Odi et amo

Questi ragazzi sono dei sadici che hanno deciso di torturarci. Li odio. Non è possibile che nel giro di qualche giorno, la stessa squadra, composta approssimativamente dalle stesse persone, possa fornire una prestazione degna di un branco di scappati di casa per poi trasformarsi, senza apparente ragione, in spietati professionisti in corsa per il pennant. A volte riescono ad esprimere queste due anime contrapposte addirittura nello stesso momento. La partita di giovedì notte è stata infatti, in una parola, deprimente e, contemporaneamente, fantastica. La squadra ha offerto uno spettacolo squallido, trovando il modo di perdere una partita nella quale il lanciatore partente ha iniziato l’ottavo portando uno 0 (zero) nella colonna delle valide. A parte un mini-rally nel primo inning, mai si sono posti in una condizione tale anche solo da minacciare di segnare un punto. Quindi, mentre Brayan Bello inanellava zero dopo zero sul tabellone, il narcolettico attacco dei Red Sox non mostrava alcun segno di vita. 

Apro un primo inciso per sottolineare che fantastica prestazione di Bello potrebbe segnare una pietra miliare nella storia della franchigia. Sembra proprio che i Red Sox abbiano finalmente sviluppato un buon lanciatore partente! Questo è notevole. Non vorrei essere frainteso, Bello non è ancora un asso, ma questo non dovrebbe oscurare la realtà delle cose. Gli ultimi due buoni lanciatori sviluppati da Boston, Jon Lester e Clay Buchholz, hanno entrambi appeso il guantone al chiodo. Bello in questo momento rappresenta una boccata d’aria per una squadra che è stata a di poco inconcludente nello sviluppo dei pitcher per tanto tanto tempo.

Tutto  questo però non ci ha salvato dal subire la terza sweep in casa da parte di avversari della lega nazionale. Venerdi volevo annunciare che, visto che oramai la stagione era andata in vacca, per le rimanenti partite avrei fatto il tifo solo per Bello. Per annunciare tale proposito avrei atteso il massacro annunciato che si doveva compiere a Toronto.

E invece, passate appena 24 ore, i Red Sox, completamente trasformati, iniziano un’altra fantastica  sweep nei confronti dei malcapitati canadesi. Questi i numeri di squadra nel trittico: .301 AVG 17 run 1.88 Startes ERA  4.26 Bullpen ERA. Niente male no, per una squadra che ne aveva perse 5 di fila, no? Con questo risultato vinciamo la serie stagionale, perché siamo avanti 7-0 con altre 6 da giocare. Tutto questo contro una squadra che la scorsa stagione ce le ha suonate per bene, vincendo 16 partite su 19. Li adoro quando fanno così!

Dominiamo la prima partita approfittando di un’ottima prestazione di Paxton, che ha lanciato uno shut out di 7.2 inning (la sua uscita più lunga dal 16 aprile 2019), concedendo solo 3H 2 BB con 7K. L’attacco finalmente si sblocca. Dopo un equilibrio nei primi inning, caratterizzati da una bella presa di Duran nella parte bassa del primo, l’homer di Justin Turner nel quinto inning ci porta avanti 1-0. Successivamente Jarren Duran incrementa con un fuoricampo da due run (417 piedi e 106,2 mph al centro del campo) nel sesto inning. Nello stesso inning il solo homer di Masataka Yoshida al campo centrale destro porta il punteggio sul 4-0. Il sac fly di Turner all’ottavo ha fissato il punteggio sul 5-0. Nella parte bassa, con Paxton sul monte e 1 out, Devers preferisce gestire una rimbalzante in diamante, taggando sulla terza, invece di innescare un DP 5-4-3, e con questo pone fine alla partita del nostro partente. Martin si procura l’ultimo out (questo particolare avrà un impatto nella giornata seguente) e Ort gestisce il nono senza particolari problemi.

Gara due è stata una partita combattuta, pazzesca ed emozionante, terminata con un hollowodiano play-at-the-plate, il gioco più spettacolare che frequentemente viene proposto nella fiction, ma è rarissimo nella realtà. Ancora una volta ci avvaliamo di un’ottima prestazione del lanciatore partente, Crawford. Dopo aver subito un solo homer a Springer nel primo turno di gioco, passiamo in vantaggio con uno stampone da 2 di Ciccio Devers, finalmente tornato prolifico. Nel quinto, partendo da una situazione di 2-2 dopo il  solo homer di Bichette, sembra che possiamo prendere il sopravvento portando a casa 3 punti, punendo il partente avversario che era stato graziato troppe volte in precedente. Nel sesto aggiungiamo un’altro punto e nella parte bassa, dopo un singolo e un DP, Crawford sembra in pieno controllo, anche dopo aver concesso la base a Belt. Tuttavia, con Guerrero nel box, Alex Cora si è spaventato e ha chiamato Winckowski sul monte, anche se Crawford aveva un conto di soli 74 lanci. Forse la mossa è stata improvvida anche se in un primo momento sembra funzionare perchè Wincowski ha chiuso l’inning eliminando Guerrero. Ora però mancano nove out per vincere la partita. Con Chris Martin e Nick Pivetta indisponibili, siamo a corto di uomini: il primo aveva lanciato in due partite consecutive e il secondo aveva solo due giorni di riposo dopo un rilievo lungo  di 3.1 inning. Quindi Cora è costretto a puntare tutto su Wincowski e questo non può funzionare. Mi piacerebbe che ogni tanto il nostro geniale manager facesse delle mosse comprensibili anche a noi profani.

Al settimo cominciano guai e entra un punto per un mancato pickoff in seconda. All’ottavo rischiamo di sperperare tutto ancora una volta, quando i canadesi si riportano a -1 con un singolo e un homer, costringendo Kenley Jansen a entrare in gioco per eliminare Cavan Biggio e terminare l’inning.

Nella parte alta del nono allunghiamo con un altro punticino con un solo homer di Turner, ma c’è preoccupazione per Jansen, che deve ottenere una salvezza da 4 out, quando traballa parecchio quando ne deve trovare solo tre. Infatti, dopo aver eliminato Kiermaier al piatto, i Jays, con un singolo e un doppio di Springer e Bichette, sembravano aver messo la freccia per una clamorosa vittoria in rimonta. Jansen tuttavia non demorde e ottiene un prezioso K su Belt. Ora deve affrontare  Guerrero, 0 su 3 in quel momento, in una situazione 2 on 2 out. L’inizio è promettente e Jansen trova un vantaggio di 0-2 nel conto. Il terzo lancio gli rimane un po’ alto, appena fuori dalla zona, sul filopiatto esterno. Guerrero colpisce la palla con grande potenza, infilandola nel buco alla destra del prima base. Questa grande velocità della palla, che rimbalza senza attrito sull’erba sintetica, diventa un fattore basilare per l’esito della partita. Verdugo infatti riesce a raccoglierla e assistere a casa con un buon anticipo su Bichette, il quale intanto correva verso casa base, dalla seconda, per pareggiare la partita. Entra in scena anche il suggeritore di terza dei Jays  che combina un gran casino, dandoci bella mano. Mentre nell’azione precedente aveva bloccato Springer in terza, senza apparente motivo, questa volta dà semaforo verde a Bichette quando passa per la terza base. 

Un attimo dopo, con Bichette arrivato a metà corsia, accortosi della tempestiva assistenza di Dugie,  cambia idea e tenta di fermare il corridore. Avrebbe dovuto alzare entrambe le mani e Bichette poteva verosimilmente avere il tempo per fermarsi e tornare salvo in terza, ma ne alza solo una (di mani), Bichette non capisce e continua l’azione. Arriva sul piatto, abbondantemente out sul tempo, con Wong ben piazzato e con la palla saldamente nel guanto. Il tag è, relativamente, facile specialmente per un giocatore che ha il Paraflu nelle vene al posto del sangue. Nessuno si sarebbe stupito se il nostro glaciale ricevitore si fosse esaltato dopo un gioco così drammatico e spettacolare, ma il primo pensiero di Connor è stato quello di accertarsi delle condizioni dell’avversario. What odds!

