È tutta un’altra Storia

Una delle ragioni dell’attuale periodo d’oro per i Red Sox, risiede nelle spettacolari prestazioni di Trevor Story. Arrivato a Boston con grandi speranze, fra lunghi infortuni e lunghi periodi neri, sembrava una scommessa persa. 

Dopo aver ha saltato i primi quattro mesi della stagione 2023 a causa di un infortunio al gomito, ha fatto il suo debutto stagionale ad agosto, quando oramai la stagione era compromessa. L’anno scorso, dopo solo una settimana di gioco, è caduto male dopo una presa spettacolare, subendo un infortunio alla spalla che lo ha tenuto fuori gioco fino a settembre, ancora fuori tempo massimo per dare un contributo. 

Anche la stagione 2025 sembrava incanalata come le precedenti, anzi i primi due mesi sono stati senza dubbio il periodo più difficile della sua carriera. Il contributo in attacco era così ridotto ai minimi termini, da rischiare, a fine maggio, se non di perdere il suo posto in rosa (per mancanza di alternative), ma almeno di perdere minutaggio.

Nei successivi due mesi la situazione si è capovolta, soprattutto in aspetto cruciale: Story è diventato un elemento essenziale della formazione, assumendosi il compito di portare punti a casa, Dal 1° giugno, lo shortstop dei Red Sox ha battuto a casa 49 punti nelle ultime 55 partite, di cui 11 nelle ultime sette. Per 12 volte in questa stagione  ne ha battuti a casa almeno tre nella stessa partita, secondo solo a Eugenio Suarez (14) di Seattle. 

Ieri notte al sesto inning, con la partita in parità 1-1, Story ha battuto una palletta corta a scavalcare gli interni, piazzandola con precisione davanti all’esterno centro. L’azione ha portato a casa i due corridori in base, entrambi in movimento con due eliminati. 

E’ stata il momento che ha rotto definitivamente la parità la cui dinamica si è ripetuta spesso nel recente passato. Non è un caso. In effetti, Story ha deliberatamente accorciato il suo swing in queste situazioni, privilegiando il contatto rispetto alla potenza, ma con il vantaggio di  toccare la palla più rapidamente. Spesso questo accorgimento può fare la differenza.

Con 72 RBI già realizzati e 47 partite ancora da giocare, Story è sulla buona strada per concludere la stagione battendo il suo suo record personale di 108 stabilito nel 2028 con i Colorado Rockies.

Negli ultimi due decenni la statistica RBI, che un tempo faceva parte della tripla corona per i battitori, si è svalutata rispetto ad altri parametri offensivi – come OPS o WRC+ – che hanno assunto un significato più centrale nella valutazione di un giocatore. Tuttavia bisognerebbe rivalutare la capacità dei giocatori che sanno come gestire le situazioni con i corridori in base. Da questo punto di vista Story ha sfruttato appieno la sua posizione di numero 4 nel line up per fare la differenza.

“There’s guys who have the same amount of at-bats and they’re hitting .190 with men in scoring position,” ha dichiarato Cora a tale proposito “Some people put more pressure on themselves. Some people don’t get pitches to hit. Some people swing and miss. I know RBIs are a product of who hits in front of you, but there’s a reason he hits fourth — because you believe that the people in front of him are going to get on base and somebody has to drive them in.”

Oltre ad alcuni aggiustamenti nello swing durante il turno di battuta, Story ha potuto far affidamento anche a un grande resilienza mentale. Non si esce da questi lunghi periodi di slump semplicemente con la salute e l’allenamento. Bisogna avere grande fiducia in se stessi e saper recuperare la determinazione per riemergere. Bentornato Trevor, guidaci alla vittoria!

PS: Non posso terminare l’articolo senza citare, con grande soddisfazione, la quinta sconfitta consecutiva degli sgradevoli monelli del Bronx, che si ostinano a andare a giocare in pigiama. Dopo aver contribuito alla causa dei pesci di Miami, ne hanno prese anche nell’arida pianura di Arlington.

In occasione della serie con i MFY è risorto Joc Pederson che, iniziata la serie con un OPS di .473, l’altro ieri ha realizzato un grande fuoricampo al nono, che ha riacciuffato una gara che sembrava persa e ieri notte è arrivato in base quattro volte. 

La partita si è decisa nel finale, grazie a una battuta di Tellez a basi cariche, con Aaron Boone, agitatissimo, sfogliava la margherita per decidere di cambiare il rilievo. Non gliene va bene una e l’incubo di una sua cacciata si avvicina a grandi falcate. 

Menzione speciale per il grandissimo Nasty Nate, che ha fatto letteralmente a pezzi l’attacco dei Bronx bombers, finendo con uno shutout con una sola valida. L’atteso ritorno di Judge dopo l’infortunio è stato piuttosto incolore: 0/3 con 2K.

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Il paraculo

Tutti sanno che Alex Cora punta a proseguire la carriera come dirigente a Bostn una volta che la sua esperienza di manager sarà conclusa. Per perseguire questo piano tiene la testa bassa e si muove in linea retta, mai facendo trapelare quello che pensa, o che spera, su questioni della franchigia al di fuori della sua area di competenza. Alcuni direbbero che è intelligente, altri che è molto furbo o, più precisamente, un gran paraculo, e probabilmente avrebbero tutti ragione.

Cinque giorni prima della scadenza degli scambi aveva ammesso di essere preoccupato per la scarsa profondità degli starter a disposizione: “Obviously we’re one pitch away from somebody (else) getting hurt, that’s the nature of the business. So obviously the more we have the better. Compared to where we were in spring training, we’re a lot shorter than that group.” Sentite quanta levità nel dire cose assolutamente scontate?! Nessuna pressione per il front office, per il quale si nutre la massima fiducia.

Oggi, quando gli chiedono come si sente sulla stessa questione risponde: “I feel good,” (cos’altro potrei dire? n.d.r) “Obviously, Fitzy (Richard Fitts) is down there, (Kyle) Harrison is down there (at Worcester). There’s other guys that may or may not contribute, but we’re better than a week ago in that aspect.”

Dimentica pure di citare Cooper Criswell, che si è guadagnata una insperata W contro il partente All Star degli Astros Hunter Brown, pur di affermare con convinzione che il rancio è ottimo e abbondante. 

Mercoledì nel pomeriggio, di ritorno dalla festa di compleanno del figlio di Bregman, Cora è passato un attimo dalla War Room (sic!), gestita dal commander in chief Breslow, ed ha assistito in diretta agli ultimi concitati minuti delle trattative. Ha detto di aver imparato molto, ma di volersi tenere per sé di cosa cosa effettivamente si tratti, per sfruttarlo in futuro. Non poteva dire semplicemente: “ Ho capito come bisogna comportarsi per fare sicuramente la figura del coglione e spero di poterlo evitare ove mai un giorno toccasse a me!”

Insomma, un muro di gomma! Sicuramente era informato del fatto che Boston era una delle squadre in lizza per acquisire il terza base All-Star Eugenio Suárez da Arizona, con l’intenzione di farlo per giocare in prima base”, ma che poi, gira che ti rigira, ha finito per accasarsi con i Mariners. Sa che ora si deve arrangiare  con due giocatori in regressione (Toro e Gonzalez) per coprire quel ruolo, e non sarà facile. Venerdì Boston era ventesima su 30 squadre della MLB in OPS del prima base (.702). Abraham Toro continuerà a giocare nonostante abbia totalizzato solo 10 valide nelle sue ultime 55 AB. Ma bisogna fare buon viso a cattivo gioco: dont worry  dalla tripla A è in arrivo Campbell per coprire quel ruolo. Ha già totalizzato 17 partenze in prima base con il Worcester con buoni risultati.  

