Forza Toro Alè

Se c’è una cosa che questo weekend ha confermato è che i Red Sox 2025 sono una squadra che sta facendo dilapidare montagne di soldi agli scommettitori. Dopo aver preso una sonora bastonata venerdì sera, Boston ha reagito come fosse una vera contender, portandosi a casa la serie con due vittorie su tre contro i MFY, in un Bronx come sempre sull’orlo di una crisi di nervi.

Venerdì: Buehler torna dove tutto era cominciato – e affonda

Walker Buehler, ex eroe Dodgers, ora in calzette rosse, è tornato sul mound del Bronx per la prima volta da quella memorabile ultima notte delle World Series 2024, ma stavolta il film era un horror. Neanche due inning completati, 67 lanci e 7 run incassati hanno reso la partita inutile e uggiosa. I Red Sox sono finiti subito sotto 7-0 con Jazz Chisholm che ha rispedito sugli spalti una knuckle curve  con un HR da 417 piedi. Unica nota positiva Marcelo Mayer che ha messo a segno il suo primo fuoricampo in carriera – un bel momento personale in una serata amara chiusa 9-6 per gli Yankees.

Sabato: Crochet si prende la scena, Judge ko tre volte

Nella partita di sabato è stata fondamentale la prestazione di Garrett Crochet. Anche se 5 punti in 6 inning, non fanno pensare a una serata memorabile, conta che ha messo al piatto nove battitori, incluso Aaron Judge per tre volte, un’impresa riuscita solo ad altri due starter quest’anno. E questo è bastato per vincere grazie ad un attacco che finalmente ha girato: 10 punti segnati, con Trevor Story che torna a battere profondo e un Campbell ritrovato che mette a segno due RBI fondamentali.

Il bullpen ha tremato nel finale – Justin Wilson ha rischiato il disastro con 24 lanci da incubo – ma alla fine l’abbiamo spuntata 10-7.

Domenica: Bats on fire – I Red Sox hanno realizzato cinque fuoricampo, eguagliando il loro record in una singola partita nel nuovo Yankee Stadium.

La domenica c’è stato il break even: 11-7 per i Sox in una slugfest dove i Bombers sono stati bombardati da cinque homer, roba che non si vedeva dal 2010 in casa Yankees.

Menzione speciale per Hunter Dobbins che prima della partita ha dichiarato al Boston Herald: “Se gli Yankees fossero stati l’ultima squadra a offrirmi un contratto, mi sarei ritirato”.

Hunter, uno di noi, che gioca per la squadra del cuore della sua infanzia, ha avuto un bel coraggio a stuzzicare gli avversari. “Sono sorpreso perchè ho sentito dire questo solo a Ken Griffey [Jr.]”, ha detto Aaron Judge quando gli è stato chiesto un commento, prima di scendere in campo a battere il fuoricampo nel primo inning, che sarebbe rimasto l’unico segno sul tabellone fino al sesto, quando Kristian Campbell ha pareggiato il match con un two-run bomb.

Carlos Narváez – ex Yankee – ha affondato il coltello con un three-run shot nel sesto inning, mentre Toro, Story e Devers hanno messo in cascina i punti della sicurezza.

Hunter Dobbins, rookie sul mound, ha fatto il suo in 5 inning, concedendo solo tre punti. Il bullpen ha retto nonostante qualche brivido, e la squadra ha portato a casa una serie pesantissima.

In mezzo al caos, agli alti e bassi, agli esordi e agli esperimenti, ci sono due giocatori che stanno silenziosamente tenendo in piedi l’attacco dei Red Sox: Abraham Toro e Trevor Story.

Toro si sta rivelando un vero e proprio jolly nel lineup di Alex Cora. L’infielder ha infilato una serie di prestazioni solide e concrete: sabato ha firmato un singolo da RBI nel momento chiave, e domenica ha dato il via all’allungo finale con un solo shot nell’ottavo inning. Senza troppi riflettori, sta battendo con regolarità e fornendo quella profondità al lineup che a inizio stagione mancava come l’aria. Il suo impatto? Silenzioso ma letale.

Poi c’è Trevor Story, che dopo settimane di passaggi a vuoto inguardabili, appena ho implorato  di metterlo da parte,  sembra aver finalmente risolto i problemi di mira. Il veterano ha chiuso la serie con cinque RBI tra sabato e domenica, tra cui una shot da tre punti sabato e un altro fuoricampo domenica, seguiti da un single clutch nel nono. Per uno che veniva da un periodo nero al piatto, questo weekend potrebbe rappresentare la svolta.

Con un record ancora negativo (32-35), i Red Sox devono trovare continuità. Il weekend a New York ha mostrato una squadra che può tenere testa a chiunque – ma anche una ancora fragile, che può crollare in un attimo quando non è sostenuta dall’adrenalina delle grandi sfide.

PS: Il titolo di questo post è dedicato all’infielder che non ti aspetti, ma anche quella che è stata la squadra del cuore della mia infanzia, fino a quando ho capito che il calcio è un gioco truccato.

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Bilancio al memorial day tra sogni, mediocrità e frustrazione

A un terzo della stagione MLB 2025, Boston è una squadra in bilico: incapace di decollare, intrappolata in un limbo di promesse non mantenute e sconfitte che lasciano il segno, ancorché spesso di stretta misura. Una realtà che fa male, soprattutto dopo gli investimenti e le aspettative generate in offseason con gli arrivi di Alex Bregman e Garrett Crochet.

L’attacco sembra essere il tallone d’Achille in questo momento. Capace di esplodere con una pioggia di punti (vedi il 19-5 rifilato a Baltimore), salvo poi sparire nei successivi tre match con appena quattro punti segnati. L’ultimo esempio è stata la sconfitta 5-1 contro Milwaukee, decisa da una grand slam di Christian Yelich al decimo inning, con l’unico punto messo a segno che era arrivato su lancio pazzo, che pure aveva consentito a Chapman di lanciare per la salvezza al nono.. 

L’infortunio al quadricipite di Alex Bregman è stata una botta durissima da riassorbire. Senza di lui, Rafael Devers è un’isola nell’attacco. Guida l’American League in walk (43), si appresta a battere il suo record personale fissato appena lo scorso anno, ma è chiaro ora che nessun lanciatore ha paura di affrontare chi lo segue nel lineup. Senza protezione, gli avversari lo evitano come la peste e il resto dell’ordine di battuta non capitalizza.

Avere molti giovani in formazione —Marcelo Mayer, Kristian Campbell, Carlos Narváez, Ceddanne Rafaela e Wilyer Abreu—rende tutto più complicato. I rookie sbagliano, è naturale, ma il rendimento collettivo è sotto le aspettative. Lo stesso Jarren Duran, nonostante una buona media (.277), ha ammesso di sentirsi sempre sotto pressione e di avere l’ansia di cercare il colpo risolutivo ad ogni turno alla battuta: il metodo sicuro per non combinare nulla in attacco.

C’è poi Il caso Trevor Story: contratto pesante, impatto nullo Il suo contratto da oltre 75 milioni di dollari fino al 2028 pesa come un macigno. A maggio ha battuto appena .222 con due extrabase e ben 65 strikeout. In difesa è un’ombra: range ridotto, -4 outs above average e -3 defensive runs saved. L’idea di un suo DFA non è più eresia ma comincia a prospettarsi come necessità. I Dodgers, padroni del “win-now mode”, che hanno tagliato veterani come Chris Taylor e Austin Barnes per far spazio ai giovani che meritano, potrebbero costituire un modello di riferimento. Boston dovrebbe prendere appunti: Roman Anthony, prospetto #1 secondo Baseball America, sta demolendo i lanciatori Triple A (.321 AVG, .971 OPS, 8 HR in 47 gare). Recentemente ha sparato un homer da 417 ft con exit velocity di 115.5 mph. Cosa deve fare ancora per ricevere la chiamata?

