Tra Texas e Minnesota

Se qualche buontempone mi dice che tra il Texas ed il Minnesota ci sono svariate migliaia di chilometri di prateria ci facciamo una bella risata, i nostri esploratori rossi nel loro viaggio nell’America profonda hanno trovato nel weekend un paio di successi che animano il nostro spirito, anche quello della bacheca messaggi e ci fanno fare un buon passo in avanti in una AL East che non sembra così mortifera come doveva essere. Il 2-1 in Texas ci rivede arrivare sopra la mitica quota .500 e continuano a vedersi dei segnali certamente confortanti; dicevo dei nostri esploratori delle praterie : si sono rimessi in sesto dopo qualche acciacco, stanno riprendendo il loro standard (speriamo …) e si sono solo inceppati di fronte ad un mostro sputafuoco nippo-iraniano venuto da Sapporo (in pratica la versione umana di Godzilla), ma d’altra parte contro i mostri servono i supereroi della Marvel e non ce li vedo Napoli e Pedey al posto di Ironman e Spiderman.

Il primo bel segnale è la complessiva solidità del monte di lancio, 5° posto per ERA di tutta l’American League e primo con un certo vantaggio tra le squadre della AL East, stiamo ritrovando anche un bullpen “serio”, abbiamo tre partenti che possono mettere in difficoltà tante squadre e prima o poi spero che le nostre pompatissime minors ci diano finalmente un giocatore per sostituire in qualche modo Doubront e/o Buchholz. Già in passato avevo detto quanto fossi poco convinto delle doti di Clay Buchholz, se devo essere sincero il giorno che dovesse arrivare in squadra Owens o DeLaRosa io Buchholz lo vedrei bene nel famoso pacchetto da mandare a Miami per prendere il Giancarlino che parecchi di noi vedrebbero bene vestito di rosso.

Il secondo segnale molto buono è certamente Shane Victorino, la sua maestria in difesa dona una solidità complessiva al nostro outfield nemmeno paragonabile a quella che c’è con l’hawaiano fermo ai box e oltre tutto con lui in squadra anche la solidità offensiva cresce visibilmente, se non altro con un Pedroia vicino alla sempre fatidica media .300, Shane e Pedey sono quell’1-2 che ci serve per dare un po’ di pepe ad un attacco che sente di non avere tutti i cilindri che ci vorrebbero nel motore per vincere il Gran Premio.

Infatti un tema di cui s’è discusso parecchio, c’era anche tanto di articolo sul sito MLB, è proprio l’estrema difficoltà che accusano i nostri con le basi rubate, insomma … il non avere un leadoff canonico. I nostri amici sabermetrici continuano a dirci che le rubate contano il nulla o poco più, io cerco ancora di prendere questa materia in dosi non eccessive e resto abbastanza legato a questo fondamentale, non mi sembrava male avere un vero leadoff gli anni scorsi, l’unico con le stimmate (leggasi velocità) per poter svolgere questo ruolo è ovviamente Jackie Bradley ma finchè le sue cifre restano quelle che vediamo non se ne potrà fare nulla, ammetto che non mi sarebbe dispiaciuto lo scorso inverno provvedere con un giocatore veloce “vero” ed invece ci siamo presi un velocista del passato (Sizemore) , in pratica volevamo Usain Bolt e ci siamo ritrovati Carl Lewis con qualche decennio di ritardo. Fatto sta che al momento siamo 28°mi come rubate ed anche con un “bel” 50% di colti rubando e non c’è nessuno che s’avvicini a questa cifra.

Quindi … serata di riposo per poi andare verso il Minnesota, col suo freddo, i suoi laghi e le non disprezzabili fanciulle che mi dicono alberghino da quelle parti, non a caso tante oriunde svedesi o scandinave in generale. Come cantava Rod Stewart un bel po’ di anni fa : “Blondes have more fun”. I nostri spero non pensino a queste cose (alle bionde … non ai laghi ed ai boschi) perchè questo giorno di riposo darà poi la stura ad una serie con 22 partite in 23 giorni, dopo aver fatto 3 day rest in 8 giorni capirete anche voi che a volte sembra che il calendario non venga pensato ma fatto completamente a casaccio.

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Finalmente in pari

Non sarà il successo che ti cambia la vita ma l’essere tornati alla fatidica quota .500 è già qualcosa, chi si contenta gode, forse non il massimo per quelli che sono i campioni in carica ma facciamoci piacere l’attuale situazione in una American League che stenta a decollare, Detroit Tigers esclusi.

Per me è sempre stato difficile quantificare il valore delle partite in Interlega, soprattutto per il fatto che si gioca contro avversari non dico sconosciuti ma diversi dai volti usuali. Siamo abituati ormai a riconoscere anche le alzate di sopracciglia di Maddon oppure gli scatti d’ira (abbastanza risibili) di Girardi, i Cincinnati Reds invece sono qualcosa al di fuori delle nostre tradizioni e faccio davvero fatica a pesare il valore di queste due (pur benedette) vittorie.

