Analisi della stagione 2024. Parte prima: l’opening day

Vorrei iniziare con questo una serie di articoli che rievochino la fallimentare stagione 2024 delle calzette rosse, sperando in un vostro contributo per arricchire l’analisi nei commenti evidenziando i numerosi aspetti che dimenticherò o sarò costretto a tralasciare. Speravo che non fosse necessario perchè c’era Netflix che avrebbe dovuto documentare tutto, ma sono spariti quando tutto è cominciato a crollare.

Cominciamo dalla situazione ai blocchi di partenza per valutare le mosse del mercato invernale del front office, partito fra grandi fanfare e la promessa di andare a tutta birra, ma che ha prodotto il miserevole risultato di presentare un roster 2024 pericolosamente simile a quello dei Red Sox del 2023, arrivati meritatamente ultimi. 

L’unica importante differenza percepibile tra le squadre era il fatto che Chris Sale avrebbe giocato ad Atlanta: Boston infatti ha operato solo due grandi mosse di mercato durante l’inverno. La prima è stata lo scambio di Chris Sale con Atlanta per il seconda base Vaughn Grissom. La seconda è stata l’ingaggio del partente Lucas Giolito con un contratto di due anni per 19.25 M$ a stagione. Drammaticamente però all’Opening Day 2024 abbiamo anche scoperto che tutto questo non avrebbe avuto nessuna ricaduta in campo. 

Grissom, si era già stirato all’inguine e avrebbe perso l’intera stagione per numerosi ulteriori infortuni. Un tentativo di riportarlo in prima squadra a maggio è miseramente fallito, tanto che alla fine, per disperazione, hanno deciso di tenerlo in Tripla A per completare la convalescenza. Grissom ha battuto solo .190 in 31 partite, 23 delle quali a maggio, quando stava ancora male. Nel suo ultimo mese a Worcester, ha battuto .366 con un OPS di 1.038. Questo lo ha riportato a Boston per le ultime otto partite, nelle quali ha battuto 8 su 24 (.333). Naturalmente una rondine non fa primavera, ma c’è qualche motivo per credere che il gioco di Grissom sia più di quello che ha mostrato in questa stagione. La conseguenza di tutto questo tuttavia è stata una stagione giocata senza un sostituto stabile in seconda base, il che ha contribuito senz’altro al fallimento finale.

In nessun universo scambiare Sale con Giolito può essere considerato vantaggioso e quindi i prodromi del disastro finale erano già manifesti. Tuttavia Breslow era convinto di essersi sbarazzato di un costosissimo asso perennemente infortunato per un lanciatore che, senza essere un fulmine di guerra, aveva pur lanciato 160 inning o più in ciascuna delle ultime cinque stagioni complete, senza contare il 2020. Il contrappasso subito non poteva essere più clamoroso: Sale non solo torna in salute, ma, con la macchina del tempo, torna al 2017 ed è protagonista di una stagione stellare, mentre Giolito, subisce un intervento Tommy John e non riesce a lanciare neppure una palla per tutto l’anno.  Una mossa così disastrosa è destinata a entrare negli annali e non riesco minimamente a immaginare cosa potrà mai realizzare, in tutta la sua carriera, Breslow per rimediare. L’unica fievole consolazione è che la schiena di Sale, sicuro vincitore dello NL Cy Young, alla fine ha ricominciato a dargli fastidio, compromettendo le chance di Atlanta. Non credo però che questo basti a Breslow per rivendicare di aver avuto ragione! 

Un’altra appariscente differenza nella squadra dell’opening day è stata determinata dalla cessione di Alex Verdugo agli MFY per il rilievo Greg Weissert e i lanciatori di minor league Richard Fitts e Nicholas Judice. Questa è stata una buona cosa. Non solo è stato rimosso un disturbatore tossico come Verdugo, scaricando i problemi che continuamente produce nello spogliatoio dei rivali, ma ha anche portato alla squadra un buon contributo: Greg Weissert nel complesso ha avuto una stagione solida, contribuendo con 62 presenze sul monte e registrando un’ERA di 3.13, di gran lunga il suo miglior risultato nelle major. A un certo punto anche lui, nella seconda parte, sembrava aver completamente deragliato, ma, dopo aver trascorso un mese a Worcester per riorganizzarsi tecnicamente e psicologicamente, è tornato il 20 di Agosto, lanciando 16.2 inning, senza subire alcun punto guadagnato per tutto il resto della stagione. 

Anche Fitts si è dimostrato un buon acquisto avendo avuto la possibilità di mettersi in mostra a settembre, impressionando in 4 solide partenze. Nel 2025 sarà disponibile a Worcester per garantire profondità alla rotazione insieme a Quinn Priester (acquisito dai Pirates alla scandenza di luglio per Yorke) che ha avuto un interessante debutto proprio l’ultimo giorno della stagione con cinque inning scoreless.