Con Bregman fuorigioco, Alex Cora ha provato a cambiare registro: meno fuoricampo, più basi rubate e gioco situazionale. Contro Milwaukee hanno avuto alcune occasioni, ma le hanno sprecate tutte: 1 su 9 con corridori in posizione punto, 10 uomini lasciati sulle basi. E questo risulta ancora più frostrante perchè avviene in contemporanea a prestazioni di lancio notevoli. Crochet, nonostante l’ennesima prestazione da asso (6.2 IP, 11 K), si è beccato un’altra L.

Il problema è che questo gruppo non sembra saper reagire. Non c’è urgenza, non c’è slancio, non c’è lucidità nel prendere decisioni difficili. Intanto il tempo passa e il divario con i Yankees (già +7.5 partite) cresce.

Abbiamo superato il Memorial Day checkpoint. Non si può più parlare di “inizio di stagione”. 

Bisogna smetterla di tentare di far quadrare il cerchio con giocatori fuori ruolo e veterani inutili. Bisogna smetterla di fare esperimenti. Se Kristian Campbell deve giocare in prima base è meglio che lo faccia a Worcester, lasciando il posto nel box di battuta a qualcuno che si ricorda come far roteare il bastone. Mayer va lasciato al suo ruolo naturale (shortstop) e si dia stabilità al diamante. Serve chiarezza, responsabilità e fame di vittoria

In un mondo ideale Devers dovrebbe mettersi un guantone e accettare di giocare in difesa. Non succederà, bisogna accettarlo. Bisogna accettare che ci sono cose necessarie che non si riesce a fare.

Io credo che Questi Red Sox non sono la squadra mediocre. Hanno messo a posto il pitching, il fattore che ci ha escluso dai play off per oltre un lustro e c’è ancora tempo per cambiare le cose. Per fortuna i tre accessi alla WC sono una speranza per tutti e per essere fuori dai giochi a metà settembre devi essere i White Sox. Ma servono mosse concrete e tempestive. Se il front office e lo staff tecnico continueranno a galleggiare, sperando che i problemi si risolvano da soli, allora sì: questo sarà un altro anno buttato.

Oltretutto la prospettiva non può essere quella di giocare una gara ad ottobre, ma avere la speranza di andare un po’ più in profondità.

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L’infield è un work in progress

Domenica mattina, prima dell’ultima partita della serie di quattro partite contro Baltimore, il Fenway Park era praticamente deserto. Ma a due ore dal primo lancio Marcelo Mayer e Kristian Campbell erano in campo e si allenavano a raccogliere grounder sotto la supervisione dell’infield coach José Flores. Nessuno dei due occupava il suo spot naturale. Mayer prendeva rimbalzanti come terza base e sparava assistenze verso Campbell in prima, il quale non ha ancora mai giocato una singola partita da pro in questo ruolo..

Questo evento mostra la drammaticità del momento dei Red Sox, costretti a ridisegnare completamente l’infield a causa degli infortuni a catena che hanno falcidiato i titolari e ora il coaching staff deve fare gli straordinari per incastrare i pezzi del puzzle.

Sabato Mayer ha debuttato in MLB direttamente come third base, pur essendo uno shortstop. Prima di allora, aveva giocato solo sei partite nel ruolo tra Double-A e Triple-A. Domenica Boston ha giocato con tre rookie presenti contemporaneamente nell’infield iniziale, quando si sono aggiunti Campbell in seconda e Hamilton  interbase, al posto di uno Trevor Story in crisi profonda. Abraham Toro era unico veterano avendo poco più di due anni di servizio in MLB. 

E questa sarà l’ordinaria amministrazione nelle prossime settimane. Nel breve periodo, l’infield sarà un gioco a incastri. Mayer giocherà principalmente in terza ma la sua versatilità sara utile per coprire buchi in short e seconda. Campbell, second base di formazione con esperienza anche da esterno, si allena a tappe forzate per coprire la prima base subito dopo l’infortunio di Casas, e potrebbe debuttare già nelle prossime serie. Tutto queste rotazioni diventano una necessità anche per il fatto che Devers resta inamovibile dal ruolo di DH e non tornerà in campo. D’altra parte sia le stellari prestazioni di Ciccio, che il suo carattere ombroso e infantile, sconsigliano caldamente di mettere ancora mano in quella polveriera.

Tutto questo ha ripercussioni anche sul line-up, sempre più sbilanciato dalla presenza di mancini, con l’avvicendamento di Bregman, il miglior battitore destro dei Sox. Domenica, i primi tre spot del lineup erano occupati da Duran, Devers e Abreu — tutti mancini — mentre Narváez, che il Signore Iddio ce lo conservi a lungo con il suo .835 OPS, è salito fino al cleanup spot.

L’unico possibile punto d’appoggio per riequilibrare il lineup a livello di handedness sarebbe Trevor Story, ma al momento è un’arma spuntata. Negli ultimi 28 match, Story batte appena .126 (14×111) e quindi potrebbe sedersi in panca anche lunedì a Milwaukee per staccare la spina e ritrovare la lucidità mentale. Nel frattempo, l’allineamento sarà: Hamilton short, Campbell in seconda e Mayer in terza. Toro e Sogard restano opzioni di rotazione.

I Red Sox stanno affrontando una fase di transizione piena di incognite. Difficilmente Bregman potrà tornare in campo prima di due mesi di sosta. Gli infortuni muscolari hanno un decorso abbastanza definito e il nostro terza base non è più un ragazzino. Bisogna sperare che questo rappresenti un’opportunità per Mayer e Campbell che da elementi importanti per il futuro della squadra, ora sono chiamati a dare contributi reali nel presente, in maniera improvvisata e priva del necessario approccio metodico, imparando al volo tra errori e inevitabili aggiustamenti. 

D’altra parte non essendoci alternative occorre fare di necessità virtù, e con un calendario complicato in arrivo (Milwaukee, Atlanta), ogni piccolo progresso conterà per restare a galla. Il momento è piuttosto delicato. Red Sox hanno perso 5-1 contro gli Orioles, ultimi in classifica, concludendo un complicato homestand di 10 partite con cinque vittorie e cinque sconfitte, pareggiando 2-2 la serie contro l’insulsa squadra degli Orioles, scendendo a una partita sotto il .500 (27-28). I Sox sono solo due partite sopra il .500 (16-14) a Fenway, uno stadio che le in loro favore. La squadra 2024 ha chiuso l’anno con un record di .500 (81-81). I Red Sox sono a sole due partite sopra il .500 (234-232) a Fenway dall’inizio della stagione 2019.

Il partente dei Red Sox, Walker Buehler, ha lanciato 5 inning domenica. I partenti di Boston hanno lanciato meno di cinque inning in sei delle 10 partite della serie casalinga, mettendo il bullpen in una situazione di grande difficoltà. L’attacco è stato altalenante: venerdì ha segnato 19 punti, per poi farne solo due nelle ultime due partite contro gli Orioles.

Questo sarebbe il momento ideale per piazzare una lunga serie di vittorie consecutive, cosa che non ci capita da anni. La striscia vincente più lunga dei Red Sox quest’anno è di cinque partite. Non hanno avuto una striscia vincente di oltre cinque partite dal 2023. La loro ultima striscia vincente di 10 partite risale al 2018. Tutto lascia supporre che dovremo attendere un altro po’

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Per la serie: “Le grandi mosse di Alex Cora”

Non sapremo mai se Alex Cora ha combinato un casino nella gara finale con i Mets, un casino che ci ha impedito di ottenere la prima sweep stagionale, a meno che oggi pomeriggio non inventino una macchina del tempo che ci dia l’opportunità di rigiocare la partita. 

Cora entra in scena nella parte alta del sesto inning. La gara è sull’1-1 perché una palla battuta da Duran, che in estate sarebbe stata un grand slam, è stata presa al volo al filo con la recinzione del bullpen. L’attacco non era in serata: Bregman ha terminato con un golden sombrero (0/4) lasciando molti RISP lungo la strada. Anche Abreu e Rafaela Story hanno chiuso con 0 valide e 2 strikeout. Non è possibile che Narváez decida da solo tutte le partite!

Insomma la gara era in parità, ma poteva ancora essere vinta, se Cora non avesse attuato una strategia decisa a tavolino prima della partita. Nonostante abbiano avuto bisogno di 15 2/3 inning dal bullpen nelle ultime tre partite, mercoledì Cora aveva programmato una partenza abbreviata per l’asso Garrett Crochet.

Crochet guida la Major League per inning lanciati (68 1/3), è a pari merito con il maggior numero di partenze di sette o più inning in questa stagione e aveva lanciato per 100+ lanci nelle due partenze consecutive precedenti.

Quindi, quando il manager Alex Cora è salito sul monte di lancio con un out al sesto inning per togliere Crochet dal gioco con solo 85 lanci, ha fatto parte della gestione del carico di gioco, una strategia che forse poteva attendere un’altra decina di lanci e che potrebbe essere costata la partita alla squadra. Oltretutto Crochet era lanciatissimo e aveva messo K Soto per la terza volta e giustamente ha smoccolato quando si è reso conto di quello che stava succedendo (Cora non lo aveva avvisato delle sue intenzioni??). Ora i Red Sox sono scesi a 2-4 nelle ultime sei partenze di Crochet, dopo aver vinto quattro delle sue prime cinque partenze. 

Comunque ok, Crochet ci serve sano a Ottobre, quando le partite contano di più e diciamo che va bene così, ma perchè chiamare sul monte Liam Hendriks per concludere il sesto inning? E’ vero che ha ottenuto subito due eliminazioni rapide, ma poi si è trovato in grandi difficoltà nel settimo, un inning che non avrebbe proprio dovuto iniziare.

Prima della partita, Hendriks aveva espresso al Boston Globe la sua frustrazione per il modo in cui Cora lo avevano utilizzato. Hendriks in effetti è lanciatore con caratteristiche che i Red Sox possono trovare migliori altrove e risulta oscurato nel suo ruolo. Questo non significa che possa andare bene come rilievo multi inning, dopo essere stato sottoutilizzato. Oltretutto, essendo al sesto inning, era del tutto evidente che prima e poi doveva entrare Newcomb, per sei sette out.

Invece, dopo tre singoli consecutivi incassati da Hendriks, con Baty pronto a battere, Cora si è affidato a Bernardino, il pitcher che deve fermare i mancini. Dato che tutti i battitori destri di New York erano nella formazione iniziale della partita per affrontare Crochet, il pinch hitter non era un’opzione realistica.

Baty però affrontava un Bernardino un po’ stando e, sul conteggio di 2-2, riusciva a impattare un sinker, rimasto alto quanto la coscia,  sul green monster in campo opposto, che hanno fruttato  ai Mets due punti decisivi. Rabbia!

Per domani è prevista su Boston una tempesta di neve e questo darebbe a un bullpen esausto un giorno libero supplementare. Speriamo!.

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I numeri di Duran

Quando una delle squadre più in forma della Major League Baseball arriva in città con il suo asso sul monte, la serata rischia di trasformarsi in una lunga sofferenza per i tifosi che hanno gremito gli spalti del Fenway Park. D’altra parte i precedenti non erano certo lusinghieri: partite perse male, altre perse peggio, facevano presagire il peggio. E invece le nostre Calzette Rosse hanno ribaltato completamente il copione, firmando una delle prestazioni più solide della loro stagione: vittoria per 3-1 contro i New York Mets con una prestazione corale che fa ben sperare.

I riflettori erano puntati su Kodai Senga, il fenomenale lanciatore giapponese che si presentava con una media PGL di 1.02 — la migliore della National League. Nonostante Senga abbia comunque registrato una partenza di qualità, i tre punti guadagnati hanno segnato il massimo stagionale per il lanciatore destro, dotato di un lancio peculiare, detto “ghost fork”, che registrava una media battuta di .085 prima dell’inizio della partita. Boston, però, ha sfidato le statistiche e ha messo subito pressione al partente destro, segnando due punti già nel primo inning e un terzo nel secondo. A fine serata la ERA di Senga è salita a 1.43.

L’approccio aggressivo dei Red Sox ha fatto subito la differenza. Jarren Duran ha accolto Senga con un doppio sul primo lancio, seguito da una base su ball a Rafael Devers. Un groundout di Alex Bregman e un singolo di Trevor Story hanno portato il punteggio sul 2-0. Poco dopo, nel secondo inning, un fantastico triplo di Duran ha spinto Carlos Narváez a casa base per il 3-0.

Durante la gara c’è stata una fugace immagine di Wong che fissava Narváez durante un suo turno alla battuta. Aveva la bocca aperta e uno sguardo spento. Fissava uno che in 34 partite ha già piazzato 32 valide. Davide aveva chiesto, nell’ultimo post, se ora era lui il titolare. Sicuramente vive un’annata favolosa e finchè dura per Wong sarà impossibile riprendersi il posto.

Duran non ha solo contribuito in attacco, ma ha anche brillato in difesa con una giocata chiave quando ha effettuato una presa contro il Green Monster e un’assistenza che ha eliminato Pete Alonso mentre tentava di avanzare in seconda. E’ il suo momento caldo al piatto. Duran ha totalizzato 7 valide su 15 AB (.467), con due tripli, un doppio, un fuoricampo, cinque RBI, tre punti segnati, una base rubata, due basi su ball e due strikeout nelle ultime quattro partite in casa. Sembra cominci a ingranare, ma ne riparliamo.

Hunter Dobbins, al suo debutto contro una squadra del calibro dei Mets, ha gestito la pressione con maturità. Il rookie ha concesso un solo punto in 4.2 inning, ben supportato da una difesa solida e da un bullpen finalmente impeccabile. Dopo di lui, sono entrati in campo Justin Wilson, Greg Weissert, Justin Slaten e Aroldis Chapman, tutti protagonisti di un lavoro pulito e determinante. Tre doppi giochi hanno chiuso le porte a ogni tentativo di rimonta dei Mets in momenti critici della partita.

Wilson, che ha ottenuto la W, si è distinto per un pitching duel da 10 lanci contro Francisco Lindor, chiuso con uno strikeout fondamentale, che ha chiuso il quinto inning con uomini agli angoli.  Chapman ha siglato la sua settima salvezza, chiudendo la partita con un doppio gioco che ha messo d’accordo tutti.

Nel sesto inning, dopo un singolo e una base su ball, Wilson ha ottenuto un altro fondamentale doppio gioco prima che Vázquez passasse la palla a Greg Weissert, che ha chiuso l’inning su volata di Vientos.

Weissert ha ottenuto due out nel settimo, ma dopo una base su ball e un singolo ha lasciato il posto a Justin Slaten, chiamato nuovamente per affrontare Lindor. Slaten ha chiuso l’inning con un solo lancio, inducendo Lindor a una debole battuta a terra.

Nell’ottavo, Slaten ha eliminato i Mets rapidamente, lasciando il nono inning ad Aroldis Chapman. Il closer ha gestito un singolo e ha completato il terzo doppio gioco della serata per sigillare la vittoria e il suo settimo salvataggio stagionale.

