Moneyball, il film del 2011, diretto da Bennett Miller, con Brad Pitt, che tutti sicuramente avrete visto più di una volta, narra in maniera romanzata, un caso di successo: la vicenda professionale di Billy Beane, un ex giovane promessa del baseball, che nel 2001 si trova ad essere il general manager degli Oakland Athletics appena sconfitti dai loschi pigiami Division Series della lega americana. Durante la successiva offseason, perde per mancanza di risorse economiche, tutte le stelle free agent (Johnny Damon, Jason Giambi, e Jason Isringhausen). La situazione sembra disperata ma Beane, durante le trattativa con i Cleveland Indians, incontra un giovane laureato in economia a Yale, che ha elaborato un nuovo sistema di valutazione dei giocatori, basato sui dati di gioco invece che sulle impressioni e percezioni, inevitabilmente fallaci, degli esseri umani, per quanto di comprovata esperienza. Era l’alba della sabermetrica. Il film segue la riscossa di Bean che contro ogni pronostico e lo scetticismo dei conservatori, mette insieme una squadra di giocatori poco noti e quindi poco costosi ma efficaci, che al termine di una stagione strabiliante miracolosa e vincente, vengono eliminati da Minnesota. (Prendete nota di questo dato che poi ci torniamo).
Ora, venti anni dopo, nell’era dei big data, non c’è più nessuno sano di mente che può mettere in discussione il reale valore della sabermetrica, ma neppure possiamo pensare che possa spiegare tutto. Ammesso che ci fossero nel 2001, ora non ci sono gli emuli alla Billy Beane, quelli smart, in grado di trovare pepite d’oro razzolando in mezzo al letame, mentre tutti gli altri brancolano nel buio, anche se, apparentemente, alcuni indizi puntano esattamente nella direzione opposta e questi indizi si chiamano Tampa Bay Rays.
Questi maledetti prendono quà e là, per due spicci, giocatori assolutamente mediocri e li trasformano in campioni, ricavandone il triplo di quanto sarebbe lecito aspettarsi. Contemporaneamente cedono giocatori sulla carta promettenti che alla prova dei fatti, quando si allontanano dalle paludi della Florida, imbrocchiscono subitaneamente.
Prendiamo ad esempio il caso Jeffrey Springs, schierato come partente ieri notte contro di noi. Leggevo che è stato scelto al 30° round dai Texas Rangers nel 2015 e, dopo 5 anni di assoluto anonimato, è arrivato ai Red Sox nel 2020, per lanciare 20 inning durante i quali è stato preso letteralmente a pallate, incassando lo sproposito di 18 run e consentendo una media di 2,21 HR / 9 inning (per altro comunque inferiore al quella detenuta dall’attuale rotazione dei Red Sox, per dire).
Dopo queste performance è stato mandato a Tampa in cambio del promettente Ronaldo Hernandez. Hernandez è ancora un giocatore di Boston, ma è un 25enne in Triple-A con continui problemi difensivi e un .455 OPS. Springs è un buon lanciatore di Tampa da ben tre anni con numeri progressivamente migliori ogni stagione. (3,43 ERA in 44,2 IP nel 2021, 2,46 ERA in 135,1 IP nel 2022, 0,56 ERA in 16,0 IP 2023).
Siccome questo non è un esempio isolato possiamo capire perchè Chaim Bloom è stato assunto. Secondo la proprietà serviva per replicare il miracolo Tampa Bay, rivoluzionando l’intera organizzazione. Beh, dopo quattro stagioni possiamo dirlo? Non sta funzionando.
Al netto della sfortuna o degli infortuni, i Red Sox hanno un roster mal progettato. Non colpa delle calamità naturali, sono state compiute scelte, adottate strategie, che hanno portato al disastro attuale. Non è possibile schierare Bobby Dalbec interbase. Da una parte è umiliante per il giocatore (Tampa Bay ha schierato 10 battitori destri per sfruttare questa debolezza), dall’altra denota scarsa professionalità del Front Office, incapace di prevedere queste contingenze.
La proprietà dovrebbe valutare quello che hanno ottenuto rispetto all’era Dombrowski e operare una decisa svolta, tenendo conto di quello che è possibile imparare da questa vicenda:
- mai comprare da Tampa Bay, ti rifilano sempre bidoni
- per avere successo bisogna investire, non piantare gli zecchini nel campo dei miracoli
- ma è veramente il caso di prendere esempio da una squadra che (come per gli A’s 2002), ancora, non ha mai vinto un titolo? Non ci sono esempi più virtuosi da imitare?
Mauro, grazie per la tua analisi, è bello vedere questi frequenti e puntuali aggiornamenti che ci regali.
Da parte mia solo una considerazione su quanto scrivi. Io credo che per avere successo non solo bisogna spendere come scrivi tu ma bisogna spendere bene.
I Sox invece spendono molto male.
Se dai 20 milioni a un giocatore come Story che ha battuto .251 e .238 negli ultimi 2 anni c’è qualcosa non va.
Se dai 10 milioni all’anno a un giocatore mediocre come Kike (che fa una valida al secolo) è davvero preoccupante . E se investi altri 10 milioni su un giocatore ormai sul viale del tramonto come Kluber prosegui anche peggio.
I Sox investono più del doppio di Rays e Orioles ma finiscono dietro in classifica.
C’è qualcosa che non va, vero signor Bloom?
Bravo Davide, quoto interamente il tuo intervento. Rappresenta bene quanto pensavo quando ho fatto il riferimento alla favola di Pinocchio, ma così è molto più chiaro.
Bloom è stato assunto per tentare di replicare i risultati di Dombrowski con un budget decisamente inferiore. Sembrava un’ideona ma alla prova dei fatti è stato un fallimento totale, perché Bloom ha finito per fare molto peggio di Tampa e Baltimora operando con un budget decisamente superiore.
Quello che va sottolineato è che, al di là degli infortuni e degli episodi sfortunati, ci ha messo decisamente del suo organizzando un via vai di giocatori caotico e un roster privo dei fondamentali, vanificando anche alcune buone scelte di mercato.
Stanotte un ragazzone di nome Hunter Renfroe ci ha ricordato che c’è una ragione se siamo arrivati alle finali di lega una sola volta, no?
Rispondevo oggi a Davide sul mio commento di ieri sulla mancanza di investimenti ma avrei dovuto farlo qua.
Siamo tornati a vincere grazie a Jansen e soprattutto a Rendon. Oggi vediamo se pivetta verrà supportato meglio dell’ultima volta. Go SOX!!!
3 vinte nella serie cobra gli Angels e stasera ci aspetta Ohtani. Ma avete visto ieri sera? Whitlock alla grande per 7 inning, Ort è sopravvissuto avventurosamente e Brasier ha addirittura portato a casa una salvezza!!! Go Sox
Brasier e salvezza nella stessa frase credevo che non l’avrei mai letto ?
Giustamente Mauro che è molto più saggio di me aspetta prima di giudicare Yoshida.
Io invece (che proprio saggio non sono) comincio a incazzarmi. Sul piatto ha la grinta di un ectoplasma. E’ vero che arriva da un infortunio, però sarebbe lecito aspettarsi un pò di più.
Aspettiamo pure e diamogli tempo, sicuramente crescerà. Ricordiamoci però che al prode Mr Yoshida ogni anno arriva un bonifico da 18 milioni di dollari, non proprio uno stipendio da apprendista….