La cruna dell’ago

Ormai siamo abituati ai Red Sox 2023 e al fatto che, ogni volta che sembrano aver fatto un passo avanti, nel fanno sempre uno, se non due indietro. Ma … davvero siamo abituati? Per quanto mi riguarda non direi proprio. Ci sono ricascato e questi maledetti sono riusciti a deludermi di nuovo con le prime due gare a Houston.

La delusione non deriva tanto dalle sconfitte (anche, ci mancherebbe, ma non solo) piuttosto da come sono maturate. I texani si sono dimostrati alla nostra portata, ma anche una squadra che non puoi prendere sottogamba. Se vuoi prevalere non puoi concedere loro nulla e devi approfittare cinicamente di tutte le occasioni che ti si presentano. Ebbene abbiamo fatto esattamente il contrario: errori a bizzeffe e corridori lasciati tristemente a morire sulle basi. Una squadra sull’orlo di una crisi di nervi che in gara tre misteriosamente si è ritrovata, ha stretto i denti e ha portato a casa una gara senza domani, nonostante iniziasse il nostro lanciatore più fragile.

Bisogna infatti guardare in faccia la realtà. Attualmente Sale non può fornire un contributo all’altezza della sua fama. Dobbiamo accontentarci anche di prestazioni al limite della sufficienza purché ci consentono di risparmiare il bullpen. Alla fine 80 lanci per completare le prime cinque riprese, con nove K, è riuscito a metterle assieme, con un lancio che ha di nuovo raggiunto i 96 MPH. Mostra ancora problemi di controllo che si manifestano nelle prime riprese dove ha concesso 4 run, compreso un homer a quella pippa di Maldonado, ma poi ha chiuso in crescendo eliminando gli ultimi sette battitori affrontati, gli ultimi due con altrettanti strikeout che hanno portato a 9 i K totali. 

Certamente i 4 ER subiti ci potevano costare cari, perché ancora una volta abbiamo avuto un Devers non pervenuto (sarà rimasto a festeggiare a New York City) e un Abreu schierato LF per le disperanti condizioni di Yoshida. Meno male che Duvall ancora si ricorda come si fa. Il fuoricampo da 3 punti battuto al decimo lo ha fatto com un piede dolorante colpito dalla battuta del lancio precedente. Complessivamente nelle prime 3 partite della  serie  Duvall batte 7 su 13 con due doppi, sette RBI e un fuoricampo in ciascuna delle tre partite. Insomma è quello che tiene su la baracca.

Stanotte ci affidiamo a Bello, 9-7 con un’ERA 3,70 su 21 partenze che sfiderà JP France 9-4 in 18 partite con un’ERA di 2,75. La partita si presenta molto equilibrata e impredicibile. Entrambi i lanciatori hanno un tasso di strikeout molto basso (Bello al 19,9% ovvero al 26° percentile e JP France al 17,9% ovvero al 15° percentile.) e sono inclini a concedere battute dure extra base. Bello ha concesso 17 homer con un xSLG di .412 e Francia, 12 homer e un xSLG di .426.  Insomma c’è un equilibrio nelle statistiche (Bello FP 4,35 xERA 4,09 JP France  4,15 e la sua xERA è 4,39) che però appare molto instabile. Con due buone formazioni infarcite di slugger che hanno prodotto punteggi alti nei primi tre incontri, è verosimile che vedremo un match scoppiettante. Speriamo solo che l’equilibrio si risolva in nostro favore, perché questa vittoria ci serve come l’ossigeno, se vogliamo divertirci ancora un altro po’ restando nella corsa alla WC. A proposito, con 6 L consecutivi i Rangers entrano di diritto nella competizione. A noi basta agguantarne uno, non ci metteremo certo a fare gli schizzinosi.

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They’ve kicked our asses

“Ci hanno preso a calci in culo”, è stato il significativo commento del manager pigiamino nel dopopartita. Mi sembra un commento adeguato alla situazione, dato che i Bronx Bombers non si trovavano nella condizione di aver perso 8 partite di seguito da 1995, hanno incassato la loro prima sweep stagionale e non si sono mai trovati in vantaggio al termine di un inning negli ultimi 50 giocati (Bisogna risalire al secondo inning di lunedì contro Atlanta). Nonostante questo Boone non ci pensano proprio a mollare e si dice ancora fiducioso di poter raggiungere i play off. Sembra che abbia accesso ad alcaloidi stimolanti di qualità. Buon per lui!  

Se quello che abbiamo visto domenica è il meglio che possono fare (e non c’è motivo di dubitare di lui), possiamo stare veramente tranquilli. Gli Yankees, che registrano una media battuta .230 superiore solo agli Oakland A’s, ora sono 11-22 dalla pausa All-Star e, ancora più scoraggiante, 6-16 dal ritorno in campo di Judge: l’uomo che doveva svoltare la stagione. 

Comunque se loro si sentono ancora in ancora in corsa, questo dovrebbe dare una carica anche a noi, dato che su nove volte che ci hanno affrontato in questa stagione, sono stati in grado di vincere in un’unica occasione. Uno su nove. Una misera vittoria con un outscored di 54-24. Manca ancora una serie di 4 partite a settembre e quindi avranno l’occasione di accrescere ancora la loro fiducia! 😉

I Red Sox hanno vinto agevolmente le prime due partite della serie con un outscore di 16-4. La partita di domenica è stata diversa perchè questa volta gli Yankees hanno veramente risposto colpo su colpo. Noi però abbiamo trovato una risposta ogni volta, per prevalere alla fine nonostante gli Yankees questa volta abbiano annullato ben 3 lead nello score. Nonostante un arbitraggio a casa veramente infame. Nonostante al nono Jansen abbia concesso un doppio a pochi centimetri dalla recinzione e abbia poi messo un altro uomo in base. Niente sembra avere importanza quest’anno quando si tratta degli Yankees e dei Red Sox. Boston trova sempre un modo per prevalere.

In attacco è stato un fine settimana divertente, in particolare per il duo composto da Rafael Devers e Justin Turner. Devers, il killer degli Yankees, che ha una media stagionale contro di loro di .429 (15 su 35), è andato 9 su 13 nella serie, con due homer e 4 RBI. Turner era 6 su 11 con 6 RBI, quattro dei quali battuti solo nella finale della serie, a partire dal settimo inning

Turner, costretto al servizio di prima base in emergenza con Triston Casas non disponibile per il secondo giorno consecutivo, ha realizzato due battute importanti. Al settimo con la gara in parità, 2-2 ha battuto il suo 20° homer della stagione per darci un vantaggio 5-2. 