Tutto fantastico a parte il fatto che Yoshida è stato colpito a un polpaccio, durante il settimo inning, da una palla veloce a quattro cuciture che viaggiava a 101,8 mph. Quando è uscito il ruolino segnava 2 su 3 con un singolo RBI, e non sarà disponibile per la gara successiva.

Inizio a guardare la partita ieri sera immotivatamente fiducioso, i canadesi saranno molto motivati ad evitare l’onta della sweep casalinga e il partente avversario Gausman è un veterano con un buon repertorio, che ci darà filo da torcere. 

Apro iun secondo inciso per notare che fortunatamente Gausman è un destro e così Cora ha la giustificazione per schierare Duran all’esterno centro e indicarlo come leadoff del lineup. Cora, lo sapete, è fissato con i matchups e se il partente è mancino Duran sta in panca e gioca Refsnyder, punto e basta. Questo produce effetti paradossali. Se andate sul sito MLB a consultare le statistiche di hitting dei BoSox, non troverete Duran fra qualified players, cioè quelli che hanno almeno 3.1 PA per ogni partita giocata dalla squadra.  Cosi succede che Hernandez ha 291 PA, Casas 274 PA contro i 233 PA di Duran. Con tutta la simpatia per Hernandez e Casas questi numeri non hanno alcun senso. Per limitarsi solo alla partita di ieri sera Duran chiude 5 su 5, con 4 doppi, 3 punti segnati. Come si fa a lasciare seduto un proiettile umano che trasforma in doppio ogni valida che per il 99% della MLB sarebbe un singolo?  Un’altra genialata di Cora che non riesco proprio a decifrare. Cora è indubbiamente il più bravo della classe, ma non è obbligatorio che lo dimostri tutti i momenti. A volte le cose semplici sono quelle più redditizie.

Oltre a Devers, c’è anche Ciccio che è bello caldo. Cora gli aveva suggerito di fare un giorno di riposo, ma saggiamente Ciccio a rifiutato, Già nel primo inning Ciccio  porta Jarren a casa battendo un singolo con 2 out. Il vantaggio ha vita breve, dato che Belt, nella parte bassa, impatta su Whitlock, segnando il primo dei suoi due homer della serata. E’ probabile che Whitlock accusi già qualche problema al gomito che inopinatamente lo porta ad uscire dopo solo un inning. Ancora un infortunio ai danni di un partente! Entra Bernardino che segna uno zero nella parte bassa del secondo consentendo a Ciccio di ripetersi, battendo a casa Duran con un singolo con 2 out.   

Nella parte bassa del terzo Bernardino cede il passo a Ort con un out e Kiermaier in prima. Non sembra una mossa particolarmente brillante da parte di Cora. Ort concede un singolo a Springer sul primo lancio e durante il turno di Bichette subisce una doppia rubata. Sul conto di 3-0 serve una palletta in mezzo alla zona che Bichette batte sull’esterno destro. Sull’azione tenta di avanzare in seconda, rinnovando il duello con Verdugo che lo fa secco in un gioco al millesimo, che resiste al challange dell’istant replay. Entrano due punti, ma poteva andare molto peggio. Bene o male Ort chiude il terzo inning e lascia il monte a Pivetta che ci tiene in partita lanciando 4 inning di assoluto valore, nei quali ha concesso 1ER (HR di Belt al sesto), 2H, 2BB con 6K.

Purtroppo in attacco gli ultimi 4 del lineup non riescono a battere valido neppure per sbaglio e non riusciamo a muovere il tabellone. Duran continua a battere doppi, Ciccio, che chiuderà 3 su 3 con 2 RBI e 2 BB, continua a battere singoli, ma non lo possono fare nello stesso inning. Particolarmente frustrante il sesto, quando finalmente Gausman esce di scena e esordiamo con due singoli. Purtroppo Casas, Hernandez e Wong, che si fa mettere K a basi cariche, non riescono a far avanzare i corridori in posizione punto neppure con un sacrificio (che d’altra parte Cora non chiama). 

Cominciamo il settimo inning sotto per 4-2, ma le cose vanno decisamente meglio. Duran, che Dio lo benedica, batte il quarto doppio della partita e Turner lo porta a casa con un singolo. Su un’azione di batti e corri, Dugie batte una debole rimbalzante in diamante costringendo  Chapman a correre in avanti per assistere in prima. Sull’azione Turner, arrivato salvo in seconda, decide di correre aggressivo per guadagnare la terza. Guerrero potrebbe eliminarlo con un’assistenza corretta, ma dovrebbe anche avere nervi saldi e, sotto pressione, non ci riesce. La palla passa oltre e Turner pareggia la gara L’inning prosegue con una BB a Devers, portato in secondo da un singolo di Refsnyder, ma ancora una volta Casas e Hernandez non riescono a ottenere nulla da una situazione RISP.

Fortunatamente in difesa non corriamo rischi, Pivetta chiude il settimo con 2K e Martin (un set up da leccarsi i baffi) supera incolume l’ottavo con tre groundout consecutivi. Arriviamo all’inizio del nono con Verdugo nel box e Romano sul monte, appena schierato. Romano lancia una fastbal 4 cuciture a 95,8 Mph proprio in mezzo a piatto e Dugie non perde l’occasione per fare l’eroe, scagliando la biglia in nella tribuna sulla destra dell’esterno centro. La tensione è al massimo, ma la partita si chiude tutto sommato senza sussulti particolari con sei eliminazioni di routine (tre per parte). Devers, dopo aver conquistato un’altra BB, ruba la seconda, ma Refsnyder, Casas e Hernandez sprecano un altro RISP.  Con il closer indisponibile nella parte bassa tocca a Joe Jacques chiudere la partita. E’ abbastanza palese che non avremmo avuto possibilità di sopravvivere a eventuali extrainnig, ma il ragazzo riesce a portare a termine il proprio compito con apparente facilità.

Finisce così, con un inaspettato trionfo, la temuta trasferta a Toronto. Abbiamo imparato che questa squadra è impronosticabile, nel bene e nel male, e anche che non è migliorabile con qualche innesto. Spero che alla fine il front office decida di tenerla così come è, senza cedere giocatori alla scadenza. Con tre wild card a disposizione le numerose variabili in gioco rendono la corsa per arrivare alla postseason troppo complicata per poterla facilmente prevedere. Alla fine i Red Sox sono ancora nel gruppo delle pretendenti e hanno ancora delle chance concrete di poterla spuntare. Abbiamo appena superato la boa di bolina e quindi c’è tutto il tempo per recuperare gli infortunati e tentare un rush nel finale di stagione. L’importante che non arrivi Bloom a incasinare tutto con le sue idee geniali, abbiamo già dato.

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Due passi avanti e due indietro

Torniamo dalla trasferta di sette partite giocate a Minneapolis e nel south side di Chicago con un deludente record di 3-4, avendo dilapidato tutto il momentum che avremmo potuto avere dopo la sweep sugli odiati pigiamini appena una settimana fa. 

La classifica è peggiorata e trasmette una sensazione di mediocrità. Il record di .506 40-39 ci pone davanti a un muro apparentemente invalicabile di 4 squadre che hanno almeno 3 vittorie in più o tre sconfitte in meno (con Seattle che ci alita sul collo). A parte Houston le abbiamo affrontate queste squadre e abbiamo dimostrato di essere competitivi se non superiori. E’ quando ci mettiamo con le altre squadre che risultiamo  mediocri. Abbiamo avuto un record intorno a .500 a marzo/aprile, esattamente .500 a maggio ed esattamente .500 a giugno. E non cambia nulla se consideri le partite in casa o in  trasferta, le regolari o quelle finite agli extra inning, contro le squadre AL East e contro quelle con un record <.500: in media risulta che vinciamo sempre la metà delle partite, mettendo in mostra contraddizioni evidenti come quando battiamo i MFY di Cole, ma recentemente non riusciamo a piegare il bullpen dei White Sox, che non aveva uno straccio di partente da schierare per affrontare un più che decente Crawford.

