Red Sox vs. Gerrit Cole

C’è poco da girarci attorno. Nella partita di oggi partiamo sfavoriti soprattutto dovendo affrontare quello che è oggi il miglior giocatore dei MFT: l’asso Gerrit Cole.

Cole (10-3, 2.76 ERA) è alla sua 26esima uscita stagionale con questi numeri: WHIP di 1.05, 2.4 BB/9 e 9.6 K/9, 156,1 IP.  Ha iniziato la stagione 7-0 e non ha subito sconfitte fino a giugno; attualmente è secondo per la  ERA nella Lega americana e, se fosse necessario, sarà supportato da quello che è valutato come il miglior bullpen della MLB. 

Dall’altra parte Cora farà affidamento Crawford (5-6, 3.80 ERA) è alla sua 16esima uscita e 24esima apparizione della stagione. Con un WHIP di 1.13, 2.2 BB/9 e 8.9 K/9, 90 IP, non è esattamente la punta di lancia delle nostra formazione.

Per controbilanciare il chiaro gap nel pitching Cora ha escluso Story dal lineup iniziale. Dopo il 4/4 domenica scorsa con i Tigers, Story ha segnato un 0/16 nelle successive quattro gare in trasferta. Al suo posto Reyes giocherà interbase e sesto nell’ordine di battuta, mentre Urías, che giovedì ha battuto un grande slam contro i Nats, giocherà in seconda base e nono in battuta. Dopo un turno di riposo Connor Wong è tornerà ad accucciarsi dietro il piatto. Incrociamo le dita.

Share

Red Sox vs. Yankees on Friday Night

Stanotte e Boston Red Sox sono nel Bronx per tentare di conquistare terreno nella WC race, battendo i loro rivali più odiati. È la partita di apertura di una serie delicata e critica. Potremmo avere un rimbalzo positivo che ci riporti, ancora una volta, in una posizione di competitor, oppure potrebbe anche essere anche l’ultima serie della stagione con qualcosa in palio. Vedremo

Boston inizierà il gioco con Brayan Bello (schierato contro il lanciatore destro degli Yankees Jhony Brito, anche se i MFY potrebbero schierare un opener nei primi inning. Il pronostico è nettamente in nostro favore. Negli ultimi 30 giorni, Boston ha ottenuto una media di battuta di 0,253, guidati da Rafael Devers, che sta battendo .275 nello stesso periodo.Se i Red Sox dovessero confermare questi numeri dovrebbero agevolmente sopraffare Brito, un lanciatore che ha iniziato la stagione in triplo A e ha stentato a trovare il ritmo per giocare nelle major: ha registrato un’ERA di 4,76 con un Fielding Independent Pitching (FIP) di 5,51.Si è inoltre mostrato prono ai contatti duri, consentendo quasi due fuoricampo ogni nove inning. 

Ne varrà la pena? Apparentemente no. Dopo la sconfitta nella serie a WSH i Red Sox hanno 63 vittorie in 121 partite, con 41 ancora da giocare, un quarto del programma complessivo. Con questi numeri le  probabilità di qualificarsi per i playoff sono stimate solo al 6,9%. Viceversa ai Toronto Blue Jays, che sono tre partite e mezzo davanti in classifica, sono attribuite percentuali di gran lunga migliori, pari al 69,2%.

Questa enorme disparità, nonostante i record relativamente simili, è un riflesso di diverse cose, tra cui il differenziale punti fatti/subiti che vale +55 per i Jays contro il nostro modesto +28, anche se il vero ostacolo è rappresentato dal calendario decisamente ostico che ci attende, come vedremo meglio in seguito.

Come abbiamo detto in precedenti articolo, la squadra godeva di prospettive molto migliori all’inizio di agosto, prima di sprecare tutto con modeste prestazioni sulla west cost e nella serie di confronto diretto con i canadesi. Pur tuttavia oggi, con il recupero degli infortunati, in campo scende una squadra decisamente diversa e, in teoria, migliore. Possiamo quindi sperare (o illuderci) di ottenere prestazioni conseguenti. La domanda a questo punto è: quante sono le vittorie necessarie per giocare a ottobre?

Lo scorso anno il Tampa è arrivato ai playoff con 86 vittorie, ma il calendario delle squadre di questa stagione è stato stilato con criteri completamente diversi. Le squadre ora giocano solo 52 partite nella propria divisione invece di 76, 46 interleague e 64 all’interno della propria lega. La diminuzione delle gare interdivisionali cambia la dinamica totale, in particolare per una divisione di qualità come l’AL East, con quattro squadre che detengono record positivi e la quinta solo una partita sotto .500, è altamente probabile che il numero di vittorie necessarie sia incrementato rispetto alla scorsa stagione. Secondo me il numero magico sarà almeno 89+, ma per amor di discussione fissiamolo a 88 W. 

Con questa ipotesi ottimistica, significherebbe che dovremmo ottenere 25 vittorie e 16 sconfitte nelle ultime 41 partite, per una percentuale di vittorie di .610. Inoltre non solo dovremmo impattare il record di Toronto, ma anche superare quello dei Seattle Mariners, che attualmente ci precedono in classifica.

Il calendario poi non ci aiuta affatto, prevedendo per la maggior parte scontri molto impegnativi:

  • 13 con squadre che attualmente guidano le loro division (tre con i Dodgers, tre con Texas e sette con Baltimora), 
  • 12 con i loro contender (cinque con Tampa Bay e sette con Houston)
  • 10 interdivisionali includono sette con gli Yankees e tre partite fondamentali a Toronto
  • rimangono infine solo 6 partite contro squadre scadenti (tre a Kansas City e tre in casa con i White Sox), anche se con questo tipo di squadre quest’anno non siamo mai riusciti ad infierire.

Francamente, tutto considerato, la strada sembra decisamente troppo in salita e non rilevante il fatto che il dal primo settembre i roster si espanderanno di due ulteriori giocatori e potremmo quindi disporre di forze fresche per il rush finale.

Vediamo un rapido excursus sui nomi dei papabili, tenendo presente che, in qualsiasi scenario, è meno probabile che venga presa in considerazione la promozione di qualcuno che non sia già nel roster di 40 uomini, poiché ciò  probabilmente esporrebbe al DFA un altro giocatore del roster per fare posto.

Questo caveat vale per il lanciatore, che sicuramente sarà selezionato. Il ballottaggio sembra riguardi Murphy, che lunedì dovrebbe tornare a Worcester se i Red Sox attivassero Tanner Houck per iniziare a lanciare contro gli Astros, e Mauricio Llovera, acquistato dai Giants alla fine del mese scorso. Llovera non ha più opzioni, quindi se i Red Sox dovessero spostarlo fuori dal roster, dovrebbe essere prima designato per l’incarico. Purtroppo i Red Sox si sono privati di un grande campione rilasciandolo a metà stagione e, ora che è approdato a Los Angeles, lato puffi, ha visto la luce. Si tratta di Ryan Brasier che dopo aver registrato un’ERA di 7.29 con i Red Sox, ha ribaltato la sua stagione sulla costa occidentale, arrivando a un’ERA di 1.16 in 23 presenze con i Dodgers. Dopo il caso Kike Hernandez, che avuto una evoluzione simile, bisognerà farsi delle domante nella club house.

