Ritorno nel Bronx

Nelle ultime serie di giugno la rotazione dei Sox aveva dato motivi di preoccupazione: Bello e Pivetta avevano perso i loro incontri a causa di due crolli improvvisi consecutivi, che hanno concesso imbarazzanti big inning agli avversari in una situazione di contendibilità; per Houck è andata ancora peggio, avendo rimediato la peggior sconfitta in carriere. La reazione di Cora a questo stato di cose è stata quella di richiamare Josh Winckowski, ritemprato dalla permanenza nella miracolosa SPA di Worcester, e affidargli la partita stop loss della scorsa domenica, facendo saltare il turno a Bello. 

Fatto questo i nostri eroi sono partiti per la Florida con l’imperativo categorico di ottenere una sweep contro derelitti di Miami. La missione è stata portata a termine con relativa facilità grazie a un attacco in ottima forma che, se purtroppo dovrà rimandare l’atteso ritorno nel box di Casas ancora per qualche settimana, ha un giocatore (di cui Davide vi ha già parlato) in grado di realizzare per la prima volta nella storia del junior circuit 100 valide, 10 tripli, 10 fuoricampo, 20 basi rubate prima dell’AS break. Jarren Duran non solo riesce ad avere un costante impatto al piatto, non solo crea scompiglio e pressione sulla difesa avversaria ogni volta che arriva sulle basi, ma è cresciuto anche in difesa diventando anche un affidabile esterno. Ieri notte, schierato nell’outfield destro (al posto del fu Verdugo) ha effettuato un tiro salva-partita al nono impedendo un immeritato walk off run a Miami. Comunque se Duran merita una menzione speciale, anche nel resto del lineup ci sono clutch player in grado di decidere gli incontri come Wong, Devers e O’Neil.

Un altro aspetto positivo della trasferta ai tropici è il forte ritorno di Bello e Pivetta. A quest’ultimo (7.0 IP, 1 H, 2 BB, 10 K) purtroppo non è stata attribuita la W ieri notte, nonostante il dominio assoluto dimostrato fino al settimo inning: laddove ha eliminato 18 dei 23 battitori affrontati, senza subire valide, salvo una con due out al settimo. Pivetta lasciava una squadra in vantaggio 2-0 che sembrava in grado di ottenere una facile. Purtroppo, come spesso capita nella partita finale di una serie, la squadra di casa, che fino a quel punto non aveva toccato palla, ha cercato di tornare negli inning finali approfittando dello scarso run support fornito e della serata poco brillante di Slaten. Miami è riuscita a rimettere la gara in parità, ha rischiato di vincere al nono e per domarla i Sox sono stati costretti a realizzare un paio di punti in ciascun inning finale, riuscendo così a portarsi a otto partite sopra .500 per la prima volta in questa stagione.

Purtroppo l’infortunio occorso all’ottavo inning, oltre al rischio di sprecare una partita già vinta, ha costretto Cora (non proprio brillantissimo in questa occasione) a utilizzare ben cinque lanciatori di rilievo, compreso Weissert che ha chiuso il dodicesimo. Questo potrebbe avere un impatto in un weekend che i Sox trascorreranno a giocare in un maleodorante stadio ubicato nel Bronx, il quartiere peggiore della grande mela.  

I MFY vantano un record di 54-35 con 5.5 game di vantaggio su di noi, ma è un momento in cui non se la passano proprio bene.  Hanno perso 13 delle ultime 17 partite disputate, non vincono una serie da tre settimane e sono appena reduci da una sweep subita in casa dai resistibili Cincinnati Reds. Il loro line up, nonostante le continue buone prestazioni di Soto e Judge, sembra carente di un affidabile leadoff hitter (Volpe è stato rimosso di recente da questo ruolo), di un buon cleanup hitter e di qualcuno che semplicemente vada in battuta impugnando una mazza nelle posizioni che vanno dal 5 al 9.

Anche in difesa sono penosi. Emblematica in tal senso è stata l’indolenza mostrata nella triste giocata realizzata dal centerfield Trent Grisham nell’ultimo inning della gara di ieri, quando, pasticciando con la palla, ha trasformato in un bel doppio un innocuo singolo di Jeimer Candelario. 

Dal punto di vista scaramantico queste non sono buone notizie per noi. Potete scommetterci quello che volete, ma non sarà per nulla semplice uscirne indenni. Anche i pigiamini sentono la rivalità e venderanno cara la pelle. Il programma prevede Houck contro Cortez nella notte di venerdì (che quest’anno ci porta male), Winckowski in campo domani, in orario edibile, contro l’asso avversario Gerrit Cole, per chiudere domenica con Kutter Crawford opposto al fin qui deludente Luis Gil. 

