Certo che il mondo cambia … basti vedere che una squadrina chiamata Italia, sebbene una metà dei giocatori non sappiano nemmeno dov’è l’Italia, rischia di vincere contro un’altra squadra che schiera nell’infield Encarnacion, Cano, Reyes e Ramirez; insomma verrebbe quasi da dire che non ci sono più le certezze di una volta, che anche nel baseball ci sono ancora tante sorprese all’orizzonte e che non sai mai cosa aspettarti dal domani. Errato ! Assolutamente errato ! Una cosa sulla quale potete giocarvi il futuro, la casa, il/la consorte c’è. La certezza del domani è che i Red Sox avranno problemi di infortuni e che assisteremo alle solite querelle tra giocatori che dicono di essere mal curati, medici che minacciano querele ed il manager in carica che deve fare un corso sprint per imparare tutto su tendini, legamenti ed affini.
Ovviamente il tema caldo è Ortiz : su quante partite scommettereste possa giocare ? E anche qualora giocasse che tipo di apporto sarà in grado di dare ? Tutte domande che ovviamente sono senza risposta al 13 di marzo, domande però che fanno fare sonni decisamente agitati a tutti coloro che amano la Nation. Pensate solo cosa sono stati i Sox l’anno scorso fino a metà luglio (quando Big Papi si ruppe definitivamente) ed invece cosa furono da lì in poi. Alternative ? Ci sono un paio di correnti di pensiero : una assolutamente minoritaria che dice di provare con un veteranissimo che possa dare una mano nel breve periodo, s’era anche sparso il nome di Jim Thome; invece al 99% la scelta cadrà sulla soluzione interna, i due candidati ovvi sono Lavarnway o Napoli, anche se poi con Napoli DH mi dovranno spiegare chi giocherà in prima. Comunque quale che sia la risposta ai problemi fisici di Ortiz ricadiamo nei soliti clichè dei Sox con più cerotti che vittorie .
Di notizie spicciole non c’è molto altro : la squadra sta continuando il camp, generalmente con dei buoni risultati, discreta soprattutto l’impressione lasciata dai partenti, Buchholz e Lester sembrano in buona forma e anche l’inabile al baseball capisce che ci servono un bel po’ di vittorie da quei due, altrimenti possiamo rassegnarci ad essere assolutamente marginali nel contesto del baseball MLB … Ah … scordavo … Manny Ramirez per lucrare altri due soldini finirà a giocare a Taiwan … che tristezza … bisognerebbe capire quand’è ora di piantarla.
Non avendo quindi molto da dire posso parlare del libro di Francona che ho appena finito. Anzitutto bel lavoro del duo Francona e Shaughnessy (giornalista che ha promesso che si raperà a zero se Ellsbury l’anno prossimo sarà ancora coi Sox), il libro è godibile ed è una miniera di aneddoti; il rischio di questi libri è quello di essere troppo di parte, in questo caso il rischio sembra evitato, per completezza d’informazione occorrerebbe ci fosse anche un libro scritto dal trio Henry – Werner – Lucchino per vedere il fronte dall’altro campo, un po’ come Clint Eastwood che ha fatto un film sulla battaglia di Iwojima vista dalla parte degli americani e poi subito dopo ne ha fatto un altro con la stessa battaglia dal lato dei giapponesi.
Detto questo il libro sembra votato alla sincerità : Francona non è reticente, non nasconde le sue debolezze : i grossi problemi fisici, le quasi dipendenza dai farmaci antidolorifici, il quanto sia difficile essere un uomo sotto i riflettori per il baseball mentre hai un figlio in Afghanistan e mentre il matrimonio di 30 anni sta andando a rotoli. Umanamente il libro vale e fa capire quanto sia difficile fare il manager in quel tritacarne chiamato Red Sox; lo scontro emerso tra proprietà e manager a fine 2011 in realtà covava da un po’ : due modi diversi di interessarsi al ballgame : Francona guardava al campo, mentre Lucchino si preoccupava degli indici d’ascolto di NESN; ovvio che un rapporto in questi termini non potesse durare nonostante l’opera di Epstein (che esce molto bene dal libro) che cercava di mediare neanche fosse Kissinger.
Visto che doveva finire io ripeto che poteva, anzi doveva finire meglio. Il manager che ha vinto (con quanti meriti lo lascio dire a voi) due anelli che mancavano a Boston dalla Prima Guerra Mondiale è stato cacciato come un indesiderato, se Boston fosse normale Francona diventava l’icona anche dopo essere uscito dal dug-out, un po’ come Tommy Lasorda che sarà sempre il “volto” dei Dodgers anche se ha smesso da decenni. Purtroppo la Trimurti ha creato una macchina splendida e dopo un po’ di anni l’ha distrutta con scelte che sfidano ogni logica. Non vi nascondo quale sia il mio sogno : i Sox in mano ad altra proprietà, la quale nella prima conferenza stampa annuncia l’ingaggio di Francona come executive. Almeno avremmo a decidere uno che prende decisioni per quello che vede in campo, dell’appeal televisivo e degli indici d’ascolto di NESN a me francamente non importa nulla.