Benedette perchè hanno mostrato se non altro qualche sprazzo di 2013, qualche sapore del passato : s’è rivista una difesa capace di fare la differenza con un Napoli superlativo, di Pedroia non parlo perchè ormai i suoi numeri sono diventati quasi routine e si sono riviste per due serate consecutive quelle vittorie in volata che erano state una costante nell’esaltante annata passata. Sembra … e sottolineo quasi in silenzio, sembra che qualcosina stia tornando a posto, la trasferta sempre parecchio complicata in Texas sarà una bellissima cartina di tornasole in uno scontro che è sempre stato molto ostico negli ultimi anni.

Tra le cose che invece convincono un po’ meno resta l’uso sempre parecchio intensivo del braccio di Uehara, qualche scricchiolio nelle prestazioni di Koji si può cogliere, ovvio che non fosse immaginabile un replay puro e semplice dell’annata strepitosa appena passata ma comincia a sentirsi qualche brivido, ha già preso un paio di homer e l’altra sera è stato salvato da un discreto numero da circo di Victorino; mi si dirà che con un Mujica traballante non si vede ancora una reale alternativa e se il destino ha deciso che ci siano due partite consecutive dove il closer serve non possiamo farci nulla, dobbiamo combattere la guerra che ci viene proposta, mica possiamo sceglierci le battaglie. Stiamoci però attenti.

Dicevamo della serie in Texas, squadra che sta facendo fatica ad ingranare (anche loro) e che non riesce ad inserire in maniera decente il loro acquisto costosissimo ovvero il “vecchio amico” Prince Fielder che ritroveremo sei mesi dopo averci dato una mano, scusate l’ironia, nelle Championship Series contro Detroit. I Rangers hanno anche una lista infortunati abbastanza corposa, ma non credo che nonostante questa scusante siano contenti di come stanno andando le loro cose considerando il mercato aggressivo portato avanti con spese importanti (vedasi Choo). Insomma arrivano allo scontro due squadre che sono un po’ più in basso di quanto fosse logico attendersi, non sarà una sfida decisiva ma di sicuro sarà un bel punto di svolta per chi dovesse prevalere.

Chiudo con una notiziola : è uscito in America il libro di Mariano Rivera. Chissenefrega direte voi … premesso che proverò comunque di procurarlo perchè me lo immagino molto interessante, c’è un passaggio che merita di essere segnalato : Mariano ammette che il suo seconda base preferito non è il suo ex-compagno Cano per quanto magnifichi le sue doti, il suo seconda base ideale è Pedroia. Dice Mariano : “nessuno gioca più duro, nessuno da di più e vuole vincere di più.” Un complimento simile da una leggenda credo valga più di mille parole.

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La gemma di Jon

In questo strano inizio di stagione ci mancava la gemma, la prestazione da tramandare ai posteri, questa mancanza da ieri sera non c’è più perchè Jon Lester ha tirato una di quelle partite che vedi una volta ogni tanto; il valore di un successo è dato dal valore dell’avversario che hai sconfitto, quindi la prestazione di Lester acquista un pregio ancora maggiore dato che gli Oakland A’s sono una signora squadra che prima di venire a Boston godeva del miglior record dell’American League.

Bisogna però essere sinceri fino in fondo, avrete visto ieri sera la statistica su quale sia il record degli Athletics quando lanciano Milone e Straily e quale sia quando lanciano gli altri. Bene … Milone e Straily ce li siamo giocati ed abbiamo ottenuto le due vittorie che servivano per rimetterci in carreggiata dopo la doppia L contro Tampa ed aver beccato questo giro della rotation è stato un discreto colpo di c…, ora però il terzo giro ce lo dobbiamo fare con uno degli “altri”, contro l’ottimo Sonny Gray reduce da un “complete game shutout” contro Texas dove ha concesso la miseria di tre valide, insomma stasera se ne vedranno delle belle, di solito contro i destri picchiamo di più … è vero … ma Gray sarà veramente un osso durissimo da rodere.

Venerdì c’è stata anche la buona partita di Buchholz, la seconda consecutiva, se questo sia un trend positivo che inizia o sia semplicemente una circostanza del momento non sono in grado di dirlo, so solo che ogni suo lancio viene monitorato, in primis la velocità che non è ancora quella della piena forma ma comincia ad avvicinarsi,  l’importante nel caso di Buchholz è che resti sano e che ci dia quelle 28-29 partite ed un 12-13 vittorie, forse non è il massimo per uno che si pensava potesse diventare il nostro “ace of staff” ma con la sua fragilità bisogna in qualche modo dialogare.