Occorre poi selezionare una giocatore di posizione e di seguito si vagliamo alcune possibile opzioni:

  • Normalmente a settembre si gioca con un terzo catcher per avere una maggiore flessibilità nel gioco, ma i Sox hanno solo due catcher nei 40 uomini: Connor Wong e Reese McGuire. Tuttavia, per quanto appena affermato, sembra piuttosto improbabile che vengano chiamati Stephen Scott (per la sua mazza) o Ronaldo Hernandez (per la sua potenza e il suo braccio).
  • Le stesse considerazioni valgono per il ritorno di un interno fra Enmanuel Valdez e David Hamilton. Valdez deve crescere in difesa, anche se la prospettiva di un interno mancino piuttosto pungente in battuta ha un certo fascino. Per quanto riguarda Hamilton, ha una velocità d’élite e sarebbe un ottimo pinch runner, ma queste sue  abilità sembrano troppo ristrette per garantirgli una chiamata.
  • Potremmo rivedere in azione Bobby Dalbec, croce e delizia delle ultime stagioni? Dalbec ha fatto tutto quello che gli è stato chiesto di fare in Triple A, con 30 homer per Worcester. Se fosse in grado di ripetersi nelle lega maggiore sarebbe un’ottima mazza, che fornirebbe anche un’utile opzione di backup affidabile per Triston Casas. Io però non ci scommetterei un patrimonio. PS: Meglio resti a giocare in triplo A piuttosto che mandarlo ai Dodgers 🙂
  • Last but not least occorre considerare Ceddanne Rafaela, fantastico protagonista dell’ultimo mese in Triple A. Rafaela sarà sicuramente un candidato per la squadra 2024 come esterno centro titolare, nello scenario in cui Justin Turner rinunci alla sua opzione giocatore e vada a giocare altrove. In questo caso Masataka Yoshida potrebbe passare al ruolo di DH, rimpiazzato all’esterno sinistro da Jarren Duran. Se questo è il piano, anticipare l’esordio di Rafaela a settembre potrebbe essere molto utile per una valutazione sul campo. Rafaela inoltre è veloce quasi quanto Hamilton e potrebbe fornire una difesa d’élite entrando in campo dalla panchina sia come CF che come SS. 
  • Rimane infine l’ipotesi più probabile con l’immaginifici Red Sox: nessuno dei suddetti. Staremo a vedere.

E dopo questa iniezione di sano ottimismo vi auguro una buona visione della partita 🙂

Share

Mediocrilandia

“Eccomi, sono tornato. Cominciamo dalle buone notizie: il romano Daniele Vocaturo, terzo italiano nella storia capace di fregiarsi del titolo di grande maestro negli scacchi, approda ai 16° di finale della FIDE World Cup, in corso a Baku, capitale dell’Azerbaigian, vincendo contro uno dei più forti scacchisti del mondo: il russo Daniel Dubov.

E va bene la notizia non riguarda il baseball, ma purtroppo siamo un po’ a corto di buone notizie riguardanti il baseball…….”

Questo era l’incipit dell’articolo che ho cominciato a scrivere all’indomani della sweep subita dai canadesi, che ha virtualmente concluso la stagione dei Red Sox 2023. L’articolo è rimasto inedito perché non sapevo proprio come andare avanti (e anche oggi non so proprio cosa dire).  Se almeno avessero limitato i danni con anche una sola vittoria, ora forse saremmo ancora coinvolti emotivamente nella wild card race, ma sono stati pietosi in attacco e non hanno avuto il consueto supporto da parte del bull pen. Sebbene la matematica non ci dia ancora per spacciati deve accadere l’impensabile per giocare ad ottobre. 

Molti attribuiscono la debacle alla strategia dell’opossum tenuta da front office durante il mercato di luglio: fingersi morti. D’altra parte si potrebbe obiettare che invece è stato meglio che il front office non abbia investito valore futuro su questa squadra imperfetta, proprio alla luce della debacle con Toronto. Purtroppo la situazione non è ripetibile e non c’è modo di fare esperimenti. Personalmente rimango dell’opinione che l’obiettivo di assemblare una squadra competitiva fosse fuori portata e che l’acquisto di un altro partente o lo spostamento degli ultimi tre mesi di controllo di Adam Duvall non avrebbero cambiato sostanzialmente nulla nè in questa stagione né in quelle future.

Non sappiamo in realtà cosa abbia tentato di fare Bloom, senza riuscirci, ma la sensazione è stata che si muovesse in un mercato asfittico, privo di reali occasioni. Credo che le franchigie debbano assorbire l’innovazione del terzo slot di wild card nelle loro strategie e ci sono diversi segnali che confermano tale assunto. Per esempio: 

  • gli Angels, che evidentemente non hanno ricevuto offerte allettanti per Othani, hanno deciso di investire con risultati risibili
  • sia gli Orioles che gli Yankees sono stati immobili sebbene i primi abbiano una grande e insperata opportunità e i secondi non sono proprio abituati a lasciare qualcosa di intentato
  • Se infine leggevate i blog dedicati a Blue Jays, non avreste trovato entusiasmo alle stelle per i rincalzi che alla fine sono arrivati.

Insomma alla fine gli unici soddisfatti sembrano essre solo i Dodgers, che con l’acquisto di Kike Hernandez hanno trovato una utility di grande valore, entusiasta di giocare in una squadra capace di valorizzare il suo talento.

Per quanto riguarda i commenti in bacheca sono abbastanza d’accordo con Max: la squadra è mediocre. Io quindi non ce l’ho con Bloom per come si è comportato questo luglio, ma semmai per tutto quello che NON ha fatto in precedenza, in particolare per non essere riuscito a mettere su una rotazione competitiva, che è stato il nostro tallone di Achille.

Per il futuro sono numerose le incertezze. Il prossimo autunno James Paxton è idoneo per il free agent e quindi, allo stato, la rotazione del 2024 include colo Brayan Bello come unico abile e arruolato. 

Chris “Grasso che cola” Sale, ci ha abituato intrepidi ritorni seguiti da lunghe permanenze nella IL.  I Red Sox dovrebbero ringraziare il cielo quando ce lo avranno disponibile, ma dovrebbero anche cercare un nuovo asso della rotazione, se vogliono tornare a essere vincenti. Intanto vediamo che succede in questo finale di stagione.

Tanner Houck e Garrett Whitlock, che sono stati molto tempo infortunati, e non possiamo dire che siano riusciti ad affermarsi come titolari affidabili e a dare il contributo atteso. Sono ancora (relativamente) giovani, avendo entrambi recentemente compiuto 27 anni, ma non c’è nulla che suggerisca che almeno uno dei due sia in grado di fornire circa 180 inning di qualità l’anno prossimo. Ritengo cruciale questo finale di stagione per valutare se non sia possibile affidare a entrambi ruoli di bullpen, per i quali sembra siano più adatti. 

Anche per quanto riguarda Crawford, che pure è stato autore di buone prestazioni nel 2023, bisogna proprio essere a corto di uomini per tenerlo in rotazione, mentre il suo ruolo ideale  potrebbe essere quello di rilievo di back-end (destinato ad entrare negli ultimi 3 inning della partita), o uno swingman (un rilievo in grado di iniziare le partite all’occorrenza avendo dimostrato di possedere la resistenza propria di uno starter e la flessibilità per allenarsi come rilievo).

