La fine di un’epoca

E’ arrivata stanotte la notizia ufficiale dell’uscita di Theo Epstein dai Red Sox in direzione North Side di Chicago. La notizia, peraltro attesa già da tempo, ha se non altro l’effetto che per un po’, spero per sempre, si smetterà di parlare di pollo fritto e di birra e si tornerà a parlare del nostro amato ballgame.

Chi ha avuto la pazienza di leggermi in questi mesi avrà certamente capito che il personaggio non era certamente uno dei miei preferiti, buon organizzatore, eccellente uomo immagine ma a mio parere molto sopravvalutato come selezionatore del personale, dimostrando a parere di molti che il suo amore per la sabermetrica non è poi la sola chiave di lettura per capire questo bellissimo gioco.

Non sto dicendo che Epstein sia passato nei Red Sox lucrando semplicemente un corposo stipendio, dico che le analisi sul suo operato vanno fatte in maniera completa : è certamente l’uomo che era al comando nel momento della fine del Curse of the Bambino, per quanto la squadra del 2004 avesse ancora un’ossatura dovuta agli acquisti del tanto vituperato (ma perchè poi ?) Dan Duquette, oltre a concedergli credito totale per il titolo del 2007 quando il “core” della squadra portava il suo marchio di fabbrica.

Il buco nero comincia con la sconfitta nelle ALCS del 2008, da quel momento è stato un susseguirsi continuo di scelte infelici, costose e poco remunerative in senso generale : tanto per essere un po’ venali i Red Sox hanno speso nell’ultimo triennio qualcosa oltre 450 milioni di $ nel monte stipendi (secondo posto in questa classifica dietro agl’imprendibili pigiamini) per ottenere ZERO vittorie ai playoffs, per la cronaca faccio notare che 13 squadre differenti sono riuscite a portare a casa almeno una W nella post-season in questo lasso di tempo; il tutto condito da un eccesso di spavalderia e forse anche da un’aura di intoccabilità che l’ha portato anche a pestare qualche cacca come quando nel 2010 con la squadra impiegata allo Yankee Stadium, lui se ne stette a Boston e se andò al Garden ad ascoltare il concerto dei suoi amati Pearl Jam con baffi finti per non farsi riconoscere (ovviamente senza riuscire nell’intento).

Mettendo da parte le facezie, auguriamogli pure buena suerte per il suo nuovo incarico a Chicago che non sarà quello di GM bensì di “President of Baseball Operations”, ma soprattutto dobbiamo augurarlo a Ben Cherington, un altro New Englander che sale al vertice operativo dei Sox e che eredita una situazione difficile come uno schema di parole crociate di Batterzaghi, squadra con un monte stipendi altissimo che non potrà crescere se non di pochissimo e con contratti pesanti difficili da smerciare al mercato.

Ben Cherington, nuovo GM dei Sox

Qualcosa infine dai rumors sul mercato : il prospetto che i Sox vorrebbero farsi dare dai Cubs in cambio di Epstein sarebbe Trey McNutt 21-enne destro impegnato quest’anno in doppio A coi Tennessee Smokies, i Cubs non sarebbero dell’idea perchè è uno dei pochi prospetti validi del loro disastrato farm-system. Vedremo … Intanto aumentano le voci che vedono Lackey fuori da Boston in uno classico scambio “bad contract vs. bad contract”. I nomi che si fanno sono sempre i soliti : Zito, Zambrano, Werth, Soriano etc. etc. Io sarò fuori di testa ma se dovessi prendere uno di questi il nome che farei è Zambrano che è matto come un cavallo (forse peggio) ma almeno ha un talento potenziale che nessuno discute. Intanto una pacca ideale nella schiena a Ellsbury che ha vinto il “Comeback player of the year” e soprattutto ad Ortiz che ha vinto il premio dedicato all’immenso Roberto Clemente (il nipote mooooolto meno grande … vabbè) e che va a chi si impegna alla grande ad opere assistenziali e benefiche.

Che bello … un articolo intero senza parlare di birra, anche perchè gli americani di birra ne capiscono il giusto, è un campo nel quale Old Europe batte U.S.A. 2-0 (gol di Belgian Trappist e Irish Stout); in quanto ad Epstein siamo sicuri che non ce lo scorderemo di sicuro : tutte le volte nei prossimi anni quando vedremo Crawford andare strikeout come un pollo ci ricorderemo di Theo … eccome se ce ne ricorderemo.

Share

4 thoughts on “La fine di un’epoca

  1. Io ricorderò Epstein per il premio che ricevette nel 2009: Sporting News Executive of the Decade. E, sempre a proposito di ricordi, non ho memoria di questa sventura e allarmismo alla firma di Crawford nell’inverno scorso….

    • Bravo Davide.. Lo scorso inverno erano tutti felici di questa firma.. Ci si ricrede in fretta

  2. Su Crawford avete ragione entrambi tutti e tre :-). Anzi io aggiungo, forse perché sono di cuore tenero, che continuo a vedere grosse potenzialità nel bamboccione colored e spero che la prossima stagione, con un nuovo manager, riesca a risolvere i suoi problemi.
    Tuttavia se il problema della gestione Epstein post 2007 fosse stato il solo Crawford non staremo qui a discutere. Dopo la delusione 2010 era chiaro come il sole che occorreva rafforzare rotazione e bull penn. Invece sono arrivati Gonzales e Crawford, più una pletora di acquisti minori che o hanno deluso o non erano in grado di risolvere il problema. Insomma è stata attuata una politica sbagliata, al di là del giudizio sugli episodi tattici.
    Siccome i termini della questione non sono mutati, c’è la speranza che il nuovo GM sappia mutare indirizzo e imboccare la strada giusta. Altrimenti nel 2012 patiremo per gli stessi motivi. (e se i maya hanno ragione non avremo neanche l’occasione di rifarci :-))

Leave a Reply to Michele Cancel reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *