Yankee Elimination Day – 2025

Ora ci sono tanti cuori spezzati nel Bronx, ma è una conseguenza che posso sopportare

Gaudemus igitur, Nation! I buoni hanno vinto e questo significa che anche i pigiamini guarderanno i playoff dal divano di casa. 

Queste sono le date Fauste del XXI secolo. Evidenziate in rosso quelle in cui siamo stati noi ad annunciare la buona novella:

  • YED 2001 – 4 novembre
  • YED 2002 – 5 ottobre
  • YED 2003 – 25 ottobre
  • YED 2004 – 20 ottobre
  • YED 2005 – 10 ottobre
  • YED 2006 – 7 ottobre
  • YED 2007 – 8 ottobre
  • YED 2008 – 23 settembre
  • YED 2010 – 22 ottobre
  • YED 2011 – 6 ottobre
  • YED 2012 – 18 ottobre
  • YED 2013 – 25 settembre
  • YED 2014 – 24 settembre
  • YED 2015 – 6 ottobre
  • YED 2016 – 29 settembre
  • YED 2017 – 21 ottobre
  • YED 2018 – 9 ottobre
  • YED 2019 – 19 ottobre
  • YED 2020 – 9 ottobre
  • YED 2021 – 5 ottobre
  • YED 2022 – 23 ottobre
  • YED 2023 – 24 settembre
  • YED 2024 – 29 ottobre
  • YED 2025 – 8 OTTOBRE
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Inconcludenza e vacuità

Nel 2023, alla conferenza stampa di insediamento di Craig Breslow, Tom Werner aveva promesso una offseason “a tutto gas” e una squadra diversa nel 2024. Dopo l’immane figuraccia rimediata hanno imparato la lezione. Lunedì, per il secondo anno consecutivo, il CBO Craig Breslow, il manager Alex Cora e il CEO Sam Kennedy, si sono presentati davanti ai giornalisti, per la rituale conferenza stampa di fine stagione. 

Esattamente come lo scorso anno, l’evento è stato del tutto privo di contenuti informativi, ma quest’anno sono state raggiunte nuove vette di inconcludenza e vacuità da parte del giovane manager che guida la nostra squadra del cuore. Spesso le risposte sembravano implicare il superamento e l’annullamento dell’identità individuale e del pensiero razionale, per raggiungere un nuovo stato d’essere, come quando ha affermato che per garantire che i Red Sox rimangano competitivi sarà necessario un approccio olistico. In pratica significa che si occuperà un po’ di tutto. 

Sul come non sono stati forniti particolari, né sui contratti con opt out, come quello di Bregman e Story, né sulle linee principali del prossimo mercato, né sullo svilippo dei giovani. Insomma fuffa su tutti i fronti. Quello che faranno i Red Sox per rafforzare la squadra per il 2026 lo scopriremo vivendo.

Niente anche per quanto riguarda una valutazione e un bilancio della stagione trascorsa, caratterizzata da molti eventi importanti, la cacciata del reprobo Devers, infortuni catastrofici di giocatori chiave, estensioni contrattuali e una trade deadline di fine luglio decisamente pessima.

Su questo specifico punto gli esperti di baseball spesso mettono in guardia dal giudicare immediatamente una trade deadline di una squadra, ma, sostengono, dovrebbero essere solo dopo la fine della stagione. Per i Red Sox, quel momento è arrivato. Esattamente nove settimane dopo un deludente 31 luglio, conclusosi con l’arrivo di Dustin May e Steven Matz , i Sox si sono ritrovati a fare le valigie per tornare a casa dopo un’eliminazione dai playoff subita, dopo oltre 20 anni, proprio dai MFY. 

Davanti a tutto questo Breslow ha risposto con una lunga sbrodolata sul fatto di aver imparato tanto dalle decisioni prese e dall’interazione con gli altri esseri umani, concludendo dicendo “So I think the short answer there is, I’ve learned a ton”. In altre parole, sbagliando s’impara. Dubito che abbia conferito con la proprietà con lo stesso armamentario di supercazzole.

Vista l’impossibilità di capirci qualcosa è toccato a Cora, decisamente quello dell’organizzazione maggiormente dotato di capacità comunicative, a mettere le cose in prospettiva: “Throughout the year we were shooting for (the postseason), and we got it. Disappointed because of the results, right? It’s not cool watching games (on Sunday). That’s not what I wanted. But as for the overall season, for me, I had a blast. We really enjoyed it”.

Che dire? Caro Cora, mi fa tanto piacere che vi siete divertiti, ma che ne dite di vincere un campionato ogni tanto, così posso divertirmi anche io? Se vi sembro un po’ duro è perchè mi sono stufato di alcune insopportabili idiosincrasie della squadra. 

Molti sostenitori di Cora sostengono che non è lui il responsabile dell’insegnamento dei fondamentali ai giocatori di Major League. Avrebbero dovuto impararli nelle Minor League. Forse è così, ma cosa dovrebbe fare un manager quando vede giocatori eseguire fondamentali scadenti? Parlarne in conferenza stampa? Fare finta di niente? Oppure prendere provvedimenti? Cora ha a sua disposizioni 11 coach che non non sono certo autonomi, ma agiscono sotto la sua supervisione. Dovremmo vedere dei miglioramenti nel tempo. I Red Sox sono arrivati primi nella Major League per numero errori nel 2025. Sono stati pessimi anche nel 2024 e nel 2023 ma quest’anno sono ancora peggiorati. Sapete chi ha commesso meno errori nel baseball nel 2025? I Texas Rangers. Sono stati anche quarti nel 2024 e secondi nel 2023. Il loro manager in tutte queste stagioni è stato Bruce Bochy. Pensate che c’entri qualcosa? Certo che sì.

I Red Sox hanno subito strikeout con corridori in posizione punto più di qualsiasi altra squadra. Non c’era un approccio RISP se non quello di battere la palla più lontana possibile. Praticamente mai un bunt, un batti e corri, una battuta in campo opposto, una palla a terra che costringa la difesa a fare una giocata difficile. In altri termini mai un approccio situazionale in battuta. Cinque giocatori hanno subito più di 100 strikeout. L’approccio sembrava fosse o fuoricampo o niente, ma così si va poco lontano. Se c’è stato un tentativo da parte di Cora di correggere la situazione, magari richiamando Peter Fatse, non lo si è visto.

