10 W in row

In un momento tra aprile, maggio (bisognerebbe controllare la bacheca), durante l’altalena di vittorie e sconfitte di allora, quando riuscivamo a malapena a restare a galla, accennammo al miraggio di stabilire una serie di 10 vittorie consecutive per svincolarci dalle pastoie. 

Tutti fummo d’accordo che era una cosa impossibile da chiedere e tuttavia, eccoci qui: i Red Sox hanno chiuso il primo tempo della stagione proprio con 10 vittorie consecutive, Battendo domenica i Tampa Bay Rays per 4-1 hanno completato così una sweep di quattro partite, portandosi a 3,5 GB dal primo posto dell’American League East. (Oramai inquadriamo il bersaglio grosso, che ce frega della WC!)

A cosa è dovuto tutto questo? 

La prima cosa da dire è che il baseball è uno sport ingovernabile. Per quanto tu faccia per perseguire i tuoi obiettivi il numero di variabili fuori controllo è così elevato che i risultati alla fine sono eminentemente stocastici. Questo è comprovato dal percorso misteriosamente insondabile del pitching.

All’inizio della stagione, i Boston Red Sox vantavano ben 10 potenziali SP per la rotazione a cinque. Sembrava una situazione di assoluta sicurezza. Lucas Giolito e Garrett Whitlock stavano per terminare la riabilitazione dopo essere stati indisponibili l’anno scorso. Quinn Priester, Richard Fitts e Hunter Dobbins erano ottime opzioni disponibili in Tripla A, insieme a Cooper Criswell che, in diversi momenti del 2024, aveva tirato quasi da solo la carretta.

Quindi i nuovi arrivati Garrett Crochet e Walker Buehler (che purtroppo ci ha fatto rimpiangere Pivetta) si sarebbero aggiunti a un solido trio,  che avevano costituito il core della rotazione nella scorsa stagione: Tanner Houck, Kutter Crawford e Brayan Bello. Era la prima volta che i Red Sox schieravano tre partenti cresciuti in casa con 30 o più presenze da titolare dai tempi di Roger Clemens e c’erano forti speranza di continuare. 

E tuttavia, con l’avanzare della stagione, è diventato evidente che i lanciatori non bastano mai, tanto che ora l’acquisto di un nuovo braccio rappresenta ora l’obiettivo primario del mercato estivo.

Whitlock è stato spostato nel bullpen, Priester, nonostante Breslow l’abbia acquistato al caro prezzo di un forte prospetto, è stato ceduto per motivi mai spiegati e tutti gli altri lanciatori, tranne Crochet, si sono infortunati. 

Crawford non si è mai mosso da Fort Myers e ora è fuori per l’intera stagione per una operazione chirurgica. Il futuro impiego di Houck come SP, dopo prestazioni disastrose e un infortunio, è tutt’altro che certo. E’ anche possibile che questi ragazzi siano stati spremuti oltre il dovuto per mancanza di alternative. Nonostante un infortunio al ginocchio, Crawford ha comunque giocato 183,2 inning in 33 partenze con una ERA di 4.36.

Ma come dicevamo a giugno le cose sono miracolosamente andate a posto. Della rotazione del ‘24 quindi è sopravvissuto solo Bello, sebbene con un percorso accidentato. Ha iniziato l’anno nella lista infortunati dopo essere arrivato al training primaverile con un’infiammazione alla spalla, saltando le prime tre settimane della stagione. Dopo il debutto di fine aprile, e ha stentato fino alla fine di maggio, prima di trovare un ritmo migliore sul monte di lancio, mostrato nelle sue ultime sei partenze, una serie iniziata a inizio giugno. Contemporaneamente anche Giolito ha trovato costantemente la strada della vittoria, mettendo a posto alcuni particolari nella meccanica del lancio.

L’unica stella che ha brillato costantemente dall’inizio e lo LHP Garrett Crochet, che sabato sera ha concluso il primo tempo con una CG, completando con 100 lanci un shutout di 1-0 contro i Tampa Bay Rays, ripetendo la stessa impresa di Pedro Martinez il 23 luglio 2000. In questa partita stellare ha concesso solo tre singoli in nove inning (un singolo con due eliminati nel secondo e due singoli con un eliminato nel sesto), con 9K e nessuna BB. Ha lanciato strike 72  dei suoi 100 lanci, registrato 14 swing-and-miss e eliminato 11 battitori di fila. 