Piuttosto sta cominciando ad essere un punto di domanda il nostro samurai preferito ovvero Koji-san, perchè è vero che non è mai stato un lanciatore di velocità ma ora sta tirando ancora più piano del solito, come i telecronisti di NESN hanno fatto notare, non a caso però il pitcher che era intoccabile ha subito due HR nelle ultime quattro sfide; è bene che al talento di Uehara non vengano chiesti sforzi eccessivi, purtroppo ieri sera ha dovuto fare un ingresso imprevisto dato il rilievo inefficiente (il primo) di Capuano, chiaro che le alternative le abbiamo (Tazawa in primis), ma non voglio immaginarmi il seguito della stagione con un Koji a scartamento ridotto, ormai mi sono abituato (al meglio ci si abitua in fretta) al senso di sicurezza che mi da Uehara quando sale sulla collina.

Chiudo con due parole su Sizemore : peccato che col bastone sia in crisi, due anni di inattività si fanno sentire, ma in difesa resta un giocatore spettacolare come era prima che iniziasse il suo calvario, la presa volante di ieri è stata una gemma, un’altra in una serata finalmente bella per tutti noi.

PS – Ho letto che avete discusso nella bacheca messaggi delle brutture andate in scena all’Olimpico a Roma. Lasciate perdere ragazzi : tenetevi caro il baseball MLB, oppure il football NFL o quel diavolo che volete voi. Il calcio italiano merita di fallire e può essere “riparato” solo con metodi draconiani di repressione, ho proprio scritto così : metodi degni di uno stato di polizia. Che un libertario come il sottoscritto dica una cosa del genere fa capire a cosa si sia ridotto il nostro “national pastime” e se proprio avete la voglia assolutamente legittima di vedere del calcio di vertice fate come faccio io ogni tanto : volo low-cost, pub, birra più un bel pomeriggio ad Upton Park o al Celtic Park a Glasgow, ne uscirete depurati nello spirito, meglio che andare in una spa di lusso … credetemi.

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One of these 100 nights

Scrivo subito dopo la fine di gara-1 di questo doubleheader, anche perchè credo di fare cosa saggia ad andarmi a letto ad un orario civile per andarmene in bici domattina, sperando non piova; diciamo che in questo momento la mia Bianchi nuova fiammante mi intriga più di questi pallidi e tristi Red Sox che offrono per l’ennesima volta uno spettacolo in attacco degno del meteo di queste giornate che ricordano più il 2 novembre che la primavera avanzata che dovrebbe essere.

Normalmente partite come queste mi facevano incavolare come una pantera, stasera invece mi sono semplicemente annoiato, come già molte altre volte in questa stagione, aspettando la valida risolutiva che non arriva mai, infatti nel titolo ho rielaborato il classico modo di dire “one of these nights” perchè è un refrain che ha un senso quando queste diete offensive capitano una volta ogni tanto, quando invece succedono almeno un paio di volte a settimana allora diventano la constatazione di limiti oggettivi, limiti che le statistiche offensive di questa squadra evidenziano chiaramente, i limiti di una squadra che non riesce a far male nemmeno al partente n.7 (più  o meno) della depth chart dei Rays … già … perchè ricordatevi che i Rays stanno giocando col 60% della loro meravigliosa rotation in injured list.

Dicevo delle statistiche offensive, specialmente quelle coi corridori in posizione punto sono davvero brutte perchè si galleggia tra il dodicesimo ed il tredicesimo posto tra le quindici squadre dell’American League a seconda che si guardi l’average o l’OPS, immaginatevi quanto trovi divertente tutto ciò io che amo un baseball un po’ più d’attacco che di difesa. C’è solo da sperare che possa migliorare la forma perchè non possiamo certo aspettarci aiuti esterni sotto forma di qualche “new entry” sia dal mercato che dalle minors ove non si vede ancora lo Yasiel Puig della situazione che possa accendere quella scintilla che manca e francamente di vedere un altro Jackie Bradley non ne ho molta voglia. Aspettiamo quindi che cambi il vento, non possiamo fare altro.

Fatemi dire un’ultima cosa sull’instant replay di stasera : io non riesco stavolta ad arrabbiarmi coll’arbitro, mi sembra chiarissimo che le immagini non siano conclusive, anzi la mia sensazione è che Pedroia non tocchi il piatto, che ci passi vicino ma che non lo tocchi ed anche il magico duo Orsillo e Remy l’ha fatto notare; purtroppo questa penuria di valide comporta che i nostri si prendano (giustamente) qualche rischio in più sulle basi, bravi i Rays col rilancio e poi col taglio, è andata male … ma se riduciamo tutto il nostro sforzo offensivo ad un paio di occasioni o anche meno non andremo proprio da nessuna parte.

Non ci resto che sperare che l’illogicità del baseball entri in funzione anche stanotte, verrebbe da dire che una squadra che è andata in bianco contro Ramos farà ancora ancora più fatica contro un pitcher vero come Archer, considerando che poi dall’altro lato c’è il traballante Doubront c’è davvero da incrociare le dita altrimenti sentiremo per l’ennesima volta “one of these nights” … e purtroppo non sto parlando del meraviglioso brano degli Eagles di quasi 40 anni fa.