Era una cosa veramente beffarda perchè Bloom aveva appena deciso di passare in base Devers, che li aveva già castigati al primo con un solo homer, e tutto lasciava pensare che avessimo assistito all’episodio decisivo della gara. (Nelle interviste di post partita Cora ha rivelato che l’ordine di battuta, con Turner dopo Devers, era voluto, proprio per scoraggiare la concessione di basi al secondo e che sarebbe stato confermato nel futuro).

D’altra parte però in quel momento la decisione del manager MFY appariva una mossa adeguata. Anche nell’inninig precedente Devers si era confermato particolarmente caldo e temibile, battendo un leadoff double. Dopo la base concessa a Turner entrava nel box uno scialbo Yoshida che batteva un’innocua palletta in diamante. Quella palla però, grazie a un monumentale errore di Volpe nell’assistenza in prima, valeva un solo out e un una corsa a casa base per Devers. Era il nostro secondo vantaggio e gli Yankees sembravano alle corde, dopo che King ha rilevato il loro solido partente Schmidt. Sfortunatamente veniva in loro soccorso l’arbitro a casa che chiamava strike out Story su una palla bassa di almeno una spanna. Questo faceva giustamente incazzare Cora, anche perché l’episodio era proprio evidente e tutt’altro che isolato nella partita. Questa reazione è valsa l’espulsione al nostro manager, ma mi piace pensare che abbia avuto un ruolo decisivo per quello che poi sarebbe successo alla fine dell’ottavo.

Nella parte bassa del settimo terminava il rilievo lungo Pivetta, autore di nuovo di una solida prestazione dopo l’inning di apertura lanciato da  Winckowski, con 3H 2R (per due stamponi) 8K in 5 IP.  Il rilievo Schreiber, apparso inaffidabile ultimamente, non si è dimostrato all’altezza del momento perché, dopo aver concesso un singolo e una base, ha permesso al giovane Volpe di emendarsi con un fuoricampo da 3. (D’altra parte in quello stadio battono lungo cani e porci). Per colmo sull’azione Duran si faceva male a un piede e doveva lasciare la gara.

È stato un brutto colpo per noi che seguivamo da casa, un presagio di sventura. Dopo un improduttivo ottavo tutto sembrava congiurare contro di noi. Nella parte bassa dell’inning, Martin, in una situazione di due out con uomo in prima, concede un singolo ancora a Volpe.  Isiah Kiner-Falefa, che in una situazione di due out, deve correre in modo aggressivo si ingolosisce, perché proprio nel momento in cui sta per arrivare salvo in terza, Refsnyder, subentrato LF su Duran, è stato autore di un vistoso scivolone che lo distende lungo per terra. IFK decide di correre e da casa sembrava avesse ottime chance di toccare il piatto. Ora però inizia il gioco decisivo della partita! Refsnyder si rimette in piedi in tempi record e spara un proiettile mirato proprio al cuore di Trevor Story il quale, se ancora non ci da soddisfazioni in battuta, in difesa, signore e signori, spacca proprio! Trevor cattura, si gira in un microsecondo e assiste con una precisione chirurgica nel guanto di Wong. IFK non è un grande corridore, l’assistenza di Story lo batte sul tempo e ora è l’inaffidabile arbitro capo che deve valutare se il tag di Wong arrivi prima o dopo che il piede di IFK tocchi il piatto. L’arbitro chiama salvo sicuro. Significa che è indifferente che, nello scontro, il ricevitore conservi o meno la palla nel guanto. Siamo sotto 6-5, ma la panchina di Boston ha qualcosa da obiettare e chiama il challenge. Passano lunghi momenti di incertezza. Per me è out, ma i replay che vengono mostrati, senza fermo immagine, non sono affatto decisivi. Mi convinco che non c’è sufficiente margine per ribaltare la decisione arbitrale, ma i revisori fanno un buon lavoro e decidono altrimenti. La pausa del gioco è interminabile perché ora è Boone a contestare la posizione di Wong. Alla fine anche il secondo challenge ci è stato favorevole: era evidente che il piede di IFK passa fra le gambe di Wong che quindi non bloccava il piatto e si trovava proprio nel punto in cui aveva diritto di gestire l’azione. 

Dopo questa smaltita il nostro umore cambia di nuovo. Il nono comincia con il prezioso Pablo Rayes che batte un singolo e Verdugo (0 su 4 con 1K) che decide di contribuire allo sforzo conquistando una base. Reyes arriva in terza su scelta della difesa sulla rimbalzante di Devers e finalmente Turner torna nel box per battere il doppio in campo opposto che ci dà il vantaggio decisivo. 

C’è ancora da soffrire. Yoshida e Duvall mancano di darci un punticino di assicurazione in più e Jansen sembra traballare come Schreiber al settimo. Sul conto di 0-2 Allen batte una palla che scavalca Verugo e batte sul limite superiore della recisione. L’istant replay conferma la chiamata arbitrale, non è fuoricampo, ma solo per un paio di centimetri. A questo punto però il pendolo finalmente smette di oscillare e, dopo un colpito e due K, Rortvedt alza una volata facile presa di Duvall che termina la partita.

Ora la trasferta continua a Houston, dove verranno giocate 4 partite. è stato annunciato che martedi tornerà a lanciare Tanner Houck e quindi la nostra formazione torna alla normalità (se ci dimentichiamo che Bloom ha pensato bene di non confermare Wacha per assumere Kluber). Houston esce da una sweep rimediata dai caldissimi Mariners (che gliele hanno suonate di santa ragione, guidati da uno scatenato Julio Rodgriguez) e ora quindi si trova di nuovo trascinata nella bagarre per la terza wild card. Dopo il weekend rimpatriata con i Dodgers, Houston verrà al Fenway Park per altre tre partite. Sembra del tutto evidente che, a questo punto, per avere ancora chance di postseason, sarà proprio necessario ottenere un record positivo nelle sette partite con gli Astros, che purtuttavia, anche sconfitti, si sono dimostrati tutt’altro che remissivi. Inoltre anche un risultato di 4-3 potrebbe addirittura risultare negativo, permettendo a Mariners e Bluejays di guadagnare ulteriore terreno su entrambi. Sembra però inutile spaccarsi la testa in previsioni, tanto andrà sempre in un modo diverso da quello preventivato.

Per avere qualche speranza a cui appigliarsi valutate che  Boston si conferma una squadra da prendere con le pinze da chiunque e che avrebbe un record di tutto rispetto se avesse avuto continuità con le squadre veramente mediocri. 

