Ieri sera, dopo l’ennesima partita asfittica di un attacco sempre più in difficoltà, è stata presa la decisione di far salire in prima squadra Devers. Decisione che oramai era attesa ma che lascia in bocca un retrogusto amaro. Così, dopo la miseria di 8 partite, è terminata la carriera in Triplo A del nostro giovane prospetto, ma non è solo questo che lascia un attimo perplessi.
Anzitutto la tempistica, fare questa mossa il 24 luglio può significare alcune cose : potrebbe essere che DD non creda alla possibilità di una trade oppure che non vede nessuna soluzione così appetibile, gli amanti della dietrologia aggiungono una possibile diversa chiave di lettura, ovvero far vedere che non siamo poi così disperati e che possono smettere semmai di chiederci delle contropartite impossibili per degli onesti mestieranti, anche perchè il mercato non finisce al 31 luglio, per i giocatori messi tra i waivers continua anche dopo; ovvio però per far cadere le pretese altrui occorre che Devers dimostri che può reggere la parte; come si vede da ciò, è difficile comparare questa mossa con la salita di Benintendi l’anno scorso che avvenne al 1 agosto, dopo non essere riusciti a prendere Carlos Beltran.
Cosa aspettarsi da Devers ? Mah … col bastone sembra pronto, col guanto proprio no e questo può essere un problema; infatti non dobbiamo scordarci che i numerosi difensori dell’hot corner non solo hanno fanno pena col bastone ma anche in difesa visto che sono penultimi come errori nell’American League ed oggi Devers potrebbe essere un altro che fa traballare l’infield, per dare qualche cifra quest’anno ha già commesso 16 errori, 4 di questi nel suo velocissimo passaggio in Triplo. Necessitiamo di un upgrade col bastone, ma non possiamo assolutamente permetterci un regresso in difesa, visto che possiamo concedere davvero poco creando pochissimi punti.
Cosa non dobbiamo aspettarci da Devers ? Non dobbiamo aspettarci che sia il salvatore della patria, fare paragoni con l’Ellsbury del 2007 o col Bogaerts del 2013 o col Benintendi dell’anno scorso mi pare ingiusto; negli esempi precedenti erano innesti che andavano ad integrarsi in strutture consolidate e con la possibilità che una difficoltà nell’approccio alle Grandi Leghe fosse comunque coperta dai veterani che andavano a sostituire, se Ellsbury falliva avevamo comunque Crisp che era un buon giocatore in attacco ed un difensore superbo, se Devers fallisce potremmo tornare alla litania di Marrero, Holt (che sembra un ex giocatore) e compagnia cantante, non so se è chiara la differenza. Il rischio di caricare un ragazzo ventenne di troppe responsabilità c’è.
Per rimanere al concetto che non può essere il salvatore della patria non posso che reiterare un concetto che espressi tempo fa, dicendo che per essere davvero un contender non servivano solo nuovi ingressi, serviva soprattutto che i titolari si rimettessero a fare il loro. Vi invito a leggere il pezzo di Rob Bradford sul sito della nostra radio WEEI; il succo è semplice : OK Devers, ma in luglio i nostri titolari hanno le seguenti cifre, vi passo gli OPS perchè ci riflettiate : Benintendi 709, Young 670, Marrero 667, JBJ 583, Holt 540, Leon 511, Bogaerts 484 (!), Moreland 424 (!!), Vazquez 389 (!!!). Con cifre simili occorrerebbe che Devers fosse Mike Schmidt o George Brett per risollevare l’attacco.
Questa è la situazione prima dell’inizio della tre giorni a Seattle, speriamo di divertirci un po’ di più, perchè questi Sox del 2017 sono noiosi come la corazzata Potemkin, un paio di settimane fa comparve un articolo sul Boston Globe nel quale ci si chiedeva come mai gli indici d’ascolti dei Sox su NESN fossero molto più bassi dell’anno scorso, la risposta mi pare facile : vedere sequenze di inning “tre su, tre giù” non è il massimo.
PS – Stanno venendo fuori notizie su cosa sia davvero successo sull’aereo quando Price prese Eckersley a male parole. Se ciò che si racconta è vero, Price potrebbe essere il nuovo Josh Beckett, quello che si incarica di fare il cancro dello spogliatoio, vedendo il personaggio il dubbio viene.