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La domenica nera di Mr. Henry … e mia

Ho alcuni punti in comune con John Henry, purtroppo tra questi non c’è il conto in banca e nemmeno l’avere una moglie con la metà degli anni ed anche parecchio gnoc.., di sicuro abbiamo in comune un certo interesse per le squadre con il colore rosso e da oggi una spiccata idiosincrasia per quelle con la maglia blu. Ovviamente le vittorie delle squadre blu, avrete capito che sto parlando di Blue Jays e Chelsea, hanno una valenza ben diversa ma ci si possono trovare delle analogie che a ben guardare sono indicative di come il gruppo che fa capo a Mr.Henry gestisca le sue attività; dato che della partita di oggi ho potuto vedere solo gli ultimi due inning per motivi personali lancio questo tema.

La gestione dei Red Sox … e del Liverpool non si può non definirsi oculata, deve essere “profitable” come si direbbe da quelle parti poi se a questi profitti si aggiungono anche successi sportivi ben venga, ma non è decisivo. A noi che siamo semplici tifosi può poi piacere questo approccio ? Distinguo : le regole tra USA ed Europa sono drammaticamente diverse, da noi concetti come “salary cap” o draft per riequilibrare le forze sono concetti ancora da venire e probabilmente non verranno mai. Quello che mi sembra chiaro sia nel Massachussetts o nel Merseyside è che la Trimurti ha il suo “business plan” e non esiste ragione al mondo per cui lo possa variare. Se per caso ci si accorge che la squadra ha una debolezza non si prova di ovviare a questa debolezza anche se i tifosi lo desidererebbero.

Porto qualche esempio : abbiamo perso pezzi importanti che tanto hanno contribuito in passato, perdite che hanno lasciato un bel buco in attacco ed anche in difesa, non è passato nella mente di alcuno trovare rimpiazzi di livello simile proprio perchè non era economicamente compatibile ed avrebbe abbassato i dividendi, per andare dall’altra parte dell’Atlantico potrei citarvi di come non si sia rinforzato il Liverpool al mercato di gennaio, la squadra era in una posizione di classifica assolutamente inattesa ad inizio stagione ma ciò non ha scalfito di un millimetro il modus operandi di Henry, Werner & Co. Nessun rinforzo e pazienza se sceicchi arabi o multimiliardari russi fanno squadre che si possono permettere di tenere in panchina giocatori di fama mondiale, per noi non è “profitable”.

Siamo sinceri … se fossimo azionisti questo sistema d’agire ci piacerebbe, come tifosi piace molto meno; la domanda di fondo è : quante possibilità di vincere ci sono continuando ad operare in questo modo ? Anche qui le differenze regolamentari decidono la risposta : sarà molto più facile che vincano in futuro i Sox rispetto al Liverpool, sempre ammettendo che i nostri maggiorenti non vogliano arrivare ad un payroll tipo Tampa o Kansas City. New York Yankees e Los Angeles Dodgers continueranno ad essere aggressivi sul mercato ma più di tanto non potranno fare finchè resteranno queste regole e visto anche il momento economico non credo che si andrà in futuro verso una “deregulation” più spinta. Ben diverso resta il panorama nel calcio europeo, che sembra destinato ad essere sempre più il giocattolino per far divertire personaggi con fortune immense accumulate in maniera non sempre chiara.

Tirando le somme il mio io “made in Boston” crede che tornerà ad esultare anche in un tempo accettabile, non quest’anno perchè ormai si sta rassegnando ad una stagione da 80/82 vittorie, ma tutto sommato qualche speranza per il futuro si può nutrire; il mio io “made in Liverpool” invece non esulta da 24 anni e pensa che ne passeranno ancora molti di anni dato che i “competitors” se ne fregano di quanto spendono e probabilmente l’anno prossimo investiranno ancora una cifra che potrebbe coprire una bella fetta del debito pubblico italiano. Alla fine sono sempre più convinto di una cosa : una domenica può essere nera per uno come me perchè tifa ed il tifo è un esercizio del cuore, per John Henry invece i giorni che potenzialmente possono essere neri sono quelli che vanno dal lunedì al venerdì, non il sabato e la domenica. Il motivo è facile da capire : il sabato e la domenica Wall Street non è mica aperta, quello è il terreno di gioco che importa a John Henry

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Se il monte frana

Se il monte frana occorrerebbe chiamare la Protezione Civile, battuta di infimo ordine ma faccio fatica a fare di meglio; purtroppo quello che era stato il nostro punto di forza in questo inizio di stagione balbettante è reduce da un passaggio a vuoto, l’ultimo giro della rotation chiama una bella media ERA sopra l’8. Leggo che nelle ultime tre partite i nostri avversari hanno segnato rispettivamente cinque, sei e quattro punti prima che i nostri dessero segni di vita. Non c’è molto altro da aggiungere se non chiedersi se sia un momento dovuto a bioritmi negativi o se sia un trend molto pericoloso per l’immediato avvenire.