Nella figura sono mostrati i punti ottenuti con i migliori lanciatori del campionato elencati in ordine di ERA. Bhe, direi che i dati parlano da soli, no?

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Ready to roll!

Alle 19:35 (ora italiana) inizia la partita finale della serie nel Bronx che fino ad ora è stata parecchio appagante. I pigiami giocano per evitare la sweep, noi per inseguire ancora per un po’ il sogno di giocare in ottobre. Questa volta è difficile formulare un pronostico. 

Per i MFY parte Schmidt che non è stato male nelle sue due prime uscite di agosto, quando ha concesso solo 3 ER 10.1 IP con 11K. Nell’uscita successiva tuttavia è stato massacrato dai Braves e ha subito 8ER in 2.1 inning. Nei due precedenti contro di noi in questa stagione  ha registrato 9H E3R 7K su 10 IP. 

Per noi parte Winckowski come opener.  Winckowski ha affrontato gli Yankees due volte in questa stagione e non ha concesso punti nei suoi 2,1 inning sul monte.  Il piano è che effettui le prime eliminazioni (se va bene anche 6) per poi passare la palla a Pivetta con l’incarico di tenerci in partita almeno fino al sesto inning. Evidentemente per Pivetta risulta più agevole uscire dal bull pen invece che iniziare la partita. Dopo aver offerto prestazioni molto forti e convincenti nei mesi di giugno e luglio, Pivetta non è stato capace di ripetersi ad agosto registrando un’ERA di 6.08 in tre presenze.

Nei due precedenti incontri della serie abbiamo preso subito un confortante vantaggio iniziale, per poi difenderlo grazie a ottime prestazioni dei partenti. 10 11 13 17 11 20. Non è un misterioso codice segreto. In realtà si tratta del numero di lanci che Crawford ha impiegato per chiudere ciascuno dei primi sei inning della partita di ieri. Credo che bastino come metafora della sua fantastica prestazione.

Difficilmente questa volta potremmo seguire questo schema, ma chi può dirlo. Il baseball è affascinante proprio perché è indecifrabile. Prendete il caso Urias: nel settimo inning della sconfitta di giovedì, l’interno dei Red Sox è andato al piatto al Nationals Park e ha centrato il suo primo grande slam in carriera. Sarebbe meglio dire nella vita. A parte le major non lo ha mai fatto. Nemmeno nella Little League o nei campionati minori. Mai! Poi è stato sostituito più avanti nel gioco e ha avuto il venerdì libero. Quindi il successivo At Bat è stato più di 42 ore dopo, sabato pomeriggio, nel secondo inning contro l’asso degli Yankees Gerrit Cole nel Bronx. E l’ha fatto di nuovo. 

Sono quelle storie vere che nessun autore si sognerebbe mai di romanzare perché risulterebbero poco credibili, ma che la realtà non ha nessuno scrupolo a mettere in scena. È una delle ragioni per cui è facile essere romantici con il baseball.

PS Nella partita di stasera continuerà ad essere assente Casas, affetto da un ascesso dentario, ragione per la quale è stato sostituito ieri in extremis. Non avendo backup per il prima base nel roster, Cora ha schierato di nuovo Turner, che però ha dei problemi ad un calcagno che ne limitano la mobilità. Magari però ci ripensa e potremmo vedere l’esordio di Pablo Reyes in prima. Sono i famosi roster flessibili targati Chaim Bloom, una garanzia di successo assicurata.

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Red Sox vs. Gerrit Cole

C’è poco da girarci attorno. Nella partita di oggi partiamo sfavoriti soprattutto dovendo affrontare quello che è oggi il miglior giocatore dei MFT: l’asso Gerrit Cole.

Cole (10-3, 2.76 ERA) è alla sua 26esima uscita stagionale con questi numeri: WHIP di 1.05, 2.4 BB/9 e 9.6 K/9, 156,1 IP.  Ha iniziato la stagione 7-0 e non ha subito sconfitte fino a giugno; attualmente è secondo per la  ERA nella Lega americana e, se fosse necessario, sarà supportato da quello che è valutato come il miglior bullpen della MLB. 

Dall’altra parte Cora farà affidamento Crawford (5-6, 3.80 ERA) è alla sua 16esima uscita e 24esima apparizione della stagione. Con un WHIP di 1.13, 2.2 BB/9 e 8.9 K/9, 90 IP, non è esattamente la punta di lancia delle nostra formazione.

Per controbilanciare il chiaro gap nel pitching Cora ha escluso Story dal lineup iniziale. Dopo il 4/4 domenica scorsa con i Tigers, Story ha segnato un 0/16 nelle successive quattro gare in trasferta. Al suo posto Reyes giocherà interbase e sesto nell’ordine di battuta, mentre Urías, che giovedì ha battuto un grande slam contro i Nats, giocherà in seconda base e nono in battuta. Dopo un turno di riposo Connor Wong è tornerà ad accucciarsi dietro il piatto. Incrociamo le dita.

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Red Sox vs. Yankees on Friday Night

Stanotte e Boston Red Sox sono nel Bronx per tentare di conquistare terreno nella WC race, battendo i loro rivali più odiati. È la partita di apertura di una serie delicata e critica. Potremmo avere un rimbalzo positivo che ci riporti, ancora una volta, in una posizione di competitor, oppure potrebbe anche essere anche l’ultima serie della stagione con qualcosa in palio. Vedremo

Boston inizierà il gioco con Brayan Bello (schierato contro il lanciatore destro degli Yankees Jhony Brito, anche se i MFY potrebbero schierare un opener nei primi inning. Il pronostico è nettamente in nostro favore. Negli ultimi 30 giorni, Boston ha ottenuto una media di battuta di 0,253, guidati da Rafael Devers, che sta battendo .275 nello stesso periodo.Se i Red Sox dovessero confermare questi numeri dovrebbero agevolmente sopraffare Brito, un lanciatore che ha iniziato la stagione in triplo A e ha stentato a trovare il ritmo per giocare nelle major: ha registrato un’ERA di 4,76 con un Fielding Independent Pitching (FIP) di 5,51.Si è inoltre mostrato prono ai contatti duri, consentendo quasi due fuoricampo ogni nove inning. 

Ne varrà la pena? Apparentemente no. Dopo la sconfitta nella serie a WSH i Red Sox hanno 63 vittorie in 121 partite, con 41 ancora da giocare, un quarto del programma complessivo. Con questi numeri le  probabilità di qualificarsi per i playoff sono stimate solo al 6,9%. Viceversa ai Toronto Blue Jays, che sono tre partite e mezzo davanti in classifica, sono attribuite percentuali di gran lunga migliori, pari al 69,2%.

