Se c’è una cosa che questo weekend ha confermato è che i Red Sox 2025 sono una squadra che sta facendo dilapidare montagne di soldi agli scommettitori. Dopo aver preso una sonora bastonata venerdì sera, Boston ha reagito come fosse una vera contender, portandosi a casa la serie con due vittorie su tre contro i MFY, in un Bronx come sempre sull’orlo di una crisi di nervi.
Venerdì: Buehler torna dove tutto era cominciato – e affonda
Walker Buehler, ex eroe Dodgers, ora in calzette rosse, è tornato sul mound del Bronx per la prima volta da quella memorabile ultima notte delle World Series 2024, ma stavolta il film era un horror. Neanche due inning completati, 67 lanci e 7 run incassati hanno reso la partita inutile e uggiosa. I Red Sox sono finiti subito sotto 7-0 con Jazz Chisholm che ha rispedito sugli spalti una knuckle curve con un HR da 417 piedi. Unica nota positiva Marcelo Mayer che ha messo a segno il suo primo fuoricampo in carriera – un bel momento personale in una serata amara chiusa 9-6 per gli Yankees.
Sabato: Crochet si prende la scena, Judge ko tre volte
Nella partita di sabato è stata fondamentale la prestazione di Garrett Crochet. Anche se 5 punti in 6 inning, non fanno pensare a una serata memorabile, conta che ha messo al piatto nove battitori, incluso Aaron Judge per tre volte, un’impresa riuscita solo ad altri due starter quest’anno. E questo è bastato per vincere grazie ad un attacco che finalmente ha girato: 10 punti segnati, con Trevor Story che torna a battere profondo e un Campbell ritrovato che mette a segno due RBI fondamentali.
Il bullpen ha tremato nel finale – Justin Wilson ha rischiato il disastro con 24 lanci da incubo – ma alla fine l’abbiamo spuntata 10-7.
Domenica: Bats on fire – I Red Sox hanno realizzato cinque fuoricampo, eguagliando il loro record in una singola partita nel nuovo Yankee Stadium.
La domenica c’è stato il break even: 11-7 per i Sox in una slugfest dove i Bombers sono stati bombardati da cinque homer, roba che non si vedeva dal 2010 in casa Yankees.
Menzione speciale per Hunter Dobbins che prima della partita ha dichiarato al Boston Herald: “Se gli Yankees fossero stati l’ultima squadra a offrirmi un contratto, mi sarei ritirato”.
Hunter, uno di noi, che gioca per la squadra del cuore della sua infanzia, ha avuto un bel coraggio a stuzzicare gli avversari. “Sono sorpreso perchè ho sentito dire questo solo a Ken Griffey [Jr.]”, ha detto Aaron Judge quando gli è stato chiesto un commento, prima di scendere in campo a battere il fuoricampo nel primo inning, che sarebbe rimasto l’unico segno sul tabellone fino al sesto, quando Kristian Campbell ha pareggiato il match con un two-run bomb.
Carlos Narváez – ex Yankee – ha affondato il coltello con un three-run shot nel sesto inning, mentre Toro, Story e Devers hanno messo in cascina i punti della sicurezza.
Hunter Dobbins, rookie sul mound, ha fatto il suo in 5 inning, concedendo solo tre punti. Il bullpen ha retto nonostante qualche brivido, e la squadra ha portato a casa una serie pesantissima.
In mezzo al caos, agli alti e bassi, agli esordi e agli esperimenti, ci sono due giocatori che stanno silenziosamente tenendo in piedi l’attacco dei Red Sox: Abraham Toro e Trevor Story.
Toro si sta rivelando un vero e proprio jolly nel lineup di Alex Cora. L’infielder ha infilato una serie di prestazioni solide e concrete: sabato ha firmato un singolo da RBI nel momento chiave, e domenica ha dato il via all’allungo finale con un solo shot nell’ottavo inning. Senza troppi riflettori, sta battendo con regolarità e fornendo quella profondità al lineup che a inizio stagione mancava come l’aria. Il suo impatto? Silenzioso ma letale.
Poi c’è Trevor Story, che dopo settimane di passaggi a vuoto inguardabili, appena ho implorato di metterlo da parte, sembra aver finalmente risolto i problemi di mira. Il veterano ha chiuso la serie con cinque RBI tra sabato e domenica, tra cui una shot da tre punti sabato e un altro fuoricampo domenica, seguiti da un single clutch nel nono. Per uno che veniva da un periodo nero al piatto, questo weekend potrebbe rappresentare la svolta.
Con un record ancora negativo (32-35), i Red Sox devono trovare continuità. Il weekend a New York ha mostrato una squadra che può tenere testa a chiunque – ma anche una ancora fragile, che può crollare in un attimo quando non è sostenuta dall’adrenalina delle grandi sfide.
PS: Il titolo di questo post è dedicato all’infielder che non ti aspetti, ma anche quella che è stata la squadra del cuore della mia infanzia, fino a quando ho capito che il calcio è un gioco truccato.