Buon compleanno vecchio Fenway

Il Fenway ha il buon vecchio sapore delle cose di una volta, di quando il gelato era cremoso o di quando lo scopo della tua giornata era vedere la TV dei Ragazzi. Il Fenway compie cent’anni, ha resistito a due guerre mondiali, a svariate tragedie negli Stati Uniti e nel mondo, ha visto grandi vittorie … non moltissime … ma soprattutto tante sconfitte.

Yawkey Way vista dall'alto

L'ingresso con le statue di Williams, Pesky, Doerr e Dom Dimaggio

E’ stupefacente come un luogo in cui tanti si sono rosi il fegato possa essere entrato così in profondità nell’animo di un’intera popolazione, sembra quasi un versione moderna della sindrome di Stoccolma. Il Fenway è anche altro : è uno schiaffo alla modernità, è quasi la rivolta contro il logorio della vita moderna, dove altro trovi un posto nel quale rischi di vedere una partita con un palo davanti agli occhi ed essere contento come una Pasqua ? Pensate avessero costruito il nuovo Fenway come si paventava nei primissimi anni di questo secolo ? Avremmo ora uno stadio stracomodo e freddo come un iceberg. Volete mettere invece quei meravigliosi seggiolini scomodi come quelli dei cinema parrocchiali della mia infanzia ?

Questa non credo serva commentarla

Il Fenway ti spinge alla ritualità, io stesso che ci sono stato non tantissime volte avevo instaurato la mia : la metropolitana fino a Kenmore, passeggiatina per Yawkey Way con immancabile visita al negozio dei gadget, un lobster-roll (un hotdog con dentro la polpa d’aragosta), la partita e poi il ritorno a piedi in centro. Credo che avrei potuto continuare con quella vita fino al giorno del giudizio

Good guys on the field

Io spero con le mie poche ed indegne parole di aver fatto capire a tutti che posto speciale sia questo, se non siete mai stati in uno stadio americano cominciate da qui; entrarci dentro significa vivere un’esperienza sensoriale stranissima, quasi un viaggio all’indietro con la macchina del tempo, ho visto partite MLB in 10 stadi diversi, l’unico che come fascino poteva reggere il confronto l’hanno abbattuto. Ora il nostro “most beloved ballpark” emerge, stacca la concorrenza, è piccolo, è stretto … ma d’altra parte il paradiso non è per tutti.

Buon compleanno vecchio Fenway !!!

PS – Ringrazio Sal, il nostro agente per nulla segreto a Boston, per le foto che vedete. Ho scelto quelle che a mio parere danno più l’idea dello spirito del Fenway, che è un luogo dell’anima, uno dei pochi rimasti nello sport.

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Farewell Captain Tek

Mi prendo un pezzo di “stacco” dalla previsione per il 2012 perchè non si può non parlare del ritiro di Varitek che sarà ufficializzato tra poche ore. Il tempo passa, i giocatori vanno e vengono … tutto ciò è logico e giusto. Ciò nonostante un tifoso dei Sox che oggi non sentisse una vena di tristezza non sarebbe un tifoso dei Sox, viene a mancare uno di quei volti che per tutti significava Boston, quasi fosse un complemento ad Harvard, alla Old State House ed al Tea Party (quello del 1773, non quello di Sarah Palin e Ron Paul).

Arrivato al Fenway nel ’97 nella trade più fortunata nella storia ultracentenaria dei Sox : Heathcliff Slocumb in cambio di Varitek e Derek Lowe (!!!), V-Tek c’ha messo veramente poco per legare con un ambiente fatto su misura per lui. Un tipo serioso, poco propenso ai sorrisi ed alle smancerie … insomma … un perfetto bostoniano anche se nato nel Michigan, quando si dice “fatti l’uno per l’altra”.

