Un brodino ricostituente

Un mio carissimo amico, l’unico a Roma con il quale posso parlare di baseball, che ha un debole per gli Angels, è la persona a cui faccio mentalmente riferimento in questo periodo, quando ho psicologicamente bisogno di pensare a qualcuno che sta peggio di me. Immagino che il logoramento epatico che la squadra della Disney impone ai propri tifosi in questo momento sia superiore a quello subito da quelli di Beantown. Infatti è stupefacente che le prestazioni delle due franchigie siano comparabili, pur avendo da una parte dei grandi campioni come Trout e Othani, mentre i nostri li abbiamo sostituiti con giocatori fuori ruolo.

E così in questo weekend casalingo, siamo riusciti a vincere ben tra partite in rimonta e mancare la quarta per un soffio, pur avendo messo gli uomini in base per effettuare l’ennesimo sorpasso. Sono state partite movimentate e emozionanti, caratterizzate però da marchiani errori dei nostri avversari, come quelli di tiro del 3B Rendom di venerdì, o le interferenze del C Thaiss di sabato. Purtroppo non potremmo sempre contare su tanta generosità in futuro.

Una nota positiva da sottolineare è l’uscita incredibilmente positiva di Whitlock RHP, starting pitcher di domenica sera, che ha assolutamente silenziato le mazze degli Angels in 7IP con 3H, 2BB, 5K, e solo 1HR. Un partente dei Red Sox che lancia 7 inning è una prima assoluta quest’anno, sembra un sogno. L’impressione di irrealtà si è accentuata nel corso della serata per il fatto che a concludere la partita Cora ha chiamato sul monte Kaleb Ort e Ryan Brasier uno dopo l’altro, non proprio il setup e il closer che ti aspetti. Non riuscivo a credere che nel bullpen non ci fosse qualcosa di meglio. Devo dire che in diretta il mio sbalordimento è cresciuto quando ho visto Ort eliminare Brett Phillips per terminare l’ottavo inning in una difficile situazione, e Brasier che ha affrontato senza danni Shohei Ohtani, Mike Trout in successione. 

Consiglierei di non abituarsi a queste esibizioni, ma, secondo me, queste sono anche il sintomo che comunque abbiamo un manager che sa fare il suo lavoro. E’ possibile che siano frutto di lui e del suo staff le prestazioni di Devers, che sembra pronto ad avere la migliore stagione della sua carriera, o quelle di Refsnyder, che sembra essere efficace contro i lanciatori mancini, o il recupero di mazze silenti come Turner e Hernandez. 

Leggevo qualche giorno fa, sulla stampa specializzata, l’esortazione a promuovere giovano dal triplo A per depurare il roster da giocatori con prestazioni imbarazzanti. In particolare si parlava di sostituite Connor Wong con Jorge Alfaro, Yu Chang con Niko Goodrum, Kaleb Ort, con Ryan Sheriff. Stranamente tutti questi giocatori hanno avuto il loro piccolo momento di gloria durante il weekend, come Chang, autore di 1HR e 5RBI, che hanno deciso la gara di sabato.

Insomma conviene far lavorare Cora, che mediamente azzecca le mosse di roster e avere pazienza di aspettare un paio di mesi per valutare l’integrazione dei giocatori orientali, compreso Yoshida. Non è mai semplice trasferirsi a 12 fusi orari di distanza da casa e continuare a girare la mazza con la stessa efficacia.

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Note sparse sul massacro di Tampa Bay

Moneyball, il film del 2011, diretto da Bennett Miller, con Brad Pitt, che tutti sicuramente avrete visto più di una volta, narra in maniera romanzata, un caso di successo: la vicenda professionale di Billy Beane, un ex giovane promessa del baseball, che nel 2001 si trova ad essere il general manager degli Oakland Athletics appena sconfitti dai loschi pigiami Division Series della lega americana. Durante la successiva offseason, perde per mancanza di risorse economiche, tutte le stelle free agent (Johnny Damon, Jason Giambi, e Jason Isringhausen). La situazione sembra disperata ma Beane, durante le trattativa con i Cleveland Indians, incontra un giovane laureato in economia a Yale, che ha elaborato un nuovo sistema di valutazione dei giocatori, basato sui dati di gioco invece che sulle impressioni e percezioni, inevitabilmente fallaci, degli esseri umani, per quanto di comprovata esperienza. Era l’alba della sabermetrica. Il film segue la riscossa di Bean che contro ogni pronostico e lo scetticismo dei conservatori, mette insieme una squadra di giocatori poco noti e quindi poco costosi ma efficaci, che al termine di una stagione strabiliante miracolosa e vincente,  vengono eliminati da Minnesota. (Prendete nota di questo dato che poi ci torniamo).

Ora, venti anni dopo, nell’era dei big data, non c’è più nessuno sano di mente che può mettere in discussione il reale valore della sabermetrica, ma neppure possiamo pensare che possa spiegare tutto. Ammesso che ci fossero nel 2001, ora non ci sono gli emuli alla Billy Beane, quelli smart, in grado di trovare pepite d’oro razzolando in mezzo al letame, mentre tutti gli altri brancolano nel buio, anche se, apparentemente, alcuni indizi puntano esattamente nella direzione opposta e questi indizi si chiamano Tampa Bay Rays.

Questi maledetti prendono quà e là, per due spicci, giocatori assolutamente mediocri e li trasformano in campioni,  ricavandone il triplo di quanto sarebbe lecito aspettarsi. Contemporaneamente cedono giocatori sulla carta promettenti che alla prova dei fatti, quando si allontanano dalle paludi della Florida, imbrocchiscono subitaneamente. 

