, 5 H, 2 ER, 6 K, 2 BB), probabilmente la migliore della stagione, che è andata completamente sprecata. 

Poi è arrivato il Chris Sale day e tutto è andato maledettamente secondo i pronostici: l’ex asso della nostra rotazione ha aspettato i Boston Red Sox per mettere a segno il miglior out dell’anno: sei scoreless innings (primo shutout 2024) con 10 K (prima prestazione a doppia cifra) e solo una 1 BB, abbassando la sua ERA da 3,44 a 2,95. Sale è stato così bravo, che per vincere non avrebbe avuto bisogno dello 0-6 Team RISP di Boston. A questo proposito prima o poi qualcuno farà caso alla latitanza di Ciccio Devers da questo punto di vista, che anche ieri ha collezionato un altro imbarazzante AB con il caldissimo Wong che era riuscito ad arrampicarsi fino al cuscino di seconda con il linedrive sul CF.

Dall’altra parte il ritorno sul monte di Pivetta è andato purtroppo secondo i miei personali timori. Sostanzialmente il nostro starter è andato subito a sbattere contro un muro chiamato Marcell Ozuna, che ne ha approfittato per riguadagnare la MLB leadership in HR (12) e RBI (38), mettendo a segno il suo secondo multihomer game della stagione. 

La partita si decide abbastanza velocemente. La parte bassa del primo inning sembrava conclusa quando Riley metteva una palla a terra in campo interno per un classico 6-4-3 DP, ma la chiamata in prima veniva ribaltata e Pivetta doveva tornare sul monte per finire il lavoro. Non l’ha presa molto bene visto che ha concesso un singolo e due HR back to back, che fissavano il punteggio sul 4-0 e di fatto concludevano l’incontro.

Alla fine di questa disastrosa trasferta la nostra classifica è molto peggiorata. I GB dalla vetta si sono incrementati a 5.5, mentre Tampa Bay, che affronteremo next week, si è fatta sotto. Molto possiamo recriminare per l’assenza di un giocatore come Triston Casas, la cui mazza, sono ragionevolmente sicuro, ci avrebbe aiutato a ribaltare molte di quelle partite che abbiamo sventatamente consegnato agli avversari. Sicuramente chi lo ha sostituito non lo ha fatto degnamente. Su Dalbec abbiamo finito gli epiteti ironici per stigmatizzare le sue prestazioni quando impugna il bastone (anche considerato che quando torna a giocare in 3A invece fa sfracelli). Purtroppo i tentativi del front office di risolvere il problema, Garrett Cooper e Dominic Smith, a parte qualche episodio, non hanno dato i risultati sperati. Resto comunque dell’idea che il nuovo dinamismo del Front Office per risolvere i problemi del roster, che ha comportato anche la breve meteora Zack Short (schierato in 2 game,  0 su 7 con 4 K), sia comunque preferibile all’immobilismo della passata amministrazione.

Per finire mi piace segnalare una nota positiva che, in questo periodo, ha limitato i danni delle deficienza in attacco e cioè l’esplosione con la mazza di Connor Wong, il quale, nelle sue prime 24 partite giocate, ha battuto .354/.379/.585, con 5 HR e 4 2B, confermando altresì una elevata velocità nella corsa sulle basi. Sono numeri finalmente molto significativi nella sua quarta stagione nei Red Sox, per un giocatore che deve scontare la circostanza di essere arrivato a Boston in seguito al famigerato scambio con Betts. Peraltro rimane confermato che dietro al piatto si fa spesso notare per la sua alta reattività e doti atletiche, come fatto vedere in maniera eclatante nella serie contro i Giants.

 

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Bilancio di fine Aprile

Torno a scrivere durante una bagnata festa dei lavoratori, dopo una pausa dovuta ad un’influenza fuori stagione, senza avere nessun tema particolare da sviluppare, nessun avvenimento eclatante da ricostruire e neppure un aneddoto divertente da raccontare. Così, in mancanza di meglio, potremmo fare un sommario bilancio del primo mese di campionato.