Vogliamo parlare della corsa sulle basi? L’allenatore di terza base Kyle Hudson ha avuto un anno terribile, autore di terribili incertezza culminate nella seconda partita dei playoff, di cui abbiamo discusso a lungo.

Alex Cora ha avuto un grande problema nel suo spogliatoio: Rafael Devers. Aveva un buon rapporto con Devers e avrebbe potuto stroncare la questione sul nascere, con la durezza necessaria a imporre la disciplina. Ma lui voleva essere amico di Raffy e ha esitato a prenderlo di petto. Questo ha portato all’intervento della dirigenza e del proprietario, e da lì è andato tutto a rotoli. Anche in quel caso avrebbe dovuto dire loro che Devers è il mio battitore designato e non gli chiederò di giocare come prima base, perchè è una richiesta senza senso. Anche in questo caso ha prevalso l’ignavia. E alla fine abbiamo perso un ottimo slugger che ci avrebbe fatto comodissimo nella sfida con quelli là, una sfida che peraltro Devers sentiva tantissimo ed è stato spesso determinante.

Cora ha avuto il merito di aver vinto 89 partite con un roster ridotto, mescolando e abbinando giocatori sempre diversi nelle sue formazioni e mandando in campo una una rotazione che si è rivelata per lo più vincente. Questo gli va riconosciuto, tuttavia non si possono trascura anche gli altri fattori al contorno che alla fine risultano essenziali in una stagione vincente. Specialmente quando arrivi a giocare a ottobre e la qualità del gioco aumenta, qualsiasi carenza può dare agli avversari un vantaggio difficilmente colmabile. Quando la squadra del 2026 tornerà in campo non sarà accettabile che questi stessi problemi continuino a persistere senza che il manager prenda le necessarie contromisure.

PS: Alla conferenza stampa, come detto, partecipava anche il CEO Sam Kennedy, per motivi che non sono stati resi noti. Non si sa se abbia parlato e, nel caso, cosa abbia detto. Le cronache dell’evento infatti, forse per un problema tecnico, non riportano nulla riguardo le sue eventuali dichiarazioni 

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Romance in Durango

Per alcuni impegni familiari improcrastinabili ho potuto vedere gara 3 con i pigiami in differita, con un ritardo molto grande rispetto all’evento. Non mi faceva voglia di commentare nell’immediato.. Cora costretto a atteggiamento completamente opposto rispetto a gara 2, mantenendo il partente Early sul monte nel un quarto inning, durante il quale la situazione via via si deteriora, fino a diventare irrecuperabile, grazie anche a un catastrofico errore di Lowe. D’altra parte una squadra che si presenta a una partita decisiva senza un attacco non può avanzare nessuna recriminazione. Anche i MfY schieravano un rookie, che le nostre mazze non hanno minimamente impensierito, tanto che ha potuto lanciare indisturbato per ben otto interminabili inning.

La perdita per infortunio di Lucas Giolito è stata solo l’ultima disavventura da gestire durante questa annata. Prima di lui altri giocatori chiave hanno avuto stop prolungati in momenti cruciali del 2025. Triston Casas, Liam Hendriks, Kutter Crawford, Tanner Houck hanno dato un contributo minimo o nullo. Roman Anthony e Marcelo Mayer sono stati convocati con colpevole ritardo e, dopo aver contribuito a raggiungere la post season, si sono dovuti fermare così come, Hunter Dobbins, Richard Fitts sono caduti prima del traguardo, oppure altri, come Bregman, sono tornati dall’infortunio avendo perso lo smalto mostrato all’inizio.

Altri giocatori sono stati un fallimento, senza bisogno di infortuni, come gli scarti dei Dodgers Buehler e May (irrecuperabili) e la caduta di Kristian Campbell dopo aprile (anche se il suo futuro resta ancora luminoso).

Oltre agli infortuni a depotenziare il nostro attacco ci ha pensato l’infinitamente estenuante calvario rappresentato dal dramma di Rafael Devers e dal successivo scambio (o più propriamente automutilazione), che hanno mostrato le gravi carenze di governance di un front office isterico e inadeguato.

A proposito di proverbi messicano, noi il fucile per competere ce l’avevamo, solo che l’abbiamo scambiato con una pizza e un mandolino (esattamente al contrario del protagonista di Romance in Durango di Bob Dylan). Aver affrontato i playoff con gravi carenza di potenza del lineup, per di più autoprovocate, senza ,non dico trovare, ma neppure cercare delle soluzioni alternative, rappresenterebbe ovunque un valido motivo di licenziamento.

Invece sebbene la offseason sia già iniziata per i Red Sox, prima di quanto avrebbero voluto,  non ci saranno sconvolgimenti drammatici nell’organizzazione e probabilmente nessuna recriminazione per la loro eliminazione al primo turno. Nel complesso tutti diranno che abbiamo i tasselli giusti al loro posto per il futuro e non possiamo farci una beneamata minchia di niente.

PS: nel frattempo ariconsoliamoci co’ l’aglietto. I MFY sono stati travolti dai canadesi e i Jays hanno così ottenuto una vittoria nei playoff che mancava da nove anni, portandosi in vantaggio per 1-0 nella serie.