Però con calma. Non c’è fretta. “There’s still work to do. He’s still a work in progress. He’s gotten better. The numbers show that. There’s a few things under the hood that we still need to get better at.” Vedete? Alla fine dell’anno dovrà spiegare cosa è successo e si porta avanti con il lavoro, precostituendo una versione convincente.

Da anni coltiva buone relazioni con la stampa, che non lo metteno spesso in imbarazzo, nelle conferenza stampa. Nessuno gli chiede per esempio perchè viene preferito il disastroso Hamilton nel ruolo di 2B, quando Grissom in tripla A ha fatto vedere cose migliori.  Non gli chiedono come farà con un ricevitore e mezzo a finire la stagione e lui non ne parla, cosa potrebbe dire infatti? La sua missione è far giocare al meglio i ragazzi che ha, non quelli che gli piacerebbe avere. Secondo me Cora era consapevole che i Red Sox mercoledì hanno vanificato la possibilità di vincere il pennant 2025 (un trofeo che nella mia personalissima scala dei valori conta quasi più delle WS), ma non dirà mai nulla che disturbi il manovratore, per ogni altra domanda citofonare Breslow. D’altra parte non è salutare esporsi. L’ultimo che aveva espresso perplessità sulla strategia ora gioca con Giants 🙂

E poi non si sa mai. Il baseball è un gioco strano e difficilmente governabile. Ieri l’abbiamo spuntata a sorpresa con gli Astros, dati per grandi favoriti. La squadra non si è arresa, probabilmente Cora li aveva abilmente preparati che non sarebbe arrivato nessun nome rilevante, sarebbero stati loro a tirare la carretta fino alla fine, che erano bravi e ce la potevano ancora fare. I Blue Jays sono stati travolti da un Kansas City che ancora può dire di essere in corsa per la wild card e poi ci sono i pigiamini affidati al manager All star Aaron Boone, che ci danno grandi soddisfazioni.

Proprio ieri avevo parlato bene di loro e mi riprometto di farlo più spesso se questi sono i risultati. New York ha puntato molto sul mercato per ottenere un supporto nel bullpen, dopo essersi resi conto, a forza di legnate, di aver perso molte partite per la penuria di rilievi affidabili. Il trio composto da Jake Bird, David Bednar e Camilo Doval è arrivato a Miami con il proposito di medicare la ferita e invece non solo l’hanno cosparsa di sale, ma probabilmente hanno causato un’infezione. In vantaggio di 9-4 al settimo inning, Bird, Bednar e Doval hanno concesso nove punti, con soli sei eliminati. In questa vicenda però  si è ritagliato un ruolo da protagonista anche l’utilityman José Caballero. Dopo che gli Yankees si erano ripresi da quello che probabilmente era stato il loro peggior inning della stagione, portandosi in vantaggio per 12-10 all’inizio del nono inning, Doval saliva sul monte per la salvezza, nonostante Boone avesse assicurato che il closer sarebbe rimasto lo stesso. Probabilmente era curioso di metterlo alla prova in un contesto sicuro come lo stadio semivuoto di Miami. Doval però, dopo il primo out, concede un singolo e una BB, portando il punto del pareggio in prima base. In una situazione 2 on e 1 out, segue un battuta radente sulla destra per un singolo, ma Caballero manca clamorosamente una facile giocata di routine, la palla prosegue fino alla recensione, entrano i due punti del pareggio, e il corridore successivo, che si era fermato in terza, arriva a casa il turno successivo, su una smorzata che il ricevitore non gestisce proprio con disinvoltura. Un sentito ringraziamento a tutti gli autori di questo disastro che ci hanno divertito e alleviato la giornata.

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Meglio Di Maggio

All’inizio di giugno gli Yankees hanno subito un tracollo che li ha portati tra le ultime cinque squadre del baseball in termini di PGL e WAR di FanGraphs. In questo periodo oscuro gli Yankees hanno registrato uno dei peggiori record del baseball, perdendo il primo posto nell’AL East, fino ad essere coinvolti in una una corsa molto competitiva per la Wild Card, con il concreto rischio di essere esclusi dai play off.

Tuttavia alla scadenza del mercato estivo i MFY hanno reagito con determinazione, potenziano il loro bullpen acquisendo un trio di lanciatori destri sui quali manterrà il controllo: David Bednar dai Pirates, Jake Bird dai Rockies e Camilo Doval dai Giants. Bednar, un closer veterano che ha partecipato a due All-Star Game, è il premio principale. Bird è un setup man eccentrico con un braccio non convenzionale, ma che dovrebbe rivelarsi un lanciatore molto efficace. Doval, impiegato come closer dai Giants, è una scommessa rischiosa a causa del suo alto tasso di basi su ball, ma quando è in serata è uno dei giocatori più pericolosi in circolazione. L’operazione di mercato si è completata con l’aggiunta della buona mazza di Caballero, scambiato proprio mentre stava giocando allo Yankees Stadium con gli odiosi raggetti. Valutazione della critica: A. Questo vuol dire che continueremo a fissare il loro culo mentre si allontaneranno sempre di più in classifica.

Anche i Mariners si sono mossi bene aggiungendo due ottime mazze al loro Iineup: 

  • Eugenio Suárez (3B, D‑backs) – 36 HR e .896 OPS nel 2025.
  • Josh Naylor (1B/DH, Guardians) – Potenza e contatto, 20+ HR e .285 AVG.

Valutazione della critica A: hanno colmato le loro principali esigenze di squadra nei cornerback interni senza neppure aver dovuto rinunciare ai loro migliori prospetti. Hanno messo la freccia e presto ci passeranno sopra. Naylor avrebbe potuto essere un valido obiettivo anche per noi, ma non ci siamo inseriti nella trattativa neppure per disturbare.

Per quanto riguarda i Red Sox nessuno pensava che avessero ottenuto abbastanza in cambio di Rafael Devera, ma scambiando Tibbs per May Breslow è riuscito in qualche modo a far sembrare la contropartita ancora peggiore di quello che era sembrata da subito. Abbiamo scambiato un prospetto presentato come di valore, per un lanciatore con prestazioni così mediocri che i Dodgers pensavano già di togliere dalla rotazione. May ha registrato un bWAR negativo in questa stagione e arriva stremato a Boston avendo già lanciato di gran lunga il maggior numero di inning della sua carriera tanto che risulta veramente difficile definirlo un miglioramento rispetto a Richard Fitts.I puffi l’hanno mandato a Boston come se l’avessero opzionato per la tripla A. Ad ogni scadenza dalla costa ovest ci arriva un bidone pieno di rifiuti tossici: Paxton nel 2024, May oggi. Lo vedremo all’opera domenica contro Valdez e credo avremo rapidamente l’opportunità di valutarlo

Tutti rimproverano al nostro front office di non aver rispettato l’impegno di prendere un partente d’élite, come Joe Ryan, MacKenzie Gore o Sandy Alcantara, ma, a parte qualche operazione di distrazione di massa, nulla di concreto è stato fatto. Ma per noi non è una sorpresa, vero?

Craig Breslow è arrivato al vertice della dirigenza da illustre sconosciuto, avendo ricoperto ruoli di seconda linea nei Cubs e con la nomea di essere apprezzato da Theo Epstein. Il suo curriculum riportava una laurea in un’università della Ivy League e tutti abbiamo sperato che rappresentasse un deciso avanzamento rispetto a Bloom. Ma oramai credo che abbiamo capito di avere a che fare in un leader con la personalità di un ameba, completamente prono alle direttive della proprietà. E lo dico per non infierire! 