Prendiamo ad esempio il caso Jeffrey Springs, schierato come partente ieri notte contro di noi. Leggevo che è stato scelto al 30° round dai Texas Rangers nel 2015 e, dopo 5 anni di assoluto anonimato, è arrivato ai Red Sox nel 2020, per lanciare 20 inning durante i quali è stato preso letteralmente a pallate, incassando lo sproposito di 18 run e consentendo una media di  2,21 HR / 9 inning (per altro comunque inferiore al quella detenuta dall’attuale rotazione dei Red Sox, per dire).

Dopo queste performance è stato mandato a Tampa in cambio del promettente Ronaldo Hernandez. Hernandez è ancora un giocatore di Boston, ma è un 25enne in Triple-A con continui problemi difensivi e un .455 OPS. Springs è un buon lanciatore di Tampa da ben tre anni con numeri progressivamente migliori ogni stagione. (3,43 ERA in 44,2 IP nel 2021, 2,46 ERA in 135,1 IP nel 2022, 0,56 ERA in 16,0 IP 2023).

Siccome questo non è un esempio isolato possiamo capire perchè Chaim Bloom è stato assunto. Secondo la proprietà serviva per replicare il miracolo Tampa Bay, rivoluzionando l’intera organizzazione. Beh, dopo quattro stagioni possiamo dirlo? Non sta funzionando.

Al netto della sfortuna o degli infortuni, i Red Sox hanno un roster mal progettato. Non colpa delle calamità naturali, sono state compiute scelte, adottate strategie, che hanno portato al disastro attuale. Non è possibile schierare Bobby Dalbec interbase. Da una parte è umiliante per il giocatore (Tampa Bay ha schierato 10 battitori destri per sfruttare questa debolezza), dall’altra denota scarsa professionalità del Front Office, incapace di prevedere queste contingenze.

La proprietà dovrebbe valutare quello che hanno ottenuto rispetto all’era Dombrowski e operare una decisa svolta, tenendo conto di quello che è possibile imparare da questa  vicenda:

  1. mai comprare da Tampa Bay, ti rifilano sempre bidoni
  2. per avere successo bisogna investire, non piantare gli zecchini nel campo dei miracoli
  3. ma è veramente il caso di prendere esempio da una squadra che (come per gli A’s 2002), ancora, non ha mai vinto un titolo? Non ci sono esempi più virtuosi da imitare?
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Come odio perdere a Tampa

Ancora non sono riuscito a smaltire la rabbia e delusione per la sconfitta di ieri sera. Sono in un loop e ci sono molti fattori che riesamino in continuazione e che contribuiscono al mio stato d’animo malmostoso. 

Da una parte è una questione emotiva, perchè detesto i Rays quasi quanto ogni squadra che scende in campo in pigiama, e quindi perdere con loro brucia assai. 

Sono troppi anni che le buschiamo da loro durante regular season, ma quest’anno veramente c’è troppo dislivello, specialmente se confrontiamo gli attacchi. Al line up dei Red Sox sono stati estirpati grandi campioni (Mookie, Xman, ma anche JD ora ci farebbe comodo) e chi li sostituiti non fa che aumentare la nostalgia. Bisogna riconoscere che ci la maggior parte giocatori che contribuiscono poco o nulla: Justin Turner non pervenuto, Kike Hernandez desparecido, con Triston Casas sembra di rivedere Dalbec, Arroyo e entrambi i ricevitori rasentano lo zero asoluto.

Gli unici che producono qualcosa erano, nell’ordine, Duvall, Devers e Verdugo (su Yoshida il giudizio è sospeso). Non so quanto sarebbe durato il Duvall epigone di Babe Ruth (che in queste prime partite aveva numeri migliori di Aaron Judge 2022), probabilmente ancora solo per qualche giorno, magari solo la serie con Tampa, ma non c’è proprio nessuna ragione per schierare fuori ruolo un 34enne, già operato al polso sinistro. Se cerchi guai alla fine li trovi.

Nonostante tutte queste premesse negative li lasciamo a secco per 7 inning. Nessuno ci era riuscito quest’anno. Pivetta aveva tirato fuori dal cilindro un’altra delle prestazioni eroiche che gli capita di fare ogni tanto ed mancava tanto così per fare il colpaccio.

Devers, l’unico che ci può dare il dong che ci serve viene seriamente danneggiato al sesto dall’arbitro di casa. Le chiamate degli strike 2 e 3 sono scadalosamente sotto la zona dello strike. Quelle sono chiamate di merda in qualsiasi situazione, ma se le fai in una partita sul filo del rasoio, per eliminare l’unico slugger che abbiamo, rischi di influenzare pesantemente il risultato.

Ma Devers ha avuto la sua occasione, quando è tornato nel box in una situazione di 3 on e 2 out. Purtroppo il suo turno alla battuta è stato fallimentare. Dopo aver girato a vuoto il primo lancio, uno slider sul filo interno, manda in foul una fastball  a 92 mph esattamente al centro dell’area di strike. Devo dire che mi sono accorto subito di cosa era successo, ma poi sono andato ad indagare per capire meglio. Secondo Baseball Prospectus, Devers ha una AVG di .972 nelle ultime due stagioni su fastball in quella posizione. Non era un lancio negli angoli, non era neppure un lancio da MLB, era palesemente un errore del lanciatore avversario che avrà sudato freddo quando la palla ha lasciato le sue dita. 

Purtroppo Devers lo ha graziato e io ancora non sono riuscito a smaltire la rabbia e delusione per la sconfitta di ieri sera. Sono in un loop e ci sono molti fattori che riesamino in continuazione e che contribuiscono al mio stato d’animo malmostoso. 

Da una parte è una questione emotiva, ……………………..