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Quando il gioco si fa duro…

Sono completamente esausto. Un’altra partita equilibrata carica di tensione, euforia, ansia, sollievo, rabbia che mi ha succhiato energie e sonno e che la delusione finale non ha lenito. I Red Sox 2025 sono una squadra di giovani talentuosi, che non hanno avuto il sangue freddo per dare il colpo di grazia a una squadra di veterani sull’orlo di una crisi di nervi. Peccato! Spesso questi sono treni che passano una volta sola. Metto giù la mia opinione per punti su aspetti sui quali si potrebbe dissentire, sperando di animare la discussione:

  • I MFY scendono in campo con la tremarella, scoprendo la giugulare. La prestazione di Rodón e molto , L’errore al terzo che ci ha permesso di pareggiare avrebbe dovuto segnare il suo epilogo, ma non siamo riusciti a farlo scendere. Solo un giocatore si salva nei pigiami ed è Ben Rice. Quel ragazzo con l’espressione bovina da serial killer mi fa paura e ringrazio Boone di averlo tenuto fuori  da gara 1
  • Al settimo, quando siamo riusciti di nuovo a fargli mettere la testa sul ceppo, non abbiamo saputo affondare il colpo e, complice una buona giocata difensiva con in campo il rilievo, abbiamo perso la nostra occasione. C’è un commento in diretta che testimonia il mio sconforto.
  • Proprio come ha fatto venerdì contro Detroit Cora ha gestito il bullpen in modo aggressivo, sostituendo Bello dopo solo 28 lanci, contando su un bullpen riposato grazie ai 7.2 inning in Gara 1 di Garrett Crochet (anche questa una mossa azzardata). Questo ha reso la coperta troppo corta all’estremità opposta della partita, come vedremo. Naturalmente era una tattica pensata a tavolino nel prepartita che presuppone una scarsa fiducia nelle attuali capacità di Bello il quale, da parte sua, ha sicuramente pagato un scotto emotivo per l’esordio ai playoff.
  • Era una mossa ragionevole? Io propendo per il si: se sei l’underdog devi sparigliare e non seguire ordinatamente il sentiero su cui l’avversario ti aspetta. Cora ha audacemente puntato alla gola degli Yankees. Pur essendo in vantaggio di un game a zero, ha tentato il colpo decisivo, prima che fosse strettamente necessario. Secondo me, tenendo conto della perdita di Giolito, ne valeva la pena. In questo modo ci ha dato le migliori chance di vincere la serie.
  • Era tempestiva? Col senno del poi è facile dire che se Bello avesse ottenuto un numero maggiore di eliminati, non avremmo avuto necessità di stressare Whitlock più avanti, sebbene su questo aspetto hanno giocato anche altri fattori, come il grave errore di Duran che ha limitato a soli 2 eliminati l’impegno di Slaten. Evidentemente ha giocato l’urgenza di evitare che i pigiami aprissero una voragine nel punteggio e ci privasse di questa opportunità. In quel frangente Bello era sicuramente instabile, avendo concesso un fuoricampo da due punti a Ben Rice nel primo inning e un duro contatto all’inizio del terzo.
  • Ha funzionato? Il risultato impietosamente dice di no. Tuttavia al settimo inning i Red Sox hanno effettivamente avuto la possibilità di fare danni. Purtroppo l’errata esecuzione di alcuni fondamentali è stata così disastrosa che non possiamo rimproverare altro che noi stessi. D’altra parte è probabile che giocatori inesperti (o inadeguati), possano  commettere errori quando il gioco si fa duro (anche se fa male, molto male!)
  • Oltre a Duran (già citato), mi riferisco all’orribile tentativo di bunt di Raffaela e alla dilettantistica corsa sulle basi di Eaton. L’episodio più grave è il primo: Raffaela è il ns esterno centro del futuro, legato da un contratto pluriennale, non dovrebbe essere possibile che possa fare un pasticcio del genere; viceversa Eaton è un onesto mestierante, catapultato in un palcoscenico che, se non fossero occorse circostanze straordinarie, non avrebbe mai dovuto calcare. Questo episodio però è quello più irritante, perché certifica la fine delle nostre speranze di vincere la partita e perchè c’è un concorso di colpa di Hudson (il suggeritore di terza).  Quando Chisholm riesce a bloccare in tuffo la radente di Yoshida, Eaton corre in prossimità del cuscino di terza e guarda correttamente il suggeritore, perché l’azione è alle sue spalle. Hudson gli indica chiaramente di fermarsi (se interpreto correttamente quello che si vede nella foto), ma con due out fermarsi non ha alcun senso. La difesa non ha alternativa ad assistere sulla base forzata e Eaton, un giocatore velocissimo, avrebbe segnato senza sforzo, facendo scoppiare il cervello a Bloome e a tutti i pigiami. Abbiamo corso il serio pericolo di vincere la partita, giustificando l’all in messo sul tavolo da Cora.

Naturalmente tutti gli azzardi falliti comportano dei contraccolpi. Whitlock viene chiamato all’inizio del settimo inning, che chiude shout sebbene conceda un doppio con 1 out. Ora il bullpen è vuoto e Chapman aveva già ottenuto una salvezza con quattro out martedì e così a Cora non resta che affidarsi ancora a Whitlock, per un secondo inning di lavoro. Dopo due eliminati concede una base su ball a Chisholm. Ora Whitlock è a quota 32. Non lanciava così tanto in una sola partita da giugno. Fosse disponibile Bernardino, forse Cora lo farebbe entrare, ma c’è solo Tolle e valuta di avere ancora tempo.  Invece Wells tocca un singolo sulla linea destra e Chisholm, che non viene fermato in terza, porta a casa il punto della vittoria, mentre l’assistenza di Eaton arriva al piatto un secondo troppo tardi.

I 47 lanci di Whitlock rappresentano il massimo per questa stagione, cioè da quando è tornato dall’intervento intervento chirurgico subito lo scorso anno. Stanotte potrebbe non essere disponibile e questo renderebbe ancora più difficile il compito di eliminare i pigiamini. Oltretutto troveremo avversari euforici per il mortale pericolo scampato non si sa come. Si mette male per noi buoni, ma venderemo cara la pelle! 

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RED SOX WIN!

La faccia abbacchiata di Spike Lee dà il tono della magnifica serata (si fa per dire sono le 3:17!) Chapman ci fa vedere le streghe incassando 3 singoli consecutivi, poi si resetta e fa i tre out che danno la vittoria in gara 1. Una grande gioia, ma la partita è già archiviata perchè la mente già pensa alla gara di domani.

GO SOX!

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Tocca a noi? Davvero?!

Alla fine la tanto sospirata qualificazione ai playoff è arrivata e quindi bisogna fare le congratulazioni a Cora e a tutti i giocatori Red Sox 2025. È stata una stagione lunga e logorante, costellata di infortuni, polemiche, errori, battute scadenti, ancora altri infortuni e giocatori cacciati senza troppe cerimonie. Questa squadra aveva delle lacune iniziali, ignorate programmaticamente, che ne hanno frenato la corsa. Ne abbiamo parlato tanto e ci sarà tutto il tempo per approfondire durante la offseason, ma ora è il momento di celebrare e rendere merito a cosa invece è andato bene nel 2025.