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Prima mossa

Breslow (nella foto lo vedete mentre mostra sicuro a Mr. Henry le magnifiche sorti e progressive della squadra) ha operato la sua prima mossa di mercato prima della deadline fissata per oggi alle 18:00ET, mezzanotte in Italia: Boston ha rafforzato il suo staff di lanciatori acquisendo il veterano lanciatore mancino Steven Matz dai Cardinals.

Nell’ambito di una AL molto equilibrata i Red Sox hanno insperate opportunità quest’anno a patto che vengano colmate alcune evidenti lacune del roster e cioè, in ordine di priorità:

  1. Sembra necessario prendere un altro lanciatore partente, ottimale prenderne uno che possa essere schierato come n°2 nella rotazione
  2. Prendere un ricevitore di riserva migliore di Wong (non dovrebbe essere troppo complicato)
  3. Cercare un potenziamento in prima base 
  4. e una maggiore profondità nel bullpen.

Mettere Dobbins nella lista degli infortunati da 60 giorni è una possibilità per liberare un posto tra i 40 uomini. Probabilmente Matz sarà utilizzato in un ruolo multi-inning e come protezione del mancino Justin Wilson. Matz sarebbe il quinto mancino nel bullpen insieme a Wilson, Chapman, Bernardino e Murphy ed è quindi probabile che uno di questi ultimi due venga opzionato per far posto a Matz nel roster attivo.

Nonostante Matz è destinato a diventare free agent a fine stagione, Breslow lo ha preso con uno scambio alla pari con l’interno di minor league Blaze Jordan, terza scelta di Bloom al draft del 2020. (Questa circostanza potrebbe aver avuto un peso nella trattativa). Jordan ha 22 anni, e ha finalmente raggiunto la Tripla A in questa stagione, ottenendo ottimi risultati. Nell’anno, ha una media battuta di .304 con un OPS di .868 tra Doppia A e Tripla A. Ciò che lascia perplessi è che Jordan fosse il prospetto più avanzato nel sistema di Boston per giocare in prima base, una posizione per la quale non riusciamo a trovare una soluzione stabile da anni e quindi non sembra proprio un’idea geniale separarsi da lui, dopo che ha finalmente sembra trovato il suo ritmo nelle leghe minori.

Allo stato quindi non è stato trovato ancora un sostituto per Richard Fitts al quinto posto della rotazione. Sebbene Matz abbia avuto un’eccellente stagione come partente nel 2021 è escluso che possa essere impiegato subito come partente, avendo effettuato non più più di 24 lanci dalla pausa dell’ASG, Probabilmente è più vicino Kyle Harrison (ERA di 2.03 nelle ultime quattro partenze disputate con i Giants) che è in lizza per iniziare la riabilitazione in Tripla A venerdì e potrebbe trovare un’opzione che gli consenta di per fare la sua prima partenza con i Red Sox.

Si tratta di opzioni destinate anche a partenze spot, come protezione dei titolari nel finale di stagione, in modo che non arrivino cotti a ottobre. Crochet avrebbe dovuto lanciare domani in casa contro Houston, ma la sua prossima partenza sarà posticipata a lunedì o martedì per avere qualche giorno in più di recupero. Con 141,1 inning, Crochet è in testa alla Major League, ma è anche a soli cinque inning dal suo record personale. Nella seconda metà della scorsa stagione, la prima dopo l’operazione Tommy John, Crochet è stato limitato da Chicago a soli quattro inning ogni partenza. Siamo quindi ora in territorio incognito e occorre muoversi con la massima cautela per preservare la migliore risorsa che abbiamo.

Derogando dalla nostra regola di ignorare i rumor, segnaliamo che il nome di Jarren Duran è ancora in gioco nel mercato estivo. Sembra infatti confermato l’estremo interesse dei Padres, che con il loro CBO AJ Preller sta facendo offerte ritenute molto aggressive. Breslow ha dichiarato pubblicamente di non sentire il bisogno di scambiare giocatori del proprio gruppo di giovani esterni controllabili (anche se sono 4 per tre posti), ma Preller intende forzargli la mano mettendo sul piatto Dylan Cease , lanciatore partente titolare con una media PGL di 4.79 in 22 partenze. 

Si specula sul fatto che se Boston non riuscisse a trovare un’alternativa nel il mercato dei partenti controllabili, in questo momento apparentemente bloccato, Cease potrebbe essere preso in considerazione se San Diego includesse nello scambio il loro miglior prospetto Leodalis De Vries, un interno considerato 13° nel baseball. Alcuni sostengono che aver portato Roman nella posizione di leadoff nel lineup delle patite a Minneapolis, sia un test di fattibilità dell’operazione. Se le voci di scambio circolate potevano rappresentare una distrazione per Duran, che mercoledì ha segnato quattro punti nella vittoria per 13-1 sui Minnesota Twins, questo non si è proprio visto nelle sue prestazioni in battuta.. Se vi interessa l’opinione del vecchio brontolone che vi scrive la risposta è un NO grande quanto una casa. Nemmeno lo motivo perchè spero che fra meno di 24 ore la notizia sia stata archiviata.

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An awkward phone conversation

Pronto, Craig, ti disturbo? Stavi dormendo?

Ehi, fratellino come va? Chi non muore si rivede! Ma non avevi detto che ti mettevi in standbay?!

Avanti Craig lo sai, sono ammalato di Red Sox e non c’è nessuna cura, forse se mi avessero vaccinato da piccolo…

Quindi alla fine tutto risolto fra di noi? Mi vuoi ancora bene?

Risolto un cazzo Craig, hai scambiato il miglior battitore della squadra con il nulla! Non mi ci far ripensare che mi viene il nervoso… 

Te l’ho già detto Mauro, tu non vedi il quadro d’insieme, le prospettive, le sinergie. D’altra parte io ho studiato a Yale e tu fisica alla Sapienza negli anni ‘80, vuoi sapere meglio di me le raffinate strategie economiche che vanno attuate all’interno di una holding multinazionale come FSG?

Ma di cosa parli? Guarda cosa è successo stanotte: Sheehan non riusciva a trovare la zona, ha concesso due BB, ha lanciato ben 32 volte per completare il primo inning con due strike out con 2 corridori sulle basi. Ma non sarebbe stato meglio averci Ciccio quinto in battuta invece del giapponese?

Non saprei, queste sono questioni tattiche di competenza del manager. Io mi occupo d’altro, della strategia, dell’armonia nella club house, di promuovere comportamenti da buoni compagni di squadra. Quel domenicano cocciuto e insolente si rifiutava di giocare in prima e mi metteva in imbarazzo con il capo!

Ora ci gioca in prima Craig. Con i Giants. Forse, lavorandoci un po’, lo poteva fare anche per noi.  Ma lasciamo perdere tanto non saremo mai d’accordo su questo.

Ecco, bravo, lasciamo perdere.

Piuttosto ti ho telefonato per parlarti della trade deadline di quest’anno. Dalle interviste che hai dato mi sembri ancora incerto sul da farsi. Questa volta abbiamo una squadra che può ancora vincere se solo tu facessi qualche acquisto azzeccato.

Non lo so Mauro, perdono sempre. Dopo la pausa vanno sempre sotto di 3 punti e poi fanno una gran fatica per rimontare.

E’ per questo che la devi rafforzare, sciocchino! Bisogna spezzare lo squilibrio frustrante che risulta dall’alternanza di troppe deludenti sconfitte  a poche vittorie grintose. Gara 3 di mercoledì rientra in quest’ultima categoria. Abbiamo recuperato uno svantaggio di 5-0, grazie al grand slam di Romy Gonzalez, e abbiamo tenuto duri fini a prevalere all’undicesimo. Era una partita da playoff, contro un avversario forte, e Alex Cora l’ha gestita come tale, per esempio mandando in campo Aroldis Chapman al settimo inning per affrontare Schwarber con un uomo base e due out. Possiamo fare bene a ottobre, fidati!