La stagione dei Red Sox, con il record di 17-13 .567, potrebbe essere giudicata mediocre essendo praticamente agli stessi livelli del 2023 (16-14 .533). Stavolta però c’è un fatto nuovo: i GB che ci separano dalla vetta della classifica sono solo 2.5 invece di 7.5. Questo dato da solo testimonia il livellamento verso il basso subito dalla AL east che passa ad essere il girone infernale della MLB a una comune division. Da una parte c’è l’inizio insoddisfacente di Tampa Bay e Toronto che performano ampiamente al di sotto delle loro aspettative e, dall’altra, le due battistrada, con 19W, non si discostano dai valori di quasi tutte le altre division.

Questa contingenza ci mette quindi nella condizione di poter guardare al futuro ancora con un filo di ottimismo, visto e considerato che i risultati sono stati ottenuti nonostante l’incredibile sequenza di infortuni che ci ha colpito, senza la quale sarebbe possibile illudersi di poter essere competitivi per un accesso ai playoff. Il problema però che l’incredibile sequenza non accenna ad interrompersi. Ieri notte infatti era atteso l’esordio stagionale di Grissom, che avrebbe dato a Valdez un po’ di “meritato” riposo, ma alla fine è giunta notizia che il giocatore, effettivamente ripresosi dall’infortunio muscolare subito, aveva contratto l’influenza.

Sembra proprio che uno degli dei del baseball si sia offeso con noi e perciò stesso si sia incaricato del compito di bersagliare i giocatori dei Red Sox con ogni tipo di maledizione. Sembra anche che abbiano fatto incazzare uno con  una mira micidiale. Solo ieri sera infatti, dopo aver messo fuori causa Grissom, si è adoperato per rovinare  l’esordio di Garrett Cooper (vedi il commento di Davide per dettagli), assunto per sostituire l’asfittico Dalbec sul cuscino di prima e, soprattutto, nel box di battuta. Una mossa che non poteva avere controindicazioni, giusto? E invece no. Cooper, dopo aver mostrato una certa ruggine nello swing, uscendo malamente al piatto nei primi due turni, alla fine del quinto inning è stato costretto ad uscire da un lancio sulla mano. Infruttuosamente va a correre per lui Bobby che, nei successivi turni alla battuta, non riesce a estendere alla sesta partita consecutiva la hitting streak realizzata recentemente. 

Cooper non è l’unico a soffrire per essere stato colpito alla mano. Yoshida infatti, che aveva avuto un buon momento dopo il freddo avvio di stagione, è dovuto uscire nell’ultima partita della serie contro Chicago, per lo stesso tipo di incidente, ed ora sembra che dovrà rimanere assente per un po’.

Ma oltre ai piccoli incidenti abbiamo anche cose più gravi. Finalmente è stato chiarita la natura dell’infortunio di Casas: frattura delle costole, provocata della forza del suo stesso swing. Questo non solo lo costringerà a stare assente per molte giornate, ma anche, verosimilmente, a modificare il suo programma di allenamento e l’approccio in partita. Chissà quale giocatore ci verrà restituito alla fine di questa vicenda.

Comunque se trovare una valida sostituzione di Casas sembra ancora lontana, neppure la vicenda di Story può essere accantonata senza rimpianti. Rafaela è un giocatore su cui Boston ha creduto di poter investire firmando con lui un contratto che lo vincolerà per diverse stagioni. Sembra naturale che quindi che Cora tenti di inserirlo in squadra come titolare inamovibile, ma questo tentativo ancora mostra punti deboli. In difesa Rafaela si è dimostrato prezioso, soprattutto da quando è passato al ruolo di interbase a tempo pieno. Sebbene ieri sera abbia commesso ancora un errore (fortunatamente ininfluente), la sua mano ha portato maggiore sicurezza in una squadra che necessitava di stabilità difensiva. Per restare in squadra tuttavia occorre avere presenze al piatto meno frustranti e nella partite del weekend contro i Cubs abbiamo visto finalmente una inversione di tendenza.

Sabato è entrato in campo dopo due partite consecutive a zero hit con una media di .156 è esploso portando a casa 7 RBI. Inoltre domenica è andato 1 su 4, con un doppio a destra nel sesto inning e procurando il punto della vittoria per 5-4 walkoff. Piccoli passi.