Alla guida dei Red Sox, eccezionalmente, c’era Ramón Vázquez: il coach ha preso il posto di Alex Cora, assente per la laurea della figlia. E ha colto l’occasione per ottenere la sua prima vittoria da manager, celebrata dai giocatori con la classica doccia di birra nello spogliatoio. E questo porta acqua al mulino di Davide, che ha individuato in Cora uno dei problemi da risolvere per la squadra 🙂

Una cosa buona però Cora l’ha fatta. Ha mandato a battere Duran, ancora e ancora anche se i suoi numeri finora non sono stati esplosivi. Sono esattamente quelli del 2024. I dati lo confermano: il suo inizio 2025 somiglia in modo inquietante a quello della sua straordinaria stagione 2024, culminata con una convocazione all’All-Star Game e numeri da capogiro.

Nel 2024, Duran aveva chiuso con una media battuta di .285, .834 di OPS, 48 doppi, 14 tripli, 21 fuoricampo e 34 basi rubate in 160 partite, con un impressionante 8.7 di bWAR, quinto miglior valore dell’intera MLB. Fu il primo giocatore dal 1968 (dai tempi di Lou Brock) a guidare entrambe le leghe in doppi e triple. Insieme a Bobby Witt Jr., è entrato nella storia come uno dei soli due giocatori a registrare 10+ triple, 20+ HR, 30+ rubate e 40+ doppi in una stagione.

Guardando i numeri delle prime 47 partite del 2024, Duran non aveva ancora acceso i riflettori: .271/.341/.443, con 52 valide, 14 doppi, 6 triple, solo 2 fuoricampo e 10 basi rubate. Curiosamente, dopo 47 gare nel 2025, siamo quasi lì: .263/.312/.405, 54 valide, 10 doppi, 5 tripli, 3 HR e 12 basi rubate. Lo stesso numero di strikeout: 48.

Lo ha notato anche lui. “Se guardi i numeri, sono quasi identici a quelli dell’anno scorso,” ha detto Duran. “Eppure, mi sembrava di essere partito malissimo. Ma quando li metti a confronto, ti rendi conto che non è poi così male. È strano.”

Infatti, la vera svolta nel 2024 arrivò a giugno, quando Duran iniziò una striscia caldissima: da quel momento in poi batté .302 con .883 di OPS. Non c’è nessuna garanzia che la storia si ripeta, ma, senza saper né leggere né scrivere, anche io lo manderei in battuta ancora e ancora fino a che non inizia l’estate.

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Devers esta loco?

Generalmente non ho la più pallida idea di quello che succede riguardo la gestione del roster nelle altre franchigie. A mala pena trovo il tempo per informarmi sui Red Sox e rimpiango i tempi quando di questi aspetti se ne occupava Paolo! Mi trovo quindi in difficoltà a fare un parallelo fra il casino che è scoppiato a casa nostra, con Ciccio Devers che ha dato fuori di matto, e quello che succede nel baseball in generale. Quello che posso dire è che la stampa sportiva americana, estremamente incline a fare paragoni storici, questa volta non ha trovato riferimenti minimamente comparabili. Temo quindi che ci troviamo di fronte ad un unicum assoluto, anche allargando il campione a tutti gli sport professionali di squadra. Sulla questione la discussione è abbastanza cerchiobottista, ma personalmente non sono d’accordo: su questa specifica vicenda non mi sento di condannare il management. 

Devers gioca con i Red Sox dal 2017 e ha firmato un contratto che lo legherà alla squadra fino al 2033, per l’ingaggio più alto all time della franchigia. Non credo proprio che sul quel contratto ci sia scritto che, tutti quei soldi, Devers li prende per fare il 3B a vita. Al massimo ci sarà stato un gentlemen agreement su questo e i Red Sox hanno effettivamente dato a Devers una grandissima chance per giocare in terza base, facendolo iniziare la partita in quella posizione in 886 games di otto (8!) differenti stagioni consecutive, per un totale di 8268.2 inning e non ha funzionato. Lo ridico affinchè sia ancora più chiaro: NON HA FUNZIONATO! Devers, che è un atleta professionista, dovrebbe essere il primo a saperlo, ma se non ci riesce potrebbe dare un’occhiatina alla statistiche, per capire che non è un grande 3B, neanche un buon 3B, forse, dopo molti anni e molti sacrifici alla fine era diventato un mediocre 3B, con una tutt’altro che straordinaria fielding % di .960 nel 2024, il suo anno migliore. Un professionista avrebbe dovuto aspettarsi che una squadra che vuole vincere, prima o poi, vada sul mercato e cerchi un upgrade per le posizioni critiche. D’altra parte lui stesso lo aveva chiesto la scorsa stagione e non può non sapere che fra queste posizioni ci sarebbe stata anche la sua.

Molti dicono che Breslow avrebbe dovuto essere più chiaro e preparare meglio l’introduzione di Bregman nel roster. Mi sembra un’obiezione lunare. Ricordo che la trattativa è stata lunga, incerta ed estenuante e in quel periodo non credo che il CBO avrebbe dovuto trovare il tempo per tenere la manina a Devers. Oltretutto le ricostruzioni parlano di un Kennedy e Cora favorevoli a Bregman e Breslow piuttosto scettico sull’opportunità dell’operazione. Non credo tanto avesse dubbi sul valore del giocatore, ma piuttosto sul contratto costoso che prevede ogni anno delle opt aut che consentirebbero a Bregman di incrementarlo giocando altrove. Insomma la situazione è in divenire e ci sono quindi (o ci sarebbero visto il punto in cui stiamo) scenari futuri in cui potrebbe avere senso ricollocare Devers in terza, chi può saperlo?! Il punto però che deve essere chiaro è che non lo decide lui. Non lo può decidere lui, perché il criterio di scelta è vincere le partite non rendere felice Ciccio bello! Non mi sembra un concetto complicato, mi sembra interiorizzato da tutti i professionisti MLB e credo che lui non abbia diritto di risentirsi, neppure se non viene preventivamente informato. Non mi sembra che la squadra, in questa circostanza, si sia dimostrata confusa, al contrario mi sembra abbia operato applicando canoni classici.

Oltretutto è difficile definire  “sacrificio” la richiesta di fare il DH. Non vi devo certo spiegare che tecnicamente non è neppure una transizione perchè ciò significa perdere un ruolo difensivo, mantenendo quello offensivo. Devers non ha dovuto affrontare un faticoso periodo di tirocinio per andare nel box a sventolare il bastone, essendo una cosa che Devers ha fatto per 4215 apparizioni al piatto nella sua carriera. Posso capire la frustrazione per non essere cresciuto abbastanza da mantenere un prestigioso ruolo difensivo, ma sei un professionista e non dovresti farne uno psicodramma. Oltretutto cinicamente si potrebbe osservare che lavori di meno a parità di stipendio 🙂

A un certo punto si fa male Casas, chi lo deve sostituire non è proprio in lizza per vincere la tripla corona nel batting, la squadra non va proprio a gonfie vele e a molti viene in mente di spostare Devers in prima in modo da poter usufruire della mazza di Yoshida o addirittura cominciare a saggiare la consistenza di Anthony. Nessuno può dire che sia un’idea strampalata.  

Dal punto di vista tecnico un trasferimento in prima base non sarebbe banale. Il ruolo comporta diversi automatismi, magari poco appariscenti, ma cruciali per difendere bene e difficili da imparare specie per chi, come Devers, non ha mai ricevuto un addestramento specifico. C’è il forte rischio che non funzioni, c’è il rischio che cali il contributo offensivo, vanificando parte del beneficio e sì, c’è anche il rischio di infortuni, per un giocatore che sta imparando il ruolo a tappe forzate. Il rischio di collisioni in base è reale e perdere Devers per infortunio perché sta cercando di giocare in prima base sarebbe senza dubbio un duro colpo per la squadra.

