Ripresi.

Forse ricorderete che non sopporto la pausa per l’All Star Game: una partita inutile che speravo fosse sempre meno seguita e finalmente abbandonata. Purtroppo 7 milioni di persone non la pensano come me e hanno tenuto la classica di metà stagione del vecchio gioco al top nel confronto con gli altri sport americani. Sembra proprio quindi che le mie speranze siano mal riposte.

Il principale problema della pausa è che devo stare 3 giorni senza una partita dei Red Sox e non è inverno. Non vorrei sembrare un tossico, faccio anche altre cose nella vita, ma da qualche anno, quando fa caldo, ho sviluppato l’abitudine quotidiana di dedicare una mezz’oretta al baseball. Mi scandisce la giornata e, come tutti i boomer anziani come me, mi incazzo come una vipera se qualcuno interferisce con le mie abitudini.

Fortunatamente i nostri non sono stati appariscenti nella prima metà e solo Jansen ha corso un moderato rischio di infortunio a Seattle. Ciccio e Bello invece hanno giustamente approfittato della pausa per tornare a casa nei Caraibi, hanno trascorso piacevoli momenti con parenti, amici e fidanzate, hanno ricaricato le pile e sono tornati a lavoro belli carichi.

Ciccio in particolare aveva energie da spendere. Con due homer al secondo e terzo inning ci ha dato subito un vantaggio per 4-0 che i Cubs non sono stati in grado di colmare. E non sembra un caso isolato, ma il giocatore sembra avere un maggior controllo della zona. Nelle ultime 30 partite, Devers ha battuto .295 con .392 OBP e .972 OPS. Con nove HR e cinque 2B in 130 presenze,  si proietta a quota 39 HR per fine settembre. Anche Duvall, Casas, Turner e Chang sono andati in profondità stanotte assicurando un buon run support al nostro partente. In particolare l’homer di Turner ha rimesso le cose a posto quando si prefigurava un possibile ritorno dei cuccioli. Questo non è stato particolarmente apprezzato dai tifosi avversari a giudicare da come rispedivano in campo le palle uscite per homer.

Non bisogna pensare infatti che tutto sia andato perfettamente. Bello ha lanciato 6 buoni inning e ha comunque concesso tre run (con due solo homer di Bellinger), 8 valide colpi, 0 BB e 5 K, ma Turner,schierato in seconda dal nostro infaticabile manager, ha avuto alcuni momenti difficili e i problemi di controllo di Tayler Scott stavano per dare una svolta thriller nella seconda merà del nono, costringendo Jansen a uscire durante un fortunale a rivendicare la salvezza.

Boston ha vinto la sua sesta partita consecutiva per migliorare il suo record a 49-43 nella AL east, esattamente lo stesso dei MFY sconfitti a Denver, ma se finisse oggi la stagione saremmo comunque avanti ai pigiami in virtù del parziale di 5-1 negli scontri diretti. Li abbiamo ripresi e questa è stata una molla per mettersi a scrivere con il caldo di questo sabato pomeriggio. 

Oltre a questo c’è stato anche l’ennesimo singolo trasformato in doppio da Duran. Questa volta lo speedster ha aperto l’inning con una valida sul campo opposto a 96,4 mph. Arrivato comodamente in prima, alzati gli occhi ha deciso di proseguire installando la velocità WARP. Non avrebbe avuto nessuna chance di arrivare salvo se l’esterno sinistro dei Cubs non si fosse sentito costretto ad affrettare il tiro quando ha visto Duran accelerare finendo per effettuare un’assistenza sbagliata in seconda base.

Infine abbiamo Masataka Yoshida, stasera schierato DH, che ha terminato con 2 su 5 la sua ottava partita consecutiva multi-hit. È la serie più lunga di un battitore mancino dei Red Sox dai tempi di Ted Williams, secondo Sox Notes. In questo momento condivide con Bo Bichette dei Blue Jays il primato AL con 34 partite multi-hit.

Questa la striscia completa:

  • 30 giugno: 3 su 4
  • 01 luglio: 2 su 3 
  • 4 luglio: 2 su 4 
  • 5 luglio: 2 su 4 
  • 6 luglio: 2 su 5 
  • 8 luglio: 2 su 5 
  • 9 luglio : 2 su 4

Il record assoluto dei Red Sox è di nove partite, realizzato da quattro giocatori: Xander Bogaerts (2022), Kevin Youkilis (2007), Jim Rice (1978) e  Roy Johnson (1934).

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Odi et amo

Questi ragazzi sono dei sadici che hanno deciso di torturarci. Li odio. Non è possibile che nel giro di qualche giorno, la stessa squadra, composta approssimativamente dalle stesse persone, possa fornire una prestazione degna di un branco di scappati di casa per poi trasformarsi, senza apparente ragione, in spietati professionisti in corsa per il pennant. A volte riescono ad esprimere queste due anime contrapposte addirittura nello stesso momento. La partita di giovedì notte è stata infatti, in una parola, deprimente e, contemporaneamente, fantastica. La squadra ha offerto uno spettacolo squallido, trovando il modo di perdere una partita nella quale il lanciatore partente ha iniziato l’ottavo portando uno 0 (zero) nella colonna delle valide. A parte un mini-rally nel primo inning, mai si sono posti in una condizione tale anche solo da minacciare di segnare un punto. Quindi, mentre Brayan Bello inanellava zero dopo zero sul tabellone, il narcolettico attacco dei Red Sox non mostrava alcun segno di vita. 

Apro un primo inciso per sottolineare che fantastica prestazione di Bello potrebbe segnare una pietra miliare nella storia della franchigia. Sembra proprio che i Red Sox abbiano finalmente sviluppato un buon lanciatore partente! Questo è notevole. Non vorrei essere frainteso, Bello non è ancora un asso, ma questo non dovrebbe oscurare la realtà delle cose. Gli ultimi due buoni lanciatori sviluppati da Boston, Jon Lester e Clay Buchholz, hanno entrambi appeso il guantone al chiodo. Bello in questo momento rappresenta una boccata d’aria per una squadra che è stata a di poco inconcludente nello sviluppo dei pitcher per tanto tanto tempo.

Tutto  questo però non ci ha salvato dal subire la terza sweep in casa da parte di avversari della lega nazionale. Venerdi volevo annunciare che, visto che oramai la stagione era andata in vacca, per le rimanenti partite avrei fatto il tifo solo per Bello. Per annunciare tale proposito avrei atteso il massacro annunciato che si doveva compiere a Toronto.

E invece, passate appena 24 ore, i Red Sox, completamente trasformati, iniziano un’altra fantastica  sweep nei confronti dei malcapitati canadesi. Questi i numeri di squadra nel trittico: .301 AVG 17 run 1.88 Startes ERA  4.26 Bullpen ERA. Niente male no, per una squadra che ne aveva perse 5 di fila, no? Con questo risultato vinciamo la serie stagionale, perché siamo avanti 7-0 con altre 6 da giocare. Tutto questo contro una squadra che la scorsa stagione ce le ha suonate per bene, vincendo 16 partite su 19. Li adoro quando fanno così!

Dominiamo la prima partita approfittando di un’ottima prestazione di Paxton, che ha lanciato uno shut out di 7.2 inning (la sua uscita più lunga dal 16 aprile 2019), concedendo solo 3H 2 BB con 7K. L’attacco finalmente si sblocca. Dopo un equilibrio nei primi inning, caratterizzati da una bella presa di Duran nella parte bassa del primo, l’homer di Justin Turner nel quinto inning ci porta avanti 1-0. Successivamente Jarren Duran incrementa con un fuoricampo da due run (417 piedi e 106,2 mph al centro del campo) nel sesto inning. Nello stesso inning il solo homer di Masataka Yoshida al campo centrale destro porta il punteggio sul 4-0. Il sac fly di Turner all’ottavo ha fissato il punteggio sul 5-0. Nella parte bassa, con Paxton sul monte e 1 out, Devers preferisce gestire una rimbalzante in diamante, taggando sulla terza, invece di innescare un DP 5-4-3, e con questo pone fine alla partita del nostro partente. Martin si procura l’ultimo out (questo particolare avrà un impatto nella giornata seguente) e Ort gestisce il nono senza particolari problemi.