Ovviamente non sono certo io ad avere una risposta logica a questo quesito, credo però che sia possibile un “rimbalzo” per tutti, sotto un certo aspetto mi fa più paura quella che sembra una certa fragilità difensiva pagata a caro prezzo anche ieri notte, se ad un monte di lancio con qualche problema aggiungiamo una difesa “ballerina” andiamo a sbattere contro un muro. Diciamoci però che se vogliamo chiudere la difesa a tripla mandata il catcher deve essere Ross non AJ Pierzynski.

Il momento poco brillante ha intanto mietuto la prima “vittima” eccellente … se così si può dire; Nava fa il salto all’indietro in cambio (momentaneo) di Wilson che servirà stasera per dare una mano extra ad un bullpen fin troppo sfruttato in questi giorni dato che i partenti cedono presto. Ovviamente poi tra brevissimo ci sarà il fin troppo atteso ritorno di Victorino, troppo atteso perchè sembra il ritorno del Messia e perchè non credo che possa poi risvegliare qualche compagno in difficoltà, infatti se Nava sembra aver perso tutto il feeling giusto non è che Sizemore e Bradley stiamo facendo sfracelli, il primo è in una buca con una valida in 26 turni, il secondo è a 2/23, onestamente con un trio di esterni che producono così poco non si va da nessuna parte. Per chiuderla con Nava non posso che augurargli di riguadagnare la fiducia che ora gli manca, il giocatore ha saputo rinascere in passato come l’araba fenice, addirittura all’inizio del 2012 era stato tolto dal 40-men roster, nel 2013 diventò un elemento chiave per il trionfo.

Due parole sul duo B&B (Bogaerts & Bradley) : non so cosa si sperava ma il primo ha ancora da compiere 22 anni, il secondo ha come massima aspirazione quella di diventare un buon giocatore, non sarà mai il sosia di Trout. Qualche passaggio a vuoto non deve farci disconoscere la logica : Bogaerts deve imparare ancora tantissimo ma ad oggi è ancora allo stadio di “promessa”, il secondo se andrà bene diventerà il nuovo Juan Pierre (nome suggeritomi in passato dal mio mentore) un bel esterno difensivo ma non certo un uomo su cui costruire una franchigia.

Annata complicata anche più di quello che fosse logico attendersi, il meraviglioso bilancio di 13W-6L accumulato l’anno scorso contro i pigiamini credo proprio che quest’anno resti nel mondo dei sogni; ciò non toglie che vorrei vedere il nostro team mettere un po’ in crisi quelli del Bronx a partire da Pineda stanotte; il quale, ne sono sicuro, si presenterà stasera con le mani più pulite che mai si siano viste. Il pine tar per me se l’è scordato a New York.

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La maratona … un anno dopo

Così arriviamo al giorno fatidico della maratona di Boston, un anno dopo le due bombe, la paura ed i pianti. Cosa abbia significato e cosa significhi tuttora mi pare chiaro; ovviamente il primo pensiero deve andare a chi non c’è più ed a chi semmai c’ha perso un piede ed ha dovuto subire una miriade di interventi chirurgici; noi tutti rimanemmo attoniti nel vedere la compostezza nella reazione dell’intera città, nel momento dell’esplosione e nei giorni immediatamente successivi quando ci fu la drammatica caccia all’uomo con l’intero tessuto urbano in stato d’assedio, scuole chiuse, offici chiusi e tutti a scrutare che non ci fosse un pazzo con del tritolo rifugiato nel giardino di casa. Anche i Sox fecero la loro in quei giorni quando si trattò di rimettersi in moto, stanno anche continuando a fare il massimo perchè quei momenti vengano ricordati col rispetto dovuto, come fu nel giorno della Parata della Vittoria e come sarà in questo weekend. Per la nostra squadra quello fu un momento di svolta, fu come un ragazzo che a causa dell’asprezza della vita diventa uomo.

I nostri arrivano al lunedì preferito dall’Italian Sox Nation (preferito perchè una partita in un giorno festivo alle cinque del pomeriggio è una pacchia) dopo un paio di vittorie contro i sempre ostici uccellini del Maryland, vittorie belle entrambi perchè maturate in fondo al match, ovvero quando l’anno scorso spesso costruivamo le W, vittorie ottenute con un gran monte per la partita di Doubront e rimontando alla disperata dallo 0-5 quella successiva.