Alcuni highlights nella sua carriera :

Ha vinto a tutti i livelli : Little League, College World Series ed ovviamente gli anelli MLB. 3 volte All Star, ha ricevuto 4 no-hit (record assoluto), s’è sorbito 1488 (!!!) partite dietro il piatto, numero ancora più folle se si pensa che nella storia dei Sox il secondo è distanziato di 500 partite. Potrei andare avanti per un pezzo con delle cifre, ma non esiste ancora il matematico che posso esprimere in una cifra cosa è stato Captain Tek.

Io so già chi voglio come manager in un futuro nemmeno troppo lontano : l’uomo qui sopra, l’uomo che ha avuto la C sulla maglia e non sono tanti quelli che se la sono meritata quella C nella storia dei Sox, oltre a lui sono solo altri due e vengono ancora più i brividi se si pensa che sto parlando di Carl Yastrzemski e Jim Rice.

Siamo veramente all’inizio di una nuova era nella storia dei Sox : via Francona, Epstein, Wake, Varitek. Con un Varitek ancora in palla, non la pallida controfigura che abbiamo visto in questo ultimo biennio, mi sentirei un po’ più tranquillo ad affrontare questa stagione con questi Sox “bizzarri” senza interbase, con una rotation da inventare e con un manager che comincia a perdere delle buone occasioni per stare zitto. Nella città che a dato i natali a colui che inventò il parafulmine, ne viene a mancare uno bello grosso ai nostri amati Sox, speriamo che la saetta di Zeus colpisca altrove.

Comunque cari amici … oggi è un giorno triste, senza se e senza ma.

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Grazie di tutto Wake

Com’era nelle previsioni Tim Wakefield ieri ha annunciato il suo ritiro dai Red Sox e dal baseball con una breve conferenza stampa sul prato del Fenway commuovendosi praticamente ad ogni frase che usciva dalla sua bocca; purtroppo il passare del tempo ha richiesto il suo tributo ed un altro dei nostri “grandi” ha dovuto appendere gli spikes al chiodo.

Goditi la pensione Wake

Wakefield era un “giocatore rarità” soprattutto sotto un aspetto : in un mondo dove il 99% dei players pensa “io”, lui ragionava “noi”. Lo dimostrò coi fatti : finale ALCS 2004 gara-3 : Yankees avanti 2-0 e dominanti anche in quella partita, Wake va da Francona e chiede : “come posso aiutare la squadra ?” . Francona gli chiese di entrare in una partita già decisa per farsi tre inning per salvaguardare il bullpen in modo da tentare qualcosa in gara-4 e, sperandoci poco, anche nelle partite seguenti. Wake fece il suo compito, con quest’atto si giocò la possibilità di essere il partente di gara-4 ma il bullpen fu in grado di resistere nelle due maratone (26 inning) che seguirono. Come dice Al Pacino : ” QUESTO E’ ESSERE UNA SQUADRA SIGNORI MIEI”

Ha resistito a botte terrificanti, tipo il fuoricampo che subì da Aaron Boone, ma ha sempre saputo riprendersi ed il destino generoso gli ha donato sul finire di carriera 2 anelli, la convocazione per la prima volta all’All Star Game a 43 anni e l’onore d’aver raggiunto le 200 vittorie. Non diventerà il pitcher con più vittorie nella storia dei Sox, ne mancavano solo 6, ma non si può avere tutto nella vita. Ora si potrà godere la sua famiglia in Florida … e speriamo che venga invitato per il first pitch al Fenway all’Opening Day, ci fosse qualcun’altro mi arrabbierei parecchio.

Grazie ancora di tutto Wake !!!

PS – E’ venuto ieri a mancare Gary Carter a soli 57 anni. Da quando ho cominciato ad interessarmi di baseball ho considerato solo 3 catcher come veri “field generals” : Carter, Varitek e Pudge Rodriguez. Ora Carter non c’è più : giù il cappello e rispetto per lui.

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Tra processi e ricostruzioni …

Che brutta fine d’anno … Ormai siamo al tutti contro tutti, cominciano ad apparire le solite indiscrezioni che sempre compaiono quando una situazione collassa, ricapitoliamo un po’ cosa s’è trovato in rete anche se tutte queste cose mi sembrano le classiche cronache da fine impero.

