Fired!

Si dice spesso che la prima impressione è quella che conta. Non è esattamente così, ma tutti credo abbiamo sperimentato sulla nostra pelle quanto sia difficile recuperare dopo un esordio disastroso.  Ecco, un esordio disastroso è proprio quello che è capitato a Chaim Bloom quando ha incontrato i tifosi dei Red Sox. Per noi lui resterà in secula seculorum l’uomo che scambiò sua moglie per un cappello. In effetti lui è quello che ha stoltamente ceduto ai Dodgers l’extraterrestre Mookie Betts in cambio di Verdugo, Wong e Downs (DFA lo scorso inverno), ma anche detto così sembra veramente un caso clinico.

A volte è anche una questione di fortuna. Per esempio ricordo che ci rimasi molto male quando Ellsbury firmò con i MFY, all’indomani della vittoria 2013, ma le sue successive prestazioni attenuarono molto il dolore. Con Betts non è andata esattamente così. Mokie non ha mai ripetuto i numeri stellari del 2018, ma continua ad essere top player in una squadra imbottita di grandi campioni. 

In queste condizioni è difficile recuperare e poi se inizi una stagione con metà del campo interno improvvisata,  tutti gli esterni fuori posizione e l’intera rotazione in infermeria,  non mi stupisco del grande entusiasmo che proviene dalla Nation per la sua dipartita.

Meno comprensibile è l’atteggiamento della proprietà. Lo hanno licenziato dicendo che con un’altra stagione con il Fenway chiuso ad ottobre la misura era colma. Anzi, hanno tenuto a precisare, che la loro pretendono che Boston non solo arrivi alla postseason ogni anno, ma che sia sempre competitiva per aggiudicarsi WS. Ogni stagione, ogni anno che Dio manda in terra.  I Red Sox infatti hanno un blasone e una tradizione per la quale non si possono accontentare per nulla di meno.

Ma non lo dicono solo in questa occasione, lo hanno sempre detto. Anche Bloom per la verità ha condiviso tali proclami e quindi si è creato inizialmente questo incredibile fraintendimento, rimasto irrisolto per 4 lunghi anni. Questa è almeno la ricostruzione degli eventi data da Sam Kennedy: in tutto questo periodo la proprietà era veramente convinta che Bloom facesse il possibile per mettere assieme una squadra competitiva. 

Davvero?! Veramente ci vogliono far intendere che noi dall’Italia vediamo con chiarezza cose che nel Massachusetts sono indecifrabili? Veramente possiamo credere che Bloom, arrivato fresco fresco da Tampa, sia andato dai boss e gli abbia detto: “ John  e Tom, proprio a voi cercavo. Sentite un po’, ho avuto un’ideona. Perchè non mandiamo Mookie in California? Hanno detto che nel pacco possiamo infilarci anche tutto il contratto di David Price” “Fico! Ma sei sicuro che così restiamo comunque competitivi per le WS?” “ Avoglia! Meno siamo, meglio stiamo” “E allora vai e stendili tigre!”. 

Dopodiché non hanno più controllato e il resto è storia. Per noi fessi dall’altro lato dell’oceano invece le cose andavano interpretate in un altro modo. Bloom ci sembrava totalmente dedicato a ridurre il monte stipendi e a rafforzare il farm system. Ma se ci si limita a fare questo, non è che ci voglia un genio per attuare il programma:

  • si lasciano andare i free agent costosi  sostituendoli con veterani a buon mercato
  • si approfitta della priorità nella scelta per scegliere i migliori prospetti al draft. 

E’ per questo banale motivo che in doppio A giocano Marcelo Mayer, Roman Anthony e Kyle Teel, non per l’acume di Bloom.  Avrei potuto farlo anch’io e mi sarei accontentato di un ingaggio ridotto.

All’improvviso Henry e Tom Werner si svegliano e si accorgono che i Red Sox fanno schifo e cambiano il GM. Bene, dico io! Sempre che abbiano veramente deciso cosa vogliono fare da grandi, abbiano valutato cosa significano veramente le grosse lacune sugli spalti e ricomincino a fare dichiarazioni coerenti con i fatti e smettano di cambiare GM ogni tre per due.

Detto questo, al di là della possibile ipocrisia nelle motivazioni, sono soddisfatto della decisione presa. Bloom ha preso una squadra ancora forte e l’ha meticolosamente distrutta, lasciandoci in una situazione decisamente peggiore rispetto al 2019. Ora speriamo che arrivi qualcuno che conosca il mestiere in ogni aspetto e riesca di nuovo a tenerci svegli a ottobre

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8 thoughts on “Fired!

  1. Salve ragazzi, sembra che io abbia dormito non accorgendomi che avrei dovuto moderare i commenti. Effettivamente è così, ma non lo avevo mai fatto e non credevo di doverlo fare. Fortunatamente oggi Frencesco mi ha avvertito e, quando sono andato sulla dash bord, ho trovato 500 commenti da approvare. La maggioranza è composta da spam, il che spiega il cambio di politica di playitusa. Prometto di stare più attento in futuro

  2. Ciao ragazzi, si la stagione è andata, ed il fatto che ce la battiamo con i MFY, imbottiti di grandi nomi e dalle speranze ben più alte, un po’ (dico po’) mi rincuora.
    Se volete ritornare per un po’ ai bei vecchi tempi vi mando il link della mia ultima puntata del podcast (Un Disco, Una Storia) in cui parlo della “Maledizione del Bambino”. Spero di farvi uscire qualche lacrimuccia.

    https://open.spotify.com/episode/2YQPSzWLlUtPNdG2B3SLx0?si=F35eKvPdSMOc8_mHKek8fA

  3. Ma voi dei lanciatori partenti di quest’anno c’è qualcuno che vorreste rivedere l’anno prossimo, a parte naturalmente Bryan Bello?

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