Personalmente capisco e sostengo la reticenza di Cora a prendere questa strada, tuttavia mi sembra anche naturale l’iniziativa di Breslow che convoca il giocatore per sentire cosa ne pensa, perché comunque l’ipotesi è sul campo e il parere di Devers è una preziosa e necessaria informazione per farsi un quadro preciso della situazione. 

Apriti cielo! La reazione di Devers è stata a dir poco scomposta e sulla stampa sono comparse sue dichiarazioni che definirei deliranti: accusa i Red Sox di essere venuti meno alla parola data (quale? Boh!), di chiedergli una cambio di ruolo dopo soli due mesi da una richiesta simile  “To all of a sudden have me try to play another position … from my end, it doesn’t seem like a good decision”, (abbiamo già discusso che non c’è stato un vero e proprio cambio di ruolo), il tutto condito da frecciatine ostili nei confronti del CBO, che sarebbe un incompetente, che chiede l’impossibile invece di fare il suo lavoro, cioè andare sul mercato a trovare un sostituto di Casas e via discorrendo.

Parole fuori dalla grazia di Dio che hanno provocato un tale danno di immagine da costringere il top management e la proprietà a prendere contromisure urgenti per recuperare un rapporto sereno con il giocatore più pagato, che si incazza quando non lo consulti, si incazza anche quando lo consulti, ma nel contempo è uno dei fattori obbligati per una stagione di successo.  

La situazione sembra rientrata, nel senso che la discussione non continuerà sui giornali, ma nelle segrete stanze come è giusto che sia. Quando a Cora è stato chiesto quando Devers avrebbe iniziato a raccogliere rimbalzanti in prima base ha risposto: “That‘s not the plan right now. The plan is to keep having conversations.” Io spero che la cosa finisca qui oppure, se andrà avanti e ci saranno degli sviluppi, lo sapremo solo a cose fatte e decisioni prese, con comunicati ufficiali concordati fra le parti.

Dispiace dover dedicare tanto spazio a questo mentre la stagione va avanti e ci sarebbero belle partite da commentare. Nella partita di ieri sera i nostri hanno impattato la serie contro KC, dopo la dura sconfitta agli extra il giorno prima. Merito principalmente di un Crochet che, dopo aver preoccupato in una balorda partenza domenica contro Texas, ha ritrovato la sua spettacolare fastball raggiungendo una velocità massima di 98,5 mph (al settimo inning) e una media di 96,7 mph, un tick in più rispetto alla sua media stagionale. I numeri di questa straordinaria esibizione sono sono 7H, 1R, 9K insieme al dato più rilevante: la stamina! 7.0 IP hanno dato ad un bullpen esausto, dopo i 6 inning lanciati il giorno precedente, la possibilità di rifiatare dopo. Non solo. Al settimo inning con i buoni in vantaggio per 7-1, punteggio ampio ma ancora non del tutto rassicurante, KC riempie le basi dopo 2 single, 2 out e 1 BB in sequenza.  Bayle va a trovare Crochet sulla collina per un consulto al termine del quale rimane a lanciare. Tanto bisogna solo affrontare il loro battitore Bobby Witt Jr, che mi piacerebbe tanto vestisse una casacca biancorossa. Comunque sia Crochet esordisce con una veloce esterna e un cutter alto che Witt tocca in foul. Seguono due Four-Seam Fastball rispettivamente a 97.3 mph al centro e a 97.8 mph, basso e interno. Sono i due Swinging Strike (lanci numero 107 e 108) che chiudono l’inning e virtualmente la partita.

Piccola nota a margine: Devers chiude 4/4, 1R, 3RBI, 1BB, 0K. Amore mio, se quando t’incazzi reagisci così, fallo più spesso, che diamine!

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Un brodino caldo per i Red Sox

I Red Sox sono arrivati ​​alla partita di ieri sera dopo aver perso cinque delle sei partite precedenti, oltretutto con prestazioni imbarazzanti date da un partente imbarazzante, un bullpen abulico, un attacco silente e una difesa impanicata. C’era la necessità di raccogliere le forze e riuscire a disputare una partita che potesse segnare un’inversione di tendenza rispetto alla mediocrità nelle prime cinque settimane della stagione. Insomma, come per un convalescente, c’era bisogno di un brodino ricostituente (come dicono dalle mie parti).

Credo che per ottenere questo risultato Cora si sia affidato ad Alex Bregman, un giocatore esperto che ha iniziato la partita con una media battuta di .315 e un OPS di .973, il miglior inizio della sua carriera decennale. Fortunatamente i Rangers hanno scelto di sfidarlo nel momento decisivo della partita.

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Immediatamente nonostante un Houck più che decente, riusciamo ad andare in svantaggio, subendo il primo punto in circostanze piuttosto strane e del tutto irripetibili. Nella parte alta del terzo, con 1 out, terza e seconda occupata, Langford batte una palla a terra che si ferma sulla destra del monte. Houck la raccoglie in tempo per una comoda eliminazione in prima, ma accelera, commettendo un errore di tiro e costringendo Gonzalez a staccarsi dalla base per tentare di raccogliere la palla sulla linea di foul. Langford quasi inciampa per schivare Gonzalez e continua la sua corsa mancando di toccare la prima. Gonzalez raccoglie la palla e tocca la base, ma Langford è stato chiamato salvo nello sconcerto generale, e lo hanno confermato nonostante l’immediato challange di Cora. In termini di regolamento poiché il corridore aveva superato la base, non la si poteva più considerare una base forzata e per l’eliminazione si sarebbe dovuto toccare il corridore. Gonzalez ne avrebbe l’opportunità, ma essendone inconsapevole, non essendo un prima base di ruolo, si preoccupa di fermare l’uomo in terza.

Questo errore ci costa un punto al terzo, e ne subiamo altrettanti al quarto e al quinto. Quindi, nonostante due solo homer di Bregman e Abreu, che avevano momentaneamente pareggiato nella parte bassa del quarto, siamo sotto per 3-2 al sesto inning.

Bregman batte, con un po’ di fortuna, un lead off double, il suo 15° doppio stagionale, e Kristian Campbell lo porta in terza con un singolo. Abreu entra nel box di battuta con un mancino sul monte. Si tratta di un’innovazione per Cora, che l’anno scorso lo avrebbe senza dubbio sostituito con Refsnyder. Abreu premia la fiducia ricevuta, battendo una palla al volo profonda, che va a sbattere sulla recinzione al centro, per un doppio che porta a casa Bregman, mentre Kampbell viene chiamato out a casa in circostanze dubbie. A causa del cattivo esito del challenge in precedenza, non si poteva contestare la decisione, ma sembrava proprio che Campbell fosse riuscito a toccare il piatto con la mano sinistra prima della toccata del ricevitore.

Due battitori dopo, con 2 out e Abreu avanzato fino in terza base, Gonzalez batte una rimbalzante lenta sul terza base e sembrava arrivare salvo in prima. Qui va a scontrarsi con Smith, cadendo rovinosamente con una dinamica simile a quella dell’incidente di Casas. Sembrava che i Red Sox dovessero sterminare un paio di prima base a stagione, ma dopo diversi minuti si rialzò e iniziò a camminare. Nel frattempo la chiamata era stata ribaltata, accogliendo il challenge dei Rangers, l’inning terminava, cancellando il punto del nostro vantaggio. Gonzalez ha provato a giocare nella parte alta del settimo, ma presto è stato sostituito da Abraham Toro. Speriamo non debba andare nella IL.