Ai nostri pitcher piace la birra e questo amore sarebbe stato esplicitato un po’ troppo nella clubhouse, Francona non avrebbe logicamente gradito la cosa ed una riunione convocata ad uopo sarebbe degenarata. Certamente Francona col suo self-control che l’ha sempre contraddistinto ha ammesso in conferenza stampa che non c’era più dialogo e che non è riuscito nell’ultimo periodo a dare un impatto alla squadra e di essere estremamente frustrato per ciò. Traducendo la cosa in volgare : “io parlavo ed i players facevano quello che volevano.” Alla fine, come sempre accade in questi casi, la spinta decisiva alla partenza di Francona è stata data dalla proprietà che avrebbe comandato il cambio.

Se il problema è uno spogliatoio troppo elettrico dove “io” è più importante di “noi” diventa decisiva la scelta del nuovo manager, ma chi deve sceglierlo, ovvero il GM, è anche lui tra coloro che son sospesi; Epstein ha ancora un anno di contratto e la proprietà avrebbe espresso parere favorevole alla sua permanenza (per motivi misteriosi per molti), però da numerosi articoli sembra che Theo sia sempre più vicino al North Side di Chicago dove la famiglia Ricketts gli darebbe carta bianca per fare una pulizia completa e la relativa ricostruzione, quindi al oggi il pronostico è per un cambio anche del GM.

Come dicevamo prima, se la clubhouse è elettrica serve un certo tipo di manager : il classico sergente di ferro. I nomi che girano solo in parte si rifanno a questo clichè : certamente Bobby Valentine non è un “prussiano” rimane quello che si definisce un manager “player oriented”, in più alcuni aspetti non positivi circa una sua eventuale scelta sono un’età non verdissima, oltre a non avere diretto una squadra in MLB da ormai un decennio. Tony LaRussa invece sarebbe quello che servirebbe sotto l’aspetto dell’autorità da imporre nello spogliatotio, chiaro che i 66 anni lasciano un po’ perplessi, diventa legittimo chiedersi quanta benzina abbia ancora nel serbatoio, visto come hanno giocato i Cards nell’ultimo mese direi che il serbatoio è ancora pieno.

Altri nomi sono Don Wakamatsu attualmente n°2 a Toronto e abbastanza fallimentare nella sua esperienza da manager a Seattle, oltre ad alcuni coach di varie squadre : Trey Hillman di LA, Alan Trammell dei D-Backs e John Russel degli Orioles, tutta gente però con pochissima o nulla esperienza manageriale come “titolare”. Ripeto il concetto : se serve uno che sappia tenere a bada l’ego eccessivo di parecchi serve un manager che abbia un’autorità indiscussa, una matricola fa fatica a corrispondere a questo identikit.

Parere personale : anche se anzianotto io vorrei LaRussa, con un rapporto coi Cardinals che potrebbe o dovrebbe essere arrivato in fondo, potrebbe essere anche disposto a buttarsi nella mischia, se ne ha voglia … chiaro. Ne dico un’altra : se non avesso già passato la settantina (troppi per partire con un nuovo progetto) avrei dato una chance a Joe Torre, pensa un po’  … ma d’altra parte sto prendendo in considerazione il fatto di non capire una cippa di baseball : fino ad un mese fa se avessi dovuto scegliere un manager per i Sox avrei detto Fredi Gonzalez dei Braves, immediatamente dopo è venuto il crollo settembrino di Atlanta : passare dal “collassato” Francona al “collassato” Gonzalez non sarebbe una gran pensata. Proprio no …

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Day after

Sembra di essere in uno di quei film catastrofici che andavano di moda un po’ di anni fa, con il pianeta Terra colpito da una guerra termonucleare o da una catastrofe tipo asteroide che distrugge il 99% del genere umano. Il pianeta Boston comincia a rendersi conto di essere all’inizio di un vero inverno nucleare. Chi ha detto che ragionare a mente fredda fa il dolore meno acuto ? A me non sta capitando, di sicuro devo riconsiderare il mio calendario del mese di ottobre, io devo viaggiare molto per lavoro su e giù per lo Stivale, per ottobre avevo schedulato tutte trasferte che mi permettessero di essere a casa la sera per vedermi le partite, visto come sono andate le cose potevo anche mettermi una trasferta a Timbuctù.