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Una “tranquilla” gita al lago

Il Michigan, lo stato al confine col Canada bagnato da tutti i grandi laghi, ha una forma che, grossolanamente assomiglia a una mano destra e la posizione di Detroit, sede della nostra prima serie in trasferta, corrisponde circa alla base del pollice.  Questo particolare mi è venuto in mente perchè sembrava che i Tigers avessero dato una bella mano ai nostri per rilassarsi e passare un weekend tranquillo e vincere la prima serie della stagione. Ho detto prima perché spero se ne aggiungano altre, anche se non ne sono così sicuro. Difficilmente in questa stagione troveremo una formazione così sgarruppata come i Tigers di quest’anno e se continueremo a giocare senza un partente in grado di lanciare per 6 inning filati in MLB è abbastanza sicuro che ce la faranno pagare cara.

Nella gara di esordio Sale (5.0IP 4H 3R/ER 3BB 7K 1HR  11.25ERA) continua a non convincere pienamente, ma bisogna considerare che questa è una specie di stagione di esordio dopo una sosta lunga 3 anni è ovvio che debba trovare certi automatismi. La palla viaggia veloce e riesce a mettere K circa un terzo degli avversari, tuttavia, un po’ troppo spesso viene toccato profondo e incassa fastidiosi HR.

Tuttavia la nostra superiorità è talmente conclamata che i Tigers riescono a rimettere la testa avanti solo nella frazione bassa del primo inning. Per il resto il nostro attacco imperversa guidato da Duval e da Ciccio Devers che batte il grand slam, che uccide prematuramente il secondo incontro.

Arriviamo alla parte bassa del nono della finale, entra Jansen che deve difendere un 4-1 determinato da 2RBI di Triston Casas, che comincia a ingranare. Sembra solo una formalità, quando improvvisamente le cose si complicano e la gita tranquilla si trasforma in un horror. Non mi riferisco a Jansen che riempie le basi e sembra avere un altro dei passaggi a vuoto che lo affliggevano quando stava con i Dodgers. Alla fine risolve con un K a basi cariche che mette fine all’incontro. La catastrofe è un possibile infortunio del ns miglior battitore che, durante un tentativo di presa di  una palla alzata in texas,  si provoca una distorsione al polso sinistro, lo stesso che aveva subito un grave infortunio e un intervento chirurgico. Mentre scrivo si stanno effettuando le radiografie, ma la dinamica dell’incidente, purtroppo, lascia presumere una situazione piuttosto grave. Speriamo di sbagliarci, perché è una tegola che potrebbe segnare l’intera stagione. 

Domani giochiamo contro la lanciatissima Tampa Bay, che ha vinto le prime 9 partite della stagione. Primo o poi doveva capitare! Si comincia con Pivetta sul monte, poi martedì  dovrebbe tornare Whitlock. Sale e Kubler sono i partenti annunciati nelle due gare finali della serie. Obiettivo: evitare la sweep e infliggere almeno una sconfitti agli odiosi raggetti. Se però dovessimo fare a meno di Duval sarebbe un impresa quasi disperata.

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They kicked our butt

Ci hanno preso a calci in culo. Questa è stata la spietata ma eloquente analisi del manager Alex Cora al termine della serie contro i Pirates. Una sweep che a noi fan delle calzette è apparsa clamorosa e inattesa dopo l’altrettanto clamoroso e inatteso esito della prima serie stagionale, giocata lo scorso weekend.

E’ tipico di tutti i tifosi mutare repentinamente il proprio stato d’animo in tempi brevi, in funzione delle alterne fortune della propria squadra, ma nessuno sport più del baseball è così stressante per il sistema nervoso. La drammatica vittoria in rimonta dei Red Sox contro il Baltimora di gara 2 e la vittoria del giorno successivo sembrava l’inizio di una storia a lieto fine. Lunedì mattina meditavo che tutto sommato la Stove League non era stata poi così male ed ero stato troppo severo con quel genio di Bloom, capace di trovare il talento laddove noi poveri profani non riuscivamo a vedere nulla.

Stasera sono abbattuto e depresso per lo spettacolo indecoroso a cui abbiamo assistito e vorrei organizzare una caccia all’uomo per le strade di Boston, per catturare quel traditore di Bloom e chiedergli “gentilmente” qualche spiegazione.

Abbiamo affrontato una squadra mediocre, consapevole di essere mediocre, abituata a essere mediocre, ma che interpretando il gioco con semplicità essenziale, cercando di portare a casa tutto il possibile, senza strafare, cercando principalmente di non fare cazzate ci ha surclassato.  Nonostante i pronostici sfavorevoli hanno vinto con una facilità disarmante, trovando un minimo di resistenza solo nella partita finale della serie, che comunque ha mostrato le solite carenze di organico, l’impossibilità di cogliere un corridore fuori base, una certa confusione in una difesa prona a caricarsi di errori, ecc.

Vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno? Non c’è. Non è pieno neppure per un quarto, ma se proprio vogliamo essere positivi potremmo dire che Corey Kluber aveva un tono migliore rispetto all’opening day. Non era diventato un emulo di Roger Clemens, ma considerando come era stato bastonato nell’out precedente mi è sembrato proprio un bel progresso. 

Quando però non basta un partente che realizza 5.0 IP, 1 ER, 3 H, 1 BB e 2 K, vuol dire che l’attacco è stato del tutto inoffensivo. Ora però ci aspetta una gita a Detroit, ad affrontare una delle due compagini che ha un ERA di squadra peggiore del nostro. Speriamo di che sia un’opportunità per le nostre mazze per ritrovare continuità.