Gara due è stata una partita combattuta, pazzesca ed emozionante, terminata con un hollowodiano play-at-the-plate, il gioco più spettacolare che frequentemente viene proposto nella fiction, ma è rarissimo nella realtà. Ancora una volta ci avvaliamo di un’ottima prestazione del lanciatore partente, Crawford. Dopo aver subito un solo homer a Springer nel primo turno di gioco, passiamo in vantaggio con uno stampone da 2 di Ciccio Devers, finalmente tornato prolifico. Nel quinto, partendo da una situazione di 2-2 dopo il  solo homer di Bichette, sembra che possiamo prendere il sopravvento portando a casa 3 punti, punendo il partente avversario che era stato graziato troppe volte in precedente. Nel sesto aggiungiamo un’altro punto e nella parte bassa, dopo un singolo e un DP, Crawford sembra in pieno controllo, anche dopo aver concesso la base a Belt. Tuttavia, con Guerrero nel box, Alex Cora si è spaventato e ha chiamato Winckowski sul monte, anche se Crawford aveva un conto di soli 74 lanci. Forse la mossa è stata improvvida anche se in un primo momento sembra funzionare perchè Wincowski ha chiuso l’inning eliminando Guerrero. Ora però mancano nove out per vincere la partita. Con Chris Martin e Nick Pivetta indisponibili, siamo a corto di uomini: il primo aveva lanciato in due partite consecutive e il secondo aveva solo due giorni di riposo dopo un rilievo lungo  di 3.1 inning. Quindi Cora è costretto a puntare tutto su Wincowski e questo non può funzionare. Mi piacerebbe che ogni tanto il nostro geniale manager facesse delle mosse comprensibili anche a noi profani.

Al settimo cominciano guai e entra un punto per un mancato pickoff in seconda. All’ottavo rischiamo di sperperare tutto ancora una volta, quando i canadesi si riportano a -1 con un singolo e un homer, costringendo Kenley Jansen a entrare in gioco per eliminare Cavan Biggio e terminare l’inning.

Nella parte alta del nono allunghiamo con un altro punticino con un solo homer di Turner, ma c’è preoccupazione per Jansen, che deve ottenere una salvezza da 4 out, quando traballa parecchio quando ne deve trovare solo tre. Infatti, dopo aver eliminato Kiermaier al piatto, i Jays, con un singolo e un doppio di Springer e Bichette, sembravano aver messo la freccia per una clamorosa vittoria in rimonta. Jansen tuttavia non demorde e ottiene un prezioso K su Belt. Ora deve affrontare  Guerrero, 0 su 3 in quel momento, in una situazione 2 on 2 out. L’inizio è promettente e Jansen trova un vantaggio di 0-2 nel conto. Il terzo lancio gli rimane un po’ alto, appena fuori dalla zona, sul filopiatto esterno. Guerrero colpisce la palla con grande potenza, infilandola nel buco alla destra del prima base. Questa grande velocità della palla, che rimbalza senza attrito sull’erba sintetica, diventa un fattore basilare per l’esito della partita. Verdugo infatti riesce a raccoglierla e assistere a casa con un buon anticipo su Bichette, il quale intanto correva verso casa base, dalla seconda, per pareggiare la partita. Entra in scena anche il suggeritore di terza dei Jays  che combina un gran casino, dandoci bella mano. Mentre nell’azione precedente aveva bloccato Springer in terza, senza apparente motivo, questa volta dà semaforo verde a Bichette quando passa per la terza base. 

Un attimo dopo, con Bichette arrivato a metà corsia, accortosi della tempestiva assistenza di Dugie,  cambia idea e tenta di fermare il corridore. Avrebbe dovuto alzare entrambe le mani e Bichette poteva verosimilmente avere il tempo per fermarsi e tornare salvo in terza, ma ne alza solo una (di mani), Bichette non capisce e continua l’azione. Arriva sul piatto, abbondantemente out sul tempo, con Wong ben piazzato e con la palla saldamente nel guanto. Il tag è, relativamente, facile specialmente per un giocatore che ha il Paraflu nelle vene al posto del sangue. Nessuno si sarebbe stupito se il nostro glaciale ricevitore si fosse esaltato dopo un gioco così drammatico e spettacolare, ma il primo pensiero di Connor è stato quello di accertarsi delle condizioni dell’avversario. What odds!

Tutto fantastico a parte il fatto che Yoshida è stato colpito a un polpaccio, durante il settimo inning, da una palla veloce a quattro cuciture che viaggiava a 101,8 mph. Quando è uscito il ruolino segnava 2 su 3 con un singolo RBI, e non sarà disponibile per la gara successiva.

Inizio a guardare la partita ieri sera immotivatamente fiducioso, i canadesi saranno molto motivati ad evitare l’onta della sweep casalinga e il partente avversario Gausman è un veterano con un buon repertorio, che ci darà filo da torcere. 

Apro iun secondo inciso per notare che fortunatamente Gausman è un destro e così Cora ha la giustificazione per schierare Duran all’esterno centro e indicarlo come leadoff del lineup. Cora, lo sapete, è fissato con i matchups e se il partente è mancino Duran sta in panca e gioca Refsnyder, punto e basta. Questo produce effetti paradossali. Se andate sul sito MLB a consultare le statistiche di hitting dei BoSox, non troverete Duran fra qualified players, cioè quelli che hanno almeno 3.1 PA per ogni partita giocata dalla squadra.  Cosi succede che Hernandez ha 291 PA, Casas 274 PA contro i 233 PA di Duran. Con tutta la simpatia per Hernandez e Casas questi numeri non hanno alcun senso. Per limitarsi solo alla partita di ieri sera Duran chiude 5 su 5, con 4 doppi, 3 punti segnati. Come si fa a lasciare seduto un proiettile umano che trasforma in doppio ogni valida che per il 99% della MLB sarebbe un singolo?  Un’altra genialata di Cora che non riesco proprio a decifrare. Cora è indubbiamente il più bravo della classe, ma non è obbligatorio che lo dimostri tutti i momenti. A volte le cose semplici sono quelle più redditizie.

Oltre a Devers, c’è anche Ciccio che è bello caldo. Cora gli aveva suggerito di fare un giorno di riposo, ma saggiamente Ciccio a rifiutato, Già nel primo inning Ciccio  porta Jarren a casa battendo un singolo con 2 out. Il vantaggio ha vita breve, dato che Belt, nella parte bassa, impatta su Whitlock, segnando il primo dei suoi due homer della serata. E’ probabile che Whitlock accusi già qualche problema al gomito che inopinatamente lo porta ad uscire dopo solo un inning. Ancora un infortunio ai danni di un partente! Entra Bernardino che segna uno zero nella parte bassa del secondo consentendo a Ciccio di ripetersi, battendo a casa Duran con un singolo con 2 out.   

Nella parte bassa del terzo Bernardino cede il passo a Ort con un out e Kiermaier in prima. Non sembra una mossa particolarmente brillante da parte di Cora. Ort concede un singolo a Springer sul primo lancio e durante il turno di Bichette subisce una doppia rubata. Sul conto di 3-0 serve una palletta in mezzo alla zona che Bichette batte sull’esterno destro. Sull’azione tenta di avanzare in seconda, rinnovando il duello con Verdugo che lo fa secco in un gioco al millesimo, che resiste al challange dell’istant replay. Entrano due punti, ma poteva andare molto peggio. Bene o male Ort chiude il terzo inning e lascia il monte a Pivetta che ci tiene in partita lanciando 4 inning di assoluto valore, nei quali ha concesso 1ER (HR di Belt al sesto), 2H, 2BB con 6K.

