Vedo che state cominciando a friggere per la nuova stagione; direi allora che comincia ad essere l’ora di guardare alla squadra che andremo a schierare dal prossimo aprile, anzi per essere più preciso posso già dirvi che dal prossimo weekend si cominceranno già a vedere i Sox su MLB.TV; è vero che le partite di pre-season, specie nelle prime due settimane, sono noiose come un programma di Gigi Marzullo, ma se non altro mi serviranno per misurare un attimo la temperatura (non atmosferica) che c’è dalle parti del Fenway e della sua succursale meridionale a Fort Myers in Florida. Visto che le squadre, a mio parere, si cominciano a costruire partendo dalla rotation andiamo a vedere gli uomini che cominciano la partita sulla collina. Nei giorni prossimi seguirà il resto.
Josh Beckett: Da dove vogliamo partire ? Dalle cifre eccellenti della scorsa stagione o dal compendio alcolico/gastronomico del seguito ? Io dico che partiamo dal un 2.89 di ERA e 1.03 di WHIP (posso usarla ? una persona capirà il perchè della domanda). Quello che lascia più perplesso è però l’atteggiamento mostrato anche in questi primi giorni di training camp, dove non solo non abbiamo avuto il piacere di sentire un “I’m sorry” per la scarsa professionalità dimostrata sul finire della scorsa stagione, ma anzi c’è un’arroganza conclamata appena qualcuno azzardava una domanda sul tragico settembre. Beckett è un texano tosto che sarebbe capacissimo di appendere al muro il primo giornalista che gli facesse una domanda sgradita, rispetta molto se stesso, molto meno il resto del mondo, questo in passato era stata la sua forza che l’aveva reso dominante quando contava, provate voi a far battere il nulla agli Yankees a 23 anni a casa loro nelle World Series; è il nostro “ace of staff” … poche storie, dovrà abituarsi ad un nuovo catcher, ma in una rotation che traballa, traballasse anche lui per motivi tecnici o di infortuni sarebbe come andare in barca col comandate Schettino. Lo eviterei.
Clay Buchholz: Annata decisiva per lui e per noi quella che Clay andrà ad affrontare dopo aver dovuto interrompere a giugno quella precedente. 28 anni a cavallo del prossimo Ferragosto, Buchholz entra in quella parte di carriera dove deve dimostrare di valere costantemente i gradi di “Asso” in una squadra di vertice, l’anno scorso questo era successo solo in parte anche prima dell’infortunio che, secondo tutte le dichiarazioni, sembra essere solo una pagina del passato. 6 vittorie ed un WHIP di 1.29 è tutto quello che l’anno scorso Clay è riuscito a dare. Anche i sassi capiscono che quest’anno ci serve molto di più, in un modo o nell’altro.
John Lester: In un mondo di poche certezze, Lester lo è. Nell’ultimo quadriennio sempre tra le 15 e le 19 W, ERA tra 3.21 e 3.47, le sue partenze sono nel range tra 31 e 33. Ci serve il 5° anno usando la stesa matrice. Ammetto di avere una predilezione per questo giocatore, il classico workhorse che si spezza ma non si piega e ammiro il fatto che abbia saputo costruirsi una carriera super pur non essendo il lanciatore che ti fa voltare la testa. Un solo appunto : deve essere un po’ più leader, un po’ più quello che tira il carretto ed un po’ meno quello che si fa tirare. Non a caso secondo molti Lester era quello che partecipava alla “gang del pollo fritto” perchè c’era stato tirato in mezzo dagli altri, un po’ come quelli che cominciano a fumare perchè temono sennò di essere esclusi dal “gruppo”. Be yourself John !!!!
Daniel Bard: Qui le cifre contano una cippa ovviamente avendo il nostro fatto un altro mestiere fino all’anno scorso. Il baseball ha anche degli esempi di giocatori che hanno volteggiato abilmente tra partenze e chiusure, il caso migliore è John Smoltz : partente eccelso, poi closer di prima classe e poi nuovamente partente. Nessuno, e sottolineo nessuno, può sapere il Bard – Experiment cosa ci porterà; il giocatore sembra attendere il momento di salire sul monte con la stessa ansia di un bimbo che aspetta i regali di Natale e fa grandi (e ovvie) professioni di sicurezza. Servirà un campionario di lanci un po’ più numeroso di quello fatto vedere in passato : con la sua fastball e poco altro al terzo inning rischiamo di beccare delle cannonate. Però per vedere Bard che si districa tra slider e changeup occorre una certa fantasia. Voi siete fantasiosi ?
Mister X: Il mio mentore baseballistico dice che i quinti partenti non hanno mai vinto il pennant, io dico però che possono perderlo visto che bene o male anche loro lanciano una trentina di partite. Abbiamo un elenco di candidati più lungo dell’elenco telefonico. Ne cito solo alcuni : Aceves, Bowden, Doubront, Miller, Mortensen, Padilla, Cook, Silva, etc. etc. Sempre ammesso poi che a un certo punto dell’anno Hill e Dice-K non tornino in ballo. Troppi e troppo tristi, assegnare il ruolo di partente con una riffa o basandosi su qualche partita di pre-season mi sembra un sistema picaresco di gestire una squadra con il nome e le tradizioni dei Sox. Poi penso che per il ruolo di shortstop va ancora peggio … ed allora che facciamo ? Proviamo a combattere, sai mai che si riesca a trovare un diamante in mezzo al liquame.