Tra Detroit e Chicago

Siamo ad uno dei momenti più belli (a mio parere) della stagione. Le squadre cominciano ad essere assestate dopo il primo quarto di stagione e quindi le analisi cominciano ad essere più precise e con particolari più definiti e per di più sta per cominciare l’Interlega che ai puristi del vecchio gioco fa un po’ storcere il naso, ma invece al sottoscritto è sempre piaciuta, strano perchè di solito sono un tradizionalista assoluto.

Il paio di partite al Fenway contro la truppa del grande Jim Leyland, un altro manager “old style” che m’è sempre piaciuto, ha visto i nostri portare a casa la W in entrambe le occasioni e tutte e due col minimo scarto, che come scrivono parecchi di voi, è ciò che fa la differenza tra una stagione perdente ed una no. La nota comune è che i “big three” funzionano, sia Buchholz che Beckett hanno fatto vedere poco la pallina all’attacco dei Tigers e se i “reprobi” o ex-tali Salty e Crawford si mettono a produrre valide nel momento topico della partita allora comincia ad essere buio per parecchie squadre in giro per gli States.

La penuria di rilievi validi però comporta dei rischi, non credo proprio che sia un caso che la coppia Bard / Papelbon sia stata perfetta in gara-1 e invece abbia fatto stare tutti sui carboni ardenti in gara-2, evidentemente Francona non si fida degli altri, anche considerando che Aceves e Wake serviranno questo weekend come partenti, e quindi è costretto a chiedere gli straordinari ai suoi pretoriani, oltretutto chiamati sul monte con un meteo da fine novembre, molto più adatto per un partita dei Patriots a Foxboro che per un lanciatore che deve essere caldo, infatti in tribuna si vedevano spettatori che sembravano pronti per la settimana bianca oltre ad una umidità fuori scala che ha comportato anche la presenza della nebbia, manco fossimo in Val Padana.

Per cercare una soluzione al rebus dei rilievi mancini è partita la prima trade dell’anno : è stato acquisito dai Colorado Rockies Franklin Morales in cambio di cash o d’un giocatore che verrà selezionato più avanti. Morales è un rilievo di 25 anni che con la squadra di Denver giostra dal 2007, occasionalmente ha fatto anche il partente, va anche detto che i Rockies se ne liberano perchè stanchi dei suoi problemi di controllo. Speriamo bene … Per fargli posto nel roster è stato tagliato Okajima, dispiace tanto per quello fatto da Oki in questi anni, ma purtroppo era chiaro che ormai non era più da corsa.

Un’occhiata al weekend quando al Fenway scenderanno per una succosissima serie i Chicago Cubs, questa serie manca al Fenway dalle World Series del 1918, serie finale che è riemersa in recenti analisi come possibile “serie venduta” dai Cubs esattamente come fecero i White Sox l’anno dopo. L’attesa è talmente alta che i biglietti non sono stati nemmeno messi alla vendita “pubblica” un po’ come capita quando arrivano gli Yankees, se volevi sperare di vedere queste partite dovevi partecipare ad una specie di lotteria. C’è un “fil rouge” che lega Cubs e Red Sox e non è raro trovare tifosi dell’una che come “seconda squadra” parteggiano per l’altra (anche chi vi scrive), due città innamorate dello sport e delle proprie squadre, due tifoserie che hanno mandato giù rospi in quantità industriale e che come stella polare hanno “KEEP THE FAITH” (le maiuscole meritano), basta vedere quanti della Nation sono in trasferta a Seattle (putacaso) o quanti Cubbies a San Francisco (visto coi miei occhi … impressionante).

Pensate cosa sarebbero state le World Series del 2003 tra i nostri e i Cubbies se in quelle finali di Lega le cose fossero andate nella maniera giusta, se Grady Little avesse tolto Martinez al momento giusto e se Steve Bartman non avesse provato di prendere quella pallina dal suo seggiolino, sarebbe stato il trionfo assoluto del cuore contro la ragione, la vittoria di Robin Hood contro lo sceriffo di Nottingham, sarebbe stato bellissimo … purtroppo non andò così, noi ci prendemmo la rivincita con gli interessi l’anno dopo, i Cubbies aspettano ancora il loro momento, ma mantengono intatta la loro grande fede. Sarebbe bellissimo essere al Fenway, sarà comunque bello anche vedere le partite da casa nostra e sempre W IL BASEBALL che ci fa vivere storie come quelle che da più di un secolo Red Sox e Cubs ci raccontano.

 

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