Praticamente ha vinto da solo, con il contributo di Narvaez, che ha battuto l’unico RBI della partita, e la giocata fantastica del prima base Toro che, prendendo un bunt morbido a mano nuda ha assistito a casa per eliminare di un soffio il corridore partito dalla terza base. Anche in questo caso fantastica la girata di Narvaez, che, senza vedere, trova l’unico punto dove toccare in tempo l’avversario.

Crochet è il migliore della Major League per inning lanciati (129 1/3) e strikeout (160), con una media PGL di 2,23 in 20 partenze. Ha concluso il primo tempo con sei no-decision, in gran parte perché l’attacco dei Red Sox gli ha dato pochissimo supporto, compresa l’ultima fatica. Fortunatamente ha firmato un contratto che lo lega a Beancity per 6 anni, sempre che Breslow non decida di scambiarlo per un piatto di lenticchie.

Crochet è stato nominato per la seconda volta consecutiva nella squadra All-Star, ma ha scelto di non lanciare per assicurarsi di essere ben riposato per il secondo tempo. Mitico! La sua prossima partita inizierà domenica a Chicago.

Un altro fattore di successo è stato il closer. Tutti avevamo dubbi sull’efficacia di Chapman fin dallo spring training, al punto che Liam Hendriks e Justin Slaten erano stati considerati opzioni alternative per il nono innin. Hendriks e Slaten ora sono nella lista infortunati di 60 giorni, mentre Chapman ha dimezzato la sua percentuale di basi su ball rispetto all’anno scorso, passando dal 14,4% al 7,1% in questa stagione. Inoltre ha eliminato per strikeout quasi il 40% dei battitori che ha affrontato, registrando una ERA di 1,18 in 41 presenze. Con questi numeri è stato forse il miglior closer del baseball finora. Ora, Chapman è purtroppo l’unico rappresentante di Boston all’All-Star Game, mentre Crochet e Bregman hanno scelto di non giocare. Però magari del closer non ci sarà bisogno.

Per quanto riguarda l’attacco l’unico giocatore che si era distinto costantemente dagli altri nei primi tre mesi e mezzo della stagione è stato cacciato a metà giugno. All’inizio si era distinto Bregman, con una media battuta di .299 e un OPS di .938 in 51 partite, fino al suo infortunio al quadricipite il 23 maggio. 

Poi Bregman dovette assentarsi per le successive 43 partite e un esterno, sempre fenomenale in difesa, prese il volo. Si parla di Raffaela che ha concluso il primo tempo al secondo posto AL con 13 punti difensivi salvati, ma il suo attacco è decollato solo a fine maggio. Nelle ultime 40 partite, ha battuto .329 con un OPS di 1.003, realizzando domenica un altro fuoricampo 2 RBI che si è rivelato decisivo, come il singolo 2RBI in gara 1 e lo HR walk off 2RBI in gara 2 . 

E pensare che, vista l’abbondanza di scelte in campo esterno, qualcuno aveva pensato di cedere uno che guida i giocatori di posizione dei Red Sox con un bWAR di 3.9, dietro al 3.0 di Carlos Narvaez e il 2,8 di Bregman, sebbene abbia saltato sette settimane.

Parlando di Narvaez, il ricevitore esordiente è stato una risorsa incredibile per la squadra nel primo tempo e una delle più grandi sorprese sia in attacco sia in difesa. Ha concluso il primo tempo con una media battuta di .273 e un OPS di .786 in 73 partite, e la sua difesa è stata superba, guidando tutti i ricevitori con 13 DRS. All’inizio della stagione, Narvaez era stato designato come ricevitore di riserva di Connor Wong, ma quando Wong si ruppe un dito ad aprile, Narvaez assunse l’incarico a tempo pieno e non si voltò più indietro. D’altra parte Wong, che dietro il piatto ancora si difende, è diventato una palla al piede incredibile. Nessuno lo dice, ma se non vogliamo sorprese entro fine luglio bisognerebbe aggiungere alla formazione un altro ricevitore. Almeno uno.

