Gara 157

Sottotitolo: Grinta, talento e culo (per tacer degli arbitri)

Avevo sbagliato pronosticando altri sei giorni di sofferenza. In realtà, dopo la nostra vittoria di ieri (e la sconfitta di Houston a Sacramento), il numero magico per accedere ai playoff è sceso a uno e la situazione si è quindi di molto rasserenata. Poiché siamo avanti di due partite su Houston (e abbiamo vinto 4 dei 6 scontri diretti), l’unica possibilità rimasta loro per superarci è vincere le rimanenti 5 partite, mentre noi le perdiamo tutte tranne due. 

Quindi, salvo catastrofi planetarie, ci sono buone probabilità che mercoledì della prossima settimana disputeremo una Wild Card series in trasferta. Resta ancora da determinare l’avversario. Se la stagione finisse oggi, incontreremo gli Yankees al picco della loro forma. Tuttavia la division è ancora contendibile e, continuando a battere Toronto, ci potrebbe capitare di tornare a giocare proprio al Roger Centre. Se invece scivolassimo sul terzo gradino WC, affronteremo il campione della AL central, un titolo ancora da assegnare. Ma a questo punto, il tutto mi sembra un dettaglio poco significativo.

L’importante è essere tornati nei playoff e questo obiettivo è stato raggiunto da una squadra coriacea e grintosa che, nonostante tutto quello che ha potuto ordire il front office per ostacolarla, non ha mai mollato, ha dato il massimo in ogni momento, facendo valere i propri punti di forza che non sono pochi.

La partita di ieri notte è paradigmatica e merita di essere descritta in dettaglio.

Il matchup fra gli starting pitcher non sembra lasciarci troppe speranze. Gausman, uno dei migliori partenti della lega, aveva registrato una ERA di 2,51 nelle ultime 14 partenze dal 1° luglio. Toronto è stata una delle migliori squadre di baseball nelle partite casalinghe in questa stagione, arrivando martedì con solo 25 sconfitte, il minimo nell’AL. Infine, visto che conducevano di 3-7 il record degli scontri diretti, il pronostico era del tutto avverso. 

Tuttavia, visto si erano già assicurati un posto nei playoff, il rischio di perdere la division proprio sul filo di lana, generava un’insicurezza che i Red Sox hanno saputo sfruttare, facendosi trovare pronti, lasciandosi alle spalle i possibili strascichi della sconfitta di domenica, isolandosi dallo stress e riuscendo trovare l’unico maniera per battere un avversario nettamente superiore. 

Dopo un primo inning che scorre tutto sommato tranquillo, perchè i Blue Jays non approfittano del primo errore della partita di Story, colpiamo per primi al secondo. Yoshida, che ultimamente assomiglia a un giocatore di baseball, trova un doppio leadoff sulla destra. Essendo privi di slugger, non conviene regalare out usando il bunt, per far avanzare corridori bradipi. Gonzales e Raffaela quindi tentano la sorte ma sono entrambi eliminati. Tocca a Lowe, quello che domenica aveva mancato due volte la valida con le basi piene, il quale però evidentemente non ci sta ancora rimuginando, perchè questa volta trova una ground ball RBI sull’esterno centro. A seguire Abreau, tornato a difendere il campo destro, batte un doppio, ma Narvaez, con seconda e terza occupate, non riesce a colpire abbastanza profondo e viene preso al volo, ma intanto ha preso le misure.

La parte bassa del secondo sarà una sliding door. Giolito fa battere a terra Kirk, dopo un bel duello, ed elimina al piatto Schneider. Purtroppo, prima e dopo, concede due basi ball. Clement batte una rimbalzante di routine su Gonzalez, che assiste uno Story troppo disinvolto. Invece di guardare la palla, si guarda i piedi per verificare il contatto con la base, la palla del terzo out cade a terra e le basi si caricano. Torna in battuta il temibile Springer, che, sul conto di 2-1, tocca una GLL, con un giro ad uscire. La palla tocca l’infield in territorio fair e poi sorvola la terza base con una traiettoria curva che l’avrebbe portata a toccare terra in territorio foul dopo il guanto proteso di Bregman. La cosa interessante però è dove si trovasse la sua perpendicolare, quando è uscita dal campo interno. Secondo l’arbitro di terza, piazzato a sulla rigaa poca distanza dal cuscino, era foul. Per Springer, la sua squadra, il pubblico e i tutti commentatori sportivi era in territorio fair e sarebbe stata una valida pesante, che avrebbe portato almeno due punti e il turno alto nel box di battuta, con un Giolito comprensibilmente scosso. Il replay che scorreva in televisione e sui maxischermi, mostrava chiaramente che la palla era buona, ma, per qualche motivo che non conosco questo tipo di gioco non è revisionabile. Il manager di Toronto ha provato a chiedere all’arbitro capo se avesse visto qualcosa di diverso, ma senza esito. Springer è dovuto rientrare nel box, per essere subito dopo chiamato strikeout a causa di un sinker filo piatto esterno, ma chiaramente fuori dalla zona. Al povero George è venuto uno strabocco di bile che ha sfogato su suppellettili varie.  

