L’appuntamento

Molto avanti nella stagione ci troviamo alla vigilia della prima serie durante la quale, quelli là, violeranno il sacro prato del Fenway Park. Finalmente siamo arrivati al nodo principale di ogni stagione ed è difficile capire come affronteranno tutto questo i nostri bipolari beniamini, che continuano ad oscillare fra entusiasmo e depressione.

Emblematica dell’attuale condizione è stata la marcia di avvicinamento a questo fondamentale appuntamento, un crescendo di difficoltà dovendo incontrare dapprima la peggiore squadra 2024 seguita da quella con miglior record NL. L’esito non avrebbe potuto essere più fuorviante. Non dirò nulla sulla partite giocate a Chicago southside, e sulla prima in casa con i Phillies, tranne che mi ha provocato abbondanti travasi di bile: errori, mediocrità, scelte di campo discutibili.

Le cose sono continuate sullo stesso andazzo fino al quarto inning di gara due quando, sotto per 4-0, improvvisamente si è accesa la luce, con Ciccio Devers che batteva in triplo a destra. Nell’inning successivo Hamilton ha avviato la più spettacolare rimonta stagionale e il gioco spettacolare è continuato anche in gara tre, durante la quale abbiamo domato una squadra che si è dimostrata veramente resiliente e fortissima.

In questo weekend le cose saranno ancora più difficili perchè i MFY sembrano davvero una corazzata inaffondabile e viene da chiedersi quale versione dei Red Sox scenderà in campo. Sarà la squadra mediocre che non riesce a scollarsi da quota .500 e che lotta per barcamenarsi  in una divisione difficile o sarà la squadra giovane e battagliera, in grado di creare problemi a chiunque, che è riuscita a mantenere un record di .500 nonostante l’incredibile serie di infortuni a giocatori chiave?

Certamente, dopo anni di vana attesa e dopo le promesse disattese nella off season, i fan hanno perso la pazienza e la serie con gli odiati rivali potrebbe essere un punto di svolta nella stagione e, più specificamente, potrebbe pesantemente influenzare l’atteggiamento del Front office, durante la prossima trade deadline, che è anche la prima volta vedrà che impegnato il nuovo chief baseball officer Craig Breslow. Ci si chiede se questo primo appuntamento verrà ricordato come un momento importante e decisivo nel plasmare il futuro del club, o se invece si seguiterà nella fiera dell’indecisionismo mostrata nelle due ultime stagioni.

Durante lo scorso fine settimana, il Financial Times ha pubblicato un’ampia intervista al principale proprietario dei Red Sox, John Henry, che ha fatto alcuni commenti urticanti sostenendo che i tifosi si aspettano di poter vincere ogni anno e facilmente si deprimono mentre bisogna accettare che le effettive probabilità di vittoria sono sempre esili: 1 su 20 o più probabilmente 1 su 30. Henry ha inoltre sostenuto che occorre resistere alla falsa convinzione, sostenuta da molti fan e media, secondo la quale si dovrebbe ogni anno ipotecare il futuro per il presente, un appello all’austerità dopo un “solo” lustro di astinenza! Infine Henry ha seccamente smentito la possibilità che i Red Sox sarebbero stati messi in vendita nel prossimo futuro.

Mi sembra che queste parole lascino pochissimi spazi alle speranze di un lieto fine, in quanto si afferma con brutale schiettezza che cambiamenti avvenuti al vertice sono indirizzati esclusivamente a farci piacere la minestra, perchè tanto la finestra da cui dobbiamo saltare sarà sempre la stessa. 

Anche se da tutto questo consegue che la classifica che avremo a fine luglio sarà ancora un fattore dirimente, ma solo per rendere più semplice il lavoro che Breslow dovrà comunque portare a termine, anche se non sappiamo precisamente quale sia.

Alla luce di ciò è possibile fare solo vaghe speculazioni in considerazione dei vari scenari possibili, tenuto conto che, per essere competitivi, occorre rimpiazzare le due pedine fondamentali che gli infortuni hanno tolto alla squadra base progettata questo inverno: Story e Giolito.