Purtroppo in attacco gli ultimi 4 del lineup non riescono a battere valido neppure per sbaglio e non riusciamo a muovere il tabellone. Duran continua a battere doppi, Ciccio, che chiuderà 3 su 3 con 2 RBI e 2 BB, continua a battere singoli, ma non lo possono fare nello stesso inning. Particolarmente frustrante il sesto, quando finalmente Gausman esce di scena e esordiamo con due singoli. Purtroppo Casas, Hernandez e Wong, che si fa mettere K a basi cariche, non riescono a far avanzare i corridori in posizione punto neppure con un sacrificio (che d’altra parte Cora non chiama). 

Cominciamo il settimo inning sotto per 4-2, ma le cose vanno decisamente meglio. Duran, che Dio lo benedica, batte il quarto doppio della partita e Turner lo porta a casa con un singolo. Su un’azione di batti e corri, Dugie batte una debole rimbalzante in diamante costringendo  Chapman a correre in avanti per assistere in prima. Sull’azione Turner, arrivato salvo in seconda, decide di correre aggressivo per guadagnare la terza. Guerrero potrebbe eliminarlo con un’assistenza corretta, ma dovrebbe anche avere nervi saldi e, sotto pressione, non ci riesce. La palla passa oltre e Turner pareggia la gara L’inning prosegue con una BB a Devers, portato in secondo da un singolo di Refsnyder, ma ancora una volta Casas e Hernandez non riescono a ottenere nulla da una situazione RISP.

Fortunatamente in difesa non corriamo rischi, Pivetta chiude il settimo con 2K e Martin (un set up da leccarsi i baffi) supera incolume l’ottavo con tre groundout consecutivi. Arriviamo all’inizio del nono con Verdugo nel box e Romano sul monte, appena schierato. Romano lancia una fastbal 4 cuciture a 95,8 Mph proprio in mezzo a piatto e Dugie non perde l’occasione per fare l’eroe, scagliando la biglia in nella tribuna sulla destra dell’esterno centro. La tensione è al massimo, ma la partita si chiude tutto sommato senza sussulti particolari con sei eliminazioni di routine (tre per parte). Devers, dopo aver conquistato un’altra BB, ruba la seconda, ma Refsnyder, Casas e Hernandez sprecano un altro RISP.  Con il closer indisponibile nella parte bassa tocca a Joe Jacques chiudere la partita. E’ abbastanza palese che non avremmo avuto possibilità di sopravvivere a eventuali extrainnig, ma il ragazzo riesce a portare a termine il proprio compito con apparente facilità.

Finisce così, con un inaspettato trionfo, la temuta trasferta a Toronto. Abbiamo imparato che questa squadra è impronosticabile, nel bene e nel male, e anche che non è migliorabile con qualche innesto. Spero che alla fine il front office decida di tenerla così come è, senza cedere giocatori alla scadenza. Con tre wild card a disposizione le numerose variabili in gioco rendono la corsa per arrivare alla postseason troppo complicata per poterla facilmente prevedere. Alla fine i Red Sox sono ancora nel gruppo delle pretendenti e hanno ancora delle chance concrete di poterla spuntare. Abbiamo appena superato la boa di bolina e quindi c’è tutto il tempo per recuperare gli infortunati e tentare un rush nel finale di stagione. L’importante che non arrivi Bloom a incasinare tutto con le sue idee geniali, abbiamo già dato.

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Due passi avanti e due indietro

Torniamo dalla trasferta di sette partite giocate a Minneapolis e nel south side di Chicago con un deludente record di 3-4, avendo dilapidato tutto il momentum che avremmo potuto avere dopo la sweep sugli odiati pigiamini appena una settimana fa. 

La classifica è peggiorata e trasmette una sensazione di mediocrità. Il record di .506 40-39 ci pone davanti a un muro apparentemente invalicabile di 4 squadre che hanno almeno 3 vittorie in più o tre sconfitte in meno (con Seattle che ci alita sul collo). A parte Houston le abbiamo affrontate queste squadre e abbiamo dimostrato di essere competitivi se non superiori. E’ quando ci mettiamo con le altre squadre che risultiamo  mediocri. Abbiamo avuto un record intorno a .500 a marzo/aprile, esattamente .500 a maggio ed esattamente .500 a giugno. E non cambia nulla se consideri le partite in casa o in  trasferta, le regolari o quelle finite agli extra inning, contro le squadre AL East e contro quelle con un record <.500: in media risulta che vinciamo sempre la metà delle partite, mettendo in mostra contraddizioni evidenti come quando battiamo i MFY di Cole, ma recentemente non riusciamo a piegare il bullpen dei White Sox, che non aveva uno straccio di partente da schierare per affrontare un più che decente Crawford.

Insomma abbiamo una squadra potenzialmente competitiva, potrebbe essere un momento divertente della stagione e invece siamo intruppati a metà classifica e tutti coloro che danno le statistiche per il fantabaseball stimano che i Red Sox abbiano circa sei possibilità su sette di saltare i playoff. Tutto questo mentre la scadenza del mercato si avvicina e i fan sono in subbuglio, stanchi di arrivare ancora una volta ultimi.

Cosa farà quindi il front office in questa situazione? Scommetteranno altri soldi per tentare di vincere subito con percentuali di successo basse (ma non nulle) o tenteranno di capitalizzare con la cessione di qualche giocatore per avere maggiori chance la prossima stagione? 

Per rispondere a queste domande occorre farsene un’altra: sarà ancora Chaim Bloom a gestire la prossima stagione? Vediamo con ordine.

Da una parte sembra che Boston non debba necessariamente decidere ora il proprio atteggiamento. Possono aspettare qualche settimana e raccogliere più informazioni, vedere se le loro probabilità si spostano e in quale direzione. Una grande serie di vittorie, per esempio,  potrebbe far cambiare la percezione delle cose. 

Tuttavia, applicando un minimo di realismo, non c’è quasi nulla a cui possiamo appigliarci: Sale potrebbe essere fuori fino al 2024, il ritorno di Houck non è imminente e anche Paxton accusa qualche dolorino al ginocchio (sai che sorpresa!), abbiamo tanti infortuni anche nel bullpen e grandi buchi nel roster (il più evidente all’interbase), che non possiamo coprire a breve. Con tali premesse come facciamo ad ottenere una grande serie di vittorie? E poi, visto come sono andate le cose fino ad ora, chi ci può garantire che dopo una grande serie di vittorie non sopraggiunga una grande serie di sconfitte che ci riporti nell’aureas mediocritas che ci caratterizza quest’anno? La risposta è nulla di nulla, anzi sembra molto probabile che vada proprio così.  

Quindi, nonostante la conquista di una Wild Card sembri ancora a portata di mano, non vedo molti argomenti razionali che possano spingere i Red Sox a intavolare trattative serie per tappare i buchi acquisendo rinforzi adeguati. Il costo sarebbe elevato e le probabilità di rientro del tutto irrisorie. 

Tuttavia se mancano argomenti razionali, potrebbero essere presi in considerazione quelli irrazionali. Bloom non sembra uno che cambia i suoi piani solo perché è sotto pressione, ma è chiaramente nei guai dal punto di vista professionale e questo potrebbe spingerlo a fare mosse della disperazione. I risultati ottenuti in effetti non sembrano essere quelli attesi: 

  • il fatto che la squadra sia tornata ad avere un costo elevato, ma continui ad occupare l’ultimo posto nell’AL East, non sembra una cosa da evidenziare sul curriculum. 
  • Il risanamento del farm system, dopo le devastazioni di Dombrowski, sembra avviato ma non si nota un impulso straordinario
  • la flessibilità del roster che dovrebbe coprire i buchi con giocatori acquistati dalla IL lista ha prodotto risultati magri, fra cui spicca, in negativo, l’impiego del povero Hernandez come SS, ruolo per cui non è evidentemente tagliato. 

