Primi alla pausa

Nonostante tutto si arriva alla pausa col miglior record dell’American League, dico nonostante tutto perchè riavvolgendo il nastro per rivedere tutti gli accadimenti dall’Opening Day ad oggi diventa quasi difficile credere di essere così in alto in classifica nonostante la partenza 2-10 e con una serie di infortuni troppo simili all’infausto 2010.

Si va alla pausa archiviando la sweep nelle 4 partite coi Baltimore Orioles e segnando con una bella sottolineatura queste ultime due vittorie che sono simboliche di questa prima metà di stagione per le avversità che hanno comportato : abbiamo visto finalmente un Lackey preciso e puntuale come non mai e resta solo da capire quanto sia merito di Lackey e quanto sia demerito degli Orioles che sono una squadra che sta collassando nonostante un roster che dovrebbe dare molto di più.

La partita di stasera è stata un piccolo capolavoro, capolavoro sembrerà una parola troppo grossa ma la squadra ha resistito a tante delle cose che un Dio del baseball iracondo può scagliarti contro, un po’ come faceva Nettuno che mandava le tempeste ad Ulisse e ai suoi compagni. Dunque un pitcher al debutto che becca sei punti in un inning, un arbitro che espelle in maniera definita ridicola da Jerry Remy (con ragione), etc. etc.

I Red Sox però ribaltano la partita affidandosi, ancora una volta, ai suoi grandi veterani Youk & Pedroia e ringraziando un bullpen che nei cinque inning d’impiego non ha fatto vedere la biglia alla squadra di Sua Simpatia II° Buck Showalter, ovviamente Sua Simpatia “the original” resta Guillen. Due parole per la malattia che sembra attanagliare la classe arbitrale americana ovvero la espulsite acuto quella malattia che comporta il desiderio irrefrenabile di cacciare negli spogliatoi giocatori e manager, un po’ come successo oggi al rookie Weiland, a Francona … ed anche a Showalter ed al pitcher Gonzalez. Capisco ci fosse la paura di un nuovo scontro come quello dell’altro giorno ma i lanci che hanno portato oggi alla sanzione non erano assolutamente intenzionali; come detto da Jim Leyland poco tempo fa “c’è qualcuno che vuole far capire di essere importante, molto più di quello che è”.

Ora salutiamo i nostri cinque in partenza per Phoenix … e buon riposo per gli altri, ci sarà tempo per discutere su cosa accadrà. Per il momento però … godiamoci il momento che è comunque bello e prezioso

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Ripeto il titolo ???

Ci mancava anche il pugilato per reiterare il titolo usato nel pezzo precedente, ci siamo rimessi in carreggiata a livello di vittorie ma si continua a perdere i pezzi, anzi siamo tornati anche in cima alla Division e per una squadra che al momento ha i quattro quinti della rotation in lista infortunati mi sembra tutto grasso che cola.

Cominciamo subito dalla “fagiolata” di stanotte con Baltimore, diciamo subito che si rischia di pagare la cosa in quanto ci si attende una sospensione di sicuro per Ortiz e forse anche per l’altro espulso Saltalamacchia, anzi secondo molti il fatto che Big Papi abbia caricato il monte dopo l’espulsione di Gregg può essere un’aggravante per l’aver voluto farsi giustizia con le proprie mani anche se l’arbitro aveva già sanzionato il pitcher di Baltimore

Partono le danze ...

Quindi prepariamoci ad affrontare qualche partita senza Big Papi … e non sarà un’assenza da poco perchè il bomber è in formissima (il picchione del primo inning ha rischiato di colpire lo Shuttle in orbita) ed anche per il fatto che sembra avere il potere di spingere la produttività offensiva dei suoi compagni, basta vedere cosa è successo appena si è tornati nei terreni noti dell’American League.

Altra piccola grana della partita è stata la scivolata in pedana di Beckett che ha causato l’uscita anticipata (e questo non è un problema) e l’iperestensione del ginocchio sinistro (e qui abbiamo incrociato le dita). Beckett dice che spera di lanciare perfino all’All Star Game, io onestamente invece spererei che se ne stesse a casa da Phoenix anche perchè la tattica di riposarsi durante la sosta anzichè giocare l’All Star Game sta diventando uno standard basta vedere il trio Rivera-Jeter-ARod che resterà nella Mela citando misteriosi infortuni … e allora perchè giocano coi pigiamini ???

Già a volte si fa fatica a considerare l’All Star Game una cosa seria se poi i giocatori decidono a capocchia di andare o non andare diventa una pagliacciata, occorrerebbe una misura da pate delle MLB, ovvero che i giocatori che saltano l’All Star Game DEBBANO saltare anche qualche partita alla ripresa.