Per oggi finisce qua, che siamo già andati abbastanza lunghi. Coming soon (forse):

  • le mosse alla scadenza di luglio, 
  • i rookies 
  • gli infortuni
  • la rotazione
  • l’attacco
  • il fielding

Stay tuned!

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Playoff notes

Stanotte i Phillies sono stati eliminati. Erano la squadra data per favorita nei pronostici giornalistici ed anche la mia preferita fra quelle andate ai playoff. Purtroppo per loro il caso li ha messi di fronte al cavallo entrato di rincorsa fra i canapi che gode spesso di un vantaggio competitivo. Sto parlando evidentemente dei Mets che hanno raggiunto i playoff vincendo gara 162 ad Atlanta e, avendo perso la successiva, determinando l’inopinata esclusione di Arizona. Un destino analogo sembrano avere anche i Tigers, cioè la squadra che gioca i playoss al posto nostro in AL. Sapevatelo!

Non sono tuttavia molto abbattuto della eliminazione perchè questa era questa la NLDS dei buoni e, dal mio punto di vista, anche i Mets sono una squadra “simpatica”, perchè è l’altra franchigia di NYC, opposta all’Impero del male, e ingaggia giocatori che ho molto apprezzato nel passato. Mi riferisco specificamente a Iglesias, guanto eccezionale, cresciuto nei Red Sox all’inizio degli anni 10, tagliato fuori dalla seconda base da Pedroia, ma troppo bravo per scaldare la panca. E’ tornato con noi nel ‘21 e ci avrebbe fatto comodo anche quest’anno, quando è riuscito a progredire a livelli altissimi e incredibili con la mazza, dato che abbiamo giocato un’intera stagione senza un seconda base di ruolo.  

Nella NLDS dei cattivi, gli odiosi puffi stanno pareggiando 2-2 con i San Diego Padres, che normalmente sarebbero i meno peggio, se non avessero ingaggiato quel criminale di Manny Machado e quindi devono morire tutti fra grandi tormenti. Stanotte i Dodgers hanno vinto un elimination game,  approfittando di un Mookie Betts che, finalmente, ha trovato il modo di battere valido durante una post season e schierando  come opener, un eccellente Brazier che da noi era un ectoplasma.

Riguardo i lanciatori che avrebbero voluto restare a Boston. ma ci siamo lasciati sfuggire dalle mani, ho trovato sulla rete questo simpatico elenco:

  • Jeffrey Springs – che ha trovato il successo a TB ed è stato scaricato dopo 16 partite
  • Martín Pérez – E’ diventato un all-star, 12-8 2.89 ERS, 10-4 (WS) e 3-1 con SD
  • Nathan Eovaldi – 12-5 (all-star) Playoff ed eroe del WS; 12-8
  • Ryan Brasier – 2-0 0,70 ERA in 39 partite l’anno scorso
  • Eduardo Rodríguez – 13-9 3.30 l’anno scorso
  • Michael Wacha – 14-4 3.22 ERA nel 2023; 13-8 3.35 ERA nel 2024
  • John Schreiber – 59 partite 3,66 ERA
  • Matt Strahm – 9-5 3.29 ERA nel 2023; 6-2 1,87 ERA nel 2024
  • Chris Sale – Vincitore della tripla corona 2024: 18-3 2.38 ERA 225 KO

Ve l’ho messo perchè non era giusto che soffrissi solo io

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Il giorno della marmotta

Circa undici mesi fa, alla conferenza stampa di insediamento di Craig Breslow il presidente Tom Werner, con voce dal sen fuggita, aveva promesso una offseason “a tutto gas” e una squadra diversa nel 2024. Diamine, perchè mai avrebbero dovuto licenziare, con un anno di anticipo, il capo del front office, se non per far tornare i Red Sox a livelli di competizione adeguati al loro rango.

Lunedì, per il terzo anno consecutivo, il CBO Craig Breslow, il manager Alex Cora e il CEO Sam Kennedy, si sono presentati davanti ai giornalisti, per la rituale conferenza stampa di fine stagione, ancora una volta organizzata decisamente troppo presto rispetto alle aspettative. Dopo la sconfitta a Toronto nella gara 159 e la definitiva eliminazione dalla contesa per la post season Cora aveva dichiarato:

“At one point it felt like we were a playoff-caliber team, and then we missed the opportunity, let’s put it that way,” aggiungendo poi. “You look around, you look at the teams that are fighting, we had it right there and we blew it.”