Insomma abbiamo una squadra potenzialmente competitiva, potrebbe essere un momento divertente della stagione e invece siamo intruppati a metà classifica e tutti coloro che danno le statistiche per il fantabaseball stimano che i Red Sox abbiano circa sei possibilità su sette di saltare i playoff. Tutto questo mentre la scadenza del mercato si avvicina e i fan sono in subbuglio, stanchi di arrivare ancora una volta ultimi.

Cosa farà quindi il front office in questa situazione? Scommetteranno altri soldi per tentare di vincere subito con percentuali di successo basse (ma non nulle) o tenteranno di capitalizzare con la cessione di qualche giocatore per avere maggiori chance la prossima stagione? 

Per rispondere a queste domande occorre farsene un’altra: sarà ancora Chaim Bloom a gestire la prossima stagione? Vediamo con ordine.

Da una parte sembra che Boston non debba necessariamente decidere ora il proprio atteggiamento. Possono aspettare qualche settimana e raccogliere più informazioni, vedere se le loro probabilità si spostano e in quale direzione. Una grande serie di vittorie, per esempio,  potrebbe far cambiare la percezione delle cose. 

Tuttavia, applicando un minimo di realismo, non c’è quasi nulla a cui possiamo appigliarci: Sale potrebbe essere fuori fino al 2024, il ritorno di Houck non è imminente e anche Paxton accusa qualche dolorino al ginocchio (sai che sorpresa!), abbiamo tanti infortuni anche nel bullpen e grandi buchi nel roster (il più evidente all’interbase), che non possiamo coprire a breve. Con tali premesse come facciamo ad ottenere una grande serie di vittorie? E poi, visto come sono andate le cose fino ad ora, chi ci può garantire che dopo una grande serie di vittorie non sopraggiunga una grande serie di sconfitte che ci riporti nell’aureas mediocritas che ci caratterizza quest’anno? La risposta è nulla di nulla, anzi sembra molto probabile che vada proprio così.  

Quindi, nonostante la conquista di una Wild Card sembri ancora a portata di mano, non vedo molti argomenti razionali che possano spingere i Red Sox a intavolare trattative serie per tappare i buchi acquisendo rinforzi adeguati. Il costo sarebbe elevato e le probabilità di rientro del tutto irrisorie. 

Tuttavia se mancano argomenti razionali, potrebbero essere presi in considerazione quelli irrazionali. Bloom non sembra uno che cambia i suoi piani solo perché è sotto pressione, ma è chiaramente nei guai dal punto di vista professionale e questo potrebbe spingerlo a fare mosse della disperazione. I risultati ottenuti in effetti non sembrano essere quelli attesi: 

  • il fatto che la squadra sia tornata ad avere un costo elevato, ma continui ad occupare l’ultimo posto nell’AL East, non sembra una cosa da evidenziare sul curriculum. 
  • Il risanamento del farm system, dopo le devastazioni di Dombrowski, sembra avviato ma non si nota un impulso straordinario
  • la flessibilità del roster che dovrebbe coprire i buchi con giocatori acquistati dalla IL lista ha prodotto risultati magri, fra cui spicca, in negativo, l’impiego del povero Hernandez come SS, ruolo per cui non è evidentemente tagliato. 

Resta da dire che questi risultati erano attesi da noi, ma non per questo sembrano condivisi dall’enigmatica proprietà. Magari sono entusiasti di Chaim e compensano egregiamente la delusione per i problemi di classifica guardando la voce entrate nel bilancio. Chi può dirlo!?

Storicamente la proprietà sembra orientata a licenziare verso settembre, ma questo è sempre un errore esiziale. Speriamo che abbiano fatto tesoro delle esperienze precedenti. Se hanno intenzione di cacciare Bloom sarebbe opportuno lasciare a qualcun’altro la gestione del mercato di luglio. Se hanno deciso di tenerlo, dovrebbero spiegarci perché, ma sono già certo che non non hanno nessuna intenzione di farlo.

PS. Ora bisogna decidere su cosa fare per il resto dell’estate. Suggerimenti?

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Sarà vera gloria?

Questa volta per i MFY il breve viaggio che dalla Grande Mela porta a Beantown non è stato affatto piacevole. Anche dopo la rotta subita venerdì notte (5-15) hanno scoperto che si può sempre peggiorare quando sono stati spazzati via dalla città avendo i Red Sox dominato nel doubleheader domenicale, 2-6 e 1-4, Ah, se tutti i weekend fossero così!

Gara 2 è stata una partita di bullpen iniziata da Kaleb Ort, seguito da Chris Murphy, Nick Pivetta con Chris Martin a chiudere. Onestamente quando Torres ha centrato un 2run homer nella parte alta del primo, ho pensato che sarebbe stato l’inizio della fine. Tuttavia Ort (2.1 IP, 2 H, 2 ER, 1 BB, 4 K) si è ripreso e Murphy (2.2 IP, 1 H, 3 K), nella sua seconda apparizione sul monte in MLB, impedendo ulteriori punti gettando le basi della rimonta arrivata negli inning finali, ha contribuito in modo decisivo alla vittoria.

La partita è stata suggellata da un ulteriore  prestazione monstre di Pivetta, che è salito sul monte con la partita sul 2-2, un corridore in seconda base e nessuna eliminazione al sesto inning, ha affrontato i battitori n. 2, 3 e 4 dell’ordine di battuta avversario per tornare a sedersi in panca con la partita ancora in parità. In particolare Pivetta ha impressionato nella prima eliminazione di Stanton, ottenuta con un swing and miss su una fastball da 95 mph. Stanton era entrato nel box con 10 su 27 (.370) .433 OBP e .741 SLG con tre homer e una doppio contro lo stesso Pivetta.

Il predominio sul monte è proseguito in serata con Bello. Di solito quando una squadra affronta lo stesso partente una seconda volta in un breve lasso di tempo, i battitori sono in vantaggio. Conoscono il suo mix di lanci, lo hanno visto in azione dal box e quindi possono in qualche modo avere una buona comprensione del suo piano di gioco.  Ma niente di tutto questo è servito domenica sera. Affrontando Bello per la seconda volta in otto giorni, i MFY si sono limitati a un solo punto in sette inning, meno di quello che avevano ottenuto la settimana precedente. Bello ha fornito la sua prestazione davanti a un pubblico televisivo nazionale, concludendo la serata con il suo 102esimo e ultimo lancio, che ha eliminato Bauers con un cambio nello sporco e lasciando due corridori in base.

Senza Judge, nei 18 inning di domenica, gli Yankees hanno raccolto solo nove valide, sei delle quali ottenute solo da Bauers e Torres. Per gli altri le statistiche sono un disastro: Stanton 5 su 41 (.122) da quando è uscito dall’IL. LeMahieu 15 su 90 (.167) nelle ultime 24 partite, Donaldson è 4 su 33 (.121) .Rizzo  4 su 48 (.083) (anche se è stato derubato di una sicura extra base da Duran, che ha effettuato una fantastica presa al volo nel triangolo). Insomma la speranza è che continuino così fino alla fine e l’alluce di Judge guarisca con una lentezza esasperante.

Dopo questo fantastico weekend ed esserci sbarazzati in nottata di Minnessota, una squadra che surclassiamo di due spanne, nonostante abbia un record simile al nostro, dobbiamo chiederci se siamo sulla buona strada per giocare e vincere qualche partita di palyoff al Fenway Park. Certo che le streak della classifica odierna sono confortanti (BOS W5, TOR L3, HOU L5 e MFY L4) e mostrano che negli scontri diretti possiamo giocarcela con questi avversari, inclusi gli Angels. Occorre però che riusciamo a tenere un ritmo accettabile anche quando incontriamo squadre di seconda linea.