Detto che l’infortunio di Buchholz va per le lunghe, viene dato per molto improbabile che ritorni nel mese di luglio, andiamo un po’ a vedere rumors e notiziole varie “off the field” : Epstein ha dichiarato a WEEI (la sports-radio di Boston che trasmette le partite dei Red Sox) che la prima priorità del mercato sarà l’attacco (leggasi esterno destro) a patto di non appesantire ulteriormente il monte stipendi. Verità ? Fumo negli occhi ? Boh …

L’altra cosa riguarda Andre Ethier : che l’aria a LA sia pesantuccia con la squadra in amministrazione controllata è cosa risaputa e che in parecchi siano pronti con la valigia è ovvio. Il ragazzo, buon amico di Dustin Pedroia ed entrambi ex-giocatori dei Sun Devils di Arizona State University, avrebbe detto d’avere “Boston in his mind” . Vedremo … per la cronaca va detto che il giocatore ha il contratto coi Dodgers anche per il 2012, occorrerà vedere prima di tutto quale sarà l’evoluzione della situazione societaria dei Blue, poi se son rose …

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Una vittoria in più ed un uomo in meno

Ne son successe di cose in queste ultime due partite, abbastanza da rischiare di mandare i cervelli che comandano i Red Sox in corto circuito, soprattutto le prestazioni sul monte di lancio danno adito a mille argomentazioni.

Comincio dalle note poco liete : la questione infortuni. Come da titolo anche Lester ha bisogno di uno stop dopo l’infortunio di ieri sera che l’ha costretto ad interrompere dopo il quarto inning una partita che stava dominando. Spesso l’argomento infortuni è trattato dai Red Sox con una cautela che ricorda ciò che capitava ai vecchi leader dell’Unione Sovietica : leggevi che avevano un raffreddore e due giorni dopo passavano tra i più. Ovviamente in casa Red Sox le cose sono meno tragiche, semplicemente diventa impossibile sapere le reali condizioni dei giocatori, anche stasera su Lester si leggono cose che vanno da “forse salta una partita al massimo” a “di sicuro si fa un giro in injured list” … chi ci capisce è bravo

Aggiungiamo anche Buchholz alla lista degli infortunati “misteriosi” : il passaggio in lista di Buchholz che era stato presentato come una cautela extra per il giocatore non deve essere poi una cosa così indolore tanto è vero che oggi verrà esaminato da un terzo specialista, in North Carolina … nemmeno vicinissimo, per vedere se i persistenti dolori alla schiena possono essere pericolosi … situazione in definizione.

Peccato per questi problemi, perchè ci sarebbe da risolvere in qualche modo il rebus Lackey : cosa fare con un pitcher che lancia in maniera orripilante che hai sotto contratto per altri 3½ anni ed al quale devi corrispondere 50 milioni abbondanti di presidenti defunti ? Quizzino mica da ridere. Le opzioni : a) lo lasci al suo posto e ripassi velocemente le preghiere che rivolgevi da bambino all’Onnipotente. b) lo sposti nel bullpen perchè faccia meno danni e ti arrangi con ciò che ti passa il convento (leggi Pawtucket). c) spacchi il porcellino e ti compri un pitcher di vaglia al mercato che sta per partire. d) lo mandi un po’ in Triplo sperando che giocare contro i Lehigh Valley Ironpigs (nome adorabile) lo rianimi. e) lo tagli, cacci nel W.C. quella camionata di $ e se sei Theo Epstein presenti istantaneamente le dimissioni. I pareri sono graditi …

Ultimo tema che affronto è la questione closer : Papelbon sembra molto in calando e ieri sera stava per buttare alle ortiche una vittoria certa che sì è concretizzata come tale nel momento che vedete nella foto grazie a McDonald che ha fatto un gran rilancio dall’esterno sinistro, grazie a Varitek grandissimo nel bloccare il piatto … e grazie all’arbitro Brian Knight che poteva anche chiamare salvo Encarnacion (prego guardare nei video la gamba destra del runner). Il discorso è semplice : nonostante abbia una sola “blown save” Papelbon ha una media ERA che è arrivata a 4, dall’altra parte Bard ha una striscia aperta di 16 inning senza punti. Che si fa ???

Questi sono i temi del giorno a metà stagione : molte domande, risposte nessuna. E’ il baseball gente …

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Una sweep è sempre una sweep

Sarà un concetto molto legato al calcio italiano, vincere senza dare molto spettacolo ottenendo il massimo col minimo sforzo , però in questo weekend è stato anche il modus operandi dei Red Sox che al momento non possono permettersi un gioco spettacolare ed esplosivo come qualche settimana fa e devono accontentarsi, ed è un bel accontentarsi, di ottenere successi risicati ma molto molto molto utili in questo frangente.

Alla fine il bilancio della lunga tournee da 9 partite sui campi della National League termina con un’accettabile 5-4 ed anche l’assenza di Ortiz dal lineup titolare nella maggior parte delle sfide è stata assorbita senza troppi danni; resta comunque il dubbio che sia un lusso avere un DH di ruolo non adattabile ad una qualsiasi posizione difensiva.