Ho capito, ma bisogna vincere anche quando l’attacco segna meno di sei punti in un solo inning.

E’ la quarta volta che lo facciamo, siamo al top nelle Major League.

Si, ma quando non capita facciamo pena e compassione. Nelle prime due partite a Philadelphia, i Red Sox hanno totalizzato 28 strikeout: 16 nella prima partita e 12 nella seconda. Mercoledì, ne hanno subiti altri 16, sebbene in 11 inning. In classifica si trovano in ignominiosa compagnia con il terzo maggior numero di strikeout dietro ai Rockies e agli Angels.

E’ anche questione di sfiga. Tu sai che FanGraphs calcola per ogni squadra la percentuale di vittorie pitagorica, cioè la stima del record atteso, quello che avrebbe dovuto ottenere in base al differenziale fra punti segnati e punti subiti. Sai anche che ora abbiamo lo stesso record atteso dei Blue Jays?

Mi sembra che me lo abbiano detto, ma questo significa solo che i canadesi sono stati più bravi a vincere con piccoli scarti, distribuendo meglio i punti. Non c’entra la fortuna.

Si ma FanGraphs utilizza anche il modello BaseRuns, che stima quanti punti una squadra “avrebbe dovuto” segnare e subire in base alle sue statistiche grezze e su questi numeri poi si calcola la percentuale di vittorie pitagorica. Su queste basi noi oggi avremmo un record di 61-44 e Toronto 55-49 come Tampa Bay. Capisci? Abbiamo una squadra ancora inespressa che può dare molto di più, ti prego non l’affossare come l’anno scorso andando a cercare fortuna fra i giocatori scarsi e difettosi. Insomma se ci rifili un’altra volta bidoni come Garcia e Sim giuro che vengo a Boston e te corco!

Guarda che Toronto non è stata per niente fortunata con gli acquisti in off season. E’ molto probabile che i nuovi innesti (Andrés Giménez, Anthony Santander e Max Scherzer) alla fine ottengano un WAR molto inferiore al previsto. La loro forza sta nell’aggiudicarsi i Close games. Toronto ha il secondo miglior record del campionato (38-21) nelle partite decise da tre punti o meno, incluso un record di 17-12 nelle partite con un solo punto di scarto. Da questo questo punto di vista noi siamo 22°. Vedi che fare scambi azzeccati non è per niente semplice e a volte spendi patrimoni per ottenere nulla.

Non è una buona ragione per non provarci. Hai un’idea migliore? Con una piccola spinta i playoff sembrano proprio alla portata quest’anno e se evitassi di cacciare qualche altra mazza pesante…

Aritanghete!

Ok, scusa, non lo faccio più. Dicevo se tu riuscissi a portare a Boston un buon braccio, un n° 2 nella rotazione dopo Crochet, quello che doveva essere Buehler e non lo è stato, potremmo andare profondi ad ottobre. L’idea sarebbe quella di trovare un altro Curt Schilling da schierare dopo il grande Pedro. La formula dei playoff è demenziale. Affrontare le serie di tre partite con due fuoriclasse sul monte ti dà un vantaggio inestimabile e, se nelle altre serie cincischiano, potresti beneficiare di molti giorni di riposo per resettare. Quest’anno l’American League è molto debole, almeno per quello che è stata in passato. Potremmo andare profondi. Potresti arrivare anche alle WS e fare meglio del tuo mentore Theo Epstein. Pensaci?

E si, la fai semplice te. E poi ricordati che mica spendo soldi miei. Lo sai che la questione a questo punto della stagione è quello di fare le cicale e vincere subito o le formiche per costruire il futuro a lungo termine.

Craig a lungo termine saremo tutti morti. Boston ha una tradizione che impone di combinare qualcosa ora, non puoi restare a spasso per il quarto anno consecutivo. Ti pare?

Magari invece di continuare ad aggiungere giocatori è arrivato il momento di cambiare il manico. Il portoricano casca sempre in piedi, è intoccabile, ha un rapporto diretto con il capo e mi scavalca come e quando vuole. Perchè non telefoni a lui e ti fai spiegare come mai non riesce a ottenere il record pitagorico, invece di rompere i coglioni a chi lavora veramente? Ok ha vinto nel 2018, ma i risultati successivi non giustificano tutta questa ossequianza. 

Ossequianza!?

Si insomma come chiamate voi le persone che godono di una fiducia esorbitante rispetto ai risultati ottenuti?

Paraculi?

Si, boh, forse. Insomma hai capito. Forse con un nuovo manager e un nuovo staff di coaches la squadra potrebbe rimettersi in carreggiata.

Ok, ma non è un discorso da fare a luglio. Ti prego Craig resta concentrato, non perdere il focus sull’obiettivo.

Intanto mentre blateravi ho visto che, proprio secondo il modello BaseRuns di FanGraphs, di cui parlavi te la Al east division ora dovrebbe essere dominata dagli Yankees, con il record di 64-39. Questo però non me lo volevi dire, vero?

Ma questo che c’azzecca, mo?

Magari potrei riuscire a suggerire uno scambio di manager con quelli là. Potrebbe essere la soluzione. Dal punto di vista mediatico sarebbe sconvolgente, una bomba targata Craig Breslow, al confronto lo scambio di Devers…

Ohooo! Stump!

Pronto Mauro che succede? Ti senti male? Pronto? Pronto? … Non lo so, ero al telefono con Mauro, ma poi è svenuto … o è cascata la linea. Sarà cascata la linea. Vabbè, magari richiama.

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Rientro nei ranghi

Dopo aver massacrato i lanciatori di squadre di basso livello, come Washington e Colorado, o del nostro livello, come Tampa Bay, inanellando una striscia di 10 vittorie consecutive prima della pausa per l’All-Star Game, i nostri battitori si sono rapidamente raffreddati all’inizio del secondo tempo della stagione. In cinque partite contro Cubs e Phillies, i Sox sono riusciti a segnare solo 10 punti, di cui 6 concentrati tutti negli inning finali della vittoriosa gara di domenica. Nelle quattro sconfitte rimediate nelle altre partite, Boston ha raggranellato un misero totale di quattro punti (con 46 strikeout), che non sarebbero bastati a vincere nessuna di quelle gare.

In particolare, la superiorità del pitching avversario si è evidenziata nelle due sconfitte a Philadelphia, dove i battitori dei Red Sox hanno incassato complessivamente 28 strikeout in 19 inning. Martedì, Sánchez ha utilizzato un mix di tre lanci per generare 19 swing-and-miss, di cui 14 sul suo changeup.

Il rookie Roman Anthony, che sembrava in piena forma prima di arrivare al Citizens Bank Park — martellava con una media battuta di .338, un fuoricampo, otto doppi e un OPS di .901 nelle precedenti 21 partite (88 presenze al piatto) — contro i lanciatori di prima fascia ha faticato non poco: 1 su 9 e otto strikeout a Philadelphia, compreso il “grand sombrero” da quattro strikeout rimediato da Sánchez martedì.

C’è però un’altra costante: riusciamo ad evitare il cappotto in gara 3, concentrando un gran numero di punti negli inning finali. Il punteggio era 0-5 per i Phillies all’inizio del quinto inning, determinato da quattro fuoricampo concessi e zero valide per noi. Poi Luzardo, che sembrava in grado di replicare la complete game della sera precedente, addirittura con una shutout, perde il controllo. Con due eliminati non riesce più a mettere la palla nella zona e, complice una mancata presa al volo del ricevitore avversario — che va letteralmente a farfalle invece di chiudere l’inning — entrano due punti forzati per base su ball.

