Luna storta

Negli anni scorsi eravamo abituati all’Interlega come ad un momento di vendemmia di vittorie, si arrivava a questo punto della stagione con i Red Sox semmai un attimo in difficoltà e come per magia le partite contro le squadre del Senior Circuit erano il momento per una bella serie che riproiettava i nostri al vertice. Stavolta la situazione è diametralmente opposta, con i Red Sox che arrivavano agli scontri d’Interlega carichi a molla ma che si sono un po’ fermati appena hanno cominciato a vedere volti poco noti dalle parti del Fenway tipo Padres e Pirates.

Le cause di ciò possono essere molteplici, certamente incidono i classici up-and-downs che sono ovvi in un campionato di 162 partite, lo stato di forma è volubile molto più di una bella donna e non si può non dire che siamo entrati in uno di quei periodi dove non ti riescono le cose che fino all’altra settimana sembravano facili come un problemino di terza elementare, per fare un esempio pratico è illuminante in ciò la partita a Pittsburgh di stanotte dove i Red Sox sono arrivati parecchie volte in posizione punto per poi sprecare tutto, 0/8 nel caso in oggetto oppure come la serata stortissima di Youkilis in difesa nel medesimo incontro.

Un motivo supplementare è che la squadra affronta questa parte della stagione con un roster menomato da una serie di infortuni o di malanni fisici, alcuni dei quali decisamente fuori stagione, come ad esempio il malanno allo stomaco che sta tenendo Beckett fuori da questo giro nella rotation, un misterioso problema intestinale che ha colpito Youkilis prima di lui e che fa si che ora Josh si senta, parole sue, a non più del 60% delle forze, al momento il ritorno del nostro asso è schedulato per la partita di martedì quando comincerà la meravigliosa serie contro i Philadelphia Phillies che viaggiano nettamente in testa alla National League.

Una piccola parte della colpa del momento no si può anche ascrivere, se non lo dicessi non sarei italiano, a scelte manageriali abbastanza controverse nella sostituzione degli uomini infortunati; specialmente mi riferisco alla fiducia che viene data ad in McDonald assolutamente nullo nel box, taccio le cifre per carità di patria, ed anche parecchio balbettante in difesa, con l’aggravante che il giocatore è stato proposto parecchie volte in un improbabile sesto spot dell’ordine di battuta, ruolo assolutamente sproporzionato per un giocatore di quelle capacità, forse un po’ di fiducia in più verso i giovani (Reddick) potrebbe servire ora, è vero che Francona è molto legato al discorso di mettere battitori destri contro lanciatori mancini, ma se poi i destri sono McDonald e Cameron l’alchimia tattica conta pochino.

La serie a Steeltown prosegue nel weekend con Wakefield che torna sul luogo del delitto, ovvero dove cominciò ere geologiche fa, a mostrare il suo knuckle poi il tour poco turistico e molto impegnativo della Pennsylvania proseguirà a Phila; i Phillies non hanno ancora annunciato la rotation anche a causa di un infortunio, pare serio, a Oswalt; scommettiamo che Halladay verrà comunque fatto giocare nonostante sia teoricamente non il suo giro ?

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Due buone birre

La birra americana non m’è mai sembrata il massimo, se penso al paradiso del luppolo mi viene in mente l’Irlanda e soprattutto il Belgio, però in questo weekend ci siamo fatti piacere anche il nettare prodotto a Milwaukee, Wisconsin.

Un 2-1 da prendere con soddisfazione visto che i Milwaukee Brewers sono una buona squadra con speranze fondate per la NL Central … e visto che stiamo mandando in injured list un giocatore al giorno con un ritmo sinistramente uguale a ciò che capitava l’anno scorso quando ad un certo punto mancava solo che venisse chiesto di giocare anche a Francona; poi è stato strano che si sia persa proprio la partita che sulla carta era quella con il matchup più favorevole ai nostri (Lester vs Wolf), ma il baseball è bello anche per questo ed è notevole segnalare che in mezzo alle avversità il vecchio lupo di mare (Wakefield) si mostra ancora un navigatore di sicuro affidamento.