L’emergere di giocatori come Triston Casas e Jarren Duran durante questa stagione (entrambi curiosamente prospetti della precedente gestione!) ha tenuto in piedi la baracca. Potranno ora aggiungersi al nucleo che include Rafael Devers, Trevor Story e Masataka Yoshida, per questo finale di stagione e per la prossima.

Magari, volendo, per il futuro, potrebbero cercare un nuovo titolare per la seconda base, e un catcher che riempia l’attesa per l’arrivo di Kyle Teel from preso al primo round del draft di luglio.

Naturalmente sono ragionamenti che si basano sulla conferma di titolari come Justin Turner o Kenley Jansen, che sarebbe arduo sostituire. 

I precedenti di Bloom tuttavia non ci lasciano tranquilli da questo punto di vista. Alla fine la  soluzione potrebbe essere quelle di affidare ad altre mani la gestione delle operazioni di baseball. Paolo ha definito Bloom un incompetente, è possibile. Io spero che la proprietà chiarisca questo punto. Se Bloom rimane significa che Paolo ha torto perchè ha realizzato l’obiettivo di portarci proprio dove la proprietà volevano che fossimo. Io spero che abbia ragione.

Intanto si avvicina il weekend con i MFY, la serie più importante dell’anno. In palio c’è poco o niente, ma sono abbastanza sicuro che entrambe le squadre onoreranno l’appuntamento. A presto per i commenti.

Share

Sucks On Purpose

C’è molta delusione fra i fan dei Red Sox per la conclusione con un nulla di fatto del mercato estivo, tanto che molti esasperati si spingono a dire che “fare schifo” è la principale strategia dei Red Sox 2023. Sucks On Purpose, appunto.

In effetti prima della deadline erano state alimentate grandi aspettative. Qualche giorno fa Devers si era fatto carico di fare un appello verso il front office per ottenere rinforzi di qualità, ottenendo anche riscontri lusinghieri. Almeno a parole. Bloom assicurava che avremmo schierato una squadra molto differente nella partita di mercoledì. Cora faceva sapere che era coinvolto in diverse trattative promettenti, sulle quali però doveva mantenere il dovuto riserbo.

Alla fine però nulla trapelava e le dichiarazioni molto generiche di Bloom trasmettevano anche incertezza e ambiguità. La stampa specializzata non era sicura neppure sulla strategia che avrebbero tenuto: vendere o comprare? Abbiamo visto articoli con valide ragioni per entrambe le opzioni, ma Bloom evitava di schierarsi su questo punto, lasciando spazio incontrollato a tutti i possibili rumors e illazioni varie. Questo per me è stato il suo errore più grave.

Come ho già avuto modo di dire, ritengo che l’assenza di una strategia comunicativa, la mancata indicazione di linee strategiche precise, abbia prodotto dei danni in itinere. Tutti temevano che Bloom avrebbe diabolicamente ripetuto il disastroso indecisionismo del 2022 che smorzò ogni velleità e fece uscire immediatamente la squadra dal wild card race. Alla fine la deadline è trascorsa e anche se non è successo letteralmente nulla, qualche maceria da sgomberare è rimasta. martedì pomeriggio quando Cora chiede di Paxton tutti sono disperati perché convinti che fosse stato ceduto il miglior starter di questa stagione. Poi si scopre che gli doveva solo dire avrebbe lanciato venerdì, ma la reazione è indice della tensione che si respirava.

Alla fine il bilancio si riduce alla cessione di Hernandez, che pur sembrando razionale nell’immediato, con l’arrivo di Urias appare assai meno convincente. E’ stato come vendere una Dacia Sandero scassata per comprare una Fiat Duna. Non se ne capisce il motivo. Oltretutto la Sandero, messa in mano ai meccanici di  Los Angeles, ha ricominciato a correre come prima. In cinque partite da quando è stato ceduto, Hernandez ha una media di .308 (4 su 13) con due doppi, tre RBI e .770 OPS.  

Personalmente, non avendo nessuna fiducia nel front office, accolgo l’esito del mercato, che corrisponde a quanto avevo auspicato, con una sensazione di sollievo come dopo uno scampato pericolo. Secondo il mio modesto parere, con tre slot di wild card a disposizione, la squadra rimane competitiva, non c’era nulla di evidente e indispensabile da eseguire e quindi una linea attendista avrebbe potuto essere rivendicata, anche di fronte all’attivismo delle franchigie che ci precedono in classifica. Se invece si dichiarano alti obiettivi e, dopo tanta ammuina, non li si raggiunge in nulla, si potrebbe creare scoramento e disillusione e il decremento del numero di spettatori potrebbe accentuarsi.

Intanto però stanotte abbiamo vinto, con un attacco che finalmente esce dal torpore. Speriamo che Turner possa tornare presto in campo, insieme a tutti gli altri infortunati che attendiamo da settimane. Se tutti tornano sani e in forma possiamo ancora avere qualcosa da dire.

Le cose tuttavia sono tutt’altro che chiare e definite, gli strascichi polemici continueranno nei prossimi giorni e ve ne daremo conto. Mi aspetterei che ci siano numerosi commenti in bacheca o almeno qualcuno che però dia vita ad un dibattito. Se guardo la bacheca dei post precedenti constato un mortorio assoluto. Mi convinco sempre di più che Paolo avesse torto quando l’anno scorso sosteneva che per proseguire la sua esperienza i requisiti fossero piuttosto bassi. Tuttavia l’evidenza ci dice che, almeno per quello mi riguarda,  non lo erano abbastanza e nella prossima post season dovremo in qualche modo tirare le somme.  

Share

Al vertice della tensione

Due sconfitte brucianti a SF, entrambe maturate con un walk off. In entrambi i casi, al netto dei singoli episodi, il problema è stato l’attacco. Con Devers e Yoshida non pervenuti, Verdugo con le valigie in mano, chiamate kamikaze di corse sulle basi, non siamo stati in grado di tesaurizzare un’evidente superiorità nel pitching.

Anche Cora in gara 3 ci ha messo del suo. Il lineup iniziale (con Alfaro spero alla sua ultima uscita con la casacca Red Sox) è stato, se vogliamo essere gentili, mal progettato, visto che poi è dovuto intervenire con ben 4 cambi. E poi perché mettere Winckowski all’ottavo? boh! Murphy andava alla grande, c’era Martin disponibile, ripeto boh! E perchè schierare proprio Mauricio Llovera, messo DFA dagli stessi Giants, 0.0 IP, con HBP e due singoli? Era una protesta contro Bloom?

E’ difficile individuare le cause  di questo mezzo disastro. Bloom dice che mercoledì la squadra sarà piuttosto differente. Non lo so cosa succederà, ma credo che nella clubhouse si vivano momenti di drammatica. Ok mi direte che il baseball MLB non è uno sport per signorine, se fosse facile lo potrebbero fare tutti ecc. Ok, però non va bene lo stesso. La scadenza delle trattative MLB è fissata per martedì alle 18:00 ET (mezzanotte in Italia). Sarà la quarta volta con Chaim Bloom nel ruolo chief baseball officer dei Red Sox. I risultati non sono mai stati particolarmente brillanti, ma invariabilmente in tutte le occasioni la squadra ne ha risentito a livello psicologico. 