E infine una aggiornamento dall’infermeria che dovrebbe cominciare a svuotarsi. Garrett Whitlock probabilmente martedì lancerà a Tampa. Anche Brayan Bello, che proprio oggi dovrebbe lanciare in Triple-A, è in via di guarigione e potrebbe recuperare presto un posto nella traballante rotazione iniziale. Infine c’è anche James Paxton, il lanciatore con il quale Bloom voleva vincere nel 2022, che ha iniziato la sua ennesima riabilitazione a Fort Myers, in Florida, il 4 aprile. Chissà se questa volta riuscirà a fare almeno un paio di lanci prima di rompersi di nuovo.

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Opening day

Finalmente è arrivato l’opening day e la prima sconfitta di pragmatica dei nostri adorati Red Sox targati Alex Cora, il quale vanta un bel personale di 0-5 nella gara di esordio. 

Le ragioni della sconfitta contro un resistibile Baltimora sono presto dette. Abbiamo allestito una rotazione che è una delle più forti della Injuried Lis. Il lungodegente Sale, l’aspirante lungodegente Garrett Whitlock, Paxton, il desparecido di cui si sostiene, senza prove, che sia pagato dai Red Sox per lanciare palline e Brayan Bello ci farebbero facilmente vincere il campionato degli infortunati, se solo esistesse.

Così siamo stati costretti a ricorrere alla vecchia gloria. Come è noto ogni anno assumiamo un lanciatore che ha palesemente terminato la carriera per dargli ancora la possibilità di esibirsi e lasciare il mondo del professionismo con un’ultima stagione, senza grandi responsabilità. La scorsa stagione c’era Wacha che dominava in questa categoria, ma quando ci si è accorti che ancora poteva dare qualcosa al baseball, lo abbiamo subito sostituito con Kubler, che, devo dire, ha rispettato il pronostico.

Dopo 3.1 innig di grande sofferenza, completati con ben 80 lanci, scende dal monte con 6 hit 4 BB e 5 run sul groppone. Per completare il lavoro di li a poco,  Cora ha mandato in campo Brasier, un individuo di cui si sostiene, senza prove, che sia pagato dai Red Sox per lanciare palline. Cos’altro si può dire infatti di uno che ancora veste la stessa casacca dopo che terminato il 2022 con 5.78 ERA 1.30 WHIP over 62.1 IP?

La prova di Brasier è da film dell’orrore, ma diluita in una giornata negativa per il monte. Solo nei primi cinque inning, i lanciatori di Boston hanno concesso otto walk, due lanci pazzi, un colpito e consentendo quattro basi rubate. In totale le BB sono state nove, il che eguaglia il record negativo di squadra nel giorno di apertura.

Volendo trovare una nota positiva c’è la prestazione Masataka Yoshida , al suo tanto atteso debutto in MLB. Certo ha battuto le sue prime due valide, incluso un singolo RBI. Ma quando  ha avuto la possibilità di concludere la giornata con il classico colpo di scena finale, entrando nel box al nono con due on e un out e due punti da recuperare. Yoshida se ne è uscito con una rimbalzate da doppio gioco che avrebbe chiuso la partita se Mateo avesse assistito bene in prima.  Insomma bene, ma non benissimo.

Insomma ragazzi questo è quello che passa il convento. Siamo nell’era Bloom e bisogna abituarsi al fatto che il suo mandato è molto diverso da quello del suo predecessore, Dave Dombrowskiil, quando il piano del front office non è vincere. Subito! Ora c’è un nuovo piano, più sottile ed intrigante. L’obiettivo rimane la vittoria, ma non più urgente, bisogna prima effettuare una transizione e badare al bilancio. Così il 21 è stato un anno di transizione per arrivare alla stagione 22,che  a sua volta ci a portato al 2023 e così proseguirà senza un termine preciso, potenzialmente in eterno. I campioni verranno venduti, i free agen giocheranno con coloro che li vorranno pagare e a noi resta Masataka Yoshida, un bel giocatorino però tutto sommato.

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Un inizio da incubo

Anche limitandosi a considerare solo le cose del baseball, trascurando quanto mi è accaduto personalmente, il 2023 rischia di essere l’anno più disastroso della mia vita. Non bastava che i Red Sox fossero solo spazzatura (cit), doveva anche arrivare l’ennesimo intervento di Manfred per cercare di snaturare e distruggere completamente il vecchio gioco, renderlo insopportabile per i vecchi appassionati e allontanare le nuove leve prima che possano apprezzarlo.

Ma andiamo per ordine. All’inizio di questa settimana, il Joint Competition Committee della MLB ha votato all’unanimità una serie di modifiche al regolamento espressamente concepite per rovinare, a cominciare dalla stagione 2023, il più bel gioco del mondo:

  • è stato confermato  in  modo permanente il corridore sulle basi agli exreainning. Scordatevi di poter rivivere le drammatiche 7 ore di gioco di gara 3 delle WS 2018. Fine. Kaput. Manfred vuole andare a letto presto la sera. Io devo ancora conoscere qualcuno che assiste a una partita in parità al 20° inning ed è arrabbiato perché non è ancora finita.
  • saranno ulteriormente infastiditi i lanciatori dall’introduzione di un pitch clock, che ha la ridicola pretesa di uniformare i ritmi di lancio di tutti, e limitando limitando i lanci di pickoff.  Forse Manfred odia i pitcher e vuole vuole distruggerli tutti con lo stress
  • saranno vietati gli shift difensivi, perchè…… boh!? Forse Manfred è infastidito dai giocatori disposti in campo in modo asimmetrico rispetto alla bisettrice. Va a sapere
  • i cuscini delle basi saranno più grandi. Questa è talmente cretina che sembra troppo anche per Manfred. Forse hanno solo fatto una scommessa: vediamo se quegli idioti si bevono anche questa.

Ogni anno i Manfred boy si inventano provvedimenti che, lungi dal minimanete intaccare i problemi che dichiarano di voler risolvere, producono solo il risultato di rovinare lo spettacolo. E’ tutto molto triste. 