Questa enorme disparità, nonostante i record relativamente simili, è un riflesso di diverse cose, tra cui il differenziale punti fatti/subiti che vale +55 per i Jays contro il nostro modesto +28, anche se il vero ostacolo è rappresentato dal calendario decisamente ostico che ci attende, come vedremo meglio in seguito.

Come abbiamo detto in precedenti articolo, la squadra godeva di prospettive molto migliori all’inizio di agosto, prima di sprecare tutto con modeste prestazioni sulla west cost e nella serie di confronto diretto con i canadesi. Pur tuttavia oggi, con il recupero degli infortunati, in campo scende una squadra decisamente diversa e, in teoria, migliore. Possiamo quindi sperare (o illuderci) di ottenere prestazioni conseguenti. La domanda a questo punto è: quante sono le vittorie necessarie per giocare a ottobre?

Lo scorso anno il Tampa è arrivato ai playoff con 86 vittorie, ma il calendario delle squadre di questa stagione è stato stilato con criteri completamente diversi. Le squadre ora giocano solo 52 partite nella propria divisione invece di 76, 46 interleague e 64 all’interno della propria lega. La diminuzione delle gare interdivisionali cambia la dinamica totale, in particolare per una divisione di qualità come l’AL East, con quattro squadre che detengono record positivi e la quinta solo una partita sotto .500, è altamente probabile che il numero di vittorie necessarie sia incrementato rispetto alla scorsa stagione. Secondo me il numero magico sarà almeno 89+, ma per amor di discussione fissiamolo a 88 W. 

Con questa ipotesi ottimistica, significherebbe che dovremmo ottenere 25 vittorie e 16 sconfitte nelle ultime 41 partite, per una percentuale di vittorie di .610. Inoltre non solo dovremmo impattare il record di Toronto, ma anche superare quello dei Seattle Mariners, che attualmente ci precedono in classifica.

Il calendario poi non ci aiuta affatto, prevedendo per la maggior parte scontri molto impegnativi:

  • 13 con squadre che attualmente guidano le loro division (tre con i Dodgers, tre con Texas e sette con Baltimora), 
  • 12 con i loro contender (cinque con Tampa Bay e sette con Houston)
  • 10 interdivisionali includono sette con gli Yankees e tre partite fondamentali a Toronto
  • rimangono infine solo 6 partite contro squadre scadenti (tre a Kansas City e tre in casa con i White Sox), anche se con questo tipo di squadre quest’anno non siamo mai riusciti ad infierire.

Francamente, tutto considerato, la strada sembra decisamente troppo in salita e non rilevante il fatto che il dal primo settembre i roster si espanderanno di due ulteriori giocatori e potremmo quindi disporre di forze fresche per il rush finale.

Vediamo un rapido excursus sui nomi dei papabili, tenendo presente che, in qualsiasi scenario, è meno probabile che venga presa in considerazione la promozione di qualcuno che non sia già nel roster di 40 uomini, poiché ciò  probabilmente esporrebbe al DFA un altro giocatore del roster per fare posto.

Questo caveat vale per il lanciatore, che sicuramente sarà selezionato. Il ballottaggio sembra riguardi Murphy, che lunedì dovrebbe tornare a Worcester se i Red Sox attivassero Tanner Houck per iniziare a lanciare contro gli Astros, e Mauricio Llovera, acquistato dai Giants alla fine del mese scorso. Llovera non ha più opzioni, quindi se i Red Sox dovessero spostarlo fuori dal roster, dovrebbe essere prima designato per l’incarico. Purtroppo i Red Sox si sono privati di un grande campione rilasciandolo a metà stagione e, ora che è approdato a Los Angeles, lato puffi, ha visto la luce. Si tratta di Ryan Brasier che dopo aver registrato un’ERA di 7.29 con i Red Sox, ha ribaltato la sua stagione sulla costa occidentale, arrivando a un’ERA di 1.16 in 23 presenze con i Dodgers. Dopo il caso Kike Hernandez, che avuto una evoluzione simile, bisognerà farsi delle domante nella club house.

Occorre poi selezionare una giocatore di posizione e di seguito si vagliamo alcune possibile opzioni:

  • Normalmente a settembre si gioca con un terzo catcher per avere una maggiore flessibilità nel gioco, ma i Sox hanno solo due catcher nei 40 uomini: Connor Wong e Reese McGuire. Tuttavia, per quanto appena affermato, sembra piuttosto improbabile che vengano chiamati Stephen Scott (per la sua mazza) o Ronaldo Hernandez (per la sua potenza e il suo braccio).
  • Le stesse considerazioni valgono per il ritorno di un interno fra Enmanuel Valdez e David Hamilton. Valdez deve crescere in difesa, anche se la prospettiva di un interno mancino piuttosto pungente in battuta ha un certo fascino. Per quanto riguarda Hamilton, ha una velocità d’élite e sarebbe un ottimo pinch runner, ma queste sue  abilità sembrano troppo ristrette per garantirgli una chiamata.
  • Potremmo rivedere in azione Bobby Dalbec, croce e delizia delle ultime stagioni? Dalbec ha fatto tutto quello che gli è stato chiesto di fare in Triple A, con 30 homer per Worcester. Se fosse in grado di ripetersi nelle lega maggiore sarebbe un’ottima mazza, che fornirebbe anche un’utile opzione di backup affidabile per Triston Casas. Io però non ci scommetterei un patrimonio. PS: Meglio resti a giocare in triplo A piuttosto che mandarlo ai Dodgers 🙂
  • Last but not least occorre considerare Ceddanne Rafaela, fantastico protagonista dell’ultimo mese in Triple A. Rafaela sarà sicuramente un candidato per la squadra 2024 come esterno centro titolare, nello scenario in cui Justin Turner rinunci alla sua opzione giocatore e vada a giocare altrove. In questo caso Masataka Yoshida potrebbe passare al ruolo di DH, rimpiazzato all’esterno sinistro da Jarren Duran. Se questo è il piano, anticipare l’esordio di Rafaela a settembre potrebbe essere molto utile per una valutazione sul campo. Rafaela inoltre è veloce quasi quanto Hamilton e potrebbe fornire una difesa d’élite entrando in campo dalla panchina sia come CF che come SS. 
  • Rimane infine l’ipotesi più probabile con l’immaginifici Red Sox: nessuno dei suddetti. Staremo a vedere.