Incrociamo le dita ed effettuiamo ogni altro gesto apotropaico che riteniamo possa essere utile in queste circostanze. Go Sox!

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9 thoughts on “Ritorno nel Bronx

  1. VITTOOOOORIAAAAAA!!!!
    Batterli è sempre una soddisfazione enorme, farlo in casa loro, anche di più!

  2. Sembrava proprio la solita sfigata partita del venerdì. Dopo un inizio dominato dai lanciatori la partita viene interrotta per pioggia. Al ritorno in campo Tanner Houck, che in precedenza aveva lanciato 2 inning perfetti, ha subito mostrato difficoltà con il controllo e la difesa non lo ha certo supportato nel momento del bisogno. Forse poteva essere previsto. Houck è rimasto circa 45-50 minuti senza lanciare una palla e questo non poteva che incidere negativamente sulle sue prestazioni.
    Ricordo altre circostanze in cui il partente era stato tempestivamente sostituito, ma Cora ieri sera non sembrava pronto a rinunciare all’asso della nostra rotazione. Neppure la disastrosa parte bassa del terzo inning con i MFY che ci hanno graziato commettendo errori da Little League gli ha fatto cambiare idea. Con corridori in prima e terza base e un out, il rookie Ben Rice batte un chopper verso la prima base. Gonzalez tocca il cuscino e spara la palla in seconda per eliminare LeMahieu con un doppio gioco 3-3-6, concludendo l’inning. I nostri avversari hanno commesso due errori importanti in questa azione. Il primo: Anthony Volpe, il corridore in terza, avrebbe potuto segnare una volta che Gonzalez aveva toccato il cuscino di prima base. Raffaela infatti ha dovuto toccare LeMahieu per conseguire l’out, perché non c’era più gioco forzato. Ma Volpe (nome homen) non è riuscito ad arrivare in tempo al piatto. Invece di correre ha camminato svogliatamente, mentre LeMahieu veniva eliminato. Grazie mille Anthony! Volpe ha detto ai giornalisti che pensava la palla fosse in foul, ma la toppa sembra peggio del buco: se pensi davvero che la palla sia in foul, perché ti muovi dalla terza? Comunque non mi lamento eh! Continua pure così!
    Comunque anche muovendosi come un bradipo Volpe avrebbe potuto comunque arrivare in tempo per segnare se LeMahieu non si fosse arrestato immediatamente tra la prima e la seconda base. Nel dopo partita il manager degli Yankees ha detto che “l’ideale” sarebbe stato che LeMahieu facesse un rundown, dando la possibilità a Volpe di segnare”. Ma va!? Davvero si può fare? Non è più cavalleresco aiutare le eliminazioni avversarie? LeMahieu, il più furbo della compagnia, ha preferito non commentare.
    Nonostante lo scampato pericolo Cora non era ancora soddisfatto, probabilmente c’erano i 12 inning di Miami a frenarlo, ma era chiaro che, giunti al quarto inning ancora sullo 0-0, era ora che il bullpen entrasse in azione. Questa esitazione ci è costata 3 punti. Questa esitazione e il poco controllo Houck. Questa esitazione, il poco controllo Houck e solita fallosità difensiva. Nella parte bassa del quarto i MFY hanno cercato di farci fare un’altro doppio gioco ma il banale errore di tiro di Valdez che, da tre metri di distanza, non riesce ad assistere decentemente Raffaela appostato sul cuscino di seconda.
    Nonostante che al quinto Gonzalez abbia accorciato le distanze con un solo homer, arriviamo al nono, sul punteggio di 3-1, perché all’ottavo non riusciamo a punire adeguatamente ulteriori pasticci Yankees. Entra Holmes (il closer dei pigiamini) che fa battere a terra e Devers e Wong. Cora decide di mettere a sedere Gonzalez per spedire nel box il pinch hitter Dom Smith. Deve essere stata una premonizione perché Dom Smith batte un singolo. Entra nel box Yoshida, abbastanza incolore fino a quel momento, e Holmes decide di eliminarlo lanciando solo sinker Yoshida va subito sullo 0-2, ma dopo sette lanci però è ancora lì. I Red Sox sembravano essere arrivati allo strike finale che avrebbe segnato la decima sconfitta nelle ultime undici partite giocate il venerdì. Tuttavia il baseball è uno sport meraviglioso e non è finita finché non è finita. Masataka Yoshida finalmente riesce a inquadrare la palla, impatta in pieno un sinker da 96,1 mph e lo spedisce a 405 piedi lontano sugli spalti dietro il campo destro, per un fuoricampo da due punti che pareggia la partita e ammutolisce uno stadio sold out.
    Per gli Yankees è un colpo durissimo e sembrano un pugile suonato. A Slaten ci vogliono 6 lanci per chiudere il nono. Con la partita agli extra inning, gli Yankees si sono rivolti a Tommy Kahnle dal bullpen. Kahnle ha subito concesso un fuoricampo da due punti a Rafaela, dando a Boston un vantaggio di 5-3. Kahnle, un lanciatore di changeup, ha optato per palle veloci consecutive contro Rafaela, che non si è fatto pregare e ha portato a casa anche il ghost runner in seconda.
    Nella parte bassa gli Yankees inscenano una rimonta. Per noi entra Jansen e si trova presto due corridori in base senza out. Ma Judge alza una palla presa in foul. Il caro Verdugo alza un pop-up interno. E Cabrera batte una palla a terra verso la prima base per concludere la partita con il punteggio finale 5-3.
    Stasera è la partita che dovremmo perdere. Per questo la giocano quando da noi è ancora giorno. Loro sono proprio nel marasma. Vediamo come va a finire. Go Sox