Resta da dire che questi risultati erano attesi da noi, ma non per questo sembrano condivisi dall’enigmatica proprietà. Magari sono entusiasti di Chaim e compensano egregiamente la delusione per i problemi di classifica guardando la voce entrate nel bilancio. Chi può dirlo!?

Storicamente la proprietà sembra orientata a licenziare verso settembre, ma questo è sempre un errore esiziale. Speriamo che abbiano fatto tesoro delle esperienze precedenti. Se hanno intenzione di cacciare Bloom sarebbe opportuno lasciare a qualcun’altro la gestione del mercato di luglio. Se hanno deciso di tenerlo, dovrebbero spiegarci perché, ma sono già certo che non non hanno nessuna intenzione di farlo.

PS. Ora bisogna decidere su cosa fare per il resto dell’estate. Suggerimenti?

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Sarà vera gloria?

Questa volta per i MFY il breve viaggio che dalla Grande Mela porta a Beantown non è stato affatto piacevole. Anche dopo la rotta subita venerdì notte (5-15) hanno scoperto che si può sempre peggiorare quando sono stati spazzati via dalla città avendo i Red Sox dominato nel doubleheader domenicale, 2-6 e 1-4, Ah, se tutti i weekend fossero così!

Gara 2 è stata una partita di bullpen iniziata da Kaleb Ort, seguito da Chris Murphy, Nick Pivetta con Chris Martin a chiudere. Onestamente quando Torres ha centrato un 2run homer nella parte alta del primo, ho pensato che sarebbe stato l’inizio della fine. Tuttavia Ort (2.1 IP, 2 H, 2 ER, 1 BB, 4 K) si è ripreso e Murphy (2.2 IP, 1 H, 3 K), nella sua seconda apparizione sul monte in MLB, impedendo ulteriori punti gettando le basi della rimonta arrivata negli inning finali, ha contribuito in modo decisivo alla vittoria.

La partita è stata suggellata da un ulteriore  prestazione monstre di Pivetta, che è salito sul monte con la partita sul 2-2, un corridore in seconda base e nessuna eliminazione al sesto inning, ha affrontato i battitori n. 2, 3 e 4 dell’ordine di battuta avversario per tornare a sedersi in panca con la partita ancora in parità. In particolare Pivetta ha impressionato nella prima eliminazione di Stanton, ottenuta con un swing and miss su una fastball da 95 mph. Stanton era entrato nel box con 10 su 27 (.370) .433 OBP e .741 SLG con tre homer e una doppio contro lo stesso Pivetta.

Il predominio sul monte è proseguito in serata con Bello. Di solito quando una squadra affronta lo stesso partente una seconda volta in un breve lasso di tempo, i battitori sono in vantaggio. Conoscono il suo mix di lanci, lo hanno visto in azione dal box e quindi possono in qualche modo avere una buona comprensione del suo piano di gioco.  Ma niente di tutto questo è servito domenica sera. Affrontando Bello per la seconda volta in otto giorni, i MFY si sono limitati a un solo punto in sette inning, meno di quello che avevano ottenuto la settimana precedente. Bello ha fornito la sua prestazione davanti a un pubblico televisivo nazionale, concludendo la serata con il suo 102esimo e ultimo lancio, che ha eliminato Bauers con un cambio nello sporco e lasciando due corridori in base.

Senza Judge, nei 18 inning di domenica, gli Yankees hanno raccolto solo nove valide, sei delle quali ottenute solo da Bauers e Torres. Per gli altri le statistiche sono un disastro: Stanton 5 su 41 (.122) da quando è uscito dall’IL. LeMahieu 15 su 90 (.167) nelle ultime 24 partite, Donaldson è 4 su 33 (.121) .Rizzo  4 su 48 (.083) (anche se è stato derubato di una sicura extra base da Duran, che ha effettuato una fantastica presa al volo nel triangolo). Insomma la speranza è che continuino così fino alla fine e l’alluce di Judge guarisca con una lentezza esasperante.

Dopo questo fantastico weekend ed esserci sbarazzati in nottata di Minnessota, una squadra che surclassiamo di due spanne, nonostante abbia un record simile al nostro, dobbiamo chiederci se siamo sulla buona strada per giocare e vincere qualche partita di palyoff al Fenway Park. Certo che le streak della classifica odierna sono confortanti (BOS W5, TOR L3, HOU L5 e MFY L4) e mostrano che negli scontri diretti possiamo giocarcela con questi avversari, inclusi gli Angels. Occorre però che riusciamo a tenere un ritmo accettabile anche quando incontriamo squadre di seconda linea.

La buona notizia è che la rotazione, che è stata un gigantesco buco nero durante il primo mese della stagione (6.05 ERA ad aprile, la seconda peggiore nel baseball dietro Oakland), si è stabilizzata alla grande. Dal 1 giugno, i Red Sox sono ottavi in ERA e secondi in fWAR, sebbene queste statistiche includano solo 3,2 inning del lavoro di Chris Sale. I fantastici 5  di giugno sono stato Brayan Bello, Kutter Crawford, Garrett Whitlock, James Paxton e Tanner Houck, il quale però ora ha subito un terrificante line drive in faccia. Per fortuna sembra fuori pericolo, anche se sembra certa una frattura. Stiamo ancora aspettando una prognosi, ma l’entità dell’infortunio suggerisce che non lo vedremo tanto presto giocare di nuovo.

La sua assenza lascia un enorme buco in un momento delicato della stagione. Ci sono due candidati naturali per riempirlo, tutti e due insoddisfacenti, anche se per motivi diversi. I nomi che vengono in mente sono quelli di Pivetta e Kluber, ex membri della rotazione portati al sicuro nel bullpen dove avrebbero potuto fare meno danni. 

Pivetta si è adattato bene al suo nuovo ruolo di rilievo registrando un’ERA di 2,20 rispetto a un’ERA di 6+ di quando nella rotazione. Le basi ball sono ancora un problema, ma la velocità è aumentata e sta concedendo molte meno valide e un contatto complessivamente più debole. Kluber invece che è addirittura regredito dopo la mossa di roster e se possibile, è stato peggiore nel bullpen di quanto non fosse già stato pessimo in precedenza. Temo proprio che la scelta ricadrà su di lui anche se non è da prendere minimamente in considerazione e sarebbe il caso di ammettere che Bloom ha preso una cantonata mettendolo DFA. Purtroppo Pivetta, che potrebbe sembrare la soluzione migliore, presenta  il rischio di perdere un ottimo rilievo per acquisire un pessimo partente. Nel vale la pena?  Non potrebbe rimanere dov’è? Non ci sono altre soluzioni?

E’ un bel busillis, anche perchè non ci sembrano esserci nell’organizzazione giovani pronti a esordire in  MLB, nè sembra ragionevole ricorrere al mercato, anche perchè non possiamo permetterci di scambiare giovani prospetti e non ci sono obiettivi che diano maggiori garanzie di quelli che abbiamo. Qui ci vorrebbe un colpo di genio di Bloom, che ribalti la situazione e dia motivi alla proprietà per conservarlo in plancia di comando. 

Non dovremo attendere a lungo per saperlo, ma sono scettico che arrivi qualcosa da questo versante.  