Partiamo da questo presupposto : abbiamo buoni partenti non fenomeni, ci può stare che Doubront giochi bene dopo aver ciccato quella precedente come ci sta che Peavy venga preso a pallate dagli Orioles dopo aver giocato bene quelle precedenti, io resto dell’idea che sia importante avere un attacco che supporti il nostro monte di lancio, fino ad ora nelle partite dove si imbarcava un po’ d’acqua non avevamo chances, o i nostri partenti reggevano alla grande o si affondava. Non può mica sempre continuare così, prima o poi bisogna anche vincere 8-6 o 10-7, certi piccoli segnali che arrivano ovvero Gomes che la manda sul Monster, Pedroia che tocca in momenti topici sono forse segnali che la squadra comincia a scongelarsi, che anche la produzione offensiva comincia a raggiungere livelli più consoni alla qualità dei suoi interpreti.

Purtroppo chi invece sembra ancora così congelato da necessitare di una sponsorizzazione da parte della Findus è Daniel Nava, dispiace dirlo ma se davvero Victorino tornerà tra una settimana circa, dovrebbe giocare tre partite nelle minors (una già fatta) e poi essere qui, non vedo chi possa evitare a Daniel il passo indietro. Purtroppo il nostro esterno pare davvero aver perso tutto il timing che aveva mostrato l’anno scorso e sembra che continui a sventolare il bastone quasi a casaccio da tanto che appare fuori ritmo. La retrocessione a Pawtucket non deve essere vista come un giudizio di Dio, come una sentenza; se Nava saprà ritrovare il giusto feeling ritornerà in prima squadra e l’anno scorso ci insegna come sia davvero importante avere un tessuto di squadra valido anche oltre il classico 25-men roster, basti vedere cosa ci sta dando Holt, spero quindi che Nava si arrotoli le maniche e che faccia in tempo a tornare sulla giusta strada.

Chiudo con un tema che vedo rimanere caldo nella bacheca dei messaggi ovvero l’instant replay. Leggo già che parecchi vorrebbero abolire la procedura. Ragazzi … non sono assolutamente d’accordo, l’instant replay è sacrosanto, quello che è perfettibile e non di poco è proprio il percorso che accompagna la cosa, ad esempio trovo veramente stucchevole l’uscita del manager per discutere coll’arbitro col solo scopo di perdere tempo per far si che qualcuno guardando il filmato decida se  il challenge ha ragion d’essere. Ma la cosa che più d’ogni altro deve cambiare è il coraggio di variare la chiamata se c’è una ragionevole possibilità di farlo, spesso accade che ci sia una grado di certezza al 95% e non al 100%, onestamente se aspettiamo di avere il 100% rischiamo di perdere il senso della cosa, l’instant replay non deve sempre darci certezze assolute, ci deve aiutare a capire meglio ciò che può essere accaduto e ad agire di conseguenza; tanto per chiarire sul famoso caso in seconda base di Dean Anna contro di noi, c’era un grado di certezza moltissimo vicino al 100%, diciamo pure che appellarsi al fatto che in quel momento non c’era una chiara immagine che mostrava il tag è un modo di fare un po’ pilatesco, anche nella NFL il procedimento dell’istant replay ebbe difficoltà, fu messo poi tolto e poi rimesso, ora però siamo arrivati ad un grado di efficienza eccellente. Io francamente di tornare a vedere un pitcher che perde il perfect game perchè Jim Joyce dorme non ne ho alcuna voglia.

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Gelo in tribuna … ed un po’ nel cuore

Altre due partite passate, giocando in una ghiacciaia col pubblico che sembra attrezzato per la settimana bianca più che per assistere a quello che sarebbe, in teoria, lo sport dell’estate. Anche però questi match hanno dato adito a spunti interessanti.

E’ palese che non possiamo reggere una partita a punteggi alti perchè ci manca il personale adatto, ci serve una superprestazione del pitcher per poter tenere il match abbordabile coi 3/4 punti che possiamo mettere insieme in attacco, Lester ci sta fornendo questo tipo di apporto, John Lackey nelle ultime assolutamente no. Se il calo del texano sia un momento di forma o sia un problema tendenziale non lo possiamo dire, occhio ragazzi che il freddo gelido cambia davvero tanto nella sensibilità e nella meccanica del lancio, voi mi direte che era freddo anche per Tillman e difatti lo ha dimostrato lanciando meno bene delle sue possibilità. Chi sembra davvero infischiarsene del freddo e del caldo resta John Lester, ovvero colui che sostituirà Kuroda nel Bronx. Scusatemi ma l’offerta da 4 anni- 70 mil. non riesco proprio a mandarla giù, più che affronto la cosa e più che sembra una roba assurda, completamente fuori mercato, con l’unico scopo di dire : “eh … noi un’offerta l’abbiamo fatta ma lui non l’ha accettata”.

Molta roba anche dalla partita di stanotte, avete già parlato del cambio sacrosanto tra Holt e Roberts, il primo ha già pareggiato il numero totale di valide messo assieme dal secondo. La stagione non sta andando a putt… a causa di Roberts, sia ben chiaro, ma qualcuno mi sa dire cosa c’hanno visto in ‘sto tizio ? Un vero fenomeno parastatale, degno della mitica rubrica di “mai dire gol” dove eccellevano Luis Silvio e Luther Blissett.