In primo luogo dobbiamo dire che non ci siamo annoiati. Non dico che ci siamo sempre divertiti, perché per la gran parte i Red Sox sono stati una squadra mediocre, incapace di muoversi da quota .500 (una vinta e una persa letteralmente). Però i momenti entusiasmanti in corrispondenza delle serie di 12 vittorie su 13 gare, subito prima della pausa, 10 su 12 a inizio agosto e 7 su 8 a fine agosto hanno ripagato i rodimenti epatici e portato a casa abbastanza vittorie da conquistare la postseason con un bottino finale di 88W, che per me, che sono anziano, dovrebbe essere il limite della decenza (nel famoso 2011 non ne bastarono 90, per dire).

Abbiamo sicuramente beneficiato di una American League particolarmente debole che ha perso per strada alcuni indicati come protagonisti alla vigilia, che non si sono proprio alzati dai blocchi di partenza, come Baltimora. A questo si aggiunga il crollo verticale subito nel finale dalla squadra considerata la migliore dell’AL, i Detroit Tigers. Anche gli Houston Astros, veterani dei playoff e a lungo leader della propria division, hanno inciampato nel finale a causa di alcuni infortuni di giocatori chiave.

A questo punto è interessante cominciare a indicare le ragioni del nostro successo. Innanzitutto occorre evidenziare che i Red Sox hanno trovato un vero asso della rotazione, senza il quale non avrebbero potuto competere, come è successo per le stagioni precedenti: Garrett Crochet, che è destinato a diventare una stella per gli anni a venire. Ha avuto qualche passaggio a vuoto a fine stagione, probabilmente per la stanchezza indotta dall’aver infranto, con ampio margine, il suo record personale di inning lanciati, ma per la maggior parte del tempo è stato un partente dominante di livello Cy Young, che ha dato fiducia a tutta la clubhouse.

Al secondo posto di questa lista estemporanea c’è stata la prepotente emersione di un esordiente, andata oltre le più rosee aspettative. Non credo sia esagerato pronosticare che Roman Anthony diventerà una stella del baseball, giocando auspicabilmente a Boston con i Red Sox. In effetti c’è un contratto a lungo termine che dovrebbe garantirci da questo punto di vista, ma sappiamo che, con questa proprietà e questo front office, non si può mai stare tranquilli.

Aroldis Chapman è stata una clamorosa sorpresa, dato che all’inizio non era neppure il closer titolare. Alla prova dei fatti è stato così clamorosamente efficace da regalarci una delle migliori stagioni nella storia dei rilievi dei Red Sox. Il contratto in essere dovrebbe mantenerlo a Boston per un altro anno, con un’opzione reciproca per la stagione successiva.

I Red Sox hanno finalmente utilizzato Garrett Whitlock come set up, il ruolo per lui più confacente, e ha finalmente dato una prestazione eccelsa, migliore del 2021, costituendo il preparatore ideale in un’accoppiata vincente con Chapman.

Trevor Story ha finalmente avuto un anno senza infortuni con la maglia dei Red Sox, chiudendo una stagione solida sia in battuta che in campo (a parte una preoccupante sequenza di errori nel finale).

Alex Bregman ha avuto un inizio di stagione brillante, ma dopo l’infortunio ha avuto un ritorno problematico, fino a sparire quasi del tutto nel finale. Resta comunque inestimabile il suo contributo come coach in campo e leader della franchigia, che ha esercitato con autorevolezza e generosità. Speriamo che possa tornare in forma l’anno prossimo, a patto che non rescinda il contratto e vada altrove.

I rookie Marcelo Mayer e Carlos Narvaez hanno mostrato lampi di genio in questa stagione, e ci aspettiamo che la prossima crescano ancora e possano dare molto di più.

Infine, una menzione d’onore ai killer dei mancini, al secolo Romy Gonzalez e Rob Refsnyder. Quest’anno Cora ha schierato i Red Sox facendo un abbondante (e per me anche irritante) utilizzo del platooning. In pratica hanno avuto due lineup: uno per i lanciatori mancini e uno, molto diverso, per i destrimani. A conti fatti tuttavia occorre riconoscere che senza questo accorgimento i Red Sox non avrebbero sicuramente raggiunto i playoff. L’OPS di Romy contro i lanciatori mancini è di .978 e quello di Refsnyder di .958. Sono numeri semplicemente pazzeschi. Dovremmo agire affinché, per il prossimo anno, non sia più così necessario.

Questa squadra è ancora in fase di ricostruzione, ma, dopo anni di inattività, è nettamente più vicina all’apertura di una finestra competitiva per la vittoria del campionato. Per ora, godiamoci quello che ci aspetta nei playoff e speriamo che almeno costituisca un’esperienza preziosa.

Il roster attuale conta solo 9 giocatori che hanno in precedenza giocato nei playoff. Di questi, in realtà, sono solo 3 giocatori, tutti e tre vincitori delle WS, quelli che hanno un minutaggio significativo:

  • Sono pochi coloro che hanno giocato più partite di playoff del due volte campione del mondo Alex Bregman nella storia della MLB.

  • Aroldis Chapman, anche lui con 2 titoli, che ha lanciato quasi 50 inning nei playoff.

  • Nathaniel Lowe, che ha partecipato alla vittoriosa campagna dei Texas Rangers del 2023.

Contiamo che l’esperienza nei playoff di questi tre veterani sia importante per gli altri giocatori del roster, indipendentemente dal numero di partite che riusciranno a giocare. Il baseball dei playoff è un’altra cosa, quasi un altro sport, ed è un vero peccato che giocatori come Mayer e Campbell non possano beneficiare di questa preziosa esperienza.