Per sostituire l’interbase i Red Sox hanno provato parecchie soluzioni da un mix di Hamilton e Rafaela, con lo stesso Hamilton che sembra aver assunto un ruolo più rappresentativo di recente dopo un inizio difficile. Inoltre c’è sempre la possibilità di usufruire più avanti nella stagione del giovane  prospetto Marcelo Mayer, dato in avvicinamento alle major. Dato che la difesa, bene o male, alla fine, sembra aggiustata e che trovare una mazza di grande impatto non è una mossa di facile esecuzione, potrebbe esserci una maggiore attenzione al mercato lanciatori.  Bowden non ha mancato però di mettere in guardia su quanto sia costoso e competitivo questo obiettivo. Anche se fosse possibile considerare lo scambio di giocatori di posizione come Nick Yorke e Matthew Lugo, appena promossi alla Tripla A, o l’utility Chase Meidroth e il prima base Niko Kavadas, le risorse potrebbero dimostrarsi comunque insufficienti per acquistare un braccio destinato anche solo alla metà della rotazione.

Se invece a fine luglio saremo sicuramente esclusi dai playoff, molto probabilmente vedremo partire per altri lidi giocatori destinati comunque alla free agency a fine anno, come Tyler O’Neill , Nick Pivetta e Rob Refsnyder, in grado di realizzare ottime plus valenze.

Viceversa la cessione di Jansen o Martin potrebbe non essere una mossa di smobilitazione totale, che potrebbe essere attuata in qualunque scenario. Jansen, uno dei migliori closer in circolazione, e Martin, un affermato set up man, sarebbero facilmente collocabili mentre, nel frattempo, il bullpen dei Red Sox, il nono miglior ERA del campionato (3,54), potrebbe assorbire sufficientemente bene l’impatto.

Occorre considerare che, a febbraio, i Red Sox hanno firmato un contratto biennale con Liam Hendriks mentre era in convalescenza dopo un Tommy John. Hendriks ha cominciato a effettuare lanci senza salire sul monte e, dopo una settimana di riposo programmata la scorsa settimana, ha iniziato a cominciare a innalzare la sua posizione di lancio. Se le cose andranno come sperato si apre a una concreta possibilità di un incarico di riabilitazione a metà luglio, andando a compensare la perdita di Jansen anche se la squadra fosse ancora in corsa per una wild card. 

Nel frattempo Slaten (2.84 ERA) o Weissert (2.93 ERA) potrebbero essere valide opzioni per il nono inning, come anche Brennan Bernardino (1.03 ERA), mentre il club gode di una buona  profondità nel bullpen con Zack Kelly, senza dimenticare le opzioni Isaiah Campbell e Josh Winckowski, attualmente collocate in Triple-A.

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4 thoughts on “L’appuntamento

  1. Motivi per essere ottimisti in vista della prima serie con gli Yanks: attacco in buona condizione con Hamilton, Duran e Rafaela tutti sopra .270 di AVG negli ultimi sette giorni.
    Motivi per essere preoccupati: dopo un inizio da sogno, i nostri lanciatori partenti sembrano in difficoltà. Tra maggio e giugno Crawford ha concesso ben 26 earned runs, Bello 22 e Pivetta 19. Cosa succede ai nostri starters? Hanno over-performato in aprile oppure è un calo fisiologico?
    Forza ragazzi, che la forza di Fenway sia con voi….

  2. Potevamo lasciarci sfuggire l’occasione di farci perculare da Verdugo alla prima occasione? Certo che no!

  3. Che bello il lunedi quando i Sox vincono la serie con gli Yankees. Stavolta Bernardino stava per combinarla grossa lasciando le basi piene a Kelly che entra ed elimina 3 avversari senza subire runs…
    Bella anche la faccia di Verdugo che nelle ultime due partite è andato 1-9 non capendoci nulla.
    Ragazzi siamo andati 4-2 contro due delle migliori squadre della MLB.
    SE riuscissimo a dare un po’ di continuità adesso…

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