La buona notizia è che la rotazione, che è stata un gigantesco buco nero durante il primo mese della stagione (6.05 ERA ad aprile, la seconda peggiore nel baseball dietro Oakland), si è stabilizzata alla grande. Dal 1 giugno, i Red Sox sono ottavi in ERA e secondi in fWAR, sebbene queste statistiche includano solo 3,2 inning del lavoro di Chris Sale. I fantastici 5  di giugno sono stato Brayan Bello, Kutter Crawford, Garrett Whitlock, James Paxton e Tanner Houck, il quale però ora ha subito un terrificante line drive in faccia. Per fortuna sembra fuori pericolo, anche se sembra certa una frattura. Stiamo ancora aspettando una prognosi, ma l’entità dell’infortunio suggerisce che non lo vedremo tanto presto giocare di nuovo.

La sua assenza lascia un enorme buco in un momento delicato della stagione. Ci sono due candidati naturali per riempirlo, tutti e due insoddisfacenti, anche se per motivi diversi. I nomi che vengono in mente sono quelli di Pivetta e Kluber, ex membri della rotazione portati al sicuro nel bullpen dove avrebbero potuto fare meno danni. 

Pivetta si è adattato bene al suo nuovo ruolo di rilievo registrando un’ERA di 2,20 rispetto a un’ERA di 6+ di quando nella rotazione. Le basi ball sono ancora un problema, ma la velocità è aumentata e sta concedendo molte meno valide e un contatto complessivamente più debole. Kluber invece che è addirittura regredito dopo la mossa di roster e se possibile, è stato peggiore nel bullpen di quanto non fosse già stato pessimo in precedenza. Temo proprio che la scelta ricadrà su di lui anche se non è da prendere minimamente in considerazione e sarebbe il caso di ammettere che Bloom ha preso una cantonata mettendolo DFA. Purtroppo Pivetta, che potrebbe sembrare la soluzione migliore, presenta  il rischio di perdere un ottimo rilievo per acquisire un pessimo partente. Nel vale la pena?  Non potrebbe rimanere dov’è? Non ci sono altre soluzioni?

E’ un bel busillis, anche perchè non ci sembrano esserci nell’organizzazione giovani pronti a esordire in  MLB, nè sembra ragionevole ricorrere al mercato, anche perchè non possiamo permetterci di scambiare giovani prospetti e non ci sono obiettivi che diano maggiori garanzie di quelli che abbiamo. Qui ci vorrebbe un colpo di genio di Bloom, che ribalti la situazione e dia motivi alla proprietà per conservarlo in plancia di comando. 

Non dovremo attendere a lungo per saperlo, ma sono scettico che arrivi qualcosa da questo versante.  

PS 1: Chaim Bloom si è dimostrato essere una persona intelligente, capace e ma sembra che abbia una visione dell’organizzazione incompatibile con i valori che i Red Sox, o almeno i fan dei Red Sox, condividono da tempo. Questo sottopone la sua azione a tensioni contrastanti con il risultato di produrre squadre che non sono nè carne nè pesce. Ma questo è tema che mi piacerebbe affrontare con voi nella bacheca

PS 2: Sempre a proposito della bacheca ho visto giudizi trancianti su Casas, che io non potevo controbattere perchè erano supportati dalla forza dei numeri. Tuttavia a me Casas piace. Piace quando batte, perchè quando corre è ridicolo, ma quando batte è ok. Finalmente ho trovato  questo twitt di Boston Stat https://twitter.com/redsoxstats/status/1667166238462574592 che dice che “Dall’inizio di maggio, Casas si colloca al 24° posto/195 in xwOBA tra i battitori con oltre 100 presenze”. 24 su 195 è veramente buono, ma buono in che cosa? Questa nuova statistica, all’incirca, basandosi su una gruppo di metriche sottostanti (la velocità dello swing, angolo di battuta, ecc) dovrebbe restituire una sorta forza normalizzata di un battitore, depurata dall’influenza delle diverse difese affrontate o dalla forma del campo. Casas sembra quindi essere molto bravo sulla carta, come effettivamente sembra quando gira la mazza. Peccato solo che non lo sia stato altrettanto quando conta. Ultimamente però sembra che stia mettendo a posto anche le sue statistiche tradizionali e magari a fine stagione si scoprirà che non è stato una grande delusione. Anche su questo il dibattito è aperto.

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Two is megl’ che one!

Con la vittoria 3-2 di domenica sera i Red Sox vincono la serie con i MFY e splittano 3-3 le ultime due serie in trasferta. Non è proprio quello che serviva per rilanciare la stagione in crisi, ma non è il momento di fare gli schizzinosi. Una vittoria nel Bronx, specialmente agli extra, è sempre un grande piacere, che ti aiuta a ritrovare equilibrio interiore e ti sostiene nel percorso della tua crescita personale.

Sono molto grato a Cora e ai ragazzi che sono scesi in campo carichi e determinati, onorando, come di prammatica, le sfide con i pigiami. Ora, paradossalmente, sarà quasi più difficile mantenere la stessa concentrazione e intensità anche nelle prossime partite, come quelle con Colorado che iniziano stasera. Sarà tuttavia necessario perché non ci possiamo permettere di perdere ulteriore terreno. Veniamo da record negativo di 7-13 delle ultime 20 partite, sarebbe necessario almeno ribaltarlo, nelle prossime 20, per mantenere qualche speranza residua e smentire i pronostici.

Il reparto che dovrà fare più fatica per realizzare questo cambio di passo sarà certamente l’attacco. Nelle ultime otto partite, sei delle quali sono state delle sconfitte, i Red Sox hanno registrato una media di appena 2,3 punti per gara, ma non è che allargando il campione otteniamo risultati migliori. Nelle ultime 20 partite, hanno segnato più di tre run solo sette volte. Se consideriamo le ultime 30 partite, i Sox hanno registrato una media di 3,7 punti a partita. Sono prestazioni assolutamente mediocri che vanno avanti da temo e che, come era del tutto prevedibile, non saranno ribaltate dal ritorno di Duvall.

Ovviamente non era pensabile che una volta tornato dopo un’assenza di 2 mesi potesse riprendere esattamente da dove aveva lasciato. All’esordio di aprile giungeva avendo avuto a disposizione gli spring training per lavorare sullo swing e perfezionare il tempismo. Una settimana o giù di lì di hitting practice in triplo A  non può minimamente replicare quella preparazione. Bisogna quindi avere pazienza, anche se occorre notare che, la sua sola presenza, mi sembra abbia migliorato le prestazioni di Duran, con il quale condivide il posto al centro degli esterni.

Anche Ciccio ha sentito l’aria di sfida ed è riuscito finalmente a contribuire con qualche colpo bene assestato. Speriamo sia l’inizio di una lunga serie positiva e che non rivedremo più l’abulia delle scorse settimane. Senza un attacco che renda al livello delle legittime aspettative non riusciamo a valorizzare il buon lavoro dei nostri partenti.  Sabato, per esempio, un’ottima uscita di Houck è stata assolutamente sprecata. Con 7H – di cui 5 singoli – e 4 corridori in base per ball, i Red Sox ha battuto  0 su 5 con RISP, realizzando una sola valida negli ultimi 3 inning, in una gara ancora contenibile.

Come era prevedibile Sale è stato messo nella 60 days IL e tornerà (se tornerà) quando i giochi saranno fatti. E’ una grave perdita, ma le ultime 3 prestazioni, molto confortanti, dimostrano che, con Paxton, potremmo ancora avere una rotazione competitiva nei primi 4 slot. Per completarla credo, e spero, che tornino a puntare su Crawford. Sebbene sia stato impiegato come opener nelle sue ultime partenze, durate rispettivamente solo 40 e 58 lanci, i numeri complessivi sono stati solidi: 3 ER, 7H, 0 BB.