PS 1: Chaim Bloom si è dimostrato essere una persona intelligente, capace e ma sembra che abbia una visione dell’organizzazione incompatibile con i valori che i Red Sox, o almeno i fan dei Red Sox, condividono da tempo. Questo sottopone la sua azione a tensioni contrastanti con il risultato di produrre squadre che non sono nè carne nè pesce. Ma questo è tema che mi piacerebbe affrontare con voi nella bacheca

PS 2: Sempre a proposito della bacheca ho visto giudizi trancianti su Casas, che io non potevo controbattere perchè erano supportati dalla forza dei numeri. Tuttavia a me Casas piace. Piace quando batte, perchè quando corre è ridicolo, ma quando batte è ok. Finalmente ho trovato  questo twitt di Boston Stat https://twitter.com/redsoxstats/status/1667166238462574592 che dice che “Dall’inizio di maggio, Casas si colloca al 24° posto/195 in xwOBA tra i battitori con oltre 100 presenze”. 24 su 195 è veramente buono, ma buono in che cosa? Questa nuova statistica, all’incirca, basandosi su una gruppo di metriche sottostanti (la velocità dello swing, angolo di battuta, ecc) dovrebbe restituire una sorta forza normalizzata di un battitore, depurata dall’influenza delle diverse difese affrontate o dalla forma del campo. Casas sembra quindi essere molto bravo sulla carta, come effettivamente sembra quando gira la mazza. Peccato solo che non lo sia stato altrettanto quando conta. Ultimamente però sembra che stia mettendo a posto anche le sue statistiche tradizionali e magari a fine stagione si scoprirà che non è stato una grande delusione. Anche su questo il dibattito è aperto.

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Che stizza!

Perdere con le squadre scarse sta diventando per i Red Sox un’abitudine pericolosa, che rischia di inficiare quanto di buono stiamo costruendo in questa stagione anomala, nonché una fonte di grandissima irritazione delle mucose gastriche di chi ama questa squadra.

Stanotte i Red Sox hanno perso con i Reds una partita in cui è andato storto tutto quello che ci poteva andare. Bello (4.0 IP, 5 H, R, ER, 2BB, 4K) è in una serata in cui non trova la zona con facilità e quindi deve salire troppo nel count pitch. Anche quando ha usato la sua palla veloce a quattro cuciture (media di 95,5 mph e picco di 96,8 mph, secondo Baseball Savant), non è riuscito comunque ad ottenere nessun swing-and-miss. Così alla fine del quarto, con 97-61, Cora decide di avvicendarlo, sancendo l’attribuzione della sconfitta al lanciatore partente. 

In quel momento la situazione non è compromessa: siamo sotto solo di 1-0, abbiamo scampato una situazione da leadoff triple proprio al quarto, ma in precedenza abbiamo anche sprecato clamorose occasioni per mettere punti sul tabellone.  

Insomma si respira una certa fiducia, che il bullpen si incarica di cancellare immediatamente. Garza, subentrato a Bello, subisce un altro punto, ma ancora una volta, i Red Sox hanno avuto la possibilità di battere il lanciatore partente avversario Lively nella loro metà del quinto. Con due eliminati e Hernandez in prima, Tapia batte un doppio sul Green Monster. Kike passa dalla terza base con il semaforo verde del suggeritore di terza Carlos Febles, ma la difesa dei Reds esegue magistralmente un’assistenza a casa con taglio, che trova Hernandez a un paio di metri dal traguardo: out senza discussioni.

Hernandez resta sotto i riflettori anche nel sesto inning. Dopo un singolo, un K e una BB,  Garza ottiene una rimbalzante in diamante che Hernandez cattura e si gira verso la seconda per avviare un doppio gioco di routine 6-4-3. L’assistenza su Valdez, che copre il cuscino di seconda, è tuttavia scadente e si perde sul campo destro. E’ il secondo errore di Hernandez in questa partita e il suo undicesimo della stagione. Come risultato della scelta di Bloom di giocare un’intera stagione senza un interbase di ruolo entra un punto non guadagnato e ci sono due RISP sulle basi. 

A questo punto sale sul monte il rilievo tanto atteso Joely Rodriguez che chiude l’inning con solo cinque lanci. Stavo per cantare ancora le lodi dei nostri riabilitatori, ma mi devo subito ricredere. Nel settimo Rodriguez riempie le basi con 3BB e un singolo, concede un punto forzato e, per soprammercato, il primo grand slam della carriera a Barrero. Siamo sotto di 8-0 con solo tre turni in attacco per recuperare. 

Si respira una totale sfiducia quando finalmente l’attacco decide di tornare in campo. Dopo l’eliminazione di Casas e Hernandez finalmente sbianchiamo lo score con 4 valide consecutive comprensive di un doppio e un triplo che ci fruttano 3 punti. L’ultimo RBI single è di Devers. Yoshida apre la parte bassa dell’ottavo dopo che i Reds hanno incrementato di un altro punto il loro score. Il seguito non è molto fortunato. Duran batte con forza una radente che però il seconda base controlla, seppure a fatica. Con Yoshida avanzato in seconda, Casas alza una linea preda dell’esterno destro. Yoshida a questo punto, probabilmente ricordando male il numero di out, invece di tornare sul cuscino di seconda, clamorosamente lascia il campo, permettendo così un facile double play 8-6. 

La depressione raggiunge il culmine e non aiuta che la parte bassa del nono cominci con un out di Hernandez, ma i ragazzi che hanno dato vita al rally dell’ottavo, hanno ancora voglia di giocare. Valdez, che si è procurato un passaggio in prima, avanza in terza su doppio di McGuire e va a casa su singolo di Tapia. E’ il turno di Devers che, giustamente, gira per il contatto e tocca una ground ball sull’esterno centro. Le cose cominciano a farsi interessanti quanto anche Turner decide di partecipare alla festa e piazza, in ritardo sulla destra, l’unica sua valida su 5 AB. Yoshida va al piatto come potenziale punto del pareggio. Quando batte un doppio che spinge Devers a casa e Turner in terza. Entusiasmo alle stelle!

Siamo all’epilogo. Duran interrompe la striscia di valide andando out 6-3 con Turner a casa sull’azione. L’ultimo turno alla battuta è per Casas, che non è in serata. Va subito sotto nel conto e gira a vuoto un sinker fuori dalla zona per lo strikeout definitivo. Nell’intervista post partita chiedono a Cora che fine avesse fatto Mr. Walkoff Verdugo, che forse sarebbe stato utile come PH con il punto del pareggio in seconda. In fin dei conti Casas batte .193 e Duran è andato 3 su 31 con 15 strikeout durante la trasferta sulla costa occidentale. Cora ha risposto di aver concesso un giorno extra al nostro esterno dicendogli: Ehi, giochiamo contro Cincinnati, approfitta di un giorno di riposo in più e torna carico mercoledì. Giochiamo con Cincinnati, cosa potrebbe andare storto? 

Siccome Verdugo non era proprio in panchina allora i giornalisti hanno incalzato chiedendo lumi sulla composizione dell’ordine di battuta, che evidentemente è una questione che appassiona anche negli states: perché schierare consecutivamente due battitori mancini (Duran e Casas), giovani e in difficoltà, nelle ultime tre partite? Perchè c’è Turner a terzo slot e Yoshida al cleanup?

Trascrivo nel seguito quello che ha risposto Cora, lasciandolo alla vostra interpretazione, perchè io, come già detto, non ho le capacità per capirci qualcosa. Dice Cora:

 “Where we’re at right now with all the lefties, I think that’s the best lineup we can put out there,” Cora said. “Splitting Turner and Hernández hitting seventh and having those two lefties in between them, it helps us with a few things and then with matchups later in the game. So we like what we’re doing. Jarren today had an OK day. He went the other way. That was good. … Casas hit the ball hard in the previous at-bat. So I think that’s where we’re at right now.”

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Agrodolce

Certo che i ragazzi che si occupano del rehab dei lanciatori stanno facendo veramente un lavoro fantastico. Appena tornano sul monte i nostri pitcher ricondizionati, sembrano appena usciti dalla fabbrica, con il certificato di garanzia. Poi magari dopo un paio di uscite perdono un po’ di smalto, ma appena sbarcano dal volo proveniente da Worcester hanno il tocco magico. 