Insomma caro Chaim, il tuo ruolo è anche quello di tenere tranquilla la squadra. La stagione probabilmente si deciderà sul filo di lana e chi resterà fuori sicuramente avrà da recriminare. Vediamo almeno che, se tocca a noi, sia perchè gli altri sono stati più bravi e non noi i più polli

Share

Scadenze

Dopo aver perso cinque delle ultime sei partite alla fine di giugno il record dei Red Sox era sotto quota 500 (41-42) e le probabilità di playoff di Boston erano calcolate intorno al 17%. Nel post del 27 giugno cercavamo di analizzare cosa avrebbe dovuto accadere affinché il  front office fosse motivato a rinforzare il roster, in vista della chiusura del mercato fissata a martedì prossimo. 

Da quel momento la squadra, approfittando di un calendario piuttosto favorevole, ha stabilito un ottimo record parziale di 15-5. Dentro questo risultato c’è sia l’inopinata sconfitta nella serie a Oakland sia la sweep con la squadra miglior record nel baseball, insomma i soliti Red Sox.

A giudicare dall’atteggiamento di Bloom tuttavia, questa trionfale cavalcata sembra assomigliare molto a quella della Regina Rossa, che Alice incontra al di là dello specchio, condannata a correre all’impazzata per rimanere ferma dov’è.

E’ vero che ora le probabilità di fare i playoff sono cresciute quasi al 35%, ma, se consideriamo Rays e Astros fuori portata, rimane un’unica squadra su cui fare la corsa, (Toronto), la cui percentuale di qualificazione è vicina al 70%.

Non credo però che Bloom si faccia condizionare da questi numeri. Il suo piano è sempre lo stesso e prioritariamente orientato a rafforzare il farm system. D’altra parte il mercato sembra piuttosto asfittico: molti acquirenti e pochi venditori se si fa eccezione dei White Sox. Gli Angels, che si diceva potessero scambiare Othani prima della scadenza del contratto, ne hanno approfittato per andare all in, tenendo Othani e acquisendo Giolito. Simili mosse però non sono nelle corde di Bloom ed è quindi quasi certo che martedì ci troveremo a lottare in una situazione ancora più competitiva di quella odierna, con buona pace del manager Cora che dichiara: ““It’s not about how many prospects you have or where your farm system is. It might be No. 1 or 30th or whatever. The one that really counts is how many games you win in October and how many games you play in October. That’s what we’re shooting for”. Ecco!

In anticipo sulla scadenza comunque c’è stato un movimento, che conferma quanto andiamo dicendo. I Red Sox hanno rimandato Kike Hernandez alla sua ex squadra, i Dodgers, per due lanciatori di rilievo delle minors: Nick Robertson e Justin Hagenman. Lo scambio è avvenuto principalmente perché i Red Sox avevano bisogno di un posto nel roster per John Schreiber, ma anche perché hanno sovrabbondanza in campo esterno e già abbastanza interni con una media battuta penosa, come  Arroyo, Reyes o Chang. Difficile criticare Bloom per questa mossa.

Non sono altrettanto chiare le motivazioni dei Dodgers. Hernandez risulta il peggior giocatore nel baseball con -1,4 nella statistica fWAR. Significa che  la sua presenza in campo è costata fin qui ai Red Sox 1,5 vittorie. Evidentemente a Los Angeles sono convinti di poterlo rimettere in sesto e ritrovare il magico CF che nell’ottobre del 21 ci fece sognare (.408/.423/.837 con cinque homer in 11 partite). La speranza è di poterlo effettivamente ritrovare per una rivincita sul 2018.

Con la partita di stanotte, propiziata dagli iniziali 5.2 IP dello starter Kutter Crawford, Boston ha ottenuto il suo quinto successo consecutivo e ora è nove partite sopra .500 per la prima volta in questa stagione. Poiché ai pigiamini non basta il ritorno di Judge e otto inning scoreless di Cole per vincere a Baltimora, l’ultimo posto comincia ad allontanarsi in maniera significativa.

Due i protagonisti della serata a mio avviso. Casas, che era entrato con .469 AVG e 1.669 OPS dalla pausa dell’All-Star, ha aperto le marcature nel secondo, con un doppio per regola di campo che ha spinto a casa  Duvall, a cui è seguito un solo homer tre inning dopo. Il ragazzo è veramente esploso e ora la durata di questo periodo d’oro e la gestione dell’inevitabile calo ci daranno maggiori indicazioni sulla caratura del giocatore. Per il momento però è stato molto divertente guardarlo battere.

L’altro protagonista secondo me è stato Alex Cora del quale, quando non compie le sue famose mosse controintuitive, che lasciano un po’ tutti stupiti o sgomenti, si tende a sottovalutare quanto sia bravo. Ogni decisione di stanotte è sembrata tempestiva e efficace. Ha tirato fuori Crawford al momento giusto. Ha avvicendato negli ultimi inning i giusti rilievi. Ha inserito Refsynder al momento giusto, per affrontare un mancino e darci il punto della vittoria. Ci pensate? Refsynder al posto di Duran? Chi mail se lo sarebbe aspettato da Cora?! 🙂

Però stavolta ha funzionato. Ha funzionato tutto.

Share

Superati.

Spero proprio che la serie con i Cubs segni un punto di svolta nella stagione e che finalmente il comportamento bipolare da sciroccati che abbiamo tenuto fino alla pausa, lasci il passo ad un andamento più regolare. Questa speranza mi sembra abbia solide basi che derivano dal lavoro di Cora. Mi sembra cioè che al manager ad aprile sia stato consegnato un roster con gravi ca(incoe)renze, che però lui sia riuscito a colmare, attraverso un paziente lavoro di bricolage, fatto di tentativi riusciti e anche colpi andati a vuoto. 

Insomma dovrebbe essere terminato il lavoro di messa a punto e la squadra ora effettivamente sembra esprimere il suo massimo potenziale. Come siamo messi allora? Secondo FanGraph, sic stantibus rebus, dovremmo terminare la stagione a 85W, alla pari circa con i pigiamini, con loro esclusi dalla postseason con una percentuale del 66%. Tuttavia io mi sento di essere un pelo più ottimista. Dovessi fare un ranking delle squadre di major league non potrei collocare i Red Sox nell’eccellenza, ma sicuramente abbiamo visto che possiamo competere con successo contro Orioles e Blue Jays che invece invece sono favoriti nella wildcard race. 

Inoltre facendo due conti non sembra che i giochi non siano completamente chiusi. Ci mancano 68 partite da giocare. Credo che nessuno griderebbe al miracolo se alla fine realizzassimo un record di 38-30 .559, un record cioè che ci consentirebbe di giocare ad Ottobre. Ora quindi la domanda è cosa deve fare Bloom per rendere più probabile il raggiungimento di questo obiettivo in vista della scadenza di fine luglio?

Per cercare di capirlo bisognerebbe sapere, per prima cosa, quale sia effettivamente la situazione professionale di Bloom: se finissimo di nuovo ultimi rischia di essere licenziato? E lui che percezione ha di questo rischio, gli verrà il braccino corto?  