Complessivamente nella stagione Crawford ha registrato una 2,20 ERA, 3,00 FIP e un tasso di strikeout del 24% in 32,2 IP ( al netto del disastro nella sua prima partita contro i Pirates). Quindi avanti con Crawford per restare a galla e prendere qualcuno a fine luglio.

Con Crawford ora nella rotazione, i Red Sox avrebbero ancora Nick Pivetta e Josh Winckowski nel bullpen come potenziali opzioni di rilievo multi-inning. Pivetta in particolare si è dimostrato così importante per il bull pen (ad esempio anche ieri notte), da precludere ogni ipotesi di rientro in rotazione. L’importante è che non ci facciano più vedere il brutto ceffo di Kluber, neppure dipinto, e smettano di fare buffonate estemporanee come nel caso Dermody

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Don’t mess with Red Sox

Beh ora la misura è colma! I Red Sox sono stati annichiliti da una delle peggiori squadre della lega. Per quelli che seguono il gioco con scarsa attenzione probabilmente non sarà stata una sorpresa totale, considerando che hanno schierato Matt Dermody come lanciatore partente. Matt chi? potreste chiedermi e io non saprei cosa rispondere. Perché questo tizio è uno sconosciuto e resterà uno sconosciuto. 

Il giorno prima della partita Bloom l’ha pescato dal triplo A e gli ha fatto firmare un contratto in fretta e furia per farlo esordire in MLB. Sono cose che si fanno quando la casa è in fiamme. La missione sembrava chiara: fargli fare qualche inning iniziale per turare la falla rappresentata dall’assenza di Sale ed evitare di utilizzare Kluber. Un piano completamente emergenziale che Dermody alla fine però ha interpretato senza deludere più di tanto: è durato quattro inning, ha incassato due homer, è sceso dal monte sul punteggio di 1-3, in una situazione ancora contendibile. Onestamente era il massimo che potevi chiedere a quel disgraziato. Cosa si poteva pretendere di più da uno che fino a quel momento si era fatto notare solo per un messaggio omofobico? Probabilmente Bloom speculava che nel breve lasso di tempo di permanenza nel roster (è stato messo DFA subito dopo la partita) non se ne sarebbe accorto nessuno. 

Ora però, completati 4 inning, finalmente può entrare in azione il bull pen e chi viene chiamato sul monte? Kubler!………..(i puntini rappresentano la difficoltà di trovare un commento opportuno)………  Insomma metti a lanciare un  signor nessuno e, quando questo ti lascia un game ancora giocabile, chiami Kluber? Ma che stamo a giocà a buzzico rampichino? Kluber rende esattamente secondo le aspettative e incassando sette run, inclusi due homer in 3,1 inning, ha effettivamente affossato ogni residua possibilità. Alla fine della partita mi sarei aspettato un DFA anche per lui.

Con questa sconfitta regaliamo la serie contro un avversario nettamente più debole. Ormai siamo su un piano inclinato e più passa il tempo e più prendiamo velocità verso il basso. Anche con il rientro del miglior battitore nel baseball sembra impossibile che si possa modificare il trend. Duvall potrebbe aiutare in attacco, ma se il pitching resta immutato, non potrà fare una grande differenza, ora che stanno per affrontare un importante ciclo di partite. 

Yankees, Rockies, Twins, White Sox e Marlins sulla carta non sono sembrano imbattibili. Al termine di questo ciclo avremo un’idea molto più precisa sul valore di questa squadra e di cosa sia capace. Se i Red Sox non recuperano il gioco di qualche settimana fa e non raggiungono un record abbondantemente sopra 500, probabilmente saranno degli spettatori nella seconda parte della stagione. 

Le date sono importanti perché la scadenza di mercato è fissata alla fine di luglio, ma le negoziazioni di solito iniziano a montare dall’inizio del mese. A parte la dolorosa assenza di Sale le prossime 20 partite saranno giocate dalla squadra che il front office ha progettato questo inverno. Presto quindi dovremo essere in grado di capire quale sarà il nostro destino, e auspicabilmente il destino di Bloom. 

Se non saremo in grado di ribaltare i pronostici dovrebbe apparire sempre più nitido che tutta questa faccenda di Chaim Bloom non sta funzionando, Non so se  dovremo affidarci di nuovo a qualcuno come Dave Dombrowski per uscire dalla palude, ma sarebbe anche ora di dire basta. Basta fare casino con i Red Sox

PS. cominciamo a pensare cosa possiamo fare per passare il tempo in attesa dei playoff se i nostri vanno a picco. Fino ad ora ho cercato di scrivere un articolo al termine di ogni serie. Per il futuro sembra un impegno eccessivo anche per un grafomane come me. Quindi avanti, datemi qualche suggerimento!

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Stagione in bilico

E’ arrivato giugno, si comincia a sentire il tepore dell’estate (almeno nelle ore in cui non piove) e come ogni anno le speranze dei Red Sox di ricavare qualcosa di onorevole da questa stagione stanno facendo le valigie per migrare al nord, più o meno verso i prossimi Winter Meetings. 

Intanto per non farsi trovare impreparato le valigie le ha dovute fare Raimel Tapia che è stato messo DFA. La mossa di roster potrebbe avere diverse motivazioni. La motivazione basilare è che i fantastici capelli di Tapia sono incompatibili con il caschetto omologato MLB, tanto è vero che non c’era verso che gli rimanesse sulla testa quando correva sulle basi. C’è anche il fatto che Arroyo doveva rientrare dalla IL, qualcuno doveva andarsene ed è toccato a Tapia. D’altra parte la lista degli esterni sacrificabili da scorrere per prendere questa dolorosa decisione era diventata molto molto corta, da quando Reifsnyder ha ottenuto un’estensione del contratto di un anno, con un’opzione di squadra da $ 2 milioni per la stagione 2025. Stabilito che Refsnyder rimarrà, Tapia si è girato per vedere chi altro c’era candidabile al DFA e non ha trovato nessuno.

Magari per lui è meglio, si chiude una porta e si apre un portone. Si è messo in mostra con buone percentuali in battuta, specialmente contro i battitori destri, e potrebbe trovare un ingaggio per allungare una panca con una squadra che, a differenza dei Red Sox, disputerà i playoff. 

Ebbene è il momento di dircelo con franchezza ragazzi, l’infortunio di Sale ci taglia le gambe. Dopo un inizio un po’ stentato, nell’ultimo periodo abbiamo visto di nuovo Sale lanciare in modalità Cy Young, durante il quale ha registrato un’ERA di 1,90 con solo quattro BB e 26 strikeout in 23,2 inning. Poteva essere la prestazione di cui i Red Sox avrebbero avuto bisogno per raggiungere gli obiettivi più ambiziosi. Ora però è finita, e dobbiamo farcela bastare, pensando che in fin dei conti è molto di più di quello che Sale che ci ha dato dalla stagione 2019 in poi. Ora purtroppo la spalla ha iniziato a fargli male durante la sua ultima uscita e quindi è stato messo nella IL da 15 gg. La spalla però è una brutta bestia per un lanciatore. Lui dice di sentire che questa volta l’infortunio è meno grave delle altre volte, ma ovviamente potrebbe essere solo una sua pia illusione. Non può saperlo, nessuno lo sa. Allo stato dell’arte potrebbe mancare per tutta la stagione (anche se non cade di nuovo dalla bicicletta), oppure potrebbe star fuori solo qualche settimana. Tutte le opzioni sono sul tavolo al momento, tranne quella per cui lo avremo sul monte nel momento cruciale della stagione.