E dopo questa iniezione di sano ottimismo vi auguro una buona visione della partita 🙂

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Mediocrilandia

“Eccomi, sono tornato. Cominciamo dalle buone notizie: il romano Daniele Vocaturo, terzo italiano nella storia capace di fregiarsi del titolo di grande maestro negli scacchi, approda ai 16° di finale della FIDE World Cup, in corso a Baku, capitale dell’Azerbaigian, vincendo contro uno dei più forti scacchisti del mondo: il russo Daniel Dubov.

E va bene la notizia non riguarda il baseball, ma purtroppo siamo un po’ a corto di buone notizie riguardanti il baseball…….”

Questo era l’incipit dell’articolo che ho cominciato a scrivere all’indomani della sweep subita dai canadesi, che ha virtualmente concluso la stagione dei Red Sox 2023. L’articolo è rimasto inedito perché non sapevo proprio come andare avanti (e anche oggi non so proprio cosa dire).  Se almeno avessero limitato i danni con anche una sola vittoria, ora forse saremmo ancora coinvolti emotivamente nella wild card race, ma sono stati pietosi in attacco e non hanno avuto il consueto supporto da parte del bull pen. Sebbene la matematica non ci dia ancora per spacciati deve accadere l’impensabile per giocare ad ottobre. 

Molti attribuiscono la debacle alla strategia dell’opossum tenuta da front office durante il mercato di luglio: fingersi morti. D’altra parte si potrebbe obiettare che invece è stato meglio che il front office non abbia investito valore futuro su questa squadra imperfetta, proprio alla luce della debacle con Toronto. Purtroppo la situazione non è ripetibile e non c’è modo di fare esperimenti. Personalmente rimango dell’opinione che l’obiettivo di assemblare una squadra competitiva fosse fuori portata e che l’acquisto di un altro partente o lo spostamento degli ultimi tre mesi di controllo di Adam Duvall non avrebbero cambiato sostanzialmente nulla nè in questa stagione né in quelle future.

Non sappiamo in realtà cosa abbia tentato di fare Bloom, senza riuscirci, ma la sensazione è stata che si muovesse in un mercato asfittico, privo di reali occasioni. Credo che le franchigie debbano assorbire l’innovazione del terzo slot di wild card nelle loro strategie e ci sono diversi segnali che confermano tale assunto. Per esempio: 

  • gli Angels, che evidentemente non hanno ricevuto offerte allettanti per Othani, hanno deciso di investire con risultati risibili
  • sia gli Orioles che gli Yankees sono stati immobili sebbene i primi abbiano una grande e insperata opportunità e i secondi non sono proprio abituati a lasciare qualcosa di intentato
  • Se infine leggevate i blog dedicati a Blue Jays, non avreste trovato entusiasmo alle stelle per i rincalzi che alla fine sono arrivati.

Insomma alla fine gli unici soddisfatti sembrano essre solo i Dodgers, che con l’acquisto di Kike Hernandez hanno trovato una utility di grande valore, entusiasta di giocare in una squadra capace di valorizzare il suo talento.

Per quanto riguarda i commenti in bacheca sono abbastanza d’accordo con Max: la squadra è mediocre. Io quindi non ce l’ho con Bloom per come si è comportato questo luglio, ma semmai per tutto quello che NON ha fatto in precedenza, in particolare per non essere riuscito a mettere su una rotazione competitiva, che è stato il nostro tallone di Achille.

Per il futuro sono numerose le incertezze. Il prossimo autunno James Paxton è idoneo per il free agent e quindi, allo stato, la rotazione del 2024 include colo Brayan Bello come unico abile e arruolato. 

Chris “Grasso che cola” Sale, ci ha abituato intrepidi ritorni seguiti da lunghe permanenze nella IL.  I Red Sox dovrebbero ringraziare il cielo quando ce lo avranno disponibile, ma dovrebbero anche cercare un nuovo asso della rotazione, se vogliono tornare a essere vincenti. Intanto vediamo che succede in questo finale di stagione.

Tanner Houck e Garrett Whitlock, che sono stati molto tempo infortunati, e non possiamo dire che siano riusciti ad affermarsi come titolari affidabili e a dare il contributo atteso. Sono ancora (relativamente) giovani, avendo entrambi recentemente compiuto 27 anni, ma non c’è nulla che suggerisca che almeno uno dei due sia in grado di fornire circa 180 inning di qualità l’anno prossimo. Ritengo cruciale questo finale di stagione per valutare se non sia possibile affidare a entrambi ruoli di bullpen, per i quali sembra siano più adatti. 

Anche per quanto riguarda Crawford, che pure è stato autore di buone prestazioni nel 2023, bisogna proprio essere a corto di uomini per tenerlo in rotazione, mentre il suo ruolo ideale  potrebbe essere quello di rilievo di back-end (destinato ad entrare negli ultimi 3 inning della partita), o uno swingman (un rilievo in grado di iniziare le partite all’occorrenza avendo dimostrato di possedere la resistenza propria di uno starter e la flessibilità per allenarsi come rilievo).

L’emergere di giocatori come Triston Casas e Jarren Duran durante questa stagione (entrambi curiosamente prospetti della precedente gestione!) ha tenuto in piedi la baracca. Potranno ora aggiungersi al nucleo che include Rafael Devers, Trevor Story e Masataka Yoshida, per questo finale di stagione e per la prossima.

Magari, volendo, per il futuro, potrebbero cercare un nuovo titolare per la seconda base, e un catcher che riempia l’attesa per l’arrivo di Kyle Teel from preso al primo round del draft di luglio.

Naturalmente sono ragionamenti che si basano sulla conferma di titolari come Justin Turner o Kenley Jansen, che sarebbe arduo sostituire. 

I precedenti di Bloom tuttavia non ci lasciano tranquilli da questo punto di vista. Alla fine la  soluzione potrebbe essere quelle di affidare ad altre mani la gestione delle operazioni di baseball. Paolo ha definito Bloom un incompetente, è possibile. Io spero che la proprietà chiarisca questo punto. Se Bloom rimane significa che Paolo ha torto perchè ha realizzato l’obiettivo di portarci proprio dove la proprietà volevano che fossimo. Io spero che abbia ragione.

Intanto si avvicina il weekend con i MFY, la serie più importante dell’anno. In palio c’è poco o niente, ma sono abbastanza sicuro che entrambe le squadre onoreranno l’appuntamento. A presto per i commenti.

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Sucks On Purpose

C’è molta delusione fra i fan dei Red Sox per la conclusione con un nulla di fatto del mercato estivo, tanto che molti esasperati si spingono a dire che “fare schifo” è la principale strategia dei Red Sox 2023. Sucks On Purpose, appunto.