Ora Luzardo deve affrontare un giocatore dalle pessime statistiche nelle partite precedenti, Gonzalez, e prova a infilargli una palletta in mezzo che Romy sbatacchia tra gli spalti oltre gli esterni. È un Grand Slam che ci porta in vantaggio, ma non è finita. Boston deve segnare ancora un punto al decimo e due all’undicesimo per avere ragione della squadra del mai abbastanza rimpianto Dave Dombrowski.

Con questa vittoria, i Sox hanno ora un record leggermente migliore (2-4) rispetto alle prime sei partite dopo la pausa All-Star della scorsa stagione, chiusa con un deprimente 1-5. Complessivamente, però, queste sei gare post-pausa ci riportano nei ranghi che ci competono e impongono una visione realistica della nostra condizione, che dovrebbe farci rinunciare a velleità e sogni irrealizzabili alimentati dalla stampa specializzata di Boston.

D’altra parte, i numeri spietati ci raccontano un’altra storia: per quanto le cose sembrassero andare bene, questa squadra ha ottenuto lo stesso record nelle prime 100 partite delle stagioni 2023 e 2024. Quindi, quali lezioni possiamo trarre dalle ultime due annate per evitare di ripetere gli stessi errori?


PS: La sfiga e le regole oscure

Nonostante il pitching dei Phillies ci abbia surclassato, anche la sfortuna ha voluto dire la sua, regalando agli avversari vantaggi di cui non avevano bisogno. Due episodi degni di nota sono capitati al povero Narváez, il nostro ricevitore unico, da preservare come il panda gigante — e mi stanno a cuore anche perché per un periodo ho fatto il classificatore.

L’interferenza di gara 1 è stata banale: Narváez tocca la mazza del battitore avversario e provoca una “walk-off run per interferenza”, evento che non si vedeva dal 1970. Ma è gara 2 che ha generato vera confusione.

Primo inning. Corridori in seconda e terza, due eliminati. Brandon Marsh in battuta, Bryce Harper parte dalla terza per rubare casa. Dal punto di vista dello spettatore, Richard Fitts, partente dei Sox, se ne accorge e spara la palla a Narváez, che applica in tempo il tag. Ma l’arbitro capo chiama subito l’interferenza del ricevitore — confermata dalla review — lasciando tutti a bocca aperta.

Narváez sembrava in posizione regolare e non ostruiva la base. Anche dopo i replay, l’azione resta oscura. Solo nelle interviste post-partita la dinamica è stata chiarita. Anche se Marsh era uscito dal box per lasciar spazio ad Harper, il conto era 0-1, quindi si trattava ancora di un lancio valido. Narváez, alzandosi dalla posizione accovacciata e spostandosi in avanti verso il monte, ha tecnicamente interferito con la possibilità di Marsh di battere.

È l’applicazione della regola 6.01(g): quando un corridore tenta di rubare casa, il ricevitore non può trovarsi sul piatto o davanti ad esso senza possedere la palla. Complimenti all’arbitro per averlo visto al volo. Se avesse sbagliato, non credo che ci sarebbe stato un challenge a correggerlo.


PS2: I figli sparsi nel mondo

Sapete che mi affeziono a certi giocatori anche quando non vestono più in biancorosso.

  • Martedì, i Kansas City Royals hanno schierato titolare contro i Cubs il 45enne Rich Hill, segnando la sua 21ª stagione nelle majors. E incredibilmente, ha tirato una partenza di qualità: 5.0 IP, 6H, 3R (1ER), 2BB, 1K, 0HR, 1.80 ERA.
  • Stanotte Kyle Teel ha maltrattato i lanciatori di Tampa con un 4/5 e un homer, nella vittoriosa trasferta dei White Sox in Florida. Era uno dei “Tre Amigos” che avrebbero dovuto esordire quest’anno. Immaginate che bella vita se per magia potessimo scambiarlo con Wong… Nessuno mette in discussione l’acquisizione di Crochet, ma quel buco nel roster ci ha già fatto troppo male.
  • E poi c’è Ciccio Devers. Stanotte ha sparato due fuoricampo, regalando ai Giants una bella vittoria su Atlanta. Il primo l’ha colpito su un lancio sottomarino, teoricamente impossibile da toccare — tranne che per lui. Sono le sue magie. E accrescono il rammarico per averlo perso… appena lenito dal fatto che la sua assenza, paradossalmente, ci ha regalato una valanga di vittorie.
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Prospettive per la seconda parte

Esaurita la triste esibizione All Star, che ha interrotto un momento di forma strepitosa dei Red Sox, capaci di realizzare una striscia di 10 vittorie consecutive (surclassando peraltro una squadra come Tampa Bay che può schierare un fuoricampista Aranda, fra i più forti nell’American League) Una espressione di forza e continuità inaudite da quelle parti, almeno nell’ultimo lustro.

In una stagione costellata da drammi autoprovocati e di prestazioni incostanti, Boston sembra finalmente aver trovato la giusta formula per il successo. Con un record di 53-45, Boston è ora a sole tre partite dai Blue Jays per il primo posto nell’AL East e ha il 55,8% di possibilità di staccare il biglietto per i playoff per la prima volta dal 2021 (secondo FanGraphs).

Mentre l’entusiasmo cresce attorno a questa squadra piena zeppa di giovani, ecco alcuni motivi di ottimismo sul perché i Red Sox potrebbero essere pronti a tenere il passo nei giorni più caldi dell’estate, oltre ad alcune preoccupazioni per il club di Alex Cora.

Un primo motivo di ottimismo è lo stato del pitching. A questo punto della stagione, i tifosi dei Red Sox sanno cosa aspettarsi dall’asso della squadra, Garrett Crochet. Il numero 1 della rotazione vanta un record di 10-4, una ERA di 2,23 e 129,1 inning lanciati e 160 strikeout, il massimo della lega. Ogni volta che Crochet è sul monte di lancio, i Red Sox hanno un’ottima occasione per vincere. ma il mancino lancia solo una volta ogni cinque giorni.

Se i Red Sox vogliono affermarsi come veri contendenti nel finale di stagione, avranno bisogno di altri titolari oltre a Crochet per mantenere lo slancio. Pertanto, non dovrebbe sorprendere che la recente serie positiva di Boston abbia coinciso con l’affermazione di altri due lanciatori titolari, Lucas Giolito e Brayan Bello, come elementi di impatto nella rotazione.

Mentre i Red Sox stanno valutando le loro opzioni per acquisire un lanciatore titolare numero 2 dopo Crochet prima della scadenza del 31 luglio, sia Giolito che Bello sembrano adatti a tale ruolo.

Dopo aver ottenuto una media PGL di 6.42 nelle sue prime sette partenze, Giolito ha abbassato la media PGL a 3.36 nell’arco di sole sei partenze, con il lanciatore destro che ha concesso solo tre punti guadagnati nelle sue ultime 38.2 riprese di gioco (0.70 PGL).

Anche Bello sembra aver trovato una forma apprezzabile, avendo registrato un record di 4-2 con una ERA di 2.61 nelle ultime otto presenze. Ha collezionato sette partenze consecutive di qualità, concedendo al contempo tre punti guadagnati o meno in 14 delle sue 15 partenze del 2025.

Dall’inizio di luglio, i lanciatori di Boston sono primi nella MLB con una media PGL di squadra di 2.17, con i lanciatori titolari dei Sox che hanno totalizzato 8-0 in quel periodo con una media PGL di 2.05.