Siamo così arrivati agli inning finali in cui, in molte partite di questa stagione, l’attacco dei Red Sox si è spento e non è riuscito segnare altri punti.  Wong però ha aperto il settimo inning con singolo ottenuto con un bunt sulla terza, e Rafaela lo ha imitato con un altro singolo sulla sinistra. Sembra ancora un’occasione sprecata perché  Duran e Devers sono eliminati, ma a questo punto i Rangers decidedono inspiegabilmente di affrontare Bregman, con due uomini in posizion punto, con il rookie Campbell sul monte. Bregman non si è lasciato sfuggire l’occasione, battendo un singolo sul Left Fielder, che porta due punti a casa e decide l’incontro.

Cora ha schierato Weissert per l’ottavo inning, invece Slaten, che ultimamente ha faticato, il quale ha risposto con un 1-2-3 inning. Nella parte bassa Abreu ha aggiunto sicurezza con un altro fuoricampo, nella prima partita della sua carriera con tre valide extra-base.

Nonostante Chapman abbia concesso un fuoricampo al primo uomo affrontato al nono inning, non è mai apparso in difficoltà, concludendo velocemente la partita e realizzando il suo quinto salvataggio della stagione. Fra le sue palle veloci una ha raggiunto la velocità di 103,8 miglia orarie, cioè il lancio più veloce mai lanciato nelle Major League in questa stagione. Hai capito che ti combina il vegliardo!?

Con questa partita dichiaro ufficialmente concluso il mio broncio perché hanno permesso a Bregman di giocare con la casacca dei Red Sox. Ora sono ufficialmente contento. Sembra un tipo a posto, molto diverso dallo stronzo altezzoso che giocava a Houston. Non credo che il mio giudizio dipenda dalle valide e dagli RBI che produce a ritmo costante per i Red Sox. Credo piuttosto  lui che si sia emendato spiritualmente e ora sembra aver capito il suo ruolo nel mondo. Lo si capisce da dichiarazioni di questo tenore: “When I decided to sign here, I signed here to win baseball games,” Bregman said. “I feel like we have a team that can do that and win a lot of baseball games. We haven’t started the way we want. We’ve lost some games that we should have won this year. And, we need to do a better job of executing, and preparing and just getting better as a team. And, I know, we hold ourselves to a high standard, and when you play in this market, everyone holds you to a high standard. We need to play like we played today and continue to compete and execute at a high level.”

Se la squadra gli va dietro siamo a cavallo!

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Sostituire Triston Casas

Si può porre le premesse di una stagione di successo, anche con un budget limitato, purché, nel mix fra attività di mercato e sviluppo dei prospetti dalle leghe minori, tu riesca a costruire un roster che contemperi sia una equilibrata qualità sia una indispensabile resilienza. Questa deriva da una profondità sufficiente per essere in grado di far fronte agli infortuni che dovessero capitare. Sfortunatamente non sono gli infortuni a mancare ai Red Sox 202 e vanno a colpire proprio laddove siamo più vulnerabili. 

Abbiamo rinunciato a Teel, un prospetto descritto come un probabile campione, che mi sarebbe tanto piaciuto vedere accucciato dietro il box con la nostra casacca, ma me ne sono fatto una ragione, considerato che in cambio abbiamo ottenuto un asso che rende competitiva la rotazione. Questa medaglia però ha un rovescio: se ora si fa male Wong son dolori.

Nulla però in paragone a quello che passeremo dopo il nuovo grave infortunio di Casas, curiosamente avvenuto più o meno nello stesso periodo di quello dello scorso anno. L’episodio si è verificato nella parte bassa del secondo inning quando Casas batte una check-swing chopper sulla linea di prima base. Mentre Casas corre verso la prima, sulla palla si avventa il lanciatore avversario in evidente vantaggio sul tempo. Sembra una banale giocata di routine quando Ryan perde la palla e Casas, che percepisce l’occasione di arrivare salvo, accelera verso il cuscino di prima. Il ragazzone grande e grosso, privo dell’agilità e della grazia di una ballerina, pur raggiungendo l’obiettivo, arriva goffamente sulla base e inciampa sul piede del prima base del Minnesota con la gamba sinistra, subendo una evidente distorsione. Casas rotola a terra e ci rimane per diversi minuti prima di essere portato via in barella. Lo sostituisce Romy Gonzalez, autore di una buona prestazione, impreziosita da bel doppio all’ottavo inning che chiude virtualmente la gara. Non ci sono ancora notizie certe, ma vista la dinamica  sembra molto probabile che l’incidente sia grave e Casas debba stare fuori per un periodo prolungato. Chi potrebbe sostituirlo?

Gonzalez è il platoon partner che di fatto viene abitualmente schierato contro i lanciatori mancini. avendo già  totalizzato in prima base quest’anno. In questo ruolo ha iniziato sette partite in prima base al suo posto in questa stagione per 60 ⅔ inning totali. Si tratta tuttavia di un giocatore di utilità multi-ruolo, impiegato preferibilmente in carriera come seconda base, con uno slash di .245/.277/.388 in 499 apparizioni al piatto. Sembra improbabile che i Sox vogliano affidarsi a lui nel lungo periodo.

Purtroppo non ci sono altre opzioni nel roster attivo. Non sembra che saranno presi in considerazione i giocatori che hanno avuto esperienza in prima:

  • Connor Wong ha provato per sei partite l’anno scorso, ma si era trattato solo di un espediente per aumentare le sue PA quando godeva di un eccellente stato di forma, sollevandolo dalla fatica delle ricezione. 
  • Rob Refsnyder ha collezionato 227 inning in carriera, ma solo prima del 2020.
  • Il ricevitore Carlos Narváez ha disputato 114 inning in prima base l’anno scorso in Tripla A con gli Yankees, ma ha già un delicato ruolo di backup da assolvere. L’unica possibilità è che e venga chiamato il veterano Yasmani Grandal dalla tripla A, ma sembra troppo fuori dagli schemi di Cora

A maggior ragione non è il caso di perdere tempo discutendo di giocatori come Hamilton e Kampbell, che di esperienza non ne hanno alcuna. Bregman e Devers sicuramente continueranno a fare quello che stanno facendo ora, anche perché lo fanno bene: insensato sarebbe coprire il buco in prima creandone uno in terza e Ciccio è bene che familiarizzi e si appassioni al suo ruolo di DH, prima di poterlo sviluppare per la prima base. Sicuramente non è comunque un’ipotesi da considerare finchè Yoshida sta male.

Guardando la tripla A vengono in mente Vaughn Grissom e Nick Sogard. Il primo ha giocato esclusivamente in seconda base lo scorso anno, ma nel frattempo ha accumulato quattro partite di esperienza. Sogard, che gioca su tutto il diamante, è stato impiegato in cinque ruoli diversi a Worcester. Se Grissom è quello con un potenziale offensivo più promettente (AVG.289 con tre fuoricampo e un OPS di .825 in Tripla A), Sogard potrebbe essere un’opzione disponibile a breve termine, data la sua familiarità con la posizione e la capacità di battere in entrambe le posizioni.

Fra gli altri candidati di provenienza WooSox il principale titolare, Nathan Hickey, non ha statistiche di attacco compatibili con la MLB, mentre non ha questo problema il veterano Abraham Toro che ha 365 partite nella Major League all’attivo e ha battuto bene quest’anno con un OPS di .917. Non gioca tuttavia a suo favore essere un seconda base di ruolo, il che lo renderebbe troppo simile a Gonzalez. 

Un anno fa, quando Casas si ruppe la cartilagine della gabbia toracica, Breslow si mise subito in azione, ingaggiando due prima base veterani in rapida successione. Il primo, Garrett Cooper, fu un disastro e cadde presto nell’oblio. Il secondo Dom Smith, che divenne il beniamino dei tifosi per il suo atteggiamento scanzonato e la sua dedizione nel gioco, sarebbe invece ancora disponibile dopo che ha rinunciato a un contratto di minor league con Tampa Bay.