Partiamo subito col discorso infortuni : Crawford e Buchholz sono in lista per i classici quindici giorni, per Clay il problema risiede nei dolori alla schiena che lo tormentano da un po’ e che già qualche tempo fa gli avevano fatto posticipare di un paio di giorni il classico turno di una partenza ogni cinque giorni, per Crawford è stato decisivo lo sforzo per arrivare salvo su un singolo interno nel primo inning della partita di venerdì, l’estensione della gamba per battere il tiro della difesa è stata troppo improvvisa e ciò ha provocato un malanno muscolare che lascerà fermo ai box il nostro esterno sinistro che dovrebbe essere eleggibile di nuovo per l’ultima serie dell’Interleague a Houston, serie attesa con molta trepidazione da Crawford essendo lui proprio un figlio della città texana.

Misurando la febbre ai reparti troviamo di sicuro un’ottima salute per l’attacco che continua a girare a buonissima velocità : ai soliti noti che ormai non fanno più notizia si sono aggiunti in questo weekend cose buone anche da giocatori della parte bassa del lineup o da alcuni che non sono nemmeno titolari fissi (es. Cameron), anche il tanto bistrattato Saltalamacchia, bistrattato da tanti oltre che modestamente anche dal sottoscritto, ha raggiunto un livello di assoluta rispettabilità sia nel box di battuta che dietro il piatto, abbiamo smesso di vedere gli avversari rubare la seconda di default ed è diventato anche non male nel gestire il lancio knuckle di Wakefield utilizzando il suo guantone da prima base.

Per il monte di lancio la situazione è buona non buonissima : in questo weekend abbiamo visto partite “strane”, non saprei come altro definire le prove di Lackey che ha ballato per i primi tre inning in maniera ultra-preoccupante per poi fare 15 out consecutivi, o come la prova di Lester che dopo 5 lanci aveva subito due homerun ed un doppio e che comunque poi ha saputo barcamenarsi abbastanza bene, al momento è chiaro che i nostri pitcher godono di un grande run-support, in questo contesto sono curioso di vedere come saprà inserirsi Andrew Miller che farà il suo debutto in prima squadra nella sfida di lunedì contro i San Diego Padres.

Sarà proprio la franchigia californiana ad inaugurare la settimana al Fenway, certamente non è la serie clou della stagione, vista la assoluta mancanza di tradizione e di precedenti per questa sfida, però ci sono stati numerosi contatti tra le due squadre in un passato recentissimo: es. lo scambio che ha portato Gonzalez a Boston, con anche dirigenti che hanno esperienze notevoli in entrambe le squadre : il GM dei Padres è Jed Hoyer ex braccio destro di Epstein e Larry Lucchino prima di venire a Boston è stato ai vertici della franchigia californiana ed anzi è stato l’uomo che ha presieduto alla costruzione di quel meraviglioso stadio che è il Petco Park di San Diego. Insomma gente che si conosce e quindi pochi segreti da difendere … meglio così, a carte scoperte non dobbiamo aver paura di nulla.

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Tornando a casa

Dieci giorni. Nove partite in trasferta. Otto vittorie. Un motore che sembra andare a regime ottimo e che riesce ad ottenere vittorie in modo diverso : a NY con l’attacco, a Tampa con pitching & defence : i due lati del baseball, un po’ come il dio Giano che notoriamente era bifronte.

Gli unici granelli di sabbia dei quali al momento posso aver paura che interrompano il nostro meccanismo perfetto sono gli infortuni : Jed Lowrie è out per i classici 15 giorni e fin qui non va male avendo Scutaro, ovvio candidato al ruolo di titolare durante questa assenza di Jed. A me fa più paura il malanno di Buchholz uscito al 5.inning nel suo ultimo match per un imprecisato dolore alla schiena, Clay viene visitato oggi e a breve ne sapremo di più : l’uomo in preallarme in questo caso non sarà Aceves bensì Andrew Miller che sta facendo bene a Pawtucket e che avrà al 99% la sua chance di riabilitare una carriera che era parecchio deragliata.