Al quarto inning Masataka tocca di nuovo in valido, per un singolo leadoff, e va in seconda per un tentativo di pickoff in prima, con Gonzalez nel box, ricreandosi così le stesse condizioni del secondo inning. Questa volta però i suoi compagni non lo portano a casa e nella parte bassa i Blue Jays pareggiano sprecando due corridori agli angoli.

Nell’inning successivo Lucas Giolito con 2 out, concede una BB e viene rilevato avendo raggiunto i 98 lanci. Il suo ruolino riporta 3H, 4BB, 1ER e 3K. Un solo punto subito e 3K sono un buon risultato considerando che le sue four seam fastball viaggiavano a una media di 92,1 mph, in calo rispetto alla sua media stagionale di 93,3 mph.

Cora chiama Wilson per l’ultimo out. Raggiunge l’obiettivo dopo aver concesso una base ball a Lukes. Questo sarà l’ultimo avversario a raggiungere salvo il cuscino di prima. Wilson è mantenuto da Cora nel sesto e ripaga la fiducia dopo i recenti problemi.

Whitlock è anticipato al settimo inning per falcidiare il cuore del lineup di Toronto, che comprende Varsho e Guerrero. Contabilizzando questo inning perfetto ha concesso solo un punto guadagnato nelle sue ultime 29 riprese (30 presenze) a partire dal 6 luglio. 

Successivamente Cora fa entrare uno Slaten che non ha problemi a chiudere l’ottavo dimostrando di acquisire sempre maggiore confidenza. Infine sale sul monte il nostro intoccabile closer, che ottiene la sua 32° salvezza stagionale. Questo schema chiaramente è il piano per vincere le partite di playoff e potrebbe funzionare.

Tornando alla parte alta del sesto, dopo che Yoshida viene eliminato al volo, è Gonzalez che batte un doppio. Va in terza per un singolo di Raffaela e poi a casa per un altro singolo RBI di Lowe che ci porta in vantaggio. Dopo che Abreu sembra compromettere tutto, con una battuta in diamante, che provoca l’eliminazione di Rafaela preso in ballerina, Narvaez, ancora a zero dopo 17 AB, esplode con un doppio al centro, che raggiunge la recinzione e fissa il risultato sul definitivo 4-1.

La partita non è stata bella, ma, almeno per noi, molto divertente. Siamo stati fortunati, siamo stati favoriti (dalle decisioni arbitrali), ma sicuramente siamo stati pronti a ricavarne il massimo beneficio e abbiamo dimostrato di avere una serie letale di rilievi finali.

Ironicamente Springer ha subito un immeritato K proprio nel giorno in cui la MLB ha annunciato che avrebbe implementato l’Automated Ball-Strike Challenge System (ABS) la prossima stagione. Quindi, finalmente, hanno deciso di entrare nel XXI secolo, di acquisire un po’ di buon senso e di accettare che le partite di baseball debbano essere decise dai giocatori? … Non proprio.

Il nuovo sistema consentirà a ciascuna squadra solo due contestazioni a partita . Solo battitori, lanciatori e ricevitori potranno presentare una contestazione (toccandosi la testa). Se una contestazione ha successo la squadra la manterrà, al contrario la perderà se la chiamata venisse confermata. Insomma il solito metodo ambiguo e anodino di Manfred: due passi avanti e uno indietro per salvaguardare “il centrale ruolo dell’arbitro”. L’occhio umano non è semplicemente abbastanza sofisticato da determinare (con il grado di precisione necessario per arbitrare correttamente una partita di baseball della Major League) se un lancio effettuato a 85-105 mph sia uno strike o un ball. Esiste la tecnologia per effettuare queste decisioni con precisione e la MLB dovrebbe semplicemente prenderne atto. Magari questo renderebbe più spettacolari le partite, già inutilmente rovinate dal gost runner degli exrainning.

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9 thoughts on “Gara 157

  1. Una spettacolare prova di forza …. !!! Crochet stellare !
    Consueta determinazione, ma anche , credo, condizioni di forma allineate dai preparatori con la post-season … !!!
    Quindi: GOSOX!!! !

  2. Questa volta sono stati belli oltre che spietati.

    Crochet 8 IP, 3 hits, 0 runs, 0 walks, and 6 strikeouts (il primo ad arrivare a 250K nel baseball), vale da solo il prezzo del biglietto. Fa sorridere ripensare a quando lo trattavano come un meccanismo delicato e c’erano preoccupazioni sulla sua tenuta alla distanza. Toccando legno, come d’uopo quando si parla di lanciatori, ieri ha superato il traguardo dei 200 inning (205.3 per la precisione), il primo dopo Eduardo Rodriguez, che arrivò a 203 ⅓ nel 2019 . È la quarta volta in questa stagione che Crochet lancia almeno otto inning da SP e la quattordicesima volta che ne lancia almeno sette.

  3. Torniamo al Fenway con la serie vinta, non è poco, alla ricerca dell’ultima W …!!!
    Go Sox!!

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