Bloom mi sembra un professionista serio e immagino che agirà secondo un una suo piano, mettendo in secondo piano il proprio tornaconto. Fra l’altro questa è anche la strategia migliore per trovare un’altro impiego in caso di esito. Ma la strategia migliore quale è: comprare o vendere? Comprare per tentare di vincere ora o vendere per impostare una squadra futura più forte.

Se lo chiedete a me io comprerei e spenderei a piene mani, soldi non miei. D’altra parte la squadra è tutt’altro che perfetta e avrebbe bisogno di diversi rincalzi compreso quello fondamentale di un ottimo partente. Big Papi suggerisce di puntare su Othani, che potrebbe incontrare una buona disposizione degli Angels. E come dare torto a Big Papi? Specialmente se non specifica in cambio di cosa. In realtà il recente incremento del numero di wild card complica le cose. Nella nostra stessa situazione di incertezza ci sono ancora molte squadre e quindi il mercato risulta asfittico. Le analisi che si trovano in giro sui possibili colpi di mercato accessibili ai Red Sox si concentrano su nomi affatto entusiasmanti. Considerando che, per qualunque mossa Bloom abbia in mente, NON DEVE muoversi alla Dombronsky, saccheggiando il reparto dei giovani prospetti, sembra che non ci siano molte prospettive. Quindi se Bloom decidesse di comprare troverebbe tante porte chiuse e probabilmente la squadra che giocherà ad agosto, non sarà diversa dall’attuale. 

Bisogna riconoscere che invece esistono molti buoni motivi per vendere. Abbiamo molti veterani, con contratti di due anni o meno, che potremmo mettere sul mercato con ottime prospettive. Per un giocatore come Paxton, i Red Sox potrebbero richiedere contropartite elevate e ricevere offerte che non si possono rifiutare. Certo che è un bel dilemma. Magari te lo tieni e si rompe di nuovo, rientrando in una infinita IL, oppure lo cedi e aiuti qualcuno che non vorresti aiutare. Anche per Duvall valgono quasi le stesse considerazioni, a parte che per lui abbiamo trovato un valido sostituto in Duran, mentre non abbiamo letteralmente nessuno da mandare a lanciare al posto di Paxton. Quindi se lo cedi, niente mezze misure. Con lui se ne vanno tutti coloro che hanno maturato un valore extra o è emerso un backup, come Turner, Hernandez, Jansen e anche Sale se la contropartita è adeguata. Non credo che questo esito sia possibile, anche se fosse considerato utile. La calda piazza di Boston insorgerebbe (a noi piacciano tanto i nostri ragazzi, e alla fine chi se ne dovrà andare sarebbe proprio Bloom. 

L’anno scorso Bloom tentò di fare entrambe le cose e combinò un casino. Ancora ricordo il traumatico passaggio di Christian Vazquez a Houston, pochi istanti prima di una partita con gli stessi Astros. Peraltro la mossa, che non fu accolta bene dai fan e soprattutto dalla clubhouse, non è che ci abbia dato una grande contropartita. Col senno di poi, visto che siamo arrivati comunque ultimi, allora sarebbe stato più saggio ricavare qualcosa da Bogaerts e Martinez, che alla fine se ne sono andati entrambi durante la off season, in cambio di nulla. 

Insomma la strategia di vendere e comprare contemporaneamente è foriera di guai, a meno di non disporre di una sfera di cristallo che prevede il futuro. Cosa farà Bloom? Se vogliamo credere alle sue stesse dichiarazioni potrebbe tentare irragionevolmente di ripercorrere la stessa strada. E quindi torniamo al quesito iniziale: la proprietà cosa ne pensa?

Io spero che alla fine non succeda nulla, non buttiamo soldi dalla finestra per comprare lanciatori mediocri, Teniamo duro con quello che abbiamo, tanto più che Pivetta, se riesce ad entrare al terzo inning, lancia ottime prestazioni da partente. Ieri 13 strike out, che per un rilievo sono una enormità, solo Randy Johnson ci era riuscito prima. Ma se avesse lanciato i primi 6 e Bernardino avesse lanciato dopo sarebbe stata l’assoluta normalità. Ma va bene, purchè funzioni.

E ieri ha funzionato a meraviglia, consentendoci di mettere la testa davanti agli MFY, che nel mentre sono stati fermati dagli Angels al decimo. Io dico di rimanerci fino alla fine per far scorrere un bel fiume di bile dalle parti del Bronx. Se accadesse metterei un bel + accanto al 2023.

Share

Ripresi.

Forse ricorderete che non sopporto la pausa per l’All Star Game: una partita inutile che speravo fosse sempre meno seguita e finalmente abbandonata. Purtroppo 7 milioni di persone non la pensano come me e hanno tenuto la classica di metà stagione del vecchio gioco al top nel confronto con gli altri sport americani. Sembra proprio quindi che le mie speranze siano mal riposte.

Il principale problema della pausa è che devo stare 3 giorni senza una partita dei Red Sox e non è inverno. Non vorrei sembrare un tossico, faccio anche altre cose nella vita, ma da qualche anno, quando fa caldo, ho sviluppato l’abitudine quotidiana di dedicare una mezz’oretta al baseball. Mi scandisce la giornata e, come tutti i boomer anziani come me, mi incazzo come una vipera se qualcuno interferisce con le mie abitudini.

Fortunatamente i nostri non sono stati appariscenti nella prima metà e solo Jansen ha corso un moderato rischio di infortunio a Seattle. Ciccio e Bello invece hanno giustamente approfittato della pausa per tornare a casa nei Caraibi, hanno trascorso piacevoli momenti con parenti, amici e fidanzate, hanno ricaricato le pile e sono tornati a lavoro belli carichi.

Ciccio in particolare aveva energie da spendere. Con due homer al secondo e terzo inning ci ha dato subito un vantaggio per 4-0 che i Cubs non sono stati in grado di colmare. E non sembra un caso isolato, ma il giocatore sembra avere un maggior controllo della zona. Nelle ultime 30 partite, Devers ha battuto .295 con .392 OBP e .972 OPS. Con nove HR e cinque 2B in 130 presenze,  si proietta a quota 39 HR per fine settembre. Anche Duvall, Casas, Turner e Chang sono andati in profondità stanotte assicurando un buon run support al nostro partente. In particolare l’homer di Turner ha rimesso le cose a posto quando si prefigurava un possibile ritorno dei cuccioli. Questo non è stato particolarmente apprezzato dai tifosi avversari a giudicare da come rispedivano in campo le palle uscite per homer.

Non bisogna pensare infatti che tutto sia andato perfettamente. Bello ha lanciato 6 buoni inning e ha comunque concesso tre run (con due solo homer di Bellinger), 8 valide colpi, 0 BB e 5 K, ma Turner,schierato in seconda dal nostro infaticabile manager, ha avuto alcuni momenti difficili e i problemi di controllo di Tayler Scott stavano per dare una svolta thriller nella seconda merà del nono, costringendo Jansen a uscire durante un fortunale a rivendicare la salvezza.

Boston ha vinto la sua sesta partita consecutiva per migliorare il suo record a 49-43 nella AL east, esattamente lo stesso dei MFY sconfitti a Denver, ma se finisse oggi la stagione saremmo comunque avanti ai pigiami in virtù del parziale di 5-1 negli scontri diretti. Li abbiamo ripresi e questa è stata una molla per mettersi a scrivere con il caldo di questo sabato pomeriggio. 

