Dopo aver massacrato i lanciatori di squadre di basso livello, come Washington e Colorado, o del nostro livello, come Tampa Bay, inanellando una striscia di 10 vittorie consecutive prima della pausa per l’All-Star Game, i nostri battitori si sono rapidamente raffreddati all’inizio del secondo tempo della stagione. In cinque partite contro Cubs e Phillies, i Sox sono riusciti a segnare solo 10 punti, di cui 6 concentrati tutti negli inning finali della vittoriosa gara di domenica. Nelle quattro sconfitte rimediate nelle altre partite, Boston ha raggranellato un misero totale di quattro punti (con 46 strikeout), che non sarebbero bastati a vincere nessuna di quelle gare.
In particolare, la superiorità del pitching avversario si è evidenziata nelle due sconfitte a Philadelphia, dove i battitori dei Red Sox hanno incassato complessivamente 28 strikeout in 19 inning. Martedì, Sánchez ha utilizzato un mix di tre lanci per generare 19 swing-and-miss, di cui 14 sul suo changeup.
Il rookie Roman Anthony, che sembrava in piena forma prima di arrivare al Citizens Bank Park — martellava con una media battuta di .338, un fuoricampo, otto doppi e un OPS di .901 nelle precedenti 21 partite (88 presenze al piatto) — contro i lanciatori di prima fascia ha faticato non poco: 1 su 9 e otto strikeout a Philadelphia, compreso il “grand sombrero” da quattro strikeout rimediato da Sánchez martedì.
C’è però un’altra costante: riusciamo ad evitare il cappotto in gara 3, concentrando un gran numero di punti negli inning finali. Il punteggio era 0-5 per i Phillies all’inizio del quinto inning, determinato da quattro fuoricampo concessi e zero valide per noi. Poi Luzardo, che sembrava in grado di replicare la complete game della sera precedente, addirittura con una shutout, perde il controllo. Con due eliminati non riesce più a mettere la palla nella zona e, complice una mancata presa al volo del ricevitore avversario — che va letteralmente a farfalle invece di chiudere l’inning — entrano due punti forzati per base su ball.
Ora Luzardo deve affrontare un giocatore dalle pessime statistiche nelle partite precedenti, Gonzalez, e prova a infilargli una palletta in mezzo che Romy sbatacchia tra gli spalti oltre gli esterni. È un Grand Slam che ci porta in vantaggio, ma non è finita. Boston deve segnare ancora un punto al decimo e due all’undicesimo per avere ragione della squadra del mai abbastanza rimpianto Dave Dombrowski.
Con questa vittoria, i Sox hanno ora un record leggermente migliore (2-4) rispetto alle prime sei partite dopo la pausa All-Star della scorsa stagione, chiusa con un deprimente 1-5. Complessivamente, però, queste sei gare post-pausa ci riportano nei ranghi che ci competono e impongono una visione realistica della nostra condizione, che dovrebbe farci rinunciare a velleità e sogni irrealizzabili alimentati dalla stampa specializzata di Boston.
D’altra parte, i numeri spietati ci raccontano un’altra storia: per quanto le cose sembrassero andare bene, questa squadra ha ottenuto lo stesso record nelle prime 100 partite delle stagioni 2023 e 2024. Quindi, quali lezioni possiamo trarre dalle ultime due annate per evitare di ripetere gli stessi errori?
PS: La sfiga e le regole oscure
Nonostante il pitching dei Phillies ci abbia surclassato, anche la sfortuna ha voluto dire la sua, regalando agli avversari vantaggi di cui non avevano bisogno. Due episodi degni di nota sono capitati al povero Narváez, il nostro ricevitore unico, da preservare come il panda gigante — e mi stanno a cuore anche perché per un periodo ho fatto il classificatore.
L’interferenza di gara 1 è stata banale: Narváez tocca la mazza del battitore avversario e provoca una “walk-off run per interferenza”, evento che non si vedeva dal 1970. Ma è gara 2 che ha generato vera confusione.