Un secondo motivo di ottimismo è dato dall’insperate prestazioni assicurate dai giovano giocatori. La formazione con molti punti interrogativi che ha iniziato la stagione improvvisamente ha trovato una stabilità nel mese di giugno. Solo poche settimane dopo che Alex Bregman era finito nella lista degli infortunati, con la prospettiva di restarci fino ad Agosto, a causa di uno stiramento al quadricipite, i Red Sox hanno deciso di cacciare il loro miglior battitore, ponendo fine a mesi di farsa, riguardanti il ruolo che il DH scontento avrebbe invece dovuto copriere in campo interno.

Nonostante una chiara dichiarazione di resa Boston è riuscita a restare a galla in attacco nelle ultime settimane, in gran parte grazie alla schiera di giovani giocatori promettenti dei Red Sox sparsi in squadra.

L’ostilità di Ceddanne Rafaela verso il Green Monster, che si ostina a bombardare di palline, ha assicurato una vittoria walk-off venerdì scorso, che rappresenta finora il momento clou di questa stagione.

Al di là di questa grande impresa, Rafaela è senza dubbio uno dei migliori giocatori di baseball da oltre un mese. Oltre al suo straordinario gioco difensivo come esterno centro, Rafaela è diventato un battitore d’impatto nell’ultimo mese, con una media battuta di .421 e un OPS di 1.410 nell’arco di una streak di 10 partite valide, che include sei doppi, cinque HR e 15 RBI.

Nelle sue ultime 21 partite, Rafaela è in testa alla MLB per doppi (10), extra-base hit (18), RBI (22, a pari merito), basi totali (61) e SLG (.782), mentre è secondo nella AL per OPS (1.152) e terzo a pari merito per HR (8).

Fortunatamente Raffaela non predica nel deserto ed è inutile che mi ripeta riguardo a Anthony, Narvaez e Story, senza contare sull’enorme contributo atteso dal ritorno di Bregman in squadra, testimoniato dalla nomination All-Star che, il due volte campione WS, si è guadagnato nonostante abbia saltato oltre sei settimane di gioco.

Questa inaspettata situazione ha bloccato i rumors sulle possibilità di scambio due e del closer All Star Chapman, che si erano alimentate dopo la crisi immediatamente successiva allo scambio di Devers. Al contrario si dice che sia ormai certo che Craig Breslow e i vertici di Boston aggiungeranno un altro paio di giocatori di impatto prima della scadenza per gli scambi del 31 luglio, magari ricorrendo allo scambio di un esterno d’impatto, con anni di controllo, della squadra come Jarren Duran o Wilyer Abreu.

In questo roseo contesto qual è la preoccupazione principale che Boston deve affrontare, oltre ai timori prevedibili di infortuni o di una regressione?

Il problema principale è rappresentato dal calendario. Nelle ultime 64 partite da disputare, secondo Tankathon, i Red Sox hanno davanti una sfida impegnativa rappresentata da avversari il cui record combinato di .516, che attualmente è il terzo calendario più impegnativo rimasto nel 2025 tra tutte le 30 squadre della MLB. Boston ha ancora tre partite da giocare contro quella che è probabilmente la squadra migliore dell’AL, i Tigers, oltre alle sei partite contro gli Astros, leader dell’AL-West e nostra bestia nera. Se arrivassero veramente i rinforzi che ci consentissero di uscirne vivi, probabilmente diventeremo una autorevole pretendente al titolo. Vediamo, per confronto, il record combinato degli avversari che devono affrontare i nostri rivali divisionali:
Toronto .508
Tampa Bay .499
MFY .496

Gli esami cominciano subito venerdì quando, in seconda serata, Giolito salirà sul monte per iniziare una serie di tre partite con i leader NL central, che recentemente hanno punito i pigiamini nel Bronx. Il test è significativo e sono abbastanza convinto che darà l’indirizzo della seconda parte della stagione.

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10 W in row

In un momento tra aprile, maggio (bisognerebbe controllare la bacheca), durante l’altalena di vittorie e sconfitte di allora, quando riuscivamo a malapena a restare a galla, accennammo al miraggio di stabilire una serie di 10 vittorie consecutive per svincolarci dalle pastoie. 

Tutti fummo d’accordo che era una cosa impossibile da chiedere e tuttavia, eccoci qui: i Red Sox hanno chiuso il primo tempo della stagione proprio con 10 vittorie consecutive, Battendo domenica i Tampa Bay Rays per 4-1 hanno completato così una sweep di quattro partite, portandosi a 3,5 GB dal primo posto dell’American League East. (Oramai inquadriamo il bersaglio grosso, che ce frega della WC!)

A cosa è dovuto tutto questo? 

La prima cosa da dire è che il baseball è uno sport ingovernabile. Per quanto tu faccia per perseguire i tuoi obiettivi il numero di variabili fuori controllo è così elevato che i risultati alla fine sono eminentemente stocastici. Questo è comprovato dal percorso misteriosamente insondabile del pitching.

All’inizio della stagione, i Boston Red Sox vantavano ben 10 potenziali SP per la rotazione a cinque. Sembrava una situazione di assoluta sicurezza. Lucas Giolito e Garrett Whitlock stavano per terminare la riabilitazione dopo essere stati indisponibili l’anno scorso. Quinn Priester, Richard Fitts e Hunter Dobbins erano ottime opzioni disponibili in Tripla A, insieme a Cooper Criswell che, in diversi momenti del 2024, aveva tirato quasi da solo la carretta.

Quindi i nuovi arrivati Garrett Crochet e Walker Buehler (che purtroppo ci ha fatto rimpiangere Pivetta) si sarebbero aggiunti a un solido trio,  che avevano costituito il core della rotazione nella scorsa stagione: Tanner Houck, Kutter Crawford e Brayan Bello. Era la prima volta che i Red Sox schieravano tre partenti cresciuti in casa con 30 o più presenze da titolare dai tempi di Roger Clemens e c’erano forti speranza di continuare. 

E tuttavia, con l’avanzare della stagione, è diventato evidente che i lanciatori non bastano mai, tanto che ora l’acquisto di un nuovo braccio rappresenta ora l’obiettivo primario del mercato estivo.

Whitlock è stato spostato nel bullpen, Priester, nonostante Breslow l’abbia acquistato al caro prezzo di un forte prospetto, è stato ceduto per motivi mai spiegati e tutti gli altri lanciatori, tranne Crochet, si sono infortunati. 

Crawford non si è mai mosso da Fort Myers e ora è fuori per l’intera stagione per una operazione chirurgica. Il futuro impiego di Houck come SP, dopo prestazioni disastrose e un infortunio, è tutt’altro che certo. E’ anche possibile che questi ragazzi siano stati spremuti oltre il dovuto per mancanza di alternative. Nonostante un infortunio al ginocchio, Crawford ha comunque giocato 183,2 inning in 33 partenze con una ERA di 4.36.

Ma come dicevamo a giugno le cose sono miracolosamente andate a posto. Della rotazione del ‘24 quindi è sopravvissuto solo Bello, sebbene con un percorso accidentato. Ha iniziato l’anno nella lista infortunati dopo essere arrivato al training primaverile con un’infiammazione alla spalla, saltando le prime tre settimane della stagione. Dopo il debutto di fine aprile, e ha stentato fino alla fine di maggio, prima di trovare un ritmo migliore sul monte di lancio, mostrato nelle sue ultime sei partenze, una serie iniziata a inizio giugno. Contemporaneamente anche Giolito ha trovato costantemente la strada della vittoria, mettendo a posto alcuni particolari nella meccanica del lancio.