Mi sembra che allora abbia colto il segno. We blew it! potrebbe essere lo slogan da stampare sulle felpe per condensare in un concetto la stagione regolare, per esprimere la delusione per come sono andate a finire le cose, con la consapevolezza di aver sprecato un ingresso ai playoff, abbondantemente alla portata, specialmente dopo una prima parte assolutamente sorprendente. 

Durante la conferenza stampa Cora non ha ripetuto questo concetto, anzi ha dimostrato di aver ritrovato sorriso e ottimismo, Breslow è apparso rituale quando si è assunto la completa responsabilità dell’accaduto e Kennedy è stato decisamente reticente davanti all’unica domanda veramente cruciale, quando gli è stato chiesto di un potenziale aumento del monte stipendi, che oggi risulta di circa $ 10 milioni al di sotto della soglia CBT di $ 237 milioni. 

D’altra parte perchè spendere di più se la stagione, secondo loro, alla fine non è stata così malaccio?!  Nonostante i peana di rito, sembra esserci nel management un sentimento latente che giudica come parzialmente positiva una stagione 81-81, in cui sono arrivati ​​terzi nell’American League East, noni su 15 club AL, sotto di 13 partite dal titolo divisionale e un solo posto nei playoff negli ultimi cinque anni. Evidenziare che molti giocatori hanno fatto grandi passi avanti alla fine abbiamo vinto tre partite in più, rispetto alle due precedenti occasioni denotano un approccio assolutamente tollerante alla mediocrità. Se una stagione così fosse capitata agli Yankees o anche ai Cardinals, avremmo visto una reazione totalmente diversa. Quello che accaduto invece ci imprigiona in questo loop ripetitivo di cui non si vede la fine.

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Che vitaccia!

Se tenere aperto questo blog fosse una professione, anche ben retribuita, sarebbe comunque una delle più frustranti in circolazione. Il fatto che invece si tratti di una passione coltivata a titolo gratuito, rende le cose ancora più deprimenti. 

Siamo a quattro gare dalla fine della stagione e i maledetti Red Sox hanno infilato una serie di 4 vittorie consecutive che tengono accesa la speranzucola che loro stagione regolare porti ancora a un insperato accesso ai play off. Sia chiaro: punto 1 non accadrà, punto 2 qualora accadesse non cambierebbe il giudizio su una stagione evidentemente non soddisfacente.

Uso questo termine anodino perché è stata una stagione dove hanno vissuto fianco a fianco diverse situazioni dichiaratamente contraddittorie e incompatibili, che meritano di essere esaminate e discusse.

Tuttavia, preliminarmente, occorre accettare un presupposto senza il quale ogni discussione sarebbe vana: sebbene la loro screditata comunicazione sostenga il contrario, l’unica cosa che è diventata maledettamente chiara e incontrovertibile in questa stagione è che a FSG e a John Henry non importa più niente di vincere, soprattutto di vincere un altro campionato. Vorrei che la smettessero di parlare di acquisizioni prestigiose, di stagioni di svolta e quant’altro. Soprattutto, dopo che abbiamo visto questo film andare avanti per 5 anni di fila con lo stesso deprimente finale, dovremmo noi smettere di andare loro appresso. Bisogna semplicemente accettare che la proprietà non spenderà ciò che è dovuto per ottenere i lanciatori e le mazze necessarie per competere ad alto livello. E nessuno può farci nulla!

Avendo allevato, Dio mi perdoni, un calciofilo fra le mie pareti domestiche, mi è capitato di vedere in una trasmissione di commento, mi pare su Sky, un tizio che in maniera convinta e consapevole affermava che “.. il calcio non è dei presidenti, il calcio appartiene dei tifosi…”. Dico davvero, lo giuro! Diceva proprio così. E gli astanti, lungi dal ridergli in faccia, assentirono in modo grave.

Non voglio certo abbattere le loro certezze, ma sono abbastanza convinto che non funzioni funzioni così. Anche laddove un diffuso malcontento genera conseguenze pratiche, dirottando spettatori nel palazzetto dei Celtics, campioni del mondo, o allo stadio dei Patriots (non come pagare il biglietto e entrare mezzoretta dopo!), il parere dei tifosi viene comunque  bellamente ignorato.

Quindi siamo qui ancora una volta a piangere per ciò che poteva essere e non è stato. Addirittura è ancora peggio: quest’anno la squadra messa in campo era decisamente più forte di compagini come Kansas City, Minnessota o Detroit. Decisamente più forte. Il fatto che non siamo comunque andati ai playoff dipende da numerose circostanze che analizzeremo nelle prossime settimane (avremo purtroppo molto tempo per le chiacchiere), ma il roster era competitivo per il terzo posto della WC.