La serie a Tampa (il peggior campo secondo molti in MLB) ci lascia soprattutto un paio di uomini “on the rise” : Adrian Gonzalez arrivato sempre più ai confini della fantascienza ( .429 in giugno !!!) e Josh Beckett autore di una partita marziana in Florida (1-hit complete game shutout) ed arrivato ad una media ERA 1,86 e ad oggi assolutamente il candidato allo spot di lanciatore partente per l’All Star Game di Phoenix.

Torno ad essere tempo di interlega : divertente perchè si vedono volti non comuni come ad esempio la coppia Braun & Fielder ed i loro birrai di Milwaukee al Fenway in questo weekend, non troppo divertente per Francona quando si troverà in trasferta a dover decidere chi mettere a sedere. Che bel sudoku !!! Allora Ortiz è il più ovvio candidato, avendo un’adattabilità difensiva opinabile, però dobbiamo considerare che giocheremo 9 partite in trasferta consecutive in interlega (Pittsburgh-Phila-Houston) e lasciare 10 giorni Big Papi in vacanza mi pare follia. E quindi ??? Beh … aspettiamoci semmai un paio di partite di relax anche per Gonzalez e perchè no … anche qualcosa di strano tipo Youk all’esterno (qualche volta l’ha fatto) con Gonzalez in terza e Papi in prima, chiaro che l’assetto difensivo non sarebbe proprio quello che ci immaginiamo la notte, però potrebbe essere un’idea.

Spendo due parole sulle voci che girano in rete su un interessamento per Josè Reyes. Riepilogo delle puntate precedenti : i Mets o per meglio dire i proprietari dei Mets sono in problemi grossi essendo coinvolti pesantemente nel crack Madoff e si legge ovunque che andrà in onda una svendita di giocatori che al confronto i saldi da Zara sono uno scherzo, coll’ovvio intento di abbassare il monte stipendi il più possibile. Tra i candidati ovvi alla partenza c’è Reyes che a fine stagione sarà free agent e che quindi devi cedere a luglio se vuoi monetizzare qualcosa essendo improbabile che rifirmi per la squadra del Queens. Cosa pensare ? Penso ovviamente che Reyes è un giocatore eccitante come pochi e penso che sta battendo .348 però penso anche che tre mesi di Reyes ci costerebbero un po’ troppo, diciamo un Reddick ed un altro paio di prospetti buoni, non lo so … abbiamo già depauperato i nostri farm team per Gonzalez in quanto quello era un investimento a lungo periodo che valeva lo sforzo, occhio a Rizzo a San Diego comunque … sigh !!, azzerarli quasi per un trimestrale a Reyes potrebbe essere una politica miope, poi chiaro che se ci viene detto che l’infortunio a Lowrie è serio molti discorsi cambierebbero. Non lo so … sono combattuto.

Lasciamo i discorsi di mercato anche se tra breve saranno molto caldi e prepariamoci ai Brewers, squadra buona con lanciatori tosti (Gallardo, Greinke, Marcum etc.) e coi due bombardieri che intrigano molto, anzi diciamo pure tre, Braun,Weeks e Fielder sommano 47 HR e 141 RBI (appero !!!); serie da vedere e per nulla facile per una squadra però come i Red Sox che viaggia col vento in poppa in una città col vento in poppissima (non è italiano, ma pazienza) come Boston, con la vittoria dei Bruins nella Stanley Cup la città dal 2003 in poi ha vinto almeno un titolo nelle Big Four (MLB – NFL – NBA – NHL) ovviamente unica città a fare ciò. Segno che quello strano mix italo-irlandese chiamato Boston funziona. Passione, tradizione, fede, competenza … e soldi ben spesi. Gli ingredienti che fanno e che faranno sempre la differenza tra vincere o perdere.

PS – Ho appena finito di vedere Doug Davis (ripeto D-O-U-G  D-A-V-I-S) non far vedere la pallina agli Yankees, stasera quindi può capitare di tutto, compreso che io trovi Heidi in camera mia, nonostante a NY si sia negata al sottoscritto.