Quasi tutti i report che arrivano dagli Stati Uniti dicono che Francona ha terminato la sua gestione dei Sox durata 8 anni, rimango dell’idea che meriti un posto speciale nella storia ultracentenaria della franchigia e che avrebbe meritato una fine migliore; bene o male, con meriti più o meno alti (difficile dirlo ora) lui ha portato a casa l’anello 2 volte, l’ultima volta che capitava questo evento dalle parti di Boston il presidente degli USA era Woodrow Wilson e il biglietto per il Fenway costava meno di 50 cents. Convengo anch’io che essendo all’inizio di un nuovo ciclo serva un cambio, ma non nascondiamoci che se salterà (l’annuncio ufficiale non c’è ancora) sarà perchè il sacrificio del manager, specie quando è in scadenza di contratto, è il sacrificio più facile e nasconde molto bene le colpe di altri. L’annuncio ufficiale comunque dovrà arrivare a breve infatti i Sox per esercitare l’opzione (ora molto ipotetica) hanno tempo fino all’8 ottobre.

E chi ci mettiamo sulla “hot seat” ? La cosa buffa è che girano ancora pochissimi nomi, il primo che ho letto è Willy Randolph che è stato l’ultimo ad ottenere delle stagioni buone coi Mets, altro al momento non c’è, comunque aspettiamoci una risoluzione del caso abbastanza veloce, ci sarà molto da discutere tra breve e sarebbe bene farlo con un manager in sella. Per la cronaca cominciano anche a girare possibili destinazioni per Francona : Chicago sponda South Side, Baltimore visto che Showalter dovrebbe passare a ruoli dirigenziali; anche se, vista la faccia stravolta che aveva a fine stagione, consiglio al buon Terry un anno sabbatico. Vedremo …

Intanto godiamoci (si fa per dire) l’inizio dei playoffs, se non ci siamo una parte della colpa è di Francona (e fin qui ci siamo), ma non è colpa di Francona se negli ultimi anni ci sono state le firme di Lugo, Dice-K, Matt Clement, Jenks, sciagura Lackey, Drew, Gagne, Renteria, Cameron, Penny … e potrei continuare ancora. Che la si pianti di spacciare per un piatto delizioso ciò che ogni giorno di più mi sembra essere del guano.

PS – I playoff sono appena iniziati con un 2-run HR di Johnny Damon. Vabbè … facciamoci del male

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Ricordando l’11/9

 

 

I love NY

Non amo le squadre newyorkesi, ciò non toglie che io sia innamorato perso di New York, ma sul serio, in una maniera quasi imbarazzante, è diventato il mio rifugio di quando ho proprio voglia di staccare dalla routine del mio ufficio. E’ la città che non dorme mai, per antonomasia, ed è la città che una volta che ti sia entrata nel sangue non riesci più a toglierti dalla testa.

Amo il caos di Times Squadre o il gelato a Battery Park, le luci di Broadway e fare a piedi il ponte di Brooklyn, ed è proprio per tutta questa vita che trasuda da ogni fessura che mi sembra pazzesco ancora quello che capitò dieci anni fa; ora ogni volta che vado a New York ho un nuovo posto dove andare subito : il cantiere di Ground Zero per vedere il nuovo grattacielo che cresce, per vedere che la vita ricominci a crescere sulle cicatrici, come una pianta troppo rigogliosa per essere fermata. Ma d’altra parte è New York … non la puoi fermare.