Oltre a questo c’è stato anche l’ennesimo singolo trasformato in doppio da Duran. Questa volta lo speedster ha aperto l’inning con una valida sul campo opposto a 96,4 mph. Arrivato comodamente in prima, alzati gli occhi ha deciso di proseguire installando la velocità WARP. Non avrebbe avuto nessuna chance di arrivare salvo se l’esterno sinistro dei Cubs non si fosse sentito costretto ad affrettare il tiro quando ha visto Duran accelerare finendo per effettuare un’assistenza sbagliata in seconda base.

Infine abbiamo Masataka Yoshida, stasera schierato DH, che ha terminato con 2 su 5 la sua ottava partita consecutiva multi-hit. È la serie più lunga di un battitore mancino dei Red Sox dai tempi di Ted Williams, secondo Sox Notes. In questo momento condivide con Bo Bichette dei Blue Jays il primato AL con 34 partite multi-hit.

Questa la striscia completa:

  • 30 giugno: 3 su 4
  • 01 luglio: 2 su 3 
  • 4 luglio: 2 su 4 
  • 5 luglio: 2 su 4 
  • 6 luglio: 2 su 5 
  • 8 luglio: 2 su 5 
  • 9 luglio : 2 su 4

Il record assoluto dei Red Sox è di nove partite, realizzato da quattro giocatori: Xander Bogaerts (2022), Kevin Youkilis (2007), Jim Rice (1978) e  Roy Johnson (1934).

Share

Odi et amo

Questi ragazzi sono dei sadici che hanno deciso di torturarci. Li odio. Non è possibile che nel giro di qualche giorno, la stessa squadra, composta approssimativamente dalle stesse persone, possa fornire una prestazione degna di un branco di scappati di casa per poi trasformarsi, senza apparente ragione, in spietati professionisti in corsa per il pennant. A volte riescono ad esprimere queste due anime contrapposte addirittura nello stesso momento. La partita di giovedì notte è stata infatti, in una parola, deprimente e, contemporaneamente, fantastica. La squadra ha offerto uno spettacolo squallido, trovando il modo di perdere una partita nella quale il lanciatore partente ha iniziato l’ottavo portando uno 0 (zero) nella colonna delle valide. A parte un mini-rally nel primo inning, mai si sono posti in una condizione tale anche solo da minacciare di segnare un punto. Quindi, mentre Brayan Bello inanellava zero dopo zero sul tabellone, il narcolettico attacco dei Red Sox non mostrava alcun segno di vita. 

Apro un primo inciso per sottolineare che fantastica prestazione di Bello potrebbe segnare una pietra miliare nella storia della franchigia. Sembra proprio che i Red Sox abbiano finalmente sviluppato un buon lanciatore partente! Questo è notevole. Non vorrei essere frainteso, Bello non è ancora un asso, ma questo non dovrebbe oscurare la realtà delle cose. Gli ultimi due buoni lanciatori sviluppati da Boston, Jon Lester e Clay Buchholz, hanno entrambi appeso il guantone al chiodo. Bello in questo momento rappresenta una boccata d’aria per una squadra che è stata a di poco inconcludente nello sviluppo dei pitcher per tanto tanto tempo.

Tutto  questo però non ci ha salvato dal subire la terza sweep in casa da parte di avversari della lega nazionale. Venerdi volevo annunciare che, visto che oramai la stagione era andata in vacca, per le rimanenti partite avrei fatto il tifo solo per Bello. Per annunciare tale proposito avrei atteso il massacro annunciato che si doveva compiere a Toronto.

E invece, passate appena 24 ore, i Red Sox, completamente trasformati, iniziano un’altra fantastica  sweep nei confronti dei malcapitati canadesi. Questi i numeri di squadra nel trittico: .301 AVG 17 run 1.88 Startes ERA  4.26 Bullpen ERA. Niente male no, per una squadra che ne aveva perse 5 di fila, no? Con questo risultato vinciamo la serie stagionale, perché siamo avanti 7-0 con altre 6 da giocare. Tutto questo contro una squadra che la scorsa stagione ce le ha suonate per bene, vincendo 16 partite su 19. Li adoro quando fanno così!

Dominiamo la prima partita approfittando di un’ottima prestazione di Paxton, che ha lanciato uno shut out di 7.2 inning (la sua uscita più lunga dal 16 aprile 2019), concedendo solo 3H 2 BB con 7K. L’attacco finalmente si sblocca. Dopo un equilibrio nei primi inning, caratterizzati da una bella presa di Duran nella parte bassa del primo, l’homer di Justin Turner nel quinto inning ci porta avanti 1-0. Successivamente Jarren Duran incrementa con un fuoricampo da due run (417 piedi e 106,2 mph al centro del campo) nel sesto inning. Nello stesso inning il solo homer di Masataka Yoshida al campo centrale destro porta il punteggio sul 4-0. Il sac fly di Turner all’ottavo ha fissato il punteggio sul 5-0. Nella parte bassa, con Paxton sul monte e 1 out, Devers preferisce gestire una rimbalzante in diamante, taggando sulla terza, invece di innescare un DP 5-4-3, e con questo pone fine alla partita del nostro partente. Martin si procura l’ultimo out (questo particolare avrà un impatto nella giornata seguente) e Ort gestisce il nono senza particolari problemi.

Gara due è stata una partita combattuta, pazzesca ed emozionante, terminata con un hollowodiano play-at-the-plate, il gioco più spettacolare che frequentemente viene proposto nella fiction, ma è rarissimo nella realtà. Ancora una volta ci avvaliamo di un’ottima prestazione del lanciatore partente, Crawford. Dopo aver subito un solo homer a Springer nel primo turno di gioco, passiamo in vantaggio con uno stampone da 2 di Ciccio Devers, finalmente tornato prolifico. Nel quinto, partendo da una situazione di 2-2 dopo il  solo homer di Bichette, sembra che possiamo prendere il sopravvento portando a casa 3 punti, punendo il partente avversario che era stato graziato troppe volte in precedente. Nel sesto aggiungiamo un’altro punto e nella parte bassa, dopo un singolo e un DP, Crawford sembra in pieno controllo, anche dopo aver concesso la base a Belt. Tuttavia, con Guerrero nel box, Alex Cora si è spaventato e ha chiamato Winckowski sul monte, anche se Crawford aveva un conto di soli 74 lanci. Forse la mossa è stata improvvida anche se in un primo momento sembra funzionare perchè Wincowski ha chiuso l’inning eliminando Guerrero. Ora però mancano nove out per vincere la partita. Con Chris Martin e Nick Pivetta indisponibili, siamo a corto di uomini: il primo aveva lanciato in due partite consecutive e il secondo aveva solo due giorni di riposo dopo un rilievo lungo  di 3.1 inning. Quindi Cora è costretto a puntare tutto su Wincowski e questo non può funzionare. Mi piacerebbe che ogni tanto il nostro geniale manager facesse delle mosse comprensibili anche a noi profani.