Il problema però è che per me, questo livello è insoddisfacente. Io non voglio che i Red Sox battano Kansas City, Minnessota o Detroit (chi se ne frega di questi), voglio che competano per il titolo mondiale, come è capitato all’inizio di questo secolo. Purtroppo dovrò continuare a fare docce fredde (e questo lavoro ingrato) fino a quando o la proprietà cambi atteggiamento e propensione alla spesa o arrivi un’altra proprietà con migliori intenzione e i mezzi per soddisfarle.

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Imprevedibili

Devo sbrigarmi a scrivere un commento in occasione di una spettacolare vittoria delle amate calzette rosse, perchè altrimenti il vostro blogger, se ricominciano con la solita solfa, cade in depressione e non si alza più dal divano, maledicendo ogni divinità del pantheon in ordine alfabetico. Il fatto è che questi ragazzi sono imprevedibili. Rob Refsnyder ieri è entrato in campo con una media battuta di .176 (12 su 68), una percentuale di arrivo in base di .222 e una percentuale di slugging di .265 in 24 partite a partire dal 4 agosto. Più o meno il periodo in cui l’intero attacco dei Red Sox si è squagliato per il caldo record da cambiamento climatico, lasciando al loro posto dei mediocri replicanti.

Al suo rientro il “vero” Refsnyder ha raggiunto la base cinque volte, registrando quattro valide, tra cui due fuoricampo, battendo a casa il record di carriera di cinque RBI. E cosa dire di O’Neill, che ha lo seguiva nel turno di battuta che ha realizzato 2 back to back homer. O’Neill, che ha realizzato 29 HR, con la prova di ieri ha portato a sette le sue partite multi-homer in questa stagione, a pari merito con il battitore degli Astros Yordan Álvarez per la leadership MLB. O’Neill ha battuto un homer quattro volte nelle ultime tre partite, così come in sette delle sue ultime 13 valide. 

Eppure non c’erano grandi aspettative per la serata.  Purtroppo gli Orioles a Bello, il nostro miglior partente al momento, avevano contrapposto un mancino (Cade Povich) e i Red Sox hanno avuto serie difficolta contro i partenti mancini, stabilendo in questa stagione lo striminzito record di appena 16-24. Ieri sera però tutta un’altra musica. Dopo che Bello aveva limitato i danni nel primo inning, sono saltati addosso a Povich rifilandoli quattro punti nei soli 4.2 inning di durata della sua partita.

Nella parte alta dello sesto inning Bello infrangeva la soglia dei cento lanci e Cora lo faceva scendere con un solo out. All’ingresso di Bernardino tutti erano assillati dai fantasmi delle numerose partite sprecate dal bullpen. Nella parte bassa però Ceddanne Rafaela realizza lo 2-RBI double spezza partita, che riduce al silenzio gli Orioles, tenuti efficacemente a bada per il resto della gara da Winckowski, al quale è attribuita la salvezza.

Ieri sera si è rivisto anche Ciccio Dever, autore di tre valide (e dell’errore numero 106). Speriamo bene. Senza il suo contributo costante non si va da nessuna parte e, incredibilmente, si potrebbe ancora andare da qualche parte, nella Manfred Legue. Nonostante quello che siamo riusciti a combinare, Minnie ci tiene a tenere aperta la Wild card race perdendo a raffica. E’ assurdo, ma ci sono ancora 4 squadre mediocri in lizza per i playoff a questo punto della stagione e fra queste i Red Sox. Non cambierebbe di un ette il mio giudizio sulla stagione, ma sarebbe carino se succedesse.

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Tutto crolla

Il week end del Labour day, quello che sancisce la fine dell’estate, è trascorso e l’avvincente (si fa per dire) corsa per il terzo posto Wild Card nell’American League, si fa sempre meno serrata. La scorsa settimana era quella nella quale avremmo dovuto approfittare del calendario impegnativo delle nostre competitor, che infatti hanno subito rovesci significativi, ma noi siamo riusciti a fare meglio. Oramai i siti specializzati a prevedere il futuro fornisco percentuali di probabilità di accesso ai play off simili a quelle che aveva prima del drop out il candidato presidenziale Robert Kennedy Jr. Nonostante il perverso meccanismo di Manfred sia concepito per mantenere a galla quanto più possibile anche le squadre più mediocri, non riusciamo neppure ad approfittare di queste favorevoli condizioni. 