Ti amo New York e come dice una delle tue figlie predilette (Alicia Keys) :

New York, concret jungle where dreams are made of 
There’s nothin’ you can’t do 
out of New York
These streets will make you feel brand new 
Big lights will inspire you 
Let’s hear it for New York, New York, New York

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Un po’ di risposte attendendo il big match

Visto che in questi due giorni di sosta non ci sono notizie importanti e visto che ormai se non scrivo qualcosa vado in astinenza, ho raccolto qualche domanda tra quelle emerse nei vostri commenti ai miei post più recenti, provo di dare qualche risposta :

Buchholz (domanda di Silvaio sulle sue condizioni) : il buon Clay ha cominciato proprio oggi il suo programma per tornare a lanciare. Sto parlando di una decina di catch … nulla più; la strada da fare per tornare a lanciare dal monte è ancora lunga, se non ci saranno ricadute la speranza è che possa dare un qualche contributo nell’ultima settimana di regular season come rilievo lungo, faccio presente che tra una decina di giorni le minors chiuderanno la stagione e quindi non c’è modo di fargli provare un rehab start in Triplo A.

Francona : diciamo che John Grady Cole non è proprio un tifoso di Francona, lo dico subito … strategicamente parlando non mi è mai sembrato un Napoleone, è un buon gestore del personale ma è difficile aspettarsi da lui degli sprazzi di genio, il suo baseball non è certo scoppiettante di azzardi; smorzate, squeeze, batti e corri non fanno molto parte del suo credo; Francona ha fatto il suo tempo a Boston ? Non lo so … può darsi, onestamente però prima di lui il primo a cui si potrebbe rinunciare senza strapparsi le vesti è Theo Epstein, in questi ultimi anni ha pestato parecchie c…. : Lugo, Drew, Dice-K, etc. etc. Sul fatto che a queto punto della stagione saremmo dovuti essere avanti di 7 / 8 partite rispetto agli Yankees …. beh … no … questo mi sembra un po’ eccessivo.

Boston – Dallas (grazie all’utente Rick Mavs Fan) : beh … l’America è grande quanto un continente ed è ovvio che abbia mille volti diversi. Boston, ed in parte anche NY, sono una cosa diversa rispetto all’America profonda che può essere rappresentata da Dallas nel nostro confronto. Ci si può immaginare a Dallas un sindaco “tombeur de femmes” come fu Rudy Giuliani ? Oppure una legislazione penale come quella del Texas in uno stato del New England ? Non credo proprio … io, fossi nato in America, sarei un “liberal” del New England … ne sono sicuro. Ecco perchè a Boston mi sento in un posto più vicino al mio cuore.

Heidi Watney (risposta dovuta all’utente Cotroneo). Avevo buttato l’esca per vedere chi voleva abboccare … eh eh eh … Diciamo anzitutto che la fanciulla è una 30-enne californiana che in passato ha fatto anche la modella oltre a concorrere con ottimi risultati a Miss California, stato dove non mancano le belle bimbe. La fanciulla, secondo i gossipari bostoniani, è stata la causa del divorzio di Captain Varitek che, essendo gli avvocati divorzisti americani molto bravi, deve corrispondere una bella cifra alla ex-moglie ed ai tre figli. Insomma quando questo bocconcino si presentò nello spogliatoio dei Sox, il Capitano godette del diritto di prima scelta nel draft … diciamo così. Poi però arrivo un elemento perturbatore, qualcuno ricorderà Nick Green che giocò parecchio come shortstop nel 2009 per i Sox, fatto sta che costui ci provò molto pesantemente, almeno secondo i rumors, V-Tek non prese benissimo la cosa (eufemismo) e nello spogliatoio Green (che è la metà di Varitek) volò dentro l’armadietto con un atterraggio molto brusco. Casualmente poco dopo Green fu rilasciato dai Sox. Ora Varitek ha un nuovo rapporto tranquillo con una donna di origine greca ed anche recentemente ha dichiarato che questo rapporto gli ha dato una bella spinta per giocare in campo molto più sereno. Buena suerte Tek !!!

Ora basta con la ricreazione … cominciamo a pensare ai pigiamini, stanotte Lackey vs Sabathia, con CC che se dovesse perdere anche questa farà harakiri imitando i generali giapponesi. GO SOX !!!!

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