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L’esagerazione al potere …

Vabbè … adesso è anche troppo !!!

I nostri si spostano a nord delle cascate del Niagara e sottopongono Toronto ad un sacco che ha ricordato l’exploit dei Lanzichenecchi a Roma nel XVI° secolo. L’imbarazzante (per i Blue Jays) computo finale dei punti dice 35-6, quello delle valide 46-12, le cifre se non dicono tutto comunque parlano molto.

La partita simbolo di questo periodo dove tutto va bene è gara-1 a Toronto. Allora … i Red Sox finiscono la partita nel Bronx alle 1.45 come io posso ben testimoniare, tra doccia, un po’ di interviste, aeroporto per volo a Toronto e trasferimento, sommate per bene tutte queste cose e vi capacitate del fatto che i nostri sono andati a dormire alle 6.30 del mattino, addirittura ancora più comica l’avventura di Buchholz : considerando che nel Bronx si sarebbe finito ad un’ora consona per i pornazzi gli viene detto : “Visto che tu sei il partente domani a Toronto, ti prenotiamo un volo prestino e fatti una bella dormita, noi poi ti raggiungiamo.” Risultato : volo cancellato per Clay  … e non ha potuto fare altro che aspettare i suoi compagni.

Quando però si è entrati in campo chi sembrava reduce da una nottataccia erano gli uomini dell’Ontario che non l’hanno mai vista, nemmeno in fotografia, addirittura gara-2 e gara-3 non sembravano nemmeno vere, una sessione di batting-practice comandata dai bucanieri Ellsbury, Gonzalez ed Ortiz e dal redivivo Pedroia. Perchè redivivo ? Perchè ciò che gli è successo è la prova del potere immenso della mente. Dunque : visita di controllo dall’ortopedico perchè c’era timore per il ginocchio, timore che stava anche intaccando la sua pericolosità offensiva. L’ortopedico dice : “tranquillo ragazzo, è solo una botta, vai pure a Toronto e gioca …” . Risultato nel box : 7/13 1HR 6RBI 4BB … La mente libera aiuta …. Nooooooooooooo

Ora finalmente dopo questo stretch arriva il day-off che serve per tirare un po’ il fiato, in formazione rimane ancora il pitcher Tommy Hottovy : perchè parlo di lui ? Cosa ci può essere da dire su questo giocatore arrivato in major a 30 anni dopo tantissima gavetta ? Semplicemente è entrato in squadra prima delle serie di Oakland. Bilancio di squadra da quel momento ? 9W-0L !!! Non avrà contribuito tantissimo (solo 7 out), ma il premio “cornetto di corallo” per il 2011 potrebbe essere suo.

Alla prossima !!!!!

PS – Ringrazio Max (webmaster di Playitusa) per l’onore concessomi di apparire con un mio pezzo sulla homepage : un piccolo diario della mia tre giorni dal Bronx. Spero che almeno un sorriso il pezzo lo strappi

PPS – Visto che nessuno ha contribuito ho dovuto lasciare gli States e tornarmene in ufficio a Bologna. Siete proprio avari … In fin dei conti non sarebbe costato molto mantenermi a NY, semmai anche un loft a Tribeca … certo che potevate però …

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Una degna chiusura … ancora non ci credo

Se la chiusura della mia trasfertina doveva essere epica … ecco … il sistema era questo. Tre ore e mezzo di ritardo causa nubifragio. Birra, hotdogs e nachos per ingannare l’attesa e finalmente un match che non scorderò per un pezzo, primo perchè in tribuna c’era rimasta davvero poca gente e tutto sembrava così irreale, poi l’andamento che sembrava avviato ad una sconfitta, poi l’esplosione improvvisa del 7.inning; i Red Sox di quest’anno sono anche questo, se vedono l’avversario in difficoltà colpiscono duro.

Finalmente si sono viste cose importanti da uomini che fino ad ora erano rimasti un po’ nell’ombra, tipo Mike Cameron, ma soprattutto si vede un Big Papi da urlo, un martello che nemmeno il dio Thor aveva … impressionante.