Ieri notte abbiamo perso contro una squadra in corsa per il terzo posto Wild Card del Senior Circuit. In questa circostanza i Red Sox 2024 hanno ribadito una loro caratteristica di fondo:  avere difesa e attacco costantemente in opposizione di fase. Dopo aver avuto ad inizio agosto il periodo in cui i partenti non riuscivano a lanciare più di 6 riprese e il bull pen che crollava nel finale, ultimamente è l’attacco che sembra essere il problema più grande. Jarren Duran sembra l’unico con ancora un po’ di benzina nel serbatoio, ma non può farcela da solo, specialmente se uomini fondamentali come Ciccio Devers, non riescono a portare a casa due RISP in due inning consecutivi nel momento topico della gara.

Dalla bacheca l’ipercritico Davide contesta Cora per aver sostituito una Cooper Criswell dopo quattro inning perfetti. Fra l’altro risulta in buona compagnia perché l’episodio figura su tutta la stampa specializzata che ha messo sotto accusa il manager portoricano. Cora non è nuovo a scelte difficili da spiegare a posteriori che a volte causano catastrofi, ma altre volte pagano con gli interessi. Tuttavia ritengo che tutti avrebbero giudicato questo episodio con molta più indulgenza se solo l’attacco avesse fatto il suo dovere. Come potrebbero infatti una paio di inning in più lanciati da Criswell bilanciare un attacco che nelle ultime 10 partite batte 205/.246/.357 e realizza una media di 2,90 punti a partita. E’ credibile che avremmo ottenuto un record diverso dal  3-7 che ci condanna ad andare a letto presto a ottobre?

Le prestazioni offensive fanno ancora più tristezza perché nell’ultimo turno di rotazione i nostri partenti si sono ripresi e hanno concesso solo 4 ER in 30.2 inning. Parlo di punti guadagnati sul lanciatore, perché l’emorragia di punti dovuti a errori della difesa non è stata ancora arrestata. Ieri notte I Red Sox hanno superato quota 100 negli errori stagionali, conducendo con ampio margine questa imbarazzante classifica. Altro fattore che contribuirà a definire l’analisi e il giudizio su questa stagione

Comunque sapete che vi dico? Non è finita finché non è finita. La logica e la statistica non ci lasciano molti margini, ma rimanendo 4 settimane e 4,5 partite da recuperare, la matematica ancora non ci condanna. L’attacco è strano, a volte, dopo lunghi periodi di slump, si svegliano all’improvviso, potrebbe ancora accadere. Si parla di un ritorno in campo di Story, magari riuscirebbe a raddrizzare un po’ la difesa. Anche il closer del futuro, Liam Hendriks, potrebbe tornare in formazione entro la settimana, aiutando un esausto bullpen. Magari tutto potrebbe contribuire a riportare alla normalità un orribilmente deficitario record casalingo e così la sfanghiamo. Chi siamo noi per porre limiti alla provvidenza?

Confido che atleti professionisti diano il meglio anche se posta in palio è piuttosto misera, come la coppa dei mediocri. Fra un mese (o poco più) tireremo le somme di questa stagione, ma l’analisi che ne faremo dovrebbe prescindere del tutto dal risultato finale di questa WC race.  

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L’assurdo baseball ai tempi di Manfred

Comincio a scrivere queste note prima dell’inizio della partita 129, gara 3 della serie con Arizona, che fino a questo momento ci ha dominato con una certa disinvoltura, riuscendo a zittire completamente l’attacco. Lo stato d’animo, dopo la scossa di adrenalina della serie con Houston, è virato abbastanza sul depresso perché le cose non vanno bene per nulla. Anche stasera, in vantaggio per 4 a 0, per due homer di Casas e Devers,  non siamo riusciti a contenere il ritorno dei vice campioni, che sono riusciti a completare una sweep molto dolorosa. E’ la seconda sweep che becchiamo nel mese di Agosto fra le mura amiche, il record casalingo 29-35 diventa imbarazzante, per trovare di peggio occorre scendere fra i derelitti (anche gli A’s fanno meglio di noi) e le possibilità di disputare almeno una partita ad ottobre se ne vanno a ramengo.

L’unico aspetto positivo è che la regular season ai tempi di Manfred dà sempre speranze a tutti fino alla fine, e nonostante le pesanti batoste rimediate, c’è ancora un percorso che ci potrebbe permettere di vincere la WC race. Il periodo di calendario più arduo da affrontare per la nostra squadra si è concluso proprio oggi e le nostre competitrici non sono state capaci di estendere il loro vantaggio che è rimasto invariato a 4.5 partite.

Da domani affrontiamo Toronto in una serie di 4 partite più il completamento della gara sospesa il 26 di giugno, per concludere il prossimo weekend a Detroit. Nello stesso periodo KC visita in sequenza Cleveland (per 4 partite) e Houston. Teoricamente se avessimo dei partenti capaci di arrivare al settimo inning, domenica prossima potremmo averli superati. Praticamente però non gli abbiamo, grazie al budget inadeguato con cui Mr Henry ci fa competere e difficilmente arriveremo a Settembre ancora vivi.

