Ammetto di non essere molto eccitato (puro eufemismo) da queste partite nelle quali dei Red Sox imbottiti di riserve, con parecchi titolari fuori per motivi precauzionali, provano comunque di concludere questa stagione grigia nella migliore maniera possibile. Se poi questi motivi prudenziali siano indotti dal team o dai giocatori sarebbe divertente da sapere e da ciò ne verrebbe fuori uno spaccato interessante di come funziona lo sport professionistico americano.
Il “live another day” è dedicato a coloro che hanno comunque sconfitto i Giants concedendoci una giornata in più di vita prima di dover ammainare il nostro vessillo, infatti basterà una sconfitta dei Sox o una vittoria di Indians e Rays, per estrometterci anche dai calcoli puramente matematici sull’accesso alla prossima post-season, quindi rispetto verso chi comunque sta giocando un baseball comunque dignitoso avendo ora motivazioni non molto diverse da quelle di una partita di spring training a Fort Myers.
Detto ciò non possiamo però non tornare sui cambi nello staff dirigenziale, cambi che proseguono anche in queste ore coi Sox che hanno comunicato che parecchi del “gruppo Dombrowski” lasceranno Boston, cosa questa normale quando c’è un cambio di regime, ancora più necessaria, ripeto necessaria, quando il precedente sistema ha prodotto alcune storture. In merito al sostituto di DD tutto al momento tace, quindi mi verrebbe da pensare che si stia pensando a qualcuno che è al momento impegnato e non ad una promozione interna, visto che se pensavi di promuovere uno degli attuali dirigenti avresti potuto già comunicarlo, cosa che è evidentemente impossibile se pensi di ingaggiare chi semmai è ancora sotto contratto fino a fine anno.
C’è poi una corrente di pensiero che mi pare propendere verso un cavallo di ritorno e difatti ho letto di tanti fans che sperano in un ritorno di personaggi come Theo Epstein o Mike Hazen; specie un ritorno del secondo mi farebbe abbastanza incavolare, non per il personaggio che anche in Arizona ha dimostrato di valere, quanto per il fatto che lo avevi in casa e se ci credevi, come dimostrerebbe il gesto di riportarlo a Boston, allora non dovevi buttarti su DD che semmai ti fa vincere ma che ti lascia anche parecchie scorie.
Sul fronte tecnico al momento sembra ancora esserci Alex Cora uber alles, onestamente lo spero, perchè il valore del personaggio è ben maggiore anche delle cose di quest’anno che mi son piaciute davvero poco, in primis la nefasta idea di partire in campionato con un gruppo di lanciatori in evidente ritardo di condizione, cosa che ci avrebbe dovuto agevolare sul finire del campionato … vabbè. Però ripeto che un ribaltone tecnico, evento che spesso accade quando c’è un cambio dirigenziale, non sarebbe una gran idea, creerebbe confusione quando si rischia che ce ne sia già troppa. Il CEO Kennedy ha detto che Cora resta al 100% e speriamo che stavolta non ci prendano in giro visto che a Londra John Henry giurò amore eterno a Dombrowski anche perchè e qui chiudo, se la squadra continua a giocare a baseball e non sbraga ignobilmente come capitò nel 2014 e 2015 credo che sia anche per l’etica lavorativa portata dal signor Josè Alexander Cora da Caguas, Puerto Rico.