Arriviamo alla grana arbitri e instant replay; i casi son due : o io sono più orbo di quello che credo o il misterioso Mister X che guarda i replay a New York non guarda le partite di baseball ma qualcos’altro, forse il telegiornale oppure è interessato ai playoff dell’hockey, semmai è moooolto interessato ai filmini anni ’80 con Traci Lords come protagonista indiscussa, di sicuro non ha visto la palla in foul di Markakis e diventa difficile non pensare male. Io comincio a credere che questa riforma, più subita che voluta dagli arbitri, abbia generato una specie di filosofia da “cane non morde cane”, dove pur di non sconfessare il collega in campo si adotti una politica volutamente protezionistica, se l’immagine di NESN di ieri non è una chiara evidenza che la pallina tocca in foul e che sposta il terriccio sulla riga allora non capisco cosa sia. A Farrell cominciano i girare i cabasisi (come dice il commissario Montalbano) perchè è già la seconda volta almeno che perde un challenge che doveva vincere … non ha torto.

Se gli arbitri non li controlliamo e quindi non possiamo farci più di tanto, quello che dipende da noi però potremmo anzi dovremmo farlo meglio. Per esempio questi turni di riposo ad Ortiz non stanno diventando un po’ troppi ? E’ vero che il nostro slugger è un battitore mancino atipico che batte peggio anche quest’anno contro i lanciatori destri, quindi il fatto che riposi contro Tillman non deve scandalizzarci. Però non vedo nel nostro staff quel senso d’urgenza che dovrebbe richiedere un sacrificio (se di sacrificio si tratta) al nostro leader, forse davvero l’urgenza la sentiamo solo noi. Se tutto ciò sia frutto della filosofia “tanto abbiamo vinto l’anno scorso” sarebbe una cosa grave e di sicuro foriera di risultati davvero modesti nel futuro. Non lo so … le sensazioni restano non bellissime ed il gelo che abbiamo nel cuore non sembra aver voglia di andarsene, ci serve che qualcuno accenda la miccia, lo troveremo ?

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Sbandando a destra

Ammetto di non aver visto molto delle partite a Chicago causa impegni e stanchezza lavorativa, qualche sintesi e poco altro. Non sono però così stanco da non saper leggere le cifre, anche nel South Side di Chicago è andata in scena la solita dieta offensiva, la differenza maggiore tra i magici Sox del 2013 e questi molto più pallidi del 2014 è proprio la mancanza di quel “timely hitting” che aveva generato tante vittorie in più. Qualche cifra l’avete già data voi nella message board, io aggiungo il 26mo posto come media battuta coi corridori in posizione punto, ed il 3/22 in questa statistica nelle due partite ultime.

La spiegazione di ciò non è difficile da trovare. Una squadra già abbastanza sbilanciata verso il lato sinistro del box di battuta ha perso in queste partite i pochi giocatori che potevano offrire un contributo serio dal lato destro, ovviamente la cosa è palese e le squadre avversarie ci propinano delle sequenze di lanciatori partenti mancini per mandarci ancora più in crisi. Se anche vostra nonna fosse mancina prima o poi verrebbe mandata a lanciare contro i Sox. Questa tendenza di difficoltà perdurante contro i mancini è destinata a durare o è una contingenza del momento ?

Onestamente non lo so, chiaro che col ritorno di Napoli, Victorino e Middlebrooks arriveremo a vedere uno “starting nine” più equilibrato ed anzi possiamo maledire questo aprile con temperature sottozero che ha ritardato l’inizio della riabilitazione in campo dell’hawaiano volante, anche se sotto sotto c’è uno spiritello maligno che mi dice qualcosa di diverso. Lo spiritello mi fa notare di uno status generale di forma molto carente, mi fa notare di come anche la qualità delle battute non sia buona; anche ieri delle sei valide ce ne sono un paio che sono nulla più che “palline accartocciate” che valgono delle fortunose valide in diamante. Possiamo solo sperare che prima o poi Gomes & Soci si ricordino di come si fa a picchiare la pallina.

Mi chiedevo in più se non si poteva ovviare alla cosa provando di forzare un po’ il gioco, storicamente i Sox non amano il gioco molto tattico e la smorzata di sacrificio non ha mai trovato adepti dalle parti del Fenway; ok … ma per esempio ieri al 13° con prima e seconda occupata e zero out non era il caso di mettere la pallina in terra con un bunt anzichè cercare per l’ennesima volta la battuta che non arriva mai ?