Almeno questa è l’impressione che si è avuta sabato, quando Garrett Whitlock, tornato a lanciare per la prima volta dopo più di un mese e ha dominato i Diamondbacks, ottenendo la sua seconda vittoria stagionale. Le sue statistiche (5 IP, 3 H, 1 RE, 0 BB, 4 K 92-58) raccontano di un solido controllo della palla, ma anche di un lineup dei Serpentes che lo ha toccato spesso, anche se hanno ricavato più che altro dei chopper in diamante. Ciò ci ha permesso di aggiudicarci la serie, grazie a uno squeeze bunt RBI di Reese McGuire nel quarto inning che ha marcato il punto dello striminzito 2-1 definitivo.

Più ampia la vittoria della sera precedente, caratterizzata di un’altra buona uscita dell’asso della nostra rotazione Chris Sale (5 IP, 1 ER, 4 H, 1 BB, 3 K), il quale ha gestito la gara senza grossi affanni, risolvendo i problemi che ha incontrato, limitando ogni danno. Non è il Sale del 2018, forse non lo sarà mai più, ma è comunque ancora molto divertente da guardare.

Dopo tali premesse domenica quindi giocavamo per la sweep e un record positivo nella trasferta ad ovest. Per l’occasione Devers tornava ad occupare un posto nel line up , con la speranza che potesse capitalizzare i due giorni di pausa che il manager gli aveva concesso. 

Purtroppo le distanze americane non hanno permesso a Ciccio di respirare l’arietta frizzantina di Worcester. (Laddove un certo Dalbec, nel mese di aprile, ha segnato .230/.373/.459/.832 con 3HR, 3 2B, 1 3B, 11 R, 13 RBI, 11 BB, 30 K and 2SB in 17 partite). Devers infatti ha marcato uno esasperante 0-5, con un’altro esasperante turno alla battuta al settimo con basi cariche. Un’altro momento clutch finito in un nulla di fatto. I suoi compagni di squadra hanno messo assieme 2 run, che erano stati sufficienti la sera prima, ma non in questa occasione a causa dei primi due inning di Tanner Houck (4.0 IP, 6 H, 2 HR, 4 ER, 4 K), durante i quali ha concesso i 4 run che hanno deciso la gara. In precedenza starting pitchers dei Red Sox avevano 2 ER o meno in 8 of delle loro 9 uscite, cumulando 2.91 ERA (46.1 IP, 15 ER). Successivamente Houck riprende il controllo con due 1-2-3 frame consecutivi, e un ottimo Pivetta (3.0 IP, 2 H, 0 ER, 3 K) ci tiene in partita fino alla fine.

Purtroppo però le mazze sono cosi fredde da fa sembrare il partente avversario un top player. L’unico che riesce con continuità a dare fastidio alla difesa avversaria è Yoshida, che raggiunge quasi sempre la base, come all’ottavo, subito dopo lo HR di Turner che aveva rianimato le nostre speranze. Perchè dopo era in battuta dopo Turner, chiederete voi? Vi ringrazio della domanda che mi permette di precisare di non averne la più pallida idea. Decifrare i criteri con i quali Cora decide il lineup iniziale delle partite è un mistero gaudioso e un compito largamente superiore alle mie capacità di analisi. Per quanto mi riguarda potrebbe anche affidarsi al sorteggio, tanto mi sembrano casuali. 

Lunedì è stato giorno di riposo e spero che lo skipper ne abbia approfittato per studiare qualche misura per ridare smalto a un attacco decisamente asfittico in questi ultimi tempi. Speriamo che l’annunciato imminente ritorno di Adams possa rappresentare una svolta in questo senso, ma anche lui stesso potrebbe cercare di fare un po’ meno casino.

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Un altro passo falso

In questo primo terzo di stagione tutti avevano individuato il principale problema dei Sox principalmente nella rotazione iniziale (in effetti l’ERA complessiva dei partenti ci colloca in quart’ultima posizione), mentre nessuno aveva dubbi sulla qualità dell’attacco, anche dopo aver perso il battitore più prolifico per una frattura al polso (d’altra parte nessuno credeva che Adams sarebbe durato a lungo con quei ritmi). 

Da quando però siamo  atterrati ad Anaheim le cose sembrano drasticamente cambiate. Anche se il  monte ha funzionato molto bene recentemente, le tracce del passato sono tuttora presenti nelle statistiche stagionale. Per esempio, l’asso della nostra rotazione, Chris Sale ha un’ERA superiore a 5,00 Gli eccellenti sei inning di Tanner Houck i contro gli Angels hanno portato la sua ERA sotto quota 5 (4,99). Degli otto lanciatori che hanno iniziato le partite per Boston in questa stagione, sei hanno ERA superiori a 5.00. Solo uno si salvava, James Paxton che però stanotte si è allineato ai suoi compagni con una prestazione mediocre che è costata la sweep.

Il punto di svolta della partita credo possa essere stata la parte alta del secondo inning. Con un Tyler Anderson con problemi di controllo sul monte per gli Halos, i Sox hanno avuto la possibilità di colpire per primi. Con un out, Devers era appena passato dalla prima alla terza base per un singolo di Pablo Reyes sull’interbase, quando Wong è entrato nel box di battuta. E’ stato un turno abbastanza anomalo. Sul conto 1-0 Wong, che probabilmente aveva problemi di interpretazione dei segnali, ha chiesto tempo sventolando la mano davanti alla faccia dell’arbitro che lo ha ignorato e ha chiamato strike il lancio in mezzo al piatto con Wong che non era pronto a battere. Si arriva sul conteggio di 2-2 (di nuovo l’arbitro ha chiamato strike un lancio abbondantemente basso e interno), quando tutto è andato a rotoli.

Wong gira a vuoto una fastball da 88,4 mph quasi al centro della zona e va K. Allo stesso tempo, Reyes è decollato verso la seconda base, spingendo il ricevitore degli Angels ad assistere il seconda base che copriva il cuscino. Reyes però era quasi arrivato e il difensore  ha potuto dedicarsi a Devers che, in maniera scellerata, era partito per un tentativo di doppia rubata e lo ha fatto secco senza problemi, completando il double play che poneva fine all’inning e, considerando il subitaneo crollo di Paxton, la nostra partita.

Capita spesso che i battitori di una squadra sincronizzino il loro slump, come si dice (non so se sia vero) facciano con le mestruazioni le ragazze che vivono assieme. Questo è proprio uno di questi momenti in quanto i nostri migliori battitori sembrano proprio tutti fuori fase e insulsi turni alla battuta si susseguono senza soluzione di continuità. Emblematico in tal senso potrebbe essere il turno di Devers, leadoff nella parte alta del settimo inning in gara 1, l’unica in cui abbiamo realmente conteso il risultato. Avevamo pareggiato nell’inning precedente e francamente speravo ardentemente che Devers potesse dare una svolta alla partita. Al ragazzo vengono dati un sacco di soldi per cacciarla fuori, specialmente in queste situazioni clutch. Ora a me non mi pare che in questa stagione Devers abbia colto un successo in questi frangenti, e quindi mi aspetto che almeno ci provi, quando si presenta la necessità, non mi aspetto proprio che si faccia mettere facilmente out con un triste bunt sul lanciatore. Ho torto? Secondo me Devers dovrebbe prima fare quello per cui è pagato e poi emulare il compianto, Ellsbury tentando doppie rubate e bunt a sorpresa.

E comunque sia non arriva in base. In ns slugger è terzo nella American League nel numero fuoricampo (13), ma i suoi arrivi in base (OBP) sono deficitari. Questo il quadro delle sue prestazioni su Baseball Savant. Il grafico va interpretato come rosso bene, blu male.