A quasi quattro mesi e più di 100 partite al termine della stagione 2023 e i Red Sox intraprendono una trasferta di sei partite a Cleveland e New York questa settimana, senza il loro miglior partente. C’è la sensazione che la stagione potrebbe essere in bilico. La sconfitta per 4-1 di lunedì contro i raggetti – la decima nelle ultime 14 partite – ha fatto scendere il record esattamente a quota 0,500 per la prima volta dal 29 aprile.

Le ultime serie homestand sono state molto deludenti (2-5), il che ha peggiorato il record di 4-9 nelle ultime 13 partite al Fenway. Non sono i migliori presupposti per affrontare in trasferta due rivali che ci contendono un posto nei playoff, proprio mentre non solo le mazze si sono raffreddate, avendo segnato due punti o meno in sette delle ultime 13 partite, ma il gioco in generale è peggiorato nei fondamentali.

In un’intervista Cora ha detto l’altro giorno che i Red Sox non erano un buon club difensivo. Direi che è positivo che se ne rendano conto, anche se sarebbe stato problematico negare una cosa tanto evidente. Una evidenza confermata dai numeri: secondo la metrica difensiva di FanGraphs, Boston è 24esima nel baseball nella difesa di squadra. Questo è un problema difficile da risolvere. Il nostro campo interno sarà bloccato sui nomi di Devers e Casas per i  prossimi 10 anni e questo vuol dire che ce la faremo sotto ogni volta che la palla rimbalza in diamante. Cora potrebbe dare a Wong un po’ più di presenze dietro al piatto e speculare sul ritorno di  Trevor Story tra circa un mese, che mitigherebbe il problema più grande, ma un mese è un sacco di tempo e di sicuro non avremo Mondesi a coprire la seconda. Anche per ciò che riguarda l’outfield ci sono poche speranza visto che devono necessariamente giocare Yoshida, Duran e Verdugo. Anche il rientro di Duvall probabilmente non significherà una svolta dal punto di vista difensivo. Insomma c’è poco da fare per migliorare sensibilmente il livello, perché si tratta di una scelta strutturale fatta deliberatamente.

Allora cosa ci attende da qui a metà luglio? Alla scadenza di mercato saremo buyers o sellers? C’è da farsi poche illusioni. Difficilmente saremo in una posizione migliore di adesso e abbiamo un organico che, abbiamo capito, non si può migliorare  semplicemente con qualche innesco. Lo scenario più probabile quindi è che Bloom faccia il piazzista e tiri su un sacco di soldi 

Nel roster di sono un sacco di ragazzi che potrebbero aiutare altri club e con contratti a breve termine che Bloom può scambiare senza grandi problemi. Nomi come Turner, Hernandez, Duvall, Paxton potrebbero essere appetibile e portare buoni introiti. Anche  Alex Verdugo potrebbe salutarci. Verdugo sarà sotto controllo fino alla fine del 2024, ma in seguito sarà un free agent. Non sono stati segnalati colloqui in merito a un’estensione del contratto e sebbene Verdugo sia un buon giocatore, non si è dimostrato essere un elemento imprescindibile per il futuro. Vedremo cosa decideranno di fare i Red Sox, ma c’è da scommettere che Bloom prenderà seriamente in considerazione la faccenda.

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Che stizza!

Perdere con le squadre scarse sta diventando per i Red Sox un’abitudine pericolosa, che rischia di inficiare quanto di buono stiamo costruendo in questa stagione anomala, nonché una fonte di grandissima irritazione delle mucose gastriche di chi ama questa squadra.

Stanotte i Red Sox hanno perso con i Reds una partita in cui è andato storto tutto quello che ci poteva andare. Bello (4.0 IP, 5 H, R, ER, 2BB, 4K) è in una serata in cui non trova la zona con facilità e quindi deve salire troppo nel count pitch. Anche quando ha usato la sua palla veloce a quattro cuciture (media di 95,5 mph e picco di 96,8 mph, secondo Baseball Savant), non è riuscito comunque ad ottenere nessun swing-and-miss. Così alla fine del quarto, con 97-61, Cora decide di avvicendarlo, sancendo l’attribuzione della sconfitta al lanciatore partente. 

In quel momento la situazione non è compromessa: siamo sotto solo di 1-0, abbiamo scampato una situazione da leadoff triple proprio al quarto, ma in precedenza abbiamo anche sprecato clamorose occasioni per mettere punti sul tabellone.  

Insomma si respira una certa fiducia, che il bullpen si incarica di cancellare immediatamente. Garza, subentrato a Bello, subisce un altro punto, ma ancora una volta, i Red Sox hanno avuto la possibilità di battere il lanciatore partente avversario Lively nella loro metà del quinto. Con due eliminati e Hernandez in prima, Tapia batte un doppio sul Green Monster. Kike passa dalla terza base con il semaforo verde del suggeritore di terza Carlos Febles, ma la difesa dei Reds esegue magistralmente un’assistenza a casa con taglio, che trova Hernandez a un paio di metri dal traguardo: out senza discussioni.

Hernandez resta sotto i riflettori anche nel sesto inning. Dopo un singolo, un K e una BB,  Garza ottiene una rimbalzante in diamante che Hernandez cattura e si gira verso la seconda per avviare un doppio gioco di routine 6-4-3. L’assistenza su Valdez, che copre il cuscino di seconda, è tuttavia scadente e si perde sul campo destro. E’ il secondo errore di Hernandez in questa partita e il suo undicesimo della stagione. Come risultato della scelta di Bloom di giocare un’intera stagione senza un interbase di ruolo entra un punto non guadagnato e ci sono due RISP sulle basi. 

A questo punto sale sul monte il rilievo tanto atteso Joely Rodriguez che chiude l’inning con solo cinque lanci. Stavo per cantare ancora le lodi dei nostri riabilitatori, ma mi devo subito ricredere. Nel settimo Rodriguez riempie le basi con 3BB e un singolo, concede un punto forzato e, per soprammercato, il primo grand slam della carriera a Barrero. Siamo sotto di 8-0 con solo tre turni in attacco per recuperare. 

Si respira una totale sfiducia quando finalmente l’attacco decide di tornare in campo. Dopo l’eliminazione di Casas e Hernandez finalmente sbianchiamo lo score con 4 valide consecutive comprensive di un doppio e un triplo che ci fruttano 3 punti. L’ultimo RBI single è di Devers. Yoshida apre la parte bassa dell’ottavo dopo che i Reds hanno incrementato di un altro punto il loro score. Il seguito non è molto fortunato. Duran batte con forza una radente che però il seconda base controlla, seppure a fatica. Con Yoshida avanzato in seconda, Casas alza una linea preda dell’esterno destro. Yoshida a questo punto, probabilmente ricordando male il numero di out, invece di tornare sul cuscino di seconda, clamorosamente lascia il campo, permettendo così un facile double play 8-6. 

La depressione raggiunge il culmine e non aiuta che la parte bassa del nono cominci con un out di Hernandez, ma i ragazzi che hanno dato vita al rally dell’ottavo, hanno ancora voglia di giocare. Valdez, che si è procurato un passaggio in prima, avanza in terza su doppio di McGuire e va a casa su singolo di Tapia. E’ il turno di Devers che, giustamente, gira per il contatto e tocca una ground ball sull’esterno centro. Le cose cominciano a farsi interessanti quanto anche Turner decide di partecipare alla festa e piazza, in ritardo sulla destra, l’unica sua valida su 5 AB. Yoshida va al piatto come potenziale punto del pareggio. Quando batte un doppio che spinge Devers a casa e Turner in terza. Entusiasmo alle stelle!