Finisco con un tema che ormai considero trito e ritrito; ma davvero dobbiamo continuare con Ryan Roberts ? Men che mediocre in difesa (ieri autore di un errore da campionato parrocchiale), in attacco conta come il classico due di coppe quando briscola è bastoni. Ma davvero Holt e Snyder sono peggio ? Peggio di così c’è solo darsi la pallina in faccia, fate un po’ voi. Peccato per queste lacune così palesi, pensate che i partenti dei Red Sox hanno assommato 11 “quality start” (primo posto in classifica), mancherebbe poco per tornare a vedere delle W un po’ più continue. Proviamoci stanotte anche se non sarà facile perchè dall’altra parte c’è l’ottimo e sottovalutato Chris Sale chè è … indovina un po’ … mancino. Auguri …

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Non mancano le brutte notizie

Non sono davvero le brutte notizie a mancare in questo weekend nel Bronx, non so dove cominciare, c’è davvero l’imbarazzo della scelta.

La peggiore è nettamente l’inconsistenza generale che la squadra trasmette, l’impressione è che veramente nel 2013 tutto abbia funzionato anche troppo bene e che si sia vissuto nettamente al di sopra delle nostre possibilità, il meraviglioso cocchio che ha portato Biancaneve al ballo dello scorso Ottobre è tornato ad essere una zucca. Partiamo con le dolenti note : la difficoltà di produrre con gli uomini in posizione punto comincia ad essere conclamata, se non sappiamo più produrre punti col gioco per i nostri si fa dura perchè la squadra non ha il potenziale per poter vincere le partite a mazzate, se ci mettiamo a fare un duello da pistoleri non credo che la possiamo spuntare.

Anche la difesa convince poco, qui se non altro penso possa incidere parecchio l’assenza di Victorino e Middlebrooks, sotto l’aspetto difensivo gara-1 contro gli Yankees è stata orrenda : di quattro punti ne abbiamo regalati tre con una difesa in terza di Herrera peggiore di quella che si può vedere su un qualsiasi campo di IBL e con Nava che conferma i suoi imbarazzi concedendo un doppio a Jeter, doppio che con l’hawaiiano non sarebbe caduto. Tornando al tema ormai annoso della terza base mi chiedo il senso della mossa Ryan Roberts. Abbiamo acquisito un giocatore che si fa notare per l’insipienza del suo gioco … e per la compilation di tatuaggi, lasciando in triplo Holt che non sarà un fenomeno ma che di sicuro non è peggiore del suo Roberts / Herrera a difendere l’angolo caldo e che a Pawtucket è partito battendo come un fabbro.

La sconfitta di stasera di Lackey non credo sia la notizia peggiore, qualche lancio di troppo in mezzo al piatto, una partita meno precisa di altre volte, onestamente non ne farei un dramma. Ben peggio rischia di essere l’infortunio di Uehara. Gli ultimi report sono ancora interlocutori, Koji verrà valutato lunedì a Boston e ormai sembra facile un passaggio in lista infortunati, mette paura il fatto che il nostro closer abbia detto che è lo stesso tipo di dolore nello stesso punto dell’infortunio che subì due anni fa, infortunio che gli fece perdere più di due mesi. Sapevamo dei problemi fisici di Koji e sappiamo anche che parecchie squadre non lo hanno preso in considerazione proprio per via del suo “medical record”, se l’assenza dovesse prolungarsi perdiamo una delle poche certezze attuali, buona la partita da closer di Mujica … certo … ma inutile che vi dica che mi sento più sicuro con Uehara-san a chiudere il nono.

Per dare un colpo di grazia ad un weekend dove siamo costretti a sperare in Doubront per portare a casa il pareggio che avevo auspicato (speriamo bene … ) c’è stata la notizia data da Ken Rosenthal, l’uomo coi papillon più belli al mondo, circa la situazione Lester. Anche qui poche belle notizie : in pratica Rosenthal, che sembra bizzarro ma di solito è uno che ci prende, ha detto dell’offerta fatta dai Sox e rifiutata dal nostro pitcher. Ricorderete che Lester si dichiarò disposto a prendere un po’ meno di quello che prenderebbe altrove per restare a Boston, la nostra dirigenza l’ha preso fin troppo sul serio facendogli un’offerta (4 anni – sui 70 mil.) che per quelli che sono gli standard attuali di mercato non esito a definire ridicola. Ok … abbiamo già capito come andrà a finire. Il desiderio di portare il payroll sempre più in basso farà un’altra vittima. Lester è l’uomo che c’ha trascinato di peso all’anello ed i nostri gli hanno offerto un contratto che vale molto meno di quello fatto ad Homer Bailey, tanto per dirne uno, di sicuro invece faremo molti altri acquisti di personaggi del calibro di Ryan Roberts o Burke Badenhop. Gioite popolo !!!

Per questo sabato sera incazzareccio (scusatemi per il termine) direi che basta così. Non so voi ma mi sembra proprio che i Red Sox stiano trasformandosi con la stessa velocità dell’Inter del post-triplete. Da Eto’o e Snijder a “fenomeni” del calibro di Guarin e Alvarez. Noi potremmo seguirli su quella strada : da Ellsbury/Lester a Capuano/Herrera. Va mo là …

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