Al settimo cominciano guai e entra un punto per un mancato pickoff in seconda. All’ottavo rischiamo di sperperare tutto ancora una volta, quando i canadesi si riportano a -1 con un singolo e un homer, costringendo Kenley Jansen a entrare in gioco per eliminare Cavan Biggio e terminare l’inning.

Nella parte alta del nono allunghiamo con un altro punticino con un solo homer di Turner, ma c’è preoccupazione per Jansen, che deve ottenere una salvezza da 4 out, quando traballa parecchio quando ne deve trovare solo tre. Infatti, dopo aver eliminato Kiermaier al piatto, i Jays, con un singolo e un doppio di Springer e Bichette, sembravano aver messo la freccia per una clamorosa vittoria in rimonta. Jansen tuttavia non demorde e ottiene un prezioso K su Belt. Ora deve affrontare  Guerrero, 0 su 3 in quel momento, in una situazione 2 on 2 out. L’inizio è promettente e Jansen trova un vantaggio di 0-2 nel conto. Il terzo lancio gli rimane un po’ alto, appena fuori dalla zona, sul filopiatto esterno. Guerrero colpisce la palla con grande potenza, infilandola nel buco alla destra del prima base. Questa grande velocità della palla, che rimbalza senza attrito sull’erba sintetica, diventa un fattore basilare per l’esito della partita. Verdugo infatti riesce a raccoglierla e assistere a casa con un buon anticipo su Bichette, il quale intanto correva verso casa base, dalla seconda, per pareggiare la partita. Entra in scena anche il suggeritore di terza dei Jays  che combina un gran casino, dandoci bella mano. Mentre nell’azione precedente aveva bloccato Springer in terza, senza apparente motivo, questa volta dà semaforo verde a Bichette quando passa per la terza base. 

Un attimo dopo, con Bichette arrivato a metà corsia, accortosi della tempestiva assistenza di Dugie,  cambia idea e tenta di fermare il corridore. Avrebbe dovuto alzare entrambe le mani e Bichette poteva verosimilmente avere il tempo per fermarsi e tornare salvo in terza, ma ne alza solo una (di mani), Bichette non capisce e continua l’azione. Arriva sul piatto, abbondantemente out sul tempo, con Wong ben piazzato e con la palla saldamente nel guanto. Il tag è, relativamente, facile specialmente per un giocatore che ha il Paraflu nelle vene al posto del sangue. Nessuno si sarebbe stupito se il nostro glaciale ricevitore si fosse esaltato dopo un gioco così drammatico e spettacolare, ma il primo pensiero di Connor è stato quello di accertarsi delle condizioni dell’avversario. What odds!

Tutto fantastico a parte il fatto che Yoshida è stato colpito a un polpaccio, durante il settimo inning, da una palla veloce a quattro cuciture che viaggiava a 101,8 mph. Quando è uscito il ruolino segnava 2 su 3 con un singolo RBI, e non sarà disponibile per la gara successiva.

Inizio a guardare la partita ieri sera immotivatamente fiducioso, i canadesi saranno molto motivati ad evitare l’onta della sweep casalinga e il partente avversario Gausman è un veterano con un buon repertorio, che ci darà filo da torcere. 

Apro iun secondo inciso per notare che fortunatamente Gausman è un destro e così Cora ha la giustificazione per schierare Duran all’esterno centro e indicarlo come leadoff del lineup. Cora, lo sapete, è fissato con i matchups e se il partente è mancino Duran sta in panca e gioca Refsnyder, punto e basta. Questo produce effetti paradossali. Se andate sul sito MLB a consultare le statistiche di hitting dei BoSox, non troverete Duran fra qualified players, cioè quelli che hanno almeno 3.1 PA per ogni partita giocata dalla squadra.  Cosi succede che Hernandez ha 291 PA, Casas 274 PA contro i 233 PA di Duran. Con tutta la simpatia per Hernandez e Casas questi numeri non hanno alcun senso. Per limitarsi solo alla partita di ieri sera Duran chiude 5 su 5, con 4 doppi, 3 punti segnati. Come si fa a lasciare seduto un proiettile umano che trasforma in doppio ogni valida che per il 99% della MLB sarebbe un singolo?  Un’altra genialata di Cora che non riesco proprio a decifrare. Cora è indubbiamente il più bravo della classe, ma non è obbligatorio che lo dimostri tutti i momenti. A volte le cose semplici sono quelle più redditizie.

Oltre a Devers, c’è anche Ciccio che è bello caldo. Cora gli aveva suggerito di fare un giorno di riposo, ma saggiamente Ciccio a rifiutato, Già nel primo inning Ciccio  porta Jarren a casa battendo un singolo con 2 out. Il vantaggio ha vita breve, dato che Belt, nella parte bassa, impatta su Whitlock, segnando il primo dei suoi due homer della serata. E’ probabile che Whitlock accusi già qualche problema al gomito che inopinatamente lo porta ad uscire dopo solo un inning. Ancora un infortunio ai danni di un partente! Entra Bernardino che segna uno zero nella parte bassa del secondo consentendo a Ciccio di ripetersi, battendo a casa Duran con un singolo con 2 out.   

Nella parte bassa del terzo Bernardino cede il passo a Ort con un out e Kiermaier in prima. Non sembra una mossa particolarmente brillante da parte di Cora. Ort concede un singolo a Springer sul primo lancio e durante il turno di Bichette subisce una doppia rubata. Sul conto di 3-0 serve una palletta in mezzo alla zona che Bichette batte sull’esterno destro. Sull’azione tenta di avanzare in seconda, rinnovando il duello con Verdugo che lo fa secco in un gioco al millesimo, che resiste al challange dell’istant replay. Entrano due punti, ma poteva andare molto peggio. Bene o male Ort chiude il terzo inning e lascia il monte a Pivetta che ci tiene in partita lanciando 4 inning di assoluto valore, nei quali ha concesso 1ER (HR di Belt al sesto), 2H, 2BB con 6K.

Purtroppo in attacco gli ultimi 4 del lineup non riescono a battere valido neppure per sbaglio e non riusciamo a muovere il tabellone. Duran continua a battere doppi, Ciccio, che chiuderà 3 su 3 con 2 RBI e 2 BB, continua a battere singoli, ma non lo possono fare nello stesso inning. Particolarmente frustrante il sesto, quando finalmente Gausman esce di scena e esordiamo con due singoli. Purtroppo Casas, Hernandez e Wong, che si fa mettere K a basi cariche, non riescono a far avanzare i corridori in posizione punto neppure con un sacrificio (che d’altra parte Cora non chiama). 

Cominciamo il settimo inning sotto per 4-2, ma le cose vanno decisamente meglio. Duran, che Dio lo benedica, batte il quarto doppio della partita e Turner lo porta a casa con un singolo. Su un’azione di batti e corri, Dugie batte una debole rimbalzante in diamante costringendo  Chapman a correre in avanti per assistere in prima. Sull’azione Turner, arrivato salvo in seconda, decide di correre aggressivo per guadagnare la terza. Guerrero potrebbe eliminarlo con un’assistenza corretta, ma dovrebbe anche avere nervi saldi e, sotto pressione, non ci riesce. La palla passa oltre e Turner pareggia la gara L’inning prosegue con una BB a Devers, portato in secondo da un singolo di Refsnyder, ma ancora una volta Casas e Hernandez non riescono a ottenere nulla da una situazione RISP.