Insomma, nonostante una eccellente rotazione che è stata falcidiata come i piccoli indiani di Agatha Christie, la nave incredibilmente ha continuato a rimanere a galla, anche perchè quelli rimasti (Houck e Cooper) si sono messi a fare i fenomeni. Ora si tratta “solo” di capire cosa  bisogna fare per placare l’ira degli dei e riprendere la navigazione. 

Nel frattempo però bisogna riconoscere che, nonostante l’incredibile sfiga, le cose sono migliorate rispetto allo scorso anno. Almeno abbiamo un front office che, scontate le ristrettezze economiche imposte dalla proprietà, si è mosso con raziocinio, cercando di mandare in campo una squadra almeno con una logica e senza giocatori fuori ruolo. Cora ha raccontato di avere seguito i ragazzi anche durante la stove league, e sembra che sia riuscito a selezionare un gruppo deciso a vendere cara la pelle. Come Skuffia credo anch’io che questo impegno sia apprezzabile e ci permetta di godere di una stagione con meno risentimenti delle precedenti.

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Cronaca minuziosa di una serie mediocre

Questo weekend otteniamo una sweep contro i Pirates, un’avversaria che contro di noi si è dimostrata piuttosto mediocre. 

Gara 1 è stata una facile vittoria determinata principalmente dallo squilibrio fra i lanciatori, Da una parte Bello, che ha sfoderato una delle sue migliori prestazioni, dall’altra il debuttante Quinn Priester, richiamato dai Pirates per turare il buco nella rotazione provocato dall’infortunio di Marco Gonzales. Il lineup di Boston ha dimostrato di trovarsi a proprio agio con Priester, un lanciatore che la scorsa stagione aveva giocato dieci partite subendo dodici fuoricampo, facendolo scendere dal monte dopo appena 4.1 inning dopo aver spedito 3 palle oltre la recinzione: una coppia di solo homer back to back di Abreu e Casas per aprire le danze al primo, e un’altro da due punti al quarto di Rob Refsynder per chiudere i giochi al quarto. Abbiamo rivisto volentieri Reifsnyder, al suo debutto stagionale, dopo essere uscito dalla IL, che ha terminato ⅖ con 2 RBI.

Dall’altra parte Bello, dopo essere uscito nel primo con un K, da una situazione di uomini agli angoli per un errore dell’interbase Raffaela, ha proseguito in crescendo, completando una shutout di 6 inning completi. 

Giunti al nono In una situazione di completo controllo, Cora ha fatto salire sul monte Cam Boozer, un mancino trentunenne appena subentrato nel roster a Joe Jacques messo DFA. La strada che Boozer ha dovuto percorrere per arrivare ad esordire nelle major è stata romanzesca e costellata da una serie incredibile di avversità. Potrebbe essere benissomo materiale per l’ennesimo film sul sogno americano, basato su una storia vera. Tuttavia se alla fine ha ottenuto il suo obiettivo della vita, sicuramente si tratta di un uomo dotato di una immensa determinazione. Spero che tu possa fare tanto per te stesso e per noi

Prevaliamo anche in Gara 2 per un assoluto dominio sul monte. Kutter Crawford (6.0 IP, 7 H, 3 BB, 6 K, 1 ER) allunga la sua serie di partenze straordinarie riuscendo, questa volta a lanciare per 6 inning e piazzandosi al primo posto nella ERA del baseball. Devo fare ammenda per le analisi di precampionato quando, dopo il deludente esito della corsa per arrivare a Yamamoto (fallito per mancanza di adeguate risorse economiche), ho definito il front office dei Red Sox affetto da encefalite letargica. Mi sembrava assurdo che Breslow, preso per rafforzare il pitching, progettasse di affrontare il 2024 con la stessa rotazione dell’anno precedente. Mi sbagliavo. Il problema evidentemente era il pitching coach, perchè ora disponiamo di una rotazione assolutamente straordinaria, ancorchè formata dagli stessi uomini.

Il problema però ora ce lo abbiamo in battuta, ed è un problema senza soluzioni. Fortunatamente, nel contingente, si è svegliato Yoshida che ha fatto 3-4 con 2 RBI, un doppio e un fuoricampo, risolvendo il match quasi da solo. 