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Piccoli miglioramenti in un momento complicato

Sapevamo che la seconda parte della stagione sarebbe stato un periodo veramente duro per le nostre amate calzette rosse. Il programma prevedeva che ben 25 delle prime 34 partite, dopo lo ASG, fossero giocate contro squadre in piena corsa per i playoff.  Dopo aver completato la serie a Baltimora, andremo a Houston che la scorsa settimana ci ha travolto in casa, ma dopo la serie casalinga con Arizona, il calendario si alleggerirà con le serie contro Toronto, Detroit, Mets e Chicago White Sox. Non siamo ancora al momento di poter fare un bilancio, ma possiamo almeno dire che finora siamo sopravvissuti. Usciamo dal confronto con gli Orioles con un record di 12-16, non esaltante, ma sufficiente a tenerci ancora in corsa per la terza wild card dell’American League.

Il fine settimana a Baltimora in particolare non è stato perfetto, ma anche dopo l’amara sconfitta per 4-2 di domenica, possiamo interpretare la divisione della posta come un progresso visto che eravamo riusciti a batterli solo una volta nelle sei precedenti occasioni.

La rotazione potrebbe mostrare segni di miglioramento. Houck ha lanciato 6.2 inning molto forti con Texas, Nick Pivetta ha registrato cinque solidi inning giovedì e sabato Bello ha avuto la sua migliore uscita dopo la pausa, concedendo un punto, due valide e tre basi su ball, con sei strikeout. Una buona prestazione di 97 lanci di cui 57 strike, registrando ben 15 swing-and-miss. Sebbene Crawford sia apparso migliore di quello visto nelle sue ultime due partenze, è risultata ancora una volta fatale la sua apparente incapacità di completare sei inning. 

Purtroppo i progressi dei partenti sono stati spesso frustrati da un bulpen completamente inaffidabile, capace di dilapidare patrimoni apparentemente inesauribili. Paradigmatica in questo senso la pazzesca partita di venerdì, al termine della quale non solo hanno concesso dieci punti e costretto Alex Cora a usare otto lanciatori per ottenere 27 eliminazioni, fra i quali Martin e Jansen insolitamente in campo durante una partita in cui l’attacco ha prodotto 12 punti. Molto soddisfacente il fatto che 8 di questi punti gravino sulle spalle del candidato Cy Young Corbin Burnes, i quali rappresentano  il peggior risultato ottenuto da questi nella sua carriera in major league.

Fortunatamente l’attacco che è stato il maggior punto di forza della squadra, nonostante una lunga serie di infortuni, è stato all’altezza della situazione, anche perchè sono stati recuperati dalla IL due giocatori chiave con il ritorno di O’Neill e Casas. O’Neill che aveva saltato 12 partite ha contribuito con una grande valida sabato nella sua prima partita, anche se domenica ha subito un gran sombrero nei 4 AB. Nel frattempo, Casas, che era fuori da aprile, non sembrava un giocatore che avesse saltato 98 partite, registrando 5 su 13 in tre partite. Anche se tutte le sue valide sono stati singoli e Triston dichiara di sentire ancora un certo fastidio durante lo swing, mi sembra si possa guardare con ottimismo al futuro.

Infine ci sono rinforzi in arrivo. Hendriks ha iniziato il suo incarico di riabilitazione domenica nella a Worcester, lanciando, nella sua prima partita dopo l’operazione di un anno, un inning pulito, con un flyout al centro, un soft groundout preso dal ricevitore e un grounder all’interbase. In 11 lanci di cui nove strike, ha raggiunto i 95 mph con la sua four-seamer mescolando il cutter, la palla curva e lo slider. I Red Sox stanno pianificando di fargli fare da sei a otto apparizioni di riabilitazione, che, a meno di battute d’arresto tra le uscite, potrebbe renderlo pronto per tornare major league a settembre.

Nel frattempo, un certo Rich Hill, un giovanotto di belle speranze domenica a Worcester dopo aver firmato ufficialmente un contratto di lega minore con il club, per un allenamento con Kyle Teel come ricevitore. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Vedremo cosa ne uscirà, con la serenità di coloro che non hanno nulla da perdere. Perlomeno questo è una mossa che testimonia che il club non vuole lasciare nulla di intentato.

Ci aspetta una prossima settimana durissima, con i Royal pronti ad estendere ancora il loro vantaggio dopo la sweep ottenuta a Cincinati, ma oggi il sito Pecota Standings valuta la percentuale di vincere una WC pari a 36.4%, con un incremento di 5 punti rispetto alla settimana scorsa. Evvai!

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L’osso più duro

Dal 2017 gli Houston Astros sono senza alcun dubbio la squadra da battere del Junior Circuit. In questi ultimi 7 anni hanno disputato 4 WS, vincendone 2, ma sempre avendo almeno raggiunto le finali di lega. In questa stagione, lasciatisi alle spalle una partenza difficoltosa, hanno di nuovo preso la testa della loro division, lasciando pochi dubbi sulla loro ennesima partecipazione al baseball di ottobre.

Cosa ci poteva capitare di peggio dopo che avevamo prevalso nella serie più importate della stagione?  E infatti non c’è stata competizione: quando hanno voluto hanno dato gas e non c’è stato più nulla da fare. 

Le premesse della vigilia non erano buone. Sapevamo che avremmo dovuto fare a meno di Pivetta affaticato, in gara 2. Prima dell’inizio della serie abbiamo appreso anche che Bello sarebbe stato in congedo di paternità. (Tornerà a lanciare stanotte, sperando bene perchè stare in congedo non è uguale a stare con la squadra) e Cooper Criswell era stato inserito nella lista COVID, per almeno una settimana. Per rimpiazzarli erano stati richiamati da Worcester il mancino Cam Booser e il destro Brad Keller. 

Davide, in un sarcastico e molto divertente commento in bacheca (che vi consiglio di leggere), individua nella sostituzione di Tanner Houck al settimo inning di gara 1 dopo appena 82 lanci, il momento spartiacque della serie e sembra addossare a Cora tutta la responsabilità di quello che è accaduto.

Col senno di poi è difficile dargli completamente torto, anche io spesso ho rinunciato a capire le mosse di Cora che a volte mi sembrano effettivamente inutilmente cervellotiche. Quando mi riferivo al suo tocco magico, parlavo però della sua capacità di motivatore bilingue, capace di spremere il massimo da ogni giocatore. A volte dalla panca spinge i tasti giusti e risolve situazioni complicate, a volte le cose vanno storte. Tuttavia in questa circostanza non mi è sembra ci siano le condizioni minime per condannarlo.

Nelle ultime uscite precedenti Houck aveva rimediato 2L, mostrandosi particolarmente affaticato e non sembrava proprio il caso di fargli tirare ancora inutilmente il collo. Con i Rangers, il 3 agosto, era uscito con 89 lanci, ma dopo aver lanciato per solo 5,0 inning e concesso ben 6 punti. Occorre anche considerare che il bullpen, con Sims e García che avevano dato buone prove e con Chris Martin disponibile dopo il suo ritorno dalla IL, sembrava sufficientemente solido per reggere l’impatto. Insomma un rischio calcolato, che a priori sembrava accettabile. 

Però, anche ammesso che Cora abbia sbagliato, dal mio punto di vista giudico molto più impattante sul disastroso risultato finale, il fatto che la squadra abbia totalizzato 3-21 con corridori in posizione punto. In particolare mi sono molto rammaricato per il nono inning di gara 2, aperto da un leadoff double di Ciccio Devers, che non ha prodotto alcun risultato.

Ora però non c’è neppure il tempo di leccarsi le ferite.  Il programma prevede che i Red Sox giochino ancora per dieci giorni consecutivi in questo momento cruciale della stagione, con Paxton rotto non si sa per quanto tempo (ma va! ma questi ragazzi non si rompono mai quando giocano per i Dodgers?), un bullpen inaffidabile e una rotazione in debito di ossigeno, specialmente per due giocatori chiave (Tanner Houck e Kutter Crawford), per i quali il carico di lavoro dovrà essere gestito con molta attenzione.

Francamente sembra il preludio di una catastrofe. In questi frangenti anche il ventilato ritorno di Rich Hill sul, non sembra una cosa così assurda, come sarebbe in condizioni normali. 

Nel frattempo i tre grandi prospetti del sistema Red Sox (l’esterno Roman Anthony, il ricevitore Kyle Teel e lo shortstop Marcelo Mayer) sono stati tutte e tre spostati in triploA. Non so se li vedremo in azione quest’anno, ma sicuramente sono una speranza nel lungo termine, già per il lontanissimo 2025. Sfortunatamente il grande economista John Maynard Keynes, diceva che «In the long run we are all dead.» 🙂

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Lo strazio di Agosto

Nelle ultime stagioni il mese agosto è stato uno strazio per i Boston Red Sox, che dal 2019 non riescono più a registrare un record vincente. In particolare è la pausa per lo ASG che opera la trasformazione da una squadra dottor Jekyll a una Mr. Hyde e io ho una paura fottuta che le cose andranno ancora così quest’anno, nonostante tutti gli sforzi profusi, perchè la rotazione sembra aver perso aderenza al suolo.