Spero siate rimasti contenti delle cose che ho scritto, forse apparirà qualcosa anche nell’homepage di playitusa.com, cerco sempre di metterci un po’ di ironia perchè in fin dei conti non stiamo parlando del dialogo sui massimi sistemi; è baseball. E per chi mi dice di andare a Toronto, io posso dire di essere d’accordo, basta solo che mi permettiate con i vostri versamenti di vivere anche senza tornare lunedì in ufficio. Vi mando il numero di conto corrente ????

Ci si risente dall’Italia da domenica o lunedì … mi sa che è più facile

PAOLO

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E due ….

Sto raggiungendo la beatitudine del Nirvana, se continua così quasi quasi chiudo il blog dei Red Sox e ne apro uno sulla meditazione trascendentale orientale; che strani effetti mi fa essere in tribuna col mio cappellino con la B e vedere un bel pim-pum-pam dei ragazzi sui malcapitati pigiamini, nonostante una bella sequenza di problemi fisici e medici arrivati tutti assieme e che poi dei quali vi riferirò, vedere una squadra carica contro quelli che sono più di una nemesi storica è una cosa che m’apre il cuore.

Il malcapitato numero uno questa sera si chiama AJ Burnett, che persevera nella sua tradizione di presentarsi davanti ai Red Sox e di essere puntualmente preso a pallate, siamo arrivati alla sua ottava partita di fila contro i nostri senza la W; subito al primo è saltata la santabarbara e l’uomo che butta il cerino acceso nel deposito di dinamite si chiama ancora David Ortiz che se continua così fa il miglior anno in carriera, a .320 non batteva nemmeno nei suoi anni buoni.

C’è stato comunque anche stasera il momento di difficoltà, d’altra parte non si può pensare di venire nel Bronx a fare una passeggiata, l’occasione l’ha avuta nella mazza Derek Jeter su Aceves a basi cariche e uno fuori, ma il capo-pigiamino ha cavato dal cilindro un bel doppio gioco per chiudere l’inning; comunque per la cronaca Jeter è in testa alle votazioni per l’All Star Game che fino a che non toglierà ai tifosi la possibilità di selezionare i titolari non sarà mai una cosa seria, attualmente Jeter non è tra i primi cinque shortstop della AL come valore, se io fossi Asdrubal Cabrera e non venissi selezionato porterei la MLB in tribunale, non male anche (per così dire) Texieira davanti a Gonzalez. Vabbè ….

Passiamo alle note infortuni : la più brutta del giorno riguarda Pedroia, che accusa un fastidio al ginocchio operato in passato, fastidio che sarebbe la causa del brutto momento complessivo del buon Dustin, se si opera lo perderemo per almeno un mese, la cosa non è sicura ma a questo punto continuare a giocare sul dolore non sembra una grande idea, nel caso avremo la keystone Scutaro/Lowrie … beh neanche male.

Matsuzaka e Rich Hill sono “andati” nel senso che avranno a brevissimo un appuntamento col chirurgo per un Tommy John surgery. Per rimettersi servono 12-14 mesi : non ci vuole un genio per capire che non li vedremo più in maglia Red Sox : ce ne faremo una ragione. A ciò si aggiunge Jenks : il problema di ieri sera risulta essere un’infiammazione che richiede di nuovo un passaggio nella 15-days injured list… e richiede che Epstein si muova perchè il bullpen è ormai davvero in difficoltà. Ultimo della lista, ma non meno importante Salty che è stato esaminato in un ospedale di NY ed il responso sarebbe un’appendicite : speriamo che sia a posto con morbillo ed orecchioni.

Dopo questa medical parade concentriamoci su domani visto che va in onda il terzo atto stagionale di Beckett vs Sabathia, e come sono andati i primi due ce li ricordiamo bene; il pitcher schedulato da rotazione era Nova, ma “stranamente” ieri è stata cambiata l’assegnazione. Forse Girardi con questa mossa pensava di sorprendere qualcuno : secondo me non è sorpresa nemmeno la mamma di Nova, ognuno si trastulla come può.