Fortunatamente in difesa non corriamo rischi, Pivetta chiude il settimo con 2K e Martin (un set up da leccarsi i baffi) supera incolume l’ottavo con tre groundout consecutivi. Arriviamo all’inizio del nono con Verdugo nel box e Romano sul monte, appena schierato. Romano lancia una fastbal 4 cuciture a 95,8 Mph proprio in mezzo a piatto e Dugie non perde l’occasione per fare l’eroe, scagliando la biglia in nella tribuna sulla destra dell’esterno centro. La tensione è al massimo, ma la partita si chiude tutto sommato senza sussulti particolari con sei eliminazioni di routine (tre per parte). Devers, dopo aver conquistato un’altra BB, ruba la seconda, ma Refsnyder, Casas e Hernandez sprecano un altro RISP.  Con il closer indisponibile nella parte bassa tocca a Joe Jacques chiudere la partita. E’ abbastanza palese che non avremmo avuto possibilità di sopravvivere a eventuali extrainnig, ma il ragazzo riesce a portare a termine il proprio compito con apparente facilità.

Finisce così, con un inaspettato trionfo, la temuta trasferta a Toronto. Abbiamo imparato che questa squadra è impronosticabile, nel bene e nel male, e anche che non è migliorabile con qualche innesto. Spero che alla fine il front office decida di tenerla così come è, senza cedere giocatori alla scadenza. Con tre wild card a disposizione le numerose variabili in gioco rendono la corsa per arrivare alla postseason troppo complicata per poterla facilmente prevedere. Alla fine i Red Sox sono ancora nel gruppo delle pretendenti e hanno ancora delle chance concrete di poterla spuntare. Abbiamo appena superato la boa di bolina e quindi c’è tutto il tempo per recuperare gli infortunati e tentare un rush nel finale di stagione. L’importante che non arrivi Bloom a incasinare tutto con le sue idee geniali, abbiamo già dato.

Share

Due passi avanti e due indietro

Torniamo dalla trasferta di sette partite giocate a Minneapolis e nel south side di Chicago con un deludente record di 3-4, avendo dilapidato tutto il momentum che avremmo potuto avere dopo la sweep sugli odiati pigiamini appena una settimana fa. 

La classifica è peggiorata e trasmette una sensazione di mediocrità. Il record di .506 40-39 ci pone davanti a un muro apparentemente invalicabile di 4 squadre che hanno almeno 3 vittorie in più o tre sconfitte in meno (con Seattle che ci alita sul collo). A parte Houston le abbiamo affrontate queste squadre e abbiamo dimostrato di essere competitivi se non superiori. E’ quando ci mettiamo con le altre squadre che risultiamo  mediocri. Abbiamo avuto un record intorno a .500 a marzo/aprile, esattamente .500 a maggio ed esattamente .500 a giugno. E non cambia nulla se consideri le partite in casa o in  trasferta, le regolari o quelle finite agli extra inning, contro le squadre AL East e contro quelle con un record <.500: in media risulta che vinciamo sempre la metà delle partite, mettendo in mostra contraddizioni evidenti come quando battiamo i MFY di Cole, ma recentemente non riusciamo a piegare il bullpen dei White Sox, che non aveva uno straccio di partente da schierare per affrontare un più che decente Crawford.

Insomma abbiamo una squadra potenzialmente competitiva, potrebbe essere un momento divertente della stagione e invece siamo intruppati a metà classifica e tutti coloro che danno le statistiche per il fantabaseball stimano che i Red Sox abbiano circa sei possibilità su sette di saltare i playoff. Tutto questo mentre la scadenza del mercato si avvicina e i fan sono in subbuglio, stanchi di arrivare ancora una volta ultimi.

Cosa farà quindi il front office in questa situazione? Scommetteranno altri soldi per tentare di vincere subito con percentuali di successo basse (ma non nulle) o tenteranno di capitalizzare con la cessione di qualche giocatore per avere maggiori chance la prossima stagione? 

Per rispondere a queste domande occorre farsene un’altra: sarà ancora Chaim Bloom a gestire la prossima stagione? Vediamo con ordine.

Da una parte sembra che Boston non debba necessariamente decidere ora il proprio atteggiamento. Possono aspettare qualche settimana e raccogliere più informazioni, vedere se le loro probabilità si spostano e in quale direzione. Una grande serie di vittorie, per esempio,  potrebbe far cambiare la percezione delle cose. 

Tuttavia, applicando un minimo di realismo, non c’è quasi nulla a cui possiamo appigliarci: Sale potrebbe essere fuori fino al 2024, il ritorno di Houck non è imminente e anche Paxton accusa qualche dolorino al ginocchio (sai che sorpresa!), abbiamo tanti infortuni anche nel bullpen e grandi buchi nel roster (il più evidente all’interbase), che non possiamo coprire a breve. Con tali premesse come facciamo ad ottenere una grande serie di vittorie? E poi, visto come sono andate le cose fino ad ora, chi ci può garantire che dopo una grande serie di vittorie non sopraggiunga una grande serie di sconfitte che ci riporti nell’aureas mediocritas che ci caratterizza quest’anno? La risposta è nulla di nulla, anzi sembra molto probabile che vada proprio così.  

Quindi, nonostante la conquista di una Wild Card sembri ancora a portata di mano, non vedo molti argomenti razionali che possano spingere i Red Sox a intavolare trattative serie per tappare i buchi acquisendo rinforzi adeguati. Il costo sarebbe elevato e le probabilità di rientro del tutto irrisorie. 

Tuttavia se mancano argomenti razionali, potrebbero essere presi in considerazione quelli irrazionali. Bloom non sembra uno che cambia i suoi piani solo perché è sotto pressione, ma è chiaramente nei guai dal punto di vista professionale e questo potrebbe spingerlo a fare mosse della disperazione. I risultati ottenuti in effetti non sembrano essere quelli attesi: 

  • il fatto che la squadra sia tornata ad avere un costo elevato, ma continui ad occupare l’ultimo posto nell’AL East, non sembra una cosa da evidenziare sul curriculum. 
  • Il risanamento del farm system, dopo le devastazioni di Dombrowski, sembra avviato ma non si nota un impulso straordinario
  • la flessibilità del roster che dovrebbe coprire i buchi con giocatori acquistati dalla IL lista ha prodotto risultati magri, fra cui spicca, in negativo, l’impiego del povero Hernandez come SS, ruolo per cui non è evidentemente tagliato. 

Resta da dire che questi risultati erano attesi da noi, ma non per questo sembrano condivisi dall’enigmatica proprietà. Magari sono entusiasti di Chaim e compensano egregiamente la delusione per i problemi di classifica guardando la voce entrate nel bilancio. Chi può dirlo!?

Storicamente la proprietà sembra orientata a licenziare verso settembre, ma questo è sempre un errore esiziale. Speriamo che abbiano fatto tesoro delle esperienze precedenti. Se hanno intenzione di cacciare Bloom sarebbe opportuno lasciare a qualcun’altro la gestione del mercato di luglio. Se hanno deciso di tenerlo, dovrebbero spiegarci perché, ma sono già certo che non non hanno nessuna intenzione di farlo.

PS. Ora bisogna decidere su cosa fare per il resto dell’estate. Suggerimenti?

Share