Nove partite da giocare e speranze ridotte al lumicino. La squadra che ha perso la serie in casa con gli A’s sembra piantata a terra, incapace di fare un passo avanti, con tutti i reparti che hanno dato segni di regressione e logoramento:
- Quasi tutto lo staff dei partenti, che ci avevano portato su in classifica durante l’estate, se non sono stati falcidiati dagli infortuni, sembrano aver esaurito ogni spinta propulsiva. Mi riferisco in particolar modo a Giolito e Bello che nelle ultime settimane esibiscono numeri paurosi. Abbiamo raschiato il fondo del barile e sembra che Crochet sia il solo su cui possiamo contare, unitamente a Early (finchè dura!), nonostante siamo riusciti a sprecare anche le sue gemme.
- L’attacco, ridotto a uno stato larvatico, ha risentito di diversi fattori penalizzanti. Ha pesato l’assenza delle mazze di Anthony, Abreu, Mayer per infortunio e di Campbell, tenuto ancora in castigo in tripla A, e di quelli entrati in slump così profondi da non vedere la fine (Bregman e Rafaela). Breslow ha inoltre mutilato la squadra avendo cacciato una delle migliori mazze MLB, per mandare nel box giocatori che non dovrebbero giocare in MLB e altri che almeno non dovrebbero giocare titolari tutti i giorni.
- La difesa, che pur non era il nostro punto di forza, ha mostrato segni di ulteriore cedimento anche in colonne come Trevor Story che, pur autore di due errori che ci sono costati la partita di ieri, è stato contemporaneamente uno dei migliori.
- Il bullpen forse è il reparto messo meglio (non è proprio il caso di parlare delle piccole crepe mostrate dal nostro brillantissimo closer nel marasma generale), a patto che Cora smetta di mandare sul monte Weissert in partite contese. Ne ha buttate al cesso due recentemente, ora basta!
Quindici giorni fa speravamo di poter contendere a Toronto la division, ora siamo in caduta libera, tutti gli obiettivi sembrano sfumati nel nulla, a parte l’ultimo posto nella Wild Card race, che ci costringerebbe ad affrontare Seattle o Houston in trasferta nelle Wild Card series, con poche o punte prospettive di procedere oltre. Noi non sappiamo cosa sta succedendo davvero nella club house, immaginiamo che tutto lo staff tecnico sia febbrilmente impegnato a cercare delle soluzioni, ma sembra impossibile che le possano trovare. La squadra sembra la Dodge Monaco del 1974 dei Blues Brothers che stira le cuoia, appena arrivata al Richard J. Daley Center di Chicago.
Il numero magico è 9, ma dovendo affrontare, nell’ordine, Tampa Bay, Toronto e Detroit sembra temerario poter ambire ad un bottino superiore a un paio di vittorie. Sembra quindi praticamente impossibile che Cleveland, che ha vinto le ultime sette in fila, non riesca a mettere la testa avanti e ci elimini dai playoff sul filo di lana, regalandoci un’altra stagione fallimentare. Molti paragonano questa situazione a quella del 2011, ma mi permetto di dissentire. All’epoca la proprietà aveva approntato una squadra in grado di vincere la divisione e puntare alle WS. Al disastro reagirono con prontezza (anche se non lucidamente), facendo rotolare qualche testa a caso. Avevano almeno l’obiettivo di tornare subito competitivi. Dalla stagione 2019 in poi non sembra proprio che Mr. Henry perda il sonno per i Red Sox, non si sa se verranno presi provvedimenti e quali. Anzi c’è il rischio concreto che essere stati fra i corsa alla fine di settembre sia considerato un progresso e che quindi siano tutti confermati.


Veramente una partita deludente l’ultima con gli ex di Oakland. Non capisco quale sia il problema di Rafaela, sembra che gli piaccia girare la mazza a caso, anche sulle palle che sono evidentemente out dalla zona di strike. Oggi Bello non è stato irresistibile, ma Tolle ha corretto il tiro. Se l’attacco avesse fatto di più, la partita si sarebbe potuta vincere.
Che dite ragazzi, quante partite bisogna ancora vincere per la wild card? L’anno scorso servirono 86 vittorie, due anni fa 87.
Quindi in teoria ci potrebbero anche bastare 4 vittorie nelle ultime nove partite (considerando che siamo a 83)?
