Verrebbe da dire che è un bene che per quest’anno le partite contro gli Yankees siano terminate. Nelle 19 partite contro di loro i nostri hanno battuto un ragguardevole .196 ed in questa serie finale da 4 partite coi corridori in posizione punto si è assommato un eccellente 1/26 nel box; con cifre simili abbiamo raccolto anche troppo portando a casa 8 partite contro i Pijamas, quindi facciamoci piacere il fatto che tutto sommato siamo ancora avanti di 3 partite e mezzo e consoliamoci col calendario che da qui alla fine non sembra insormontabile … anche se questa squadra, anzichè andare in crescendo di forma, sembra si stia spegnendo pian piano come una candela alla quale viene a mancare l’ossigeno.
Direi che ormai possiamo rassegnarci al fatto che questa squadra sia debole nel box in maniera congenita, proprio per questo dovremmo cercare di spremere il massimo dalle risorse che abbiamo, invece si vedono le stesse problematiche ormai trite e ritrite, discorsi tirati fuori mille volte, sprechiamo troppo sulle basi per esempio. Aggiungete che segnando pochissimo dovremmo fare tutto il possibile per subirne il meno possibile, questo concetto invece non sembra albergare nella mente del nostro manager che continua a lasciare fuori i lanciatori troppo col risultato che beccano punti “gratis” dal centesimo lancio in poi, è successo a Pomeranz (e lì eravamo ancora 1-1) ed in un certo senso anche a Sale a cui dovevano essere risparmiati dei lanci inutili in una partita che era ormai andata.
Ovviamente chiedersi le motivazioni del calo di forma, sembra di rivivere l’ultima settimana della regular season 2016 e il playoff, è assolutamente legittimo ed anzi mi sarei aspettato che questo tema emergesse durante la rituale conferenza stampa post-partita. Abbiamo vissuto una prima parte di agosto fantastica, ma i motivi erano la straordinaria “scarica elettrica” fornita da Devers e Nunez; ora, coi due giocatori tornati sulla terra come lecito attendersi, siamo fermi come un palo della luce, per fare un punto occorre che gli avversari ce lo porgano altrimenti è gara dura. Per esempio mi chiedo se, come è stato fatto giustamente per Bogaerts, non sia anche il caso di fermare per qualche giorno anche Betts, un Mookie lontano partente del giocatore scientifico nello swing; voi potete anche eccepire su questi riposi che chiedo e la vostra obiezione sarebbe fondata, ma anche insistere su giocatori in difficoltà non credo sia una gran politica.
Speriamo quindi che Toronto sia una boccata di ossigeno, come capitato anche altre volte in questa stagione; certo che poi quando finirà questa stagione bisognerà interrogarsi su questa squadra e soprattutto su questa guida tecnica. La risposta a questo slump, che ormai dura dallo spring training, non credo posso essere nemmeno Giancarlo Stanton, come richiesto a gran vice da un patetico Nick Cafardo sul Globe di due giorni fa; son sempre più convinto che il problema di questa squadra non sia la mancanza del primo violino, ma il fatto che molti rendano molto meno di ciò che possono; anche un Big Papi avrebbe avuto problemi, nel senso che gli avversari gli avrebbero dato spesso e volentieri quattro balls per poi giocarsi l’innocuo giocatore successivo. Serve uno sforzo di squadra, di tempo non ne resta moltissimo.