Primo inning. Corridori in seconda e terza, due eliminati. Brandon Marsh in battuta, Bryce Harper parte dalla terza per rubare casa. Dal punto di vista dello spettatore, Richard Fitts, partente dei Sox, se ne accorge e spara la palla a Narváez, che applica in tempo il tag. Ma l’arbitro capo chiama subito l’interferenza del ricevitore — confermata dalla review — lasciando tutti a bocca aperta.
Narváez sembrava in posizione regolare e non ostruiva la base. Anche dopo i replay, l’azione resta oscura. Solo nelle interviste post-partita la dinamica è stata chiarita. Anche se Marsh era uscito dal box per lasciar spazio ad Harper, il conto era 0-1, quindi si trattava ancora di un lancio valido. Narváez, alzandosi dalla posizione accovacciata e spostandosi in avanti verso il monte, ha tecnicamente interferito con la possibilità di Marsh di battere.
È l’applicazione della regola 6.01(g): quando un corridore tenta di rubare casa, il ricevitore non può trovarsi sul piatto o davanti ad esso senza possedere la palla. Complimenti all’arbitro per averlo visto al volo. Se avesse sbagliato, non credo che ci sarebbe stato un challenge a correggerlo.
PS2: I figli sparsi nel mondo
Sapete che mi affeziono a certi giocatori anche quando non vestono più in biancorosso.
- Martedì, i Kansas City Royals hanno schierato titolare contro i Cubs il 45enne Rich Hill, segnando la sua 21ª stagione nelle majors. E incredibilmente, ha tirato una partenza di qualità: 5.0 IP, 6H, 3R (1ER), 2BB, 1K, 0HR, 1.80 ERA.
- Stanotte Kyle Teel ha maltrattato i lanciatori di Tampa con un 4/5 e un homer, nella vittoriosa trasferta dei White Sox in Florida. Era uno dei “Tre Amigos” che avrebbero dovuto esordire quest’anno. Immaginate che bella vita se per magia potessimo scambiarlo con Wong… Nessuno mette in discussione l’acquisizione di Crochet, ma quel buco nel roster ci ha già fatto troppo male.
- E poi c’è Ciccio Devers. Stanotte ha sparato due fuoricampo, regalando ai Giants una bella vittoria su Atlanta. Il primo l’ha colpito su un lancio sottomarino, teoricamente impossibile da toccare — tranne che per lui. Sono le sue magie. E accrescono il rammarico per averlo perso… appena lenito dal fatto che la sua assenza, paradossalmente, ci ha regalato una valanga di vittorie.
Mentre tratteniamo il fiato in attesa degli esiti della risonanza magnetica al polso di Mayer, il nostro prode Breslow sembra poco intenzionato a rafforzare la squadra alla trade deadline: “we might be talking about small tweaks rather than big changes” (fonte Jeff Passan ESPN).
Della serie lasciate oni speranza tifosi dei Sox
Le motivazioni e le logiche che spingono Breslow spesso producono risultati ortigonali al rafforzamento della squadra. Breslow è sempre lo stesso che ha scambiato il futuro Cy Young NL Chris Sale per un seconda base (Vaughn Grissom) a cui, per rimpiazzare Mayer, è stato preferito, David Hamilton! Breslow è quello che ha privato un attacco, spesso abulico, di una mazza del calibro di Ciccio Devers, per il lanciatore (infortunato) Kyle Harrison, che serve a questa squadra come una fornitura di ramponi da scalata. Insomma un buono a nulla capace di tutto!
Io a questo punto spero non facciano la vaccata di dare qualche prospetto per un 1B che non ci cambierebbe comunque la stagione, tanto al massimo arriviamo alla wild card.
Piuttosto utilizzino il resto della stagione per far fare esperienza ai vari Anthony, Mayer e Campbell e vediamo se investono nella free agency i soldi risparmiati dalla cessione di Ciccio.