In effetti prima della deadline erano state alimentate grandi aspettative. Qualche giorno fa Devers si era fatto carico di fare un appello verso il front office per ottenere rinforzi di qualità, ottenendo anche riscontri lusinghieri. Almeno a parole. Bloom assicurava che avremmo schierato una squadra molto differente nella partita di mercoledì. Cora faceva sapere che era coinvolto in diverse trattative promettenti, sulle quali però doveva mantenere il dovuto riserbo.

Alla fine però nulla trapelava e le dichiarazioni molto generiche di Bloom trasmettevano anche incertezza e ambiguità. La stampa specializzata non era sicura neppure sulla strategia che avrebbero tenuto: vendere o comprare? Abbiamo visto articoli con valide ragioni per entrambe le opzioni, ma Bloom evitava di schierarsi su questo punto, lasciando spazio incontrollato a tutti i possibili rumors e illazioni varie. Questo per me è stato il suo errore più grave.

Come ho già avuto modo di dire, ritengo che l’assenza di una strategia comunicativa, la mancata indicazione di linee strategiche precise, abbia prodotto dei danni in itinere. Tutti temevano che Bloom avrebbe diabolicamente ripetuto il disastroso indecisionismo del 2022 che smorzò ogni velleità e fece uscire immediatamente la squadra dal wild card race. Alla fine la deadline è trascorsa e anche se non è successo letteralmente nulla, qualche maceria da sgomberare è rimasta. martedì pomeriggio quando Cora chiede di Paxton tutti sono disperati perché convinti che fosse stato ceduto il miglior starter di questa stagione. Poi si scopre che gli doveva solo dire avrebbe lanciato venerdì, ma la reazione è indice della tensione che si respirava.

Alla fine il bilancio si riduce alla cessione di Hernandez, che pur sembrando razionale nell’immediato, con l’arrivo di Urias appare assai meno convincente. E’ stato come vendere una Dacia Sandero scassata per comprare una Fiat Duna. Non se ne capisce il motivo. Oltretutto la Sandero, messa in mano ai meccanici di  Los Angeles, ha ricominciato a correre come prima. In cinque partite da quando è stato ceduto, Hernandez ha una media di .308 (4 su 13) con due doppi, tre RBI e .770 OPS.  

Personalmente, non avendo nessuna fiducia nel front office, accolgo l’esito del mercato, che corrisponde a quanto avevo auspicato, con una sensazione di sollievo come dopo uno scampato pericolo. Secondo il mio modesto parere, con tre slot di wild card a disposizione, la squadra rimane competitiva, non c’era nulla di evidente e indispensabile da eseguire e quindi una linea attendista avrebbe potuto essere rivendicata, anche di fronte all’attivismo delle franchigie che ci precedono in classifica. Se invece si dichiarano alti obiettivi e, dopo tanta ammuina, non li si raggiunge in nulla, si potrebbe creare scoramento e disillusione e il decremento del numero di spettatori potrebbe accentuarsi.

Intanto però stanotte abbiamo vinto, con un attacco che finalmente esce dal torpore. Speriamo che Turner possa tornare presto in campo, insieme a tutti gli altri infortunati che attendiamo da settimane. Se tutti tornano sani e in forma possiamo ancora avere qualcosa da dire.

Le cose tuttavia sono tutt’altro che chiare e definite, gli strascichi polemici continueranno nei prossimi giorni e ve ne daremo conto. Mi aspetterei che ci siano numerosi commenti in bacheca o almeno qualcuno che però dia vita ad un dibattito. Se guardo la bacheca dei post precedenti constato un mortorio assoluto. Mi convinco sempre di più che Paolo avesse torto quando l’anno scorso sosteneva che per proseguire la sua esperienza i requisiti fossero piuttosto bassi. Tuttavia l’evidenza ci dice che, almeno per quello mi riguarda,  non lo erano abbastanza e nella prossima post season dovremo in qualche modo tirare le somme.  

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Scadenze

Dopo aver perso cinque delle ultime sei partite alla fine di giugno il record dei Red Sox era sotto quota 500 (41-42) e le probabilità di playoff di Boston erano calcolate intorno al 17%. Nel post del 27 giugno cercavamo di analizzare cosa avrebbe dovuto accadere affinché il  front office fosse motivato a rinforzare il roster, in vista della chiusura del mercato fissata a martedì prossimo. 

Da quel momento la squadra, approfittando di un calendario piuttosto favorevole, ha stabilito un ottimo record parziale di 15-5. Dentro questo risultato c’è sia l’inopinata sconfitta nella serie a Oakland sia la sweep con la squadra miglior record nel baseball, insomma i soliti Red Sox.

A giudicare dall’atteggiamento di Bloom tuttavia, questa trionfale cavalcata sembra assomigliare molto a quella della Regina Rossa, che Alice incontra al di là dello specchio, condannata a correre all’impazzata per rimanere ferma dov’è.

E’ vero che ora le probabilità di fare i playoff sono cresciute quasi al 35%, ma, se consideriamo Rays e Astros fuori portata, rimane un’unica squadra su cui fare la corsa, (Toronto), la cui percentuale di qualificazione è vicina al 70%.

Non credo però che Bloom si faccia condizionare da questi numeri. Il suo piano è sempre lo stesso e prioritariamente orientato a rafforzare il farm system. D’altra parte il mercato sembra piuttosto asfittico: molti acquirenti e pochi venditori se si fa eccezione dei White Sox. Gli Angels, che si diceva potessero scambiare Othani prima della scadenza del contratto, ne hanno approfittato per andare all in, tenendo Othani e acquisendo Giolito. Simili mosse però non sono nelle corde di Bloom ed è quindi quasi certo che martedì ci troveremo a lottare in una situazione ancora più competitiva di quella odierna, con buona pace del manager Cora che dichiara: ““It’s not about how many prospects you have or where your farm system is. It might be No. 1 or 30th or whatever. The one that really counts is how many games you win in October and how many games you play in October. That’s what we’re shooting for”. Ecco!

In anticipo sulla scadenza comunque c’è stato un movimento, che conferma quanto andiamo dicendo. I Red Sox hanno rimandato Kike Hernandez alla sua ex squadra, i Dodgers, per due lanciatori di rilievo delle minors: Nick Robertson e Justin Hagenman. Lo scambio è avvenuto principalmente perché i Red Sox avevano bisogno di un posto nel roster per John Schreiber, ma anche perché hanno sovrabbondanza in campo esterno e già abbastanza interni con una media battuta penosa, come  Arroyo, Reyes o Chang. Difficile criticare Bloom per questa mossa.