Siamo all’epilogo. Duran interrompe la striscia di valide andando out 6-3 con Turner a casa sull’azione. L’ultimo turno alla battuta è per Casas, che non è in serata. Va subito sotto nel conto e gira a vuoto un sinker fuori dalla zona per lo strikeout definitivo. Nell’intervista post partita chiedono a Cora che fine avesse fatto Mr. Walkoff Verdugo, che forse sarebbe stato utile come PH con il punto del pareggio in seconda. In fin dei conti Casas batte .193 e Duran è andato 3 su 31 con 15 strikeout durante la trasferta sulla costa occidentale. Cora ha risposto di aver concesso un giorno extra al nostro esterno dicendogli: Ehi, giochiamo contro Cincinnati, approfitta di un giorno di riposo in più e torna carico mercoledì. Giochiamo con Cincinnati, cosa potrebbe andare storto? 

Siccome Verdugo non era proprio in panchina allora i giornalisti hanno incalzato chiedendo lumi sulla composizione dell’ordine di battuta, che evidentemente è una questione che appassiona anche negli states: perché schierare consecutivamente due battitori mancini (Duran e Casas), giovani e in difficoltà, nelle ultime tre partite? Perchè c’è Turner a terzo slot e Yoshida al cleanup?

Trascrivo nel seguito quello che ha risposto Cora, lasciandolo alla vostra interpretazione, perchè io, come già detto, non ho le capacità per capirci qualcosa. Dice Cora:

 “Where we’re at right now with all the lefties, I think that’s the best lineup we can put out there,” Cora said. “Splitting Turner and Hernández hitting seventh and having those two lefties in between them, it helps us with a few things and then with matchups later in the game. So we like what we’re doing. Jarren today had an OK day. He went the other way. That was good. … Casas hit the ball hard in the previous at-bat. So I think that’s where we’re at right now.”

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Agrodolce

Certo che i ragazzi che si occupano del rehab dei lanciatori stanno facendo veramente un lavoro fantastico. Appena tornano sul monte i nostri pitcher ricondizionati, sembrano appena usciti dalla fabbrica, con il certificato di garanzia. Poi magari dopo un paio di uscite perdono un po’ di smalto, ma appena sbarcano dal volo proveniente da Worcester hanno il tocco magico. 

Almeno questa è l’impressione che si è avuta sabato, quando Garrett Whitlock, tornato a lanciare per la prima volta dopo più di un mese e ha dominato i Diamondbacks, ottenendo la sua seconda vittoria stagionale. Le sue statistiche (5 IP, 3 H, 1 RE, 0 BB, 4 K 92-58) raccontano di un solido controllo della palla, ma anche di un lineup dei Serpentes che lo ha toccato spesso, anche se hanno ricavato più che altro dei chopper in diamante. Ciò ci ha permesso di aggiudicarci la serie, grazie a uno squeeze bunt RBI di Reese McGuire nel quarto inning che ha marcato il punto dello striminzito 2-1 definitivo.

Più ampia la vittoria della sera precedente, caratterizzata di un’altra buona uscita dell’asso della nostra rotazione Chris Sale (5 IP, 1 ER, 4 H, 1 BB, 3 K), il quale ha gestito la gara senza grossi affanni, risolvendo i problemi che ha incontrato, limitando ogni danno. Non è il Sale del 2018, forse non lo sarà mai più, ma è comunque ancora molto divertente da guardare.

Dopo tali premesse domenica quindi giocavamo per la sweep e un record positivo nella trasferta ad ovest. Per l’occasione Devers tornava ad occupare un posto nel line up , con la speranza che potesse capitalizzare i due giorni di pausa che il manager gli aveva concesso. 

Purtroppo le distanze americane non hanno permesso a Ciccio di respirare l’arietta frizzantina di Worcester. (Laddove un certo Dalbec, nel mese di aprile, ha segnato .230/.373/.459/.832 con 3HR, 3 2B, 1 3B, 11 R, 13 RBI, 11 BB, 30 K and 2SB in 17 partite). Devers infatti ha marcato uno esasperante 0-5, con un’altro esasperante turno alla battuta al settimo con basi cariche. Un’altro momento clutch finito in un nulla di fatto. I suoi compagni di squadra hanno messo assieme 2 run, che erano stati sufficienti la sera prima, ma non in questa occasione a causa dei primi due inning di Tanner Houck (4.0 IP, 6 H, 2 HR, 4 ER, 4 K), durante i quali ha concesso i 4 run che hanno deciso la gara. In precedenza starting pitchers dei Red Sox avevano 2 ER o meno in 8 of delle loro 9 uscite, cumulando 2.91 ERA (46.1 IP, 15 ER). Successivamente Houck riprende il controllo con due 1-2-3 frame consecutivi, e un ottimo Pivetta (3.0 IP, 2 H, 0 ER, 3 K) ci tiene in partita fino alla fine.

Purtroppo però le mazze sono cosi fredde da fa sembrare il partente avversario un top player. L’unico che riesce con continuità a dare fastidio alla difesa avversaria è Yoshida, che raggiunge quasi sempre la base, come all’ottavo, subito dopo lo HR di Turner che aveva rianimato le nostre speranze. Perchè dopo era in battuta dopo Turner, chiederete voi? Vi ringrazio della domanda che mi permette di precisare di non averne la più pallida idea. Decifrare i criteri con i quali Cora decide il lineup iniziale delle partite è un mistero gaudioso e un compito largamente superiore alle mie capacità di analisi. Per quanto mi riguarda potrebbe anche affidarsi al sorteggio, tanto mi sembrano casuali. 

Lunedì è stato giorno di riposo e spero che lo skipper ne abbia approfittato per studiare qualche misura per ridare smalto a un attacco decisamente asfittico in questi ultimi tempi. Speriamo che l’annunciato imminente ritorno di Adams possa rappresentare una svolta in questo senso, ma anche lui stesso potrebbe cercare di fare un po’ meno casino.

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Un altro passo falso

In questo primo terzo di stagione tutti avevano individuato il principale problema dei Sox principalmente nella rotazione iniziale (in effetti l’ERA complessiva dei partenti ci colloca in quart’ultima posizione), mentre nessuno aveva dubbi sulla qualità dell’attacco, anche dopo aver perso il battitore più prolifico per una frattura al polso (d’altra parte nessuno credeva che Adams sarebbe durato a lungo con quei ritmi). 

Da quando però siamo  atterrati ad Anaheim le cose sembrano drasticamente cambiate. Anche se il  monte ha funzionato molto bene recentemente, le tracce del passato sono tuttora presenti nelle statistiche stagionale. Per esempio, l’asso della nostra rotazione, Chris Sale ha un’ERA superiore a 5,00 Gli eccellenti sei inning di Tanner Houck i contro gli Angels hanno portato la sua ERA sotto quota 5 (4,99). Degli otto lanciatori che hanno iniziato le partite per Boston in questa stagione, sei hanno ERA superiori a 5.00. Solo uno si salvava, James Paxton che però stanotte si è allineato ai suoi compagni con una prestazione mediocre che è costata la sweep.

Il punto di svolta della partita credo possa essere stata la parte alta del secondo inning. Con un Tyler Anderson con problemi di controllo sul monte per gli Halos, i Sox hanno avuto la possibilità di colpire per primi. Con un out, Devers era appena passato dalla prima alla terza base per un singolo di Pablo Reyes sull’interbase, quando Wong è entrato nel box di battuta. E’ stato un turno abbastanza anomalo. Sul conto 1-0 Wong, che probabilmente aveva problemi di interpretazione dei segnali, ha chiesto tempo sventolando la mano davanti alla faccia dell’arbitro che lo ha ignorato e ha chiamato strike il lancio in mezzo al piatto con Wong che non era pronto a battere. Si arriva sul conteggio di 2-2 (di nuovo l’arbitro ha chiamato strike un lancio abbondantemente basso e interno), quando tutto è andato a rotoli.