Dovesse andare come speriamo tutti, oltre a raggiungere l’illuminazione divina entrerò in campo e cercherò di baciare Heidi, a costo di farmi impacchettare dalla polizia di NY. Voi perderete un blogger, ma ne varrebbe la pena ….

A risentirci domani …..

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Vincere nel Bronx non ha prezzo … per tutto il resto c’è …

 

E mezzanotte e mezza nel mio alberghetto a Brooklyn, sono stanco morto, ma me ne infischio perchè finalmente al quarto tentativo ho visto i Red Sox vincere al xxxxx Stadium. Partita molto equilibrata … per circa i primi due minuti, poi c’ha pensato subito il guerriero navajo a mandare una palla dai milordini del Bronx, seguito da Gonzalez (batte solo .340) con un triplo in fondo al recinto.

Big Papi aveva messo quelli che pensavo fossero i punti che ci dovevano permettere di vivere sereni,

Un saluto al Cielo ... ed una palla dai gentlemen dei bleachers

poi un Lester che vince le partite ma che non lancia benissimo l’aveva un po’ rimessa in discussione, con un Posada da 3/3 + 1 BB che ha sorretto la baracca per i pigiamini, dopo buone cosa da Albers e Bard è toccato a Paps ottenere la salvezza sebbene con qualche patema di troppo, così i tifosi di NY si sono potuti sfogare inneggiando … ai Vancouver Canucks che stanno contendendo ai Boston Bruins la Stanley Cup di hockey … contenti loro …

Scene che fanno bene alla salute

Per stanotte è tutto, domani penseremo alle farfalle svolazzanti di Nonno Wake, sai mai …

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Un sabato complicato

Cari confratelli della Nation … i miei saluti a tutti voi da Washington DC, strana città questa, c’è una villa tutta bianca in stile neoclassico guardata a vista da un esercito di militari e poliziotti … chissà mai perchè .

Lasciando da parte le facezie non potevo non scrivere qualcosa, nonostante in quest’albergo abbia una linea internet che va a carbonella, dopo quella specie di Odissea che è stata la partita di ieri contro Oakland. Veramente un’opera omerica vista la lunghezza, vista la presenza di entità che si mettevano di traverso (l’arbitro Tony Randazzo come Poseidone), alcuni dei nostri che combinavano disastri (Pedroia che manca un doppio gioco facile per vincere la partita vale come i compagni di Ulisse che mangiano la sacra mandria del dio Sole) ed altro si potrebbe dire ….

Incominciamo da Pedroia : momento di forma veramente down, errori banali e latitanza nel box di battuta. Passerà, c’è solo da aspettare che la luna torni crescente, piuttosto è spiacevole che un compagno manifesti la sua rabbia ad un errore come ha fatto Papelbon ieri dopo il mancato double-play. OK l’errore è grave, ma Paps prende queste cose come un affronto personale, questo è un dei motivi per i quali se a fine gara Paps invita i suoi compagni a prendersi una birra le risposte di solito sono : “No grazie … stasera ho un po’ di acidità di stomaco”.

La doppia espulsione Varitek-Papelbon : anzitutto va detto che Randazzo è storicamente un arbitro che ci mette poco a cacciarti fuori e ieri non era certamente in forma con un’area di strike poco definita, tanto è vero che l’espulsione di Papelbon è avvenuta proprio dopo un lancio chiamato strike come a voler dire : “hai chiamato questa e non quelle di prima che erano identiche. Why ?” Dispiace poi per la reazione esagerata di Paps che gli costerà certamente una sospensione, vedremo per quanto.

Da ultime le emozioni finali : al 12° con Oakland avanti ed i nostri due out basi vuote, Salty ed il Navajo hanno pensato bene di salvare la baracca, tra parentesi Ellsbury era ad uno strike dalla sconfitta e poi il walk-off hit di JD Drew al 14° per portare a casa la W. Ricordo a tutti che un evento simile, mi sto riferendo alla valida decisiva di JD, comporta una previsione di almeno mezzo metro di neve entro 24 ore, quindi tutti pronti con le gomme chiodate.