  3. E’ vero che per stasera c’erano poche speranze, però eravamo riusciti a fare male a Cole e sembrava possibile vincere. E invece Winkowski è tornato il solito che conoscevamo, e poi ci ha affossato il bullpen che sembrava in crescita, con ERA di 3.55 negli ultimi 14 giorni e 2.45 negli ultimi 7.
    E invece il bullpen è stato preso a mazzate stasera.
    Vediamo come va la terza, forza Kutter@

  4. Quando vediamo Winckowski designato come probable pitcher bisogna immaginare che i Red Sox giocheranno un bullpen game. A volte però Josh riesce a sorprenderci piacevolmente, riuscendo ad arrivare abbastanza profondo per qualificarsi. Per esempio domenica 30 giugno, dopo che i Padres avevano battuto i Red Sox con un punteggio complessivo di 20-3 nelle prime due partite della serie al Fenway, appena rientrato dalla tripla A, ha tirato fuori una prestazione d’eccezione, chiudendo 5 IP con soli 58 lanci, senza subire punti .
    Se quella però era una prestazione di eccezione, vuol dire che viceversa la normalità è ben altro. e quando ha dovuto prendere la palla allo Yankees Stadium purtroppo le cose non sono andate come auspicato e sarebbe stato necessario.
    Eppure nella parte alta del terzo sembrava proprio che la partita potesse essersi messa nella giusta direzione. Andiamo avanti 3-1 con Devers (2-4, 2 R, 2 RBI, HR, SB, K) che apre le danze con un singolo RBI. Per inciso questa battuta rappresenta la 1000° valida (44% di extrabase) in una carriera svolta tutta nei Red Sox. Si contano sulle dita d’una mano i giocatori dei Red Sox che sono riusciti a raggiungere questo obiettivo prima dei 28 anni di età.
    Nella parte bassa purtroppo Winckowski sbanda e subisce il blast da due punti dal buffone Alex Verdugo che riporta il punteggio in parità sul 3-3 al terzo. Bisogna dire che il lancio che l’arbitro capo ha giudicato come quarto ball era in realtà era un grandissimo strike che avrebbe chiuso l’inning in bianco per i nostri rivali, Cora lo farà uscire al quarto, dopo 66 lanci, con due out e un uomo in seconda, con questo ruolino: 3.2 IP, 3ER, 5H (2HR), 2BB, 4K. Lasciarlo sul monte era rischioso, visto come era andato l’inning precedente, ma farlo scendere non si rivelerà a posteriori una grande idea.
    Nella parte alta del quinto Devers ci dà l’ultima illusione, mettendo a segno la 1001° valida in carriera, un solo homer che ci ha riportato i Red Sox in vantaggio per 4-3 e determinato l’avvicendamento dell’asso degli Yankees Gerrit Cole.
    Tuttavia uscito Winckowski prima di quanto preventivato doveva entrare in azione un bullpen stanco per essere stato impegnato nei 12 inning stupidamente giocati a Miami giovedì e nei 10 inning giocati venerdì. E le cose sono andate rapidamente a rotoli. I rilievi Bernardino e Weissert presto sono crollati concedendo complessivamente sette punti nel quinto inning, mettendo virtualmente fine all’incontro.
    Bernardino ha registrato solo due eliminazioni, mentre ha concesso due punti con due valide. Weissert, acquisito proprio dagli Yankees nell’operazione Verdugo, entrato per tamponare le cose, prima di chiudere l’inning, ha concesso quattro punti con due valide e due BB, una delle quali ha concesso un punto forzato. Insomma una debacle, salutata da una moltitudine di idioti festanti.
    Qualche giorno fa Over the monster proponeva di abolire il quinti inning, una ripresa deprecabile e malvagia, che allunga inutilmente le partite. Io mi associo senza meno a questa meritevole iniziativa.

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