Fra i free agent, sullo sfondo, rimane l’ipotesi Anthony Rizzo, che dopo l’opt out esercitata dai pigiamini, non ha trovato un’offerta abbastanza remunerativa per la sua percezione di se stesso. Contro di lui, oltre le pretese economiche, gioca il fatto di essere 35enne disoccupato, che non ha partecipato agli allenamenti primaverili, con uno stato di forma certo non al top. Sembra improbabile che, tutto sommato, Rizzo trovi un accordo con i Sox (essendo anche un fottutissimo FMY)

Peccato che di fronte a tutto ciò, la partita passi un po’ in secondo piano, perchè è stata veramente gradevole. Bello ha dato alla squadra la terza QS consecutiva, che finalmente è riuscita a convertire. Di fronte aveva Ryan, un cliente rognoso come che ci ha dato filo da torcere. 

Alla fine del sesto, con punteggio in parità 1-1 per due solo homer rispettivamente di Bregman e Jeffers, il confronto dei ruolini di fine partita sembra descrivere un perfetto equilibrio:

  IP H R ER BB K HR ERA
Bello 6.2 4 1 1 1 5 1 2.55
IP H R ER BB K HR ERA
Ryan 6.0 4 1 1 1 8 1 2.93

I numeri tuttavia nascondono i RISP lasciati in base che avrebbero dato la W a Bello. Al quinto Hamilton, con 1 out e nessuno in base, smorza un bunt vincente sulla linea di sinistra e, nel turno successivo, ruba, in sequenza, la seconda e la terza. Dopo di che Raffaela gira a vuoto per il K e Duran viene preso al volo.  Al sesto Devers, autore di un leadoff double, non si schioda più perché Bregman, Abreu e Story se ne vanno in ordine. 

La partita si sblocca finalmente al settimo. Nella parte alta Bello esce dopo aver messo K Jeffers, che non gira un sinker sul filo basso e l’inning si conclude con un CS mentre lancia Wilson. Nella parte bassa, quando finalmente Ryan non si presenta, Wong e Hamilton ne approfittano per battere due singoli in sequenza. Raffaela li fa avanzare con un Sac Bunt, e con 1 out Duran gira tutte le palle che Coulombe lancia oculatamente lontano dalla zona, fino a che non finisce strikeout swinging. Sembra un’altra occasione sprecata ma Devers è caldo. Batte con forza una radente che il 2B avversario non riesce a trattenere. La palla rimane ai limiti dell’erba, ma arriva a casa anche Hamilton dalla seconda, che non ci avrebbe messo di meno con un motorino e arriva a casa di gran carriera. La fantastica serata di Hamilton si prolunga anche all’ottavo, quando si rende autore di un doppio RBI sul mostro verde. In precedenza Greg Weissert era salito sul monte di lancio all’inizio dell’ottavo inning e aveva senza problemi eliminato tre dei quattro battitori affrontati. Well done!

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Cronaca di un atteso ritorno

A più di 16 mesi dalla firma di un contratto biennale da 38,5 milioni di dollari e 577 giorni dall’ultima apparizione in una partita della Major League, stanotte Lucas Giolito è salito sul monte di lancio per affrontare Toronto, nella sua prima partita di stagione regolare con la divisa dei Red Sox.

Giolito ha trascorso l’intera stagione 2024 nella lista infortunati, dopo essersi sottoposto a un intervento chirurgico al gomito, per un infortunio subito durante il training primaverile 2024. Anche quest’anno si è fatto male a primavera. Uno stiramento al bicipite femorale sinistro, subito durante la sua prima partita di allenamento, lo ha costretto a cominciare la stagione con un mesetto di ritardo. 

Finalmente l’attesa era finita ed ero molto curioso di vedere all’opera il giocatore le cui prestazioni, secondo me, potrebbero essere decisive per le sorti dell’intera stagione dei Red Sox.  Il responsabile del baseball Craig Breslow, in una delle sue prime mosse importanti dopo la sua assunzione, aveva ingaggiato Giolito puntando sulla solidità del suo curriculum sia riguardo le prestazioni che la salute, avendo lanciato 160+ inning nelle cinque precedenti stagioni consecutive. Diciamo che fin qui le aspettative erano state drasticamente deluse.

Tuttavia Breslow con il rafforzamento del pitching e Giolito ritorna in una squadra che coltiva ambizioni di post season, colmando l’ultimo buco fra i titolari di una rotazione che sembra all’altezza del compito. 

Vediamo com’è andata la sua partita, prescindendo, ove possibile, dalla rovente delusione per la conclusione della partita. Anticipiamo subito che i risultati sono stati migliori del previsto. Dopo cinque inning, Giolito, che era in total control del match, non sembrava affatto un lanciatore che non lanciava in una partita della Major League dal 1° ottobre 2023.

Entra in campo inning primo con la squadra in vantaggio per 2-0. Toronto sta giocando una partita di bullpen schierando sul monte il lanciatore destro Yariel Rodríguez, alla sua prima partita da starter. Per l’attacco di Boston ci sono le premesse per continuare a martellare come la notte precedente e dare un valido run support alla difesa. Purtroppo il primo punto per Boston va sprecato in circostanze insolite. Con 0 out, Duran in prima per BB, Devers trasforma il quarto lancio di Rodríguez in un lungo drive line drive sulla recinzione del campo destro. Si ha l’impressione che sia un batti e corri perchè, quando la mazza tocca, Duran è già a metà corsia. Probabilmente, non avendo potuto stimare la profondità della battuta, si attarda sul cuscino di seconda invece di proseguire nell’azione, così che quando la palla ritorna verso casa base, è in grande ritardo e viene facilmente eliminato. Un verò peccato che Duran abbia corso un rischio inutile, perchè il lanciatore avversario prosegue con WP e un balk, che portano a casa Devers, e concede una solo homer di Bregman. Il punto sarebbe comunque entrato ed ero  decisamente infastidito da questo misero punticino in meno, come se avessi saputo poi si sarebbe rivelato decisivo.

Giolito ha concesso un singolo in apertura prima di indurre Guerrero a alzare un pop up e di eliminare Santander per strikeout, trovando il limite della zona con una una bella palla veloce. Dopo aver concesso una base su ball a Springer, il più pericoloso battitore avversario, con una media oltre 400 proprio contro di noi, elimina un altro brutto cliente come Daulton Varsho per strikeout. Il conto dopo il primo inning è di 23 lanci: non pochi, me neppure troppi.

Nella parte alta del secondo inning Raffaela e Duran fanno quello che vogliono sulle basi, con la difesa di Toronto incapace di fermare le loro rubate. Il secondo doppio della serata di Devers fissa il punteggio sul 4-0. Comincio a pensare che Giolito ce la possa fare e che comunque, in caso di crisi, sarebbe entrato Whitlock rimettere le cose a posto.

Giolito ha dominato un secondo inning da 11 lanci, continuando a lavorare sui bordi della zona di strike con la palla veloce a 90 mph, resa ancora più efficace da un cambio di velocità eccezionale. Gran parte del merito va dato anche al ricevitore Narváez per averlo aiutato a destreggiarsi quando si è reso conto che il suo slider non atterrava dove voleva. Il nostro catcher era così abile nel pitch-framing che l’allenatore dei Blue Jays si è così tanto arrabbiato con le chiamate dell’arbitro capo da farsi espellere.