Non so se esista un nesso, però non posso fare a meno di notare che anche il lavoro Chaim Bloom appare perfettamente collimante con le iniziative di Manfred. Ovviamente non posso esserne sicuro, ma potrebbe non essere una coincidenza che i Red Sox 2023 procurino la stessa desolante disperazione.

È difficile dire cosa siano i Red Sox del 2023. Non è la normale indeterminatezza di ogni squadra all’inizio dell’allenamento primaverile. Esaminando in dettaglio il roster dei Red Sox si fatica a rintracciare anche una minima idea dei criteri utilizzati per costruirlo.

Che dire della rotazione dove il lanciatore più sano è Corey Kluber? Che dire di Enrique Hernandez, schierato interbase, ruolo in cui non ha mai giocato più di 17 partite in nessuna stagione nei suoi nove anni di major? Che dire di Adam Duvall, che verrà schierato esterno centro, posizione ricoperta in solo 68 partite sul totale di 830 della sua carriera?

I Red Sox inizieranno la stagione senza un ricevitore di ruolo (dopo essersi privati di Vasquez), ma hanno due ben riserve (tre se si conta Jorge Alfaro). Christian Arroyo dovrebbe esibirsi ogni giorno in seconda base, il che andrebbe anche bene fino al ritorno del titolare, se anche lui stesso non fosse stato frequentemente inscritto nella IL nelle ultime due stagioni. Alex Verdugo, uscito da una stagione in cui ha palesato forti limiti difensivi nel gestibile campo sinistro del Fenway Park, sembra destinato a spostarsi a difendere il Pesky’s Pole, semplicemente il campo destro più difficile del baseball. Perché succede tutto questo casino insensato? È difficile trovare motivi razionali,  occasionalmente occorre rilevare la necessità di fare posto a due rookie su cui si concentrano le speranze per la stagione. Il primo è l’oggetto misterioso Masataka Yoshida, il nuovo esterno sinistro le cui capacità difensive sono ancora più limitate di quelle di Verdugo, e in attacco ancora non ha dimostrato di essere migliore di un Rustney Castillo qualsiasi. Il secondo è Triston Casas, un prospetto che si è dimostrato abbastanza promettente nelle 27 (ventisette) partite di major league che ha giocato fino ad ora.

Quindi cosa ci dobbiamo aspettare nel 2023? Non mi sembra sia possibile farci troppe illusioni, l’ultimo posto è un’eventualità oltremodo concreta. Gli MFY, dominatori della AL east, hanno ri-firmato Judge (promemoria per Bloom: studiare cosa significa “ri-firmato”) e si sono rafforzati con  Carlos Rodon. I Blue Jays, dopo aver preso Dalton Varsho, Brandon Belt e Chris Bassitt, certamente saranno protagonisti della division. C’è da scommettere che ritroveremo agguerriti anche gli odiosi raggetti di Tampa,  simpatici come un foruncolo purulento sul deretano. Anche i derelitti Orioles potrebbero incrementare il loro bottino di vittorie nel 2023.

Di cosa hanno bisogno i Red Sox per non sprofondare in classifica? Beh in primo luogo sarebbe opportuno che Sale e Whitlock rimanessero sani per tutta la stagione. Non è quello che è successo negli anni scorsi, ma è anche lecito sperare. Purtroppo non però non basta, Nella rotazione ci sono anche altri slot e non so cosa ci si può aspettare da Bello e Kubler. Inoltre occorre che Yoshida esploda nel box e diventi una star, e poi occorre che Hernandez e Duvall abbiano prestazioni decenti nelle loro nuove posizioni e che Casas per non cada in uno slump da rookie e Turner si dimostri un buon slugger come se non fosse invecchiato di un altro anno e altre trecento cose che in parte abbiamo richiamato prima. La probabilità che una di queste cose accada potrebbe anche essere una legittima aspettativa, ma la probabilità che si verifichino tutte (o anche la maggioranza di esse) è dannatamente bassa.

Bloom quindi è andato all in con nulla in mano.  Non serve stabilire se sia un pazzo o un genio o entrambe le cose. Sicuramente ha una visione per i Red Sox del futuro e il supporto dalla proprietà. Per ora. Ma abbiamo visto quanto velocemente cambiano le cose. L’abbiamo visto con Dave Dombrowski e con Ben Cherington. Spero che la proprietà applichi gli stessi criteri di giudizio utilizzati per i precedenti manager e sia insoddisfatta, come lo sono io, di tre ultimi posti nelle ultime quattro stagioni.

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Strategia a lungo termine

Cari amici, come avete potuto constatare, non sono riuscito ad essere molto prolifico dopo la mia recente promozione dalla bacheca commenti. Ciò non è inusuale per i miei standard. Di fatto tutte le mie energie sono concentrate sui giocatori dei Red Sox e poco o nulla mi interessa su quello che succede nelle altre squadre. Con la sola eccezione dei Giants di SF, che ogni tanto attirano la mia attenzione (e ovviamente alle disgrazie che capitano a quelli in pigiama), per quanto mi riguarda sul resto della MLB si potrebbe stendere un gigantesco chissenefrega. Così quando arriva il momento di commentare il mercato sono strutturalmente a corto di opinioni basate sui fatti.  

Oltretutto le cose durante questa offseason 2022 non potevano migliorare, mancando anche la materia prima cioè i fatti da commentare. In questi giorni spesso mi sono messo davanti a una tastiera per scrivere qualcosa su questa squadra e ogni volta ho fallito. Avevo molto riflettuto su come riuscire impostare un commento intelligente e ero arrivato alla conclusione che non era possibile. 

Prima della notizia bomba che riguarda Devers, potevo solo commentare portato avanti una mediocre e irritante post season. Queste le considerazioni.