Oggi tutti pronti col ritorno di Lackey in rotazione, col contalanci settato a 90 almeno secondo le dichiarazioni di Francona, e poi trasferimento, dei ragazzi e del sottoscritto, nella Grande Mela per lo showdown da martedì in poi.

CIAO A TUTTI !!!!

PS – A proposito, devo una precisazione all’amico Jordan circa la sua risposta al mio pezzo scorso. Io ho già fatto l’esperienza di beccare una sweep con me in tribuna al nuovo Yankee Stadium, due anni fa … e fu una cosa dolorosa : una persa all’8° con HR back-to-back di Damon e Texieira, un’altra con HR di A-Rod al 15° sullo 0-0. Insomma, vado a NY proprio per esorcizzare i mostri del passato

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Questione di bioritmi ?

Deve essere tutta una questione di bioritmi che a volte vanno verso l’alto ed altre volte ti trascinano verso il basso. Non si spiegherebbe altrimenti l’andamento abbastanza schizofrenico delle squadre della AL East compresi i nostri amati Red Sox, solo tre giorni fa sembrava esserci stato un sorpasso abbastanza durevole coi Red Sox col vento in poppa e gli Yankees un poco in difficoltà, è bastata una dose abbastanza indigeribile di calzette bianche per farci tornare al secondo posto.

D’altra parte in un campionato dove per sei mesi giochi per tutti i giorni che sono stampati sul calendario non si può pretendere che la forma resti stabile per sempre, diciamo che dopo la sequenza di partite positive c’è un attimo di rilascio, se sarà una cosa fine a se stessa non sarà un grosso problema, se fosse invece un passaggio a vuoto prolungato potrebbe di nuovo essere un grosso ostacolo sul nostro cammino come capitato ad inizio stagione.

La prova di Lester in gara-1 coi White Sox è un po’ l’emblema di questo bioritmo negativo : un po’ la stanchezza, un po’ la tendenza di Francona di lasciare i partenti sul monte troppo … e la partita s’è involata verso i South Siders. Lester è arrivato alla sua terza partenza consecutiva con difficoltà e bene ha fatto Francona a decidere subito dopo il match di concedere al nostro asso qualche giorno in più di extra-riposo, se tutto sarà confermato lo rivedremo in campo solo martedì prossimo nell’opener allo Yankee Stadium della prossima serie contro quelli col pigiamino.

Le sconfitte di uno dei big three comporta extra-aspettative verso gli altri due, ed ultimamente la cosa ha anche pagato buoni dividendi dimostrando una volta in più che quello che fa la differenza è la profondità negli staff, non avere 1 o 2 assi; purtroppo questo giro della coppia Aceves-Wake non ha dato grossi risultati. In gara-2 Aceves è andato presto in difficoltà soccombendo velocemente alle mazze di Guillen, una rimonta vigorosa ma tardiva, con un Ortiz che sembra tornato giovani di almeno tre anni, non è servita se non ad accorciare il gap; probabilmente con Lackey pronto a tornare nella rotation, evento schedulato per domenica al Fenway contro Oakland, Aceves ha terminato per il momento il suo spazio come partente, considerando i presupposti coi quali è giunto e l’esiguità della spesa effettuata per ingaggiarlo, l’esperimento è fino ad ora abbastanza positivo.

Anche gara-3 non è stata migliore, inizio promettente con un 3-0 immediato, con rimonta e sorpasso subito negli inning centrali, sorpasso dovuto anche ad un inning difensivo “molto dispari” da parte di Pedroia (!!!), considerando che questo evento viene dato meno frequente delle apparizioni della cometa di Halley , c’è da stare tranquilli che non ricapiti durante questo secolo.

Ora c’è caso che questo blog si prenda qualche momento di break perchè il vostro scrivano si prende una piccola vacanza negli USA, per nulla casualmente i Red Sox giocheranno a New York la prossima settimana e per nulla casualmente sarò in tribuna nel Bronx a sostenere i nostri, mi sentirò un po’ come Luke Skywalker quando entra nella Morte Nera … nel pieno della capitale nemica.