Sebbene abbiamo dovuto attendere la conclusione di Gara 162, alla fine è capitato l’esito più gettonato: la Wild Card Series al meglio delle tre partite a New York, a partire da martedì prossimo. Avrei preferito affrontare i pigiami usufruendo del vantaggio del campo, costringendo gli esterni rivali a vedersela con triangolo e Pesky Pole, ma purtroppo non è andata così e ora la ragione ci dà un pronostico sfavorevole. Vediamo perché analizzando punti di forza e di debolezza delle due formazioni.

Il punto di forza degli Yankees è il loro attacco. I MFY hanno il maggior numero di fuoricampo e guidano la MLB in OPS, e hanno il predestinato MVP della AL. Il loro più grande punto debole è il bullpen. Nessuna squadra ai playoff ha una media PGL del bullpen peggiore degli Yankees. Non ci sono molti rilievi affidabili ad alto potenziale su cui Aaron Boone possa contare, a parte David Bednar e Devin Williams, che comunque sta disputando la peggior stagione della sua carriera. Però per usufruire di questa debolezza bisogna arrivare agli inning finali.

I Red Sox sono esattamente speculari. Abbiamo un bullpen formidabile, che può schierare in sequenza Slaten, Whitlock e Chapman (0.70 WHIP), e i buoni bullpen fanno spesso la differenza ai playoff (non cito Kōji Uehara perché sono scaramantico). Tuttavia il nostro punto debole più grande è l’attacco incostante. Un problema che ci ha afflitto per tutta la stagione, specialmente per l’incapacità di battere valido con RISP. Nelle partite dei playoff, laddove i punteggi sono solitamente serrati, questo potrebbe essere un fattore determinante.

Se uno guarda quello che è successo a settembre siamo perfettamente giustificati a essere scettici che i nostri partenti riescano a portarci in vantaggio al sesto inning, specialmente in uno stadio progettato per esaltare la potenza dei loro slugger. Parafrasando Sergio Leone possiamo concludere che quando una squadra con Aaron Judge incontra una squadra senza Rafael Devers (o chi per lui), la squadra senza Rafael Devers (o chi per lui) è già morta stecchita.

Questo ci dice la ragione, ma il cuore non se ne cura. Magari Cora ha tenuto delle carte coperte, magari Boone sarà chiamato a prendere qualche decisione critica, magari Judge scivola sui gradini del dugout: non esistono le partite perse in partenza e specialmente le partite con quelli là.

Go Sox!

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Speranza e paura

Non so se capita anche a voi di avere la stessa impressione, ma a me sembra che le squadre che giocano la finale di una serie, con la possibilità di realizzare una sweep, lo facciano con minore determinazione o, quanto meno, non riescano, in tali circostanze, a mobilitare tutte le risorse fisiche e psicologiche. Al contrario, poiché a nessuno piace prendersi un cappotto, anche gli avversari raddoppiano gli sforzi in tali circostanze. Con tali premesse ero quasi sicuro che i Red Sox ieri avrebbero probabilmente mancato di staccare definitivamente il biglietto per la qualificazione. 

Per la precisione mi aspettavo una reazione di orgoglio di Toronto, che aveva appena perso la leadership della division, avrebbero sbranato l’incerto Bello che scende in campo ultimamente con un punteggio molto largo a loro favore.

Invece nonostante un attacco tornato all’apatia cronica di qualche giorno fa, con i temibili (sic) lanciatori dei Blue Jays (Varland, Lauer e Rodriguez) capaci di eliminare i primi 18 battitori dei Red, Bello era riuscito ad arrivare alla parte bassa del sesto, ancora con zero punti sul tabellone, sebbene si sia messo spesso nei guai.

L’attacco Blue Jays si apre con una innocua rimbalzante di Guerrero, che arriva salvo ed esultante in prima per errore del nostro interbase. Questo è stato il sesto errore Story nelle ultime sette partite, cinque dei quali sono stati errori di tiro nell’assistenza in prima in azioni di routine. 

Alla fine questo si rivela l’evento decisivo. Bello non la prende bene e, in rapida successione,  con una BB e un colpito riempie le basi, con zero out. Cora non è proprio sul pezzo, perchè magari il nostro non brillantissimo partente, lo avrebbe avvicendato un po’ prima. Forse l’inning non avrebbe dovuto neppure iniziarlo. Almeno spero che si comporti così in una gara di playoff. 

Queste sono le situazioni per le quali Weissert percepisce uno stipendio, ma ultimamente, quando ne ha avuto l’occasione, ha rimediato tali figure barbine che giustamente Cora ora si fida Wilson, per altro reduce dall’inopinato recente successo di martedì. Ma proprio per questo è una scelta che desta qualche perplessità. Perché non pensare a gente come Matz o Murphy che fanno la muffa in panchina? Oltretutto Matz è stato preso a Luglio da Breslow proprio per gestire tali circostanze. Col senno del poi siamo sicuri che non avrebbe fatto peggio.

Ora tocca vincerne una in casa contro Detroit, una squadra che potrebbe essere protagonista del più clamoroso crollo nella storia MLB. Lo scenario più nero sarebbe quello in cui Crochet fosse costretto a giocare domenica contro Skubal, saltando gara 1 delle Wild Card series. Ma speriamo che la faccenda si risolva prima.

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Gara 157

Sottotitolo: Grinta, talento e culo (per tacer degli arbitri)

Avevo sbagliato pronosticando altri sei giorni di sofferenza. In realtà, dopo la nostra vittoria di ieri (e la sconfitta di Houston a Sacramento), il numero magico per accedere ai playoff è sceso a uno e la situazione si è quindi di molto rasserenata. Poiché siamo avanti di due partite su Houston (e abbiamo vinto 4 dei 6 scontri diretti), l’unica possibilità rimasta loro per superarci è vincere le rimanenti 5 partite, mentre noi le perdiamo tutte tranne due. 

Quindi, salvo catastrofi planetarie, ci sono buone probabilità che mercoledì della prossima settimana disputeremo una Wild Card series in trasferta. Resta ancora da determinare l’avversario. Se la stagione finisse oggi, incontreremo gli Yankees al picco della loro forma. Tuttavia la division è ancora contendibile e, continuando a battere Toronto, ci potrebbe capitare di tornare a giocare proprio al Roger Centre. Se invece scivolassimo sul terzo gradino WC, affronteremo il campione della AL central, un titolo ancora da assegnare. Ma a questo punto, il tutto mi sembra un dettaglio poco significativo.