Il Front Office.

C’è, infatti, un responsabile assoluto di questo colossale strazio e risponde al nome di Chaim Bloom, per il quale bisognerebbe inventare nuovi aggettivi per descrivere adeguatamente la disastrosa gestione. Quello che balza principalmente agli occhi è il modo deficitario con cui ha trattato i due principali dossier sulla sua scrivania.  Bloom ha passato il 2022 ripetutamente affermando che Xander Bogaerts era la sua massima priorità, e si presume dovesse trovare una soluzione. In realtà è stato capace solo di inscenare un osceno tira e molla, condite da dichiarazioni trasudanti ottimismo, fino allo showdown finale dei winter meetings, allorchè abbiamo dovuto prendere atto che ci sono state almeno tre team che hanno superato l’offerta dei Sox di 40 mln o più. Ma la proprietà è soddisfatta di questo stato di cose? Questa è la domanda più importante alla quale temo di non saper rispondere. I termini del contratto di Chaim Bloom come chief baseball officer di Boston non sono stati resi noti pubblicamente, ancora oggi a quattro anni dal suo ingaggio. Allo stato attuale sembra lanciato a battere i record di durata dei suoi immediati predecessori, con risultati peraltro incomparabilmente peggiori. Sia Cherington, che non è durato quattro stagioni complete, sia Dombrowski, arrivato nell’agosto del 2015 e cacciato nel settembre del ‘19, hanno guidato i Sox alla conquista delle World Series durante i loro incarichi, mentre con Bloom, siamo sempre arrivati ultimi, a parte l’exploit dell’ALCS 2021. Se la proprietà avesse ancora la stessa voglia di vincere della scorsa decade, Bloom avrebbe bisogno di un grande passo avanti nel 2023 per mantenere il suo lavoro. Se invece i proprietari, magari distratti da vicende più interessanti, oppure per una pervicace contrarietà ai contratti ultradecennali, sono contenti di sperperare denari senza raccogliere nulla, Bloom sembra proprio l’uomo giusto al posto giusto. Tuttavia, se l’obiettivo è arrivare ultimi, mi potrei candidare anche io a ricoprire quel ruolo, e sarei anche graziosamente disponibile ad accettare una piccola riduzione dello stipendio.

La rotazione.

Lo scorso anno Cora ha dovuto arrangiarsi con due partenti piuttosto datati, che sarebbero stati l’ideale come supporto alla profondità del roster, ma non per essere schierati in prima fila per tutta la stagione. Come sapete bene, sono sempre stato un grande estimatore di Rich Hill e sono contento che sia tornato ai Red Sox l’anno scorso. Ora però sono altrettanto contento che i risultati della stagione 2023 non debbano fondamentalmente dipendere dalle prestazioni sue e di Wacha. Non sono altrettanto contento di aver perso Eovaldi un altro campione del mondo 2018, a cui i Rangers hanno deciso di dare 34 mln in due anni. Eovaldi continua ad essere un buon giocatore, con l’unica colpa di poter pretendere un salario non abbastanza economico per le casse dei Red Sox. 

Può essere razionale non inseguire un free agent così costoso, in relazione alla prestazioni attese, ma, se a fronte di tutte queste partenze, ci si chiede quale sia stata la contropartita, il bilancio è comunque deficitario. L’arrivo del trentenne Corey Kluber, che corona un inseguimento durato anni (dopo Cleveland ce lo hanno soffiato prima i Rangers, poi gli Yankees e infine i Rays), non riesce assolutamente a compensare le perdite e rischia di apparire la solita operazione targata Chaim Bloom: troppo poco e troppo tardi.

Il Bullpen.

Si tratta di un reparto normalmente  più volatile durante una stagione MLB e che può essere facilmente incrementato a luglio, nel caso si intraveda l’opportunità di una stagione vincente. Il ruolo di closer fa eccezione, perchè questo tipo di pitcher non crescono sotto i cavoli. Nel nostro bullpen il ruolo è rimasto praticamente vacante fin dall’uscita di scena di Kimbrell. Finalmente, con Jensen, abbiamo un giocatore di ruolo sul quale, tuttavia, valgono le stesse considerazioni fatte su Kluber: non è esattamente nel fiore degli anni. Tuttavia, dopo anni di siccità, ti vuoi lamentare se arriva una pioggerellina?

Il DH.

Sapevano dalla scorsa off season che questa sarebbe stata l’ultima stagione di JD Martinez a Boston. Anche se non ha mai ripetuto i 1.031 OPS della sua prima stagione, è sempre rimasto un grande campione e un punto di forza per la squadra. Curiosamente, come altri suoi compagni di squadra del dream team 2018, ha finito per accasarsi sulla west cost, con i Dodgers. Curiosamente il traffico scorre anche nel senso inverso della carreggiata e, oltre a Jansen, è in arrivo anche un altro titolare dei Dodgers 2018: Justin Turner (anche se ci avrebbe fatto più comodo lo SS omonimo). Turner potrebbe essere un buon sostituto per JD. Forse non sarà un battitore della stessa qualità, ma Turner ha un valore difensivo superiore a quello che Martinez poteva offrire. Infatti, oltre a schierarlo regolarmente nel ruolo di DH, Cora potrebbe impiegare Turner in prima base, quando Casas ha bisogno di un giorno libero o quando il partente avversario è un forte mancino, oppure in terza base al posto di Devers. Turner potrebbe auspicabilmente contribuire a incrementare il deficitario OBP di squadra. Anche se non è lecito aspettarsi che all’età di 38 anni emuli le prestazioni delle stagioni prepandemiche, le sue abilità non sono del tutto svanite. Per la cronaca, il .350 OBP di Turner nel 2022 sarebbe stato terzo se avesse giocato con noi, dietro a X Man e Ciccio Devers. 