Non sono altrettanto chiare le motivazioni dei Dodgers. Hernandez risulta il peggior giocatore nel baseball con -1,4 nella statistica fWAR. Significa che  la sua presenza in campo è costata fin qui ai Red Sox 1,5 vittorie. Evidentemente a Los Angeles sono convinti di poterlo rimettere in sesto e ritrovare il magico CF che nell’ottobre del 21 ci fece sognare (.408/.423/.837 con cinque homer in 11 partite). La speranza è di poterlo effettivamente ritrovare per una rivincita sul 2018.

Con la partita di stanotte, propiziata dagli iniziali 5.2 IP dello starter Kutter Crawford, Boston ha ottenuto il suo quinto successo consecutivo e ora è nove partite sopra .500 per la prima volta in questa stagione. Poiché ai pigiamini non basta il ritorno di Judge e otto inning scoreless di Cole per vincere a Baltimora, l’ultimo posto comincia ad allontanarsi in maniera significativa.

Due i protagonisti della serata a mio avviso. Casas, che era entrato con .469 AVG e 1.669 OPS dalla pausa dell’All-Star, ha aperto le marcature nel secondo, con un doppio per regola di campo che ha spinto a casa  Duvall, a cui è seguito un solo homer tre inning dopo. Il ragazzo è veramente esploso e ora la durata di questo periodo d’oro e la gestione dell’inevitabile calo ci daranno maggiori indicazioni sulla caratura del giocatore. Per il momento però è stato molto divertente guardarlo battere.

L’altro protagonista secondo me è stato Alex Cora del quale, quando non compie le sue famose mosse controintuitive, che lasciano un po’ tutti stupiti o sgomenti, si tende a sottovalutare quanto sia bravo. Ogni decisione di stanotte è sembrata tempestiva e efficace. Ha tirato fuori Crawford al momento giusto. Ha avvicendato negli ultimi inning i giusti rilievi. Ha inserito Refsynder al momento giusto, per affrontare un mancino e darci il punto della vittoria. Ci pensate? Refsynder al posto di Duran? Chi mail se lo sarebbe aspettato da Cora?! 🙂

Però stavolta ha funzionato. Ha funzionato tutto.

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Superati.

Spero proprio che la serie con i Cubs segni un punto di svolta nella stagione e che finalmente il comportamento bipolare da sciroccati che abbiamo tenuto fino alla pausa, lasci il passo ad un andamento più regolare. Questa speranza mi sembra abbia solide basi che derivano dal lavoro di Cora. Mi sembra cioè che al manager ad aprile sia stato consegnato un roster con gravi ca(incoe)renze, che però lui sia riuscito a colmare, attraverso un paziente lavoro di bricolage, fatto di tentativi riusciti e anche colpi andati a vuoto. 

Insomma dovrebbe essere terminato il lavoro di messa a punto e la squadra ora effettivamente sembra esprimere il suo massimo potenziale. Come siamo messi allora? Secondo FanGraph, sic stantibus rebus, dovremmo terminare la stagione a 85W, alla pari circa con i pigiamini, con loro esclusi dalla postseason con una percentuale del 66%. Tuttavia io mi sento di essere un pelo più ottimista. Dovessi fare un ranking delle squadre di major league non potrei collocare i Red Sox nell’eccellenza, ma sicuramente abbiamo visto che possiamo competere con successo contro Orioles e Blue Jays che invece invece sono favoriti nella wildcard race. 

Inoltre facendo due conti non sembra che i giochi non siano completamente chiusi. Ci mancano 68 partite da giocare. Credo che nessuno griderebbe al miracolo se alla fine realizzassimo un record di 38-30 .559, un record cioè che ci consentirebbe di giocare ad Ottobre. Ora quindi la domanda è cosa deve fare Bloom per rendere più probabile il raggiungimento di questo obiettivo in vista della scadenza di fine luglio?

Per cercare di capirlo bisognerebbe sapere, per prima cosa, quale sia effettivamente la situazione professionale di Bloom: se finissimo di nuovo ultimi rischia di essere licenziato? E lui che percezione ha di questo rischio, gli verrà il braccino corto?  

Bloom mi sembra un professionista serio e immagino che agirà secondo un una suo piano, mettendo in secondo piano il proprio tornaconto. Fra l’altro questa è anche la strategia migliore per trovare un’altro impiego in caso di esito. Ma la strategia migliore quale è: comprare o vendere? Comprare per tentare di vincere ora o vendere per impostare una squadra futura più forte.

Se lo chiedete a me io comprerei e spenderei a piene mani, soldi non miei. D’altra parte la squadra è tutt’altro che perfetta e avrebbe bisogno di diversi rincalzi compreso quello fondamentale di un ottimo partente. Big Papi suggerisce di puntare su Othani, che potrebbe incontrare una buona disposizione degli Angels. E come dare torto a Big Papi? Specialmente se non specifica in cambio di cosa. In realtà il recente incremento del numero di wild card complica le cose. Nella nostra stessa situazione di incertezza ci sono ancora molte squadre e quindi il mercato risulta asfittico. Le analisi che si trovano in giro sui possibili colpi di mercato accessibili ai Red Sox si concentrano su nomi affatto entusiasmanti. Considerando che, per qualunque mossa Bloom abbia in mente, NON DEVE muoversi alla Dombronsky, saccheggiando il reparto dei giovani prospetti, sembra che non ci siano molte prospettive. Quindi se Bloom decidesse di comprare troverebbe tante porte chiuse e probabilmente la squadra che giocherà ad agosto, non sarà diversa dall’attuale. 

Bisogna riconoscere che invece esistono molti buoni motivi per vendere. Abbiamo molti veterani, con contratti di due anni o meno, che potremmo mettere sul mercato con ottime prospettive. Per un giocatore come Paxton, i Red Sox potrebbero richiedere contropartite elevate e ricevere offerte che non si possono rifiutare. Certo che è un bel dilemma. Magari te lo tieni e si rompe di nuovo, rientrando in una infinita IL, oppure lo cedi e aiuti qualcuno che non vorresti aiutare. Anche per Duvall valgono quasi le stesse considerazioni, a parte che per lui abbiamo trovato un valido sostituto in Duran, mentre non abbiamo letteralmente nessuno da mandare a lanciare al posto di Paxton. Quindi se lo cedi, niente mezze misure. Con lui se ne vanno tutti coloro che hanno maturato un valore extra o è emerso un backup, come Turner, Hernandez, Jansen e anche Sale se la contropartita è adeguata. Non credo che questo esito sia possibile, anche se fosse considerato utile. La calda piazza di Boston insorgerebbe (a noi piacciano tanto i nostri ragazzi, e alla fine chi se ne dovrà andare sarebbe proprio Bloom. 