Dopo aver concesso due singoli all’inizio del terzo, Giolito si è immediatamente ripreso mettendo strikeout Guerrero con una palla a 96 mph, il lancio più potente della sua serata. Dopo un flyout, si è lavorato d’astuzia Springer, mettendolo K tre cambi di velocità consecutivi, contando sul fatto che Springer non si sarebbe aspettato che utilizzasse per tre volte lo stesso lancio che aveva toccato due volte in foul all’inizio del turno di battuta. Nei successivi due inning Giolito praticamente non fa vedere mai la palla agli avversari che vengono eliminati in ordine (con solamente 7 lanci nel quarto). 

Giolito è entrato nel sesto inning con il conto di 66 lanci, 47 strike, e un vantaggio di 6-0, perchè il suo compare Narváez aveva sbattuto una pallina nel secondo anello portando il punteggio sul 6-0. Sebbene il cambio di velocità rimanesse efficace, improvvisamente Giolito ha cominciato ad avere problemi di controllo. Dopo due eliminazioni rapide e essersi portato sullo 0-2 su Springer, Giolito improvvisamente si è spento e ha cominciato a non trovare più la zona. Springer ottiene la base per quattro ball, tra cui una al limite della zona di strike, chiamata “ball four”. Finire improvvisamente la benzina è una cosa che non avrebbe dovuto stupire, quando un lanciatore è la prima volta, dopo quasi due stagioni, che riesce ad andare così in profondità in una partita di Major League. 

Giolito se ne rende conto, si vede che è innervosito e spreca un po’ di tempo chiamando per consultazioni il ricevitore sulla collina. Cora tuttavia non è proprio pronto a reagire (mi aspetto a proposito un commento sarcastico di Davide), anche se dopo la partita ha ammesso che con la base concessa a Springer la partita ha svoltato, sembra proprio (almeno io non l’ho visto) che non ci fosse nessuno nel bullpen a scaldarsi, casomai fosse servito un pompiere. Varsho non si lascia sfuggire l’occasione e, ancora una volta sul conto di 0-2, manda il change up di Giolito negli spalti  sul destra-centro. Due lanci dopo  un altro cambio di velocità frutta a Kirk un altro homer. Giolito alla fine riesce a concludere l’inning, ma le mazze dei Blue Jays erano state rivitalizzate mentre le nostre erano già sotto la doccia. 

Finisce così la partita del trentenne lanciatore destro dei Boston Red Sox. Il ruolino riporta 3 punti concessi e guadagnati sul lanciatore, 5 valide e 2 basi su ball, con 7 strikeout. Ha lanciato strike ben 61 dei suoi 90 lanci (il 67,8%). Con questi numeri si può dire che Giolito ha messo la sua squadra in condizione di vincere con una partenza di qualità e avrebbe potuto essere un trionfo se lo avessero sostituito prima un po’ prima che subisse i due fuoricampo back to back che hanno posto le basi per il disastro prossimo venturo.

C’erano ancora motivi per essere ottimisti, ma Whitlock, che era in serie positiva sei partite consecutive senza subire punti e aveva registrato una ERA di 1.72 in 10 apparizioni come rilievo, non è riuscito a mantenere il vantaggio di tre punti, concedendo tre valide, incluso un fuoricampo da tre punti di Santander che ha pareggiato la partita. Alla fine abbiamo perso al decimo senza più avere l’opportunità di segnare e rammaricandoci ancora per quel misero e decisivo punticino sprecato all’inizio.

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Aggiustare Tanner Houck

Ho rinnovato l’abbonamento Netflix solo per poter vedere The Clubhouse. Non ho ancora avuto il tempo per finire la prima puntata che mi ha già catturato. Ero diffidente perché parlava di una stagione straziante dei Red Sox e temevo di infliggermi dolore inutilmente. C’è anche questo, ovviamente, ma i “dietro le quinte” che arricchiscono il contenuto valgono da soli il prezzo del biglietto, per così dire. Mi ha particolarmente incuriosito l’approccio innovativo portato da Andrew Bailey al pitching, basato anche su un uso spinto della tecnologia che permette di catturare e analizzare i movimenti corporei per individuare possibili criticità a innescare azioni correttive. In un’intervista Breslow, che è ha fortemente voluto dare quell’incarico a Bailey, rivela che fra i possibili lanci le fastball siano ampiamente sopravvalutate perchè invece statisticamente, contrariamente al senso comune, si dimostrano i lanci preferiti dai battitori avversari.

Questa cosa mi ha colpito perchè stavo raccogliendo fatti e opinioni sulle prestazioni di Tanner Houck che dopo 29,2 inning (inclusa la disastrosa partenza di sabato) registra la peggior ERA della rotazione 7,58 ERA, un FIP di 6,20, una BB% del 10% e una K% del 16,4%. Questo è molto deludente perché Houck proviene viene da un 2024 con convocazione allo SG ed è uno dei pilastri su cui si basa il successo dell’attuale stagione. E’ quindi naturale chiedersi perchè un giocatore con potenziale elevato, dotato di mix di lanci molto forte, sia così in difficoltà. 

Storicamente, la sua più grande debolezza è stata affrontare i mancini. C’è infatti una grande discrepanza nelle statistiche se si considerano i dati della carriera mancini vs destrimani: il FIP sale da 2.83 a 4.45, BB% dal 6% al 10%, K% dal 20% al 25%

Nel 2023, Houck introdusse un cutter come arma aggiuntiva contro i mancini migliorando di molto le sue prestazioni in quella stagione, con un xSLG di .378 (il miglior xSLG avversario tra i suoi lanci) e una percentuale di conversione da due strike del 27%. L’ha usata come palla veloce principale contro i mancini, lanciandola il 19% delle volte. Nonostante questo successo, Houck ne ha limitato significativamente l’utilizzo nel 2024, lanciandolo solo il 3% delle volte contro i mancini, e nel 2025 lo ha eliminato del tutto. Al suo posto, ha reintrodotto un four-seamer fastball nel suo repertorio, smentendo proprio quanto affermava il suo CBO l’anno scorso. Chissà perchè!?

Ci sono almeno due evidenti problemi con questa decisione. In termini di controllo la mappa termica disponibile su Savant mostra che che finisce sempre sopra la zona e quindi non può funzionare per cercare il K. L’utilizzo come chase pitch (cioè effettuato per far girare a vuoto il battitore) non è giustificato: dei 18 four-seamer che ha lanciato finora contro i mancini ha ottenuto solo uno swing and miss. Se i battitori vedono un lancio forte e alto possono tranquillamente lasciarlo passare.

Per quanto riguarda il movimento la four-seamer non è la più indicata con i mancini. Hock infatti ha un punto di rilascio della palla molto basso, con il braccio disteso quasi lateralmente rispetto al corpo. Con queste caratteristiche è molto più naturale ottenere un movimento est-ovest, tipico del cutter, rispetto al nord-sud della fastball. Inoltre, per quanto riguarda i mancini, il cutter tende a stringere verso l’interno. Accade esattamente il contrario della four-seamer che andando verso l’esterno risulta più facile da battere per un mancino e giustifica le statistiche decisamente peggiori.

La presenza di questi problemi necessariamente impatta  anche sulla qualità del piano partita. Il tasso di strikeout di Houck al primo lancio è del 63%, in linea con la sua carriera e rimane al di sopra della media MLB. Eppure, il suo tasso di strikeout è solo del 13% e il suo tasso di ground ball è al minimo dal 2021. 

Bisogna che Baley cominci ad adottare contromisure adeguate, aumentando il numero di lanci in cui sembra più efficace (in particolare sembra che debba aumentare l’uso dello splitter, riducendo parimenti l’uso del sinker e della sweeper), cercare di essere più imprevedibile e aumentare il numero di ground ball. Non possiamo permetterci uno spot 2 della rotazione così carente.

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