L’importante è essere tornati nei playoff e questo obiettivo è stato raggiunto da una squadra coriacea e grintosa che, nonostante tutto quello che ha potuto ordire il front office per ostacolarla, non ha mai mollato, ha dato il massimo in ogni momento, facendo valere i propri punti di forza che non sono pochi.

La partita di ieri notte è paradigmatica e merita di essere descritta in dettaglio.

Il matchup fra gli starting pitcher non sembra lasciarci troppe speranze. Gausman, uno dei migliori partenti della lega, aveva registrato una ERA di 2,51 nelle ultime 14 partenze dal 1° luglio. Toronto è stata una delle migliori squadre di baseball nelle partite casalinghe in questa stagione, arrivando martedì con solo 25 sconfitte, il minimo nell’AL. Infine, visto che conducevano di 3-7 il record degli scontri diretti, il pronostico era del tutto avverso. 

Tuttavia, visto si erano già assicurati un posto nei playoff, il rischio di perdere la division proprio sul filo di lana, generava un’insicurezza che i Red Sox hanno saputo sfruttare, facendosi trovare pronti, lasciandosi alle spalle i possibili strascichi della sconfitta di domenica, isolandosi dallo stress e riuscendo trovare l’unico maniera per battere un avversario nettamente superiore. 

Dopo un primo inning che scorre tutto sommato tranquillo, perchè i Blue Jays non approfittano del primo errore della partita di Story, colpiamo per primi al secondo. Yoshida, che ultimamente assomiglia a un giocatore di baseball, trova un doppio leadoff sulla destra. Essendo privi di slugger, non conviene regalare out usando il bunt, per far avanzare corridori bradipi. Gonzales e Raffaela quindi tentano la sorte ma sono entrambi eliminati. Tocca a Lowe, quello che domenica aveva mancato due volte la valida con le basi piene, il quale però evidentemente non ci sta ancora rimuginando, perchè questa volta trova una ground ball RBI sull’esterno centro. A seguire Abreau, tornato a difendere il campo destro, batte un doppio, ma Narvaez, con seconda e terza occupate, non riesce a colpire abbastanza profondo e viene preso al volo, ma intanto ha preso le misure.

La parte bassa del secondo sarà una sliding door. Giolito fa battere a terra Kirk, dopo un bel duello, ed elimina al piatto Schneider. Purtroppo, prima e dopo, concede due basi ball. Clement batte una rimbalzante di routine su Gonzalez, che assiste uno Story troppo disinvolto. Invece di guardare la palla, si guarda i piedi per verificare il contatto con la base, la palla del terzo out cade a terra e le basi si caricano. Torna in battuta il temibile Springer, che, sul conto di 2-1, tocca una GLL, con un giro ad uscire. La palla tocca l’infield in territorio fair e poi sorvola la terza base con una traiettoria curva che l’avrebbe portata a toccare terra in territorio foul dopo il guanto proteso di Bregman. La cosa interessante però è dove si trovasse la sua perpendicolare, quando è uscita dal campo interno. Secondo l’arbitro di terza, piazzato a sulla rigaa poca distanza dal cuscino, era foul. Per Springer, la sua squadra, il pubblico e i tutti commentatori sportivi era in territorio fair e sarebbe stata una valida pesante, che avrebbe portato almeno due punti e il turno alto nel box di battuta, con un Giolito comprensibilmente scosso. Il replay che scorreva in televisione e sui maxischermi, mostrava chiaramente che la palla era buona, ma, per qualche motivo che non conosco questo tipo di gioco non è revisionabile. Il manager di Toronto ha provato a chiedere all’arbitro capo se avesse visto qualcosa di diverso, ma senza esito. Springer è dovuto rientrare nel box, per essere subito dopo chiamato strikeout a causa di un sinker filo piatto esterno, ma chiaramente fuori dalla zona. Al povero George è venuto uno strabocco di bile che ha sfogato su suppellettili varie.  

Al quarto inning Masataka tocca di nuovo in valido, per un singolo leadoff, e va in seconda per un tentativo di pickoff in prima, con Gonzalez nel box, ricreandosi così le stesse condizioni del secondo inning. Questa volta però i suoi compagni non lo portano a casa e nella parte bassa i Blue Jays pareggiano sprecando due corridori agli angoli.

Nell’inning successivo Lucas Giolito con 2 out, concede una BB e viene rilevato avendo raggiunto i 98 lanci. Il suo ruolino riporta 3H, 4BB, 1ER e 3K. Un solo punto subito e 3K sono un buon risultato considerando che le sue four seam fastball viaggiavano a una media di 92,1 mph, in calo rispetto alla sua media stagionale di 93,3 mph.

Cora chiama Wilson per l’ultimo out. Raggiunge l’obiettivo dopo aver concesso una base ball a Lukes. Questo sarà l’ultimo avversario a raggiungere salvo il cuscino di prima. Wilson è mantenuto da Cora nel sesto e ripaga la fiducia dopo i recenti problemi.

Whitlock è anticipato al settimo inning per falcidiare il cuore del lineup di Toronto, che comprende Varsho e Guerrero. Contabilizzando questo inning perfetto ha concesso solo un punto guadagnato nelle sue ultime 29 riprese (30 presenze) a partire dal 6 luglio. 

Successivamente Cora fa entrare uno Slaten che non ha problemi a chiudere l’ottavo dimostrando di acquisire sempre maggiore confidenza. Infine sale sul monte il nostro intoccabile closer, che ottiene la sua 32° salvezza stagionale. Questo schema chiaramente è il piano per vincere le partite di playoff e potrebbe funzionare.

Tornando alla parte alta del sesto, dopo che Yoshida viene eliminato al volo, è Gonzalez che batte un doppio. Va in terza per un singolo di Raffaela e poi a casa per un altro singolo RBI di Lowe che ci porta in vantaggio. Dopo che Abreu sembra compromettere tutto, con una battuta in diamante, che provoca l’eliminazione di Rafaela preso in ballerina, Narvaez, ancora a zero dopo 17 AB, esplode con un doppio al centro, che raggiunge la recinzione e fissa il risultato sul definitivo 4-1.