Stay tuned sul blog, se il dio del web lo permetterà proverò di dare qualche aggiornamento dal vivo … e se volete buttate anche un’occhiata delle homepage di playitusa.com, può darsi che ci sia anche un piccolo diario dal regno dei pigiamini.

Saluti cari Red Sox Citizens !!!

 

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No news … good news

AL East AL East AL East AL East AL East AL East AL East AL East AL East AL East

Ho scritto dieci volte AL East come penitenza per l’erroraccio fatto nel post precedente, non male per uno che fa un blog sui Red Sox, confondo l’Est con l’Ovest, forse è l’età che inesorabilmente avanza, quando comincerò anche a confondere la scarpa destra con la sinistra sarà veramente un casino.

A parte le facezie guardiamo un po’ cosa ci dice il radar dei Red Sox, anzitutto ci dice di 3 buonissime vittorie su 4 partite al nuovo Tiger Stadium con un pareggio nel doubleheader di domenica resosi necessario per il rinvio di sabato sera. La partita pomeridiana è stata uno strano match a mio avviso, sembrava che i Red Sox potessero nei primi inning ammazzare il match come capitato recentemente e i 3 punti di vantaggio sembravano persino pochi rispetto agli affanni del giovane pitcher Oliver nell’arginare il ns. attacco, poi un po’ il credere che la partita fosse già indirizzata, un po’ la stanchezza ovvia di qualsiasi squadra arrivata in fondo ad un roadtrip impegnativo, fatto sta che ad un certo punto ci siamo trovati 3-3 con l’inerzia che sembrava gonfiare le vele della squadra del Michigan.

 

Proprio necessario che vada via a fine anno ???

Un paio di uomini al nono inning hanno però avuto idee differenti : Terry Francona che s’è detto : “Perchè non proviamo di vincere questa partita ? ” , l’altro che aveva di che eccepire era quest’omino nella foto che s’è ricordato d’avere un certo talento per le battute clutch. Risultato un bel picchione sulla pallina di Valverde e buonanotte, vittoria poi salvata da Papelbon con un three up three down dei suoi, con la fastball che fischiava intoccabile dalle mazze dei Tigers.

Sprechiamo due parole per la situazione contrattuale di Ortiz, tutti sanno che a fine d’anno è free agent e secondo molti rumors che girano, lo staff sarebbe dell’idea di rinunciare ad un DH di ruolo per passare ad una rotation tra uomini che abbiano comunque anche “competenze” in campo. Non so cosa pensare … l’idea che il DH possano farlo un po’ tutti i giocatori che abbiano bisogno di un impegno più “leggero” in una certa partita è certamente una buona idea, conferisce alla squadra una duttilità che ora non ha, però rinunciare a Big Papi … mamma mia … non bisognerebbe ragionare con sentimento, però non possiamo essere dei robot insensibili, se la richiesta di Ortiz sarà per un biennale (come si dice in giro) allora la vedo grigia, altrimenti … perchè no.

La partita serale ha visto la vittoria dei Tigers con, come dicevano commentando le vittorie di Fausto Coppi, “un uomo solo al comando”. Ovviamente sto parlando del mio pupillo Justin Verlander che ha concesso 4 validine in tutto e soltanto una ai primi 7 uomini del lineup, con 132 lanci (!!!) e l’ultimo di essi che ha raggiunto la velocità di 100 mph (!!!!!!!!) . Chapeau. Io continuo ad aspettarlo al Fenway, spero che prima o poi arrivi, oppure rischio di fare come quelli che aspettano il ritorno di Elvis Presley o come Linus che aspettava il Grande Cocomero : sono ancora lì che aspettano.

Finalmente si torna a casa : al Fenway da stasera sono ospiti i Chicago White Sox condotti ancora da Sua Simpatia (sono ironico eh ?) Ozzie Guillen, peccato non ci sia Jenks, che ha fatto una partita in triplo A per rifarsi il braccio con esito non proprio splendido; chissà … se ci fosse stato avremmo potuto vedere un lancio pazzo in direzione del dugout ospite : un’esperienza che ci mancava.

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