Infine non possiamo trascurare Roman Anthony. Sebbene sia in Major League da poco più di un mese, Anthony si è integrato perfettamente nella squadra, gestendo con sicurezza turni di battuta intensi, inclusa una base su ball fondamentale come pinch hitter contro il potente lanciatore dei Rays, Pete Fairbanks, venerdì, che ha preparato il sensazionale fuoricampo walkoff di Rafaela. Anthony ha mostrato pochi segni di difficoltà di crescita da rookie. In 31 partite, ha battuto .264 con un OPS di .777. Il suo doppio di domenica ha esteso la sua striscia di hit consecutive a nove partite. Un giocatore di questo calibro è stato tenuto fino a giugno in tripla A, nel patetico tentativo di prolungare il controllo per un altro anno, mentre l’attacco andava a rotoli. 

Questo episodio, che ha coinvolto anche Mayer, e la cacciata con disonore del nostro miglior battitore, secondo me la dice lunga sulla volontà di vincere della dirigenza. Quest’anno, siccome il baseball è ingovernabile, l’eterogenesi dei fini potrebbe premiare comunque una dirigenza imbelle, ma non è detto. Infatti non è la prima volta che ci troviamo in questa situazione.

Questa è la settima stagione di Alex Cora alla guida dei Red Sox  ed è anche la settima volta che arriva alla pausa All-Star con squadre con almeno tre partite sopra .500, ma che, a parte il primo anno, hanno ceduto nel finale per vari motivi.

Nel 2019, una squadra con un record di 49-41 all’All-Star Game, ha mancato i playoff con un record di 35-37 nel secondo tempo. Nel 2022, i Red Sox erano 48-45 all’intervallo, poi nove partite sotto il .500 alla fine. La stagione 2023 ha visto la squadra chiudere con un record di 30-41 nel secondo tempo, dopo essere stata 48-43 a metà luglio. 

Persino i Red Sox del 2021, che vinsero 92 partite e raggiunsero l’ALCS, sono stati una squadra molto peggiore nel secondo tempo (37-34) rispetto al primo (55-36), anche se ciò è stato in parte dovuto al fatto che il COVID aveva colpito duramente un roster di negazionisti trumpiani.

Lo scorso anno, la squadra è salita a 10 partite sopra il .500 nella seconda settimana di luglio, con un record di 53-43… per poi crollare con un record di 28-38, mancando i playoff per la terza stagione consecutiva. Dopo la pausa arrivò una difficile trasferta a ovest in cui i Sox persero cinque partite su sei contro i Dodgers e i Rockies, seguita da un agosto con un record di 13-15, che spense ogni velleità. Quest’anno dovremo viaggiare per incontrare Cubs e Phillies, per poi ospitare i Puffi di Los Angeles. Direi che la situazione presenta molte analogie, quindi bando ai trionfalismi e chiappe strette fino alla fine.

Ci sarebbe ancora il tempo tuttavia per fare qualcosa. Le attività di mercato per affrontare la seconda fase sono state praticamente nulle con Bloom e completamente inefficaci, nonchè vergognosamente sottodimensionate, con Breslow. Quest’anno abbiamo una squadra che meriterebbe un investimento per ricucire alcuni buchi nel roster. Resta da vedere se la proprietà è ancora interessata a vincere.

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8 thoughts on “10 W in row

  1. Grande Mauro : analisi da 10 e lode… Una menzione la meriterebbe anche Trevor Story , autentico collante nella nostra traballante difesa e buono anche con la mazza .

  2. E comunque siamo 14-2 da quando Mauro ha annunciato uno stand by.

    Anche i giocatori si sono spaventati e hanno reagito !!

  3. Riavvolgiamo il nastro per un momento…
    Andiamo alla sera del 25 maggio 2025. I Sox hanno appena perso a Fenway la serie con gli Orioles, sono 27/28 e hanno da poco perso Alex Bregman.
    Sembra finita già a Maggio, ma Cora cosa dice in conferenza? Parole testuali, dice “You guys know how I feel about 10-game win streaks. We haven’t done that in a while here, hopefully, when we get our streak, we can get to eight games over .500 and then take off.”
    Chiaro ora? Cora aveva previsto tutto un mese e mezzo fa…

  4. “Ultimately you don’t need a team that wants to go out to dinner together, but you need to have a team that wants to protect each other on the field and be fiercely loyal to each other off the field.” Tito about chemistry

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