L’unica stella che ha brillato costantemente dall’inizio e lo LHP Garrett Crochet, che sabato sera ha concluso il primo tempo con una CG, completando con 100 lanci un shutout di 1-0 contro i Tampa Bay Rays, ripetendo la stessa impresa di Pedro Martinez il 23 luglio 2000. In questa partita stellare ha concesso solo tre singoli in nove inning (un singolo con due eliminati nel secondo e due singoli con un eliminato nel sesto), con 9K e nessuna BB. Ha lanciato strike 72  dei suoi 100 lanci, registrato 14 swing-and-miss e eliminato 11 battitori di fila. 

Praticamente ha vinto da solo, con il contributo di Narvaez, che ha battuto l’unico RBI della partita, e la giocata fantastica del prima base Toro che, prendendo un bunt morbido a mano nuda ha assistito a casa per eliminare di un soffio il corridore partito dalla terza base. Anche in questo caso fantastica la girata di Narvaez, che, senza vedere, trova l’unico punto dove toccare in tempo l’avversario.

Crochet è il migliore della Major League per inning lanciati (129 1/3) e strikeout (160), con una media PGL di 2,23 in 20 partenze. Ha concluso il primo tempo con sei no-decision, in gran parte perché l’attacco dei Red Sox gli ha dato pochissimo supporto, compresa l’ultima fatica. Fortunatamente ha firmato un contratto che lo lega a Beancity per 6 anni, sempre che Breslow non decida di scambiarlo per un piatto di lenticchie.

Crochet è stato nominato per la seconda volta consecutiva nella squadra All-Star, ma ha scelto di non lanciare per assicurarsi di essere ben riposato per il secondo tempo. Mitico! La sua prossima partita inizierà domenica a Chicago.

Un altro fattore di successo è stato il closer. Tutti avevamo dubbi sull’efficacia di Chapman fin dallo spring training, al punto che Liam Hendriks e Justin Slaten erano stati considerati opzioni alternative per il nono innin. Hendriks e Slaten ora sono nella lista infortunati di 60 giorni, mentre Chapman ha dimezzato la sua percentuale di basi su ball rispetto all’anno scorso, passando dal 14,4% al 7,1% in questa stagione. Inoltre ha eliminato per strikeout quasi il 40% dei battitori che ha affrontato, registrando una ERA di 1,18 in 41 presenze. Con questi numeri è stato forse il miglior closer del baseball finora. Ora, Chapman è purtroppo l’unico rappresentante di Boston all’All-Star Game, mentre Crochet e Bregman hanno scelto di non giocare. Però magari del closer non ci sarà bisogno.

Per quanto riguarda l’attacco l’unico giocatore che si era distinto costantemente dagli altri nei primi tre mesi e mezzo della stagione è stato cacciato a metà giugno. All’inizio si era distinto Bregman, con una media battuta di .299 e un OPS di .938 in 51 partite, fino al suo infortunio al quadricipite il 23 maggio. 

Poi Bregman dovette assentarsi per le successive 43 partite e un esterno, sempre fenomenale in difesa, prese il volo. Si parla di Raffaela che ha concluso il primo tempo al secondo posto AL con 13 punti difensivi salvati, ma il suo attacco è decollato solo a fine maggio. Nelle ultime 40 partite, ha battuto .329 con un OPS di 1.003, realizzando domenica un altro fuoricampo 2 RBI che si è rivelato decisivo, come il singolo 2RBI in gara 1 e lo HR walk off 2RBI in gara 2 . 

E pensare che, vista l’abbondanza di scelte in campo esterno, qualcuno aveva pensato di cedere uno che guida i giocatori di posizione dei Red Sox con un bWAR di 3.9, dietro al 3.0 di Carlos Narvaez e il 2,8 di Bregman, sebbene abbia saltato sette settimane.

Parlando di Narvaez, il ricevitore esordiente è stato una risorsa incredibile per la squadra nel primo tempo e una delle più grandi sorprese sia in attacco sia in difesa. Ha concluso il primo tempo con una media battuta di .273 e un OPS di .786 in 73 partite, e la sua difesa è stata superba, guidando tutti i ricevitori con 13 DRS. All’inizio della stagione, Narvaez era stato designato come ricevitore di riserva di Connor Wong, ma quando Wong si ruppe un dito ad aprile, Narvaez assunse l’incarico a tempo pieno e non si voltò più indietro. D’altra parte Wong, che dietro il piatto ancora si difende, è diventato una palla al piede incredibile. Nessuno lo dice, ma se non vogliamo sorprese entro fine luglio bisognerebbe aggiungere alla formazione un altro ricevitore. Almeno uno.

Infine non possiamo trascurare Roman Anthony. Sebbene sia in Major League da poco più di un mese, Anthony si è integrato perfettamente nella squadra, gestendo con sicurezza turni di battuta intensi, inclusa una base su ball fondamentale come pinch hitter contro il potente lanciatore dei Rays, Pete Fairbanks, venerdì, che ha preparato il sensazionale fuoricampo walkoff di Rafaela. Anthony ha mostrato pochi segni di difficoltà di crescita da rookie. In 31 partite, ha battuto .264 con un OPS di .777. Il suo doppio di domenica ha esteso la sua striscia di hit consecutive a nove partite. Un giocatore di questo calibro è stato tenuto fino a giugno in tripla A, nel patetico tentativo di prolungare il controllo per un altro anno, mentre l’attacco andava a rotoli. 

Questo episodio, che ha coinvolto anche Mayer, e la cacciata con disonore del nostro miglior battitore, secondo me la dice lunga sulla volontà di vincere della dirigenza. Quest’anno, siccome il baseball è ingovernabile, l’eterogenesi dei fini potrebbe premiare comunque una dirigenza imbelle, ma non è detto. Infatti non è la prima volta che ci troviamo in questa situazione.

Questa è la settima stagione di Alex Cora alla guida dei Red Sox  ed è anche la settima volta che arriva alla pausa All-Star con squadre con almeno tre partite sopra .500, ma che, a parte il primo anno, hanno ceduto nel finale per vari motivi.

Nel 2019, una squadra con un record di 49-41 all’All-Star Game, ha mancato i playoff con un record di 35-37 nel secondo tempo. Nel 2022, i Red Sox erano 48-45 all’intervallo, poi nove partite sotto il .500 alla fine. La stagione 2023 ha visto la squadra chiudere con un record di 30-41 nel secondo tempo, dopo essere stata 48-43 a metà luglio. 

Persino i Red Sox del 2021, che vinsero 92 partite e raggiunsero l’ALCS, sono stati una squadra molto peggiore nel secondo tempo (37-34) rispetto al primo (55-36), anche se ciò è stato in parte dovuto al fatto che il COVID aveva colpito duramente un roster di negazionisti trumpiani.

Lo scorso anno, la squadra è salita a 10 partite sopra il .500 nella seconda settimana di luglio, con un record di 53-43… per poi crollare con un record di 28-38, mancando i playoff per la terza stagione consecutiva. Dopo la pausa arrivò una difficile trasferta a ovest in cui i Sox persero cinque partite su sei contro i Dodgers e i Rockies, seguita da un agosto con un record di 13-15, che spense ogni velleità. Quest’anno dovremo viaggiare per incontrare Cubs e Phillies, per poi ospitare i Puffi di Los Angeles. Direi che la situazione presenta molte analogie, quindi bando ai trionfalismi e chiappe strette fino alla fine.

Ci sarebbe ancora il tempo tuttavia per fare qualcosa. Le attività di mercato per affrontare la seconda fase sono state praticamente nulle con Bloom e completamente inefficaci, nonchè vergognosamente sottodimensionate, con Breslow. Quest’anno abbiamo una squadra che meriterebbe un investimento per ricucire alcuni buchi nel roster. Resta da vedere se la proprietà è ancora interessata a vincere.

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La ricreazione è finita!

Era un momento della stagione in cui il calendario imponeva di dominare per restare a galla nella corsa alla wild-card dell’American League, e l’obiettivo è stato brillantemente raggiunto.