Durante la partita tuttavia abbiamo perso anche l’ultimo slugger:Casas, che è uscito per dolori al torace e il giorno dopo è stato messo nella IL 10d. E’ un vero e proprio dramma. Che si tratti di un problema alla gabbia toracica o ad un obliquo, si tratta di problemi che possono essere entrambi fastidiosi e di lunga durata. Semplicemente non ce lo possiamo permettere quando l’intera squadra è falcidiata dagli infortuni. C’è un solo lato positivo. Per la gioia di Davide vedremo ancora Bobby Dalbec scendere spesso in campo, molto spesso, forse per l’intera stagione. Difficilmente però correremo il rischio che si faccia male correndo sulle basi. 

Ultima nota curiosa. Cora, all’ottavo, ha sentito il bisogno di provare ancora Joely Rodriguez (0,2 IP, 1 H, 1 HR, 1 R, 0 BB, 1 K).  Joely ha ricambiando la fiducia concedendo subito ai Pirates la possibilità di riaprire la partita per i Pirates. Non riesco a immaginare quale sia scopo di questi esperimenti, ma sappiamo che il nostro manager agisce per vie imperscrutabili.

Per gara finale il matchups dei lanciatori è decisamente a nostro sfavore. Non essendo disponibile  un partente titolare dobbiamo iniziare la partita con Josh Winckowski (3.1 IP, 3 H, 0 HR, 1 R, 0 BB, 1 K), per affrontare un campione del mondo (eh già nel ‘23 giocava con i Rangers): Martin Perez, nostra vecchia conoscenza. Inoltre, per tentare di disputare una partita equilibrata schieriamo Heineman come DH, anche se non sarà sufficiente.

Dopo aver subito un punto al primo, segniamo due punti al terzo. Martin, in difficoltà con corridore agli angoli, chiude senza ulteriori danni eliminando al piatto Wong e Dalbec. Arriviamo alla parte bassa del quarto, che inizia con un errore di tiro di Raffaela, che graziosamente il classificatore registra come single. Fortunatamente la palla raggiunge la recensione, rimbalza e torna in campo consentendo a Reyes di cogliere il corridore out in seconda. Finisce cos’ la partita di Winckowski rilevato da Cam Boozer, che comincia a sparare fucilate che ci procurano qualche capello bianco per un pessimo controllo. Dopo aver concesso due singoli riesce comunque a concludere, senza incassare punti, con un K.

Con il quarto inning finisce la partita di Perez e anche quella dei Pirates, che si dimostrano ancora una squadra mediocre e fallosa. Noi segnamo altri 4 punti, mentre il ns bullpen chiude tutti gli inning senza sbavature.

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Harry, ti presento Sally…

Chi ha una certa età, forse ricorda la famosa commedia di Rob Reiner citata nel titolo. Il film, uscito nelle sale all’inizio degli anni novanta, riscosse un forte un successo di pubblico e di critica e fu particolarmente apprezzato per l’ironia dei dialoghi che coinvolgono protagonisti e comprimari. All’inizio conosciamo Marie, l’amica del cuore di Sally, invischiata in una relazione con un misterioso uomo sposato, fonte di costanti delusioni, ma che non riesce a separarsene benché tutti sappiano, e glielo ricordino continuamente, che “Non lascerà mai sua moglie”.

L’ho rivisto recentemente in TV e la situazione di Marie, mi ha ricordato molto quella in cui viviamo noi frequentatori di questo blog, invischiati in un’altra terrificante stagione dei Red Sox, che a metà aprile già sembra senza priva di speranza alcuna. Da quasi un lustro la nostra squadra del cuore infatti non è altro che una fonte di costanti delusioni, e invece di vedere la luce ci sembra che il trend marchi un costante peggioramento.

La questione principale riguarda la scarsa propensione di Harry (inteso ora come il maggior proprietario del Bosox) a rendere disponibili adeguate risorse economiche, atte a rinverdire i fasti dei primi due decenni del secolo. Mr. Harry infatti spenderà, nel 2024, circa 179 M$ di monte ingaggi, un importo deludente, che ci colloca in 12° posizione nel baseball, molto lontano dalle cifre che spendono i pigiamini e i puffi.  Non abbiamo mai speso più di loro ma certamente provoca delusione che tale importo potrebbe essere incrementato di oltre il 50% prima di varcare il limite oltre il quale scattano le progressive sanzioni MLB denominate tassa di lusso.