La partita non è stata bella, ma, almeno per noi, molto divertente. Siamo stati fortunati, siamo stati favoriti (dalle decisioni arbitrali), ma sicuramente siamo stati pronti a ricavarne il massimo beneficio e abbiamo dimostrato di avere una serie letale di rilievi finali.

Ironicamente Springer ha subito un immeritato K proprio nel giorno in cui la MLB ha annunciato che avrebbe implementato l’Automated Ball-Strike Challenge System (ABS) la prossima stagione. Quindi, finalmente, hanno deciso di entrare nel XXI secolo, di acquisire un po’ di buon senso e di accettare che le partite di baseball debbano essere decise dai giocatori? … Non proprio.

Il nuovo sistema consentirà a ciascuna squadra solo due contestazioni a partita . Solo battitori, lanciatori e ricevitori potranno presentare una contestazione (toccandosi la testa). Se una contestazione ha successo la squadra la manterrà, al contrario la perderà se la chiamata venisse confermata. Insomma il solito metodo ambiguo e anodino di Manfred: due passi avanti e uno indietro per salvaguardare “il centrale ruolo dell’arbitro”. L’occhio umano non è semplicemente abbastanza sofisticato da determinare (con il grado di precisione necessario per arbitrare correttamente una partita di baseball della Major League) se un lancio effettuato a 85-105 mph sia uno strike o un ball. Esiste la tecnologia per effettuare queste decisioni con precisione e la MLB dovrebbe semplicemente prenderne atto. Magari questo renderebbe più spettacolari le partite, già inutilmente rovinate dal gost runner degli exrainning.

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Altri sei giorni di sofferenza

La vita è completamente imprevedibile, anche se agli esseri umani piace pensare di vivere in un mondo dove ogni giorno si ripete esattamente come il precedente, che tutto possa procedere senza scossoni e nulla possa spezzare la routine. Tendiamo a dimenticare  che, all’improvviso, degli aerei possono essere utilizzati per abbattere le torri gemelle, che grandi banche d’affari come Lehman Brothers possono dichiarare bancarotta, che siamo perennemente esposti quando si hanno notizie preoccupanti di una strane epidemie in Cina. 

Siccome la vita è monotona e priva di eventi traumatici apprezziamo lo sport, dove l’incertezza è ordinaria amministrazione e non sai mai quello che può succedere. Come corollario abbiamo che quando vince sempre quello che deve vincere è un sicuro indicatore di gioco truccato e questo per me rende inesplicabile come la serie A di calcio abbia così tanti appassionati.

All’estremo opposto dello spettro c’è il baseball in cui il motto “It ain’t over ’til it’s over”. Mancano sei partite alla fine della stagione della Major League Baseball e solo pochi giorni fa sembrava che tutto fosse deciso per l’accesso ai playoff. Ora invece sappiamo che i Red Sox, i Tigers e gli Astros sembrano ancora leggermente favoriti, ma i Guardians che hanno vinto 15 partite su 17, hanno ribaltato radicalmente la loro stagione e reclamano prepotentemente un posto. Per capire cosa succederà lasciamo perdere le proiezioni. Fan Graph attribuisce percentuali di successo ben superiori al 50% (per noi si parla addirittura del 90.2%), per ad ognuna di queste quattro squadre, anche se è assolutamente certo che una di queste non ce la farà. (Se mi chiedessero di scegliere qualcuno per gettarlo dalla torre direi immediatamente Houston, senza pensarci un attimo, purtroppo sono proprio quelli con il calendario di facile).

Siamo andati a Tampa in condizioni precarie, ma, sorprendentemente, abbiamo colto due rinvigorenti vittorie in rimonta, mettendo a segno dei big inning a fine partita nelle prime due partite. Poi (sorpendentemente?) siamo crollati nella gara finale, perdendo 7-3, subendo 14 strikeout e lasciando ben 10 uomini in base. Nathaniel Lowe dietro la lavagna per aver preso uno strikeout per ben due volte, con le basi cariche. Wilyer Abreu è tornato in campo per la prima volta dal 18 agosto, dopo aver saltato 30 partite, e senza aver potuto sottoporsi a riabilitazione il risultato è stato un gran sombrero.

Ma questo andamento a montagne russe non riguarda solo noi, anzi è caratteristico di tutto il campionato.

A fine agosto, i Red Sox hanno vinto 7 partite su 8 contro Yankees e Orioles, portandosi a 15 partite sopra il .500. Questo è stato il picco più alto della stagione e sembrava potessero competere per la division. Nelle ultime 7 serie (21 partite), i Red Sox hanno stabilito un record di 10-11, sono ancora 14 partite sopra il .500, ma ora siamo in corsa solo per una wild card. 

Secondo il sito Tankathon Boston ha il calendario più difficile dovendo affrontare nelle ultime serie due Toughest Opponents come Toronto o Detroit. Tempo fa speravo che queste due squadre, a questo punto della stagione, avessero raggiunto e propri obiettivi e che (forse) non si sarebbero impegnati alla morte con noi. D’altra parte se questo non è successo significa che anche loro hanno fragilità che potremmo sfruttare.

Mi riferisco in particolare a Detroit che sono entrati in una profonda crisi tanto che, un Cleveland piuttosto frizzantino, ha potuto rimettere in discussione la AL Central. Ora i Tigers conducono di una sola partita, dopo essere stati avanti di 11 solo 17 giorni fa e aver subito sei sconfitte consecutive, nove su dieci e 18 su venticinque. Mi ricordano qualcuno nel 2011.

Ora i Tigers dovranno giocare proprio con Cleveland e l’esito di quella serie potrebbe influenzare il nostro campionato. Ovviamente, i Red Sox sono padroni del loro destino e se riuscissero a vincere 4 o 5 delle ultime 6 partite sarebbe fatta. Considerate le difficoltà in battuta, l’evidente stanchezza dei lanciatori partenti e la scarsa qualità dei rilievi intermedi, è difficile credere che ne possano vincere più di 3. Sarà necessario quindi vedere quello che succede sugli altri campi e quello che succede nella AL central ci riguaerda più da vicino. Si propongono due scenari.