Devers registra una OBP 290  contro 355  in 297 partite (1.278 AB) nel 2021-22 e si vede molto bene che il suo problema è la bassa percentuale di BB. Sono due settimane che non va in base gratis e, se non lo fai la percentuale in base corrisponde esattamente alla media di battuta.

Devers non va in base dal 9 maggio ad Atlanta e lo ha fatto solo due volte in 20 partite (80 presenze) a maggio, dopo aver camminato otto volte in 28 partite (123 presenze) ad aprile.

Devers ha registrato un tasso di BB combinato dell’8,8% nel 2021-22, che si abbassa al 4,9% in questa stagione. Secondo Cora Devers gira a vuoto molti lanci fuori velocità contro i destri, mentre è stato migliore contro i mancini. 

Ora abbiamo un giorno di riposo, prima di andare in Arizona, che spero sia utilizzato per leccarsi le ferite e cercare di registrare lo swing di tutto il ns lineup che, a parte Devers, vede grandi defiance da parte di pilastri come Verdugo, Turner e Yoshida. 

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Bene, ma non benissimo

Corey Kluber era leader fra i pitcher MLB nel 2022 per il minor numero di BB/9 (1,2). Ha concesso due o più BB solo in tre delle sue 31 partenze. Quest’anno è tutta un’altra storia. Il giorno in cui affronta Wacha, l’uomo che lui stesso ha sostituito nella rotazione Red Sox, riesce a mettere assieme una prestazione talmente inguardabile da portare il nostro rimpianto a massimi livelli. Solo nel primo inning concede 3BB che fruttano a S. Diego un punto forzato prima che Odor sparecchi le basi con un doppio sulla destra. Non sono punti guadagnati sul lanciatore perchè un interno ha commesso un errore e a gioco corretto quei punti non sarebbero entrati. Chi era l’interno? Corey Kluber!

Mi dispiace iniziare il resoconto dalla pagina peggiore di una settimana che tutto sommato è stata piuttosto positiva: abbiamo ottenuto la vittoria in due serie consecutive con 4W in row, iniziata dalla riscossa di Pivetta, le prestazioni spaziali di Bello e Sale e anche di un Paxton decisamente superiore alle attese, un attacco buono dove, ogni tanto, Ciccio si affacciava e faceva bum bum.   

Perchè  quindi andare a sfruculiare sulla presenza di un inguardabile Kubler, preferito a Pivetta nella rotazione? In primis perché la nostra andatura ⅔, ottima in teoria, non è sufficiente per restare in scia nella turbolenta AL est. Kubler oramai è diventato uno dei problemi principali della squadra, incapace di tenerti in partita contro un attacco di San Diego che, pur decisamente più forte sulla carta, sta attraversando un nerissimo slump collettivo.  

Infine perchè dall’altra parte lanciava un Wacha che, al contrario, ci ha tenuto a bada per i primi 5 inning dello shutout. Dopo l’ottimo 2022 sembrava assolutamente opportuno, e in linea con l’atteggiamento del front office, trattenerlo a Boston, ma si è preferito fare altro.  Per trovare un decisione di Bloom altrettanto fallimentare occorre tornare a quando gli venne in mente di mandare Renfroe a Milwaukee in cambio di Jackie Bradley Jr., e altri due che nemmeno mi ricordo.

Cora ha annunciato che, con il ritorno di Whitlock contro i D-backs, la rotazione resterà a sei questa settimana. Spero che alla luce della prestazione di Whitlock, si prenda atto che Kubler non solo è inutile, ma è addirittura dannoso e non ci serve a nulla, neppure nel bull penn, adottando le misure necessarie.

Insomma la squadra va bene, ma non benissimo. Sembra una creatura esile, esposta a tutti gli accidenti. Ci sono incertezza e nuvoloni in un orizzonte che promette pioggia da un momento all’altro e mi chiedevo siamo felici di tutto questo? Io no e non sono felice da quando Betts è andato a giocare al calduccio. E non riesco a capire se (o perchè) anche la proprietà è contenta del lavoro di Bloom.

Per capirlo bisognerebbe conoscere il mandato affidato a Bloom, a parte l’imperativo cogente di ridurre il libro paga. Sono andato a chiederlo in qualche blog e questa è la risposta più convincente che ho trovato: Bloom non  è venuto a replicare il modello Tampa, ma quello di Houston. In effetti ci sono alcuni paralleli che inducono a pensare che gli stili di gestione delle due franchigie convergono, anche se Bloom ne esce male dal confronto:

Anche Houston lascia che le star del roster se ne vadano altrove quando raggiungono la  free agency (Carlos Correa, George Springer come Betts e Bogaerts) a meno che non possano pagarle significativamente al di sotto dei contratti a valore di mercato (Bregman, Altuve, McCullers). Diciamo che Bloom ci ha provato sia con Bogaerts sia con Devers, ma è stato sconfitto, in un modo o nell’altro, in entrambi i casi 

Houston non ha paura di spendere in free agent, ma limitano i rischi con accordi molto brevi (un anno per Verlander, due anni per Brantley). Bloom sembrerebbe sulla stessa strada (Kubler, Turner, Adams) solo per i contratti minori, mentre resta a un approccio tradizionale con Story o Yoshida. 

Houston sviluppa giocatori che possono salire con successo in prima squadra in grado di sostituire degnamente qualsiasi posizione persa (Yordan Alvarez, Jeremy Pena, Kyle Tucker). Su questo punto gli scuri (Dalbec, Codero) sembrano sovrastare i chiari (Wong, Bello)

Insomma sembra che Bloom si ispiri agli Astros per creare una paragonabile serie di successi. Ammesso che abbia lo stesso piano di gioco per il momento non sembra coronato dagli stessi duraturi successi. Quindi, che dite, la proprietà è felice?

Ora ci aspetta la trasferta più insidiosa di questo tour sulla west cost, contro una diretta concorrente alla Wild .Card. Ci incontriamo dopo pochi giorni da quando gli abbiamo affrontati al Fenway, quando eravamo in modalità come back. C’è di bello che non vedremo Othani sul monte.

 

 

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Una sweep inaspettata 

Per farla breve siamo stati travolti dalla compagine che si trova all’ultimo posto nella NL Central ed è nove partite sotto .500. Questa serie doveva essere l’inizio della discesa (mi riferisco al calendario più agevole di cui avevo parlato in un precedente post) e invece abbiamo trovato un muro verticale contro il quale ci siamo sfracellati, sprofondando all’ultimo posto in classifica e, quindi, mollando l’ultimo slot per la postseason ai pigiamini. 

Da una parte sapevamo che abbiamo una squadra squilibrata, con ambizioni limitate e carenze di organico in ruoli decisivi, e quindi ogni tanto ci toccherà prendere atto della realtà delle cose. D’altra parte però questa volta per i Red Sox l’incontro con la realtà è sin troppo crudele. I Red Sox avrebbero potuto tranquillamente aggiudicarsi le prime due gare, approfittando delle due gemme assolute prodotte dai nostri partenti. 

Dispiace di aver sprecato l’uscita di Paxton, il cui buon ritorno dopo oltre 766 giorni di assenza, avrebbe potuto avere maggior fortuna. Difficile capire quale sarà il contributo di Paxton in questa stagione. in fin dei conti l’abbiamo visto all’opera per solo cinque inning. Ma, per chi come me pendeva per lo scetticismo, sono stati cinque inning davvero impressionanti. Nove strikeout, una fastball da 96 mph e solo due punti concessi al primo inning a un homere Arenado che  evidentemente ha trovato il Fenway particolarmente adeguato a battere profondo. Comunque ok James, buona la prima! Mi raccomando, ora mantieniti in salute per qualche annetto, altrimenti non riuscirai a lanciare abbastanza inning per comparire nelle statistiche all time. (Incrociamo le dita!)

