Tra processi e ricostruzioni …

Che brutta fine d’anno … Ormai siamo al tutti contro tutti, cominciano ad apparire le solite indiscrezioni che sempre compaiono quando una situazione collassa, ricapitoliamo un po’ cosa s’è trovato in rete anche se tutte queste cose mi sembrano le classiche cronache da fine impero.

Ai nostri pitcher piace la birra e questo amore sarebbe stato esplicitato un po’ troppo nella clubhouse, Francona non avrebbe logicamente gradito la cosa ed una riunione convocata ad uopo sarebbe degenarata. Certamente Francona col suo self-control che l’ha sempre contraddistinto ha ammesso in conferenza stampa che non c’era più dialogo e che non è riuscito nell’ultimo periodo a dare un impatto alla squadra e di essere estremamente frustrato per ciò. Traducendo la cosa in volgare : “io parlavo ed i players facevano quello che volevano.” Alla fine, come sempre accade in questi casi, la spinta decisiva alla partenza di Francona è stata data dalla proprietà che avrebbe comandato il cambio.

Se il problema è uno spogliatoio troppo elettrico dove “io” è più importante di “noi” diventa decisiva la scelta del nuovo manager, ma chi deve sceglierlo, ovvero il GM, è anche lui tra coloro che son sospesi; Epstein ha ancora un anno di contratto e la proprietà avrebbe espresso parere favorevole alla sua permanenza (per motivi misteriosi per molti), però da numerosi articoli sembra che Theo sia sempre più vicino al North Side di Chicago dove la famiglia Ricketts gli darebbe carta bianca per fare una pulizia completa e la relativa ricostruzione, quindi al oggi il pronostico è per un cambio anche del GM.

Come dicevamo prima, se la clubhouse è elettrica serve un certo tipo di manager : il classico sergente di ferro. I nomi che girano solo in parte si rifanno a questo clichè : certamente Bobby Valentine non è un “prussiano” rimane quello che si definisce un manager “player oriented”, in più alcuni aspetti non positivi circa una sua eventuale scelta sono un’età non verdissima, oltre a non avere diretto una squadra in MLB da ormai un decennio. Tony LaRussa invece sarebbe quello che servirebbe sotto l’aspetto dell’autorità da imporre nello spogliatotio, chiaro che i 66 anni lasciano un po’ perplessi, diventa legittimo chiedersi quanta benzina abbia ancora nel serbatoio, visto come hanno giocato i Cards nell’ultimo mese direi che il serbatoio è ancora pieno.

Altri nomi sono Don Wakamatsu attualmente n°2 a Toronto e abbastanza fallimentare nella sua esperienza da manager a Seattle, oltre ad alcuni coach di varie squadre : Trey Hillman di LA, Alan Trammell dei D-Backs e John Russel degli Orioles, tutta gente però con pochissima o nulla esperienza manageriale come “titolare”. Ripeto il concetto : se serve uno che sappia tenere a bada l’ego eccessivo di parecchi serve un manager che abbia un’autorità indiscussa, una matricola fa fatica a corrispondere a questo identikit.

Parere personale : anche se anzianotto io vorrei LaRussa, con un rapporto coi Cardinals che potrebbe o dovrebbe essere arrivato in fondo, potrebbe essere anche disposto a buttarsi nella mischia, se ne ha voglia … chiaro. Ne dico un’altra : se non avesso già passato la settantina (troppi per partire con un nuovo progetto) avrei dato una chance a Joe Torre, pensa un po’  … ma d’altra parte sto prendendo in considerazione il fatto di non capire una cippa di baseball : fino ad un mese fa se avessi dovuto scegliere un manager per i Sox avrei detto Fredi Gonzalez dei Braves, immediatamente dopo è venuto il crollo settembrino di Atlanta : passare dal “collassato” Francona al “collassato” Gonzalez non sarebbe una gran pensata. Proprio no …

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3 thoughts on “Tra processi e ricostruzioni …

  1. Paolo, sarò completamente bevuto dal cucco ma anch’io vorrei Joe Torre!!!!! Probabilmente è la prova definitiva che del National Pastime con capisco una cippa…

  2. Le opzioni prospettate da Paolo sono così poco attraenti che l’alternativa Joe Torre può sembrare quasi sensata. Ma è solo luce riflessa, se dobbiamo riesumare le mummie la Hall of Fame ne è piena e c’è solo l’imbarazzo della scelta.
    A mio modesto parere circolano questi nomi solo perché è ancora in piedi la questione del GM, che è il bandolo della matassa da dipanare. Almeno Paolo ci dice che è così (e io personalmente me lo auguro). E’ chiaro infatti che non si può affidare la scelta del manager ad un GM in uscita. I nostri eroi sono campioni di autolesionismo, ma questo dovrebbe essere troppo anche per loro.
    Chiarita questa questione, la scelta del manager, secondo me, dovrebbe avvenire all’interno di una rosa di candidature di tutto rispetto. Secondo logica infatti dovrebbe esserci la fila per prendere in mano i Sox. Naturalmente Boston non è una piazza facile, bisogna essere capaci di lavorare con una “Nation” esigente che ti alita di continuo sul collo, ma se uno è ambizioso dove trova un posto migliore per emergere?
    Per attivare tutte queste procedure occorre attendere il piovoso Novembre, inutile anticipare i tempi, anche perchè potrebbero esserci delle sorprese.
    A proposito di sorprese che ne dite dalla sconfitta di Cliff Lee? Anche lui lasciato sul monte quel tantino di troppo, ma sufficiente a dare a St. Louis il punto del definitivo vantaggio. Quando l’ho visto salire sul monte al 7° ho dato una sbirciata al dugout dei Phillies, per vedere se per caso TIto non avesse già trovato un’antro impiego. 🙂
    Naturalmente la mia preoccupazione è che Philadephia vinca tutte le partite casalinghe, in previsione che gli innominabili vedano profondi in Ottobre. Intanto, giusto per spargere un po’ di sale sulle nostre ferite, hanno già ottenuto i favori di Giove pluvio, il cui intervento limiterà ad una le partite lanciate da Verlander nella serie. Non ci voleva.

  3. Io non sono molto tecnico ed esperto in materia, ma dopo un collasso del genere penso che anche il più niubbo al mondo capirebbe che è ora di cambiare qualcosa.
    Il punto però sta nelle alternative… speriamo si riesca a trovare qualche nome valido e, soprattutto, di prospettiva per il futuro. Sinceramente non mi importa di tornare a vincere fin da subito (beh, di certo però non farebbe schifo…), penso sia più sensato avere uno sguardo sul futuro e un progetto a lungo termine.

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