Scenario 1: I Tigers tengono a bada i Guardians e vincono l’AL Central
Anche se tutto lascia prevedere che i Guardians riescano a fare la loro parte e vincere la division potrebbe entrare in gioco la legge di Murphy. Le serie positive finiscono. È molto difficile mantenere un ritmo serrato a fine stagione. Questo è probabilmente lo scenario migliore per i Red Sox, dato che detengono il tie break sia contro i Guardians che contro gli Astros, avendo vinto le rispettive serie stagionali. Avendo una vittoria in più di entrambe significa che, per poterli eliminare, occorre che ENTRAMBE vincano 2 partite in più di Boston. Per esempio se i Red Sox finiscono 3-3 (uno scenario molto plausibile), sia i Guardians che gli Astros dovrebbero stabilire un record di 5-1 per eliminare i Red Sox. 

Scenario 2: I Guardians prendono l’AL Central
A questo punto i Tigers sono una contendente per la Wild Card insieme ai Red Sox e agli Astros. Boston e Detroit condividono lo stesso identico record, con 85 vittorie, ma in questo scenario i Tigers hanno il vantaggio del tie break sui Red Sox e giocheranno le ultime 3 partite dell’anno al Fenway Park. Questa potrebbe essere una serie playoff anticipata. Se così fosse, i Red Sox non avrebbero a disposizione i loro tre migliori partenti, dato che giocheranno tutti nella serie contro i Blue Jays. Forse il solo Giolito potrebbe eventualmente lanciare nella partita di domenica con 4 giorni di riposo, se fosse necessario.

Ma è inutile guardare così avanti. C’è poco da fare tabelle, pronostici o divinazioni, le cose spesso vanno in un modo che nessuno ha previsto. L’unica è sedersi in poltrona e guardare quello che accade, perché, come dice sempre Faso, il meraviglioso gioco del baseball sarà sicuramente emozionante.

Se a leggermi ci fosse un neofita consiglierei di concentrarsi sui pitching duel. Il baseball non lo si si può apprezzare se non si capisce quanto sia difficile:

  1. lanciare una palla ad un bersaglio dalle dimensioni paragonabili a un foglio A3, posto a 18,44 metri di distanza
  2. usare una mazza per colpire efficacemente una pallina dal diametro di 7,5 cm, che ti viene addosso a velocità che possono raggiungere i 160 Km/h.

Se invece si riesce ad apprezzare questi gesti tecnici tutto diventerà estremamente divertente, indipendentemente da chi vince, sempre che, beninteso, non indossino pigiamini a righe.

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In panne

Nove partite da giocare e speranze ridotte al lumicino. La squadra che ha perso la serie in casa con gli A’s sembra piantata a terra, incapace di fare un passo avanti, con tutti i reparti che hanno dato segni di regressione e logoramento:

  • Quasi tutto lo staff dei partenti, che ci avevano portato su in classifica durante l’estate, se non sono stati falcidiati dagli infortuni, sembrano aver esaurito ogni spinta propulsiva. Mi riferisco in particolar modo a Giolito e Bello che nelle ultime settimane esibiscono numeri paurosi. Abbiamo raschiato il fondo del barile e sembra che Crochet sia il solo su cui possiamo contare, unitamente a Early (finchè dura!), nonostante siamo riusciti a sprecare anche le sue gemme.
  • L’attacco, ridotto a uno stato larvatico, ha risentito di diversi fattori penalizzanti. Ha pesato l’assenza delle mazze di Anthony, Abreu, Mayer per infortunio e di Campbell, tenuto ancora in castigo in tripla A, e di quelli entrati in slump così profondi da non vedere la fine (Bregman e Rafaela). Breslow ha inoltre mutilato la squadra avendo cacciato una delle migliori mazze MLB, per mandare nel box giocatori che non dovrebbero giocare in MLB e altri che almeno non dovrebbero giocare titolari tutti i giorni.
  • La difesa, che pur non era il nostro punto di forza, ha mostrato segni di ulteriore cedimento anche in colonne come Trevor Story che, pur autore di due errori che ci sono costati la partita di ieri, è stato contemporaneamente uno dei migliori.
  • Il bullpen forse è il reparto messo meglio (non è proprio il caso di parlare delle piccole crepe mostrate dal nostro brillantissimo closer nel marasma generale), a patto che Cora smetta di mandare sul monte Weissert in partite contese. Ne ha buttate al cesso due recentemente, ora basta!

Quindici giorni fa speravamo di poter contendere a Toronto la division, ora siamo in caduta libera, tutti gli obiettivi sembrano sfumati nel nulla, a parte l’ultimo posto nella Wild Card race, che ci costringerebbe ad affrontare Seattle o Houston in trasferta nelle Wild Card series, con poche o punte prospettive di procedere oltre.  Noi non sappiamo cosa sta succedendo davvero nella club house, immaginiamo che tutto lo staff tecnico sia febbrilmente impegnato a cercare delle soluzioni, ma sembra impossibile che le possano trovare. La squadra sembra la Dodge Monaco del 1974 dei Blues Brothers che stira le cuoia, appena arrivata al Richard J. Daley Center di Chicago.

Il numero magico è 9, ma dovendo affrontare, nell’ordine, Tampa Bay, Toronto e Detroit sembra temerario poter ambire ad un bottino superiore a un paio di vittorie. Sembra quindi praticamente impossibile che Cleveland, che ha vinto le ultime sette in fila, non riesca a mettere la testa avanti e ci elimini dai playoff sul filo di lana, regalandoci un’altra stagione fallimentare. Molti paragonano questa situazione a quella del 2011, ma mi permetto di dissentire. All’epoca la proprietà aveva approntato una squadra in grado di vincere la divisione e puntare alle WS. Al disastro reagirono con prontezza (anche se non lucidamente), facendo rotolare qualche testa a caso. Avevano almeno l’obiettivo di tornare subito competitivi. Dalla stagione 2019 in poi non sembra proprio che Mr. Henry perda il sonno per i Red Sox, non si sa se verranno presi provvedimenti e quali.  Anzi c’è il rischio concreto che essere stati fra i corsa alla fine di settembre sia considerato un progresso e che quindi siano tutti confermati.

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