Detto che il monte di lancio sembra in un buon momento con un Beckett che si conferma dominante ed un Miller che pur non esaltando si sta guadagnando rispetto e considerazione, andiamo a fare le lodi ai nostri uomini che chiudono le partite; Bard e Papelbon sono al momento le uniche certezze tra il bullpen; nelle partite nelle quali sono avanti al 7.inning i Red Sox sono 45W-2L, non è difficile capire che servirebbe qualche rinforzo tra i setup sebbene Epstein abbia confermato anche l’altro giorno che non si può appesantire ancora il libro paga, quindi c’è da aspettarsi acquisti solo “low-cost”

Nel frattempo sono state diramate le convocazioni per l’All Star Game e per ciò che riguarda i Red Sox sono state confermate le previsioni della vigilia : i giocatori chiamati sono Beckett, Gonzalez, Ortiz ed Ellsbury, in questo caso sono valutazioni che si possono tranquillamente sottoscrivere. Semmai sono altre le chiamate che lasciano perplessi, ma storicamente l’All Star Game fornisce ampie possibilità di discussione.

Però prima della pausa per il Midsummer Classic i Red Sox tornano nei sentieri conosciuti della AL East per una settimana da passare tutta al Fenway prima contro Toronto poi contro Baltimore, ovviamente tornerà in formazione a tempo pieno Big Papi, purtroppo invece gli infortunati eccellenti marcheranno ancora visita. Sia Crawford che Buchholz dovrebbero tornare in squadra dopo l’All Star Game, mi rimane il dubbio sul perchè gli infortuni dei nostri giocatori si prolunghino sempre oltre quanto detto in un primo tempo. Crawford addirittura doveva tornare oggi a Houston, Buchholz invece doveva essere il partente per la partita di domani coi Blue Jays, non so se è una tattica, ma mi viene il dubbio che al momento dell’infortunio vengano fornite diagnosi ottimistiche che poi non vengono rispettate, il motivo di questa politica resta un mistero … almeno per me.

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Due ore aspettando l’eruzione

Se io incassassi dieci euro per ogni partita di baseball che ho visto non scriverei un blog sui Red Sox, ma probabilmente sarei il proprietario dei Red Sox. Questo solo per far capire quante partite posso aver visto, a tutti i livelli, dalle Major League al campionato amatoriale bolognese di slow-pitch; nonostante questo vissuto il vecchio gioco continua a sorprendermi, è come un bellissimo castello del quale continui a scoprire degli angoli nascosti e meravigliosi.

La partita di stanotte è stata proprio come un pacco a sorpresa, come una continua attesa di un qualcosa che doveva venire e che non arrivava mai: i primi sei inning entrano di diritto nella classifica dei peggiori dell’intera annata : i Red Sox, in un line-up per l’ennesima volta molto raffazzonato per l’assenza all’ultimo minuto di Ellsbury, erano sull’orlo di una crisi di nervi sul lanci di Bud Norris improvvisamente trasformatosi nel nuovo Sandy Koufax.

Due ore piene solo di un mare di strikeout sul groppone e di qualche punto di troppo subito da un Wakefield alla seconda partenza davvero poco positiva; ad un cero punto però, continuando nella metafora dell’inizio, siamo arrivati in un angolo inesplorato del nostro castello e lì abbiamo trovato lo slancio per ribaltare, in men che non si dica, una partita che rischiava ormai di scappare via. Spesso quando una squadra segna punti a raffica in un inning i commentatori americani usano il verbo eruttare, nel settimo inning a Houston i Red Sox sono sembrati il Krakatoa in uno dei suoi giorni di fuoco.

Non c’era verso di mettere a sedere un battitore per i pitcher avversari; alla fine tutto si è deciso in quel mentre, sono entrati i sei punti della vittoria, che potevano essere addirittura di più se non si fosse sprecato molto negli ultimi inning, grazie ad una squadra che ha saputo colpire nel momento della difficoltà e grazie anche ad un bullpen usato stasera molto ( 5 uomini ) e che ha chiuso molto bene la saracinesca una volta tanto.

Non il capitano ... il leader

Spendo le ultime parole per l’uomo (quello in maglia blu scura) della foto sovrastante. Se una non ha tempo di vedere la partita e vuole vedere solo uno spezzone deve scegliere il turno nel box di Pedroia al settimo inning. L’arbitro Diaz (pessimo nel chiamare i lanci a casa) chiama su Dustin uno strike “fantasioso”, dopo la discussione che vedete nella foto, Pedroia indovina la valida che vale il pareggio su un lancio simile al precedente. Da cineteca la “ragliata” di Pedroia verso l’arbitro mentre correva in prima. Puro distillato di temperamento. Se proprio si deve cominciare a studiare la clonazione umana, io propongo di iniziare da Mr. Dustin Pedroia di Woodland, California … E sarebbero studi ben spesi

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