Dispiace almeno il doppio aver sprecato l’uscita di Sale, che ha sfoderando una prestazione superlativa (8 IP, 3 H, 1 BB, 9 K, 1 ER ora ha un’ERA di 2,21 con f20.1 inning, 5 run nelle ultime tre partenze),  dominando la partita in profondità, ha dimostrato di essere tornato ad essere un Asso assoluto nel baseball, in grado di farci competere con chiunque. E’ anche tornato ad essere un patrimonio e quindi spero bene che Blom sia licenziato a fine stagione, prima che gli venga in mente di scambiarlo!

Tutto questo ben di Dio, sprecato malamente da due blow save consecutive di Jansen, la seconda particolarmente urticante con tre violazioni tempo e un erorraccio di tiro commesso da Kike Hernandez. Per quanto riguarda il nostro closer dirò solamente che ci sarà pur una ragione se è stato rilasciato da una squadra con grandi ambizioni come i Dodgers per approdare una squadra senza ambizioni come i Red Sox. Facciamocelo piacere perché comunque è la cosa migliore che abbiamo visto da tanti anni. Vorrei inoltre solidarizzare con 

Kike Hernandez, un professionista costretto a giocare fuori ruolo per un’assurda politica di mercato del front office, che comunque ha cercato di fare il massimo con grande professionalità.

Rimane da commentare gara 3 e direi che il compito è più facile. Corey Kluber continua a usurpare senza motivo un posto in una rotazione che ora vede sei elementi, continua a occupare anche posto nel roster, senza motivo. Direi che siamo pronti per un DFA. Stiamo parlando dell’unico acquisto che Bloom ha pensato di fare per puntellare la traballante rotazione 2023 e siamo solo a metà maggio. 

A proposito di DFA finalmente, dopo l’ennesima prova disastrosa di domenica, i Red Sox si sono decisi a designare Ryan Brasier. Con grande rammarico (si fa per dire!) ci priviamo della collaborazione di un altro tassello della formazione che trionfò nelle World Series 2018. Con questo provvedimento di quella squadra ora sopravvivono solo Chris Sale e Rafael Devers. Il giocatore si è detto dispiaciuto ma anche dichiarato “Honestly, a new start might not be bad”. Parole sante Ryan! Se fosse stato per me ti avrei dato da tempo l’opportunità di trovare maggior fortuna altrove. E’ stato molto bello vederti prendere il monte per 4 lunghissimi anni dopo quella lontana grandissima stagione e ti auguriamo sinceramente il meglio.

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Uno split insperato

Alla fine abbiamo ottenuto lo split nella miniserie ad Atlanta con i nostri “natural rivalries” per  interleague series nel 2023. Non sapevate che i Braves sono i nostri “natural rivalries”? Beh, sapevatelo! L’ha deciso Manfred.  Immagino che i Braves siano i nostri “natural rivalries” perché all’inizio del secolo scorso la franchigia di NL aveva la sua home a Boston, ma non ne sono certo. Dal punto di vista pratico questo vuol dire solo che giocheremo un’altra miniserie con loro al Fenway, mentre incontreremo in una singola serie da tre partite, ogni altra squadra NL.

Comunque sia Atlanta è una squadra di tutto rispetto e, dopo aver visto come ce le aveva suonate in gara uno, temevo proprio di incassare una seconda sconfitta. E invece prevaliamo 5-2 e risaliamo in classifica con 22W-16L, un record che ci porrebbe in vetta a qualsiasi altra division nel baseball, ma in Al Est ci frutta solo il terzo posto.

La partita è stata segnata da un’altra ottima prestazione del giovane domenicano Bello, alla sua quinta partenza stagionale.  Dopo aver eliminato i primi sei battitori affrontati, e gestito con successo una pericolosa situazione di due on e no out nel terzo, ha continuato a tenere Atlanta fuori dal tabellone fino al quinto inning. Nel sesto inning, con Boston in vantaggio per 2-0, arriva il calo.  Bello incassa subito un solo HR da Acuna e il pareggio su singolo RBI di Eddie Rosario, che nell’azione è colto rubando in seconda da una cannonata di Connor Wong per l’eliminazione finale dell’inning. 

Bello conclude così la sua prestazione, registrando 2ER su 6H, 1BB 6K, che gli consente di abbassare a 5.01 la sua ERA. Bello ha indotto 18 swing-and-miss con esattamente 100 lanci (di cui 67 strike), raggiungendo la velocità max di 97,4 mph.  In tre partenze da quando è tornato alla rotazione della major league, Bello ha un record di 2-0 con un’ERA di 2,81, avendo concesso solo 5ER punti guadagnati in 16 inning. Sembra proprio che la retrocessione in Triplo A del 24 aprile abbia fatto scattare qualcosa. 

Le mazze di Atlanta sono tenute a bada nel resto della partita. Winckowski, il primo chiamato dal bullpen, lancia un ottimo  1-2-3 inning nel settimo. Chris Martin che gestisce bene l’unico  singolo incassato all’ottavo, e apre la strada a Jansen nel nono che ottiene la salvezza. Congrats Kenley! Con la tua 400esima salvezza in carriera entri in un club molto esclusivo.

Tutto bene quindi? Insomma. Cerchiamo qualche pelo nell’uovo. Cora ha bisogno di ricorrere al suo stellone per rimediare alla scelta, recidiva, sciagurata e evidentemente insensata, di schierare Refsnyder come leadoff del lineup. Una decisione che gli poteva costare cara, se dal mazzo non avesse successivamente cavato il jolly Tapia, l’uomo che con un ottimo doppio in campo destro al settimo, ci porta lo RBI che risulterà decisivo. C’è qualche ragione per continuare a tenere Duran (3AB 2R 2H 1RBI) al sesto posto dell’ordine di battuta? Duran e Triston Casas erano sulle basi per BB al settimo quando Tapia è entrato nel box. Di nuovo Duran era in seconda quando Casas ha battuto il suo quinto fuoricampo dell’anno. Non farebbe più comodo averlo sulle basi quando nel box c’è Yoshida o Turner o Devers invece di Tapia o di Casas?

Notazione finale con uno spotlight  su Ciccio Devers. Che cosa sta succedendo al nostro superpagato ragazzone in terza base? Il ragazzo gira quella mazza con un furore tale che sembra abbia una questione personale con la palla. Baseball Savant ci conferma che, quando la prende,  le sue battute sono, in media, migliori rispetto a quelle del 96% degli altri battitori, ed è uno spettacolo da guardare. Il problema è che non è disciplinato nel box, non seleziona con cura i lanci da battere, ma gira praticamente tutto quello che gli passa sotto il naso. I migliori battitori conoscono la zona dello strike e, non girano tutti i lanci al di fuori della zona, aspettando il lancio giusto. Devers invece non sembra in grado di farlo e neppure di impararlo, perchè sembra peggiorare con l’età invece di migliorare. Le conseguenze negative di questo suo atteggiamento si riverberano in diversi campi. Da una parte produce out invece di andare in base: se non lo colpiscono è molto difficile che prenda una BB e alla fine della gara si sente. D’altra parte semplifica la vita ai lanciatori avversari instaurando un circolo vizioso. Temendo che Ciccio gli frantumi la palla il lanciatore avversario evita di lanciare nella zona,  ma lo swing-and-miss di un lancio ball vale come uno strike, questo porta Ciccio in svantaggio nel conto, il che incentiva il pitcher a evitare la zona e così via. Per farla breve, esattamente il contrario di quello che fa Yoshida.

Se osservate i due turni alla battuta della partita di ieri, quando è entrato dalla panca,  li troverete paradigmatici di questa situazione: un K quando avrebbe potuto produrre punti seguito da un singolo improduttivo quando non ci sono RISP. Questo denota, secondo me, che c’è anche una componente emotiva sottostante alle statistiche. Lo staff tecnico dovrà mettersi al lavoro per far diventare più clutch il nostro miglior battitore.

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