Sulla proprietà io la vedo così (mettendo insieme le info raccolte in questi anni) … dopo il vittorioso 2018 Dombro propone la sua strategia: payroll verso i 300 MLN, si tengono le star anche in free agency, si potenzia la squadra con free agent e qualche scambio strategico e si fa crescere qualche giovane. La proprietà dice no perché non la ritiene una strategia vincente: i free agent sono sopra i 30 anni, hanno contratti troppo pesanti, occupano troppo spazio salariale e rendono meno di quando avevano sui 20 anni, in più sono a rischio di infortuni, specie i lanciatori. Si preferisce investire di preferenza sui giovani, soprattutto pitcher che sono quelli che costano in prospettiva di più e fanno vincere i campionati. Si cercano nei draft, tra i free agent internazionali, più giovani di quelli americani e quando si vedono le qualità si prolungano i contratti per mantenere il controllo sui giovani talenti fino intorno ai 30: Anthony, Rafaela e Campbell sono sotto controllo con rinnovo per tutti e tre di 8 anni. Io in generale sono pure d’accordo, ma il problema è che non si vince solo con i giovani talenti ci vogliono i giusti uomini squadra, giocatori simbolo della franchigia come Big Papi, ma anche Pedroia, VTek, o Lester, Millar … quelli che al di là dei numeri, sono clutch, guidano la squadra, fanno crescere le giovani leve e creano la chemistry… se poi, per caso, prendi anche le pedine giuste che ti mancano per integrare il roster nel mercato estivo, tipo Steve Pearce potresti anche fare il botto, anziché rischiare di deflagrare come quest’anno. Purtroppo bisogna trovare un equilibrio, un giusto mix, pur facendo scelte d’indirizzo e, ripeto, quella di puntare sui giovani più che sui free agent, di fondo, mi convince, poi però ci vuole il resto…
Ogni partita è importante, certo il punteggio, ma di più lo spirito con cui i giocatori affrontano le situazioni che si succedono. Contro Tampa e un Crochet che comincia con qualche difficoltà, la Squadra ha risposto alla grande! Intanto ci dobbiamo credere per arrivare alla WC, ma poi saranno necessarie tutte le risorse, quelle rimaste e quelle racimolate, e le “invenzioni” di Cora per procedere ,,, a testa alta !!!
Andiamo Sox !!!
dovrebbe rientrare Wilyer, dai che ci serve una mazza che ulula…
Quando Cora ha passato la palla a Slaten, in vantaggio di uno punto al settimo. non ero per niente tranquillo. Dopo la partita ho controllato. Slaten era uscito dalla lista degli infortunati il 28 agosto, dopo aver lanciato per l’ultima volta all’inizio di giugno, a causa di un infortunio alla spalla. Durante la sua riabilitazione, Cora ha provato diversi rilievi come middle relief, con risultati tutt’altro che brillanti.
Il ritorno di Slaten non è stato immediatamente una soluzione. Nelle sue prime sei apparizioni, in 5.1 inning lanciati, è stato toccato duramente (sette valide con due fuoricampo), concedendo ben sette punti guadagnati. L’unica cosa che funzionava era il controllo, con solo due basi su ball su 29 battitori affrontati..
Ieri invece Slaten è stato efficace nella sua seconda uscita consecutiva. chiudendo l’inning con 12 lanci, inducendo cinque whiff. Le sue palle veloci hanno punteggiato la parte superiore della zona di strike, mentre le sue palle tagliate si sono fermate appena sotto. La velocità della sua palla veloce è aumentata di oltre un miglio all’ora: dai 95,1 mph della sua prima uscita a una media di 96,7 mph.
Se Slaten continua a lanciare a questo livello, potrebbe essere un fattore decisivo per aumentare la nostra resilienza. Con Whitlock e Chapman che dominanoi nell’ottavo e nel nono inning i Red Sox potrebbero riuscire a ridurre le partite a soli sei inning.
harrison mi è piaciuto
Serie vinta e fuori casa … abbiamo pescato Harrison, dopo Early e Tolle, un’altro jolly, tuttavia non mi sento entusiasta, la risposta della Squadra non è stata all’altezza del momento e della situazione … la prospettiva di tagliare il traguardo della WC e crollare subito dopo è il meglio che si prospetta ad ora. Un giorno di respiro, vediamo se Abreu farà la differenza, ma ci vuole un cambio di passo e di mentalità da parte di tutti.
Nel frattempo: GO SOX!