Wong gira a vuoto una fastball da 88,4 mph quasi al centro della zona e va K. Allo stesso tempo, Reyes è decollato verso la seconda base, spingendo il ricevitore degli Angels ad assistere il seconda base che copriva il cuscino. Reyes però era quasi arrivato e il difensore  ha potuto dedicarsi a Devers che, in maniera scellerata, era partito per un tentativo di doppia rubata e lo ha fatto secco senza problemi, completando il double play che poneva fine all’inning e, considerando il subitaneo crollo di Paxton, la nostra partita.

Capita spesso che i battitori di una squadra sincronizzino il loro slump, come si dice (non so se sia vero) facciano con le mestruazioni le ragazze che vivono assieme. Questo è proprio uno di questi momenti in quanto i nostri migliori battitori sembrano proprio tutti fuori fase e insulsi turni alla battuta si susseguono senza soluzione di continuità. Emblematico in tal senso potrebbe essere il turno di Devers, leadoff nella parte alta del settimo inning in gara 1, l’unica in cui abbiamo realmente conteso il risultato. Avevamo pareggiato nell’inning precedente e francamente speravo ardentemente che Devers potesse dare una svolta alla partita. Al ragazzo vengono dati un sacco di soldi per cacciarla fuori, specialmente in queste situazioni clutch. Ora a me non mi pare che in questa stagione Devers abbia colto un successo in questi frangenti, e quindi mi aspetto che almeno ci provi, quando si presenta la necessità, non mi aspetto proprio che si faccia mettere facilmente out con un triste bunt sul lanciatore. Ho torto? Secondo me Devers dovrebbe prima fare quello per cui è pagato e poi emulare il compianto, Ellsbury tentando doppie rubate e bunt a sorpresa.

E comunque sia non arriva in base. In ns slugger è terzo nella American League nel numero fuoricampo (13), ma i suoi arrivi in base (OBP) sono deficitari. Questo il quadro delle sue prestazioni su Baseball Savant. Il grafico va interpretato come rosso bene, blu male.

Devers registra una OBP 290  contro 355  in 297 partite (1.278 AB) nel 2021-22 e si vede molto bene che il suo problema è la bassa percentuale di BB. Sono due settimane che non va in base gratis e, se non lo fai la percentuale in base corrisponde esattamente alla media di battuta.

Devers non va in base dal 9 maggio ad Atlanta e lo ha fatto solo due volte in 20 partite (80 presenze) a maggio, dopo aver camminato otto volte in 28 partite (123 presenze) ad aprile.

Devers ha registrato un tasso di BB combinato dell’8,8% nel 2021-22, che si abbassa al 4,9% in questa stagione. Secondo Cora Devers gira a vuoto molti lanci fuori velocità contro i destri, mentre è stato migliore contro i mancini. 

Ora abbiamo un giorno di riposo, prima di andare in Arizona, che spero sia utilizzato per leccarsi le ferite e cercare di registrare lo swing di tutto il ns lineup che, a parte Devers, vede grandi defiance da parte di pilastri come Verdugo, Turner e Yoshida. 

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Bene, ma non benissimo

Corey Kluber era leader fra i pitcher MLB nel 2022 per il minor numero di BB/9 (1,2). Ha concesso due o più BB solo in tre delle sue 31 partenze. Quest’anno è tutta un’altra storia. Il giorno in cui affronta Wacha, l’uomo che lui stesso ha sostituito nella rotazione Red Sox, riesce a mettere assieme una prestazione talmente inguardabile da portare il nostro rimpianto a massimi livelli. Solo nel primo inning concede 3BB che fruttano a S. Diego un punto forzato prima che Odor sparecchi le basi con un doppio sulla destra. Non sono punti guadagnati sul lanciatore perchè un interno ha commesso un errore e a gioco corretto quei punti non sarebbero entrati. Chi era l’interno? Corey Kluber!

Mi dispiace iniziare il resoconto dalla pagina peggiore di una settimana che tutto sommato è stata piuttosto positiva: abbiamo ottenuto la vittoria in due serie consecutive con 4W in row, iniziata dalla riscossa di Pivetta, le prestazioni spaziali di Bello e Sale e anche di un Paxton decisamente superiore alle attese, un attacco buono dove, ogni tanto, Ciccio si affacciava e faceva bum bum.   

Perchè  quindi andare a sfruculiare sulla presenza di un inguardabile Kubler, preferito a Pivetta nella rotazione? In primis perché la nostra andatura ⅔, ottima in teoria, non è sufficiente per restare in scia nella turbolenta AL est. Kubler oramai è diventato uno dei problemi principali della squadra, incapace di tenerti in partita contro un attacco di San Diego che, pur decisamente più forte sulla carta, sta attraversando un nerissimo slump collettivo.  

Infine perchè dall’altra parte lanciava un Wacha che, al contrario, ci ha tenuto a bada per i primi 5 inning dello shutout. Dopo l’ottimo 2022 sembrava assolutamente opportuno, e in linea con l’atteggiamento del front office, trattenerlo a Boston, ma si è preferito fare altro.  Per trovare un decisione di Bloom altrettanto fallimentare occorre tornare a quando gli venne in mente di mandare Renfroe a Milwaukee in cambio di Jackie Bradley Jr., e altri due che nemmeno mi ricordo.

Cora ha annunciato che, con il ritorno di Whitlock contro i D-backs, la rotazione resterà a sei questa settimana. Spero che alla luce della prestazione di Whitlock, si prenda atto che Kubler non solo è inutile, ma è addirittura dannoso e non ci serve a nulla, neppure nel bull penn, adottando le misure necessarie.

Insomma la squadra va bene, ma non benissimo. Sembra una creatura esile, esposta a tutti gli accidenti. Ci sono incertezza e nuvoloni in un orizzonte che promette pioggia da un momento all’altro e mi chiedevo siamo felici di tutto questo? Io no e non sono felice da quando Betts è andato a giocare al calduccio. E non riesco a capire se (o perchè) anche la proprietà è contenta del lavoro di Bloom.

Per capirlo bisognerebbe conoscere il mandato affidato a Bloom, a parte l’imperativo cogente di ridurre il libro paga. Sono andato a chiederlo in qualche blog e questa è la risposta più convincente che ho trovato: Bloom non  è venuto a replicare il modello Tampa, ma quello di Houston. In effetti ci sono alcuni paralleli che inducono a pensare che gli stili di gestione delle due franchigie convergono, anche se Bloom ne esce male dal confronto:

Anche Houston lascia che le star del roster se ne vadano altrove quando raggiungono la  free agency (Carlos Correa, George Springer come Betts e Bogaerts) a meno che non possano pagarle significativamente al di sotto dei contratti a valore di mercato (Bregman, Altuve, McCullers). Diciamo che Bloom ci ha provato sia con Bogaerts sia con Devers, ma è stato sconfitto, in un modo o nell’altro, in entrambi i casi 

Houston non ha paura di spendere in free agent, ma limitano i rischi con accordi molto brevi (un anno per Verlander, due anni per Brantley). Bloom sembrerebbe sulla stessa strada (Kubler, Turner, Adams) solo per i contratti minori, mentre resta a un approccio tradizionale con Story o Yoshida. 

Houston sviluppa giocatori che possono salire con successo in prima squadra in grado di sostituire degnamente qualsiasi posizione persa (Yordan Alvarez, Jeremy Pena, Kyle Tucker). Su questo punto gli scuri (Dalbec, Codero) sembrano sovrastare i chiari (Wong, Bello)

Insomma sembra che Bloom si ispiri agli Astros per creare una paragonabile serie di successi. Ammesso che abbia lo stesso piano di gioco per il momento non sembra coronato dagli stessi duraturi successi. Quindi, che dite, la proprietà è felice?

Ora ci aspetta la trasferta più insidiosa di questo tour sulla west cost, contro una diretta concorrente alla Wild .Card. Ci incontriamo dopo pochi giorni da quando gli abbiamo affrontati al Fenway, quando eravamo in modalità come back. C’è di bello che non vedremo Othani sul monte.

 

 

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