Per altri versi la delusione deriva dal fatto che questo importo è anche indirizzato in maniera pessima, visto che oltre il 32% degli ingaggi contrattualizzati dal Front Office per il 2024, sono destinati a giocatori che, durante questa stagione, non apporteranno alcun contributo.  Stiamo parlando infatti delle risorse destinate a remunerare Sale,che lancerà contro di noi con la casacca degli Atlanta Braves, più Giolito e Story, che resteranno in IL per tutta la stagione. Ma questa è solo la punta dell’iceberg della situazione infortuni. Due pedine su cui Cora faceva affidamento, Grissom e Refsnyder, ancora devono esordire e non passa giorno che la IL registri nuovi ingressi (Pivetta, Martin, Campbell, Romy Gonzalez, ecc), mentre altri sono costretti a stare in panchina o ad un utilizzo parziale e intermittente, per infortuni di minore entità.  Per esempio nella gara di martedì, persa agli extra dopo la prima blow save di Jensen, sono usciti prima della fine Garrett Whitlock e Rafael Devers, assente anche ieri.

Tutto questo per dire insomma che il valore della squadra che scende veramente in campo è ben diverso e inferiore da quello certificato dal payroll. Tanto inferiore che, tornati a casa con un record di 7-3 ottenuto sulla West Coast, i Red Sox hanno sprecato del tutto la possibilità di consolidare il lusinghiero risultato di inizio stagione, ottenendo, nello homestand di 10 partite contro avversari non proprio ingiocabili, un misero  3-7 che vale loro il ritorno nella condizione abituale di ultimi in classifica.

Tuttavia anche se Boston non riesce a schierare la sua formazione migliore a causa dell’elevato numero di infortunati, resta comunque il fatto che il livello di difesa mostrato è inaccettabile per qualsiasi club di grande lega, avendo collezionato 20 errori in 20 partite, raggiungendo l’incredibile media stagione di 162 errori. I Red Sox hanno un record di 2-9 nelle partite in cui commettono errori e di 8-1 quando la loro difesa è perfetta. La stragrande maggioranza sono responsabilità del campo interno, dove l’assenza di Story si fa sentire oltre il dovuto, anche perché Cora continua a provare il giovane Hamilton che (quasi) ogni volta ricambia l’investimento con disastri, che, evidentemente e retroattivamente, causano ulteriori disastri, in una spirale discendente che sembra non avere fine. Sembra che il grande Alex sia di nuovo vittima della sua ostinazione.

In tutto questo fango tuttavia  c’è si può trovare un diamante e cioè la fantastica prestazione di  Tanner Houck che  mercoledì sera, proseguendo nel suo fantastico inizio di stagione (1,85 ETA),ha realizzato un “Maddux”. Questo è il nome che si attribuisce a uno shutout ottenuto in non più di 100 lanci, in onore di quello che il grande Greg Maddux era solito fare ai suoi tempi ad Atlanta. Noto anche come ” Mad Dog ” e ” the Professor”, 355 vittorie in carriera e otto selezioni All-Star, è stato il primo lanciatore nella storia della MLB a vincere il Cy Young Award per quattro anni consecutivi (1992–1995).

Mercoledì Houck non è mai stato messo in difficoltà. Nessun avversario è arrivato in posizione punto e h concesso solo 3H, 0 BB 9 K valide e ha concluso alla grande, eliminando gli ultimi 13 battitori che ha affrontato e 16 degli ultimi 17. Per fare tutto questo gli sono bastati solo 94 lanci, nella partita più più breve (1:49’) dal 24 maggio 1975.

Houck è diventato il primo partente, in quasi due anni, a lanciare uno shutout completo – Michael Wacha è stato l’ultimo nel 2022 – e il primo a farlo al Fenway da Brian Johnson nel 2017. È anche diventato il primo lanciatore dei Red Sox a registrare un “Maddux” da Clay Buchholz nel 2014.

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