Conclusioni provvisorie.

La offseason non è ancora conclusa, ma l’indirizzo generale mi sembra sostanzialmente delineato. La squadra ha enormi scompensi nel roster determinati dalle partenze che hanno lasciato scoperti alcuni ruoli essenziali. Non sono in cantiere  attività che possano rendere competitiva la squadra per il 2023 e quindi è molto probabile che vedremo ancora una volta la post season sul divano di casa. Non è riconoscibile alcun percorso organico che possa incrementare le prestazioni nel tempo: a fronte di qualche forza fresca (Yoshida è la notevole eccezione) i Red Sox sembrano diventati una casa di riposo per vecchie glorie. La fine positiva annunciata per la telenovela Devers riporta un po’ di sereno, ma ancora non è presto per stabilire se potremo ambire a qualcosa di più di un aurea mediocritas, lasciando ad altri i posti in prima fila.

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Winter Meetings last report

I winter meeting 2022, ospitati quest’anno proprio a San Diego, si sono conclusi mestamente con Xander Bogaerts, la bandiera, il nostro giocatore più rappresentativo, che ha accettato di trasferirsi e giocare vicino alla base navale della California meridionale abbandonando il New England e i Red Sox, organizzazione nella quale ha militato dal lontano 2009, mietendo numerosi successi. 

Quindi per i prossimi 11 anni saremo costretti a vedere Xman indossare una casacca color diarrea. Sarà dura da sopportare sia per noi che per Xander, che tuttavia, se proprio dovesse sentirsi depresso, potrà tirarsi su il morale leggendo il mastodontico contratto che ha firmato che prevede 280 milioni di dollari come compenso per prendere a bastonate una palla.

L’accordo infrange la previsione pre-offseason di MLBTR di $ 189 milioni in sette stagioni. È il secondo più grande accordo di free agent nella storia del Padres, con solo i casi di Judge e Turner che lo superano finora tra i free agent in questa stagione di mercato.

Nonostante i rapporti all’inizio della giornata affermassero che le due parti stessero chiudendo un accordo, i Red Sox non hanno fatto nulla per evitarlo. Il Boston Globe ha riferito che l’offerta di chiusura dei Red Sox era di sei anni, $ 160 milioni. Sono valori di cui si parla da un po’ e non che. non hanno nessun connotato di un tentativo in extremis

Per chi avesse problemi con i conti, si tratta 120 milioni di meno sul totale, anche se i Sox hanno offerto un valor medio annuo più elevato. I Red Sox erano quindi distanti anni luce dal traguardo che il giocatore poteva cogliere, cioè la pazzesca offerta dei Padres assolutamente imprevedibile  dal punto di vista commerciale

Ma giunti a quel punto non c’era nulla da fare. La corporation di Scott Boras è riuscita a rifilare Bogaerts a una squadra che non aveva bisogno di un interbase, per di più a un prezzo pazzesco. Boras ha più volte affermato che Bogaerts vuole giocare solo interbase. Vedremo come risolverà la questione il manager dei Padres, ma questi ormai sono problemi che non ci riguardano.

Quello che ci riguarda invece è la condotta dissennata del nostro front office. La cosa che fa più rabbia è che se Bloom avesse formulato la stessa offerta finale, diciamo, in primavera, molto probabilmente avrebbe avuto successo. Resta da decidere se sia stato troppo scemo o troppo furbo. In ogni caso si tratta di un pattern riconoscibile, anche quando il front office era tenuto da altri: i Red Sox hanno più volte preso giovani fuoriclasse, li hanno fatti crescere e, a un certo punto della loro carriera, li hanno mandati a fare i bagagli. Le circostanze sono state diverse nei vari casi, ma il risultato finale, in realtà, è sempre stato lo stesso. Il precedente che presenta maggiori analogie con quello in parola è quello di Jon Lester, migrato a Chicago per ricongiungersi con Epstein, ma ce ne sono molti altri.

Non solo è successo, ma potrebbe ricapitare. Ora c’è la pratica Rafael Devers da affrontare. Come si comporteranno in questo caso? Aspetteranno, con il braccino corto, ancora una volta, senza decidersi a presentare un’offerta ragionevole ed equa? Perderemo la nostra  ultima giovane stella che ci è rimasta? 

Se dobbiamo fare previsioni basandoci sul passato la risposta è si lo faranno. Lo faranno ancora, come lo hanno fatto nel passato. E io che ancora ho nostalgia per Beltre  (figuratevi per Mookie), scopro che mi sono scelto una squadra assolutamente spietata da questo punto di vista. Non so proprio quanti di questi colpi riuscirò ancora a sopportare.

Come se non piovesse abbastanza sul bagnato ora, per la prima volta dal 2013, abbiamo un problema all’interbase. Sarà schierato davvero Trevor Story con Christian Arroyo in seconda? Non credo sia una soluzione all’altezza delle nostre aspettative, ma non riesco a immaginare come possa andare bene in un altro modo. Nutro poche speranze che la soluzione possa arrivare dal mercato, laddove il costo di gente come Carlos Correa o Dansby Swanson si è appena incrementato. Bogaerts ottiene uno dei più grandi contratti nella storia della MLB, ponendo le basi per un’affascinante guerra di offerte per i due interbase stellari che rimangono senza contratto.

Per i Red Sox, incapaci di tenere ben saldi i propri punti di forza, su cui aggregare e ricostruire una squadra di livello, sembra aprirsi un lungo periodo di irrilevanza. Con tali presupposti sembra vano discutere delle nuove acquisizioni, come è inutile discutere di un menù composto solo da contorni, in cui manca un piatto forte.