Venerdì Crawford ha concesso quattro fuoricampo che fanno arrivare a dodici il numero di HR nelle sue ultime tre uscite. Non è mai successa prima una cosa del genere nella storia della MLB! Sabato Houck, selezionato per lo ASG, ci ha offerto un’uscita mediocre di 8H e 6 ER che sembra essere lo standard dopo aver lanciato all’All-Star Game. Negli ultimi 30 inning ha concesso 21 ER portando così la sua ERA ha superare 3,00 per la prima volta in questa stagione.

Entrambi i giocatori hanno 28 anni, dovrebbero aver raggiunto il plateau delle loro condizioni atletiche, ed irragionevole pretendere da loro il miglioramento che puoi avere con giovani al di sotto dei 25 anni. Gli IP nelle ultime 3 stagioni sono stati, rispettivamente, 77,1 129,1 127,2 e 60.0 106,0 134,0. Come si vede il primo ha quasi raggiunto il risultato 2023, mentre il secondo lo ha ampiamente superato. Sembrano entrambi in riserva fissa e non è irragionevole chiedersi se tutto questo non sia che l’inizio di una fase di difficoltà.

Il momento sarebbe il meno opportuno. Dopo la serie di questo fine settimana in Texas, i Red Sox si dirigono a Kansas City per tre partite contro i Royals, che ci precedono di 2,5 GA per il terzo posto nella corsa alla wild-card dell’American League. I Red Sox poi tornano a casa per sei partite contro gli Houston Astros e i Rangers prima delle trasferte a Baltimora e ancora con Houston. In altre parole, abbiamo uno dei calendari più duri del baseball nella seconda metà della stagione e questo è senza dubbio un periodo incerto che determinerà se rimarranno in lizza per i playoff. E sebbene le acquisizioni della trade deadline abbiano dato un contributo positivo, addirittura decisivo nel bullpen, occorre che dalla IL arrivino altri rinforzi, per riuscire a restare a galla.

Il primo all’orizzonte potrebbe essere il rilievo Chris Martin . Il veterano ha lanciato una sessione bullpen sabato in Texas e dovrebbe andare in riabilitazione mercoledì a Worcester. Se tutto va bene, potrebbe essere attivato a partire da venerdì. Il rilievo Justin Slaten è un po’ più indietro, ma ha “girato l’angolo”, secondo Cora.

Il più atteso, e in ritardo rispetto alle previsioni, potrebbe essere Triston Casas . Il prima base è stato in riabilitazione a Worcester nella scorsa settimana e ha avuto una grande serata sabato, battendo 2 su 4 con un doppio e 3 RBI. Casas resterà a Worcester almeno fino al prossimo fine settimana per vedere il suo comportamento giocando per la prima volta tre partite consecutive. Tuttavia il giocatore riferisce di provare ancora dolore quando batte e i tempi del suo recuero continuano a dilatarsi, costringendo Cora a chiedere a Wong di giocare in prima base, per portare nel line una mazza destra.

Nel frattempo, Vaughn Grissom è andato 1 su 5 mentre continua la riabilitazione a Worcester. I Red Sox devono decidere se aggiungerlo al roster attivo o opzionarlo a Worcester per una maggiore preparazione entro il 9 agosto.

Poi c’è il closer Liam Hendriks . Venerdì ha segnato l’anniversario del suo intervento di Tommy John. Hendriks è stato con i Red Sox in Texas e ha incontrato il suo chirurgo, che gli ha dato il via libera per iniziare ad affrontare i battitori. Hendriks terrà una sessione di allenamento di battuta dal vivo martedì, con la squadra a Kansas City o a Worcester. Farà tre sessioni di BP dal vivo nelle prossime due settimane e, se si riprenderà bene, inizierà un incarico di riabilitazione poco dopo. Cora spera di poterlo portare in prima squadra a settembre, quando i roster si espandono.

Infine, lo shortstop Trevor Story ha sorpreso tutti con una recente dichiarazione secondo cui sta cercando di tornare in campo dopo l’operazione alla spalla già in questa stagione. Sebbene sembri un’ipotesi remota, i Red Sox non sono nelle condizioni di escludere nulla. Chissà che riesca a farci una sorpresa.

Ma se gli ultimi anni hanno insegnato qualcosa a Cora e ai Red Sox, è che i rinforzi., che si tratti di Story o Chris Sale, sono arrivati ​​troppo tardi per salvare la stagione. Cora è determinato a non farlo accadere di nuovo e spera che con una squadra più giovane e quattro giocatori aggiunti alla scadenza, saranno meglio attrezzati per evitare un disastro ad agosto. Io però continuo ad avere una paura fottuta.

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