L’anno scorso Bloom tentò di fare entrambe le cose e combinò un casino. Ancora ricordo il traumatico passaggio di Christian Vazquez a Houston, pochi istanti prima di una partita con gli stessi Astros. Peraltro la mossa, che non fu accolta bene dai fan e soprattutto dalla clubhouse, non è che ci abbia dato una grande contropartita. Col senno di poi, visto che siamo arrivati comunque ultimi, allora sarebbe stato più saggio ricavare qualcosa da Bogaerts e Martinez, che alla fine se ne sono andati entrambi durante la off season, in cambio di nulla. 

Insomma la strategia di vendere e comprare contemporaneamente è foriera di guai, a meno di non disporre di una sfera di cristallo che prevede il futuro. Cosa farà Bloom? Se vogliamo credere alle sue stesse dichiarazioni potrebbe tentare irragionevolmente di ripercorrere la stessa strada. E quindi torniamo al quesito iniziale: la proprietà cosa ne pensa?

Io spero che alla fine non succeda nulla, non buttiamo soldi dalla finestra per comprare lanciatori mediocri, Teniamo duro con quello che abbiamo, tanto più che Pivetta, se riesce ad entrare al terzo inning, lancia ottime prestazioni da partente. Ieri 13 strike out, che per un rilievo sono una enormità, solo Randy Johnson ci era riuscito prima. Ma se avesse lanciato i primi 6 e Bernardino avesse lanciato dopo sarebbe stata l’assoluta normalità. Ma va bene, purchè funzioni.

E ieri ha funzionato a meraviglia, consentendoci di mettere la testa davanti agli MFY, che nel mentre sono stati fermati dagli Angels al decimo. Io dico di rimanerci fino alla fine per far scorrere un bel fiume di bile dalle parti del Bronx. Se accadesse metterei un bel + accanto al 2023.

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Ripresi.

Forse ricorderete che non sopporto la pausa per l’All Star Game: una partita inutile che speravo fosse sempre meno seguita e finalmente abbandonata. Purtroppo 7 milioni di persone non la pensano come me e hanno tenuto la classica di metà stagione del vecchio gioco al top nel confronto con gli altri sport americani. Sembra proprio quindi che le mie speranze siano mal riposte.

Il principale problema della pausa è che devo stare 3 giorni senza una partita dei Red Sox e non è inverno. Non vorrei sembrare un tossico, faccio anche altre cose nella vita, ma da qualche anno, quando fa caldo, ho sviluppato l’abitudine quotidiana di dedicare una mezz’oretta al baseball. Mi scandisce la giornata e, come tutti i boomer anziani come me, mi incazzo come una vipera se qualcuno interferisce con le mie abitudini.

Fortunatamente i nostri non sono stati appariscenti nella prima metà e solo Jansen ha corso un moderato rischio di infortunio a Seattle. Ciccio e Bello invece hanno giustamente approfittato della pausa per tornare a casa nei Caraibi, hanno trascorso piacevoli momenti con parenti, amici e fidanzate, hanno ricaricato le pile e sono tornati a lavoro belli carichi.

Ciccio in particolare aveva energie da spendere. Con due homer al secondo e terzo inning ci ha dato subito un vantaggio per 4-0 che i Cubs non sono stati in grado di colmare. E non sembra un caso isolato, ma il giocatore sembra avere un maggior controllo della zona. Nelle ultime 30 partite, Devers ha battuto .295 con .392 OBP e .972 OPS. Con nove HR e cinque 2B in 130 presenze,  si proietta a quota 39 HR per fine settembre. Anche Duvall, Casas, Turner e Chang sono andati in profondità stanotte assicurando un buon run support al nostro partente. In particolare l’homer di Turner ha rimesso le cose a posto quando si prefigurava un possibile ritorno dei cuccioli. Questo non è stato particolarmente apprezzato dai tifosi avversari a giudicare da come rispedivano in campo le palle uscite per homer.

Non bisogna pensare infatti che tutto sia andato perfettamente. Bello ha lanciato 6 buoni inning e ha comunque concesso tre run (con due solo homer di Bellinger), 8 valide colpi, 0 BB e 5 K, ma Turner,schierato in seconda dal nostro infaticabile manager, ha avuto alcuni momenti difficili e i problemi di controllo di Tayler Scott stavano per dare una svolta thriller nella seconda merà del nono, costringendo Jansen a uscire durante un fortunale a rivendicare la salvezza.

Boston ha vinto la sua sesta partita consecutiva per migliorare il suo record a 49-43 nella AL east, esattamente lo stesso dei MFY sconfitti a Denver, ma se finisse oggi la stagione saremmo comunque avanti ai pigiami in virtù del parziale di 5-1 negli scontri diretti. Li abbiamo ripresi e questa è stata una molla per mettersi a scrivere con il caldo di questo sabato pomeriggio. 

Oltre a questo c’è stato anche l’ennesimo singolo trasformato in doppio da Duran. Questa volta lo speedster ha aperto l’inning con una valida sul campo opposto a 96,4 mph. Arrivato comodamente in prima, alzati gli occhi ha deciso di proseguire installando la velocità WARP. Non avrebbe avuto nessuna chance di arrivare salvo se l’esterno sinistro dei Cubs non si fosse sentito costretto ad affrettare il tiro quando ha visto Duran accelerare finendo per effettuare un’assistenza sbagliata in seconda base.

Infine abbiamo Masataka Yoshida, stasera schierato DH, che ha terminato con 2 su 5 la sua ottava partita consecutiva multi-hit. È la serie più lunga di un battitore mancino dei Red Sox dai tempi di Ted Williams, secondo Sox Notes. In questo momento condivide con Bo Bichette dei Blue Jays il primato AL con 34 partite multi-hit.

Questa la striscia completa:

  • 30 giugno: 3 su 4
  • 01 luglio: 2 su 3 
  • 4 luglio: 2 su 4 
  • 5 luglio: 2 su 4 
  • 6 luglio: 2 su 5 
  • 8 luglio: 2 su 5 
  • 9 luglio : 2 su 4

Il record assoluto dei Red Sox è di nove partite, realizzato da quattro giocatori: Xander Bogaerts (2022), Kevin Youkilis (2007), Jim Rice (1978) e  Roy Johnson (1934).

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