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Un nuovo inizio

Sembra ci sia stato un contrordine per il quale il cuore della Red Sox Nation non cesserà di battere in Italia. Questo accade perché non riuscivo a sopportare che il decennale lavoro di Paolo Berti andasse immediatamente disperso. Inoltre mi sarebbe mancato il confronto quasi quotidiano con una community straordinaria (specialmente in confronto a quello che mediamente troviamo su internet), per qualità e competenza nel dibattito. Infine ha pesato anche il fatto che nessuno (questa me la legherò al dito!) si è fatto avanti per evitarmi questa faticaccia. Non avrei mai pensato di avere la possibilità di poter prendere un altro impegno in questo frangente della mia vita, ma evidentemente il tempo è comprimibile all’infinito e quindi se si possono fare cinque attività contemporanee se ne possono fare altre sei. Ovviamente tutte male.

Il punto principale, che mi ha fatto tanto esitare, è che, inevitabilmente, la qualità di questo blog è destinata, perdendo la guida di Paolo, a subire un drastico decremento. Tuttavia, come spesso si dice, piuttosto che niente è meglio piuttosto. Io sarei il piuttosto e vi dovrete accontentare, almeno fin tanto che qualcuno più giovane e motivato non prenderà il mio posto. (Fortunatamente Paolo mi ha assicurato che continuerà a contribuire sulla bacheca e quindi ogni tanto avrete la possibilità di leggere qualcosa di intelligente 🙂)

Alla fine però ho pensato che aggiornare sulle attività dei Red Sox in questo periodo non sembra proprio un’attività impegnativa: non sta succedendo nulla di nulla, a parte la demolizione della squadra che nel 2021 è arrivata a due game dalle WS. In particolare il Chief Baseball Officer Chaim Bloom brilla per mancanza di iniziativa su qualsiasi fronte. Questo è particolarmente evidente se esaminiamo i principali dossier che dovrebbe avere sulla sua scrivania.

Il primo punto all’ordine del giorno nel 2022 era quello di estendere il contratto di Xander Bogaerts. Se ne è parlato per tutta la stagione, ma la missione è completamente fallita e ora  Bogaerts è ufficialmente un free agent. Probabilmente il front office dei Red Sox ha parlato con lingua biforcuta perché mai pensato che Bogaerts valesse il denaro che lui chiede per rimanere.

Bloom deve aver speculato che il tempo gioca dalla sua parte perchè Xman nella stove league entrerà in competizione con altri altri ottimi shortstop free agent che sono sul mercato e potrebbe fallire nel trovare altrove quello che cerca. È quindi ancora possibile che il mercato spinga Bogaerts a più miti consigli e alla fine Red Sox possano concludere un accordo a lungo termine con il capitano de facto della squadra, più vicino ai termini finanziari che si sono prefissati.

Si tratta di un atteggiamento cinico che personalmente mi irrita, ma sarà Bloom, non io, che deve spendere soldi che non sono neppure suoi. Dopo che abbiamo visto di cosa è stato capace di fare con Vasquez, sappiamo per certo che i sentimenti non avranno nessun peso sul determinare le sue azioni.

Ma quanto vale veramente Bogaerts? Durante la stagione sono arrivati segnali preoccupanti dal campo. Mentre la sua difesa è migliorata, in controtendenza rispetto al passato, e ha mantenuto una buona media nelle battute a terra, il numero di HR (15) è diminuito drasticamente rispetto alla sua media vita (25). Per mantenere il suo valore deve sperare che le ottime prestazioni difensive del 2022 non regrediscano a quelle medie del passato. Inoltre in battuta deve ritrovare la potenza perduta e mantenere la media di contatto. Sembra un programma sfidante per qualsiasi interbase che abbia compiuto 30 anni. 

Credo però che, se questa è la strategia di Bloom, resterà deluso. Per me l’esito più probabile di questa vicenda sarà che Bogaerts riuscirà a trovare una squadra disposta a scommettere su di lui e che Boston perderà un campione che avrebbe voluto rimanere e dovremo gestire un buco nella posizione.

Il secondo punto all’ordine del giorno per i Red Sox è quello di prolungare il contratto di Rafael Devers. Anche in questo caso i Red Sox hanno prodotto tante chiacchiere e zero risultati. Rispetto alla vicenda precedente però la cosa è ancora più grave perché questa volta la tempistica non aiuta. Anzi probabilmente il momento più favorevole per rinnovare Devers forse è irrimediabilmente passato. Abbiamo già visto con Mookie Betts come vanno a finire le trattative con un giocatore che gioca l’ultima stagione del suo contratto. E’ dura dirlo, ma per i Red Sox, in questo momento, sarebbe più conveniente scambiare Devers piuttosto che traccheggiare in trattative inconcludenti fino allo Spring Training, quando non saprebbero più come tappare il buco in terza.

Purtroppo la gestione del hotcorner non rappresenta che la punta di un iceber delle questioni che deve affrontare il front office:

  • occorre valutare se Casas possa veramente essere il titolare in prima
  • sostituire Martinez come DH
  • trovare qualcuno di affidabile, almeno quanto lo era Vasquez, da far accucciare dietro al piatto
  • e infine, last but not least, rinnovare l’intero pitching staff, punto dolente della stagione appena trascorsa.

Il compito appare ciclopico e difficilmente troverà una soluzione soddisfacente per la stagione 2023. Leggo alcuni analisti che prevedono una transizione ancora più lunga.  Purtroppo, per un bel po’, dovremo accontentaci di gufare contro i pigiamini, che peraltro ci danno sempre delle grandi soddisfazioni.

Ok, per oggi mi sembra di avre scritto anche troppo e ci fermiamo qui. Sono ansioso di leggere i vostri commenti e le vostre reazioni.

Tanti cari saluti dal vostro affezionato nuovo blogger Mauro.

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