I Red Sox hanno messo a segno cinque punti nell’ottavo inning sotto la pioggia al Fenway Park, vincendo 10-2 sui Colorado Rockies e conquistando la seconda sweep consecutiva in una serie, dopo aver travolto i Washington Nationals nello scorso fine settimana, causando il licenziamento di GM e manager.

Rockies e Nationals sono squadre cuscinetto nel 2025, ma nel recente passato i Red Sox non si erano distinti per continuità in questi tipo di confronti Ora però che non potevano più permettersi di perdere partite “facili” hanno realizzato sei vittorie consecutive e otto delle ultime nove. In classifica siamo virtualmente pari ai Mariners per la terza wild card, avendo una vittoria e una sconfitta in più rispetto al loro record, ma anche gli altri due piazzamenti non sono distanti contando un distacco di 3GB dai MFY e 1,5GB da Tampa Bay, prossimi avversari nel weekend.

Al suo debutto stagionale, Masataka Yoshida, schierato come DH, ha chiuso con un 3 su 4, con un singolo RBI nel quarto inning, portando il punteggio sul 2-0. Ha poi aggiunto un doppio per regola di campo all’ottavo, disputando una partita al di sopra di tutte le più rosee aspettativa. Yoshida ha saltato le prime 93 partite della stagione, ufficialmente a causa dei postumi di un intervento chirurgico alla spalla subito dopo la scorsa stagione, ma anche perché aveva difficoltà a trovare spazio in una formazione piena zeppa di esterni forti in difesa e con la mazza. L’allontanamento con disonore di Devers gli ha dato l’opportunità di contribuire e non si è fatto sfuggire l’occasione che Cora gli ha dato, se pur dopo molti tentennamenti. D’altra parte per farlo giocare si è dovuto sedere qualcun altro e ieri è toccato a un caldissimo Ceddanne Rafaela. Ora che la sua mazza è tornata a disposizione, darà più profondità al line up dei Red Sox, che potranno impiegarlo come DH contro lanciatori destrimani o pinch batter per uno degli esterni nel finale di partita, sfruttando il suo approccio bat-to-ball. Yoshida si è anche allenato a prendere palle a terra in prima base, ma Cora ha detto che per un suo eventuale impiego in tale ruolo dovrebbe esserci un’emergenza. 

A complicare il lavoro di Cora per selezionare il giusto ordine di battuta, i Red Sox avranno presto un altro battitore in squadra. Prima della partita, Cora ha annunciato che Alex Bregman sarebbe stato schierato questo fine settimana per la serie contro i Rays, probabilmente venerdì o sabato.

Dato che Bregman salterà la riabilitazione in Tripla A dopo l’infortunio al quadricipite del 23 maggio, è prevedibile che non giocherà tutti i giorni e sicuramente salterà anche l’esibizione nella partita fra gli All Star. 

Tuttavia, avere un altro battitore veterano, uno che ha battuto .299 con un OPS di .938 in 51 partite prima dell’infortunio, non farà che aggiungere ulteriore valore a un attacco che nella vittoria di mercoledì ha sicuramente brillato, con fuoricampo di Carlos Narvaez, Wilyer Abreu, Romy Gonzalez e Jarren Duran. Tuttavia questo non può mettere in ombra la prestazione dello starter Lucas Giolito, che ha continuato a distinguersi con sei inning senza subire punti, concedendo quattro valide, nessuna BB e realizzando sei strikeout. È il primo lanciatore dei Red Sox, dai tempi di David Price nel 2018, a lanciare per almeno 6 inning per sei partite consecutive, con due o meno punti guadagnati concessi. Nelle sue ultime sei partenze, a partire dal 10 giugno, Giolito ha una ERA di 0,70, dopo aver iniziato l’anno con una 6,42 in sette uscite.

Giolito ha dichiarato che il punto di svolta è stata la trasferta New York, prima della quale lui e il pitching coach Andrew Bailey hanno individuato le opportune modifiche per perfezionare la  meccanica del lancio e, di conseguenza, il feeling nell’aggredire la zona. I risultati per il momento sono ottimi, anche se con i lanciatori in genere non si può mai dire.

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Noi non ci saremo

Grandi cambiamenti in vetta alla classifica della AL East division. Nella notte Toronto ha completato la sweep contro i MFY, che perdono così il primato e devono anche condividere la seconda piazza con gli odiosi raggetti, che stanotte non hanno neppure giocato. Insomma con tre squadre nell’ambito di una partita la division improvvisamente è diventata contendibile e noi, grazie alla cacciata di Devers, siamo fuori da tutti i giochi a 6GB. E’ altamente probabile che se Ciccio avesse potuto continuare a contribuire come stava facendo – Devers ha battuto .272 con 15 fuoricampo, 18 doppi, 58 punti battuti a casa e un OPS di .905 nelle sue ultime 73 partite con Boston – probabilmente ora saremmo in quei paraggi.

Invece ora, arrivati nell’ultimo mese in cui sono consentiti gli scambi, dobbiamo chiederci se dovremmo essere seller o buyer.

Impegnandosi ad acquistare, potrebbero integrare un roster giovane e con qualche con veterani di qualità che darebbero maggiori stabilità al roster. La squadra sentirebbe il supporto della dirigenza e potrebbe trarrebbe forza dall’impegno dando il massimo negli ultimi due mesi della stagione. Le probabilità che funzioni sono scarse, ma sicuramente crescerebbe il consenso e l’affetto attorno alla squadra. Dubito che la dirigenza sia impegnata in una direzione che comporta capacità di spesa. Temo che se tentassero di farlo al massimo butterebbero solo soldi dalla finestra.

Impegnandosi a vendere, trasformerebbero il resto del 2025 nell’ennesima stagione di ricostruzione. Potranno ricostituire un system farm che è stato depauperato a causa di scambi e promozioni in prima squadra, comprando prospetti per le squadre di domani. Rinunciando esplicitamente a vincere alleggerirebbero la pressione sui giovani giocatori e, se invece riuscissero comunque a ribaltare la situazione e a competere, sarebbero una piacevole sorpresa (come i Tigers del 2024). I candidati allo scambio dei Red Sox, e la loro percentuale di possibilità di essere ceduti, secondo gli esperti potrebbero essere:

🔺Alex Bregman – 10%
🔺Jarren Duran – 25%
🔺Aroldis Chapman – 35%
🔺Walker Buehler – 35%

In questa situazione la tentazione potrebbe essere, ancora una volta, non adottare nessuna chiara strategia, con la certezza di non farà altro che irritare tutti. Probabilmente il monte ingaggi non crescerebbe tanto da rientrare nella tassa di lusso, che darebbe fastidio alla proprietà, si libererebbero di giocatori cari ai tifosi e la mancanza di una vera direzione potrebbe irritare giocatori e allenatori.

Gingillarsi con le menate è nelle corde del gruppo dirigente che abbiamo, ma vuole anche dire che, come tifosi, dovremo continuare a fare docce fredde finchè Mr. Henry non si deciderà ad assumere qualcuno dotato di attributi come Dombrowski, qualcuno che ha le idee chiare. Ma è anche chiaro che la proprietà non è propensa a concedere ampia autonomia alla dirigenza e mettere a repentaglio i loro utili..

L’attuale roster è perfettamente predisposto per entrambe le direzioni. Hanno veterani esperti nei playoff e un roster che potrebbe diventare solido con opportuni innesti. Allo stesso tempo, questi veterani, messi sul mercato, potrebbero riportare un solido bottino di prospetti. Questo roster però non è proprio adatto per le mezze misure, cioè l’unica cosa che rientra nel mandato di Bloom prima e ora di Breslow.

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